Citazione di: niko il 07 Novembre 2022, 21:55:40 PMIn realta' ci sono fondate ragioni per ritenere che nel corpus platonico il punto di vista del personaggio di Socrate sia in qualche modo privilegiato su quello degli altri personaggi; quindi da un punto di vista strettamente ermeneutico qui ha ragione Alberto, (al netto del suo modo di esprimersi un po' "vivace") nel sostenere che il punto di vista di Socrate, (dell'amore come follia, mancanza e mediazione tra umano e divino) sia piu' importante, quantomeno nelle plausibili intenzioni originali di Platone in quanto autore, del punto di vista di Aristofane (dell'amore come nostalgia per l'unita' perduta), che, per altro, nel Simposio viene confutato.
Per equiparare in importanza il il discorso di Socrate a quello di Aristofane, cosa che pure si puo' fare, bisogna in un certo senso sposare una linea interpretativa, diciamo cosi', iper-moderna, secondo la quale in Platone non vi sono punti di vista privilegiati perche' in sostanza il vero "protagonista" del corpus platonico non e' il personaggio di Socrate, ma la filosofia stessa, come nascente metodo e stile di vita, e quindi il dialogare paritetico di tutti i personaggi.
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Socrate doveva vedersela con Xantippe, ad Aristofane immagino sia andata meglio. Alla fine anche l'ermeneutica soccombe ai fatti della vita. Platone ha ereditato da Socrate una buona dose di misoginia, ma è una figura assai sfaccettata; al contrario di Aristofane, stimava l'educazione spartana che concedeva molta più libertà alla donna di quella ateniese.
Equiparare l'amore alla follia mi pare comunque una stupidaggine patriarcale tendente a svalutare un aspetto ritenuto femmineo ed insidioso per il maschio 100%. Il quale si perde così il meglio del vivere.
