Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - viator

#3151
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
18 Ottobre 2018, 12:44:09 PM
Salve Carlo. Non abbiamo la medesima mentalità e gli stessi modi di esprimersi ma condivido profondamente il tuo intervento. Io sono radicale, persino estremistico nel negare l'esistenza del male oggettivo, tu spieghi la modulazione con la quale va trattato il suo concetto. Saluti.
#3152
Salve. Intendo riproporre qui quanto ho appena postato altrove poiché l'argomento è più pertinente a questa sezione ed un suo eventuale sviluppo avrebbe quindi qui sede appropriata.

Io stesso in passato mi sono trovato a chiamare "Dispotico Imperatore" (delle nostre esistenze) l'amore e "Amorosa" (nel senso che essa si nutre di amore) la morte.

La morte realizza diverse mete, la maggior parte delle quali terrorizza i semplici, mentre il loro insieme placherà certamente tutti.

Ovviamente essa è la Grande Giustiziera, Principessa della Soddisfazione di tutti i bisogni, tutti i desideri, tutte le ingiustizie (ottenuta attraverso il loro annichilimento). L'unico modo quindi per raggiungere la vera felicità, la quale consiste appunto nell'adempimento o soddisfazione delle tre istanze appena citate.

Poi essa realizza appunto uno degli scopi dell'amore, cioè la pulsione a venir compresi - nel senso appunto di inclusi - dal mondo il quale accoglierà la nostra sostanza (corporale) dopo averne dissolta la forma (anima o psiche-coscienza, a seconda dei punti di vista).
L'altro scopo dell'amore, alternativo ma complementare del primo, è rappresentato dal comprendere, cioè l'includere in noi il mondo o comunque ciò che amiamo.

Naturalmente noi, inguaribili egoisti, preferiremmo poter includere (l'amore è prima di tutto il volere qualcuno o qualcosa per sè), piuttosto che venir inclusi. In tal modo pensiamo inoltre che la situazione si presenti assai più gestibile, che ci risulterà più facile l'avere sotto controllo sia il nostro destino che quello di ciò che amiamo.

E' per questa ragione che noi tendiamo a respingere la morte (horror vacui a parte) preferendo una augurabile (per alcuni assai certa) immortalità, cioè la soluzione che permette di superare la stessa condizione umana trasformandola in divina, con tutti gli impliciti attributi, tra i quali possiamo includere anche l'onniscienza e l'ubiquità, le quali comportano appunto l'inclusione del mondo in noi stessi. In questo modo sarebbe possibile realizzare il secondo e speculare scopo dell'amore.

Per l'egoista quindi meglio sperare di diventare Dio o una sua parte. Comprensibilie, no ?.

L'aspetto inclusivo della morte è secondo me contenuto anche dalla relazione (qui del tutto figurata) tra Dispotico ed Amorosa. Il Dispotico (l'amore) è così chiamato poichè esso dispone delle nostre esistenze in modo arbitrario ed imperscrutabile.
Tutto viene fatto in nome del bisogno di amore e tutti quindi facciamo parte delle schiere dei suoi eserciti. Non importa se in ruolo attivo (combattendo ed amando) o passivo (nelle retrovie, in attesa dell'amore). Tutti attendiamo il suono delle trombe, la chiamata che annuncia la battaglia.

La battaglia è contro la morte in nome dell'amore, e si svolge quindi contro l'Amorosa, la quale vuole distruggere l'esercito del Dispotico cibandosene per far nascere sempre nuove schiere di "anime" che il Mondo alleverà e consegnerà poi al Dispotico per alimentarne l'eterna battaglia.

Si è capito a cosa servono l'amore e la morte ? Mi rivolgo a voi perché io di queste cose non capisco un tubo. Salutoni.
#3153
Buongiorno Ipazia. Dunque, la tematica per la quale possiamo vedere Thanatos come la realizzazione dell'inclusione di noi stessi nell'intierezza del mondo (credo possa essere questa la tua interpretazione che troverei del tutto corretta) non mi è affatto nuova.

Io stesso in passato mi sono trovato a chiamare "Dispotico Imperatore" (delle nostre esistenze) l'amore e "Amorosa" la morte.

La morte realizza diverse mete, la maggior parte delle quali terrorizza i semplici, mentre la cui totalità placherà certamente tutti.

Ovviamente essa è la Grande Giustiziera, Principessa della Soddisfazione (per loro annichilimento) di tutti i bisogni, tutti i desideri, tutte le ingiustizie. L'unico modo quindi per raggiungere la vera felicità.

Poi essa realizza appunto uno degli scopi dell'amore, cioè la pulsione a venir compresi - nel senso appunto di inclusi - dal mondo il quale accoglierà la nostra sostanza (corporale) dopo averne dissolta la forma (anima o psiche-coscienza, a seconda dei punti di vista).

Naturalmente noi, inguaribili egoisti, preferiremmo poter includere (l'amore è prima di tutto il volere qualcuno o qualcosa per sè), piuttosto che venir inclusi.

E' per questa ragione che noi tendiamo a respingere la morte preferendo una augurabile (per alcuni assai certa) immortalità, Cioè la condizione che permette di superare la stessa condizione umana trasformandola in divina, con tutti gli impliciti attributi, tra i quali possiamo includere anche l'onniscienza e l'ubiquità, le quali comportano appunto l'inclusione del mondo in noi stessi. In questo modo sarebbe possibile realizzare il secondo e speculare scopo dell'amore.

Per l'egoista quindi meglio sperare di diventare Dio o una sua parte. Comprensibilie, no ?.

L'aspetto inclusivo della morte è secondo me contenuto anche dalla relazione (qui del tutto figurata) tra Dispotico ed Amorosa. Il Dispotico (l'amore) è così chiamato poichè esso dispone delle nostre esistenze in modo arbitrario ed imperscrutabile. Tutto viene fatto in nome del bisogno di amore e tutti quindi facciamo parte delle schiere dei suoi eserciti. Non importa se in ruolo attivo (combattendo ed amando) o passivo (nelle retrovie, in attesa dell'amore). Tutti attendiamo il suono delle trombe, la chiamata che annuncia la battaglia.

La battaglia è contro la morte, in nome dell'amore, e si svolge quindi contro l'Amorosa, la quale vuole distruggere l'esercito del Dispotico cibandosene per far nascere sempre nuove schiere che il Mondo alleverà e consegnerà poi al Dispotico per alimentare l'eterna battaglia.

Vedi Ipazia, quanto siamo diversi ? Io ti vedo dotata di un temperamento assai vitalistico corredato da intelligenza e spirito critico in abbondanza.
Io sono così tanto.......ma non tocca a me dirlo !! Intanto, salutoni.
#3154
Salve Ipazia, Devo dire di aver trascurato sinora. Questione di interessi umorali. Prometto interesse più approfondito e replica non so quanto pronta. Cordialità.
#3155
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
16 Ottobre 2018, 18:02:38 PM
Salve Donald. Grazie per il tuo intervento. Mi rendo conto che il mio modo di esprimermi può risultare poco chiaro per via della mia propensione alla sintesi che può pure apparire apodittica. E' dovuto anche al fatto che io scrivo in tempo reale, di getto.  D'altra parte odio la prolissità. Cercherò di rispondere per punti :

"In estrema sintesi tu sembri negare l'esistenza degli opposti , io tendo a considerare gli opposti (o più in generale la differenziazione, di cui la dualità è prototipo) come fondamento stesso dell'esistenza".


Io non nego l'esistenza degli opposti, ma li considero tanto antitetici quanto coincidenti poichè essi secondo me giacciono sempre lungo una circonferenza in cui ciascun punto rappresenta sempre sia un inizio che una fine ed inoltre è anche sia quello più distante che quello più vicino al punto successivo o precedente. Ricordo che una retta di lunghezza infinita non è in alcun modo distinguibile da una circonferenza di raggio infinito, quindi potrebbe essere che mentre noi crediamo di allontanarci da qualcosa in reltà (e magari solo tendenzialmente) potremmo star ritornando a quella cosa. Quando ho parlato di entropia, dicendo che essa incarna una stupefacente contraddizione intendevo anche una simile chiave di lettura.
L'entropia tende all'ordine (la morte termica dell'universo). Tendere significa essere animati da un sequenza di cause-effetti che - interpretata ed estrapolata - mostra quale dovrebbe essere - in via logica - l'effetto "ultimo" dell'andamento che stiamo esaminando.
Ma l'entropia, pur tendendo all'ordine, genera nella realtà fisica attuale proprio il suo contrario, cioè il disordine (la diversificazione, evoluzione e complicazione dei contenuti del mondo). Essa quindi fa vivere il mondo beffandosi ed opponendosi continuamente a ciò a cui - secondo la nostra logica - sta innegabilmente tendendo.
Che il vivere consista nel tendere alla morte è concetto ovvio. Ciò vale per ciascuna persona e persino - in senso figurato - per ciascun esistente. Ma l'entropia (che funziona facendo interagire i componenti del DUALISMO fondamentale (materia ed energia), il quale rappresenta la base della nostra percezione del mondo) agisce in un ambiente che è contemporaneamente chiuso ed illimitato (infatti una circonferenza di raggio infinito consiste proprio in ciò)  e che pur contenendo ciascuna cosa (anzi, proprio per questo) consiste in realtà nel TUTTO. Ed il TUTTO è ciò che - in base al primo principio della termodinamica - beffa la morte poichè non può sparire-morire.
Detta in questo modo forse potremmo risultare meno in disaccordo.

".........Il MALE non è altro che relativa CARENZA, IMPERFEZIONE, di quel principio che regna da sempre sul mondo (includendo sia i suoi contenuti materiali che quelli immateriali, spirituali) e che consiste nel BENE", e ad assegnare a bene e male una dimensione cosmica. Per cui la tua affermazione citata appare smaccatamente incongrua".
Io ho assegnato una dimensione cosmica per potermi-poteci chiedere se all'interno dei contenuti fondamentali del mondo, si potrebbe trovare - secondo un punto di vista umano e relativo -  quello che permetta di caratterizzare come fondamentalmente benefico o malefico l'insieme del mondo stesso. Naturalmente si conferma che qualsiasi di tali contenuti resta in sè solo "necessario" e quindi privo di valore etico.
Il "principio del bene", cioè la regola valida sia in ambito cosmico che di etica umana, secondo me esiste ed è così formulabile : "Nulla e nessuno sottragga o distrugga ciò che (esso o egli) non sia in grado di restituire o rigenerare". La sua applicazione è la norma da parte del mondo-natura (i quali hanno ed usano la capacità di sottrarre e restituire, di distruggere e rigenerare), mentre se venisse applicata in ambito umano (utopia) impedirebbe di rubare, uccidere, infliggere sofferenza inutile etc. etc.).

"Di conseguenza l'assoluto per me coincide col nulla (che ovviamente non esiste), è incompatibile con qualunque forma concepibile di esistenza".

Una delle mie definizioni di Assoluto sarebbe : "Ciò che contiene senza essere contenuto da altro più grande di sè". Cioè sinonimo di TUTTO. Se il Tutto secondo tè non esiste, sarà soltanto perchè nessuno può percepirlo nella sua intierezza. Alcuni, tuttavia, riescono a concepirlo. Anche se il concepirlo potrebbe essere solamente la prova della IN-SISTENZA e non della E-SISTENZA del Tutto, io propendo per la sua e-sistenza poichè trovo che esso SIA. Poichè io definisco il verbo Essere come "la condizione per la quale le cause producono degli effetti", trovo che il Tutto SIA generando e contenendo sia le une che gli altri.

CitazioneInfatti è proprio nel tendere all'uniformità energetica che l'entropia genera la permanente diversificazione del contenuti del mondo !
detta così non ci vedo alcun senso, forse con una spiegazione...

Mia breve trattazione di ciò si trova al primo punto della presente.

A parte che non riesci a deciderti tra la dimensione cosmica e quella peculiarmente umana (è una pulsione o un principio cosmico? mi sembra che ci sia una bella differenza tra i due...)

In effetti non decido nulla in quanto il concetto di amore come da me descritto regna secondo me sia in ambito cosmico che (ovviamente) in quella parte del cosmo che sono le persone.
Certo stiamo parlando di pulsioni, tendenze, concetti e principi (non ti annoio con l'analisi filosofico-lessicale di tali termini) per cui può risultare impegnativo riuscire a collegare tutto ciò ai messaggi dei Baci Perugina. Dico solo che quando una stella esplode si realizza una pulsione fisica all'es-pulsione verso l'esterno dei suoi contenuti fisici.

perché lo chiami "amore"? Cos'ha a che fare con i significati attribuiti dal vocabolario a questo termine? E soprattutto cos'ha a che fare col significato che il vocabolario attribuisce al termine "bene"?

Per carità ! Non parlatemi di vocabolari ! Li avrò aperti forse dieci volte in vita mia (mai durante l'attività scolastica). I vocabolari sono degli utili repertori per trovare il significato convenzionale dei termini che non si conoscono. Io cerco di parlare e scrivere usando solo termini che credo di conoscere avendoli tratti da scritti e discorsi, esperienza personale, qualche atomo di indipendenza di giudizio e di buonsenso.
Il filosofo (anche dilettante come me) che li usi diventerebbe solo un forzato della convenzionalità !.

Ovviamente ci sono anche ambiti di confronto in cui si può restare nel vago, nell'ambiguo, nell'allusivo (l'arte è il regno di tutto questo), ma qui, mi pare, si cerca di confrontare argomenti razionali.

Vedi, la razionalità è un bene prezioso ma il suo limite risulta nella sua applicabilità al solo mondo del percepibile (argomenti fisici, pratici, di utilità).
Mano a mano che ci si sposta verso il mondo concettuale, quello del concepibile, essa perde via via efficacia. Ciò tra l'altro genera le differenze tra il modo di ragionare del filosofo e quello dello scienziato.
Io attribuisco uguale dignità sia al mondo del razione che a quello dell'irrazionale.
Se ci affidiamo solo al razionale succederà ciò che molti già predicono : l'intelligenza artificiale finirà per superare quella umana. Ma io credo che per fortuna ciò non avverrà mai.
La razionalità si nutre di dati. L'irrazionalità  (che altro non sarebbe che una specie di intelligenza psichica generata dall'istinto di sopravvivenza) si nutre di percezioni che, una volta giunte dentro di noi, si trasformano in sensazioni. Cioè di ciò che qualsiasi elaboratore scarterebbe. Sbagliando.

Grande assente in questa trattazione, la monade. Ma non si può esagerare. Salutoni.
#3156
Salve Ipazia. Grazie del tuo intervento. Se puoi e se vuoi, chiariscimi per favore l'ultimo inciso.
Mi affascina il termine sussunzione. Nella mia ignoranza conosco i personaggi di Amore, Psiche ed Eros e ho idea di Tanathos ma non so se sia anch'esso (essa) un personaggio.

Un inciso anche da parte mia : mi sembra che il nostro rispettivo approccio a queste questioni sia di tipo completamente diverso : io salto l'attualità e gli aspetti particolari di tutto ciò di cui parlo per concentrarmi sull'interpretazione della sua origine, tu fai l'opposto precipitandoti ad esaminare il lato particolare, attuale ed umano. Comunque grazie ancora e saluti.
#3157
Salve Ox. Certo le culture latin-mediterranee sono assai più problematiche nei loro principi rispetto alle culture mitteleuropee od anglosassoni. Nei principi però.......non nella prassi.

Il divario tra principi e comportamenti di un Machiavelli o di un mercante levantino è infinitimente più ampio ed elastico di quello esistente nelle culture settentrionali.

E' per questo che noi troviamo queste ultime tanto "aride", "impersonali", "ciniche", "poco umane".

E' solamente perché esse sono meno ipocrite. Saluti.
#3158
Tematiche Filosofiche / Il solipsismo
15 Ottobre 2018, 21:39:00 PM
Salve. Lo spunto per questo argomento mi è stato fornito da DonaldDuck attraverso il seguente suo intervento comparso in "Tutto Bene e niente Male" : Cito : "Anche il fatto che si possa parlare di "esistenza" prescindendo dalla mente mi sembra un'altra supposizione gratuita. Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente, non si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente (intesa come centro di coscienza, di soggettività), dato che la realtà è definita dalla mente stessa. Non smetto mai di stupirmi di come si continui ad ignorare questa semplice evidenza".

Se una simile opinione deve venir presa alla lettera senza nulla aggiungervi da parte dell'Autore, questo sarebbe un ottimo Manifesto del Solipsismo.
Il solipsismo (da "solo ipse", cioè "solo sè stesso") è una degnissima visione del mondo che nega l'esistenza di realtà esterne alla propria mente, come appunto viene detto sopra. Giustamente, sembra, poiché la realtà diventa per noi tale una volta che sia entrata attraverso i sensi (la percezione, veicolo della realtà fisica) o venga da noi anche solo concepita (l'ideazione, veicolo della realtà metafisica).
Donald non smette di stupirsi del fatto che questa semplice evidenza (mentale; le evidenze mentali sono terreno assai aleatorio ed inconsistente rispetto a quelle fisiche) venga così spesso ignorata.
Io invece non batto ciglio.
Riflettevo sul fatto che nessun vero credente possa credere nel solipsismo, per il semplice motivo che, credendo in Dio, starà credendo anche nell'esistenza di qualcuno-qualcos'altro oltre al proprio sé mentale.
Diciamo che un credente potrà risultare solipsista solo a condizione di i9dentificarsi con Dio !.

Replicando ancora un estratto dell'estratto soprastante da Donald, avremmo che ".......non si dà, per quanto possiamo sapere e concepire, nessuna realtà senza mente".
. Diciamo allora che sembra che l'autore di questa considerazione non sia un credente.

A questo punto invece sono io a stupirmi.
Ma come ? La mente come unico fattore in grado di generare la realtà ? E le percezioni che entrano nel nostro corpo attraverso i sensi, vengono analizzate dalla psiche, vengono trasmesse alla coscienza e quindi interpretate dalla mente........che !, per caso sono illusioni mentali ? Quindi il decidere di scappare se intorno a noi vediamo fumo e fiamme è atto inconsulto dovuto alla nostra incapacità di maneggiare le nostre creazioni mentali ?
Diciamo allora che la convinzione solipsistica dello scettico, del non credente, trascura di porsi un paio di quesiti.
1) Come è sorta la mia mente ? (evidentemente, esistendo solo essa, dal nulla).
2) In che modo essa continua a funzionare visto che sia il mondo esterno che il mio stesso corpo che il cibo che lo nutre.....non sono reali ?
Cosa ne pensano i lettori ?
#3159
Tematiche Filosofiche / Re:Tutto bene e niente male
15 Ottobre 2018, 16:42:38 PM
Salve DonaldDuck. Il tuo recente intervento oppone numerose obiezioni alle mie precedenti considerazioni. Cito anzitutto : "Anche il fatto che si possa parlare di "esistenza" prescindendo dalla mente mi sembra un'altra supposizione gratuita. Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente, non si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente (intesa come centro di coscienza, di soggettività), dato che la realtà è definita dalla mente stessa. Non smetto mai di stupirmi di come si continui ad ignorare questa semplice evidenza.".

Circa tale aspetto, risultante oltretutto pesante ed OT, decido di trattarlo a parte come nuovo argomento titolato "Solipsismo" che farrò apparire prossimamente.

Venendo al tema bene/male, ricito : "In fisica il male è rappresentato dall'entropia e il bene dalla sintropia o neghentropia (termini non inclusi nella fisica mainstream) alla base, tra l'altro, della vita. E, nell'ambito della vita, bene e male hanno i loro rappresentanti in anabolismo e catabolismo.".


Apprezzo il tuo riferimento all'entropia, anche se non comprendo cosa sarebbe la "sintropia-neghentropia" (forse l'andamento opposto all'entropia, cioè che tende alla concentrazione energetica contrapposta alla dispersione entropica ?).

Non sono comunque d'accordo nell'incarnare il male (fisico e cosmico) nell'entropia stessa.
Da un punto di vista fisico e cosmico non esistono bene e male, concetti relativi utilizzati a piene mani in ambito umano (esistenziale-etico-morale-spiritualistico) la cui definizione in via essenziale e radicale è, per il bene : "ciò che giova", mentre per il male : "ciò che nuoce o che impedisce un giovamento". Naturalmente per giovamento si intende un effetto da noi giudicato tale, con tutti i nostri limiti nel comprendere cosa possa esserci veramente utile tra tutto ciò che possiamo considerare giovevole.

Dal punto di vista fisico-cosmico esiste solamente la necessità, intesa in senso filosofico. Ricordo che questo non è il migliore od il peggiore dei mondi possibili : questo è l'unico mondo possibile.
Interpretando UMANAMENTE (quindi relativamente) l'esistenza dell'entropia, in che modo possiamo trovare che essa ci giova (bene) o ci nuoce (male) ?.

L'entropia consiste in un andamento che provvede a distribuire inesorabilmente l'energia trasportandola da dove ce n'è di più a dove ce n'è di meno. L'energia è il carburante dell'esistenza del mondo visto che anima ogni trasformazione fisica. E' un carburante indistruttibile la cui riserva  non viene mai intaccata ("Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma).

La conseguenza ed il senso (andamento) dell'entropia è quella di raggiungere la completa uniformità energetica ovunque nel cosmo. Ma un cosmo in cui tutto abbia la medesima temperatura (la temperatura è la misura del contenuto di energia di un corpo o di un ambito fisico) presenterebbe un piccolissimo problema : in esso cesserebbero gli scambi, gli spostamenti, la diffusione dell'energia, quindi cesserebbero i fenomeni fisici, nulla più accadrebbe, cesserebbero gli eventi e quindi svanirebbe persino il significato del verbo essere = "la condizione per la quale le cause procucono degli effetti". Basta cause, basta effetti, basta tempo.
Quindi l'entropia non rappresenta altro che la tendeza alla morte dell'universo e dell'esistente. Perciò avresti ragione nell'incarnarla nel male.


Quella descritta sopra però è solo una tendenza che fortunatamente non riuscirà mai a perfezionarsi. La realtà dell'effetto entropico è esattamente l'opposto della sua tendenza !!
Infatti è proprio nel tendere all'uniformità energetica che l'entropia genera la permanente diversificazione del contenuti del mondo ! Quindi abbiamo una simile stupefacente contraddizione : L'entropia tende alla morte del mondo facendolo vivere ! Perciò avresti torto nell'incarnarla nel male !.


Ecco la ragione per la quale contraddizioni, bene, male sono concetti ridicolmente relativi con i quali possiamo trastulallarci finchè vogliamo ma che non hanno senso fuori dalle nostre esistenze.

Ed eccoci all' amore : Ricito : "L'idea che mi son fatto è che il bene (e l'amore, espressione di esso) sia in sostanza il principio costruttivo, aggregante, armonizzante e il male l'opposto: il principio distruttivo, disgregante, conflittuale, destrutturante".


Per l'amore, secondo me, vale la seguente definizione "L'amore è - indistinguibilmente - la pulsione a completarsi attraverso l'inclusione, l'incorporazione (comprensione  di....!) di ciò che ci è esterno e/o attraverso il nostro sciogliersi, venir incorporati (comprensione da ....!) da ciò che ci è esterno".
Quindi l'essenza dell'amore consiste  (a seconda delle circostanze e dell'indole di chi ama o vuole essere amato) nel COMPRENDERE e/o nel VENIR COMPRESI (comprendere, come dico sopra, nel duplice significato di INCLUDERE e CAPIRE).

Anche qui non sono d'accordo con te : l'espressione "al di là del bene e del male" secondo mè è quella che più di ogni altra caratterizza la valenza etica dell'amore. Esso è superiore ed ESTRANEO a qualsiasi ETICA,  MORALE, FILOSOFIA, SCIENZA E RELIGIONE.
Infatti l'amore può ugualmente manifestarsi attraverso lo sfrenato egoismo della ricerca del piacere come attraverso l'abnegazione del più completo sacrificio di sè.

E se proprio all'amore vogliamo attribuire una valenza etica, essa è abbinabile al concetto appunto di comprensione. E' per questo che il male non esiste. Esso è generabile solamente dalla relativa carenza del CAPIRE-COMPRENDERE (ecco la luce ed il calore). AMORE-COMPRENSIONE-ENTROPIA-LUCE rappresentano l'AFFERMAZIONE di qualcosa .....MALE-ODIO-INCOMPRENSIONE-MORTE-BUIO sono la NEGAZIONE o l'INCOMPLETEZZA di ciò che esiste. Salutoni.
#3160
Salve Carlo. Grazie per averci illuminato attraverso lo spostamento della casualità dalla ignoranza delle sue origini all'imprevedibilità dei suoi effetti. Spero che i materassi che hanno accolto il tuo atterraggio dopo un simile salto mortale siano risultati idonei all'acrobazia.

E poi, scusa la pedanteria, ma io stavo parlando di emisferi (mezze sfere), le quali risultano sempre dalla divisione di una sfera intera. D'altra parte non ero io a sostenere la tesi degli emisferi. Affermavo : "Occorre solamente (trovare ipoteticamente) qualcuno che affermi..........". Saluti.
#3161
Salve. Interminabile disputa sulla casualità. Superflua sino a che qualcuno riuscirà a confutare la seguente definizione :

DICESI CASUALE QUELL'EVENTO DEL QUALE NON CONOSCIAMO LA/LE CAUSE".

Diversamente l'evento diventarà CAUSALE (sia perchè originato da causa che perchè destinato a produrre effetti, no?).

Attendo nuova e più efficace definizione di "casualità". Occorre solamente qualcuno che affermi che il mondo è diviso in due emisferi : quello in cui gli eventi sono soggetti a delle cause note od ignote e quello in cui gli si producono eventi privi di causa.

Salutoni.
#3162
Salve. Lo scopo della scienza non è l'acquisizione dell'onniscienza, la scoperta dell' origine del mondo, del suo scopo o destino, la rivelazione della verità.

Il suo scopo molto più semplice ed utile è la produzione di strumenti. Materiali o concettuali.
Macchine, strutture e procedure.

Essa si pone quindi al di fuori di qualsiasi filosofia, credenza od etica.

Per tornare all'originale quesito di questo di questo thread, il materialismo e la scienza non bastano (per spiegare all'uomo tutto quanto egli vorrebbe sapere o per dargli tutto ciò che esso vorrebbe avere). Ma funzionano assai bene nel migliorare le nostre condizioni - appunto MATERIALI - di vita.

Purtroppo materialismo e scienza non potranno mai avere alcuna influenza sulle nostre condizioni ESISTENZIALI.
Ma, ripeto, sarà bene tenersi stretta la scienza è conferire al materialismo utilità e dignità non diverse dallo spiritualismo. Saluti.
#3163
Tutto e tutti vanno giustificati, cioè hanno il diritto di veder riconosciuto il percorso che li ha portati a fare ed essere. Tra l'altro, senza giustificazione non vi può essere né la comprensione logica né il perdono dell'individuo.
Ma ciò funge a livello logico, razionale, psicologico, sentimentale, fideistico e chi più ne ha più ne metta.

Il Diritto - il quale non si deve occupare di giudicare ciò che è stato fatto MA SOLO DI VALUTARE E QUANTIFICARE IL DANNO SOCIALE DEI COMPORTAMENTI ILLECITI E OSTACOLARE LA LORO REITERAZIONE, deve agire in modo rigorosamente impersonale.

L'individuo va giustificato, la persona giudicata ed il reo condannato.
Lasciamo le prime due figure alla morale e la terza al Diritto.
#3164
Attualità / Re:Riforma della"LEGITTIMA DIFESA"
10 Ottobre 2018, 17:29:23 PM
Salve. Cero che ci deve essere differenza tra la caccia e lo sfruttamento (sino alla morte, purtroppo) delle risorse d'allevamento.
Dal mio punto di vista il Diritto dovrebbe sancire il divieto assoluto di nuocere alla fauna selvatica.
Se proprio si vuole mantenere in vita la caccia (giustificata dall'atavismo non più giustificato : il cacciatore spara solo perchè attualmente può farlo, vuole farlo e decide di farlo) io varerei una legge sulla caccia di un solo articolo . "LA CACCIA ALLA FAUNA SELVATICA E' AMMESSA SU TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE ED IN QUALSIASI MOMENTO, CON TUTTI GLI STRUMENTI TRANNE : RETI, RICHIAMI, TRAPPOLE, ESCHE AVVELENATE, SOSTANZE CHIMICHE, ESPLOSIVI, ARMI DA FUOCO".
In questo modo i veri SPORTIVI DELLA CACCIA potranno mostrare la loro abilità nell'uso di strumenti relativamente leali quali : archi e frecce, zagaglie, fionde, cerbottane.
In questo modo verrebbe salvato sia l'atavismo che la vera sportività. I più bravi potranno mostrare persino la loro abilità nella cattura manuale della preda. Inoltre la cattura della preda diventerà una circostanza tanto rara e pregiata da non rappresentare un pericolo per l'integrità delle diverse specie.

All'interno della Costituzione inoltre stabilirei il principio per il quale la vita non appartiene a nessuno. Tuttavia viene attribuita potestà di vita e di morte per coloro che - attraverso l'attività di allevamento - organizzano e favoriscono la riproduzione delle specie animali sulle quali hanno potestà. Quindi la macellazione viene "giustificata" dal fatto che l'animale "deve" almeno in parte la propria vita chi lo allevato.
#3165
Tematiche Filosofiche / Re:Esiste la perfezione?
08 Ottobre 2018, 22:26:05 PM
Salve Ipazia. Certo, esiste appunto un concetto pratico della perfezione, cioè un insieme di modi di dire circa la "perfezione". Infatti nel mio intervento precisavo che non intendevo occuparmi dei "modi di dire". Saluti.