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Messaggi - Jacopus

#3181
Attualità / Re:Migranti
11 Dicembre 2016, 15:57:37 PM
Spesso nel corso di questo dibattito si è fatto retoricamente ricorso all'immagine della battaglia difensiva dell'Occidente nei confronti dei "barbari", chiamando a deporre oscuri scrittori. Oggi mi sono imbattuto casualmente in Pericle e  in quello che gli fa dire Tucidide in " Guerra del Peloponneso". Si tratta di uno dei testi fondatori dell'Occidente e della sua filosofia. Un testo che, per vie impensate, continua a risuonare nella testa di noi europei.

"E noi soltanto portiamo aiuto a ciascuno in considerazione non del calcolo dell'utile ma della fiducia nella libertà, e su questo principio affermo che tutta la città (Atene) è scuola dell'Ellade".

Oggi la situazione è forse non paragonabile a quella di 2500 anni fa. Non siamo all'apogeo di un civiltà ma in una fase di lenta decadenza, che dura da almeno cento anni. Questo non vuol dire che non possiamo ancora difendere il nostro benessere per altri secoli. Ci sono validi esempi storici in tal senso, come l'impero bizantino, tanto per citarne uno. 
Sinteticamente abbiamo di fronte tre opzioni:
1) guerra di civiltà, deriva autoritaria, restringimento della libertà, stato di polizia;
2) accoglienza come progetto condiviso da una società agiata che mette in conto di condividere parte della propria ricchezza come investimento sul futuro e sulla sicurezza delle prossime generazioni;
3) accoglienza secondo le attuali modalità caotiche, controverse, conflittuali, che richiamano alla memoria la vecchia canzone "finchè la barca va...lasciala andare".

C'è anche una quarta via che piace ai "conservatori illuminati", secondo i quali gli ingressi dovrebbero essere regolati e i delinquenti rispediti al mittente, secondo quanto fanno altri stati come Canada, Australia...ecc. Purtroppo o per fortuna ci sono motivi geografici ad impedire una tale soluzione. Dal Sudamerica arrivano persone regolari proprio perchè c'è di mezzo un oceano, come per il Canada e l'Australia. Inoltre bisognerebbe constatare come vengono rispettate le leggi e le regole in questo paese, con uno dei tassi più alti di evasione fiscale e con uno dei livelli più bassi di efficienza dell'amministrazione pubblica del mondo occidentale. Di solito si può essere fiscali e "legali" in sistemi che premiano la "legalità", cosa che a mio parere, a sud delle Alpi, non sta avvenendo.
Inoltre, senza considerarne l'eticità, rimpatriare un migrante non è così semplice. Bisogna conoscere la sua nazionalità, accertare che non sia perseguitato nel suo paese, verificare se c'è un accordo con quel paese per il rimpatrio, accertarsi che vi siano i fondi per il rimpatrio, poiché le compagnie aeree e le forze dell'ordine non sono enti di beneficenza, controllarlo affinchè non si dilegui nel frattempo. Alla fine i soldi che si spendono in questo modo potrebbero essere utilizzati meglio e se un migrante fa un reato finirà comunque in carcere molto prima di un italiano.

In questo momento storico però solo l'accoglienza può aiutarci, sia per motivi pragmatici, visto che non ci sono altre soluzioni, sia per motivi etici, poiché il concetto di "dignità" umana è nato nell'ambito della cultura occidentale e solo qui. Per farlo bene e in armonia dovremmo però sentirlo come un progetto condiviso mentre le storiche divisioni degli italiani sono moltiplicate da questo tema, che viene demagogicamente strumentalizzato da chi calcola di poterne ottenere un vantaggio.
#3182
Attualità / Re:Migranti
10 Dicembre 2016, 15:01:41 PM
A proposito della supposta mancata ospitalità dei paesi arabi. L'Iraq, paese impoverito da guerre che durano ormai da quasi 40 anni ospita 240 mila profughi contro i nostri centomila. Il Libano, che non è certo una superpotenza economica ne ospita 2 milioni, 20 volte il ns numero. Credo che ormai, in Occidente, viviamo dentro torri d'avorio concentriche, ognuna delle quali tende ad espellere quelli che vengono considerati minacce al ns tenore di vita. La cosa veramente divertente è che spesso queste stesse persone, accanitamente egoiste, difendono il crocifisso o altri gadget cristiani senza avere la minima percezione di essere in palese contraddizione con quei valori.

http://www.lenius.it/profughi-in-libano/
#3183
Tematiche Filosofiche / Re:Perché fare filosofia?
27 Agosto 2016, 15:56:09 PM
Bella domanda. A cui possono seguire tanti diverse risposte. La prima che mi è venuta in mente è questa: "la filosofia è uno dei più potenti antidoti alla violenza". Anche le teorie che giustificano la violenza hanno infatti un nucleo "discorsivo". La spada, con il suo freddo metallo che taglia il collo è una cosa, l'incitazione a tagliare il collo con la spada tramite filosofia è un atto diverso.
La filosofia è inoltre depositata nei libri, nei frammenti greci, in atti scritti che possono essere confrontati e che possono dialogare fra loro, come saggi sempre disponibili, che possono metterci in guardia, che possono farci vedere il passato per non ripetere gli stessi errori e che soprattutto cercano di andare al fondamento delle cose e delle azioni, per capire chi è l'uomo e qual'è il suo compito nel mondo.
Il fascino della filosofia è dato anche dalla sua debolezza. Il fatto stesso che tu ti domandi "perchè fare filosofia" è parte di quel fascino. Non chiederesti mai allo stesso modo " perchè fare ingegneria". La filosofia è talmente critica che è in grado di criticare anche sè stessa, ma in questo mantiene una riserva di senso immensa, contrapposta alle conoscenze "tecniche" che si limitano a risolvere un compito o a quelle "teologiche" che risolvono le domande dell'uomo attraverso una storia escatologica.
Poi c'è una seconda motivazione. Studiare la storia della filosofia apre la mente e permette di entrare nella storia dell'uomo forse meglio di ogni altro tipo di "storia", perché la filosofia è l'essenza di quell'epoca anche se arriva di notte, a giochi fatti, come la civetta di Minerva.
C'è anche una terza motivazione. Per capire il mondo occorre esercitarsi e la filosofia è la palestra più attrezzata che vi sia. Occorre però avere spirito critico, senso di abnegazione e anche forse una certa dose di intuitività, di capacità di leggere le connessioni fra gli eventi.
Ovviamente prima di "fare filosofia" occorre conoscerla, e quindi penso che il tuo sia un invito a studiare la filosofia, poiché "fare" filosofia è riservato solo a pochi di noi, persone davvero speciali e che hanno una specie di missione da assolvere.
Non sono un esperto di filosofia, nonostante tutta questa tiritela, ma penso che la crisi della filosofia dipenda dall'esplosione del sapere umano, che non può più essere manovrato da un'unica mente, come ai tempi di Leonardo. La specializzazione ci rende tutti tecnici di qualcosa ma in questo modo si perde il contatto fra tutta l'umanità, si perde il senso del "fare qualcosa" a cui la filosofia invece saprebbe rispondere se ben interrogata.
Anche questa frase della Yourceanair mi è venuta in mente mentre sto rispondendo:
"fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire".
#3184
Attualità / Re:Femminicidi
27 Agosto 2016, 15:00:47 PM
Buongiorno Verdeidea, i link li preciso quando sorge un equivoco come in questo caso. Tu spesso non fai riferimento neppure a link ma alla tua professione di "fede" anti-qualcosa e quindi mi sembra che sei molto più irrispettosa di me. Rispetto al fatto che io sia autolesionista rispetto all'occidente è tutto da provare. Quello che dico è l'esatta dimostrazione dei valori che un certo Occidente ha creato, ovvero la difesa delle minoranze e dei più deboli e la necessità di integrare le minoranze all'interno di valori condivisi, che è quello che ha fatto per secoli, ad esempio, l'impero romano. Se ora possiamo parlare di questi argomenti oppure di altri senza temere di essere presi da qualche agente in borghese che ci porta a Ventotene è proprio perchè abbiamo acquisito certi valori occidentali nel corso degli ultimi secoli.
Le tue continue disquisizioni piuttosto violente contro gli islamici sono invece proprio simili a quello che i terroristi islamici vorrebbero fare a noi: chiuderci il becco.
E' evidente che questo non ti è molto chiaro perché insisti su questo tema da quando hai fatto la tua comparsa. A proposito di cambiare tema mi viene da ridere. Prova a rillegere i tuoi interventi. Potresti mettere dentro i tuoi interventi anti-islam anche in un topic sulla scoperta della luna.
Ad ogni modo ho provato ad essere gentile con te. Non capisco la tua ostilità ma da questo momento in poi ti ignorerò.
#3185
Interessante il tuo ultimo intervento Gibran. Ne parlava allo stesso modo, più di un secolo fa, Flaubert in "Bouvard e Pecuchet". Sulla massificazione verso il basso delle società moderne vi è una letteratura infinita, Toqueville ha fatto anche lui delle riflessioni interessanti, in "sulla democrazia in America". Questo per dire che non hai tutti i torti. E' una forma di mimesi se vogliamo: espandere i diritti, perfino il diritto alla felicità, ci rende anche un pò ebeti, al punto da comprimere talvolta il genio che fuoriesce dal gregge mediocre.
Però secondo me agiscono anche altri fattori che andrebbero indagati. Uno è lo scarso senso di sportività degli italiani. Posso anche fare foto sbilenche, ma nella vita non sono solo un fotografo. Posso ammettere anche di perdere nella partita della fotografia e rifarmi in quella del modellismo. 
Un altro è il mai sopito passo dell'oca che risuona sempre nelle nostre menti (anche qui c'è una buona letteratura che mi può sostenere, quindi come dice Renzi, fatevene una ragione). Infatti le critiche secondo me sono costruttive e sono un aspetto fondamentale della libertà di opinione ma dovrebbero essere critiche rispettose e mai giudicanti o altezzose, anche perché in questo modo si crea un muro invalicabile e la critica non cambia il modo di fare fotografie (o di pensare all'islam).
L'immagine della giustizia è quella di una signora muliebre con la spada in una mano e la bilancia nell'altra. E' inevitabile, ma nei rapporti sociali quotidiani usare la spada non è utile, occorre molto di più la bilancia e accettare che qualcuno sia nel piatto di destra, qualcun altro nel piatto di sinistra, e qualcuno fuori dai due piatti e pensare anche che tutti in fondo hanno un pò di ragione.
Mi riconosco molto nelle parole di Paul quando dice di voler comprendere le azioni degli uomini, anche quelle apparentemente crudeli e nefande. Pensate forse che Hitler si ritenesse il più grande criminale della storia? Oppure che i mafiosi credono di essere pessimi elementi?
Anche uno jhadista magari ha il diritto di essere riconvertito, di capire i suoi errori...ma se lo metti con le spalle al muro e lo definisci una volta per tutte, non gli resterà che farsi esplodere ancora.
Insomma si deve criticare, si deve avere una mente libera da pregiudizi, poichè come giustamente noti, altrimenti la storia si fermerebbe, ma si deve fare con gentilezza e fermezza, con curiosità e dall'altra parte occorre un maggior approccio sportivo e accettare le critiche che ci vengono rivolte senza gridare al sacrilegio.
E' un dilemma difficile, anch'io talvolta davanti alla prosopopea infondata di molte persone vagheggio il ritorno ad un'epoca aristocratica, salvo poi ricredermi nel momento in cui rielaboro la società aristocratica come si è manifestata nella storia. E comunque non è volgare anche questo gridare, urlare la propria opposizione, il proprio pensiero "alternativo", mentre il gregge rumina tranquillo?
Una possibile soluzione ci sarebbe anche: quella di rendere il maggior numero di noi sufficientemente abile, colto, informato sui fatti, capace di interpretarli, dotato di un cuore e di una sensibilità affinata con la cultura. Una società aristocratica di massa: un plateale ossimoro che ogni tanto mi visita quando si parla di questo tema.
Siamo andati molto fuori tema. Anzi potrebbe essere un nuovo tema.
#3186
Viaggio di lavoro verso La Spezia. Il sole illumina ogni cosa. Fuori dal finestrino scorre il mare. Scintillante, immobile, altero nella sua bellezza. Immagino che sotto la superficie nuotino spettri inquietanti di sirene omeriche.
Nelle cuffiette i Gotan Project propagano la loro musica. Che ci sia Buenos Aires dietro quel promontorio? Sono quasi arrivato e mi domando se salutero' gli occasionali compagni di viaggio. Una voce alla mia destra mi dice "no, non salutare, sono gli stessi simili che ti hanno offeso e fatto del male. Restituisci lo stesso male. Il tuo silenzio sara' eloquente."
Alla mia sinistra si alza una seconda voce: "saluta invece, ricorda il bene che ti e' stato donato".
Sono indeciso. Quel fondo di rabbia che mi frequenta insiste: "non salutare, immagina che rancore se non risponderanno al tuo saluto". Anche l'altra voce torna alla carica: "ma insomma cosa ti costa?  Potranno anche non rispondere ma quel saluto sara' sicuramente arrivato dentro la loro anima...ehm coscienza. Forse sara' conservato nel deposito delle buone azioni che serve dall'inizio del mondo a contrastare le cattive".
Mi decido, saluto e ricevo tutte le risposte.
Esco dal treno. Il sole illumina ogni cosa. Sul mare immagino ora un branco di delfini che naviga verso il largo.
#3187
Attualità / Re:Femminicidi
23 Agosto 2016, 15:37:46 PM
Buongiorno Verdeidea. Sulla violenza nel terzo mondo e nei paesi islamici contro le donne hai perfettamente ragione.  Io facevo riferimento ad altre statistiche (che non posso postare per motivi logistici ma facilmente reperibili) secondo le quali il livello di femminicidi e' piu' alto nei paesi del nord-europa rispetto a quelli del Sud-europa.
A proposito dei difensori del Medioevo stavo pensando di aprire un thread. Ad ogni modo non credere che io o i "buonisti" difendano a spada tratta la cultura islamica . Si tratta semplicemente di evidenziare come certi errori siano stati compiuti da ambo le parti e che la violenza e' una catena che e' difficile da modificare e tende a perpetuarsi.
Sulla incapacita' degli uomini a controllare il proprio 'agire' primitivo, anche qui sono d'accordo.
#3188
Attualità / Re:Femminicidi
22 Agosto 2016, 01:27:09 AM
Un saluto a tutti. Non credo che si possa imputare alla Madonna anche il femminicidio. E' la domanda finale posta da Altamarea forse a fuorviare la discussione.
Invece l'intervento della Ferraris è molto condivisibile. Il femminicidio nasce come fenomeno a seguito di un doppio mutamento:
1) l'inserimento della donna come "parte in causa", perché lavora, vota, esprime la propria opinione, fa l'avvocato, il giudice, il poliziotto e non si limita a cambiare i pannolini.
2) L'acquisizione nella donna di una propria coscienza e di un proprio valore, indipendente e non come "luce riflessa" dell'uomo.

Un certo tipo di cultura, retrograda e medievale (quello stesso Medioevo che ha tanti sostenitori in questo Forum!) non accetta questo cambiamento perché significa non poter più gestire la donna, non esercitare su di lei un potere sulla sua vita, sul suo corpo e sulla sua sessualità. Fino agli anni '60, il codice civile prevedeva che la donna fosse sottoposta alla patria potestà del marito, come se fosse sua figlia.
Questo stato di cose produceva sia una situazione di pace famigliare poiché i ruoli erano chiari (c'era il padrone e c'era la serva), sia una situazione insostenibile agli occhi dei tanti "Illuministi" che brulicano nel mondo moderno.
La conferma di quello che sto dicendo è che i femminicidi sono più alti proprio laddove c'è inserimento sociale e parità sociale della donna più alto, e in questo non c'è contraddizione. Nelle società più tradizionaliste la donna è ancorata spesso all'uomo, che non deve quindi ucciderla per riaffermare il suo potere.
Non capisco l'affermazione di chi dice che al processo di emancipazione della donna non è seguito un analogo processo di emancipazione dell'uomo. Se con questo si intende la capacità dell'uomo di accettare l'emancipazione femminile allora sono d'accordo, questo processo è solo iniziato ed ha solo sfiorato gran parte della società italiana.

A questa interpretazione "classica" del fenomeno ne aggiungo un'altra, che convive con la prima, poiché i fenomeni sociali sono sempre multicausali. Credo che il livello di competizione e di appagamento narcisistico non possa permettere a tanti di accettare un rifiuto, ma la donna è più debole fisicamente ed organicamente. Il progesterone non è il testosterone e quando si tratta di agire la violenza, l'uomo è avvantaggiato da millenni di pratica sul campo.
Infine mi sembra molto appropriato anche il discorso, proposto dalla Ferraris, sul consumo di violenza sessuale, facilmente usufruibile da chiunque, e che nella mente di un soggetto poco istruito, a sua volta sottoposto a pratiche violente nella sua vita, può diventare un incentivo per esercitare un tipo di rapporto violento che non viene agito davvero come tale, ma quasi come un modo diverso di consumare sesso, magari senza arrivare all'omicidio (si spera).
In ogni caso, ripeto quello che ho già scritto altrove: il femminicidio è solo la punta dell'iceberg di un mondo di violenza fisica e psicologica cui è stata sottoposta la donna in gran parte della storia dell'Occidente. Ora assurge al centro della cronaca perché le altre violenze non sono più in grado di far stare al loro posto "le femmine".
#3189
CitazioneVorrei precisare che i crociati (cristiani o no) comunque uccisero per difesa, per difendere i cristiani messi a ferro e fuoco dai musulmani, e che non furono mossi sempre o solo da motivazioni religiose.  Noi (occidentali) oggi possiamo anche giudicare male l'operato dei crociati perchè ci siamo evoluti a tal punto di fare autocritica (anche troppa), ma occorre calarsi in quella realtà ed in quei tempi (non dimentichiamo il fenomeno dei "cavalieri" dell'epoca) ed allora siate certi (anche Altamarea), che pure voi avreste combattuto contro l'atroce invasore maomettano... Perché un conto è credere in un Dio, altra cosa è farsi massacrare o trovarsi nellla necessità di difendersi.
Jacopo poi in quasi tutti i suoi interventi di qualsiasi sezione dà sempre la frecciatina, spesso velata, ai tempi del fascismo, alle destre, ecc... "I magnifici quaranta" ... Furbetto eh...   

Scrive Jacopus: "Il nemico assume tutta la sua importanza strategica nei momenti di "crisi", basti pensare alla Controriforma o all'ascesa del nazismo"(altra frecciatina). 
"Vi sono inoltre sistemi di pensiero che "geneticamente" assumono la presenza del nemico come dato esistenziale essenziale, basti pensare ai sistemi politici autoritari, definiti da H. Arendt, totalitarismi."
Peccato che Jacopus, affetto da buonismo, si dimentica del sistema totalitario chiamato islam, cioè quel sistema che stiamo imbecillemente importando in Europa.

Ancora Jacopus: "...Nasce dal basso per via dell'incapacità delle società sviluppate a destinare parte della sue risorse all'integrazione sociale... 
Ancora con questa storia che la colpa è nostra? Ma quando la smettete?! A me pare che la colpa sia loro, perché non posseggono le capacità necessarie per affrancarsi dalla miseria e quant'altro. Mancano di capacità strategiche sia di politica che di diplomazia. In diversi paesi sono ancorati ad un sistema di tipo feudale.

Jacopus: "Si potrebbe ulteriormente pensare come ipotesi che le religioni sono delle "fisarmoniche" pluralistiche molto più di quello che si pensi e possono essere adeguate alla ricerca di un nemico nei momenti di crisi o all'universalismo cosmopolita nei momenti di floridità e di ascesa. E questo è accaduto storicamente sia nel mondo occidentale che in quello islamico."
Altra emerita cavolata... che sia accaduto nel mondo islamico (se non per brevissimo periodo e pura convenienza politica).

Ah, vi rammento che c'è pure la spiritualità delle sette sataniche. Tra l'altro nel satanismo si fa riferimento ai 72 demoni... guarda caso anche gli islamici fanno riferimento alle 72 vergini di cui godrà nell'Aldilà ogni maschio buon fedele musulmano.

Cara Verdeidea, replicare ai tuoi post sembra quasi sparare alla Croce Rossa, ma tant'è, ti dimostrerò in questo modo di essere un pò "cattivista".
Partiamo dai crociati che uccisero per difesa...Non so che libri di storia tu abbia letto. Ti consiglio Runciman, Einaudi, Storia delle crociate. Capisco che per voi di destra, "quando sentite parlare di cultura prendete la rivoltella", ma si rischia di far brutta figura. Ti aggiungo solo una notiziola che puoi trovare in Barbero, "Il divano di Instabul" (mi spiace fare la figura del professorone, ma le cose per dimostrarle bisogna citarle). I Cavalieri dell'Ordine di Malta, fino a tutto il '700 facevano i pirati ai danni dei mussulmani. Nella battaglia di Lepanto schiavi cristiani remavano sulle navi turche e schiavi ottomani remavano sulle navi della lega europea. Un'altra notiziola, nel corso della prima crociata, un certo Embriaco, nobile genovese spedì un barile di nasi all'imperatore, nasi che aveva diligentemente tagliato non ai mussulmani, ma ai bizantini di Bisanzio, cristiani scismatici ma pur sempre cristiani.

A proposito delle frecciatine sui regimi autoritari. Non ho alcuna paura di dirlo apertamente. Non ho bisogno di dirlo velatamente. I sistemi di potere fascista e nazista mi fanno ribrezzo e sono tra l'altro molto simili ai sistemi di poteri teocratici mussulmani che dici di voler avversare. Inoltre non faccio distinzioni fra prima e dopo il 1938. Il fascismo è stato un regime rivoltante sia prima che dopo il 1938, fondato sulla sollecitazione del "maschio alfa". Il sistema sovietico mi fa altrettanto ribrezzo ed anche i sistemi teocratici mi fanno ribrezzo. Se provi a leggere attentamente quello che scrivo capirai che metto le religioni monoteiste pressapoco allo stesso livello di oscurantismo. Apprezzo solo alcuni insegnamenti dei Vangeli perché li ritengo validi in generale sia per i credenti che per i non credenti. 

A proposito del "ma quando la smettete?". E' un modo di parlare più da osteria che da confronto su argomenti seri. Cerca di argomentare piuttosto che ostentare i tuoi pii desideri. Io dico la mia ipotesi e ti posso anche scrivere una bibliografia sull'argomento che appoggia la mia tesi. Ovviamente se tu affidi la tua cultura ai post di Salvini su Facebook, abbiamo poco da condividere. Prova a leggere "I dannati della Terra" di Franz Fanon, oppure guarda la battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo, molto eloquente, diretto da un fiero italiano.
Secondo te come ci si affranca dalla miseria? Uno vive dentro una baracca di lamiera, in un quartiere dove si spara dalla mattina alla sera, dove al massimo riesce a mangiare un tozzo di pane e prova ad affrancarsi dalla miseria. Il bello che deve affrancarsi lì, mentre i governi occidentali foraggiano politici locali corrotti per avere mano libera sulle risorse di quel paese. Se prova a venire qui non vale l'affrancamento. Le hai viste le foto di Aleppo? Prova ad affrancarti lì, in una città distrutta, dove non funziona più niente e dove continuano a volare i bombardieri. Egoismo allo stato puro.

Anche l'epiteto "emerita cavolata" non rientra fra le argomentazioni serie, mi dispiace. Io ti posso fare l'esempio della Chiesa del periodo cosiddetto dell'Umanesimo, nel corso del quale, la Chiesa non aveva ancora aderito ad una politica di repressione delle eresie come accadrà nel secolo successivo e dove si poteva tollerare una certa infedeltà alla linea, come quella manifestata con il francescanesimo o con la Chiesa Valdese, perseguitata solo in certi momenti storici.

Sul contrastare la religione mussulmana come ideologia misogina posso anche essere d'accordo, ma questa visione è condivisa dalla stessa chiesa cattolica. Il papa attuale proprio perchè sta cercando di modificare la percezione della donna in senso più emancipato si sta scontrando con fortissime resistenze interne.
#3190
Il problema fondamentale in questa discussione è "che tipo di razionalità"? Nel medioevo tanti autori hanno cercato di giustificare razionalmente l'esistenza di Dio. E' la razionalità scientifica che, dal seicento in poi, ha chiuso ogni discorso sulla razionalità di Dio. La cosa buffa è che la razionalità scientifica è assurta, nella percezione comune, nella nuova divinità. Una divinità prosaica, dove ai miracoli si sono sostituiti i trapianti degli organi, per carità molto più efficaci dei miracoli ma "tecnici", "funzionali".
Non credo che le religioni siano strumenti di coercizione che la tradizione tramanda in modo automatico. Le religioni sono sistemi di pensiero complessi che rispondono ad esigenze molto diverse fra di loro, fra cui ovviamente anche ad esigenze extra-spirituali. La mia posizione è che le religioni tradizionali vadano superate per il bene dell'umanità, ma senza il trionfalismo di chi crede di avere la verità in tasca. La morte di ogni Dio non è mai indolore. In qualche modo produce una perdita di senso, una fine di identità che non si recupera facilmente.

Mi piace paragonare la storia umana al cervello dell'uomo che è composto da più strati. Si dice che il cervello dell'uomo in realtà siano tre cervelli.  http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/la_teoria_dei_tre_cervelli

Ebbene  l'ultimo, quello della neo-corteccia, lo possediamo solo noi primati e noi homo-sapiens in modo particolare. E' la parte del cervello in grado di soppesare i pro e contro di ogni azione, di sviluppare sofisticate valutazioni astratte, di socializzare con un elevato numero di membri della stessa specie. E' anche qui che nascono "organicamente" i presupposti della morale e della religione. Quindi le capacità più evolute del cervello hanno creato le religioni. Oggi sono passati dai 10.000 ai 6.000 anni da quelle invenzioni importantissime e nel frattempo molto altro è accaduto.
Il pensiero umano è diventato più irriverente ma comunque più critico e capace di oltrepassare ogni "ipse dixit" alla luce del ragionamento, della dimostrazione. Questo però ci ha lasciato orfani. In fondo quell'ipse dixit era come un padre che  ci proteggeva da noi stessi e dalla nostra presunzione. Oggi assistiamo a questo continuo baccano di tanti galli che cantano, senza che si fa mai giorno.
Occorre forse fare un passo avanti, verso una umanità che scopra l'efficienza della neocorteccia e sappia comprimere sempre più gli impeti passionali provenienti dall'amigdala e dall'ippocampo. Dio non è altro che un riuscito mix fra questi cervelli dell'uomo e ci ha aiutato nella nostra evoluzione per molte migliaia di anni.
Allora, per tornare in tema, mi chiedo se non sia possibile un mondo senza divinità ma umile, prudente, che si faccia carico del mondo e dei suoi tesori che sappia applicare gli insegnamenti religiosi in modo laico, senza farsi trascinare in un mondo tecnico apparentemente razionale ma che è esattamente il contrario della razionalità. In questo modo penso si possa osservare razionalmente la fede in Dio. Come un padre, che ha svolto il suo compito e lascia il testimone al figlio. Il figlio però non dovrebbe esultare di questo passaggio ma conservare il ricordo del padre e accettarne la sua storia umana, nel bene e nel male.
#3191
L'ultimo intervento di Anthonyi mi ha suggerito un pensiero che vorrei condividere.
Non sempre le istituzioni religiose e/o sociopolitiche reagiscono in modo "punitivo" a chi la pensa diversamente, a chi mette in discussione quel sistema di pensiero. Ci sono stati momenti storici ben documentati che permettevano di pensare diversamente, fino al punto che quel pensiero "critico" veniva assunto come valore. Pertanto non credo che faccia parte della natura istintiva dell'umanità reagire in modo difensivo, creando punizioni per i "nemici" del sistema dominante. Posso fare l'esempio dell'antica Grecia, dell'Umanesimo, dell'Illuminismo e dei cosiddetti "magnifici quaranta" (dal 1945 al 1985). Ovviamente anche in questi periodi il nemico non scompare, anche perchè è fisiologico a certi settori della società, ma diventa più sfumato, può sempre essere integrato nella società, che ammette un certo livello di eterodossia.
Il nemico invece assume tutta la sua importanza strategica nei momenti di "crisi", basti pensare alla Controriforma o all'ascesa del nazismo. Vi sono inoltre sistemi di pensiero che "geneticamente" assumono la presenza del nemico come dato esistenziale essenziale, basti pensare ai sistemi politici autoritari, definiti da H. Arendt, totalitarismi.
Pertanto un certo pensiero religioso scindendo il mondo in "buoni e cattivi" crea le premesse per identificare il nemico, ma questo nemico si materializza e diventa oggetto di persecuzioni molto più facilmente nei periodi di crisi, nei quali diventa "capro espiatorio" delle disfunzioni sociali.
Questo accade nella sfera delle "istituzioni". Nella sfera dei "movimenti" (riprendo una distinzione di Alberoni se non sbaglio) il processo è diverso, ma sempre legato ad una crisi di risorse. Il terrorismo islamico ne è un esempio. Nasce dal basso per via dell'incapacità delle società sviluppate a destinare parte della sue risorse all'integrazione sociale. Alcune istituzioni possono poi sfruttare questi movimenti ai propri fini.
Si potrebbe ulteriormente pensare come ipotesi che le religioni sono delle "fisarmoniche" pluralistiche molto più di quello che si pensi e possono essere adeguate alla ricerca di un nemico nei momenti di crisi o all'universalismo cosmopolita nei momenti di floridità e di ascesa. E questo è accaduto storicamente sia nel mondo occidentale che in quello islamico. Basti pensare che gli ebrei scacciati durante la reconquista dalla Spagna che reclamava la "limpieza del sangre", furono ospitati dal Marocco islamico, oltre che dall'Italia e dalla Grecia.
Che infine vi sia anche un'aspetto fisiologico nella creazione del nemico, come dice Anthonyi, non lo escludo, poichè gli aspetti considerati da Dawkins nel "gene egoista" non sono neppure quelli da sottovalutare.
#3192
Cara Verdeidea, potrei risponderti usando il tuo stesso tono poco cortese, ma credo che diverrebbe quello che in gergo si chiama "flame". In questo forum apprezzo invece i toni pacati (che purtroppo anch'io qualche volta non ho usato) e l'intenzione di ragionare e riflettere insieme senza svilire e umiliare gli antagonisti. Si tratta infatti di riflettere sulle idee che i partecipanti possono avere in quel momento e non di giudicare le persone stesse con giudizi affrettati. Non capisco inoltre come faccio a deluderti. Non ci conosciamo neppure e non ti ho mai illusa.
Buona giornata.
#3193
Buonasera a tutti. Il presupposto del discorso che vorrei proporvi è dato dalla differenza fra spiritualità e religiosità, intendendo con la prima una ricerca interiore magari anarchica, artistica, ma che intende superare i limiti di una visione semplicemente materialistica del mondo. La seconda è invece quella stessa spiritualità inserita in una organizzazione, in una identità connotata, all'interno della quale si produce subito una ortodossia più o meno rigida.
Ebbene, ho l'impressione che una volta che la spiritualità si organizza e diventa "istituzione religiosa", subito compare il nemico, l'impuro, il malvagio, l'empio. Colui che non sta con noi e che quindi deve essere emendato o bruciato attraverso il fuoco purificatore (simbolico o reale). Si può giungere in questo assetto a pensare che eliminare il corpo possa essere salutare per l'anima. Questo meccanismo in realtà è presente in tutti i gruppi. In qualche modo e fatte le debite proporzioni anche un interista è un empio per un milanista. La differenza deriva dall'importanza di ciò che c'è in palio. Uno scudetto, salvo personalità patologiche, non scatena le stesse emozioni di un certo regime politico o di una visione del mondo terreno e ultraterreno.
E' come se le istituzioni e fra queste quelle religiose, si ritenessero in fondo, ognuna l'unica depositaria della verità e gli altri come dei soggetti che stanno "errando".  Una visione monodimensionale  amplificata dalle religioni monoteiste. Vi porgo un indizio piuttosto noto che ci viene dato dalla radice del sostantivo diaballein che in greco significa colui che divide e che richiama anche il numero due e che è anche il nome greco del diavolo, cioè il grande nemico.
D'altro canto è vero che una società armonica dovrebbe somigliare ad un orchestra, dove tutti gli strumenti suonano, nella loro diversità, un'unica sinfonia. Eppure, nello stesso tempo, quella serenità apparente, quella condivisione potrebbe nascondere la fine della libertà del pensiero dell'umanità, come molte cronache del passato, non solo religiose, ci hanno tristemente tramandato.
Il messaggio evangelico risulta sicuramente un passo avanti verso il superamento di questo concetto del nemico, ma in qualche modo lo trascende e lo fa diventare un nemico ultraterreno. La lotta fra un unico bene e un unico male continua: il nemico continua ad essere presente, come un totem forse indispensabile alla nostra identità, ma che nello stesso tempo incatena la nostra cultura e non le permette di evolversi verso differenti forme di pensiero.
E' incredibile ma tutto ciò mi è venuto in mente riascoltando per l'ennesima volta "Via del Campo" di Fabrizio de Andrè, associata ad alcuni articoli riguardanti lo jhad e l'integralismo islamico. E un pò anche pensando ad Ulisse, a cui mi ha indirizzato Sariputra nell'altro topic sull'amore.
La tesi finale che sostengo è quindi quella di una maggiore umanità presente nelle varie forme di spiritualità non organizzata, rispetto a quelle organizzate. In fondo è proprio da società organizzate religiosamente che è scaturito questo terribile mondo attuale (o non è poi così terribile?). Altre domande e altri pensieri si accodano ma mi fermo qui.
Voi cosa ne pensate? Prometto a Giona  che sarò cortese. Anzi dichiaro pubblicamente che dopo questo incipit non interverrò più, se non proprio tirato per la giacchetta.
#3194
Caro Giona. Il tuo modo di pensare e' agli antipodi del mio ed e' forse per questo che lo detesto. Tu pensi in modo manicheista: il bene tutto da una parte e il male dall'altra. Io non sono contro le religioni e non sono a favore del metodo scientifico. Cerco di pensare con la mia testa con tutti i limiti di questo procedimento (e la presunzione, ma senza questa presunzione saremmo ancora sugli alberi come le scimmie). Vuoi aprire una discussione sulla malvagita' dell'uomo e sull'infinito amore di Dio? Va bene. Ma perche' venire a rovinare una discussione che con Dio non c'entra molto? Ovviamente secondo il tuo pensiero invece Dio e' ovunque e riguarda tutti e pertanto ti senti legittimato a considerare gli infedeli al massimo come dei peccatori da riportare all'ovile oppure dei "morti che camminano ". Prova a confrontarti con altri credenti. Ne conoscerai immagino. Mia moglie e' credente: mi ha conosciuto biblicamente. Forse per te e' un'eretica. Per me e' una credente saggia, senza il paraocchi. A questo punto mi dispiace solo per aver reso questo topic confuso e poco leggibile ma e' a partire da queste posizioni che nasce l'intolleranza religiosa e la violenza religiosa che tu ne sia consapevole o no.
#3195
CitazioneAmare Il Signore Dio vuol dire confidare in Lui e fare la Sua volontà che genera e conserva la vita nell'uomo. Chi non ha scoperto questo parla del Signore Dio, dell'amore ecc.. come se parlasse della favola Cappuccetto Rosso, spara giudizi e idee senza sapere quello che sta dicendo. 
Purtroppo quando l'uomo perde il Signore perde la verità, quando perde la verità perde la vita e quando perde la vita perde la sapienza. L'uomo senza sapienza è convinto di sapere tutto, chi crede di sapere tutto crede di essere "dio", perché senza verità non si può sapere  di non sapere.



Caro Giona, quando parli in questo modo ti macchi della stessa colpa che "proietti" su quelli che hanno perso il Signore: la presunzione. Solo chi ha fede ha la sapienza, la verità, mentre gli altri parlano a vanvera, sono solo degli stolti, la loro casa è costruita sulla sabbia. Ti dico una cosa che non c'entra niente con il post: sono proprio quelli come te che mi fanno dimenticare le critiche al metodo scientifico, critiche giuste da molti punti di vista, ma l'oscurantismo sempre risorgente di tutte le religioni sono lampanti dalle tue parole, così come ai tanti radicali islamici ai quali volentieri ti assimilo.