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Messaggi - Jacopus

#3166
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
08 Febbraio 2017, 09:25:48 AM
Molte diverse risposte sono possibili ai tuoi docenti che insegnano una materia nota in criminologia come anti-socialita'.
Adottando la tua prospettiva didattica si possono distinguere gli apprendimenti "tecnici" dagli apprendimenti che condizionano e modificano o fanno evolvere la ns personalita', sintetizzando la pedagogia.
Per intenderci un famoso matematico puo' essere anche un avaro o un ipocrita o uno sfruttatore ma io non posso insegnare da una lavagna come essere moralmente migliori.
La tua sfida vorrebbe che, con argomenti teorici e "terreni" si possa affermare la superiorita' della regola aurea rispetto alla regola plauto-hobbesiana dell'homo homini lupus.
Credo che cio' non sia possibile per gli stessi motivi per cui Bluemax dice che i modelli di riferimento sono storici.
Nel modello capitalistico effettivamente sospetto che vi sia una componente antisociale-delinquenziale che permette di vedere Il Padrino come modello.
Nel capitalismo luterano del xvii secolo il padrino come modello non sarebbe stato concepibile.
Resta il fatto che bisogna comunque cercare di contrastare quel modello distruttivo della socialita'. Ti fara' piacere forse anche sapere che in passato uno dei fondatori della sociologia Durkheim, affronto' il problema e lo risolse affidando proprio alla religione questo compito di contrasto all'egoismo da lui chiamato anomia.
Io credo che una soluzione risieda nell'esempio. Se una nuova generazione osserva un comportamento prosociale difficilmente si comportera' in modo egoistico. Su questo argomento c'e' una letteratura di antropologia piuttosto ampia.
Un'altro elemento e' la vicinanza e la conoscenza degli altri, abitudine che si sta perdendo.
Se io penso agli altri, o ai marocchini, o ai consumatori, o agli juventini come a una massa indistinta mi risulta piu' facile strumentalizzarli ai miei scopi (e qui si aprirebbe una ulteriore finestra sull'uso economico del razzismo) e quindi adottare azioni di sfruttamento antisociali.
In sintesi, una societa' non fondata sullo sfruttamento presuppone un percorso lungo e accidentato probabilmente difficile da raggiungere in termini "laici", ma poiche' sono convinto che le religioni istituzionali e lo stesso concetto di un unico Dio sia un principio che non aiuta non ho altra scelta.
Spero che questa risposta sia quella che ti aspettavi ma ne ho ancora altre in serbo.
#3167
Tematiche Spirituali / Re:Dio e il senso del dovere
07 Febbraio 2017, 18:06:40 PM
CitazioneDunque, non devi rispondere a me come cattolico, ma devi immaginarti di dover confutare, a chi crede nello stile di vita di personaggi già deceduti senza aver pagato pena socialmente per le loro azioni come per esempio il Padrino, che quello non è uno stile vincente, facendo proselitismo senza usare termini come coscienza, dignità e religione, giacché abbiamo stabilito, per convenienza dello sviluppo della riflessione, di non esserci niente di metafisico o trascendentale al di là di questa realtà.

Scusa per il ritardo ma, appunto il senso del dovere mi impone di scrivere su internet per questioni private solo al di fuori dell'orario di lavoro 8).
Penso che chi sceglie il padrino come modello da emulare lo faccia nel corso di anni e non posso confutarlo e fare proselitismo con una predica anche senza la presenza di termini come coscienza....dignità....religione. Chi sceglie il padrino lo ha probabilmente fatto perché gli altri modelli non erano spendibili.
Tu sei originario di Napoli a quanto ho capito. Una bellissima città che mi affascina ma dove è difficile vivere. Si nasce in un quartiere popolare e si inizia ad assistere ai soprusi della malavita, della borghesia che affianca la malavita, delle istituzioni dello Stato, che talvolta affiancano la malavita. In questo mondo la "giustizia vera" è su uno sfondo appanato, come le parole del sacerdote durante il sermone. Il sentimento generale può essere riassunto dalla frase del boss che rispondeva a Falcone: "Belle parole...ma il lavoro ai ragazzi del quartiere glielo diamo noi!".
Senza parlare dell'importanza generale che si da al successo nel mondo occidentale attuale, senza badare al modo attraverso il quale si ottiene il successo. Anche in questo caso è la strumentalizzazione dell'agire, l'agire orientato allo scopo, che ci ha insegnato la scienza a prevalere, sopra ogni altro insegnamento morale (non necessariamente religioso).
O pensa ancora ad un padre autoritario, truffatore, parassita, che gestisce i rapporti con gli altri secondo modalità autoritarie, truffatrici e parassite. I risultati sui figli possono essere di vario genere ma uno sicuramente è quello di creare un altra persona violenta, arrogante o sfruttatrice.
Quindi confutare, come tu dici, è impossibile o velleitario come sbattere i pugni sul tavolo. Si può tentare di modificare quella immagine introiettata ma ci vogliono anni di sforzi collettivi, di aspirazione ad una società più onesta, dove venga premiato il merito, dove il potere sia gestito nell'interesse della maggioranza, dove tutti si facciano carico responsabilmente degli altri. In questo modo l'immagine del padrino sbiadirà e sarà surrogata da altre immagini ideali. Anni di sforzi educativi verso modelli che invece in tanti si sforzano ad abbattere, nel nome di una cultura del no-limits, del consumo, del divertimento a tutti i costi, della felicità come diritto, dell'individualismo sopra ogni altra istanza e a spese di ogni altra istanza.
ciao Duc.
#3168
Tematiche Spirituali / Dio e il senso del dovere
06 Febbraio 2017, 23:01:01 PM
La Teodicea, inventata da Leibniz indagava, se ben ricordo, il rapporto che c'è fra il male del mondo, specialmente quello gratuito, e la presenza divina. In questa discussione le parti sono rovesciate. Che rapporto c'è fra il bene del mondo e la supposta assenza divina? Parto con una citazione presa da un'altra discussione:

CitazioneUn esempio su tutti:
l'altra sera, durante uno zapping, ho visto la scena finale del Padrino III e - osservando che Michele Corleone periva felicemente (per me l'infarto è un dono divino) di morte naturale, senza sofferenza, serenamente nelle sue proprietà, circondato dall'affetto della sua famiglia, beato, ricco e soddisfatto di non solo aver ottenuto materialmente più di quello che anelava, di non aver mai lavorato, di non aver pagato le tasse dovute, ma che si era anche liberato delle persone a lui fastidiose, e senza aver mai scontato un giorno di galera - mi sono chiesto: "...se Dio non esistesse, perché non si dovrebbero studiare come modello sociale da seguire per vivere "alla grande" (e quindi dare un senso compiuto alla propria presenza nel pianeta Terra) il mafioso, il politico colluso, il sindacalista faccendiere, l'impiegato raccomandato, l'escort d'alto rango, l'imprenditore scaltro e spietato, il banchiere corrotto, la velina in cerca del matrimonio per soldi (e chi più ne ha più ne metta) che sono morti disinvoltamente senza emendare la loro doppiezza mentre erano in vita? ...visto che ormai non è più recondito che la "società civile" ha adottato questi esempi (ricordo ancora le smorfie di disapprovazione, qualche settimana fa, nei visi dei genitori di un gruppo di scout adolescenti quando dissi ai loro figli di sforzarsi di preferire a essere più scout come Mandela e Celine Dion, che come Renzi e la Boschi) quali campioni da imitare, pena, sennò, una vita miserabile?!?!..."

Questa visione del rapporto Dio-Uomini riduce Dio a una sorta di superPoliziotto metafisico.  Secondo codesta raffigurazione ci comportiamo bene solo perché c'è questo Dio che ci tiene a freno con le sue lusinghe e i suoi ammonimenti. Questa visione mi sembra piuttosto riduttiva già se fossi un credente, ma da non credente non posso far altro che sottolineare che sono esistite, esistono ed esisteranno persone che fanno a meno di Dio, senza per questo trasformarsi in opportunisti, narcisi, antisociali, delinquenti e profittatori. Contemporaneamente vorrei far notare che sono esistite, esistono ed esisteranno persone opportuniste, narcise, antisociali, delinquenti e profittatrici all'ombra della fede in Dio, e sono esistite, esistono ed esisteranno fedeli che crederanno di fare il bene nel nome di quel Dio, pur comportandosi da delinquenti, aggressori, ladri e via discorrendo.
Del resto se ci affidassimo solo a Dio saremmo rovinati, come ben testimoniano 40 anni di governo democristiano.
I motivi per cui non ci si lascia andare al crimine sono molti e diversi tra loro e fra di essi sicuramente c'è anche quello della citazione iniziale. In essa vedo soprattutto una specie di "ancora di salvezza" rispetto agli impulsi ad agire in modo antisociale, derivanti dalla storia dei singoli individui. C'è un personaggio esemplare nel film "21 grammi" interpretato da Benicio del Toro che simbolizza questo tipo di difesa religiosa agli agiti devianti.
Ma il rispetto delle norme sociali deriva da altre ragioni, una è data dall'esempio degli altri. C'è un criminologo, Lonnie Athens che ha inventato il concetto di "comunità-fantasma", intendendo con essa l'insieme delle persone, che seppure assenti, regolano il nostro agire. Se la nostra comunità-fantasma annovera Lucky Luciano, Vallanzasca, la banda della Magliana, sarà più semplice che delinqueremo rispetto a chi ospiterà nella sua comunità-fantasma padre Pio.
Altri studi sottolineano come in un ambiente deviante ci si possa mantenere al di fuori dell'illegalità coltivando una passione, la musica, il calcio, la fotografia...
Un aiutino lo danno anche le punizioni terrene, anche se ormai in modo piuttosto blando, visto che è preferibile un delinquente-consumatore piuttosto che un delinquente-limitato. Ci sono poi tutti gli studi sui neuroni-specchio e sull'intersoggettività, per cui comunque ci sentiamo mediamente in colpa se commettiamo un torto.
Ci sono poi anche quelle persone "moralmente superiori", che sentono il senso del dovere e del rispetto delle regole comuni, per non parlare degli insegnamenti che si ricevono nei primi anni di vita nel contesto familiare, non necessariamente avendo come padre Totò Riina. E' sufficiente avere un commerciante grande evasore per apprendere uno stile di vita che difficilmente potrà essere rovesciato da insegnanti e tutori dell'ordine, cioè tanti signor nessuno rispetto a chi ci ha accudito quando eravamo inermi e neonati.
Infine, si pensa per caso che in CIna vi siano un miliardo di delinquenti o che la Russia sovietica fosse un ricettacolo di ladri e malfattori? Del resto  basta andare nel mondo occidentale dove la professione di fede è un semplice ammenicolo privo di ogni reale convinzione e dove comunque la delinquenza è esercitata da una piccola minoranza.
Si potrebbe obiettare che infatti la delinquenza aumenta proprio al calare della fede. Ebbene non è vero neppure questo. Nella laica Norvegia, affittano le carceri alla Svezia perché restano vuote e non mi sembrano davvero dei pasradan della teologia, ma anche nella nostra Italia, molti crimini sono in diminuzione, nonostante lo svuotamento delle Chiese e la grancassa dei telegiornali e dei politici manipolatori. Basta vedere le statistiche istituzionali.
#3169
Attualità / Re:I GIORNI DELLA MEMORIA
06 Febbraio 2017, 18:03:15 PM
Un argomento che ho lasciato sedimentare prima di affrontarlo. Ho ripreso anche in mano qualche libro, Volpato, Arendt e Bauman e lo dico non per darmi delle arie ma per localizzare ideologicamente quello che scriverò.
La prima considerazione riguarda il percorso storico dei genocidi. Si sa, i genocidi ci sono sempre stati ma quelli moderni in qualche modo si sono sempre più sviluppati secondo modalità industriali e tecnologiche e quindi con la possibilità di sterminare in modo quantitativamente più massiccio. Ma non si tratta solo di una mera differenza quantitativa.
E' come se la capacità di mutare il mondo fisico, grazie alla rivoluzione industriale e alla globalizzazione (che è iniziata nel 1492) abbia in qualche modo influito sulla concezione moderna di genocidio, fondata non solo sulla soppressione del nemico eventualmente riottoso (Cartagine o il popolo dei Meli a cui si rivolge Pericle). Ovvero si è sviluppata l'idea di poter mutare anche il mondo politico, attraverso processi di ingegneria sociale.
Questa idea si è cullata a lungo sulla considerazione della superiorità dell'uomo occidentale, che portava i "valori" alle popolazioni semi-primitive, che in cambio, avrebbero dovuto asservirsi all'uomo bianco. La deumanizzazione o semideumanizzazione è sempre servita a questo scopo. Si pensi alla complicatissima gerarchia del sangue che gli spagnoli introdussero in America Latina.    
In questo senso i grandi genocidi del XX secolo (gulag e lager) proseguono questa tradizione e dovrebbero effettivamente essere ricordati insieme. In entrambi i casi l'azione era motivata dalla necessità di erigere un mondo futuro "migliore". Probabilmente le SS e i commissari politici si sentivano portatori di una autentica virtù morale. Non credo che si concepissero come dei boia.
Questa è l'idea. La società come un giardino, come una pulitissima e fraterna Disneyland, dove i membri si amano perchè "identici".

Però per distinguere i genocidi moderni dagli antichi, questo fondamentale pensiero ideologico non basta. Occorrono gli strumenti per rendere l'idea concreta. In questo caso gli strumenti furono la tecnologia e la burocrazia. La tecnologia ha permesso di rinchiudere milioni di persone in campi di concentramento, utilizzare su di loro prodotti chimici e quant'altro.
La burocrazia ha permesso di considerare questo processo come un percorso "legale". Se il potere adotta sistemi disumani e li ammanta della discreta procedura amministrativa la loro disumanità non viene più percepita. E' l'azione orientata verso lo scopo a sostituire nell'azione burocratica l'azione morale. Max Weber uno dei più grandi pensatori del XX secolo, liberale, schifato sia dall'estrema destra (che non fece in tempo a vedere, ma che già presagiva) che dal comunismo, parla così del funzionario:
"il funzionario, quando l'autorità a lui preposta insiste su un ordine che a lui sembra errato, tiene ad onore di saperlo eseguire...". Sono l'efficienza e l'efficacia che sostituiscono il pensiero critico e la responsabilità morale.; l'onore corrisponde ad eseguire l'ordine.

Gulag e lager sono quindi dentro l'uomo occidentale molto più di ogni altro genocidio anche recente (si pensi ai tutsi contro gli hutu) ed è per questo motivo che andrebbero ricordati insieme e in modo specifico, perchè nulla esclude che l'uomo occidentale civilizzato non possa ripetere quegli esperimenti di ingegneria sociale, magari dotandoli di una motivazione civilizzatrice o di difesa dei confini della civilità.
E' come se la "civilizzazione" fosse avvenuta solo nel campo del progresso materiale mentre a livello di rapporti sociali si fosse rimasti ai tempi di Sofocle e del conflitto fra Antigone e Creonte. Proprio  in questo senso Freud, ne "Il disagio della civilità" poneva l'accento sulla distinzione fra Zivilization e Kultur ma questo è un altro discorso.
#3170
Percorsi ed Esperienze / Libri "Itaca"
01 Febbraio 2017, 18:45:46 PM
Ci sono dei libri a cui si ritorna volentieri, con il pensiero, oppure che si riprendono in mano, se ne rilegge un passo, o addirittura si rileggono daccapo in altre epoche della nostra vita o soltanto si fantastica di rileggere senza averne mai davvero il tempo. Qui possiamo parlare di questi libri. I libri "Itaca", quelli a cui si fa ritorno.
 Ne posso annoverare diversi a cui ho attinto in momenti anche molto lontani della mia vita. Uno in particolare continua ad affascinarmi ossessivamente, anche se in realtà l'ho riletto solo una volta: "memorie di Adriano" di M. Yourcenar. In quel libro ho scoperto l'orgoglio dell'essere un discendente degli antichi latini. Un popolo sobrio, che con intelligenza costruì un impero, modello di tutti i successivi imperi occidentali. Ma in quel libro ho scoperto anche tante altre cose, la raffinatezza tipicamente francese di scrivere bene, la tolleranza verso gli altri, l'amore per la cultura e di come essa sia inscindibilmente connessa al buon governo. Ma anche la capacità di vivere il mondo e la propria vita in modo laico e contemporaneamente rigorosamente morale, secondo l'insegnamento stoico, tanto che Adriano chiede che nella sua tomba l'epigrafe sia "che la terra ti sia lieve". Un libro che tutti gli italiani dovrebbero leggere.
Bè, se vi piace, scrivete anche voi qualcosa sui vostri libri "Itaca", perchè anche loro, nel loro piccolo, sono un percorso ed un esperienza.
#3171
Percorsi ed Esperienze / Re:Prigioniera
04 Gennaio 2017, 21:16:25 PM
Ciao tuttosbagliato. Il consiglio di Angelo e' quello piu' responsabile e piu' protettivo nei tuoi confronti. Non puoi essere aiutata da un gruppo di persone su un forum. Ci hai descritto un grande dolore. Se te la senti scrivi ancora come consiglia Freedom perche' gia  scriverne puo' essere un sollievo ma per quanto vi siano persone riflessive e profonde la possibilita' di prendere un granchio e fare dei danni e' alta.
#3172
Tematiche Spirituali / Re:Mi bolle l'inferno!
02 Gennaio 2017, 20:28:57 PM
Caro Sari, te la sei cercata! "L'inferno sono gli altri", J.P. Sartre.
#3173
Un argomento complesso. Senza dubbio. Per semplificare (si fa per dire), si può usare il binomio escluso/incluso. Chi commette un reato si pone convenzionalmente al di fuori, è escluso...Spesso questa esclusione opera sulle parti meno forti e più estranee della società. La definizione di reato, che cambia nei tempi e nelle società, è una normalizzazione. Molte società primitive comminavano la pena dell'esilio e in Grecia vigeva ad esempio l'Ostrakon. Nel medioevo si sono inventati pene più pittoresche ma in ogni caso la divisione era netta. I buoni e i cattivi erano separati, spesso per sempre, e ai buoni non veniva chiesta pietà o "portare la croce" come dice CVC.
Portare la croce è un richiamo interessante. Gesù fu crocifisso insieme a due ladroni. Era a tutti gli effetti un delinquente, e fu condannato dal potere temporale di allora. E' stato Gesù il capostipite di tutta questa confusione moderna insieme ad una sua sorella maggiore, una certa Antigone.
Gesù con il suo sacrificio dichiara di essere fuori dalla legge e nel suo insegnamento c'è spesso la tensione universalistica a riaccogliere gli ultimi, gli stranieri, si menzionano anche i nemici e i carcerati. La colpa viene diffusa su tutti e in una dimensione storicizzata. Questa è un tema particolarmente rivoluzionario del cristianesimo che, volenti o nolenti, condiziona ancora oggi le nostre società europee. Un tema contro cui si è scagliato vivacemente Nietzsche.
L'evoluzione storica verso la confusione dei ruoli (chi delinque e come) ha fatto il resto. Una parte importante l'ha avuta ovviamente il marxismo, che ha indicato nel sistema capitalistico il massimo dei delinquenti. Ma il positivismo non è da meno, anche se da una angolazione diversa. Nasce proprio da Lombroso (che era un medico, come Freud) l'intento di considerare il delinquente un soggetto clinico, e sulle sue orme si sviluppa un imponente processo teso a curare e riabilitare il delinquente, e i pazienti non sono più i "cattivi". Non esente da questa modifica anche il capitalismo che vuole regolare e classificare, far rientrare il mondo in una gabbia d'acciaio, dove ognuno abbia un proprio ruolo e dove il delinquente possa essere "sfruttato" in modo mercantile, piuttosto che escludendolo o peggio ancora "giustiziandolo".
Si sviluppano ad ogni modo anche le analisi che confermano come sistemi penali più rigidi incrementino la delinquenza piuttosto che contenerla e questo aumenta ancor più quel vago senso di colpa di cui parla CVC.
A mio modestissimo parere dividere il mondo in buoni e cattivi fa sempre male al mondo, perchè ognuno di noi è collegato agli altri. Tutti noi siamo storia individuale ma anche storia collettiva e sociale. Faccio un esempio di illegalità minore. In alcuni quartieri si parcheggia in doppia fila...il deviante è l'automobilista o lo speculatore edilizio che non ha fatto parcheggi sufficienti? E' l'automobilista o l'azienda di trasporto pubblico che per svariati "oscuri" motivi non offre un servizio dignitoso? E' l'automobilista o l'assenza di un servizio di vigilanza, poichè il personale per clientelismo, lassismo e nepotismo è imboscato negli uffici? E' l'automobilista o un processo culturale di indottrinamento secondo il quale possedere un automobile è il lasciapassare verso la società degli eletti? Però è anche l'automobilista, perchè avrebbe potuto parcheggiare più avanti e farsi un chilometro di strada a piedi.
D'altro canto lo speculatore edilizio ha tutto l'interesse a concentrare l'attenzione sull'automobilista, poichè così non si vede la tangente che ha pagato all'amministratore pubblico per poter costruire sopra un parcheggio ben poco redditizio un altro condominio.
Su tutto ciò non sono neppure d'accordo con Baylham. Lo stato di diritto è un artificio ma un artificio che ci può difendere dalla violenza del potere. Laddove la giustizia viene considerata qualcosa di diverso dalla legge costituita fioriscono gli stati autoritari in meno che non si dica. Come forse qualcuno saprà, in Germania all'epoca del nazismo, vigeva il Volksrecht, ovvero dei principi vaghi di patria, sangue e razza che potevano giustificare qualsiasi nefandezza e sovrastare ogni norma positiva.
La risposta finale al quesito di CVC è quindi che sì, effettivamente dobbiamo portare questa croce e che questa croce è un ottimo antidoto a tutte le teorizzazioni amico/nemico che di solito si collegano a notevoli spargimenti di sangue. Però, in quanto ancora (ancora?) figli del positivismo possiamo sperare di migliorare le cose, consapevoli del gran guazzabuglio che coesiste nel cuore di ogni uomo e di ogni società.
#3174
Tematiche Filosofiche / Re:pensieri sull'inconscio
27 Dicembre 2016, 14:09:01 PM
Si rischia l'ot ma preciso sinteticamente che almeno nei disturbi psichiatrici una terapia farmacologica dovrebbe/potrebbe essere parallela ad una psicoterapia: l'una cosa non esclude l'altra e nei disturbi seri la duplicita' dell'intervento e' quello che cura meglio. Sulla prevalenza dell'intervento farmacologico incidono molte cause. Nei servizi pubblici e' determinante la diversita' del tempo necessario ad una psicoterapia individuale rispetto al tempo necessario per prescrivere un farmaco. Inoltre la psicoterapia presuppone una attivita' di supervisione e una formazione continua, per limitare gli effetti negativi dovuti dall'assorbimento del dolore altrui e quindi una maggiore complessita' organizzativa. L'erogazione di medicine non pone ovviamente allo stesso livello di esposizione allo stress.
#3175
Tematiche Filosofiche / Re:pensieri sull'inconscio
26 Dicembre 2016, 18:53:11 PM
@flarenight: Non capisco la sua obiezione/distinzione fascismo-nazismo. Il mio intervento era solo per evidenziare come alcune correnti influenzate dalla psicoanalisi si sono interessate di fenomeni sociali in modo critico. Tra l'altro gli studi di Reich parlavano di fascismo in senso generico, includendo in esso anche il nazismo (che tra l'altro era al centro della sua attenzione, essendo di cultura tedesca).
Se la cosa la può consolare le consiglio di leggere, se non lo conosce, Alice Miller, una psicoanalista eretica, che accomuna Hitler, Caesescu e Stalin, come persone autoritarie (2 a 1 per i sinistroidi). Il libro si intitola "La persecuzione del bambino". Non conosco studi di psicologia sociale sui sinistroidi e sui centri sociali.

La differenza fra "presenza" e "associazione" in merito al collegamento paranoia e depressione non l'ho capito. Quello che volevo dire è che un disturbo depressivo importante può trasformarsi in un disturbo paranoico più o meno grave e coesistere con ulteriori episodi di depressione. In sostanza i due disturbi possono coesistere e conosco direttamente episodi di passaggio/coesistenza da depressione a paranoia mentre non sono a conoscenza diretta di episodi di passaggio/coesistenza da paranoia a depressione. Senza entrare nel dettaglio i due disturbi sono comunque molto diversi, mentre nella paranoia c'è un delirio che modifica la percezione della realtà, nella depressione si conserva la percezione della realtà ma viene svuotata di ogni valore fino a far sentire il depresso fuori dalla vita stessa. Se la depressione persiste fino a minacciare la vita stessa, la persona ha alcune alternative a disposizione ed una è la difesa proiettiva paranoica che sposta su qualcuno/qualcosa il proprio disagio e può così attivarsi e reagire.
#3176
Attualità / Re:BARRIERE ANTI-CAMION IN TUTTA MILANO.
26 Dicembre 2016, 10:08:23 AM
La questione può essere riassunta in questi termini. La globalizzazione, iniziata cinque secoli fa, ha creato il diritto al libero scambio delle merci. Le merci non riconoscono più i confini. Anzi per molti secoli la globalizzazione ha significato la rapina delle materie prime e degli uomini da un luogo (terzo mondo) verso un altro (primo mondo).
Lo sviluppo tecnologico, causato anche da quella liberalizzazione dei commerci e delle merci ha creato le premesse dell'esplosione demografica. Sono le stesse condizioni che mi permettono di vivere in una casa riscaldata e perdere tempo davanti ad un computer, ad aver favorito la crescita demografica e il conseguente flusso di migranti prima in un senso e ora nel senso inverso.
Surrealisticamente si potrebbe dire che i migranti non rispettano il loro status di merce. Invece di restare accatastati in un magazzino in attesa di essere sfruttati si muovono, girano, cercano occasioni per migliorare la propria vita, sporcano, soffrono, fanno reati e atti terroristici. E non siamo tanto distanti da questo ritratto surreale, considerata la differenza delirante che le normative puntualizzano fra rifugiato politico e rifugiato economico.
Se questa società fosse coerente, dovrebbe trattare questi migranti come si tratta il surplus produttivo, attraverso i saldi e la distruzione finale della merce. Questa coerenza però produrrebbe una ancora maggiore conflittualità a meno che non si voglia perseguire la "pax romana", ovvero lo sterminio totale, riservandosi una certa quantità per i lavori umili e sottopagati, quelli che insomma fanno girare l'economia (un po' come gli stucke, i pezzi: così venivano chiamati gli ebrei nei lager).
Ipocritamente concediamo pertanto a tanti disperati le briciole del nostro lauto pranzo, tra l'altro pubblicizzandolo e facendo passare il messaggio che tutti possono pasteggiare, se se lo meritano (ma forse non se lo meritano, poichè appartengono a razze inferiori). E questa ipocrisia la utilizziamo per sentirci buoni e rappresentare gli altri come degli irriconoscenti, dei villani fino alla chicca finale: i nostri futuri persecutori.
In questo quadro non esistono ricette sicure. Non esiste neppure il mito dell'accoglienza per tutti. La necessità di un confine per preservare la propria identità non è un pensiero autoritario o proto-fascista, è un'esigenza di tutti i sistemi per non collassare.
Si tratta di un problema complesso che va affrontato con strumenti complessi, rispetto, piccole azioni quotidiane, redistribuzione più equa della ricchezza. E questo può accadere se il ceto medio occidentale si allea con i migranti, poichè il suo destino è connesso a quello dei migranti. Siamo noi, ceto medio occidentale, e i nostri figli, ad essere destinati a diventare ceto migrante del futuro se non si inizia a scalfire il potere assoluto di una minoranza globalizzata e extrastatuale della popolazione mondiale che detiene gran parte della ricchezza.
#3177
Tematiche Filosofiche / Re:pensieri sull'inconscio
25 Dicembre 2016, 23:53:57 PM
Il primo argomento di Davintro è molto intrigante e non escludo che sia già stato esplicitato in letteratura. Direi che attraverso il discorso dell'inconscio si tocca uno dei temi fondamentali della psicoanalisi, se non il tema per eccellenza. Ed è molto vera anche la disamina che viene fornita. E' come se Freud si accapigliasse con sè stesso: con la ricerca psicoanalitica tende a far riemergere l'inconscio, ma se fa riemergere l'inconscio la teoria psicoanalitica non ha più senso di esistere.
Freud in ciò può essere rappresentato come una ruota dentata di congiunzione fra il pensiero positivista e quello successivo che perde fiducia nelle "magnifiche sorti e progressive". Da una parte quindi l'agire verso la scoperta di quanto è sconosciuto, dall'altra l'eterno amletico ritorno a qualcosa che non può mai essere del tutto scoperto...
Freud rimette in campo con l'inconscio l'ambivalenza dell'agire umano ma lo ricolloca in un campo più vicino al sapere ufficiale. Non è più relegato alle opere d'arte, alla tragedia greca, ma diventa un tema del dibattito scientifico e per un quarantennio, dal 1930 al 1970, con una voce piuttosto autorevole. Ora il vento è mutato e le neuroscienze sono la nuova illusione di massa.
Le critiche alla psicoanalisi presenti anche in questo topic mi fanno pensare che derivi da una scarsa conoscenza della stessa. Che non abbia mai curato nessuno lo escludo. Vi sono una infinità di testi che raccontano di guarigioni a seguito del trattamento psicoanalitico e le guarigioni sono state descritte in primis proprio da Freud. La psicoanalisi inoltre è fondata su protocolli serissimi e gli eventuali ciarlatani (che esistono) vengono comunque defenestrati in fretta.
Che la psicoanalisi sia un modo per confondere le acque rispetto alle vere cause "sociali" del disagio psichico è vero solo in parte. Freud non ha mai voluto approfondire questa tematica, ma il suo approccio alla sua disciplina è stato comunque sempre "scientifico", nel senso che incoraggiava a migliorare la sua disciplina, a non credere di aver afferrato una volta per tutte la "verità", ed infatti dalla psicoanalisi sono partite molte altre correnti, alcune delle quali hanno anche interpretato il fascismo (Reich) o la personalità autoritaria in chiave psicoanalitica (Adorno-Horkheimer). Attualmente la psicoanalisi è ben diversa da quella freudiana, anche perché la società è diversa. All'epoca di Freud la società era organizzata in senso autoritario, il senso di colpa schiacciava i figli fino a farli sentire degli scarafaggi e quindi il disturbo tipico era la depressione e la paranoia (che infatti spesso clinicamente sono associate). Attualmente la società è organizzata per il consumo, il senso di colpa viene ridicolizzato e i figli sono idolatrati, il disturbo tipico in questo contesto diventa il narcisismo, con relativo passaggio in secondo piano del complesso di Edipo, che fondava la psicoanalisi classica.
Sulla natura epistemologica della psicoanalisi credo che bisogna accettarne la sua natura centaurica, non è scienza fondata sulle analisi del sangue ma non è neppure alchimia (anche se Jung qualcosa in merito ha scritto). Vi sono delle tracce che ne fondano la necessità. Altrimenti ditemi qual'è la funzione organica dei sogni, e non ditemi che non servono a nulla, perché l'organismo non fa nulla per nulla. Un altro argomento a favore dell'esistenza della psicoanalisi si trae proprio dai recenti studi genetici, visto che l'epigenetica ci informa di come alcune parti del DNA siano sensibili all'ambiente non nel corso dei secoli ma anche nel corso dell'ontogenesi di un singolo individuo. Questo per sottolineare l'importanza dei traumi familiari rimossi e non rimossi nella strutturazione anche genetica della personalità degli individui.
#3178
Attualità / Re:BARRIERE ANTI-CAMION IN TUTTA MILANO.
25 Dicembre 2016, 19:18:24 PM
Le vere barriere contro la violenza si costruiscono formando le nuove generazioni a lottare per una societa' piu' giusta e con meno disparita'. Il resto e' fuffa. I confini sono sempre stati travolti dalla necessita'. Neppure la grande muraglia cinese ha salvato quell'impero dai mongoli e noi pensiamo di salvare il ns benessere con dei jersey? Questa campagna sui confini fa bene solo a certi politici, alla loro cricca e alle lobbies collegate. E' buffo...I terzultimi guardano in cagnesco i penultimi che vogliono schiacciare gli ultimi, mentre i primi sono piacevolmente esenti, soddisfatti e pronti a peggiorare la situazione se qualcuno vorra' incidere sui loro interessi.
#3179
Varie / Re:BUON NATALE
25 Dicembre 2016, 15:26:43 PM
Buon Natale a tutti.
#3180
Attualità / Re:L'Italia è governabile?
17 Dicembre 2016, 11:45:10 AM
Alcune considerazioni. La prima riguarda l'elezione del primo ministro. secondo la Costituzione attuale il primo ministro non viene eletto ma nominato dal presidente della repubblica dopo alcuni passi previsti per legge e per prassi.
Secondo punto. La governabilita', nel xxi secolo, si ottiene permettendo il consumo e pertanto ridotto a questo unico scopo, la politica non e' piu' cosi' importante. In questo mondo se le multinazionali fossero in grado di garantire alcuni servizi (come in alcuni casi gia' succede) si potrebbe anche superare la forma stato e la politica come la conosciamo noi oggi.