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Messaggi - acquario69

#316
Tematiche Spirituali / Re:La gioia!
22 Giugno 2017, 12:36:20 PM
Ma forse qui per gioia non si intende uno stato di ebete beatitudine ma una certa pace interiore (che a sua volta non va intesa nemmeno questa come la morte in vita o ad uno sterile lassismo)

E' riconoscere in se stessi l'eternità o l'infinito nel finito ( finito che e' il nostro, che e' "nel mondo" )
..secondo me giona ha in tal senso individuato i termini più appropriati:


CitazioneLa gioia è essenza umana, è l'uomo stesso, ma a condizione che rimanga puro.


L'errore di noi umani consiste nel cercarla nelle cose del mondo che, a tratti, creano momenti di felicità, la felicità è una temporanea illusione di questo mondo. Essa è destinata a finire mentre l'uomo è eterno.
#317
Citazione di: Isfrael il 20 Giugno 2017, 19:30:44 PM
Citazione di: cvc il 20 Giugno 2017, 10:47:32 AM
Secondo Jung i temperamenti umani si distinguono essenzialmente in reattivi e riflessivi (con tutte le varianti del caso).
Esempio tipico: passeggiando per strada si notano due persone che stanno venendo alle mani. Il riflessivo inizia a vagliare le varie possibilità: intervenire (in che modo), chiamare le forze dell'ordine, cercare un dialogo, farsi i fatti propri. Il reattivo semplicemente interviene (o se la squaglia).
Sul tema mi interessano essenzialmente due osservazioni. La prima è legata alla natura profonda del temperamento umano, nel senso che se si rientra nell'una o nell'altra tipologia, è difficile passare dall'altra parte. Io ad esempio sono un riflessivo, e tante volte ho ardentemente desiderato essere uno che si butta e non ci pensa su. Ma il trapianto di personalità non funziona. Quindi, in attesa di essere smentito, credo si possa affermare l'impossibilità - salvo forse in casi eccezionali come traumi o esperienze profonde - di passare da un temperamento all'altro.
La seconda osservazione, anche conseguente alla prima, è che evidentemente noi non scegliamo come siamo. Non solo a livello fisico ma anche nel comportamento. Quindi, constatato che non si può passare da un tipo ad un altro, molto meglio cercare di migliorarsi in armonia con la propria natura. Perché - e questo è l'aspetto fondamentale - l'onestà, la virtù la si può raggiungere per entrambe le due strade. Si può quindi discutere all'infinito se contano di più gli "attributi" o il cervello, senza giungere ad una conclusione. Ovviamente occorrono entrambi, ma sta alla nostra natura intima - al nostro "marchio di fabbrica" - puntare più su una cosa o l'altra.
Mi ritrovo anch'io nel temperamento riflessivo, cerco sempre di non agire impulsivamente in una situazione, cercando di ragionare un attimo, anche in virtù di esperienze passate in cui magari ho agito d' istinto senza pensare troppo alle conseguenze. ::)
Però temo che siano delle osservazioni un pò sulla linea generale, diciamo così, perchè in situazioni molto estreme, tipo un terremoto, l' essere umano, anche il più riflessivo, ponderato ed equilibrato tende a reagire frettolosamente per sfuggire al pericolo incombente.

Penso molto dipenda dal contesto, situazione in cui ci troviamo. Le caratterizzazioni troppo nette non penso corrispondano al vero.

Le caratterizzazioni troppo nette non corrispondo al vero (forse cvc lo avrebbe già premesso scrivendo "con tutte le varianti del caso")
Pero credo che ognuno di noi abbia un suo specifico "stampino" e che per quanto si possa pure modificare (magari smussarne gli angoli) nel tempo e nello spazio,rimane sostanzialmente lo stesso...perciò sarebbe meglio e molto più conveniente conoscere bene quello e il prima possibile

Penso che nel contesto in cui viviamo i cosiddetti riflessivi siano più penalizzati perché l'impulsività o anche le caratteristiche inferiori dell'essere umano vengono molto fagocitate dal sistema stesso in cui siamo immersi, considerandoli pure come modelli valoriali...e la vera stonatura secondo me, non e' tanto considerare l'uno buono e l'altro cattivo e viceversa ma appunto in questo,cioe nell'eccessivo sbilanciamento, se non proprio ad una illegittima sovversione in tal senso 
#318
Citazione di: paul11 il 20 Giugno 2017, 18:33:06 PM
ciao acquario,
se leggi il mio post originario, il soggetto sono gli africani.
Ripeto: due o tre generazioni fa non sapevano dove fosse l'Europa, eppure probabilmente  erano in situazioni anche peggiori alle attuali, ma non migravano se non internamente. ma guardate che anche in italia fu così.Quanti paesi sono abbandonati sulle montagne?
"Chi me lo fa fare" ad un certo punto avrà pensato qualcuno e sarà stato informato di opportunità.
Le generazioni precedenti erano distanti in termini di quanto tempo ci impiegavano ad esempio dalle montagne ad arrivare nelle città.
le vie di comunicazioni velocizzando, l'informazione ad esempio di internet, e così via, portano a conoscenza di opportunità diverse e tentano la "fortuna".Prima va un compaesano o un parente, poi descrivendo come si sta, gli altri emulano.

Ma un problema sottaciuto è la perdita di una cultura, di un'identità di una comunità. I "vecchi" sapevano accettare, oggi tutti chiedono di più.
Intanto le periferie degradano, intanto le comunità si ghettizzano urbanisticamente colonizzando parti di città...............
Ogni cultura rispecchia una sua indole alla chiusura o apertura............

Dici che gli africani se la passavano peggio prima?...

e stessa cosa vale pure per noi?
e nel nostro specifico caso, quanto sarebbe durato questo "progresso" ?..lo spazio di due, forse tre generazioni al massimo..ed ora pare che il mondo intero sia ricapultato indietro come se fosse andato incontro ad un muro per finirci sfracellato...da questo urto rimangono solo le macerie.

E' evidente che quelle che tu chiami opportunità e/o conoscenze fossero solo illusioni,Le stesse che poi abbiamo finito di importare pure a chi viveva complesivamente in armonia nel loro habitat e per migliaia di anni...ed ora anche loro vogliono "progredire" 


la questione migratoria nel suo complesso riguarda davvero molte cose già da parecchi anni e non si può sintetizzare facilmente perché coinvolge molti fattori che si intrecciano sempre di più nel tempo.
Si può dire secondo me che tutto ha avuto inizio con l'ideologia (progressista) espansiva dai fini economici e puramente materiali dell'occidente, e che quello che vediamo noi oggi sarebbero le sue ultime (logiche) conseguenze
#319
Citazione di: cvc il 20 Giugno 2017, 10:47:32 AM
Secondo Jung i temperamenti umani si distinguono essenzialmente in reattivi e riflessivi (con tutte le varianti del caso).
Esempio tipico: passeggiando per strada si notano due persone che stanno venendo alle mani. Il riflessivo inizia a vagliare le varie possibilità: intervenire (in che modo), chiamare le forze dell'ordine, cercare un dialogo, farsi i fatti propri. Il reattivo semplicemente interviene (o se la squaglia).
Sul tema mi interessano essenzialmente due osservazioni. La prima è legata alla natura profonda del temperamento umano, nel senso che se si rientra nell'una o nell'altra tipologia, è difficile passare dall'altra parte. Io ad esempio sono un riflessivo, e tante volte ho ardentemente desiderato essere uno che si butta e non ci pensa su. Ma il trapianto di personalità non funziona. Quindi, in attesa di essere smentito, credo si possa affermare l'impossibilità - salvo forse in casi eccezionali come traumi o esperienze profonde - di passare da un temperamento all'altro.
La seconda osservazione, anche conseguente alla prima, è che evidentemente noi non scegliamo come siamo. Non solo a livello fisico ma anche nel comportamento. Quindi, constatato che non si può passare da un tipo ad un altro, molto meglio cercare di migliorarsi in armonia con la propria natura. Perché - e questo è l'aspetto fondamentale - l'onestà, la virtù la si può raggiungere per entrambe le due strade. Si può quindi discutere all'infinito se contano di più gli "attributi" o il cervello, senza giungere ad una conclusione. Ovviamente occorrono entrambi, ma sta alla nostra natura intima - al nostro "marchio di fabbrica" - puntare più su una cosa o l'altra.


condivido quello che dici e in particolare sulle tue conclusioni.
Il punto focale infatti (anche a mio avviso) e' riconoscere la propria intima natura e farne perciò una virtu

..ma quanto dobbiamo arrivare a conoscerci per arrivare ad un simile stato?..(per niente facile di questi tempi!)
#320
Citazione di: Fharenight il 20 Giugno 2017, 10:45:58 AM
Quanta ingenuità, quanto semplicismo, quanto meschino pressapochismo, quanta pochezza mentale, ignoranza e quanto autolesionismo ci inonda e ci circonda, il tutto subissato da una presunzione stucchevole quanto ridicola, tutta colpa di un lavaggio del cervello che dura da piú di 70 anni.
È questo il punto, mie anime belle e candide, miei cuori d'oro di una parte d'Italia: non è l'avere i capelli biondi, gli occhi azzurri e la pelle rosea e le gambe affusolate l'origine delle "colpe"  dell'Europa, colpe da espiare poi con l'estinzione delle proprie etnie? Roba da matti. Piuttosto  le radici di quel tipo di male sono proprio nel lavaggio del cervello che viene attuata dalle propagande di regime, cosí come oggi i regimi sinistroidi e progressisti di tutta Europa stanno distruggendo al contrario l'Europa stessa. Il desiderio di estirpare, distruggere le proprie etnie e le proprie radici è sullo stesso piano morale delle leggi tedesche antiebraiche e dell'esaltazione della razza ariana. Se non si riesce a capirlo è grave, vuol dire che stiamo ancora in alto mare.Vuol dire, come afferma Magdi Allam, che gli italiani (ma io aggiungo, tutti gli europei) non sono piú in grado di intendere e di volere.

Altro luogo comune, altra dimostrazione di superficialità ed autolesionismo è evidenziare come scusante dell'immigrazione i problemi climatici dei paesi africani, quando da noi in Italia la situazione di crisi climatica, di risorse e inquinamento non è certo meno grave.
Altra assurdità ed incoscienza è l'esaltazione della globalizzazione come evento positivo. Il bere  latte che arriva da altre nazioni e non sapere quali, mangiare arance insipide e semimarce del Marocco e l'olio pessimo della Tunisia, è considerato un ultediore passo del progresso, in nome della globalizzazione!

Altra tremenda ingenuità ed errore concettuale è quello di ritenere normale che un italiano debba sentirsi costretto ad espatriare, andare all'estero, abbandonare il proprio paese per trovare lavoro. Questa ingiustizia, questo tremendo torto che viene inflitto ai giovani ma anche ai meno giovani viene sentito come la realizzazione di una conquista, la realizzazione del "cittadino del mondo", anzi no, "homo migrans" lo chiamano ora i radical chic. Ah quanti danni ha fatto la propoganda sinistra in 70 anni! C'è da mettersi le mani nei capelli!  Questa non è l'Europa. Questo è il suicidio dell'Europa. E non a caso, anzi per me è un simbolo, che proprio la sinistra radicale sia fautrice della  realizzazione delle cliniche del suicidio assistito. Dal suicidio delle proprie etnie, dal suicidio delle proprie radici, dal suicidio intellettuale e morale al suicidio fisico dalla denatalità alla soppressione delle singole persone che ne fanno richiesta. E pensate che un popolo ridotto cosí sia in grado di reagire ad un'invasione? Si da in pasto a chiunque, a un qualsiasi lupo travestito da agnello, come pecore sacrificali ed immolate sull'altare del buonismo ben allestito da anni.
Tutto questo è il frutto di piú di 70 anni di dominio ideologico di sinistra.
Un'ultima cosa: va bene sciorinare l'inglese ma, per favore... un po' di attenzione alla grammatica italiana quando scriviamo.


hai pienamente ragione fharenight...estirpare le radici equivale a non avere più "nutrimento vitale" ,quindi equivale a morire
#321
Citazione di: paul11 il 20 Giugno 2017, 11:34:18 AM
Citazione di: Vittorio Sechi il 19 Giugno 2017, 10:05:31 AM
La globalizzazione e la robotizzazione tecnologica dei sistemi di comunicazione, mi spiace deluderla, non hanno permesso alcun avvicinamento, semmai potremmo parlare di progressiva incentivazione alla diffidenza. Mai come in questo periodo di modernismo liquido le diverse aree del globo sono intimamente lontane l'una dall'altra, pur essendo più vicine e reciprocamente conoscibili. Non sono io ad affermarlo, sono i dati. Mai il pianeta è stato attraversato da crisi geo politiche in tale quantità.


rileggiti meglio ciò che ho postato ,prima di rispondere.
la globalizzazione ha portato a conoscenza, in quanto l'informazione è globale e sono aumentate in numero ed intensità le vie di comunicazione. Infatti quei migranti hanno sempre un telefonino in mano.........
se non capisci questo capisco perchè stai prendendo lucciole per lanterne.


Paul...avrà pure portato a "più" conoscenza (ma - e ci sarebbe da chiedersi pure se - la conoscenza e' semplicemente qualcosa di quantitativo?)

e non credo nemmeno possano esserci dubbi che la globalizzazione ha di fatto appiattito tutto...e anche questa cosa qui non e' affatto conoscenza a mio parere.
Inoltre prima di questa globalizzazione si usava confrontarsi con il vissuto reale...ma ora?

...nonostante abbiamo una quantità enorme di informazioni,a cosa realmente ci servono se poi ognuno se ne sta serrato,direi pure "solipsticamente" ,in se stesso,o attraverso uno stupido monitor davanti a se' ?
#322
Ciao Patrick

A me questo quadro mi ha suscitato emozioni più che altro legate a dei ricordi quando mi capitava di andare al lago di albano,spesso in bicicletta da Roma

Se guardi i link con le foto sotto io ci troverei parecchia somiglianza.

https://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Albano#/media/File:Lago_Albano_-_Monte_Cavo.JPG


indubbiamente anche a me trasmette un senso di pace...se dovessi trovarci qualcosa da correggere (ovviamente dal mio punto di vista) sono i colori,che complessivamente mi risulterebbero troppo tenui, e che ne danno perciò un "senso di uniformità" che poco si addice al paesaggio

Quindi, almeno per i miei gusti li avrei marcati meglio poiché in questi luoghi, quello che si avverte credo non sia solo il senso di pace che si diceva prima ma anche una potente vitalità e che secondo me e non a caso si associano
#323
https://www.youtube.com/watch?v=zQZvuLrKcZA

SUPER GULP......SUPER GULP
crash..ouch..wham..GULP..sbam..pow..bang!..GULP..sigh!..splash..GULP!

fumetti ti in tv.. i fumetti ti in tv..

sguess..sob..puff..GULP..sok..sciaf...sniff..sniff GULP 

fumetti in tv..fumetti in tv 
..flash ..toc..BOOOM..,pam pam..ziiing..GULP!..skrek..plunk..GULP!...

fumetti in tv ..fumetti int tv u u u...Ciuf..ciuf..toot..GULP..tic..tac ..driing GULP pciu..smack..GULP!

fumetti ti in tv... fumetti ti in tv !!.....GULP !!!!



https://www.youtube.com/watch?v=C8__3Q85_lk

Dice il saggio...tutto e' bene quel che finisce bene...e l'ultimo chiude la porta..  SBANG !!!
#324
il vero problema e' che non esiste più (e già da molto tempo) una qualsiasi politica e non vi e' proprio più nessuna rappresentanza in tal senso. 
i governi e i governanti sono solo dei fantocci (venduti e criminali) che prendono ordini da altre entità sovranazionali, ad un elite globalista che e' a sua volta allucinata e fuori da qualsiasi realtà 

Questo qui sotto 
https://www.riflessioni.it/logos/attualita/essi-vivono/
sarebbe il vero argomento da affrontare,per capire veramente tutto il resto, altrimenti e' solo uno starnazzare inutile sia da una parte che dall'altra 

oramai e' semplicemente il caos..
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=59064
e che continua ad andare "avanti" ormai pure per una sua forza d'inerzia accelerata in tale direzione..finche dura pure questa.
#325
Tematiche Spirituali / Re:Sono un essere inadeguato
02 Giugno 2017, 15:03:48 PM
Che epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei cechi

William Shakespeare


E' cieco chi guarda solo con gli occhi 

(Proverbio africano)
#326
Credo che possa venirci in soccorso Raimon panikkar con la "sua" intuizione cosmoteandrica che poi era, (ed e') la stessa (non potendo essere diversamente) di sempre. 

qualche spunto di riflessione in tal senso può venire da queste brevi citazioni qui sotto e che riporto perché le spiegano sicuramente meglio di quanto potrei fare io..povera creatura inadeguata (Sariputra docet  ;D ) estremamente limitata e imperfetta :) 

—————

Panikkar non propone un ritorno indietro ad una specie di primitivismo, ad un Paradiso perduto, non ha una visione romantica del passato o della natura.
Invita, invece, a trovare una "nuova innocenza", un modo di conoscere e vivere che non crei contrapposizioni, dualismi, come quello fra soggetto e oggetto tanto caro alla cultura occidentale moderna, e così non ferisca (nocère), non manipoli la realtà 
Invita cioè a rinunciare a quella volontà di potenza, a quella smania di dominio sulla realtà che ha guidato per secoli l'umanità conducendola sull'orlo del baratro e ad abbracciare una visione del mondo fondata sulla relazione. Per realizzare la nuova innocenza è fondamentale, per Panikkar, ripristinare una relazione "cosmoteandrica" fra le tre fondamentali dimensioni della realtà ed una visione contemplativa dell'esistenza. 

L'intuizione cosmoteandrica 
Il divino, l'umano e il terrestre -o comunque li si voglia chiamare- sono le tre dimensioni irriducibili che costituiscono il reale, cioè qualsiasi realtà in quanto tale. Tutto ciò che esiste presenta questa struttura, triplice e unica, espressa in queste tre dimensioni che si generano reciprocamente ma non sono riducibili l'una all'altra. Vi è un'unica relazione, benché intrinsecamente triplice, che esprime la costituzione ultima della realtà: è questa l'intuizione cosmoteandrica. 
Panikkar è consapevole di riformulare, in questi termini, un principio ben noto alle varie tradizioni spirituali e che egli stesso ritrova, ad esempio, nella concezione cristiana della Trinità o in quella buddhista della pratityasamutpada . La realtà mostra questa triplice dimensione: un aspetto metafisico (trascendente o apofatico), un fattore noetico (o cosciente, pensante) e un elemento empirico (fisico o materiale). A livello umano, poi, questo principio si esplica nei tre fondamentali modi di percepire la realtà: l'esperienza sensibile (aisthêsis), l'esperienza intellettuale (noêsis) e l'esperienza sovraconoscitiva e globale che trascende il pensiero (mystika).
La visione cosmoteandrica o relazionale della realtà supera sia il monismo sia il dualismo, tanto che potrebbe essere definita non-dualista, ed è il frutto, in ultima analisi, di un'esperienza mistica, e come tale ineffabile, che rimanda ad un dimensione contemplativa venuta meno con la cultura moderna. 



«L'essere, in definitiva, deve essere liberato da regole logiche prestabilite. È vero che il pensare è diretto all'essere, a ciò che è [ma] l'essere o realtà trascende il pensare. Può espandersi, saltare, sorprendere se stesso. La libertà è l'aspetto divino dell'essere. L'essere ci parla: questa è un'esperienza religiosa fondamentale consacrata da più di una tradizione. E sentire l'"essere" è più che pensarlo». In questa prospettiva, dunque, non solo il pensiero «non può dirci se abbraccia completamente la totalità dell'essere», ma si rende ben conto che «l'Essere non si identifica con il pensiero» e che «la consapevolezza è superiore all'intelligibilità; insomma, io mi rendo conto di qualcosa che non capisco». In breve: l'ontologia non coincide con l'epistemologia.


È possibile osservare quanto detto – e cioè che l'oggettività è un'astrazione, che non esiste se non nel pensiero – in ogni ambito. Panikkar è chiaro al riguardo: «L'oggettività è tale per una soggettività. L'oggettività ha un senso perché c'è la soggettività che la scopre come oggettività e come irriducibile alla soggettività.


l'intelletto può operare distinzioni, ma non separazioni.


La verità non è qualcosa che sta fermo in qualche posto in attesa della scoperta da parte della coscienza umana; la verità è piuttosto qualcosa che nasce dall'incontro, dalla relazione tra i due poli della stessa: la verità è «quella qualità o proprietà della realtà che permette alle cose di entrare in un rapporto sui generis con la mente umana». Al di fuori di questo rapporto, non esiste verità. Non esiste la verità di un oggetto "in sé", proprio perché, come abbiamo visto, non esiste alcun oggetto "in sé": la realtà è simbolica.


Il simbolo abbraccia e lega costitutivamente i due poli del reale: l'oggetto e il soggetto» Questo legame costitutivo è diretto, senza intermediari; non ha bisogno, cioè, di alcuna spiegazione: il simbolo è per me ciò che non ha bisogno di nessuna interpretazione.


C'è pneuma, spirito, dietro ogni logos. Un termine classico per questa apertura è trascendenza. E trascendenza sperimentata nel corso ordinario del dialogo. Nessun singolo partecipante, e neppure tutti i partecipanti assieme, hanno a loro disposizione l'interezza della realtà. Dialoghiamo di qualcosa che ci trascende, qualcosa di cui non possiamo disporre a piacere. C'è sempre qualcosa che fa sorgere il dialogo. Questo "qualcosa" è sotteso al potere di ogni partecipante. Si potrebbe dire che entrambi i partecipanti sono trascesi da un terzo, che lo si chiami Dio, Verità, Logos, karman, provvidenza, compassione o in qualunque altro modo.
#327
Fharenight sapevi che un certo JEAN RASPAIL nel lontano 1973 scrisse un romanzo dal titolo "il campo dei santi" dove si narra una vicenda a dir poco profetica.
Lo scrittore avrebbe immaginato un invasione di immigrati provenienti dall'india e diretti in europa (Francia nel testo) con il beneplacito delle autorità e della maggioranza della popolazione (indotta)

Qui sotto la sua stessa recensione nell'introduzione al suo testo:

"Il campo dei santi è un libro simbolico, una sorta di profezia scritta in modo assai rozzo con i mezzi a disposizione di uno scrittore, ma sotto l'impulso di un'ispirazione ... sono convinto che tutto avverrà su scala planetaria ... probabilmente ciò non avverrà affatto come ho descritto nel mio romanzo, perché Il campo dei santi è solo una parabola, ma in sostanza l'esito non sarà affatto diverso. Forse assumerà una forma più diffusa e, apparentemente, più tollerabile. ... L'Occidente è vuoto, anche se non ne è del tutto cosciente. Civiltà straordinariamente creativa ... l'Occidente non ha più un'anima ... oggi molti francesi di antica discendenza sono soltanto paguri che vivono in conchiglie abbandonate dai rappresentanti di una specie attualmente estinta ... Essa si chiamava la specie francese e non lasciava certo presagire la comparsa di un'altra specie che in questa fine di secolo ha usurpato il suo nome ... costoro si accontentano di sopravvivere. Vivono alla giornata come automi, sempre più infiacchiti ...".

http://pauperclass.myblog.it/2016/04/11/il-campo-dei-santi-libro-profetico-alceste/

la sua ispirazione pare gli sia venuta da questo passo dell'apocalisse (20,7-9)  :o

"Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni che sono ai quattro angoli della terra, Gog e Magog, per radunarle alla battaglia: il loro numero è come la sabbia del mare. E salirono sulla superficie della terra e assediarono il campo dei santi e la città diletta ...".
#328
Tematiche Filosofiche / Re:L'elemosina di Hobbes
29 Maggio 2017, 07:56:33 AM
Citazione di: green demetr il 28 Maggio 2017, 20:20:01 PM
Certamente, essendo l'inconscio qualcosa di non duale, piuttosto plurale.
L'impatto con l'altro sarà necessariamente plurale.

Questo ovviamente non risolve assolutamente l'ipocrisia intenzionale delle persone.
Ma è una ottima intuizione da cui partire, e con cui io di fatto parto.
(per ogni eventuale prassi).

Ipocrisia: fare un corso per aiuto-infermiere, in cui l'empatia è addirittura RICHIESTA. (compreso nelle carte future della deonticità professionale, compresi i Burn-Out, per chi non si possa permettere le vacanze alle hawaii).

LOL. Caro buon vecchio Hobbes (cara canaglia), prima o poi ti ascolterò meglio!!

Nemmeno io metto in dubbio l'ipocrisia intenzionale, che mi sembra sia pure ampiamente diffusa..ma sarebbe davvero vantaggiosa per coloro che lo interpretano appunto come un "vantaggio" ?
Se (su tale modalità come sopra) da una parte prendi da un altra e' garantito che ti viene tolto, secondo me non si sfugge :)...ed e' sempre a mio avviso,qualcosa che possiamo verificare in tutti i suoi effetti oggi ben visibili.


CitazioneLOL. Caro buon vecchio Hobbes (cara canaglia), prima o poi ti ascolterò meglio!!

..percio teniamolo a mente...chi e' o bbuono e chi e' o malamente! ahahah  ;D
https://www.youtube.com/watch?v=Bxly2Xo-L4M

tutta la mia stima caro green..ciao  ;)
#329
Tematiche Filosofiche / Re:L'elemosina di Hobbes
28 Maggio 2017, 13:47:52 PM
Citazione di: cvc il 28 Maggio 2017, 11:09:04 AM
Si ma per mettere in atto sistematicamente una pratica empatica o no occorrono prima delle motivazioni. E queste come sono, altruiste o egoiste?

Ma forse (almeno per me e' cosi) l'empatia prescinde dalle motivazioni...e' una cosa che,o la senti o non la senti.
L'empatia (sempre secondo me) trascende il soggetto e l'oggetto (egoismo-altruismo)..non vi e' più ne' "forma" e ne più distinzione...si e' una cosa sola..non duale.
#330
Citazione di: Fharenight il 26 Maggio 2017, 13:18:01 PM
Il danno sarebbe per le industrie, ma anche per tutte le strutture che utilizzano macchine, dispositivi e attrezzature elettriche ed elettroniche. Però, come si suol dire, non tutto il male verrebbe per nuocere...

Diversi anni fa quando la villetta che mio padre fece costruire era ancora grezza, non c'era neppure l'allaccio elettrico, decidemmo ugualmente di passare lí in campagna i mesi estivi, non c'era ancora neppure il pavimento! L'acqua, bella sempre freschissima, la prendevamo col secchio direttamente dal pozzo e nel pozzo immergevamo frutta e bibite per rinfrescarle, fungeva quindi da frigorifero.
Niente tv, solo radioline a batteria. Illuminazione serale con le candele, e zampironi fumanti per allontanare le zanzare: bellissima atmosfera che si sposava benissimo con gli odori e i sapori dell'ambiente campagnolo. Il pane lo acquistavamo da un fornaio nel paesino vicino, tutto un altro sapore. Intorno alla casetta solo polvere e terra, sterminata terra, forte odore di terra, specialmente dopo la pioggia, e polvere, tanta polvere che entrava in casa perché tenevamo  porte e finestre costantemente aperte per creare correnti d'aria che fungevano da condizionatore, la casa cosí ventilata rimaneva piacevolmente fresca. Poi piante, erba, ancora erba, tanta erba, profumo di erba, lontano cespugli odorosi (forse origano?), fiori, farfalle, gatti, rospi, porcospini, lucertole, millepiedi, ragni, scolopendre, formiche e miriadi di altri insetti di campagna che puntualmente  entrava in casa o ce li ritrovavamo addosso, ma non ci facavano schifo, e poi immancabili le cicale durante il giorno, serenate di grilli durante la notte. Cielo quasi sempre limpido, terso e brillante col sole bollente e accecante di giorno e miriadi di stelle durante la notte e, quando c'era la luna, lo spettacolo era ancora piú incantevole perché tutto intorno, essendo il luogo molto poco abitato, era buio assoluto... un buio vellutato e altrettanto meraviglioso della luce e degli splendidi colori diurni, che conciliava il sonno. Spesso arrivava l'odore del mare portato dalla brezza notturna, e non soffrivamo il caldo né di giorno né di notte, anzi, di sera calava un'arietta frizzante che bisognava coprirsi con qualche giacchino leggero.  Pace, benessere e tranquillità 24 ore su 24. Non sentivamo affatto la mancanza della tv e degli elettrodomestici, e benché il bucato si facesse a mano, non lo consideravamo un lavoro, ma quasi un divertimento poiché veniva svolto fuori, all'aria aperta con semplice sapone di marsiglia e l'acqua scaldata sui fornelli a gas, poi i panni stesi al sole (ora si usa l'asciugatrice). Ci facevamo la doccia con l'acqua portata in casa dai tubi di gomma e resa molto calda dal sole. Sulla pelle odore di sole e di erba.
 Le vacanze piú belle della mia vita!
Non mi dispiacerebbe tornare a vivere cosí.
La zona negli anni si è popolata, troppo popolata;  e urbanizzata. Paradiso perduto.



Il danno infatti sarebbe per chi "o la cosa in se" che di fatto ci schiavizza
all'inizio sarebbe uno shock,talmente ne siamo dipendenti ma alla fine e secondo me l'unico che potrebbe ancora salvarci.

comunque sfondi una porta aperta con la tua descrizione.
Mi hai fatto tornare in mente quando da piccolino appena finita la scuola usavo trascorrere le vacanze estive (minimo tre mesi e non un giorno "di qua" o un altro forse e chissa quando "di la" come si usa ora) dai miei nonni.
Mio nonno andato in pensione si era preso un pezzetto di terra nei dintorni del paesino dove viveva e trascorreva le sue giornate e mi portava spesso con lui..
Ricordo aveva anche lui, come lo avevano tutti,un pozzo e mi aveva insegnato come prendere l'acqua...non ho mai bevuto un acqua cosi saporita..si l'acqua era saporita! Freschissima,temperatura sempre perfetta
Gli odori e i colori vivacissimi della campagna intorno, che meraviglia! Il ronzio improvviso degli insetti zzzzz..che spezzavano quel silenzio che in realtà ti "parlava"...
E quante altre cose ancora che avrei da dire...con gli amichetti del posto, avventure incredibili, immancabilmente a contatto con la natura si improvvisava di tutto, cose che oggi nella testa di un ragazzino "robot" manco se lo può più arrivare ad immaginare!

Paradiso perduto, hai detto bene!..e qui non centra niente l'infanzia ma solo la tecnologia,che ha distrutto tutto, fuori e dentro di noi, ci ha alienati completamente.