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Messaggi - iano

#3091
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 20 Febbraio 2023, 11:39:44 AMIn che senso uno scienziato riuscirebbe a prevedere il margine di errore?


Con un esempio molto banale, per farti capire, io posso prevedere che se tu fai una misura con un metro diviso in cento tacche uguali, la tua misura avrà il margine di errore di un centimetro.
Se tu invece facessi una ''misura col tuo Nicola Sementovsky-Kurlo'', al confronto è come se facessi una misura col margine di errore di un ''metro''.
Puoi provare a verficarlo, anche se non è facile come dici.
Quelli del cicap lo hanno fatto.
#3092
Citazione di: Aspirante Filosofo58 il 20 Febbraio 2023, 08:59:08 AMNon sono assolutamente d'accordo con quanto affermato. Gli astri non mentono, semmai è l'interpretazione degli astrologi a non essere sempre precisa, in quanto gli astrologi sono comunque esseri umani, imperfetti, che possono sbagliare.  Non è forse vero che anche la scienza, prima di arrivare ad un risultato positivo, ne sperimenta decine, centinaia o forse migliaia di negativi?


Io mi fido della scienza non perchè gli scienziati siano infallibili, ma perchè riescono a prevedere il margine dei loro errori.
Ti dicono cioè senza errore di quanto sbaglieranno, che credo sia il massimo cui possa aspirare un essere fallibile come l'uomo.
Non si limitano a dire che sono fallibili, ma ti dicono di quanto sbaglieranno, potendosi così fare una valutazione soggettiva sull'accettabilità dell'errore.
Quelli del cicap in sostanza ti stanno dicendo che l'errore che fanno gli astrologi non è per loro accettabile, perchè dimostrano che al momento non hanno rilevato differenze fra le previsioni degli astrologi e il tiro un dado, e, a dimostrazione del fatto che non hanno pregiudizi sull'astrologia aggiornano costantemente queste loro verifiche, giudicando comunque finora inaccettabile l'errore.
Affibbiando un numero al margine di errore previsto, di fatto si fà una classifica sull'affidabilità delle varie discipline scientifiche, per cui non è corretto parlare di scienza in generale, ma più propriamente di metodo scientifico, la cui applicazione  genera discipline diverse di diversa affidalità, fra le quali se vogliamo includere l'astrologia, dovremo dare ad essa al momento affidabilità zero, dove si intende per affidabilità zero che la probabilità di indovinare una previsione coincide con la probabilità di indovinare il lancio di un dado.

#3093
Attualità / Re: Il ponte sullo stretto di Messina
19 Febbraio 2023, 10:12:03 AM
Immaginate se i forti venti che soffiano sullo stretto di Messina da problema si trasformino in risorsa, e coadiuvati da energia solare mettano in moto un ''sistema ponte attivo'', e non solo più passivo, che prevenga gli eventi negativi più che provare a scongiurarli, cosa mai del tutto possibile.
Ma ripeto, un sistema di società di traghettamento in autentica libera concorrenza fra loro, sarebbe più che sufficiente, perchè si configurerebbe comunque come un collo di bottiglia accettabile nel transito dello stretto, con non disprezzabili risvolti turistici.
Purtroppo i colli di bottiglia al momento però spaziano ben oltre lo stretto. Quindi prima andrebbero eliminati quelli, e per farlo non bisogna inventarsi cose nuove, ma risolvere vecchi problemi la cui soluzione non richiede fantasia, ma sembra destinata a restare comunque una fantasia.
Il turista dopo aver attraversato lo stretto per visitare la Sicilia si rende spiacevolmente conto che la vera traversata lenta e faticosa deve ancora iniziare.
#3094
Attualità / Re: Il ponte sullo stretto di Messina
19 Febbraio 2023, 09:44:03 AM
Per quanto si riesca a rendere improbabile che il ponte entri in risonanza con conseguenze disastrose, rimane pur sempre cosa possibile, quindi se dovessi progettarlo immaginerei un sistema automatico che muti all'occorrenza in tempo reale la frequenza di risonanza del ponte, che non possieda quindi così più una sua frequenza caratteristica di risonanza.
Non sò se un sistema del genere sia mai stato messo in atto, ma credo che certe opere non abbiano solo un valore in sè, ma anche quella di acquisire un saper fare esportabile nel mondo intero, ammortizzandone il costo iniziale.
In ogni caso bisogna inventarsi qualcosa di completamente nuovo, eventualità che non è compresa solitamente nella forma mentis degli ingegneri, che non si discostano mai prudentemente da un modus operandi consolidato.
Immaginerei anche qualcosa che somigli a un impianto di risalita sciistico...per dire.
Comunque qualcosa di completamente nuovo in fatto di progettazione di ponti, per ottenere qualcosa che a un ponte tradizionale, con tutti i suoi problemi, proprio non somigli.
Allo stato attuale mi accontenterei che a società di traghettamento private non si consentisse, con complicità diffusa, di spadroneggiare.
Se chiedete dove è l'imbarco, tutti, ma proprio tutti, google compreso, vi indicheranno una sola strada, pur essendocene una alternativa.
Se invece conoscete già la strada alternativa e decidete di prenderla... allora...auguri.
#3095
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
17 Febbraio 2023, 17:17:02 PM
Citazione di: bobmax il 15 Febbraio 2023, 08:51:49 AMIl dato di fatto è questo stesso esserci.
Ossia ci sono io e c'è altro.
L'esser-ci è questa compresenza.

Molto di ciò su cui discutiamo ha origine nella nostra particolare percezione.
Ad esempio ci accorgiamo dell'esistenza di qualcosa quando la perdiamo o l'acquisiamo, mentre magari non la notiamo quando è pur sempre sotto ai nostri occhi.
Io ho perso il pelo e ho acquisito una nuova veste, e adesso IO E DIO siamo come culo e camicia, ma a differenza del pelo ho sempre coscienza della camicia perchè la indosso e smetto ogni giorno, e perciò credo non essere io quella camicia, almeno finché mi percepisco come unità fisica e non funzionale.
Io in effetti morirei di freddo e non ci sarebbe più salvezza per me senza quella camicia.
Non mi resta quindi che porre fede nella camicia, facendone un idolo alla moda,  , o più semplicemente indossarla.
#3096
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
17 Febbraio 2023, 16:36:59 PM
Ciao Jacopus.
Io rispondo con un proverbio , credo genovese:
''Nell'acqua che non si vuole bere ci si annega''.  :D
#3097
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
17 Febbraio 2023, 15:55:53 PM
Citazione di: Kobayashi il 17 Febbraio 2023, 15:28:56 PMÈ ovvio (ma non credevo di doverlo chiarire...) che la Parola, il Verbo, etc., non sono le parole, il linguaggio degli uomini, o la razionalità umana, ma, nel discorso teologico, simboli della trascendenza.

Simbolo: termine designante due metà di un oggetto che, spezzato, può essere ricomposto riavvicinandole.

Tu vedi solo una parte del simbolo. O meglio pensi che tutto si esaurisca nella parte materiale, strumentale, del simbolo. Non sentendoti chiamato verso ciò a cui rimanda la parte visibile rimani con la sola parte spezzata "terrena", e pensi che non ci sia il mistero, ma solo un gioco di parole, un indovinello, facilmente risolvibile una volta liberati dalla nebulosità del discorso teologico.
Forse andiamo fuori tema, ma più che un rimando vedo una identificazione: ''Dio è verbo e il verbo è Dio'', quindi un ricadere nell'idolatria dalla quale si vuol fuggire.
Per esorcizzare questo pericolo i musulmani restringono il pantheon dei simboli ammessi ai soli  ''alfageometrici'', ma rimane l'idolatria della scrittura, che si inserisce storicamente nell'alveo dell'idolatria delle tecnologie.
Nella misura in cui quindi non sentiamo come nostre le tecnologie si ricade,  senza volere, nella solita trita e ritrita idolatria dell'uomo verso se  stesso, che in questo modo ricuce le sue alienazioni.
Così c'è un rimando, è vero, ma sempre a se stessi, nella misura in cui non si abbia piena coscienza di sè.
Piena coscienza del fatto che noi siamo il verbo, noi siamo la scrittura, e se la scrittura siamo noi non può essere sacra.
E nella misura in cui rimane sacra non riuscirà ad esprimere tutte le sue potenzialità, e noi con essa.
La scienza è un progresso, ma non c'è una sostanziale differenza fra una preghiera, una formula magica e una formula scientifica nella misura in cui crediamo che la realtà ne venga condizionata, finché non capiremo che quella formula non è fuori di noi, perchè è uno dei modi con cui interagiamo con la realtà.
#3098
Ultimo libro letto / Re: Leggere romanzi è utile ?
17 Febbraio 2023, 03:00:20 AM
Citazione di: doxa il 10 Febbraio 2023, 21:25:49 PMScrivere significa costruire dal nulla una trama, che può piacere o meno a chi la legge.

Il testo può assumere un significato diverso dall'intenzione creatrice dell'autore, secondo la sensibilità del lettore.

E' il rischio che ogni scrittore sa di poter incontrare, come quando viene lanciata una bottiglia tra le onde del mare e non sa da chi verrà raccolta.


Anch'io preferisco i saggi ai romanzi, ma diversamente da te non conosco il motivo di questa preferenza, escludendo comunque  che coiicida con il tuo motivo.
''Intenzione creativa'' già mi sembra una contraddizione.
Ma qualunque sia il motivo delle nostre preferenze, credo che nessuno  proverebbe piacere a leggere quel che già saprebbe di leggere, e così immagino che nessuno scrittore proverebbe piacere a scrivere ciò che già saprebbe di  scrivere, perchè anche quando ne ha predeterminato  il contenuto, come nel caso dei saggi, non conosce la forma che assumerà il contenuto, essendo una variabile libera, e quella forma, quando a lui stesso si presenterà, varrà come un punto di vista diverso e inatteso sul contenuto, dal quale nuovo punto di vista lui stesso imparerà qualcosa di nuovo.
Quindi immagino che, se pure vi fosse uno scrittore che crede di sapere di avere già tutto in testa ciò che scriverà, alla fine non potrà che ''fraintendersi'' da solo, per cui il lettore non farà che aggiungere il suo di fraintendimento , come se un libro non si finisse mai di scrivere.
Il critico letterario poi secondo me và ancora oltre, riscrivendo a suo modo il testo, per cui a me capita di trovare interessante in sè la critica letteraria di un libro che non ho letto,  anche se non leggerò mai il testo originale, perchè in qualche modo mi sembra di averlo già letto, anche se in diversa forma.
#3099
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
17 Febbraio 2023, 02:26:48 AM
Citazione di: bobmax il 16 Febbraio 2023, 18:19:12 PMNon so se e quando giungerà mai questa consapevolezza.
Una volta all'inferno, non vi è più alcun termine di paragone, alcuna legge evolutiva a cui riferirmi.

Vi sono solo io.

E a poco vale qualsiasi considerazione su cosa avvenga ad altri.
Sì, ascoltare l'altro può essere un utile spunto. Ma nulla più.
Perché poi tocca sempre a me.
E se la mia strada vuole il Vero (e come si fa a non volerlo?) non posso che constatare l'impossibilità di uscirne.

Ritengo comunque che l'esito fausto, se mai avverrà che se fosse solo per me sarebbe impossibile, non consista nel ritrovarsi in comune con gli altri.
In quanto gli altri, me lo dice il mio amore, sono nulla.

Ecco l'esito fausto dovrebbe consistere nel ritrovarmi io stesso nulla.
E quel Nulla è Dio.



Ha veramente ragione Green Demetr a dire che siamo anime barocche.La questione è molto più semplice.Tocca a te in quanto individuo, accomunato in questo destino agli altri individui, per cui non si può dire che tocca solo a te, indipendentemente dagli altri.
#3100
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
17 Febbraio 2023, 02:19:05 AM
Citazione di: Socrate78 il 16 Febbraio 2023, 16:54:00 PMIl significato che dò all'Incarnazione è il seguente: Dio si è incarnato in Cristo come uomo ma non si trattava affatto di un uomo come noi, era un uomo con un DNA diverso (quello del primo Adamo) senza il peccato originale, non era quindi sullo stesso piano dell'umanità intera. Il peccato originale io lo interpreto, come ho anche affermato in altri post, come decadimento morale e FISICO rispetto al primo Adamo, per cui l'uomo da Caino in poi è degradato da ogni punto di vista e non è più l'uomo originario creato da Dio. Dio poi ha pagato sulla Croce per i peccati degli uomini, ma come Dio, non come uomo: infatti solo Dio poteva sobbarcarsi il fardello delle colpe degli uomini, poiché ogni peccato in teoria meriterebbe una pena infinita (essendo contro Dio che è eterno), quindi Cristo ci ha salvati appunto pagando come Dio per le nostre colpe.
Ma non possiamo semplificare tutta questa improponibile complicazione con una perdonabile blasfemia, e perdonabile perchè fatta in buona fede?
#3101
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
17 Febbraio 2023, 01:24:36 AM
Citazione di: Kobayashi il 16 Febbraio 2023, 08:51:20 AMPenso che si tratti solo della fase iniziale, poi viene la consapevolezza di essere, come gli altri, "portatore" del divino.

In ottica cristiana Giovanni Vannucci scriveva: "Attesa da millenni, preannunciata da generazioni di ispirati, la Parola ha costruito la sua dimora in Cristo [...] , punto di comunione tra la luce divina e la densità terrestre, il ponte benedetto dell'incontro tra la materia e lo spirito".

L'emergere di questo "punto di comunione" io me lo immagino come una specie di processo straziante, viscerale, ma necessario (perché verso il suo compimento siamo richiamati da mille segnali), sempre sul punto di regredire.

"Attraverso il ponte che riunisce l'abisso divino all'abisso umano, la silenziosa ed operosa presenza della Parola giunge e si espande su tutta l'umanità. Dio è in noi, l'immenso mistero dimora nella carne umana".
"[...] Dio è in noi, non in pochi privilegiati, ma in ognuno. È in noi nonostante le bassezze, le opacità, le perversioni, gli istinti confusi della nostra natura".
"La più esigente necessità, dopo l'Incarnazione, è accoglierlo [...]. L'ignorarlo od il sopprimerlo è la causa delle più dure sofferenze".

E conclude Vannucci descrivendo come la consapevolezza di questa presenza renda i nostri affetti universali. L'affinità è ora rivolta verso il tutto, verso l'unità dell'umanità.

A mio parere però non è così ovvio questo processo verso l'universale. Non si può semplicemente riprendere la dedizione greca (e poi cristiana) al logos universale, le nostre esigenze di introspezione così finemente trattate dalla letteratura degli ultimi due secoli e studiate da psicoanalisi ed esistenzialismo non possono semplicemente essere messe da parte come materiale di scarto.
Voglio dire: questo tema, quello della mistica greca dell'Uno (che poi ha attraversato tutta la nostra cultura fino a Hegel), la quale parte dall'ascesa dell'eros individuale verso l'universale, l'eterno, un processo quindi alimentato dalla purificazione dal contingente psicologico, da ciò che è più soggettivo, è un tema problematico...
A me questo sembra come un indovinello dove chi lo ha posto non si rende conto di aver messo nella sua affermazione , senza volere, anche la risposta in chiaro, e non se ne è reso conto perchè l'ha espresso in modo circolarmente ridondante, per cui non è facile da estrarre, finché non si trova la chiave giusta.
Se la parola ha costruito la sua dimora nel divino, rendersi conto di essere portatori del divino equivale a rendersi conto di ciò che già sapevamo, di  essere cioè portatori della parola.
O no?
C'è da aggiungere altro che non risulti ridondante?
Sembra tutto un giro di parole, non voluto, per dire che se si possiede la parola allora sei divino, e perciò ti distingui in modo significativo da chi non porta la parola, che divino quindi non è, e noi quindi saremmo propriamente i pochi privilegiati, piuttosto che no.
Si tratta dunque di una favola innocente, il cui destino non poteva essere altro che quello di essere deostruita prima o poi, e che, come ben dici, e appunto  in fase di decostruzione.
Il logos diventa potenzialmente universale nel momento in cui si fà, con mediazione tecnologica , scrittura, e in quanto testo , potenzialmente elevatile da logos al logos.
A questo punto la storia del logos, e quindi la storia di coloro che ne sono portatori, si divide in due percorsi uno dei quali parte da un testo che da contenitore di logos viene promosso a logos, e l'altro che inizia come percorso alla ricerca del testo che contenga il logos, che non sia un semplice contenitore quindi  di logos , ma del logos.
La funzione del logos si riduce quindi da un lato a quella di interpretazione del logos, come se si dovesse interpretare un indovinello che contiene in chiaro la sua soluzione, ma volutamente confusa fra ridondanti giochi di parole.
O in alternativa alla ricerca di un sacro gral fatto di parole, come se un insieme di simboli potesse avere un valore sostanzialmente diverso da un altro insieme, e che perciò ogni insieme contenga in sè un suo valore, senza che siamo stati noi a darglielo... del come cioè la scienza non si sia ancora del tutto liberata dalle scorie del pensiero magico.
La notizia buona è che il verbo una volta liberato da tanti fraintendimenti abbia da esprimere ancora tutto il suo potenziale, quando cioè da portatori ce ne faremo veri utenti.
#3102
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
17 Febbraio 2023, 00:34:11 AM
Citazione di: bobmax il 16 Febbraio 2023, 13:29:48 PMSì, Dio è il mio Dio.
Dio ha bisogno di me, per esserci.
Per cui ciò che è vero, dipende, per la sua Verità, da me stesso.

Ma non può essere che così, visto che vi sono solo io e... l'altro.
Se la Verità venisse dall'altro, io non potrei che esserne annichilito, non potrei proprio esserci.

Questo sembra un modo fin troppo contorto e distorto di dire qualcosa che condivido.
Contorto perchè la mia verità non è la Verità.
E allora perchè chiamarla verità?
Io aggiungerei ,in senso positivo per quanto possibile, che il motivo per cui io parlo di verità è lo stesso motivo per cui tu parli di verità, senza che nessuno di noi sappia bene di cosa stia parlando.
E questa mi sembra una cosa notevole : percepiamo cose allo stesso modo senza sapere perchè le percepiamo, ma del fatto che non sappiamo perchè le percepiamo ce ne rendiamo conto quando in modo ridondante vorremo convergere a parole, senza riuscirci, su ciò su cui di fatto già convergiamo.
Il logos è stato un bel gran passo avanti per noi, ma su ciò che lo ha preceduto non ha nulla da aggiungere, se non limitarsi a dare un nome che indichi una sensazione, senza poter aggiungere altro, perchè qualunque altra cosa si aggiunga può solo negarla.
La verità, l'altro non la porta a me, come io non la porto all'altro, essendo secondo me solo uno dei tanti prodotti della relazione fra l'uno e l'altro, ma non capisco perchè questo dovrebbe essere il motivo per cui ci dovremmo o non ci dovremmo essere.
Magari non lo sai neanche tu.
Magari è semplicemente qualcosa che senti, ma non sai ben dire, e questo è il problema, perchè non essendo una sensazione condivisa, se il logos non ci soccorre,  come facciamo a capirci?
Hai la consapevolezza che non è possibile capirti, essendo tu portatore di una percezione tua soggettiva, non esprimibile a parole?
Intendiamoci, non è una cosa sorprendente che ciò possa succedere.
Sorprendente è che possa succedere, e che di fatto succeda il contrario, che percezioni potenzialmente soggettive tali non siano, perchè se di verità balbettiamo, è perchè condividiamo una percezione alla quale quel nome abbiamo dato, senza poter aggiungere una parola di più.
La verità è uno dei tanti prodotti della relazione fra l'uno e l'altro, per cui siamo autorizzati a dare un nome ''uno'' a una moltitudine, per che quei tanti condividono quei prodotti come fossero uno, e le hanno condivise senza l'ausilio del logos, che evidentemente ha la funzione di condividere, ma in un modo diverso.
Condividiamo la verità, ma non a parole.
A parole condividiamo cose nuove rispetto alla buona vecchia verità,  diverse dalla verità.
#3103
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
17 Febbraio 2023, 00:11:18 AM
Riepilogando:
C'è un uno e c'è L'ALTRO posti in relazione asimmetrica,
e un altro modo di dirlo è che uno è colpevole e l'altro è innocente alludendo che la relazione sia di tipo etico, secondo un etica definibile, ma non definitivamente definibile, quindi in sostanza una relazione indefinita, cioè non giustificata, non ricavabile a partire dall'uno e dall'altro, quindi da porre come terzo incomodo, e caratterizzata dall'avere una direzione, chiamata amore o compassione, che và dall'uno all'ALTRO.
Abbiamo quindi tre elementi di partenza dai quali non ricaviamo altro , dopo giri di parole,  che sempre i tre elementi di partenza, con l'inferno che non si capisce cosa sia e che relazione abbia con gli altri tre elementi, ameno che non sia il solito nulla che diversamente non apparirebbe qui, ma che anche se apparisse non ci aiuterebbe parimenti a capire.
Insomma il tuo sembra il racconto in diverse salse di una illuminazione.
Ma noi, oltre a compiacerci con te per la tua illuminazione, che ruolo dovremmo avere in tutto ciò, considerando oltretutto che ci hai tenuti fuori dal discorso, perchè noi non siamo l'uno, in quanto l'uno sei tu, e non siamo l'altro, perchè non siamo Dio?
#3104
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
16 Febbraio 2023, 23:54:40 PM
Citazione di: bobmax il 15 Febbraio 2023, 08:51:49 AMQuesta mia colpevolezza mi sospinge giù, all'inferno. Da dove guardo l'altro, la sua innocenza, che suscita in me compassione.

L'altro fa scaturire in me l'amore.
Per ciò che ho perduto per sempre: l'innocenza.

E così intuisco, che l'altro, non è che Dio.
Quin spunta un elemento imprevisto, l'inferno, che dobbiamo aggiungere quindi alle premesse, e siamo a quattro: 4. inferno. E che sarà mai?
Si dice poi che compassione e amore siano le relazioni fra i due elementi asimmetrici, e si decide quindi di chiamare l'altro con altro nome Dio. Perchè non lo hai chiamato Dio fin dall'inizio allora, ponendo uno e Dio come personaggi della storia, invece che l'uno e l'altro? Sembra un inutile ridondanza in un discorso che sembrerebbe voler essere invece essenziale, tanto da lasciar fuori anche il solito nulla.

Insomma, l'analisi logica applicata al tuo post lascia perplessi.
Quindi se la logica non ci aiuta, chi ci aiuterà a capirti?
Alla fine sembra che siamo costretti a porci in posizione asimmetrica rispetto a te, come l'illuminando si pone di fronte all'illuminato.
O ci sono altre alternative?
#3105
Tematiche Spirituali / Re: Io e Dio
16 Febbraio 2023, 23:41:50 PM
Citazione di: bobmax il 15 Febbraio 2023, 08:51:49 AME vi è una costante in questa evoluzione, l'altro mi appare sempre più innocente...
Che prima pensavo di essere io quello innocente. E invece mi ritrovo a constatare sempre più che innocente è l'altro.

Perché incomincio a intravedere le ragioni, i condizionamenti a cui è sottoposto l'altro.
Per cui, in cuore mio, non può essere davvero colpevole di niente.

Colpevole, sono solo io.

Fra te e l'altro c'è una parità potenziale di partenza, che sembra però raggiungersi  nella tua considerazione abbassandoti al livello dell'altro.
Ma no, l'abbassamento fà si che le posizioni si capovolgono.
Come se nella foga di correggere un errore di valutazione si cada nell'errore opposto.
Ma poi ci si chiede... i condizionamenti cui è sottoposto l'altro non sono gli stessi a cui sei sottoposto tu?
Quindi perchè sei colpevole solo tu?
Entrambi colpevoli o entrambi innocenti.
E invece il colpevole sei solo tu.
Quindi non era un problema di troppa foga nello slancio paritario.
C'è uno e c'è l'altro, ma c'è anche una asimmetria di partenza, quindi i punti di partenza non sono due, ma tre.
1.UNO, 2.DIVERSO, 3.DALL'ALTRO
Cioè uno e l'altro posti in relazione asimmetrica,
perchè uno colpevole e l'altro innocente.
Ma colpevole di cosa, se il bene e il male lo si trova, e non in via definitiva procedendo?
Se entrambi procedono da dove sorge questa differenza?
Da nulla, perchè come abbiamo detto è posta in partenza.
La caratterizzazione però non quadra, perchè se il male e il bene non ''sono in via definitiva'' è sempre possibile che innocente e colpevole si scambino continuamente i ruoli.