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Messaggi - Eutidemo

#3211

Al fine di evitare ulteriori fraintendimenti, con il mio TOPIC non intendevo affatto sostenere che bisognerebbe per forza eleggere un Presidente della Repubblica di genere "femminile", a prescindere dalla sua maggiore o minore idoneità a rivestire la carica in questione rispetto ad altri eventuali candidati di genere "maschile";  intendevo soltanto dire che, anche in questo campo, le "preclusioni non scritte" contro il genere "femminile" dovrebbero venire ormai superate.
E che non dovrebbe esserci sempre un "Federico il Grande" di turno a cercare di mettere i bastoni tra le ruote alla "Maria Teresa" di turno!

P.S.
Per inciso, forse non tutti sanno che la prima  grande (e sanguinosa) vittoria dei Prussiani contro gli Austriaci di Maria Teresa a Mollwitz, che sui libri storia viene attribuita a Federico il Grande, non fu certo dovuta a lui, bensì al suo generale von Schwerin; ed infatti, vista la brutta piega che la battaglia stava prendendo per i Prussiani,  Federico II "tagliò la corda" in tutta fretta, fuggendo via a rotta di collo dal campo di battaglia.
Tornò, prudentemente, soltanto quando le sorti dello scontro erano cambiate a suo favore grazie a von Schwerin; e potè così cogliere lui gli allori del trionfo!
;)
Però non voglio essere frainteso anche su questo punto!
Ed infatti, in seguito, Federico II, quando divenne più maturo ed esperto, può davvero essere definito "il Grande" (almeno sotto l'aspetto militare); in quanto di grandi battaglie ne vinse più o meno quante Napoleone, sebbene con modalità alquanto diverse.

#3212
Ciao Viator. :)
Mi sembra che tu sia un po' troppo severo con gli altri partecipanti al FORUM, a cominciare da Anthony, che mi sembra essere uno dei più accorti, informati e riflessivi; in questo caso, magari, lui non aveva compreso che il mio "registro" era di tipo ironico e scherzoso...ma è una cosa che può capitare a tutti (a cominciare dal sottoscritto).
Un saluto! :)
#3213
Ciao Anthony. :)
Che Sacro romano impero e impero romano antico non fossero la stessa cosa, "ovviamente", lo sapevo benissimo; come lo sa chiunque abbia superato l'esame di quinta elementare (così come sa anche che l'impero di Carlo VI d'Asburgo, aveva poco niente a che vedere con quello di Carlo Magno)
Per mero scrupolo lo avevo persino precisato usando l'avverbio "formalmente"; sperando che anche chi non aveva superato l'esame di quinta elementare, capisse benissimo che il mio accostamento era soltanto di carattere metaforico e a fini meramente ironici.
***
Come, d'altronde, lo era anche il mio accostamento tra i "grandi elettori" del "Sacro  Romano Imperatore" (che erano tutti principi tedeschi) e i "grandi elettori" del "Presidente della Repubblica Italiano" (che non sono certo dei principi tedeschi); anche in questo caso, "ovviamente", il mio accostamento era soltanto di carattere metaforico e a fini meramente ironici!
Se pensi che anche in questo caso io ignorassi la differenza, come mai non hai messo i puntini sulle "i" anche a tale riguardo?

***
E come mai non hai puntualizzato pure che la "legge salica" ("In terram salicam mulieres ne succedant"):
- non è mai stata in vigore "in terram italicam";
- e, comunque, sicuramente non è inserita nella nostra "Carta Costituzionale", la quale non vieta affatto l'elezione di donne alla carica di Presidente della Repubblica?
Anche in questo caso, ovviamente, il mio accostamento era soltanto di carattere metaforico e a fini meramente ironici.
***
Avrei dovuto precisare anche tutte queste altre "ovvie" cose; come quando si è costretti a spiegare una battuta di spirito o una trasparente metafora a chi non riesce a capirla?
;D
***
Per concludere, tu scrivi:
"Il sacro romano impero nasce nell'anno 800 con l'incoronazione di Carlo Magno, e mi risulta che lo stesso titolo sia stato tramandato fino al 1918 dalla casa d'Asburgo, e finisce con l'impero Austro-ungarico."
Mi dispiace, ma se vogliamo dilettarci a mettere i "puntini" (o meglio, i "puntoni") sulle "i", quello che scrivi è  tutto sbagliato!
***
Ed infatti:

1)
Il primo ad aggiungere il termine "sacro" all'usuale "impero romano" fu Federico Barbarossa: tale qualifica, infatti, appare in una lettera del 1157, che chiedeva ai magnati dell'impero aiuto contro le città lombarde.
E, comunque, fu solo nel 1512 sotto l'imperatore Massimiliano I, che la dizione "Sacro Romano Impero della Nazione Germanica" (in tedesco Heiliges Römisches Reich Deutscher Nation, in latino Sacrum Imperium Romanum Nationis Germanicae), già attestata fin dal 1417, fu usata in un atto del sovrano, e, cioè, nel preambolo di commiato al Reichstag di Colonia.
La titolatura dell'imperatore, però, non cambiò, restando fino al 1806 "Imperator Romanorum semper Augustus", assolutamente senza riferimenti germanici; il che mi ha dato modo di fare il mio accostamento di carattere metaforico e a fini meramente ironici.

2)
E' vero che per parecchi secoli la carica di Imperatore andò sempre tradizionalmente alla casa d'Asburgo, ed è per questo che Carlo VI emanò la "Prammatica Sanzione" per assicurarlo alla figlia; ma, trattandosi comunque, giuridicamente, di una carica elettiva, questo scatenò una guerra lunga e sanguinosa.

3)
Infine ti sbagli di grosso quando scrivi che il titolo di "Sacro Romano Imperatore" sia stato tramandato fino al 1918 dalla casa d'Asburgo, e che finisca con l'impero Austro-ungarico; ed infatti, come avevo scritto io, il titolo di "Sacro Romano Imperatore" si estinse nel 1806 (a seguito della pace di Presburgo nel 1805), e non nel 1918.
Fidati!
Dopo la caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna non rinnovò affatto il "Sacro Romano Impero", ma lo sostituì con la "Confederazione Germanica", istituita l'8 giugno 1815;  la presidenza onoraria della quale venne attribuita agli Asburgo, che la ressero sino al 1866.

4)
Quanto all'impero austro-ungarico fu uno Stato dell'Europa centrale nato nel 1867 con il cosiddetto "Ausgleich" ("Compromesso") tra la nobiltà ungherese e la monarchia asburgica inteso a riformare l'Impero austriaco nato nel 1804; ma nessuno dei due aveva a che fare con il il "Sacro Romano Impero".

***
Un saluto! :)
***
#3214
Forse non tutti sanno che:
- almeno formalmente, l'"Impero Romano" ("Sacro Romano Impero") durò fino al 1806, quando Francesco II, sconfitto da Napoleone, si trovò costretto a scioglierlo, rinunciando così per sempre al titolo di Imperatore dei Romani;
- la carica di Imperatore, così come quella del nostro "Presidente della Repubblica" era "elettiva", e veniva rimessa al voto di un determinato numero di "grandi elettori".
Però, per più di un millennio, la "legge salica" impedì la salita al trono di Imperatrici donne.
°°°
Nel 1713, tuttavia, per motivi familiari, l'imperatore Carlo VI provò a far digerire ai "grandi elettori" la cosiddetta "Prammatica Sanzione"; ciò al fine di consentire la salita al trono, sia pure nel ruolo di "Imperatrice Consorte", di sua figlia Maria Teresa.
Però, affinchè tale prammatica sanzione fosse ritenuta valida, era necessario il riconoscimento di tutti i "grandi elettori"; e ciò avvenne dopo aspre e sanguinose lotte, soltanto con la Pace di Aquisgrana del 1748.
°°°
Nel 2022 in Italia si sta ancora discutendo se superare o meno la "legge salica"; in base alla quale, dalla fondazione della Repubblica, sono stati eletti soltanto Presidenti della Repubblica maschi.
Ci sarà mai una Maria Teresa d'Italia?

°°°
#3215
Ciao Anthony. :)
Non mi sembra affatto "irrispettoso" nei confronti del "supremo tutore della nostra costituzione" affermare che le sue argomentazioni siano pretestuose; ed infatti, almeno secondo me, indubbiamente lo sono.
***
Ciò in quanto:
- la rielezione del Presidente della Repubblica non è affatto vietata dalla nostra Costituzione;
- il precedente c'è già (Napolitano).
Questi sono "fatti", non "opinioni"!
Per cui, se Mattarella accettasse di restare, non violerebbe nè la Costituzione nè la cosiddetta Prassi.
***
Semmai si può discutere della maggiore o minore "opportunità" di una cosa del genere; ma questo è un altro discorso!
***
Inoltre non ho mai detto che l'incarico di PdR comporti uno sforzo fisico come quello del un lavoro da manovale; questo te lo sei immaginato tu!
***
Sostengo invece, come Mattarella stesso ammise circa un anno fa, che fare il PdR è certamente un impegno molto "faticoso"; ed infatti è un incarico che comporta un costante impegno intellettuale ed in una continua responsabilità istituzionale.
Per ottemperare le quali ci vuole:
- non solo il  "senso delle istituzioni";
- ma anche una notevole "energia psicofisica".
***
Per cui avevo scritto che io "lo capisco e lo giustifico" perfettamente se lui vuole andarsene in pensione al termine naturale del suo mandato; però, se me lo consenti, "non apprezzo" molto un comportamento del genere in una persona che, in tono enfatico e pomposo, non fa altro che parlare dei "sacrifici che tutti dovremmo accettare per il bene della Patria"!
***
Ed infatti, se la maggioranza delle forze politiche lo ritenesse opportuno, e se lui accettasse di buon grado di fare il "sacrificio", non esisterebbe il benchè minimo ostacolo giuridico "ostativo" che gli impedirebbe di accettare un "reincarico".
Questo te lo posso garantire!
***
D'altronde, così come Mattarella ha deluso me, allo stesso modo io devo di buon grado accettare di aver deluso te.
Ma non posso farci niente, mi dispiace; perchè e così che la penso (anche se, ovviamente, mi posso sbagliare)!
***
Un saluto! :)
***
#3216
Ciao Green Demetr. :)
A parte il fatto che tutti possono mentire, e non solo i politici:
- io non solo avevo scritto che "si può benissimo presumere (per varie ragioni) che Draghi abbia "mentito" dichiarando di essere indifferente alle due cariche";
- ma avevo persino aggiunto che, personalmente, "io per primo sono convinto che Draghi preferirebbe senz'altro diventare Presidente della Repubblica", e che, quindi, abbia "mentito".
***
Però il mio TOPIC non verteva minimamente  su questo aspetto, bensì sul fatto che:
- si può benissimo pensare che Draghi abbia mentito ( lo penso anche io);
- ma non si può assolutamente sostenere che lui abbia detto quello che non ha affatto nè detto nè lasciato intendere, e, cioè, che si candidava alla Presidenza della Repubblica (perchè non è vero).
***
Secondo me si tratta di due cose che non possono essere confuse, come, invece, hanno fatto la maggior parte degli interpreti!
***
Ed infatti quello che io sostengo è che dalla sua dichiarazione non emergeva nè direttamente nè indirettamente la benchè minima "autocandidatura" alla Presidenza della Repubblica; sinora nessuno è ancora riuscito a spiegarmi come sia possibile evincere dalle sue parole, anche soltanto "tra le righe", una cosa del genere.
Non c'è!
***
Quindi, o sono diventato matto io, o lo sono diventati tutti gli altri; e poichè è senz'altro più probabile la prima ipotesi, ecco il motivo per cui mi preoccupo.
***
Un saluto! :)
***
#3217
Ciao Anthony. :)
Come ha chiarito il professore di Diritto costituzionale della Sapienza Gaetano Azzariti: "La rielezione di un Presidente della Repubblica non è affatto vietata dalla Costituzione; solo che, almeno secondo me sarebbe del tutto impropria e al di fuori della prassi!".
Il che non è neanche del tutto vero, perchè Napolitano fu rieletto una seconda volta; per cui un precedente di prassi ci sarebbe senz'altro.
***
E, comunque, Azzariti stesso (che è contrario all'idea) ha escluso che un'operazione del genere risulterebbe incostituzionale!
***
Quello che invece risulterebbe davvero incostituzionale sarebbe un "mandato a termine"; però nessuno impedirebbe a Mattarella di dimettersi per motivi di salute o personali, quando la sua permanenza al Quirinale divenisse ormai inutile (non ci sarebbe niente di incostituzionale in tutto questo).
***
Per cui, secondo me, le argomentazioni di Mattarella, pur non essendo affatto del tutto destituite di fondamento, sono tuttavia soltanto una scusa: ed infatti la soddisfazione di fare il PdR se l'è tolta, e ormai per lui, restare, sarebbe soltanto una seccatura e un sacrificio.
***
Lo capisco e lo giustifico; ma non lo apprezzo affatto in un pomposo proclamatore dei "sacrifici per la Patria"!
***
Un saluto! :)
***
P.S.
Con questo non intendo affatto sostenere che una eventuale rielezione di Mattarella sarebbe la soluzione migliore; perchè si tratterebbe di un altro tema che andrebbe affrontato, eventualmente, in un altro TOPIC.
In questo siamo andati già abbastanza O.T.
A cominciare dal sottoscritto, che ha improvvidamente citato Mattarella per fare un confronto tra le sue dichiarazioni e quella di Draghi; la quale soltanto, però, era "sub judice".
#3218
Ciao Bobmax. :)
Draghi ha detto chiaramente che i due incarichi erano per lui equivalenti.
Il che, secondo la la logica  e la lingua italiana, voleva dire che lui avrebbe gradito, accettato ed acconsentito allo stesso modo:
- sia restare PdC;
- sia diventare PdR.
Per cui, se, dopo aver premesso questo, avesse aggiunto di non gradire, accettare ed acconsentire ad una sua eventuale  candidatura a PdR, avrebbe contraddetto la sua stessa premessa, in quanto avrebbe detto esattamente il contrario di quanto aveva appena dichiarato.
Mi pare evidente!
***
Quindi ribadisco che, secondo la la logica  e la lingua italiana, dichiarando che, per lui i due incarichi erano equivalenti, allora non poteva subito dopo escludere nessuno dei due; altrimenti sarebbe stato come dire che , per lui i due incarichi non erano affatto "equivalenti", in quanto riteneva "prevalente" quello "non escluso".
Sarebbe stato come dire: "Non ho preferenze tra A e B, però preferisco A!"
Cioe, un "NON SEQUITUR"!
***
Lui, invece, ha detto una cosa che, in sè, non faceva una piega: "Non ho preferenze tra A e B, per cui lascio decidere alle forze politiche!"
Testualmente, infatti, ha dichiarato: "Io non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell'altro; la responsabilità della decisione è interamente nelle mani delle forze politiche".
***
Quindi,  avendo rimesso a loro la scelta, senza alcuna forzatura in un senso o nell'altro, non vedo proprio come si possa dire che sia stato Draghi a creare "un problema" alle forze politiche; sono loro che se lo pongono non riuscendo a trovare una soluzione condivisa.
***
Semmai, con la sua (seppur lecita e comprensibile) ostinazione a rifiutare una proroga del mandato presidenziale, è stato Mattarella a forzare e a creare "un problema" alle forze politiche; ed infatti è stato lui che non ha lasciato loro tale possibile opzione!
Sinceramente, visto il tono enfatico e retorico con il quale Mattarella spesso invita i cittadini a "sacrificarsi per la Patria", una volta tanto per la Patria poteva sacrificarsi lui, dichiarando: "Vorrei tanto andarmene in pensione; ma, se, congiuntamente, le forze politiche me lo chiedono per il bene del Paese, allora farò il sacrificio di restare ancora un po'!"
Ma non ci pensa proprio a fare una dichiarazione del genere!
***
Un saluto! :)
***
#3219
Citazione di: Alexander il 27 Gennaio 2022, 09:58:26 AM
Buongiorno a tutti


Anch'io, come Eutidemo e Sapa, ho intesa l'affermazione di Draghi (""Io non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell'altro. Sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni. Un nonno. La responsabilità della decisione è interamente nelle mani delle forze politiche") allusiva al fatto che desidera diventare PdR. E infatti, vista la difficoltà di eleggere il nuovo presidente proprio per la sua ingombrante presenza come PdC, Draghi avrebbe dovuto sgomberare il campo  affermando esplicitamente di non essere interessato alla PdR. Così non fa e questo lascia intendere chiaramente il suo interesse per la nomina. Tra l'altro il nuovo anno si apre all'insegna delle grandi difficoltà delle persone, delle famiglie e delle imprese nel far fronte agli enormi rincari delle bollette (mi è arrivata una bolletta del gas metano esattamente raddoppiata rispetto al ge2021) e in genere di ogni bene necessario. Sembra che l'euforia "da Draghi" sia ormai più un sentimento riservato al FT  o ai palazzi di Bruxelles che non  un ottimismo della gente italica. Tra una burocrazia sanitaria al limite del demenziale e riforme fantasma non mi sembra di percepire più quella baldanza e fiducia dei primi tempi di questo governo "dei migliori" (pensate se fosse quello "dei peggiori"). Si parla di Draghi come di un bene, di una risorsa del paese, ma intanto lo spread continua ad aumentare così come la massa enorme del debito pubblico. Draghi queste cose le conosce; sa che un anno pieno di tribolazioni economiche e sanitarie potrebbe riservargli una fine poco gloriosa (alla Monti per intenderci.Anche lui considerato al tempo un bene per il paese) e quindi, saggiamente dal suo punto di vista, si mette il c..o al riparo passando ad un incarico più stabile e garantito. Incarico che comunque, stando alla finanza internazionale, garantirebbe comunque quella patina di affidabilità all'Italia, anche senza la sua presenza come PdC. Un padre della patria insomma, che  garantisce verso i famosi poteri forti sovranazionali, di cui Draghi stesso è uno dei più famosi rappresentanti. Se potessero molti grandi elettori lo vorrebbero probabilmente in entrambi i ruoli contemporaneamente. Se è un "bene" ,con doppia responsabilità, avrebbe infatti la possibilità di raddoppiare il bene che fa al paese. Se "Mussolini ha rovinato l'Italia e Draghi la sta risanando" non capisco perché negargli entrambi i ruoli istituzionali.
La risposta alle tue interessanti considerazioni, la puoi trovare nella mia replica a Sapa; per cui ritengo superfluo riprodurla  qui ;)
#3220
Ciao Sapa. :)
Mi sembra di capire che anche tu, come me, pensi che Draghi sia più interessato al ruolo di PdR che non a quello di PDC (a parte quello che dice o non dice).
La differenza è che:
- secondo me, anche se afferma che la cosa per lui è indifferente, gli piacerebbe diventarlo subito;
- secondo te, invece, per ora lo interessa maggiormente restare a capo di questo e di altri futuri governi, al fine di imbastire e far approvare una riforma elettorale che ci porti al presidenzialismo "tout court" e, solo allora, concorrere al posto di Capo dello Stato (con maggiori poteri).
***
Devo ammettere che è un'ipotesi sulla quale non avevo mai riflettuto; mi sembra molto audace, ma non certo da escludere a priori.
Ci rifletterò!
***
Un saluto! :)
***
#3221
Ciao Bobmax. :)
Premetto che, personalmente, sono tutt'altro che un "fan" di Draghi;  ed infatti, nei miei precedenti "topic" ho spesso aspramente criticato le sue esternazioni.
In particolare:
- la sua "gaffe" riguardo al vaccino degli psicoterapeuti;
- le sue considerazioni sul "condono";
- le sue considerazioni sull'aumento dell'"imposta di successione" per i "grandissimi" patrimoni;
***
Ma, in questo caso, pur essendo anch'io convinto che a lui piacerebbe molto di più fare il PdR che non il PdC, per onestà intellettuale devo però riconoscere che lui non ha mai dichiarato espressamente tale "preferenza"; anzi, ha espressamente proclamato l'esatto contrario, e, cioè, la sua assoluta "indifferenza" rispetto alle due cariche in questione.
Magari possiamo supporre che abbia "mentito"; ma non sostenere che abbia detto quello che non ha detto, o implicato tacitamente il contrario!
***
Il tuo assunto, infatti, sarebbe che: "...se veramente per lui i due incarichi fossero stati equivalenti, allora a questo punto, con tutti i patemi che ha suscitato la sua candidatura, avrebbe dovuto escluderla esplicitamente!"
Il che è palesemente "contraddittorio", sotto il profilo dell'esegesi logica del testo.
***
Ed infatti mi sembra ovvio che:
-  se lui avesse escluso esplicitamente di voler diventare PdR;
- allora avrebbe consequenzialmente ammesso di voler restare PdC.
In tal caso, quindi, non potremmo dedurne che per lui i due incarichi sarebbero risultati equivalenti.
***
Il tuo assunto, quindi,  dovrebbe "logicamente" essere rettificato così: "...se veramente per lui i due incarichi fossero stati equivalenti, allora a questo punto, NON  avrebbe dovuto escludere esplicitamente nessuno dei due!" (altrimenti sarebbe stato come dire che preferiva l'altro).
Come, appunto, ha fatto!
***
Se poi vogliamo fare il "processo alle intenzioni", allora siamo al di fuori dell'"esegesi logica" di uno specifico testo da interpretare per come è stato formulato, bensì in quello delle "illazioni"; e, da questo punto di vista, anche io condivido sostanzialmente le tue.
***
Un saluto! :)
***
#3222
In risposta ad una domanda riguardante quale ruolo istituzionale avrebbe preferito rivestire, cioè, se quello di PdR (Presidente della Repubblica) ovvero di PdC (Presidente del Consiglio), Draghi ha così testualmente risposto:
"Io non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell'altro. Sono un uomo, se volete un nonno, al servizio delle istituzioni. Un nonno. La responsabilità della decisione è interamente nelle mani delle forze politiche".
https://www.youtube.com/watch?v=FiV83qHDxlc
Cosa significa?
***
Sono rimasto sbalordito (ed anche un po' preoccupato per le mie senili condizioni cerebrali), nel constatare che io avevo capito esattamente il "contrario" di quello che avevano capito tutti gli altri, di qualsiasi orientamento politico essi fossero; e, cioè, che, con tali parole, Draghi si era "candidato", sia pure "allusivamente", alla Presidenza delle Repubblica.
Anzi, ho avuto modo di riscontrare che tale opinione era condivisa anche da quei commentatori politici, che, personalmente, ritengo i più "intelligenti" e "competenti" sulla piazza; per cui non posso che concludere che, evidentemente, a sbagliare interpretazione sono io.
***
Quello che mi preoccupa, è che non riesco ancora a capire come e dove!
***

ISTITUZIONI E DECLINAZIONI
Le più importanti "istituzioni" della Repubblica Italiana, o, almeno, quelle per le quali è (o era) in ballo Draghi, sono (o erano):
- la Presidenza della Repubblica;
- la Presidenza del Consiglio.
***
Le uniche "declinazioni" (o meglio "flessioni terminali") rimasteci dal latino, a parte quelle di genere "maschile" e "femminile", sono quelle del "singolare" e del "plurale".
***
Ora, sono senz'altro "istituzioni" al "plurale":
- la Presidenza della Repubblica;
- la Presidenza del Consiglio.
Per cui, almeno stando alla grammatica e alla sintassi, quando Draghi ha detto di essere disponibile per le "istituzioni", secondo me non si è affatto specificamente candidato alla Presidenza della Repubblica (che è una "istituzione" al "singolare"), bensì si è dichiarato disponibile per "entrambe le istituzioni"; specificando, poi, che la responsabilità della decisione di quale dei due ruoli affidargli,  era "interamente nelle mani delle forze politiche"".

ALLUSIONI E ILLAZIONI
Ciò premesso (il che mi sembra semanticamente chiarissimo), non mi pare affatto che "tra le righe", Draghi abbia voluto lasciar intendere che, pur dichiarandosi indifferentemente disponibile per "entrambe le istituzioni", tuttavia preferirebbe rivestire l'incarico di Presidente della Repubblica.
Ed infatti, a scanso di equivoci, ha pure dichiarato chiaro e tondo: "Io non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell'altro"; rimettendo, poi, espressamente, la decisione alle forze politiche.
Cioè, l'ha cantata chiaramente così: "Questa o quella, per me pari sono!"
https://www.youtube.com/watch?v=NWwg_VtrTdg
***
Ora, dedurre dal fatto che con un discorso del genere Draghi abbia "lasciato intendere" che preferirebbe rivestire l'incarico di Presidente della Repubblica solo per il fatto di non aver escluso tale eventualità, mi sembra una pura e semplice "illazione" priva di qualsiasi fondamento di tipo "ermeneutico", sia testuale che logico.
***
Intendiamoci!
Io per primo sono convinto che Draghi preferirebbe senz'altro diventare Presidente della Repubblica, in quanto:
- tra le due "istituzioni" è sicuramente la più prestigiosa;
- tra le due "istituzioni" è sicuramente  la più durevole e garantita.
Ma questa "illazione" vale un po' per chiunque, e non solo per Draghi!
***
Cioè, secondo me, ipotizzare che Draghi preferirebbe diventare Presidente della Repubblica piuttosto che restare Presidente del Consiglio, è senz'altro "logico" e "lecito"; così come  è "logico" e "lecito" presumere che tutti preferirebbero guidare una Ferrari 250 GTO, piuttosto che una SIMCA 1000 stipata di familari e bambini piagnucolosi (che rischia di andare in pezzi alla prima buca).
***
Quello che, invece, non ritengo nè "logico" nè "lecito" è "interpretare" quello che lui ha "testualmente dichiarato" in modo esattamente "opposto" al significato delle sue stesse parole, solo perchè presumiamo che non abbia detto quello che pensa!
Cioè, si può benissimo presumere (per varie ragioni) che Draghi abbia "mentito" dichiarando di essere indifferente alle due cariche; ma non si può presumere che abbia detto quello che non ha affatto nè detto nè lasciato intendere.
Secondo me si tratta di due cose che non possono essere confuse!

CONCLUSIONI
Come avevo premesso, visto che i migliori commentatori politici sulla piazza hanno tutti interpretato le parole di Draghi come una "autocandidatura" (più o meno "tra le righe") alla Presidenza della Repubblica, non posso che concludere che a sbagliare interpretazione sono io.
Il guaio è che, per quanto mi sforzi di farlo, non riesco proprio a capire quale mai sarebbe il mio "vizio interpretativo" del discorso di Draghi; ed infatti io mi limito ad interpretare quello che ha "detto", e non le sue "intenzioni" non dichiarate (circa le quali, sono d'accordo con la maggioranza dei commentatori).
***
Si prega vivamente di attenersi al tema specifico, e di evitare divagazioni OFF TOPIC.Grazie

***
Nota:Nel 1988 con il governo De Mita venne approvata la legge n. 400, che disciplinò la "Presidenza del Consiglio dei Ministri". Nel 1999, sotto il governo D'Alema I venne prevista la riorganizzazione della "Presidenza del Consiglio dei Ministri" attraverso il D. Lgs. 30 luglio 1999, n. 303, nell'ambito della riforma Bassanini.
#3223
Citazione di: bobmax il 26 Gennaio 2022, 13:22:40 PM
A mio parere, il vero problema che i partiti devono affrontare non riguarda l'elezione del PdR.
Ma chi potrebbe essere il nuovo Presidente del Consiglio.

Draghi ormai deve essere eletto PdR. Pena la caduta del governo e inevitabili elezioni anticipate.

I contatti di Draghi con le forze politiche non riguardano la sua elezione, ma il nome del futuro PdC.

Ed è su questo nome che le forze politiche sono in fibrillazione.

Ritengo che alla fine su questa figura ci sarà l'accordo, anche perché in sostanza imposta da Draghi.
Che sarà così eletto dall'intera maggioranza di governo.
Secondo me i contatti di Draghi con le forze politiche (soprattutto con Salvini) non riguardano soltanto la sua elezione e il nome del futuro PdC; ma, a mio parere, riguardano anche quello dei ministri, a cominciare da quello dell'interno che gestirà le prossime elezioni
E' anche su questo che le forze politiche sono in fibrillazione, ammesso che Draghi accetti un simile "mercato delle vacche!" ;)
#3224
Citazione di: sapa il 25 Gennaio 2022, 17:18:54 PM
Ciao Eutidemo, hai perfettamente ragione, siamo in vista di un bell'ingorgo istituzionale, nel caso di elezione di Mario Draghi al Quirinale! Tuttavia, penso che ci sia la possibilità di cavarci le zampe, senza troppi arzigogoli. Infatti, basterebbe che Brunetta, come giustamente dici, in quanto ministro anziano dell'attuale Governo assumesse l'onere del disbrigo degli affari correnti, per assolvere al quale, in attesa del giuramento di Draghi, occorreranno al massimo un mese o due, e il gioco sarebbe fatto. Non capisco perchè dovrebbe aspettare 7 anni, ma in ogni caso si dovrebbe poi votare a marzo 2023, nevvero? Il brutto, a mio avviso, dovrebbe arrivare dopo, quando a Draghi piomberebbe tra capo e collo l'incombenza di trovare un'altra formula di governo. Ma questo è un altro discorso, sicuramente off topic. A presto
Hai perfettamente ragione nel dire che l'ipotesi che di un Brunetta che rimane sostituto per 7 anni non è assolutamente possibile ; io l'avevo contemplata solo "accademicamente", per una dimostrazione "ex absurdo".
#3225
Citazione di: daniele22 il 25 Gennaio 2022, 14:18:09 PM
Ciao Eutidemo, i tuoi temi sono spesso per me motivo di spunto per riflessioni filosofiche. D'altra parte la filosofia entra dappertutto. La prospettiva illustrata nel Topic era di mia ignoranza. Nel tuo racconto, nella parte iniziale almeno, ho intravisto subito il paradosso del barbiere che non sa come comportarsi. Io lo risolvevo dicendo che il barbiere doveva radersi, a meno di non comportarsi come un Sickh praticante, cioè passare sotto il dominio di un'altra legge
In effetti verrebbe a verificarsi qualcosa di abbastanza simile all'aporia del barbiere; ma, per fortuna, il diritto (e il buon senso)  riescono sempre ad uscire dai "cul de sac" del genere! :)