Ho paura che lo sforzo per non attualizzare la questione sia tanto lodevele quanto vano, infatti il tuo argomento Davidintro si costruisce e si mescola coi nomignoli e le tesi delle supposte fazioni del dibattito, "buonisti" e "cattivisti", che mi paiono prese paro paro dalla recente discussione sulla prescrizione. Detto questo, a me pare che in Italia la presunzione di innocenza nei tribunali sia rispettata secondo le forme del diritto e con i limiti del caso. Dove non è rispettata è semmai nei media, e nella retorica di una certa politica che più che demolire la presunzione di innocenza si preoccupa di creare mostri contro i quali ergersi paladini, un trucco per raccimolare consenso editoriale e politico vecchio come il mondo, che ho paura difficilmente verrà mai completamente estinto. E comunque, esiste anche la strumentalizzazione opposta, ovvero quella che tira fuori la presunzione di innocenza ogni qualvolta qualcuno propone di aumentare delle pene, e ci viene ricordato ossessivamente dalla lobby protettrice degli ipotetici colpiti da queste nuove norme, che queste pene potrebbero capitare anche a noi ("noi" innocenti per definizione) e perciò dovremmo andarci piano. Andiamoci piano. Io semai mi preoccuperei del fatto che sulla presunzione di innocenza possono far leva diversamente, soggetti con diverse capacità economico\clientelari. Non a caso c'è un intera classe politica ed economica che sulla presunzione di innocenza ci ha marciato allegramente, lo dicono i dati che fotografano le demografia carcercaria, finendo sì per inviperire la popolazione, e di riflesso politici e media. Per quanto riguarda me, le carceri sono stracolme di innocenti, particolarmente tutti quei poveracci sbattuti in galera per qualche grammo di qualche sostanza che molto probabilmente verrà legalizzata nei prossimi decenni. Le prigioni sono piene di questi criminali efferatissimi, cosicchè tutti gli altri ne stiano perfettamente alla larga motivando la loro allegra astensione con il fatto che non c'è posto.

