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Messaggi - viator

#3076
Tematiche Filosofiche / Re:Amore ed etica
08 Novembre 2018, 15:40:01 PM
Salve. Per Kobayashi e Jacopus (le vostre obiezioni vengono da me trovate simili) ;

Nella mia definizione di amore parlo di "inclusione  in-di qualcuno o qualcosa".

L'amore non si rivolge solo alle persone. Esso è un sentimento di predilezione. Amo quella persona o quella cosa perchè la preferisco alle altre in quanto sono convinto che essa è chi o ciò che - meglio delle altre - potrà soddisfare la mia necessità (psichica ?)(spirituale ?) di "inclusione".

Ho poi detto che - sempre secondo me - l'etica è qualcosa di rigorosamente individuale e personalissimo.

Nel caso di conflitti, essi non nascono da- e non generano alcuna etica SINGOLA, ma si svolgono come confronto tra le (almeno DUE) singole etiche individuali che ne generano l'andamento.

Per quanto riguarda l'obiezione di Jacopus, in realtà anche quando - in nome dell'etica - si dà torto a qualcuno che amiamo, non stiamo dandola vinta all'etica, ma sempre all'amore.

Per la precisione poi io ho affermato che l'amore fonda l'etica, non l'etica e la morale.

C'è gente che ama assai più la propria squadra "del cuore", il gioco d'azzardo, i cani, l'uncinetto, l'arte, l'automobile......dei propri cosiddetti "cari" o "simili". Esistono persone che non si sono mai innamorate ma non per questo esse sfuggono al bisogno di amore come da me definito.

In questi casi viene quindi rivelato che le cose che ho elencato sono considerate - da chi le ama - meglio adatte a realizzare il proprio bisogno di amore-inclusione. Naturalmente solo perchè fino a quel momento essi non hanno incontrato (oppure ne sono stati delusi) l'amore propriamente interpersonale.

Quindi il caso del dar torto a chi si "ama" è semplicemente quello di chi ama l'etica più di quanto ami "l'amato". Saluti.
#3077
Tematiche Filosofiche / Re:Amore ed etica
08 Novembre 2018, 12:00:51 PM
Salve Kobayashi. La "forza" che genera i valori è in primo luogo il bisogno (psichico) di essere amato.

Cioè l'egoistico (egoismo naturale generato dall'istinto di sopravvivenza) impulso a trovare il senso della propria esistenza attraverso appunto l'inclusione come specificata all'interno della mia personale definizione di "amore".

Quindi i nostri valori, la nostra etica, vengono generati dal nostro bisogno di amore. Ovviamente ciò non viene direttamente percepito all'interno delle nostre vite, perciò siamo propensi a considerare amore ed etica come separati o separabili, visto anche che sembrano poter entrare in conflitto.

Che non sia l'etica a generare l'amore ma l'inverso mi sembra evidente.

Altrimenti  a noi potrebbe capitare di innamorarci per motivi etici (mi sono innamorato di costui-costei perché merita il mio amore), quindi ad esempio a corrispondere l'amore di qualcuno solo perché egli ci ama, anche se il qualcuno non viene da noi desiderato.

Quindi l'amore è l'istanza superiore e generante rispetto all'etica ed eventuali conflitti imposti dalle circostanze verranno sempre da noi risolti a favore del soddisfacimento del nostro amore, non della nostra etica. Salutoni
#3078
Salve Ipazia. In effetti è sorprendente che nelle società moderne nessun dibattito risulti attivo (secondo le mie scarne conoscenze) circa la connotazione di ciò che relativo alla nostra specie.

Tutte le connotazioni sono basate sull'impiego dell'aggettivo "umano", cioè "UOMano".

Prendiamo atto di quanto sia profonda l'impronta maschil-patriarcale ed addirittura quasi impossibile trovare aggettivi alternativi che connotino in modo neutro l'attuale regno dell' "umano".

Forse solo all'interno di una qualche comunità protostorica sarà esistito un tal termine non sessista, che dici ?.

Che ne diresti di lanciare una campagna in cui si propone di sostituire "umano" con "faber" oppure con "conscio" ?.

Avremmo non più "il mondo umano" bensì il "mondo dei faber (o dei consci)", l"umanistico" diverrebbe il "faberistico"  o il "conscistico", "l'essere umano", "l'essere faber" o "l'essere conscio", etc. etc.

Altro termine, peraltro forse non gradito da manichei e benpensanti di entrambi i sessi, potrebbe essere "parassita", visto il nostro ruolo sul Pianeta.

Comunque, tra i numerosi miei personali deliri, potrei persino generare una teoria filosofica (quindi non antropologica o biologica) che cerchi di giustificare (come stato di cose, non come liceità) la supremazia culturale della maschilità sulla femminilità.

Non lo faccio poichè immagino quel che succederebbe qui dentro.
Mi troverei subito a dover fronteggiare una pattuglia di amici che mi chiederebbero da dove avrei tratto ciò che scrivo, le prove delle connessioni tra i miei argomenti, la dimostrazione delle loro conseguenze, dove sia la loro congruenza con altrui autorevoli dottrine, se ero matto mentre scrivevo e se lo sono tuttora.
Il tutto senza opporre diverse loro definizioni o strutturazioni dell'argomento.

In pratica cadrei nella classica trappola per la quale chi scrive deve giustificarsi stando in piedi mentre chi ascolta si limita ad obiettare da seduto. Salutoni.
#3079
Tematiche Filosofiche / Re:Amore ed etica
07 Novembre 2018, 21:10:07 PM
Salve Lou. Perdonami ma non ho capito nulla del tuo  intervento. Saluti.
#3080
Tematiche Filosofiche / Amore ed etica
07 Novembre 2018, 15:18:33 PM
Salve. Argomento che - credo - risulterà dei più controversi anche per via della confusione che regna tra il concetto di etica e quello di morale.
Se a ciò sommiamo la quantità di significati che vengono attribuiti al termine amore (qui da considerare in ambito esclusivamente umano e sentimentale), c'è veramente da star freschi !

Provvedo quindi a fornire le seguenti mie definizioni - anche se già presenti in altri e diversi miei post - la cui funzione sarebbe quella di precisare i concetti ai quali io mi atterrò qui nei miei interventi. Da parte mia rifiuterò qualsiasi richiamo a concetti diversi (salvo mi vengano sottoposte altre definizioni che io trovi più soddisfacenti) poichè quelle qui sotto saranno la base delle mie argomentazioni.

Amore : "pulsione psichica al completamento di sè attraverso l'inclusione in sè di qualcuno e qualcosa o - reciprocamente e spesso indistinguibilmente - l'inclusione di sè in qualcuno o qualcosa".

Etica : "l'insieme dei valori che stanno alla base delle scelte e dei comportamenti individuali di ciascuno di noi". L'etica può anche conformarsi ad una qualsiasi morale oppure risultarne completamente estranea.

Morale : "l'insieme delle regole di comportamento esplicite od implicite esistenti all'interno di una collettività allo scopo di regolarne i rapporti interpersonali". La morale può anche influenzare l'etica di ciascuno ma ciò non implica certo la sua accettazione da parte di tutti.

Secondo voi, all'interno della vita di ciascuno, risulta più importante - a livello appunto esistenziale - l'amore o l'etica ?

In caso di conflitto tra i due, sempre secondo voi, quale delle due manifestazioni verrà in genere privilegiata dalle nostre scelte ?.

Che si apran le danze.
#3081
Salve Lou. Ci hai presentato il nocciolo della questione il quale, al di là di ogni e qualsiasi progresso e prospettiva tecnologica, è squisitamente - appunto - filosofico.

Il fatto è che l'AI vorrebbe essere uno specchio, ma il suo problema è che non può esistere nessun tipo di intelligenza in mancanza di coscienza.

Poiché la coscienza rappresenta una funzione-ponte tra la psiche (la madre della coscienza) e la mente (la figlia della coscienza), ecco l'intelligenza umana nascere come evoluzione di ciò che l'ha preceduta e generata.

In mancanza di ciò l'AI non potrà che produrre nuove mirabolanti ABILITA' e null'altro.

Il fatto è che l'AI non potrà mai affrontare situazioni che i suoi costruttori non abbiano precedentemente previsto e codificato direttamente od indirettamente.

Mentre l'intelligenza umana è stata costruita proprio per affrontare l'imprevedibile, l'ignoto, l'inconcepibile. Saluti.
#3082
Tematiche Filosofiche / Re:Antropologia sociopsichica
06 Novembre 2018, 18:17:19 PM
Salve Carlo. Ti trovo tanto versatile quanto fenomenale.
Sai transitare dalla più estesa ma chiara logorrea al più lapidario ma oscuro dei commenti !. Salutoni.
#3083
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
06 Novembre 2018, 18:03:38 PM
Salve Ipazia. Tu e Pascal avete rigorosamente ragione ma non avete comunque colto la verità.
Io intanto parlavo di ciò che la gente in genere fa (il credere),  non di ciò che secondo Pascal, te e me dovrebbe fare.

 Ma Battista il Sofista mi dice che il decidere di scommettere è conseguenza dell'aversi formata la convinzione (credere) che tale sia il sistema più "conveniente". Salutoni.
#3084
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
06 Novembre 2018, 14:52:45 PM
Salve Sgiombo.
Morale = sistema di valori e norme vigenti all'interno di una qualsiasi società o collettività e che risulta condiviso dalla maggioranza dei suoi componenti.

Etica = sistema di valori che sta alla base delle scelte e degli atti di ciascun individuo.

Quindi, mentre le morali del pianeta saranno centinaia o migliaia, le distinte etiche individuali - nessuna delle quali perfettamente identica ad altre - dovrebbero essere appunto intorno ai 7 miliardi (non milioni). Saluti.
#3085
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la verità
06 Novembre 2018, 12:58:05 PM
Salve. Repetita non iuvant. Già alcune volte - qui e là e nel mio piccolo - mi è capitato di affermare che la verità è solamente ciò in cui decidiamo di credere.

Ciò mostrando e dimostrando la inesorabile supremazia del sentire (crediamo in ciò che sentiamo) sul sapere e sul capire.

Scusate, ma voi conoscete qualcuno che trovi non vero ciò in cui crede ?. Saluti.

#3086
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
05 Novembre 2018, 22:18:53 PM
Salve Socrate78. Il tuo non vuole essere un giudizio ma in realtà ci vedi benissimo.

Il problema è l'utilizzazione che possiamo fare dei due strumenti con i quali costruiamo le nostre vite: il sentire (l'immateriale irrazionale) ed il capire (il concreto razionale).

In che modo noi possiamo usare - secondo la loro specifica natura - queste due "funzioni" del nostro esistere ?

Trovo ovvio che non si possa impiegarle contemporaneamente nel confronti di un nostro singolo atto o scelta.
Andranno usate o separatamente o in sequenza.

Il sentire è funzione spontanea la quale però viene stimolata dalla percezione, cioè dal coinvolgimento dei sensi. I sentimenti più incisivi sono quelli legati alla nostra diretta percezione di ciò che ci coinvolge. Non c'è come l'essere protagonisti o spettatori di eventi traumatici o penosi per trovarsi a provare sentimenti ed emozioni più vivide e durature.

Mano a mano che ciò che dovremmo sentire si allontana nello spazio e nel tempo, inesorabilmente il nostro sentire si affievolisce.

Per la funzione "capire" invece le cose cambiano. Se crediamo di aver capito qualcosa il trascorrere del tempo non inciderà sulla nostra avvenuta comprensione. Al contrario, assai spesso capita che ci succedano cose che al momento non capiamo e che invece poi riusciamo a chiarirci dopo del tempo.

La gerarchia sentire-capire rispecchia quella che riguarda i rapporti tra immateriale e materiale e quelli (ampiamente sovrapponibili) tra irrazionale e razionale.

Consiste in una relazione per la quale ciascuno dei primi termini delle tre coppie (i quali risultano
complementari) citate sopra ha il potere - quando succede - di smentire e vanificare i contenuti del secondo termine.

Cioè, per quanto ci riguarda, la natura umana tende sempre ad ascoltare ciò che sente anche in eventuale contraddizione di quanto giunge a capire.

Stabilito quindi che il sentire è "funzione" spontanea, naturale, universale, influenzata dal tempo e dallo spazio e che per di più tende a "prevaricare" sul capire, tale funzione è quella più adatta alla gestione di rapporti e situazioni che sono più immediati e vicini a noi.

Questa è la ragione per la quale noi utilizziamo sentimenti e sensibilità soprattutto con chi ci è più vicino in tutti i sensi. Perché "sentendolo" non abbiamo nemmeno bisogno di "capirlo" !

Viceversa, per relazionarsi con ciò che è più distante, più formale, più concettuale, meno emotivo, lo strumento più adatto sarà il capire. Del quale la logica è lo strumento principale.

Eccoti spiegato il perché io cerco di usare la logica quando mi occupo di questioni talmente generali da non riuscire a "sentirle" emozionalmente.

Naturalmente la sensibilità di ciascuno è del tutto soggettiva. E' per questo che al mondo esistono sette miliardi di etiche diverse.

Io senz'altro risulterò troppo arido.........(qualche sentimento ce l'ho, ma preferisco tenerlo per me e per i miei cari appunto più vicini....e poi i sentimenti, se esternati, corrono il rischio di non venir CAPITI).

Mi "consolo" pensando che non vorrei essere invece tra quelli che "sentono" tutto ma, per il troppo sentire, finiscono poi per non capire nulla (non mi sto riferendo a nessun utente del Forun). Salutoni.
#3087
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
05 Novembre 2018, 17:14:57 PM
Salve Socrate78. Ma purtroppo etica e sentimenti non possono coesistere con la logica quando si devono fare delle scelte. Occorre scegliere a quale strumento affidarsi. A tutti piacerebbe ritrovarsi con la botte piena e la moglie ubriaca.
Se il primato deve andare sempre e comunque all'etica, vorrà dire che ai generali delle prossime guerre faremo indossare la tonaca. Saluti.
#3088
Tematiche Filosofiche / Re:Cos'è la filosofia?
05 Novembre 2018, 17:02:41 PM
Salve. Curiosità innata che permette di fare ginnastica rendendo più ELASTICA la muscolatura mentale. La maggiore elasticità permetterà non tanto di fare salti più ampi, ma di garantirsi atterraggi più morbidi su qualsiasi tipo di terreno.
#3089
Salve Elia. Beh, considerazioni degnissime, le tue.

Chiudi lamentando la mancanza di allegria dei contenuti. Io non sento la mancanza di allegria qui dentro. D'altra parte il sito si chiama Riflessioni ed il forum Logos ed iscrivendosi dovrebbe essere chiaro a quale tono generale ci si avvicina.

Ma forse quella che tu chiami allegria è quella che io chiamo "leggerezza", cioè la volontà e la capacità di trattare un argomento senza rinunciare all'ironia indirizzata equamente a sé, agli altri, ai "sacri dogmi".

Ovviamente qui dentro ci sono anche i monomaniaci e perfino i grafomani. Non possiamo e secondo me non dobbiamo certo limitare la varietà del mondo umano.

Infine c'è la presenza delle citazioni. Che personalmente io evito come la peste, per due precise ragioni :
1) sono semianalfabeta, ho letto assai  poco e quindi non saprei neppure chi e cosa citare;
2) sono qui per comunicare cosa penso dal fondo della mia ignoranza, non per ripetere ciò che altri hanno detto dal sommo della loro sapienza.

Io, essendo assai drastico, penso che la quantità di citazioni all'interno di un testo risulti inversamente proporzionale all'autonomia di giudizio e di argomenti di chi le usa. Salutoni.
#3090
Tematiche Filosofiche / Re:Hiroshima fu il meno peggio
05 Novembre 2018, 00:00:38 AM
Salve Jean. Prendo atto della tua opinione.
Tu hai già fatto delle ragionevoli considerazioni nel tuo intervento precedente.

Ora, ragionando all'ingrosso, il male dell'atomica e quello della prosecuzione della guerra contro il Giappone risultava costituito dal numero di morti (quantificabili sommariamente) e dalla quantità e qualità di sofferenza umana per i sopravvissuti (dato ovviamente non quantificabile).

Limitiamoci - in entrambi i casi - alle morti di giapponesi civili e militari ed ai civili del teatro di guerra asiatico (fingendo che l'eventuale prolungamento della guerra facesse un bel baffo agli americani).

Per la (le) bombe stimiamo 300mila morti istantanee, 200mila morti a breve termine, 400mila morti a breve-lungo termine (sfido chiunque a trovare riduttive tali stime). Totale, 900mila.

Per la prosecuzione della guerra consideriamo : ogni giorno di prolungamento dei combattimenti nel teatro asiatico provocava (in quella fase del conflitto) intorno ai 10mila morti giapponesi o locali (prudenziale - le sole isole di Iwo Jima e Guadalcanal costarono all'esercito giapponese almeno 120mila caduti). Supponendo un prolungamento della guerra per altri tre mesi, avremmo, guarda caso, un totale di 900mila.

A questi sarebbero stati da aggiungere praticamente l'intero restante esercito giapponese della madrepatria (esercito il cui valore, onore e fanatismo avrebbe certamente portato all'integrale obbedienza di lotta sino all'ultimo uomo), le vittime civili "collaterali", decine o centinaia di migliaia di casi di "harakiri" tra i civili, le vittime di una ferocissima resistenza partigiana all'ultimo sangue.
Senza potersi addentrare in evanescenti "analisi quantitative" di tali eventi, il buonsenso farebbe immaginare un totale di milioni e milioni e milioni di perdite umane.

Ecco. Il buon senso. Che se uno ce l'ha, lo usi, mentre se gli manca non potrà darselo né acquistarlo nonostante siano presenti in Rete numerosi annunci in proposito. Salutoni.