Ma al di là dei contenuti specifici di questi racconti religiosi, non è ovvio che la domanda fondamentale riguardi la natura umana (e non la natura in generale, se sia benigna etc.)? Ovvero se sia possibile vincere o meno la tendenza al male della natura umana, di cui è testimone la storia di ogni popolo.
Punto di partenza: l'uomo è soggetto a forze distruttive, al peccato.
Punto di arrivo: l'uomo liberato, capace di amore, custode della creazione.
In mezzo il combattimento spirituale.
Se il male che si combatte avesse la stessa consistenza del bene a cui si è attirati, si dovrebbe ammettere l'esistenza di persone demoniache (e non possedute da demoni, ma veri e propri diavoli), condannate a essere per sempre malvagi.
Un'idea del genere sarebbe in contraddizione con il fondamento dell'antropologia cristiana secondo cui ogni uomo porta con se' nel profondo qualcosa di divino (un'immagine di Cristo) che deve essere fatta risplendere nella propria vita tramite appunto la realizzazione concreta della somiglianza a tale immagine.
Dunque ci possono anche essere stati cristianesimi vicini allo gnosticismo che hanno sottolineato la differenza tra chi ha la forza di liberarsi dal peccato e chi invece rimane invischiato necessariamente nella carne, ma la prassi e le riflessioni dei monaci che hanno costruito la Patristica (e quindi il cristianesimo che si è alla fine affermato come ortodosso) sono andate in una direzione diversa.
Punto di partenza: l'uomo è soggetto a forze distruttive, al peccato.
Punto di arrivo: l'uomo liberato, capace di amore, custode della creazione.
In mezzo il combattimento spirituale.
Se il male che si combatte avesse la stessa consistenza del bene a cui si è attirati, si dovrebbe ammettere l'esistenza di persone demoniache (e non possedute da demoni, ma veri e propri diavoli), condannate a essere per sempre malvagi.
Un'idea del genere sarebbe in contraddizione con il fondamento dell'antropologia cristiana secondo cui ogni uomo porta con se' nel profondo qualcosa di divino (un'immagine di Cristo) che deve essere fatta risplendere nella propria vita tramite appunto la realizzazione concreta della somiglianza a tale immagine.
Dunque ci possono anche essere stati cristianesimi vicini allo gnosticismo che hanno sottolineato la differenza tra chi ha la forza di liberarsi dal peccato e chi invece rimane invischiato necessariamente nella carne, ma la prassi e le riflessioni dei monaci che hanno costruito la Patristica (e quindi il cristianesimo che si è alla fine affermato come ortodosso) sono andate in una direzione diversa.

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