Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Koba

#316
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
18 Novembre 2023, 10:05:09 AM
Quindi nella ricerca della verità l'automa e il vivente (umano) sono antitetici. Il primo, una volta acceso, cerca la pura efficacia. Prova e riprova a calcolare fino a quando un modello, per quanto insensato, risulta utile alla manipolazione della realtà, all'azione. E passa ad altri fenomeni, ad altri problemi.
Il vivente invece cerca qualcos'altro. Sentendosi una parte spezzata di un intero, come racconta il Simposio in modo esemplare, cerca il frammento che lo potrà completare e che farà di lui appunto un perfetto vivente, come dice il titolo del topic. Questa è la sua verità. Ovvero una lunga vicenda, una storia, che lo orienteranno verso lo splendore di questa completezza.
Che lo si chiami ricerca di senso, ricerca di Dio, ricerca della Verità, non cambia.
E sembra anche essere chiaro che tale ricerca se condotta dalla logica non conduce a nulla (o meglio conduce al Nulla, il risultato della ricerca è il Nulla, la sistematica distruzione dell'Essere).
Così con la disperata intuizione che ciò che è umano stia ormai scomparendo ci si rivolge alla poesia, proprio nel tempo in cui nessuno legge più poesie. O alle testimonianze di mistici ed eretici, nel tempo in cui la preghiera è sentita come un intralcio all'organizzazione efficiente delle proprie giornate...
#317
Tematiche Filosofiche / Re: L'orrore e la verità
15 Novembre 2023, 05:56:54 AM
Citazione di: bobmax il 12 Novembre 2023, 17:13:07 PMBuongiorno Koba II
Scusami se mi permetto, ma ho l'impressione che tu stia attraversando un passaggio cruciale. Dove tutto può essere perduto, oppure ritrovato.
Me lo fa sospettare la tensione oscillante che riscontro in ciò che scrivi.
Affrontare lo sguardo della Medusa, con cui la vita a volte ci fissa, richiede uno sforzo, diciamo così, pressoché sovrumano.
Perché i nostri schemi logici si rivelano inadeguati.
Il riconoscimento della nullità della tua anima, il che significa il tuo stesso non esistere in quanto "io", deriva semmai da quei rari momenti mentali luminosi. Non dalla constatazione di avere solo brandelli di coscienza. Perché questa constatazione è la disperata volontà di mantenere l'esistenza del tuo io.
Certamente le strade della nostra evoluzione sono molteplici.
Ma anche solo per provare a iniziare a percorrerne una, occorre tener fermo ciò che per noi vale sopra ogni cosa.
Non ho detto che puoi liberarti dall'orrore. Ma che l'orrore può liberarti da te stesso, cioè da quello che pensi di essere.
Occorre però cambiare completamente prospettiva. Cioè non intendere più l'etica, il bene e il male, una mera eventualità della esistenza. Ma comprendere come l'esistenza sia invece funzionale all'emergere del bene e del male.
Il bene e il male vengono a me come richiamo dell'Essere.
D'altronde vi è una differenza fondamentale tra "esistere" e "essere".
Perché esiste ciò che sta a valle della scissione soggetto/oggetto.
Esiste cioè solo ciò che è qualcosa. Che può essere oggetto per un soggetto.
Mentre l'essere è a monte della scissione.
L'essere permette l'esistere, ma, non potendo essere ridotto a qualcosa, a sua volta non esiste.
Nulla significa, e significa soltanto, non esistenza.
Solo questo significa Nulla: non esiste.
Abbiamo così il paradosso, solo apparente però, che Essere = Nulla.
E qui vi sono quei tuoi momenti mentali luminosi...
Perché che l'Essere/Nulla sia il Bene, dipende solo da te.
Non è forse questo lo scopo della tua vita?
Figlio unigenito?
Dobbiamo tornare a Parmenide, Plotino, Anselmo, Echkart, Cusano...
I fin dei conti sarebbe sufficiente la mistica cristiana.

Bobmax, sei stato molto chiaro.
Anch'io credo che l'esistenza che ci si staglia davanti, con soggetti che credono di essere questo e quest'altro e cose desiderate, macchinazioni, sfruttamento degli altri e soprattutto di se stessi, non sia nulla. Autentica apparenza. Inganno.
Ma prima di questa scissione tra soggetto e oggetto, prima che il convincimento di avere un Io diventasse certezza indubitabile, non c'era nessuno. La speculazione metafisica ci descrive un mondo originario all'inizio di tutto, l'Essere, a cui attribuisce uno splendore divino.
Quindi come giustamente dici tu, l'esistenza che sperimentiamo ogni giorno, nell'orrore o anche soltanto nel nonsenso, è nulla. E questa esperienza di nulla ci riporta, per effetto della mancanza sentita, all'essere, e soprattutto alla possibilità di diventare puro strumento di bene, pura manifestazione di luce. Con le parole più concrete del Vangelo, operatori di pace.
Queste esperienze spirituali sono però solo fratture dell'esistenza consueta. Le occupazioni del mondo, quelle a cui nessuno di noi può venir meno (a meno di scegliere la strada del monaco del deserto) ci ricacciano nella battaglia, continuamente, senza scampo, almeno fino a quando non saremo morti.
Questo per dire che lo sguardo della mistica è uno sguardo dall'alto, dall'essere pacificato, mentre a noi, a me, servono strumenti dal basso, per riuscire a resistere e intravedere di tanto in tanto la luce che viene dalle fratture di questo mondo.
#318
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
12 Novembre 2023, 08:18:42 AM
Citazione di: iano il 11 Novembre 2023, 14:36:31 PMIl problema è che se io conoscessi davvero la verità ed ad essa quindi conformassi il mio comportamento sarei a tutti gli effetti un automa o in alternativa mi bloccherei in uno stato di contemplazione.

A me sembra però che la ricerca scientifica, almeno in ambito sociale, abbia rinunciato alla verità e si sia convertita alla statistica. Per cui non si costruiscono congetture che vanno poi verificate, ma ci si limita a individuare correlazioni tramite l'analisi di immense riserve di dati e potendo contare su straordinarie potenze di calcolo.
Il che significa che non si è in grado di dire: ecco, questa è la natura umana. Non interessa neppure più. Sembra che conti piuttosto sapere che gli umani, in certe situazioni, si comportano in una specifica maniera.
Una rinuncia che implicitamente è la dichiarazione di una impossibilità.
Il pericolo che l'umano si trasformi in automa per un suo adeguamento perfetto alla verità non si pone quindi, a meno che si confonda la media statistica dei comportamenti di tutti per l'essenza della natura umana. A quel punto la mia trasformazione in automa sarebbe indotta da un ambiente lavorativo e sociale totalmente pervasivo. Il che è esattamente ciò che sta accadendo...
(Forse la pratica filosofica serve proprio a questo, a salvare l'umano).
#319
Tematiche Filosofiche / Re: L'orrore e la verità
12 Novembre 2023, 07:51:43 AM
Buongiorno bobmax.

Non è che io abbia bisogno di confrontarmi con altro orrore per convincermi di non avere un'anima ma solo brandelli di coscienza. Anzi, sono ancora vivo proprio per questo, perché tra questi stati mentali provvisori ritorna, di tanto in tanto, quello luminoso, capace di immaginarsi una missione, per se stessi, diciamo di tipo religioso, ma modesta, povera, domestica, senza teologia, alla Charles de Foucauld per intenderci, ma non nel deserto algerino, piuttosto nei nostri di deserti, più spaventosi.

Ma non capisco nel tuo discorso come immaginandomi un nulla io possa poi liberarmi dall'orrore. L'essere è nulla? Ovvero non c'è niente? Ma ciò che ha provocato l'orrore che cos'è? Non è un qualcosa che in realtà non si può neutralizzare giudicandolo solo apparenza? Rimane. Ha una sua positività. Non c'è nessun discorso che possa cancellarlo.

Per la stessa ragione, in riferimento all'intervento di Niko, non capisco come si possa dire sì alla vita. Come se si potesse dare un giudizio complessivo ad una serie infinitamente variegata di condizioni che vanno dalla gioia immensa alla disperazione e alla miseria.
Siamo in vita, per ora. Tutto qua.
#320
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
11 Novembre 2023, 08:36:49 AM
Citazione di: Jacopus il 08 Novembre 2023, 09:04:08 AMTi faccio i complimenti Koba. Hai uno sguardo filosofico e un robusto retroterra di letture.
Questo passo però non mi trova d'accordo. Si tratta del solito sguardo medioevale dell'uomo che cammina in avanti con la testa rivolta al passato. Un male (la modernità priva di anima e tradizioni) non si supera adottando un male più antico (monoteismo). Penso che in questo mood sia individuabile una struttura di pensiero di tutti gli esseri viventi, che tendono a ripercorrere gli stessi sentieri, poiché sono conosciuti (risparmio cognitivo) e hanno permesso la sopravvivenza (fino a prova contraria). Bisognerebbe invece avere il coraggio di trovare nella boscaglia del pensiero i "sentieri interrotti" come suggeriva Heidegger e, prima di lui, Flaubert, quando vagheggiava come età dell'oro, quell'epoca fra Cicerone e Marco Aurelio, durante la quale gli antichi dei erano scomparsi e il Dio Cristiano non si era ancora fatto vivo, con il suo potenziale.
In secondo luogo, siamo sicuri che il cristianesimo e la modernità siano agli antipodi? Al contrario io penso che siano invece uno il padre dell'altra.

Ciao Jacopus.
La tua critica è corretta perché in effetti mi sono fatto prendere un po' la mano e da quello che ho scritto sembra che io soffra di nostalgia per il mondo tradizionale pre-moderno.
Non è così.
Non avrei dovuto utilizzare in quel passaggio il termine "tradizioni", ma prassi, abitudini, riti, perché il concetto di "tradizioni" rimanda ad un contesto di conflitto di visioni del mondo, cioè ad un contesto filosofico, mentre gli altri termini ad un più concreto contesto antropologico. In cui l'essenziale è rendere il mondo abitabile, resistente alla contingenza.

"I riti sono nel tempo quello che la casa è nello spazio. Perché è bene che il tempo che passa non dia apparentemente l'impressione di logorarci e disperderci come una manciata di sabbia". (Antoine de Saint-Exupéry, "La cittadella").

Il capitalismo attuale, agendo sia sul versante "consumatore", che su quello di "produttore", tramite gli attuali mezzi digitali, sta portando avanti una riduzione quantitativa, statistica, per convertire ogni residuo di spazio economicamente inutile cosicché anche nel tempo libero il cittadino di questo mondo impegnandosi magari nella realizzazione delle sue storie di instagram lavorerà inconsapevolmente alla creazione di comunicazione produttiva, oltre che alla costruzione narcisistica della propria immagine digitale.
Ma peggio, molto peggio, è la situazione del lavoratore, la cui prestazione è ormai minuziosamente analizzata e valutata, istante dopo istante.
Quindi, venendo all'indicazione di Ipazia, ovvero quella di sforzarsi di non essere "pecore", beh, la cosa non è così semplice, non è per niente semplice...
Ognuno deve trovare quelle abitudini che riescono a sottrarlo a questo riduzionismo. Per fare un esempio, la scrittura quotidiana del proprio diario spirituale-intellettuale. Ma affinché ci sia continuità in questo rito giornaliero c'è bisogno di un impegno continuo, perseverante, che va a scontrarsi con quella che di fatto è la situazione della maggior parte dei lavoratori, ovvero uno stato di esaurimento psico-fisico.

(Su questi temi: il primo capitolo di "La scomparsa dei riti" di Byung-Chul Han).
#321
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
07 Novembre 2023, 08:19:28 AM
Ciao green.

Con Platone-Socrate mi sembra che si passi dalla rivelazione di una Verità più o meno esoterica (Eraclito, Parmenide), alla costruzione di una tensione "erotica" per la ricerca della verità. La quale non venendo mai a galla, consiste, piuttosto che in una definizione o dottrina, in un percorso di confutazione di ciò che altri (i sofisti o cittadini importanti) ritengono poter dimostrare essere tale.
L'educazione è così un esercizio del pensare e del vero dialogare, del mettere in discussione ogni posizione che sembra a prima vista, perché ben argomentata o sostenuta da persone autorevoli, definitiva e pienamente soddisfacente.
Un esercizio che è quindi etica, morale.

Il fatto che nei dialoghi platonici si riesca ad arrivare a conclusioni "robuste" in ambito metafisico (la teoria delle idee dal Teeteto al Sofista), ma non in quello etico (il problema della giustizia, "avvicinato" in tanti dialoghi, ma mai risolto, neanche in Repubblica), dovrebbe suggerirci – almeno a me fa questo effetto – che la cosa che conta è l'esercizio filosofico (il quale funziona ovviamente solo se c'è vera conversione alla ricerca della verità) e che sia meglio lasciare ai nuovi sofisti (che appunto non fanno filosofia) la presunzione di sapere quale sia questa verità.
#322
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
05 Novembre 2023, 08:14:55 AM
E sia, niente voli iperuranici. Si tratta di usare un dio o una tradizione religiosa per creare fratture al narcisismo dell'odierna civiltà. Le tradizioni rendono abitabile il mondo. Il pensiero moderno invece, confutandole, assolutizza la trasformazione, la tecnica, il lavoro. Tutto il resto sono favole. Ognuno, alla fine, è solo, in una specie di deserto, posto di fronte alle prestazioni richieste dalla società (che si tratti di lavoro o di vita privata ormai non cambia: vedi il modo contemporaneo di intendere il sesso).
Solo con le proprie risorse psicologiche. Bisogna ricaricarsi, motivarsi, etc. Bisogna sfruttare il tempo libero per imparare cose nuove, per migliorare l'inglese, per essere informato di quello che succede nel mondo etc.
Che cosa significa essere libero? Non essere assoggettato (esteriormente o interiormente) a potenze che costringono ad una qualche specifica condotta?
Che ci sia una relazione tra ricerca della verità, perfezionamento, e assoggettamento?

Il brano iniziale di questo topic è così pieno di risonanze poetico-filosofiche che non ho resistito, ho subito scritto qualcosa senza leggere gli altri interventi... Forse sto dicendo cose già trattate.
#323
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
04 Novembre 2023, 16:59:12 PM
Sì, se l'artista non fa arte per edificare ma come risultato di una sperimentazione "inutile", senza un perché, dei propri strumenti espressivi.
Ma io pensavo a ciò che mi sta più a cuore: ieri, come ogni venerdì, nella preghiera del mattino, ecco il verso: "sostieni in me un animo generoso".
Ebbene, io non voglio diventare generoso, non voglio lavorare, disciplinarmi, stordirmi di prediche e confessioni fino al raggiungimento di questa agognata generosità. Io voglio che da me, annientato, senza un'anima, fluisca inaspettatamente della generosità. Per questo ho bisogno di Dio.
#324
Tematiche Filosofiche / Re: Il perfetto vivente.
04 Novembre 2023, 16:16:47 PM
Citazione di: iano il 17 Ottobre 2023, 00:10:27 AMIl perfetto vivente ''terrestre'' conosce la verità e pratica  il bene, che è seguire la verità, senza eccezioni.
Ma un imperfetto alieno, che osservasse questi viventi terrestri, come farebbe a distinguerli dalla terrestre materia non vivente?
La ricerca della perfezione è un lavoro. L'essere umano perfetto, il moralista compiuto, in effetti assomiglia ad una macchina. O ad un lavoratore modello, il quale appunto, non ammettendo deviazioni rispetto al proprio scopo supremo che è la produzione, non differisce agli occhi dell'alieno da un processo naturale di tipo geologico.
Il che suggerisce che per essere veramente umani ed evitare così di essere confusi per dei minerali ci si dovrebbe dedicare a cose che non siano la ricerca della verità, il perfezionamento morale, la manipolazione tecnico-scientifica della materia, la produzione, la comunicazione.