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Messaggi - Ipazia

#3061
Tematiche Filosofiche / Re: L amore è follia
08 Novembre 2022, 09:33:58 AM
Citazione di: niko il 07 Novembre 2022, 21:55:40 PMIn realta' ci sono fondate ragioni per ritenere che nel corpus platonico il punto di vista del personaggio di Socrate sia in qualche modo privilegiato su quello degli altri personaggi; quindi da un punto di vista strettamente ermeneutico qui ha ragione Alberto, (al netto del suo modo di esprimersi un po' "vivace") nel sostenere che il punto di vista di Socrate, (dell'amore come follia, mancanza e mediazione tra umano e divino) sia piu' importante, quantomeno nelle plausibili intenzioni originali di Platone in quanto autore, del punto di vista di Aristofane (dell'amore come nostalgia per l'unita' perduta), che, per altro, nel Simposio viene confutato.

Per equiparare in importanza  il il discorso di Socrate a quello di Aristofane, cosa che pure si puo' fare, bisogna in un certo senso sposare una linea interpretativa, diciamo cosi', iper-moderna, secondo la quale in Platone non vi sono punti di vista privilegiati perche' in sostanza il vero "protagonista" del corpus platonico non e' il personaggio di Socrate, ma la filosofia stessa, come nascente metodo e stile di vita, e quindi il dialogare paritetico di tutti i personaggi.

"

Socrate doveva vedersela con Xantippe, ad Aristofane immagino sia andata meglio. Alla fine anche l'ermeneutica soccombe ai fatti della vita. Platone ha ereditato da Socrate una buona dose di misoginia, ma è una figura assai sfaccettata; al contrario di Aristofane, stimava l'educazione spartana che concedeva molta più libertà alla donna di quella ateniese.

Equiparare l'amore alla follia mi pare comunque una stupidaggine patriarcale tendente a svalutare un aspetto ritenuto femmineo ed insidioso per il maschio 100%. Il quale si perde così il meglio del vivere. 
#3062
La soluzione nichilista applicata all'immanenza è poco praticabile in una specie sociale che ha trovato il modo di eternare i propri individui attraverso la cultura e la tecnologia.

Mi pare l'errore inverso rispetto alla immaginazione di una vita eterna in qualche aldilà, metempsicosi, universi paralleli e affini.

Metafisiche, spesso letterariamente suggestive, ma entrambe poco applicabili alla vita reale che cerca nell'immanenza di eternarsi con autentica passione e impegno, puntando sul poco di certo, maledetto e subito, che abbiamo.
#3063
Citazione di: anthonyi il 07 Novembre 2022, 16:20:35 PMNon é solo questo, la "giustizia suprema" può agire nell'aldilà senza bisogno di giudici.
Partendo dal postulato di un aldilà che fa vivere la coscienza della nostra psiche, se nella nostra psiche c'é il male, ci sono pensieri cattivi e disarmonici rispetto agli altri, quei pensieri continueranno ad essere e saranno il nostro inferno.
Se invece nella nostra psiche c'è il bene, cioè pensieri in armonia rispetto agli altri, quei pensieri ci permetteranno di essere in armonia con gli altri.

Soluzione suggestiva, ma che sposta la domanda su cosa è bene e cosa è male. E pure una volta definito ciò, resta la disarmonia che i buoni non potranno non provare rispetto ai cattivi.
#3064
La forma di produzione capitalistica si è generalizzata in tutto il pianeta, ma l'egemonia economica si è spostata sempre più dalla manifattura alla finanza. Correggendo così le velleità di un mercato libero basato sulla concorrenza senza trucchi e senza inganni.

L'incombere della speculazione finanziaria non risparmia nemmeno gli stati capitalistici i quali a loro volta si fanno garanti del pizzo che i loro cittadini devono pagare alla finanza, ormai intrusiva in ogni più piccola transizione di valore. E determinante nelle più grandi. Con un flusso crescente di plusvalore dirottato verso gli organismi finanziari privati e pubblici (distinzione sempre più sottile) che con tale massa di capitale finanziario esercitano il loro potere.

In tale processo è il capitale stesso a cambiare natura, muovendosi per sua stessa forza di gravità verso forme sempre più liberate dai fattori negativi della produzione reale. Le crisi finanziarie, ugualmente devastanti, prendono così il posto delle crisi classiche relative all'ambito produttivo.
#3065
Purtroppo, per chi non crede nell'aldilà, non vi è nemmeno la soddisfazione della par condicio della verifica. Ma è cosa di poco conto di fronte all'annichilimento dello spirito.

Molti non credono nell'aldilà perché non amano fingere ipotesi su questioni indecidibili. La posizione è innanzitutto epistemologica, non psicologica.

La psicologia individuale segue e può avere varie sfumature. La mia è di curiosa attesa senza tachipirina.

Riguardo agli aspetti etici legati a tribunali di ordine superiore, penso basti l'etica umana, inclusa quella che si presenta in forma "rivelata", ad offrire strumenti psicologicamente gratificanti di comportamento.

Più complicata mi pare la posizione di chi crede in un giudice supremo, vista la concorrenza spietata tra le "vere" fedi. Tant'è che ci deve mettere una pezza etica l'immanenza attraverso la legge e i tribunali di ordine inferiore.
#3066
Mi basta ascoltare Mozart per ritenere sensata l'avventura antropologica nell'universo e la forma inedita di eternità che questa specie ha realizzato.

L'autoreferenzialità del giudizio è giustificata dall'evoluzione naturale che ha dotato ogni vivente degli strumenti per sopravvivere ed eternarsi geneticamente. Con uno strumento in più per la nostra specie.

A questo punto mi fermerei, senza ulteriori regressioni metafisiche causali. È già tanto che abbiamo espresso un Mozart.
#3067
Tematiche Filosofiche / Re: L amore è follia
07 Novembre 2022, 12:43:04 PM
Se vogliamo scomodare Platone, raccontiamola tutta la storia.
#3068
Il profitto capitalistico nasce soprattutto europeo occidentale coinvolgendo le colonie d'oltremare. Magistrale a tal proposito la lezione di Marlon Brando nel postribolo di Queimada. Di giudei proprio non si parla, così come non se ne parla nel "Capitale". Il ruolo della finanza nell'accumulazione capitalistica è accessorio per la teoria del valore-lavoro.

Lo diventerà sempre meno con lo sviluppo esponenziale della finanza tossica, ma è roba di oggi, e non poteva preoccupare più di tanto marxisti e leninisti. Semmai la citazione del giovane Marx evidenzia il suo eccezionale intuito su dove sarebbe andata a parare l'economia capitalistica nel suo progressivo affrancarsi dal valore d'uso per portare sempre più le leve del potere sul valore di scambio, fino ad arrivare, anche nel valore di scambio, all'egemonia politica, economica ed esistenziale di un'unica merce: il denaro.

(C'è una barzelletta di Moni Ovadia, che illustra alla perfezione lo spirito di tale processo: vendere-comprare)

Decisamente una rivincita storica epocale per il paria ebreo che da addetto allo sterco di satana diventa il banchiere multimiliardario che domina l'economia mondiale. In forma privata e pubblica, avendo abolito ogni confine, politico e razziale, nella prassi di dominio.
#3069
Al di qua delle ipotesi metafisiche, razionalmente parlando, mi sono raccomandata a nonni, genitori, amici più anziani, religiosi più o meno convinti, di darmi un segnale dal loro post mortem. Silenzio tombale. Sarei più propensa ad escludere tale eventualità. 

Non funziona nemmeno l'argomento della fede ("devi crederci perché accada"), così come non funziona coi ludopatici. La realtà se ne fa un baffo della nostra fede e corre spedita per la sua strada.
#3070
La storia dello sfruttamento umano ha una sua circolarità, delle costanti che rendono prezioso il pensiero dei padri fondatori, ma l'intelligenza del Capitale, incorporata nelle sue centrali umane di dominio, conosce bene la dialettica della menzogna e le contraddizioni del sistema, aggirandole di volta in volta.

I padri fondatori la facevano troppo facile e si è capito fin dai tempi di Noske quanto fascismo assassino ci fosse a sinistra. Avrei mai pensato ad una esperienza come la covidemia in cui il fascismo di sinistra sarebbe stato più feroce del fascismo di destra, al punto di dover tifare per questi ultimi. Copione ripetuto nel sostegno al regime neonazista ucraino (questo sì certificato dal vate di riferimento Bandera).

Ma ha senso continuare a chiamarlo "fascismo" ? Meglio "totalitarismo", spalmabile a destra e sinistra sulla pelle di un ridisegnato proletariato che non è neppure lui più quello dei tempi di Marx e Lenin.

Per il comunismo, adda venì ... Resta, hegelianamente, un moto dello spirito. Nella migliore ipotesi: "io speriamo che me la cavo". Con molto dispendio di materia grigia.
#3071
Certo che esistono fascisti e comunisti, ma non sono quelli additati dal bordello mainstream e soprattutto non sono più quelli di una volta. Quindi un minimo di analisi marxista per ritarare la dottrina sull'attualità,  spiace per gli intellettualmente pigri, è necessaria.
#3072
Ormai "antisemita" è diventato una bufala retorica a 360 gradi come "fascista" e "comunista".  Sublime la riduzione, di osservanza Nato, dell'antisionismo ad antisemitismo.

Per Marx il giudaismo era un pensiero teocratico, al pari dell'islam, e, in misura minore, del cristianesimo, ed in quanto tale inaccettabile per la prospettiva politica socialista. La stato d'Israele gli ha dato totalmente ragione. Così come la significativa componente ebraica nella cricca di Davos. Due piccioni con una fava profetica.
#3073
Tutta l'Europa ha una millenaria tradizione antisemita. Ma in Unione Sovietica non sono stati discriminati in quanto ebrei, ma in quanto dissidenti insieme a molti altri non ebrei. La nascita della propaggine sionista dell'imperialismo Nato ha indubbiamente peggiorato la condizione politica di chi era sospetto di essere diventato un nemico interno.

"Vita e destino" sarebbe stato censurato anche se fosse stato scritto da un purissimo slavo o ariano.
#3074
Mentre i sicari europei del Capitale arrotondavano il mandato con le risorse economiche e la vita degli ebrei occidentali, gli ebrei sovietici erano equiparati a qualsiasi cittadino sovietico, inquadrati nell'esercito che dette un inestimabile contributo di sangue per liberare l'Europa e aprire i cancelli di Auschwitz.

Le balle sono finite.
#3075
Aggiungerei un'occhiatina al microscopio all'insetto stercorario Davos, agente patogeno della pandemia più mortale in assoluto sia per il corpo che per l'anima. Lo stercorario Davos è l'evoluzione socioeconomica dell'ebreo errante ( in tutti i sensi) di cui parlava il giovane Marx (oggi anche l'ebreo etnico ha messo radici). Quella borghesia inumanamente apolide, che ha corroso da dentro la versione postcomunista dell'internazionalismo proletario, di cui parla la parte marxista di Fusaro. Umanità vampirizzata che muove, ai suoi antipodi, miliardi di sradicati per alimentare l'esercito di riserva di un agonizzante, anfetaminico, Capitale. Tenuto in vita da dosi crescenti di titoli tossici, golpe militari e pandemie programmate.