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Messaggi - Jacopus

#3091
Dico la mia. L'evoluzionismo darwiniano è una ipotesi scientificamente attendibile, convalidata da infinite prove e come dice Baylham ha una sua validità universalistica anche per spiegare altri fenomeni come l'evoluzione della società e di tutti i sistemi complessi che devono fronteggiare un ambiente a cui si devono adattare attraverso una selezione e la casualità.
Si conoscono circa 500 miliardi di galassie, ognuna delle quali ha mediamente 100 miliardi di stelle. Quindi in totale le stelle dell'universo visibile dalla terra è di 500 miliari per 100 miliardi. Una cifra cosi 50.000.000.000.000.000.000.000. In questa immensità, moltiplicata per l'immensità del tempo si sono verificati probabilmente moltissimi esperimenti evolutivi, alcuni più duraturi, altri meno.
E' come pensare che vi sia un hangar per la costruzione di un aereoplano in ogni stella, in una vi sarà il motore, in un'altra le ali, in un'altra il software per il pilotaggio, e così via...e solo in alcune, poche di esse, vi saranno tutte le componenti affinchè l'aereo possa funzionare, ma la strabiliante cifra di stelle (a cui bisogna moltiplicare le decine di pianeti rotanti attorno ad ogni singola stella e il tempo infinito che produce variazioni geologiche e astrofisiche), permette di pensare che effettivamente in alcune di esse la vita si sia sviluppata, magari secondo modalità difficili da comprendere da parte del nostro cervello antropocentrico.

In secondo luogo penso che la teoria darwinista in sè non confuta la possibilità di un ente superiore che abbia creato la vita. Lo vediamo sulla terra, c'è sempre una eccedenza di vita, un desiderio di vita e di restare in vita. La ricerca e la permanenza della vita è una legge ineludibile di tutti gli esseri viventi, salvo le debite eccezioni.
Ciò che la teoria darwinista confuta è la centralità dell'uomo. Se condividiamo il 50% del dna con quello della pianta del banano, diventa un pò più difficile pensarci al centro delle attenzioni di una divinità esclusiva per noi. D'altra parte questa constatazione oggettiva può condurci per altri versi ad avere più rispetto per l'intero creato, che non sarebbe stato costruito a nostro uso e consumo, come invece ci viene tramandato dalle prime pagine della Bibbia. Ma come dicevo, l'impulso alla vita del banano e dell'uomo resta un mistero a cui il darwinismo non ha interesse a rispondere e a cui comunque non potrebbe rispondere.
PS: Sul fatto che negli USA sia stato vietato insegnare il creazionismo, penso che sia un atteggiamento responsabile e non una mancanza di democrazia. Altrimenti perché non insegnare che la razza ariana è superiore ai negroidi, oppure che le scie chimiche nel cielo sono una strategia di una loggia massonica, oppure che nell'oceano pacifico esistono nel fondo del mare dei pesci parlanti che hanno scoperto la possibilità di viaggiare nello spazio? La democrazia, in quanto spazio di tolleranza, non può tollerare ciò che potrebbe manipolare i cittadini attraverso pregiudizi, stereotipi o idee trasmesse come "vere", anche se non sono tali per la comunità scientifica. Quello che manca è la necessaria umiltà verso chi queste materie le studia seriamente.
Se poi uno, in privato, vuole adorare Baal o Mazda che lo faccia pure, ma che questa adorazione non sia considerata vera e non sia insegnata presso le istituzioni pubbliche. Un piccolo tentativo per ridurre il livello medio di idiozia dell'umanità.
#3092
Non sono un esperto di arte ma l'idea e' davvero carina e potrebbe avvicinare all'arte ragazzi attratti da questo format vicino al mondo del web.
#3093
Libro scritto da un discepolo di Basaglia sul trattamento della schizofrenia. Scritto in modo semplice e colloquiale senza diventare banale e insulso. La sua grande qualita' e' questa. Dovrebbero leggerlo tutti coloro che si vogliono fare un'idea realistica di questa malattia senza aver bisogno di un dizionario psichiatrese-italiano. Sanamente divulgativo.
#3094
Attualità / Re:I bulli e la scuola
26 Aprile 2018, 20:32:34 PM
Per Elia: si tratta di una iniziativa di un fantomatico comitato "antifa" (corriere della sera) per il quale la Digos giustamente sta gia' indagando. Il mondo e' pieno di irresponsabili, senza necessariamente essere tutti di destra o di sinistra. Cosi' come ci sono persone rispettabili sia di destra che di sinistra.
#3095
Percorsi ed Esperienze / Re:Avere ragione
26 Aprile 2018, 18:06:45 PM
Penso che sia il discorso pubblico ad irrigidire le posizioni. Sul web si prende posizione contro qualcuno ma si sa che c'e' un pubblico che assiste al "duello". Inoltre e' un luogo artificiale. Si possono facilmente denigrare ed insultare, perche' non si e' neppure consapevoli di dibattere contro un essere umano.
Piu' questi luoghi sono affollati e colmi di persone "digitalmente" di passaggio, piu' questa dinamica si esalta.
Questo forum e' per certi aspetti emblematico, ma proprio le sue piccole dimensioni e la presenza di avventori abituali lo rende meno problematico sotto questo aspetto.
Sul cambiare idea su qualsiasi argomento, tocchi un punto centrale. Non credo che sia possibile far cambiare idea attraverso argomentazioni razionali, specialmente in campi dove esiste una parte emotiva (politica, societa', psicologia, storia...). Se ben argomentato un ragionamento puo' al massimo avere diritto di cittadinanza accanto a quello verso cui si controbatte. Esprimere le proprie idee in modo corretto e coerente e razionale e' un dovere verso se' stessi e non una strategia per manipolare le menti altrui.
Infine credo che prima di cambiare gli altri bisognerebbe essere in grado di comprenderli ed accettarli. I cambiamenti reali avvengono sempre, nel bene e nel male, attraverso tempi piu' che lunghi.
#3096
Attualità / Re:I bulli e la scuola
26 Aprile 2018, 11:04:46 AM
@ Stefano:
Rispetto agli estremismi sono d'accordo. Hanna Arendt parlava in questo senso (e scatenando un putiferio di contestazioni) di totalitarismi, che accomunavano nella stessa logica comunismo e nazifascismo. Però credo che sia necessario distinguere. All'epoca del '68 c'era un pò di tutto, ragazzi che usavano le occupazioni per stare con le ragazze, adolescenti, che come dice, Baylham, volevano esprimere sé stessi ma c'era spesso anche un pensiero dietro gli atti di contestazione, un desiderio di riscatto, una necessità di giustizia, una voglia di cambiare le cose. Ora invece questa violenza è fine a sé stessa. Un atto narcisistico, uno sterile attacco da aggiungere nei post di Facebook o di Instagram e quindi direi che si tratta di due tipi di violenza o se vuoi di protesta, molto diversi e rispetto ai quali il movimento del '68 fa un figurone.
Sul discorso della borghesia in Italia ci sarebbe da aprire una discussione a parte. Io sono del parere che molti problemi dell'Italia derivano proprio dalla fragilità di una coscienza borghese, seria, matura e capace di prendersi cura della cosa pubblica. Un periodo storico faceva ben sperare in questo senso, ed è stata l'epoca giolittiana, spazzata via dalla prima guerra mondiale e dalla successiva dittatura fascista.

@Baylham:
Sono sostanzialmente d'accordo. Durkheim a questo proposito scriveva che una società perfetta, dove tutti avessero comportamenti perfetti e nel pieno rispetto delle regole, si sarebbero inventate regole talmente minuziose proprio per evidenziare l'infrazione alla regola in un gioco senza fine.
Non credo che sia possibile vivere in una società dove tutti si vada d'amore e d'accordo. Il polemos vive nella società umana, così come una genetica da dominatori che ci ha permesso di alterare la stessa struttura fisica del mondo. Però vanno dette due cose.
La prima la dice Freud per primo e dietro di lui una nutrita schiera di pensatori. Il processo di apprendimento culturale non è sempre lo stesso. L'uomo attraverso i secoli ha imparato ad essere sempre più "educato" e ad accettare in modo non-violento e secondo le leggi la convivenza civile. Questo ovviamente non preclude la presenza di grassatori e lestofanti di vario genere, ma ad ogni modo, nonostante le campagne mediatiche, la violenza e i reati sono in diminuzione sia nel breve periodo (basti guardare i dati del Ministero dell'Interno) sia nel lungo periodo (cfr. Pinker, il declino della violenza).
La seconda cosa la dico io, a seguito di una lettura recente. Il tasso di violenza non va ipostatizzato come se fosse un dato biologico non modificabile. La violenza dell'uomo non è una malattia organica o un processo biologico come la vecchiaia. Mutatis mutandis, sto leggendo ora un libro sul trattamento dei bambini "down". Fino a 50 anni fa erano relegati in istituti o dentro casa e venivano trattati da "handicappati" in tutti i sensi. Raramente vivevano fino a 50 anni e le loro risorse cognitive erano davvero limitate. Questo perchè era la stessa società a relegarli in quel ruolo e loro ovviamente non avevano la forza di opporsi a quell'etichettamento. Ora le persone affette da sindrome di down lavorano, sono accettate dalla società e talvolta finiscono anche per laurearsi. Ma la loro malattia è sempre la stessa. Non si è modificata. Si è modificato l'approccio conoscitivo a quella malattia e di conseguenza le azioni trattamentali e terapeutiche.
Lo stesso discorso si può fare per la violenza, dove ancor di più esistono settori della società (politici e mediatici) che hanno tutto l'interesse a far crescere la paura e la percezione di una violenza onnipresente.
Pertanto seppure esisteranno sempre violenza ed illegalità, l'intento dovrà essere quello di contenerlo e di punirlo in modo adeguato quando necessario, non riservando la punizione solo e sempre agli strati più poveri della popolazione ma a tutti coloro che deviano, pur indossando giacca e cravatta.
Sugli adolescenti il discorso è ancora più complesso, perché è vero quello che dici. Per loro la devianza assume un ruolo di crescita e di scontro produttivo pur se conflittuale con il mondo degli adulti ed è per questo che, oltre alla punizione, il diritto minorile italiano prevede una serie di risposte alternative, che tra l'altro hanno ormai dimostrato di essere altamente efficaci in termini di riduzione della recidiva.
Completamente d'accordo infine su collaborazione dei genitori e su "occupazioni sensate".
#3097
Attualità / Re:I bulli e la scuola
25 Aprile 2018, 21:40:12 PM
buonasera Altamarea. Ormai sono convinto che tu sei il mio alter-ego "conservatore"  :). Intendo dire che condivido alcune affermazioni che fai senza problemi. La necessità di condividere un senso del rispetto della legalità che sembra essere andato a farsi benedire è la prima. il comportamento degli studenti è vergognoso per loro, per la scuola e per l'intera società. Far parte di una società che crea questo tipo di comportamenti mi mette a disagio.
Detto questo rispetto all'Ot su "magistrati e appartamenti occupati". Lo stato di diritto è stata una forma di governo della cosa pubblica che tendeva a gestire il "bullismo dall'alto", quello dell'aristocrazia e del clero, che non aveva bisogno di usare il denaro, perché le cose se le prendeva poichè tale era il diritto feudale e d'ancien regime.
Lo stato di diritto ha stabilito un concetto molto importante: "formalmente siamo tutti uguali di fronte alla legge".
Lo stato di diritto puro però non esiste più. E' stato sostituito dallo stato sociale, che ha provato e che prova tuttora a rendere tutti i cittadini "sostanzialmente tutti uguali di fronte alla legge".
In entrambi i casi si creano delle ingiustizie e delle contraddizioni. Nel primo caso ad esempio, non si capisce dov'è la ragione per cui si debbano ereditare le fortune dei genitori, visto che uno dei principi del capitalismo e del collegato protestantesimo è che si ottiene ciò che si merita. Nel corso del tempo si crea così una diversa possibilità di usare e gestire risorse che si perpetua nel tempo, indipendentemente dai meriti dei singoli.
Nel secondo caso si creano settori della società che ne parassitizzano altri, come i vari tipi di reddito di inclusione, casse integrazioni con lavoro nero accluso, dichiarazione dei redditi fasulle da parte di ricchissimi professionisti con possibilità di accedere a prestazioni sanitarie gratuite e anche l'occupazione delle case, che però a differenza degli altri esempi, di solito è fatta da soggetti emarginati.
Lo stato sociale, per funzionare, ha bisogno di un livello di moralità elevato ed è per questo che funziona meglio nell'Europa settentrionale, dove il livello di moralità è maggiore.
Un discorso simile si può fare a proposito del giustificazionismo sociale. Tu lo colleghi agli studenti-bulli, alle occupazioni. Giustissimo, anch'io sono del parere che debbano essere puniti, anzi come dice Hegel in Lineamenti della filosofia del diritto, hanno "diritto" ad essere puniti.
Ma gli studenti, per ritornare a loro, non vivono su una base lunare. Lo stesso moralismo dovrebbe essere applicato anche al resto della società, che invece spesso invoca per sè il giustificazionismo sociale e per gli altri la forca. Penso che solo nei paesi del terzo mondo e in quelli del mediterraneo, Italia compresa, sia possibile che un partito, come Forza Italia, colpito da condanne passate in giudicato a carico di esponenti di primo piano ed anche del suo leader, possa continuare a raccogliere voti. E' solo il caso più eclatante, ma visto che neanche tu vivi su una base lunare, sarai sicuramente in grado di vedere tutti gli episodi grandi e piccoli di abusi, di truffe, di mancanza di rispetto delle regole e contemporaneamente di una supponenza "chiacchiera e distintivo" di molte istituzioni pubbliche. Basta vedere come si fa la coda in Italia per un biglietto o qualsiasi altra cosa e in Nord-Europa.
Siamo noi, i genitori, a dover dare l'esempio, altrimenti i ragazzi ripeteranno nei loro ambienti la strafottenza nei confronti delle regole, che vedono in famiglia e in genere nella società.
Ancora di più: l'attacco ai professori è "simbolicamente" un attacco allo Stato, alle istituzioni, cioè a quelle organizzazioni che sono ormai sottoposte a una crisi profondissima da parte della globalizzazione e che sembrano essere in grado di rivitalizzarsi solo attraverso apparati autoritari, come in Turchia.
Ci sarebbe ancora altro da dire, ma gli interventi troppo lunghi diventano anche noiosi. Grazie per la lettura.
#3098
Attualità / Re:I bulli e la scuola
25 Aprile 2018, 02:14:15 AM
Buonasera Stefano. A costo di ripetermi, a me non sembra così evidente. Ti basti una semplice ragione. Credo che i fenomeni sociali siano sempre multicausali e far risalire al '68 ed unicamente al '68, la causa del bullismo attuale (dopo 50 anni e dopo che sono intervenuti moltissimi altri processi culturali) mi sembra molto riduttivo.
Il '68 è stata una grande protesta collettiva contro un "bullismo dall'alto", che era addirittura tutelato da molte leggi e questa protesta è stata sacrosanta ed anche storicamente inevitabile, a meno di non avere nostalgia del delitto d'onore, del divieto di divorzio, delle donne casalinghe, dei manicomi, dei comunisti mangia-bambini e così via.
Ma invece del '68 perché non imputare la responsabilità di questo "bullismo dal basso" alla politica aggressiva di certi partiti o alla ideologia imperante dagli anni '80 per cui nella società si lotta come nella giungla e sopravvive solo il più adatto (in teoria economica, l'hanno elegantemente definita the "animal spirits realese"). Oppure alla fine delle grandi organizzazioni collettive che davano un senso ai gruppi di giovani (associazioni cattoliche o di sinistra che fossero).  Oppure proprio al decadimento complessivo delle funzioni cognitive degli italiani nel loro complesso dovute al peggioramento dei processi di trasmissione culturale (Basta fare una ricerca su internet digitando Tullio de Mauro).
Ci sono ormai diversi studi che indicano proprio nella lettura un antidoto alla violenza, per la capacità di elaborare un testo, di riflettere su di esso, sulla storia che racconta, sulla esperienza diversa dalla nostra che ci mette in contatto con un mondo diverso e ci abitua ad accettare chi da noi è diverso, senza doverlo vessare inutilmente.
Che il 68 abbia contribuito è possibile ma il '68 ha prodotto anche altre conseguenze da ritenere positive per la società, come del resto quasi ogni fenomeno e processo socio-culturale.
#3099
Tematiche Culturali e Sociali / Diventare adulti
24 Aprile 2018, 22:04:54 PM
Questa è un'epoca particolare. Mai come oggi nel mondo occidentale i minorenni sono stati tutelati. Al punto tale che desideriamo tutti essere e restare minorenni, giovani, belli, spensierati (irresponsabili?), forever young...come recitava una canzone di Dylan. Il mondo adulto, strutturato, monoidentitario, solido, tradizionale non è più apprezzato. Non esiste neppure più un percorso coerente e condiviso di crescita e di appropriazione di ruoli sociali. I riti di passaggio sono solo riti di consumo (l'auto del neo-patentato, ad esempio). Nelle nostre città di intersecano adulti che si reputano tali in quanto "maschi alpha" e adulti che fingono di essere gli amici dei propri figli. E ovviamente c'è la stragrande maggioranza che non si pone il problema e vive all'interno della sua cultura quello che pensa debba rappresentare un adulto.
Ma come si diventa adulti? E' auspicabile diventarlo? Che cosa comporta la maggiore età? E perchè essa viene percepita come negativa se contrapposta all'adolescenza e alla giovinezza?
#3100
Attualità / Re:I bulli e la scuola
21 Aprile 2018, 16:59:49 PM
Per Socrate:
Quando ho fatto il parallelismo con le aggressioni sanitarie, come puoi ben leggere, ho io per primo, considerato la grande capacità di autocontrollo che talvolta serve quando ci si trova di fronte ad inefficienze eclatanti. Ma agire con la violenza, contro persone che subiscono esse stesse quelle inefficienze è un modo di fare a) incivile, b) irrazionale, visto che non è attraverso quell'agire che miracolosamente l'elettrocardiogramma riprende a funzionare. Servirebbe molto più creare delle associazioni, unirsi in gruppi, far sentire la propria voce nelle istituzioni, controllare come vengono spesi i soldi pubblici ed essere inflessibili con sè stessi, perchè se poi si preferisce non pagare le tasse, perchè intanto sono tutti ladri, allora per coerenza accettate anche l'elettrocardiogramma rotto e tutte le conseguenze.

Sui professori il discorso è più complesso, credo, perchè non si tratta solo di una "tecnica" come quella sanitaria. E' in gioco la trasmissione del potere e del sapere. Io credo che un ragazzo, un adolescente deve anche essere in grado di accettare una ingiustizia da parte di una autorità, è un esercizio mentale molto produttivo. L'ideale sarebbe contestare in modo argomentato all'autorità il perchè di quella "ingiustizia". Il potere di critica dovrebbe essere sempre tutelato e insegnato dai docenti, ma il potere di critica è una cosa, un pugno in faccia o questi scandalosi rovesciamenti delle parti è un'altra.
#3101
Attualità / Re:I bulli e la scuola
21 Aprile 2018, 16:50:50 PM
per Acquario:
CitazioneChe livello è? A costo di ripetermi, devo ancora una far riferimento al concetto di "Invasione verticale dei barbari". Ogni nuova generazione di neonati entra  nella società come barbara,  innocentemente ignorando tutto della civiltà; essa deve  esserne istruita comunità in cui è  entrata, educata alla cultura e ai buoni costumi  che i nostri antenati ci hanno consegnato; è la "tradizione" ossia la trasmissione della civiltà dai genitori ai figli.  Come è stato notato, la sinistra – in quanto rifiuta come oscurantismo  ogni "Tradizione" – è incapace di trasmettere il progresso. 
Sul fatto che i neonati siano dei nuovi barbari da introdurre nel processo di civilizzazione sono abbastanza d'accordo. Ma questa descrizione è irrealistica. Se va difesa la tradizione non doveva cadere l'Unione Sovietica. I nuovi barbari invece di farsi mandare educatamente nei gulag hanno preferito ribellarsi, non hanno accettato i buoni costumi dei genitori. Nel '700 gli illuministi protestavano contro le buone tradizioni, come quella di condannare un servo di un nobile, al posto del nobile stesso, che si era accidentalmente macchiato di qualche piccolo reato nei confronti di un plebeo, chessò, violenza sessuale o omicidio. Oppure pensa alla tradizione di pensare alla terra piatta. Oppure il diritto nell'antica Roma di vendere i propri figli come schiavi. Una tradizione veneranda e rispettabilissima. O anche l'infibulazione è un'altra tradizione.
Mi spiace Acquario, ma chi parla di tradizione di solito difende la sua pancia piena. E' ovvio che la trasmissione del sapere/potere deve seguire delle linee coerenti ed ordinate: non possiamo uccidere sempre i ns padri come fa Edipo e come fa fare Amleto. Ma se c'è una tradizione che va sempre tramandata e quella di pensare criticamente alle tradizioni e di vedere se effettivamente rispondono alle necessità dell'umanità.

CitazioneOntologicamente e " per educazione ricevuta" abituato a una normale educazione ( per intenderci io e i compagni di classe ci alzavamo in piedi all'ingresso della maestra ), confesso che provo malessere fisico nel rivedere quelle immagini; infatti le ho viste una sola volta sul web e oggi alla TV. Mi aspetterei condanna unanime "senza se e senza ma" ( dicono così no i "democratici " quando qualcuno tocca temi " intoccabili"?), e una pena esemplare ( anche questa frase mi sa di già sentito ...), in relazione al reato consumato  di, come minimo, "oltraggio " quando non "violenza " a pubblico ufficiale . Quindi, codice penale alla mano, vorrei sentire Avvocati esperti esaminare la durata delle pene da erogare agli over quattordicenni, imputabili, e ai di loro genitori. Questo dal mio punto di vista deve essere il punto di partenza .

Sulle pene ci sarebbe un lungo discorso da fare. Sostanzialmente sono d'accordo su questo estratto, tranne che sul concetto di "pena esemplare". Le persone sono persone e a maggior ragione gli adolescenti, anche quelli che hanno sbagliato. Non ha alcun senso, se non un senso strettamente reazionario, parlare di pena esemplare. La pena serve alla persona che ha sbagliato, possibilmente per non farla sbagliare più, per farla ragionare sul perchè ha commesso quegli errori, per farle capire che è imprigionata in un mondo da cui deve uscire per non farsi male e non fare male agli altri. Ma si sà che è molto meglio spettacolizzare questi eventi, guadagnandoci mediaticamente e nello stesso tempo avere così la scusa per lasciare gli scheletri negli armadi.
#3102
Attualità / Re:I bulli e la scuola
21 Aprile 2018, 16:30:57 PM
Per Altamarea: Mi sembra semplicistico fare l'equazione giovani d'oggi bulli = sessantotto. Ho già scritto prima tutta una serie di ragioni per cui non credo realistica e veritiera una tale teoria. Però, già che ci sono, ti posso proporre una ulteriore chiave di lettura. La psicoanalisi teorizza che per maturare e crescere bisogna saper dir di no alle proprie pulsioni, alle soddisfazioni del momento. Usando un modo di spiegare semplicistico, dice: "meglio una gallina domani che un uovo oggi, e magari non ci serve neanche la gallina domani, ci basta un pulcino". Questo modello era incardinato sul valore del padre come autorità, come colui che nega il desiderio e che dice di aspettare. Attraverso quella negazione il desiderio diventava progetto di vita.
Ora il modello industriale-consumistico in cui siamo immersi non può accettare questo diverso modo di vivere. Dobbiamo consumare, arrenderci agli impulsi, esternare i nostri sentimenti, agire, muoverci, comprare, dare notizia di noi. Tutto ciò senza domandarci il perché, il perchè sottostante è semplicemente "consumare". E di fronte a questo imperativo che leggiamo e interpretiamo in ogni istante ed in ogni luogo, ogni autorità che nega, che rimanda ad altro che non sono soldi e consumo, viene visto come un nemico, come colui che vive in una nuvola, che non ha capito me e il mondo.
Immagina ora ragazzi di borgata, da sempre convissuti con un ambiente al limite della legalità, dove il sopruso è la norma, così come la necessità di farsi rispettare e di non farsi mettere i piedi in testa. A costoro farei leggere alcuni testi fondamentali del '68, come quelli di Don Milani, che c'entra eccome con il '68.
Quindi, ancora una volta, come in tutte le cose di questo mondo, non esiste una interpretazione netta. Il '68 ha seguito e incrementato questa scia. Ha imposto il consumismo di massa in alcuni settori strategici, quello dei mass-media e così ha indirettamente indebolito il concetto di autorità. Ma interrogarci sul principio di autorità e criticarlo è il modo essenziale di maturare e di diventare uomini e, come ho già scritto, il mondo precedente al '68 era un mondo magari più ordinato ma dove accadevano violenze legalizzate e dove vi era una parte della società che era ancor più di oggi, priva di diritti e obbligata a vivere all'ombra di un dominus (le donne e i bambini, privi di molti dei diritti che oggi riteniamo imprescindibili).
Quindi la domanda è: abbiamo bisogno di un ordine fondato sulla sottomissione, come avveniva prima del '68 e come avviene ora nei paesi dell'Islam, oppure l'ordine lo fondiamo sull'accordo, sul patto fra cittadini maturi e responsabili, che si prendono cura l'uno dell'altro?
#3103
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 23:17:58 PM
Aggiungo un ulteriore elemento di riflessione, già evidenziato nel primo post di altamarea. I genitori in tutto questo come si pongono? Perchè ne ho visti di genitori "zerbino", nei confronti dei loro "gioielli" e se i genitori sono i primi a mettersi in ginocchio, perché questi ragazzi non dovrebbero pretenderlo anche dai professori? Non ci insegnano i media forse che non esiste limite? E non ci insegna questa società che le regole sono fatte per essere infrante?
#3104
Attualità / Re:I bulli e la scuola
20 Aprile 2018, 23:08:15 PM
Ciao Altamarea. Non è sbagliato avere rispetto dei professori. Credo che sia sbagliato fare l'accostamento fra il '68 e i bulli odierni. Il '68 rappresenta un periodo storico importante per l'evoluzione della nostra società se non lo si guarda con il paraocchi o con i luoghi comuni che imperversano. E' stato forse l'ultimo momento di riflessione collettiva del mondo giovanile ed ha comportato delle modifiche importanti dell'assetto sociale italiano. Il diritto al divorzio e all'aborto sono solo i due mutamenti più eclatanti. Ma per chi lo avesse dimenticato quella società considerava legalmente il pater familias (l'uomo coniugato) il tutore non solo dei suoi figli ma anche di sua moglie, considerata alla stregua di una minorenne. Oggi giustamente consideriamo una offesa alle donne musulmane un tale tipo di diritto. Le modifiche in senso di decentralizzazione, l'istituzione delle regioni, lo statuto dei lavoratori, un clima di confronto culturale finalmente internazionale sono il risultato del '68.
Così come le brigate rosse, se vogliamo dirla tutta. Ma ogni processo storico non è mai univoco e ridurre il '68 a progenitore degli attuali bulli da strapazzo è veramente riduttivo se non manipolatorio.

Sul fatto che vi siano questi bulletti da quattro soldi provo a dire la mia.
1) Intanto vi è stata nel corso dell'ultimo mezzo secolo una parabola discendente dei professori e del concetto stesso di cultura, accompagnato parallelamente da una discesa sociale ed economica dei professori stessi.
Ne è stata intaccata, soprattutto negli istituti professionali e tecnici (dove avvengono la stragrande maggioranza di questi episodi, nei licei scientifici e classici è molto più difficile), la dignità del professore, che diventa così un obiettivo molto più facile da aggredire da parte di soggetti mediamente disturbati, come ce ne sono sempre in una classe.
2) Lo stesso fenomeno si riproduce nei pronto soccorso contro i medici e gli infermieri, dai parenti dei malati che pretendono cure immediate o la resurrezione dei loro cari. Anche in questo gli agenti di questi episodi potrebbero essere i "padri simbolici" di quei bulli. Tutti accomunati da una rabbia contro le istituzioni pubbliche che non sanno rispondere alle loro esigenze.
3) Questo non saper rispondere alle richieste da parte delle istituzioni pubbliche non è neppure una idea peregrina o un delirio. Se tuo padre, gravemente malato, è costretto in una barella in una corsia tutta sporca, o hai un senso di autocontrollo encomiabile oppure agisci quella rabbia.
Nelle scuole, che frequento per lavoro, specialmente quelle di periferia, vedo insegnanti lasciati a sè stessi, di fronte alla bruttezza del territorio, alla bruttezza delle stesse aule e degli arredamenti, che in qualche caso sono ritornati ad essere belli perchè vintage, perché sono rimasti quelli per cinquanta anni, di fronte a studenti che sono già imprigionati in un destino di lavoro sottopagati e malpagati nonostante o forse a causa della scuola. Ho visto laboratori cadere a pezzi, perchè manca la manutenzione, mancano i soldi per comprare macchinari nuovi e magari gli ottici delle scuole pubbliche si esercitano su macchinari ormai superati, che non hanno alcuna attinenza con il mondo professionale attuale.
4) La scuola allora diventa l'ultimo momento per gridare il proprio malcontento, la propria rabbia, prima di essere gettati in pasto alla società attuale, dove vige un individualismo disumano, proprio il contrario di quello che veniva propugnato da molti movimenti del '68. La scuola e i professori diventano loro malgrado dei capri espiatori di un sistema che non investe nella formazione e nell'istruzione, perché non ha le risorse per farlo e perchè non c'è la volontà politica di stanare le rendite inutili e le tante forme di parassitismo che infestano l'Italia.
5) Gli insegnanti avrebbero inoltre bisogno di energie nuove. L'età media di costoro è sempre più alta. Fino a una generazione fa, gli insegnanti più anziani mettevano in campo la loro esperienza per formare nuove leve e questo ricambio generazionale dava vita al processo vitale di cui facevano parte anche gli studenti. 
6) Gli insegnanti dovrebbe garantire una presenza non limitata a 20-22 ore alla settimana. Questo è scandaloso a mio parere. Devi correggere i compiti? Bene lo fai a scuola nel tuo orario di lavoro. Devi preparare la lezione? idem. Ti resta del tempo? Che il ministero organizzi dei corsi sugli stupefacenti, sulle fasce marginali, sulla aggressività giovanile.
Ma tutto questo costa sia in termini di denaro che di motivazione, e dietro l'alibi del denaro si resta tutti appiccicati ad un modello formativo degno del socialismo reale (con tutte le eccezioni del caso, ovviamente sto generalizzando).
7) Infine ci sono i meccanismi della società attuale, dove tutto è spettacolarizzazione, dove l'evento è cercato, lo show è ripreso dai telefonini. Perchè da tutto ciò si crede possa essere esclusa la scuola? Sono molti nostri politici nostrani che premono sulle soluzioni semplici, sulle affermazioni e sulle promesse ad effetto, impossibili da mantenere. Ragionare con la pancia, piuttosto che con la testa è ormai un metodo diffuso e perché mai gli adolescenti di oggi, specialmente quelli svantaggiati delle periferie, dovrebbero discostarsi da questo modello?
Questo è il loro ultimo show, poi saranno assunti al Carrefour o da Amazon e metteranno nel cassetto i loro sogni di diventare tronisti, rapper o calciatori e trasmetteranno le loro frustrazioni ai figli, che faranno fare alla ruota del bullismo un altro giro.
#3105
Tematiche Filosofiche / Re:Il primato della politica
17 Aprile 2018, 23:02:59 PM
Scusate il ritardo, avrebbe detto Massimo Troisi. :).
Per Green: qualche volta possiamo anche essere d'accordo. In questo caso però non so dove avrei scritto che non sono un fan della scienza. Il metodo scientifico è un conto. Utilizzare la scienza come un feticcio insulso, esattamente come fanno i siti bufalari è un'altro. In quest'ultimo senso mi riferisco al darwinismo sociale, ma la sociologia quando viene fatta in modo serio è una scienza, per quanto inesatta, se segue il metodo scientifico, riassumibile in pochi concetti chiari e semplici: misurabilità, sperimentabilità, riproducibilità, offerta ad un pubblico di specialisti per la valutazione, possibilità di modificare la teoria iniziale tutte le volte che la realtà lo impone o si presenta una teoria migliore. In questo senso la scienza è antica come il mito della caverna di Platone e presuppone l'adozione di un paradigma opposto a quello che spesso invece ci piace di più, quello del mistero, della mistica, dei sensi e dello spiritismo, dell'accettazione della tradizione ammantata di autoritarismo. Basta stare attenti e sapere che anche la scienza può rivoltarsi contro l'uomo e diventare autoritaria, ma il metodo scientifico è irrinunciabile se vogliamo progredire mentalmente ed anche spiritualmente (quest'ultima aggiunta non saprei spiegarla, mi è venuta spontaneamente in un "attimo di felicità").

Per Baylam: la politica attualmente ha un potere limitato, ma questo non è, a mio giudizio, un bene. La politica è legata anche al termine "governare" che originariamente significava "governare" una nave, dove ognuno aveva il suo ruolo, ma che doveva avere una direzione, una linea per tenere la sua rotta. E' vero che la politica di per sè non fa scoperte mediche, ma può indirizzare l'intero settore medico. Possiamo prevedere un livello di assistenza basso per i poveri e dedicare parte del bilancio statale a ricerca, oppure fare una legge che faciliti la costruzione di ospedali che permetta speculazioni edilizie, indifferenti alla ricerca. Possiamo favorire l'integrazione di medici indiani, prendendoci cura della loro integrazione (appunto) oppure possiamo preferire di spendere soldi per organizzare convegni dove i figli dei baroni possano iniziare la loro carriera accademica.
Quindi la politica può governare i vari settori della società civile e deve farlo. Hai ragione nel dire che pertanto in fondo tutto dipende dall'economia, cioè dalla ricchezza di quella nazione ma non è neppure solo questo. O meglio, la ricchezza di una nazione si alimenta anche di fattori non economici. Quanto costa allo stato e alla società un omicidio che priva dei bambini piccoli del padre? Difficile quantificarlo ma è un costo immenso che si sviluppa nell'arco di almeno tre generazioni. Una società che quindi previene la violenza e gli omicidi è una società più ricca a parità di PIL e quel PIL inevitabilmente aumenterà nel corso degli anni se la violenza resterà bassa.
La ricchezza è quindi un processo economico misurabile ma dipende anche dalle condizioni del legame sociale e il legame sociale può essere in qualche modo influenzato dalla politica, anche se è anche vero il contrario, ovvero che è la società ad influenzare il discorso politico, ma qui si aprirebbe un argomento ancora più vasto di quello qui preso in esame.
Grazie per l'attenzione.