Anche se spegnessimo tutti i comignoli oggi, l'atmosfera non tornerà quella preindustriale prima di secoli, l'olocene è terminato se è quello che Greta intende come i "suoi sogni", non c'è più possibilità realistica di recuperarli. Quell'olocene che tutto aveva iniziato dodicimila anni fa con la fine dell'ultima glaciazione, la civiltà umana inizia da un cambiamento climatico. Prima dello younger dryas, eravano sapiens sapiens tanto quanto oggi, ma per 90mila anni c'erano solo le grotte. Greta non ha fatto altro che suonare il secondo livello di allarme, quando dovremmo già essere al terzo o al quarto (il primo l'aveva suonato Al Gore). Siamo andati avanti fino ad oggi pensando di farla da furbi con l'ecologismo della lampadina e del sacchetto riciclabile, il pannello solare, quando basta saper fare le moltiplicazioni per sapere che l'impegno che dovremmo mettere in campo è cento volte tanto (anche perchè l'ultimo dato per cui moltiplicare è la popolazione globale). Siamo come i ragazzi che aspettano a studiare il giorno prima dell'esame, e ora si trovano una pila di libri sul tavolo ed è l'ora di colazione. E' uno studente che si interessa solo del voto ("il profitto") ma non di conoscere realmente la materia, è disposto a copiare, a mentire, a stracciare il libro e nasconderlo nelle mutande, ma non gli interessa sapere di quello che parla. Greta effettivamente non è quel tipo di studente, ha l'asperger, una salvaguardia biologica contro l'ipocrisia, fa le moltiplicazioni e si incazza del risultato, come darle torto. Il 2020 è stato chiamato il "super anno" per via del fatto che in esso sono concentrate, su decine di tavoli diversi, decine di decisioni che influiranno sul secolo a venire. E' il momento giusto, per chi ha possibilità di far rumore, di farlo. E se non servirà a niente, converrà a Greta di prendere da parte i suoi coetanei e dirgli la verità, in un modo e nell'altro, che sia una stagnazione economica secolare o una guerra, dovremo ridurre drasticamente la popolazione, e lo faremo su esseri umani già nati, i suoi compagni di banco.