Il cristianesimo farà sempre più fatica a farci accettare l'idea di un Dio incarnatosi (ma guarda un po' che caso...) in un maschio e in particolare il cattolicesimo farà sempre più fatica a farci accettare una casta sacerdotale di soli maschi; Il monoteismo del dio padre cadrà col dominio patriarcale stesso; è interessante anche il topic dell'utente altamarea in merito, nella sezione ultimo libro letto, d cui metto il link
https://www.riflessioni.it/logos/ultimo-libro-letto/'l'altra-meta-di-dio'/msg40037/?boardseen#new
L'unione donna/spirito che genera un maschio è una negazione concettuale della partenogenesi, cioè della possibilità di autofecondazione e autoclonazione delle donne, che esiste in natura, anche se non nell'essere umano.
Inoltre, oltre alla corruzione e alla decadenza del clero, pesano sul futuro possibile di questa religione gli aspetti antivitalistici del cristianesimo, abbondantemente denunciati da Nietzche.
Il cristianesimo è antivitalista sia quando esalta la vita (ad esempio nella sua visione incarnazionista e resurrezionista) ,che quando la condanna (ad esempio nel tema della croce), perché in entrambi i casi pretende di farlo integralmente; si disinteressa così al giudizio nella e della vita
- giudizio nella e della vita che è l'unica forma di giudizio davvero possibile ed efficace, quello ricadente sulla qualità della vita e sulla gamma di relativa preferibilità tra le varie vite possibili ponderate tra di loro e al limite implicante, come sospensione del giudizio, la contemplazione dell'autoselezione che la vita opera su se stessa, scegliendo il meglio di sé e dei suoi singoli viventi per continuarsi e per superarsi apparentemente senza scopo-
per tentare di dare un impossibile giudizio sulla vita, giudizio in cui, in fondo, l'assoluzione è uguale alla condanna, l'esaltazione allo svilimento, perché in realtà il giudizio sulla vita è impossibile, prevede di assumere una prospettiva esterna alla vita, quindi nulla. Chi vuole parlare e pontificare della vita, di tutta la vita come un blocco unico, anche solo per sostenere che la vita è sacra, va difesa a prescindere eccetera, e tanto più se vuole condannare la vita e indicare in essa il presunto ruolo redentore della sofferenza, dovrebbe prima spiegare da dove parla, qual è la sua prospettiva... e non può!
E con ciò, almeno per quanto mi riguarda, fine di tutte le campagne prolife, antiabortiste, antidivorziste procreazioniste, antieutanasia, antipreservativo eccetera... la bellezza salverà il mondo, non la croce.
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L'unione donna/spirito che genera un maschio è una negazione concettuale della partenogenesi, cioè della possibilità di autofecondazione e autoclonazione delle donne, che esiste in natura, anche se non nell'essere umano.
Inoltre, oltre alla corruzione e alla decadenza del clero, pesano sul futuro possibile di questa religione gli aspetti antivitalistici del cristianesimo, abbondantemente denunciati da Nietzche.
Il cristianesimo è antivitalista sia quando esalta la vita (ad esempio nella sua visione incarnazionista e resurrezionista) ,che quando la condanna (ad esempio nel tema della croce), perché in entrambi i casi pretende di farlo integralmente; si disinteressa così al giudizio nella e della vita
- giudizio nella e della vita che è l'unica forma di giudizio davvero possibile ed efficace, quello ricadente sulla qualità della vita e sulla gamma di relativa preferibilità tra le varie vite possibili ponderate tra di loro e al limite implicante, come sospensione del giudizio, la contemplazione dell'autoselezione che la vita opera su se stessa, scegliendo il meglio di sé e dei suoi singoli viventi per continuarsi e per superarsi apparentemente senza scopo-
per tentare di dare un impossibile giudizio sulla vita, giudizio in cui, in fondo, l'assoluzione è uguale alla condanna, l'esaltazione allo svilimento, perché in realtà il giudizio sulla vita è impossibile, prevede di assumere una prospettiva esterna alla vita, quindi nulla. Chi vuole parlare e pontificare della vita, di tutta la vita come un blocco unico, anche solo per sostenere che la vita è sacra, va difesa a prescindere eccetera, e tanto più se vuole condannare la vita e indicare in essa il presunto ruolo redentore della sofferenza, dovrebbe prima spiegare da dove parla, qual è la sua prospettiva... e non può!
E con ciò, almeno per quanto mi riguarda, fine di tutte le campagne prolife, antiabortiste, antidivorziste procreazioniste, antieutanasia, antipreservativo eccetera... la bellezza salverà il mondo, non la croce.

