Citazione di: karmelomale il 26 Ottobre 2016, 01:43:32 AMCitazione di: Sariputra il 25 Ottobre 2016, 23:53:01 PMQuella che tu delinei è una società che non è mai esistita a questo mondo e mai esisterà allo stato attuale delle cose, perché implicherebbe la modificazione del DNA umano. Forse con l'eugenetica ci si arriverà un giorno. Avremo degli uomini santi OGM, perfettamente inseriti in un progetto collettivo, altamente burocratizzato e centralizzato, tutti miranti al bene comune, tutti pensanti allo stesso modo, simili in tutto alle formiche di un formicaio o alle api di un alveare. Uomini che non si permetterebbero mai di avere un'iniziativa che non sia condivisa e messa ai voti, semplici meccanismi di un ingranaggio.
@ karmelomale
Non capisco l'accostamento che fai tra società fondata su un ipotetico amore privo di egoismo ( o società disinteressata) e società povera materialmente
Un conto è immaginare che una simile società sia possibile, e un altro è realizzarla. Ci hanno provato in più parti del mondo, in diversi climi, fra diversi popoli: esperimenti di ingegneria socio-economica tutti falliti. Le utopie sociali sono i peggiori nemici dell'uomo perché astraggono completamente dal reale funzionamento dell'economia, dalle interazioni sociali degli individui e dalla conoscenza della psiche umana (soprattuto da questa). Astraggono ed ipnotizzano, perché le utopie sono belle da contemplare con la mente nella loro perfezione, e sono davvero troppo belle per non tentare di realizzarle, costi quel che costi. La Cina ha smesso di far la fame quando si è volta al capitalismo anema e core ("non importa se il gatto è bianco o è nero, basta che acchiappi il topo", diceva saggiamente Deng Xiaoping; e si è visto che il topo lo acchiappa assai meglio il capitalismo che non il comunismo). Oggi loro vengono qui da noi ad acquistare aziende e hanno cominciato a sviluppare una classe media che spende e spande. Chiedete ai cinesi se si stava meglio ai tempi del "Grande balzo in avanti": l'egoismo, la voglia di emergere, di conquistare, di consumare, di apparire, sono tutti "vizi"socialmente utili, che producono sviluppo e benessere collettivo: piaccia o no bisogna farsene una ragione. Lo so che è "triste", ma è così. Io sono un figlio di Machiavelli: dura lex, sed ita lex.
Non nego che su piccola scala, ma veramente su scala molto ridotta, e fra gente entusiasta e volontariamente (non per costrizione dall'alto!) impegnata in simili progetti si siano potute avere delle collettività ben funzionanti secondo principi di condivisione, ecc. Penso a certe comunità monastiche medievali o più di recente ai kibbutz dei primi coloni israeliani. Ma su grande scala queste cose si sono rivelate impossibili e deleterie.CitazioneEvito di considerae i "casi concreti" come quello cinese (sulla cui valutazione da parte tua mi limito a segnalare doverosamete -per essere a posto in coscienza- il mio totale dissenso) perché li ritengo argomenti non consoni al forum e pericolosi per la convivenza (sia pur telematica) dei frequentatori.
Noto solo che fra "perfezione utopica" e accettazione passiva dello stato di cose presente ce ne passa!
Stato di cose presente quanto mai miserabile e in via di costante peggioramento: basta guardarsi intorno e, se si ha una certa età (come purtroppo io), confrontare il mondo di oggi e quello di trent' anni fa, quando ancora era in piedi il muretto di Berlino (il diminutivo mi pare appropratissimo tenendo conto degli enormi muri materiali proliferati dopo e tuttora proliferanti e del micidialissimo, malgrado la sua "immaterialità, "muro virtuale" successivamete eretto fra Africa e Lampedusa; muri che nessun giornalista politicamente corretto chiamerà mai "della vergogna": evidentemente ne sono fieri!); e secondo me tutto ciò non é "a caso".
Pretendere la perfezione porta inevitabilmente ad accettare il marcio attuale, ma se si é disposti a sporcarsi le mani qualcosa per migliorare notevolmente il mondo si può certamente fare (costa sacrifico e richiede lucidità mentale e senso critico; e credo serva, fra l' altro, fare un buon uso di Machiavelli; un saluto cordialissimo a Sari, che stimo sempre molto malgrado questo dissenso; nel cesso ci getteri personalmente, fra i molto altri, Mandeville).