Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Jacopus

#3121
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Capitalismo
11 Febbraio 2018, 21:07:59 PM
Caro Oxdeadbeef. Effettivamente il mix Cina-Capitalismo fa pensare che il Capitalismo possa abbinarsi tranquillamente ad ogni regime.
Il Capitalismo come si è sviluppato in Occidente però è diverso dal Capitalismo innestato dall'alto in Cina. Il Capitalismo nasce in Europa sulla base di una cultura che si sedimenta nel corso dei secoli e che si sviluppa in modo circolare: maggiore democrazia permette maggiori commerci e maggiori commerci permettono un maggior livello di democrazia. Ovviamente si tratta di un tipo-ideale in senso weberiano. Non ho ancora le fette di prosciutto sopra gli occhi e sono al corrente dei regimi dittatoriali che si esercitano all'interno di strutture economiche capitalistiche, come aziende, fabbriche, società.
Eppure sono comunque ragionevolmente certo che per un mercato è sempre meglio avere una controparte, un contraente, un consumatore piuttosto che uno schiavo. L'idea che tutti gli uomini possono essere pensati "isonomicamente" non a caso proviene dal pensiero greco. Un pensiero fatto in una società di commercianti, abituati a solcare i mari, a vendere e a comprare, a trattare prezzi e a costruire alleanze, accettando le differenze delle culture altrui. Non obiettarmi, ti prego, che i Greci definivano barbari i non-greci e che il loro concetto di isonomia era ristretto oltre che culturalmente anche rispetto al genere (solo uomini) e al censo (solo uomini oltre un certo reddito).
Tutto ciò è vero, verissimo, ma è partito da lì il cammino del concetto di democrazia, un concetto idrosolubile, capace di diventare un simulacro o un solidissimo strumento di potere, ma che condiziona indelebilmente la nostra vita attuale e oltre al quale o ci sono le sirene di un medioevo prossimo venturo o governi più o meno autoritari e violenti.
La democrazia in qualche modo la immagino come un faro verso il quale, nel corso dei secoli ci siamo avvicinati e talvolta allontanati, e dove intervengono innumerevoli fattori condizionanti, che si condizionano anche fra di loro: religione, potere militare, tradizioni di un luogo, economia, idee culturali, trasmissione del sapere, benessere generale, circolazione delle idee e comunicazione con altre culture, tanto per dire i primi che mi vengono in mente.
In questo processo un fattore centrale a me pare il capitalismo, ovvero l'accumulazione avvenuta per senso etico da parte delle popolazioni anglosassoni protestanti, che dovevano dimostrare attraverso la loro ricchezza di essere gli eletti da Dio. A partire da allora la democrazia in senso moderno ha iniziato a farsi strada, poichè occorreva "dimostrare" e "meritare" il proprio posto nel mondo, come se si trattasse di una "competizione sempre aperta" e non più un mondo fissato una volta per tutte attraverso la trasmissione familiare dei ruoli, come accadeva in precedenza.
Tutto ciò in un modo imperfetto, ma ripeto, utilizzando un modello ideale, io vedo questo nel collegamento capitalismo-democrazia, nel lunghissimo periodo, ovvero dal 1500 ad oggi. Una straordinaria accelerazione verso la democrazia avvenne per altri motivi contingenti nella seconda metà del secolo scorso, attraverso la competizione con altri modelli politici.
Proprio il venir meno di questa competizione politica ha reso il capitalismo preda di quella volontà di potenza che è sottolineata da Oxdeadbeef. Volontà di potenza non monopolio del solo capitalismo, tanto che gli antichi greci l'avevano già concepita e chiamata "hybris".
#3122
Tematiche Filosofiche / Re:Un motivo per vivere
12 Gennaio 2018, 23:26:40 PM
Per Don Quixote: a me sembra che se il motivo per vivere sia la stessa essenza e la ricerca di ciò che si è, si rischia la tautologia e anche la descrizione di un mondo immobile, dove ognuno fa quello che fa perchè è così: quindi se il daimon di tizio è violentare, la sua violenza è l'ottemperanza della sua ragione di essere?
#3123
Tematiche Filosofiche / Re:Lati oscuri
11 Gennaio 2018, 00:17:21 AM
C'e' uno psicologo, R. Simon, che ha scritto un libro su questo argomento che si intitola "i cattivi lo fanno e i buoni lo pensano". Tutti i cosiddetti buoni pensano di vendicarsi, di non pagare, di stuprare ma poi si controllano e non lo fanno. C'e' chi usa poca energia per controllarsi e chi invece ne deve usare tanta perche' e' sempre al limite di agire diciamo "contro le regole sociali".
Questi ultimi devono capire se riescono a farcela con le loro forze o se hanno bisogno di aiuto. Si tratta di solito di persone fragili, frammentate, che, nel momento in cui subiscono un forte dispiacere possono attivarsi in modo negativo.
Tieni presente inoltre che biologicamente funzioniamo attraverso codici di comportamento ripetitivi ( pattern) e quindi se iniziamo una certa pratica, comprese quelle "devianti", sara' piu' facile per noi continuare a praticarla, tacitando il ns senso morale. Ad ogni modo l'uomo e' sempre attraversato da una duplice istanza perche' ls ns natura e' duplice: egoismo e altruismo sono dentro ognuno di noi. E ognuno di noi deve attrezzarsi per resistere alle sirene della violenza e dell'antisocialita'.
#3124
Si rischia l'Ot ma le parole di Inverno sono sacrosante. Inverno sottolinea l'aspetto culturale ma anche l'aspetto economico non e' da sottovalutare. L'Italia nel 2014 era il VII paese per Pil. Oggi e' l'ottavo e nel 2020 sara' il nono (superato da India e Brasile). Insieme l'area euro e' di gran lunga il primo paese per Pil e gli effetti economici influenzano la vita quotidiana di tutti noi. Basti pensare agli effetti che avrebbe la sostituzione del dollaro con l'euro nei movimenti transnazionali o agli effetti che ha avuto nella riduzione del debito pubblico grazie alla compressione degli interessi. L'uscita dall'europa sarebbe un grosso affare solo per chi potesse riequilibrare subito la forte spinta inflazionistica che ne deriverebbe, provocando un nuovo impoverimento dei salariati.
#3125
Tematiche Filosofiche / L'individuo di massa
08 Gennaio 2018, 21:47:50 PM
Riflettendo sul concetto storico di democrazia e' emerso in me, quasi intuitivamente il seguente percorso che vorrei condividere con voi. L'ascesa della borghesia e' stata segnata dall'affermazione dell'individuo. Il soggetto borghese idealizzato nella figura di R. Crusoe che si afferma nel mondo senza necessita' di lignaggio e nobili natali. L'individuo filosoficamente definito dal sum cogitans e' l'antagonista del potere aristocratico. Progressivamente l'affermazione individuale deve estendersi sempre piu', poiche' la liberta' e la dignita' umana proclamate come valori universali, richiedono di poter sedere alla nuova mensa della borghesia.
L'equilibrio della democrazia liberale gestita dai notabili in una situazione di perfetta isonomia si spezza. Al regolatore "individuo" subentra il regolatore "massa" che si realizzera' nel xx secolo attraverso i totalitarsmi e le democrazie di massa.
All'inizio del terzo millennio assistiamo alla fusione di individualismo e massa, che permette la nascita dell'individualismo di massa. Questo terzo regolatore politico scinde i legami solidaristici che la massa porta con se' e offre la falsa idea che tutti possiamo imporci con la nostra volonta', come se tutti potessimo traformarci in tanti Robinson Crusoe.
In questo modo si preserva il mito originario della borghesia e si disattiva contemporaneamente la minaccia proveniente dalla formazione di gruppi-massa, presumibili portatori di valori non omologabili all'interno dell'imperante turbocapitalismo.
Non e' che sia molto originale come lettura ma tant'e', ormai l'ho scritta.
#3126
Dici due cose. Sulla prima sono io a non essere d'accordo perche' e' un dato storico il link esistente fra allargamento del suffragio e aumento della ricchezza presso gli strati meno abbienti ( i diritti economici credo che in uno stato di diritto siano formalmente uguali per tutti). Un dato che parte dalla rivoluzione francese e giunge agli anni 80 del Xx sec.', allorquando la controriforma neoliberale, la fine del socialismo reale, la globalizzazione e la crisi dei gruppi politici intermedi (sindacati e partiti), scinde questo legame.
La seconda che dici invece e' oggi estremamente vera e pericolosa poiche' "la plebe manipolata" e' l'anticamera della tirranide, come la storia ci ha ripetutamente insegnato. Ed e' per questo che l'educazione, un sistema scolastico e universitario ben tenuto, sono i principali antidoti a questo rischio. Quel che vedo io oggi e' una classe borghese in Italia e nel mondo sempre piu' bottegaia, incapace nel suo stesso interesse a fare spazio per cooptazione ai migliori di altre classi sociali: basti pensare all'incredibile emersione di ideologie retrive, razziste e autolesioniste legate al problema dei migranti.
Tutto cio' non toglie che vi sia un filo rosso che collega da sempre democrazia e ampliamento dei diritti sociali e materiali da parte delle classi povere, anche se questo puo' essere antiestetico per chi crede che la democrazia possa essere solo di stampo liberale (ed anche in questo caso ci sarebbe da distinguere almeno fra 3-4 tipi diversi di democrazia liberale).
#3127
La storia della democrazia e' sempre attraversata dalla dialettica relativa alla difesa dei poveri anche quella moderna. Infatti per un lungo periodo di tempo nel nordeuropa si e' dimostrato vincente il cosiddetto modello social-democratico.
Che le classi egemoni si servano della democrazia per catturare il consenso delle masse e' proprio il problema di cui stiamo discutendo.
Ad ogni modo il legame difesa delle classi povere-democrazia era ben noto a tutto il mondo antico, infatti la classica distinzione aristotelica, monarchia/tirannia, aristocrazia/oligarchia e politeia/democrazia, aveva come criterio regolatore il numero di chi aveva il potere e i bisognosi sono sempre stati in numero superiore degli affluenti. Per non parlare di tutta la storia dell'estensione del diritto di voto, sempre ostacolata dai notabili per paura che il diritto di voto fosse l'anticamera della perdita del diritto di proprieta'.
#3128
La provocazione di Viator continua a farmi pensare, perche' seppure successivamente articolata in modo confuso, contiene un nucleo di verita'. I greci parlavano a proposito della democrazia di "isonomia", cioe' di uguaglianza, solo rispettando l'intercambiabilita' fra elettori ed eletti si poteva parlare di democrazia. Per tutta la storia dell'umanita' la democrazia perfetta non vi e' dunque mai stata, sostanzialmente perche' non puo' esistere l'isonomia: siamo diversi e meritiamo ricompense diverse. Cosi almeno ci insegnano a spron battuto.
Possiamo immaginare due modelli ideali di democrazia: il primo e' quello di Viator, non c'e' distinzione fra governati e governanti, e' un gioco al ribasso ma solo in questo modo non si tradisce il significato autentico di democrazia. Il secondo modello e' quello del merito: si ottiene il potere politico solo se si hanno delle "qualitá". In questo caso si apre subito la questione dei criteri per decidere la classifica meritocratica. La soluzione piu' pratica e' stata quella delle elezioni universalistiche. In questo modo pero' l'elettore e' stato ridotto ad un consumatore della politica, ad un passivo esercente di un diritto con un potere di gestione e controllo nullo, se non eventualmente rimandato alle prossime elezioni.
Contemporaneamente questo modello dell'elettore passivo ha perso negli ultimi anni molti strumenti di ribilanciamento del potere, ovvero fine dei partiti e sindacati tradizionali, fine della struttura lavorativa unitaria e garantita, fine della concorrenza del sistema del socialismo reale e successiva revanche dei ricchi contro i poveri.
I meccanismi istituzionali democratici, nati da sempre per difendere i deboli e i poveri dai potenti e dai ricchi si trova cosi in una situazione critica, di ampia delegittimazione proprio perche' non e' piu' in grado di difendere i poveri.
Il sistema capitalistico ora deve dimostrare di farsi carico di questo oppure potra' continuare a cavalcare i suoi "animal spirits" finche' una nuova deriva reazionaria violenta non si sviluppi, riportando le lancette della storia indietro di un secolo.
#3129
@ viator:
Citazione A parte il fatto che viviamo un'epoca postideologica (non sappiamo per quanto tempo ancora), io trovo che il concetto di laicità di una Costituzione e di tutti i comportamenti, le costruzioni e gli atti da essa discendenti consista proprio nell'eliminazione delle loro pregiudiziali dogmatiche.
Vorrei capire cosa intendi con epoca post-ideologica, forse ti riferisci al famoso libretto di Fukuyama sulla fine della storia? Se è così ti posso tranquillamente opporre il pensiero che le ideologie non sono mai scomparse e comunque non potrebbero scomparire, perché servono a orientare la nostra azione pratica. Anche proporre l'idea di un'epoca post-ideologica è una ideologia. Ovviamente gli stati, dalla rivoluzione americana in poi, hanno tentato di "guardare dall'alto" le varie ideologie che muovono gli uomini, non tanto in termini di laicità, che ritengo un termine scorretto in questo contesto, quanto il termine di "stato di diritto", ovvero della subordinazione dello scontro ideologico,, connaturato nella dialettica sociale, al rispetto delle leggi promulgate rispettando le procedure previste.
CitazioneIl termine politica ha due significati : quello originario di gestione degli affari della "polis" (città) e quello attuale e vigente (generato dall'enorme aumento degli aspetti e delle relazioni che il politico è chiamato a gestire) di strategia non più puramente amministrativa ma di gestione tesa all'acquisizione e mantenimento del potere.
Non esistono solo questi due significati. Politica è uno dei termini polisemantici per eccellenza. Tu fai riferimento ad un generico richiamo al concetto di polis (grazie per la traduzione) senza spiegare esattamente cosa ti ha colpito di esso e quello attuale, ovviamente descritto negativamente, per cui la politica non è più puramente amministrativa ma di acquisizione e mantenimento del potere. Francamente mi sembra tutto molto confuso. La politica non è mai semplice amministrazione, anzi proprio i greci hanno prodotto la distinzione fra amministrazione della casa (oikos) e politica come dovere dei cittadini al di fuori dell'amministrazione dei loro beni privati in quanto zoon politikon. Che la politica sia acquisizione e mantenimento del potere è invece una tautologia: come dire che la medicina serve a curare.
Citazione Non il capitalismo, poichè esso non è affatto ideologia o fede. Il capitalismo non ha avuto fondatori o profeti. Nessun "manifesto" e nessun "vangelo" ha accompagnato la sua nascita. Esso possiede sì una dottrina ma non è fondato su di essa poichè la (le) dottrine capitalistiche sono una conseguenza del suo esistere, non la causa.
Ciò perchè il capitalismo è un meccanismo naturale, è l'evoluzione darwiniana trasferita in ambito socioeconomico.
Qui si rischia l'Ot ma mi sembra importante chiarire ciò che penso in proposito. Intanto il capitalismo non è certo una fede, ma una ideologia sì, eccome. Il capitalismo ad esempio prevede la trasmissione delle proprietà di generazione in generazione.  Si tratta di un principio ideologico, visto che si potrebbe tranquillamente ipotizzare che la proprietà non debba essere trasmessa di padre in figlio: si tratta di una convenzione. Che si debba prevedere il pagamento di un interesse su un prestito, per cui il denaro costa un surplus di denaro è una ulteriore convenzione. Il capitalismo ha avuto molti fondatori e profeti, da Adam Smith a Calvino, da Locke a Ferguson. Che il capitalismo sia un meccanismo naturale, echeggia le teorie diffuse all'inizio del XX secolo sul darwinismo sociale e presentarlo in questo modo è il modo più coerente per considerarlo una ideologia, una ideologia tanto potente da essere considerata naturale. Ti faccio presente che anche il marxismo, il nazifascismo, tutte le varie teorie dell'esistenza di Dio o sulla legittimazione dei Re faceva riferimento a ipotetiche e assurde fondazioni "naturalistiche". Purtroppo il genere umano si è scisso dalla natura da qualche millennio di anni e ne fa parte solo parzialmente, essendosi costruito una sovrastruttura culturale che non ha più niente di naturale. Pertanto, per quanto io consideri il capitalismo una forma di organizzazione dei rapporti sociali potenzialmente valida, non la considero di certo valida "sub specie aeternitate".

CitazioneTornando ai politici io quindi vorrei che ad essi venisse tolta la facoltà di costruire il potere, piegandoli alla pura gestione di esso nei limiti stabiliti dalle leggi.
Scusami ma stai ancora confondendo. La gestione del potere è compito del potere esecutivo, e se ne occupa il diritto amministrativo. La burocrazia pubblica gestisce nella realtà il potere, nei limiti stabiliti dalla legge. I politici invece dovrebbero essere quelli che le leggi le fanno, sperabilmente nell'interesse di tutti i cittadini (ma non è così semplice fare contemporaneamente l'interesse di 60 milioni di cittadini).

CitazioneMagari ex-aequo con Jacopus il quale propone tre anni di volontariato preventivo per potersi candidare !!.

Qui Viator ti applichi bene nell'arte della manipolazione. Se leggi il mio post avevo anteposto a questa proposta l'aggettivo folle, poichè non ha senso proporre una cosa del genere. Serviva solo a sottolineare come sia importante per chi si propone al servizio della Comunità, che abbia uno spirito di servizio anche nel senso della gratuità dell'operato, cosa che di solito avviene nell'ambito del volontariato (te lo garantisco, anche se ora è in azione una bella macchina del fango anche in questo campo).
CitazioneAvete presente con quale prontezza è stata omologata la Lega ex Lombarda poi ex Nord ed ora (grottesco trasformismo) Lega - Salvini Premier ? Avete presente con quale prontezza negli anni '90 il vuoto lasciato da un partito confessionale (DC) sia stato colmato da un "movimento" fondato da un plutocrate, il cui relativo successo è stato affidato alla scelta di un nome-slogan paracalcistico come "Forza Italia" ?? Cosa pensate accadrà se i pentastellati avessero un ottimo successo alle prossime elezioni ? Che la spunteranno contro una coalizione pluto-clerical-mafioseggiante ??
Questo pensiero mi sembra piuttosto "complottista". La Lega Nord è stata omologata da un bel pezzo. Ha fatto parte anche di qualche governo e ci ha regalato delle buone nefandezze. Berlusconi è sceso in campo per non scendere in galera e forte del suo appeal, più media, più soldi, ha coagulato gli orfani dei partiti di centro-destra, travolti da mani pulite. Rispetto a M5S, credo che abbia delle buone probabilità di vincere. Si è dimostrato sufficientemente reazionario in molte occasioni e l'italiano medio è reazionario. Se invece vinceranno gli altri, non credo che sarà a causa di brogli elettori anti M5S. Eventualmente saranno i soliti voti di scambio mafiosi, ma quelli ci sono dall'avvento della democrazia e non dipende certo dall'apparizione di Grillo e dei suoi associati.
CitazioneModifiche concrete potranno aversi solamente con modalità traumatiche se non addirittura violente.
La democrazia per essere tale non può accettare la violenza, se non quella minima per garantire la civile convivenza fra associati. Il fatto che tu auspichi una cosa del genere, ti esclude dal novero delle persone democratiche (non è chiaro se lo auspichi o lo paventi come possibile evento).
Del resto il M5S non è un movimento democratico e quindi questa affermazione non mi stupisce affatto.
#3130
Viator @. Il tuo art. 1 non e' malaccio nella parte in cui prescrive la ricerca del bene comune. Si sente l'influenza dell'Ethica nicomachea e quindi ha un ottimo progenitore. Pero' l'ultima precisazione non mi convince. Come si fa a organizzare l'eudaimonia senza riferimenti ideologici? Oltretutto conciliando anche il merito. Il capitalismo e' un'ideologia e va scartato, come il comunismo e il fascismo. Mhh...resta l'anarchia o qualche forma di comunitarismo tribale. Forme che mal si conciliano con la ricerca genetica e la telefonia cellulare...temo.
Le costituzioni le vedo come il vestito esteriore di una societa'. E' il biglietto di presentazione. Ma non e' detto che a un vestito sontuoso corrisponda un ballo in maschera. Trattandosi di direttive spesso astratte, devono trovare compimento nella normativa sottostante e tener conto dell'evoluzione socio-economica del resto del mondo.
La cost. Spagnola si apre con una dichiarazione di intenti che dice tutto e il contrario di tutto. Sembra di sentire in sottofondo suonare la fanfara. Quella tedesca e' lapidaria: la dignita' umana e' intangibile. Nella cost. Svizzera c'e' il richiamo alla buona fede nei rapporti fra cittadini e con lo stato. Una norma interessante, ma vuota di significato e oltretutto anche oltraggiosa per noi italiani "furbi e machiavellici".
Possiamo scrivere stupende leggi ma poi vivere male in societa' disorganizzate e ingiuste come ricorda Manzoni a proposito delle "grida" spagnole. Delle leggi ben scritte favoriscono certamente il buon andamento di una societa' ma e' proprio lo spirito di una societa', la sua cultura e la sua storia a permettere la scrittura di buone leggi, che sopratutto siano poi messe in pratica e non esposte come paravento inutile, simulacro di cio' che esiste solo sulla carta. Tutto cio' dipende da noi, singolarmente e collettivamente. E' la ns azione politica a determinare il cambiamento verso il bene comune, ammesso che vi sia un concetto di bene comune condiviso.
#3131
Immagina di essere il proprietario di una nave. L'affideresti a uomini sorteggiati a caso oppure cercheresti di procurarti i migliori marinai? Questo per una nave che deve essere gestita solo tecnicamente. I politici invece dovrebbero avere competenze giuridiche per conoscere la macchina istituzionale (parte tecnica) ma devono avere anche un'idea della direzione politica da preferire. Non basta l'onesta' per capire se e' meglio l'aborto o la pena di morte.
Ripeto quello che ho gia' scritto. La democrazia permette istituzioni politiche libere e garantiste piu' di ogni altro sistema politico generale ma e' fragile per molte ragioni che non sto ad elencare. Gli antidoti a questa fragilita' sono la cultura diffusa ed elevata di tutti i cittadini, l'accettazione della politica come se fosse uno scontro sportivo, la presenza di un nucleo di valori nazionali condivisi al di la' dei partiti, l'ampliamento del decentramento e della democrazia diretta.
Che si abbia una visione della democrazia in termini di sorteggio e' alquanto avvilente, ma la dice lunga sul livello di delegittimazione che ha raggiunto. Un criterio folle per fare il politico io ce l'avrei. Dimostrare di aver fatto il volontario in qualche associazione per almeno tre anni. Mi rendo conto che non e' certo la soluzione ma anche chi lo farebbe solo opportunisticamente si troverebbe di fronte ai veri problemi dell'umanita'.
#3132
Condivido il pensiero di Inverno. Non a  caso i principi fondamentali della democrazia furono concepiti e messi in pratica in uno dei momenti piu' luminosi della cultura umana e per lo stesso motivo le ideologie autoritarie combattono la cultura e soprattutto il pensiero critico. Pensare di governare attraverso uomini "comuni" fa ancora una volta solo l'interesse delle elites economiche a svantaggio.della maggioranza.
#3133
Risalire all'impero romano per capire il fascismo non mi sembra corretto. Oltretutto se così fosse saremmo di fronte realmente ad un archetipo "storico-sociale", visto che l'influenza delle istituzioni romano-latine e' durata almeno fino al 1700. L'impero romano aveva istituzioni coerenti con la sua epoca e talvolta innovative. Non sarebbe spiegabile altrimenti la sua forza e la sua durata.
Il fascismo si compone di molte diverse motivazioni che traggono origine sia dalla natura umana piu' arcaica, sia dall'evoluzione storica del xviii e xix secolo. I rigurgiti attuali fanno riferimento alla crisi dei valori illuministici e alla sempre piu' crescente complessita' sociale, che diventa difficile accettare nella sua ambivalenza, non avendo piu' un ambiente su cui scaricare le inefficienze del sistema. Siamo stati abituati da 200 anni a pensarci "nel progresso". Ora questo sogno non c'e' più e avendo fallito il comunismo, essendo in difficolta' il capitalismo liberale restano due ideologie spendibili perche' note a grandi masse: il radicalismo islamico e il fascismo. Sta al capitalismo liberale accettare la sfida e a trasformarsi (come ha sempre fatto in passato) oppure soccombere.
#3134
Caro Giona. Come puoi giudicare da solo, il tono di questo tuo ultimo intervento e' diverso da tanti tuoi altri interventi, nei quali ti poni su un alto scranno e giudichi "quasi" tutti gli altri come dei peccatori o degli incapaci a comprendere il vero senso della parola di Dio. Un cristiano e anche un essere umano sensibile, devono porsi sempre in modo rispettoso, confrontandosi da pari a pari ed accettare l'obiezione altrui e il pensiero altrui senza porsi superbamente dalla parte della ragione, poiche' fu proprio Cristo a iniziare la tradizione di chi si schiera dalla parte del torto. Oltretutto come fa un misero credente a sapere le ragioni di Dio al punto da decidere chi e' condannabile e chi no.
#3135
Caro Viator, dovresti essere premiato per la tenacia ;).
La tua idea di democrazia e' provocatoria ma non del tutto inesatta. Anzi, nasconde una grande verita'. La democrazia e' infatti sempre piu' l'insieme universale di tutti gli esseri umani, con incipiente estensione a tutti gli esseri viventi e l'universalita' impone che tutti siano rapppresentati. La forma pura di democrazia, quella diretta, e' proprio la sovrapposizione della volonta' democratica con tutto il popolo.
Se passiamo alla democrazia rappresentativa sara' comunque difficile inserire nelle assemblee le giuste proporzioni di imbelli, gay, baronetti, idraulici e malati di leucemia. Inoltre sarebbe comunque una rappresentativita' inutile.
In sintesi: la democrazia allarga gli spazi di potere e legittima la diffusione delle opinioni e di confronto. Per contro crea una ridda di voci e di conflitti poco omogenea e che rende difficoltoso dirigersi verso una direzione univoca.
Inoltre la democrazia allarga a dismisura gli spazi carrieristici dei politici, che tendono a considerare non piu' la politica "als beruf" (vocazione) ma come un percorso burocratico su cui lucrare.
Pertanto la democrazia per non diventare un rito o un simulacro vuoto ha bisogno della crescita culturale di tutti i partecipanti al gioco politico. Solo l'educazione e la cultura possono favorire una salda presa democratica, che non degeneri verso forme da "notabili" o "peroniste".
Quindi per rispondere alla tua domanda, occorre una vasta partecipazione di tutti, il piu' possibile (democrazia diretta), come accade in Svizzera, dove all'inizio di ogni anno sono stabilite fino a cinque date per svolgere eventuali referendum.
Ed occorre anche una funzione rappresentativa il piu' possibile integra e integerrima (si chiamano non a caso onorevoli). Affinche' questo sia possibile l'integrita' deve essere coltivata da tutti i cittadini, poiche' ci condizioniamo tutti a vicenda e per quanto siano encomiabili le persone che nuotano controcorrente, costoro non potranno mai cambiare una societa'. Con altre parole e' quello che dice Canetti in massa e potere: nelle societa' moderne o ci salviamo tutti o nessuno.