Ciao Bobmax
Secondo me tu fai un "fritto misto" indigeribile di "gnoseologia", "ontologia", ed "etica", il che crea una gigantesca confusione concettuale; la quale è aggravata dal fatto che confondi anche l'approccio "noumenico" con quello "fenomenico".
Fondamentalmente, però, mi sembra di aver capito che, fondamentalmente, abbiamo tutti e due una "Weltanschauung" molto simile; anche se il nostro approccio è alquanto diverso.
***
Inoltre tendi troppo ad omettere le specificazioni e i predicati, il che rende poco comprensibile quello che intendi esprimere; ad esempio, l'"atto" non è solo quello del "pensiero", per cui non puoi sottintendere tale specificazione.
Intendo cioè dire che:
- non puoi limitarti a scrivere, come la volta scorsa, che: "la determinazione è sempre il risultato di un atto";
- bensì, come molto più chiaramente ed esplicitamente hai scritto adesso, avresti dovuto precisare che, almeno secondo te: "la determinazione è frutto dell'atto del pensiero".
***
Tanto precisato, sono d'accordo con te che "la determinazione è frutto dell'atto del pensiero", dal punto di vista "umano" e, per così dire, "tassonomico"; ad esempio:
- la farfalla "papilio palinurus" ha ali con bande verdi brillanti, con riflessi blu e gialli, che possono raggiungere gli 8 o i 10 centimetri di apertura.

- la farfalla "parnassius apollo" invece, è più piccola ed è riconoscibile per il corpo bianco e per le macchie a forma di occhio sulle ali.

***
Pertanto:
- sono d'accordo con te che la "determinazione" della prima farfalla nella categoria "papilio palinurus" e della seconda farfalla nella categoria ""parnassius apollo" " sia senz'altro frutto di un atto del pensiero", dal punto di vista "umano" e, per così dire, "tassonomico";
- non sono invece d'accordo con te che "non vi sia alcuna determinazione di per se stessa", in quanto le due farfalline esistevano, con il loro "genere prossimo" e le loro "differenze specifiche", da molto prima che l'"homo sapiens" e il dott. Mendel calcassero il suolo del nostro pianeta, e le "classificassero".
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"Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserverebbe sempre il suo stesso profumo" ( Shakespeare "Romeo e Giulietta": atto II, scena II")
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Quanto al fatto che "un conto è esserci ma un altro conto è essere", secondo me, tu fai troppo spesso ricorso a formule "icastiche" ma alquanto "oscure", in stile "eracliteo"; cioè, che suonano bene, ma significano poco.
Forse intendevi dire che che "un conto è esistere ma un altro conto è essere"; il che sarebbe stato senz'altro più chiaro, però non molto attinente al nostro discorso (salvo esplicitazione).
***
Quanto a Meister Eckart, ho letto e meditato pressochè tutto quello che ha scritto; e, a parte il "Commento al Vangelo di Giovanni" -di cui ammetto di non aver capito granchè-, mi sembra di aver compreso abbastanza bene il suo pensiero (che, per alcuni aspetti, ha dei punti in comune anche con l'Advaita Vedanta).
***
Quanto a tenere i piedi in due staffe, non capisco proprio a che cosa ti riferisci; ed infatti ti ho spiegato benissimo che intendo Dio come un "nihil" nel senso "apofatico" di Eckart (e non solo suo).
***
Per concludere, secondo me, mescolare "etica" e "metafisica" è un errore colossale; ancora peggio di confondere "gnoseologia", "ontologia"!
Significa "buttare tutto in caciara"!
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Un saluto!
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Secondo me tu fai un "fritto misto" indigeribile di "gnoseologia", "ontologia", ed "etica", il che crea una gigantesca confusione concettuale; la quale è aggravata dal fatto che confondi anche l'approccio "noumenico" con quello "fenomenico".
Fondamentalmente, però, mi sembra di aver capito che, fondamentalmente, abbiamo tutti e due una "Weltanschauung" molto simile; anche se il nostro approccio è alquanto diverso.
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Inoltre tendi troppo ad omettere le specificazioni e i predicati, il che rende poco comprensibile quello che intendi esprimere; ad esempio, l'"atto" non è solo quello del "pensiero", per cui non puoi sottintendere tale specificazione.
Intendo cioè dire che:
- non puoi limitarti a scrivere, come la volta scorsa, che: "la determinazione è sempre il risultato di un atto";
- bensì, come molto più chiaramente ed esplicitamente hai scritto adesso, avresti dovuto precisare che, almeno secondo te: "la determinazione è frutto dell'atto del pensiero".
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Tanto precisato, sono d'accordo con te che "la determinazione è frutto dell'atto del pensiero", dal punto di vista "umano" e, per così dire, "tassonomico"; ad esempio:
- la farfalla "papilio palinurus" ha ali con bande verdi brillanti, con riflessi blu e gialli, che possono raggiungere gli 8 o i 10 centimetri di apertura.

- la farfalla "parnassius apollo" invece, è più piccola ed è riconoscibile per il corpo bianco e per le macchie a forma di occhio sulle ali.

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Pertanto:
- sono d'accordo con te che la "determinazione" della prima farfalla nella categoria "papilio palinurus" e della seconda farfalla nella categoria ""parnassius apollo" " sia senz'altro frutto di un atto del pensiero", dal punto di vista "umano" e, per così dire, "tassonomico";
- non sono invece d'accordo con te che "non vi sia alcuna determinazione di per se stessa", in quanto le due farfalline esistevano, con il loro "genere prossimo" e le loro "differenze specifiche", da molto prima che l'"homo sapiens" e il dott. Mendel calcassero il suolo del nostro pianeta, e le "classificassero".
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"Cosa c'è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserverebbe sempre il suo stesso profumo" ( Shakespeare "Romeo e Giulietta": atto II, scena II")
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Quanto al fatto che "un conto è esserci ma un altro conto è essere", secondo me, tu fai troppo spesso ricorso a formule "icastiche" ma alquanto "oscure", in stile "eracliteo"; cioè, che suonano bene, ma significano poco.
Forse intendevi dire che che "un conto è esistere ma un altro conto è essere"; il che sarebbe stato senz'altro più chiaro, però non molto attinente al nostro discorso (salvo esplicitazione).
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Quanto a Meister Eckart, ho letto e meditato pressochè tutto quello che ha scritto; e, a parte il "Commento al Vangelo di Giovanni" -di cui ammetto di non aver capito granchè-, mi sembra di aver compreso abbastanza bene il suo pensiero (che, per alcuni aspetti, ha dei punti in comune anche con l'Advaita Vedanta).
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Quanto a tenere i piedi in due staffe, non capisco proprio a che cosa ti riferisci; ed infatti ti ho spiegato benissimo che intendo Dio come un "nihil" nel senso "apofatico" di Eckart (e non solo suo).
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Per concludere, secondo me, mescolare "etica" e "metafisica" è un errore colossale; ancora peggio di confondere "gnoseologia", "ontologia"!
Significa "buttare tutto in caciara"!
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Un saluto!
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