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Messaggi - iano

#3226
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
21 Gennaio 2023, 00:28:22 AM
La risposta data a Green Demetr , sulla iniziale ''scelta inconsapevole'' (perchè non si fà una scelta quando non si immaginano neanche alternative possibili) dell'istanza sociale, mi dà l'occasione di fare un paragone con ciò che intendo dire con questa discussione.
Immaginiamo dunque che la realtà sia un continuo sul quale abbiamo operato una divisione in parti senza sapere di farlo, perchè inconsapevoli della relatività di questa operazione che ammette operazioni simili, ma alternative.
Ci apparirà allora naturale che quelle parti abbiano una esistenza in sè, come ci appariva naturale che la terra stesse al centro del mondo.
Le lezioni da trarre dalla relatività di Einstein non sono dunque diverse da quelle che possiamo trarre dalla cosmologia galileiana.
E' lo stesso meccanismo che si ripete, e continuerà a ripetersi, che è quello di esplicitare il nostro inconscio per constatare che esso effettua scelte di default in automatico, che possiamo quindi coscientemente diversificare. Esistono dunque mondi alternativi al ''mondo sociale'', secondo la terminologia proposta da Green Demetr, nei quali è parimenti possibile vivere, ma basta anche solo, dico io, almeno portarsene dietro una mappa, per non restare del tutto esclusi da questi mondi alternativi che si sono palesati come dal nulla, ma che in effetti nascono, al pari di quello la cui mappa abbiamo mandato a memoria, il mondo sociale, da una interazione con la realtà che non è una ''dinamica statica'', come un ciclo che si ripete, ma in continua evoluzione, come noi lo siamo.
#3227
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
21 Gennaio 2023, 00:08:53 AM
Citazione di: Ipazia il 20 Gennaio 2023, 23:44:05 PMPurtroppo la realtà qualche limite assoluto ce l'ha, tipo la velocità della luce, che nol consente il geocentrismo.

Possiamo spostare tutti gli assi cartesiani che vogliamo, ma resta sempre una bufala matematica. Una hybris del soggetto idealistico su un oggetto materiale che non ci sta.
interessante osservazione che meriterebbe meno stringatezza. :)
#3228
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 23:33:00 PM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 21:34:05 PMLa realtà è tale perchè è conforme alla razionalità dell'inferenza fenomenica indagata, che sia diretta o indiretta.

Galileo stabili che è la terra a girare attorno al sole e non il contrario sulla base di un calcolo matematico razionale.

Socialmente invece è il sole che gira intorno alla terra, e quasi ci lasciava la pelle.

La realtà è la razionalità, che la socialità lo accetti o meno.

L'istanza Galileana e quella sociale  poggiano su calcoli matematici diversi, ma poggiando su calcoli matematici sono parimenti razionali.
Le affermazioni che la terra giri attorno al sole o viceversa, corrispondono a due calcoli diversi che derivano dalla scelta arbitraria di dove porre l'origine del sistema cartesiano di riferimento.
Quindi non può essere una vera a scapito dell'altra.
Vero è che siamo liberi di scegliere dove porre l'origine del sistema di riferimento, e se lo porremo sul sole diremo che stiamo descrivendo un sistema eliocentrico, e diversamente terra-centrico.
Vero è che inizialmente quella di porre il centro del sistema sulla terra non è stata una scelta consapevole, ma ciò non cambia la questione.
Quindi anche qui io parlerei, come ho fatto riferendomi prima ad Einstein, di una lezione che ci ha dato Galileo senza sapere di darcela, e la lezione è che si può porre il centro sulla terra, ma che non vi è nessuna necessità di farlo.
Tutto ciò  equivale all'aver preso coscienza di aver posto inizialmente il centro sulla terra senza sapere di farlo, e una volta che hai preso coscienza di ciò capisci che puoi metterlo dove ti pare, e di solito lo mettiamo, essendo liberi di farlo, dove meglio ci conviene di volta in volta, e di solito decidiamo di metterlo sul sole, per cui dire che la terra gira attorno al sole non equivale a una verità, ma a un   espressione gercale, con cui manifestiamo la scelta funzionale che abbiamo fatto , che possiamo considerare ormai una scelta di default, cioè è la scelta che facciamo quando non la precisiamo, precisando solo scelte alternative.
Ma la scelta sociale e quella Galileiana sono due esempi molto semplici di cosa intendo per vivere in mondi alternativi, laddove un mondo coincide con la sua descrizione.
Noi però di fatto nella vita di tutti i giorni continuiamo a vivere nel mondo sociale, ma non perciò viviamo dentro una falsità, solo perchè non è più la scelta di default, come a lungo è stata, seppur scelta di fatto, non immaginando possibili alternative.
I problemi che ha avuto Galileo sono dovuti al fatto, che senza volere, spostando il centro fisico, ha dato il via libera allo spostamento del centro politico.
Il risultato è stato che oggi centro sociale e centro politico non coincidono più.
Questo purtroppo ha significato però anche uno scollamento  fra società e cosmologia corrente, che oggi è uno scollamento fra scienza e società..
#3229
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 22:15:26 PM
Citazione di: Ipazia il 20 Gennaio 2023, 19:57:07 PMSarà per la mia formazione di chimica ma io sulla materia non ho dubbi, nè filosofemi, come non ne ha bobmax sull'elettromagnatismo.

Continuo a pensare che mischiare metafisicamente psiche e soma porti agli Holzwege, ai sentieri interrotti di Heidegger.

Uno, nessuno, centomila. Vabbè mettiamo in discussione anche l'autocoscienza formata denominata io. Altro sentiero interrotto ogni volta che ci diamo una martellata sulle dita. Nessun io plurale, nessun noi, che se ne faccia minimamente carico: soltanto io.
Io però non mischio psiche e soma, perchè mi riferisco a un soggetto inconoscibile al pari della realtà  che sperimenta, sperimentazione produttrice di tutto ciò che diciamo esistente, indipendentemente dalla solidità che gli attribuiamo, compresivo di psiche e soma.
Noi non siamo psiche e soma come la realtà non e fatta di esistenti, ma ci vediamo come psiche e soma e vediamo il mondo fatto di esistenti.
Le idee hanno  lo stesso diritto di esistere della materia in quanto fatti della stesa sostanza, la sostanza di essere tutti prodotti che emergono dallo stesso processo, laddove l'apparente differenziazione è spia dell'uso/abuso funzionale che ne facciamo e della relativa fede che siamo portati a porvi, per cui dubitare delle idee non ha necessariamente serie conseguenze, mentre non porre fede nell'esistenza di un burrone (esempio amato da Viator) sembra avere conseguenze serie.
ecco perchè materia e idee sembrano avere consistenze diverse.
La materia è un post it applicato all'esistente diversamente indistinto, dove sta scritto: attenzione materia, qui si inciampa per certo, liberi di avere dubbi su ciò, ma poi non dite che non vi avevamo avvertiti. ;D
Ma tutti questi discorsi non sono volti a creare scandalo, ma a risolvere problemi cui io dò importanza ed altri possono non dargliela.
Chi non vi dà importanza risponde che lui sta bene a vivere nel suo mondo N (Newtoniano) e non vede motivo di dover traslocare, come se si trattasse di decidere se espatriare , e non di essere costretti a emigrare.

Cercare il supporto ideale della materia non è meno assurdo che cercare il supporto materiale di una idea, ma più che assurdo suggerisco che sia ridondante, come voler fondare qualcosa su se stessa.
Questa non è una filosofia nichilista, perchè non ci cambia la vita, ma vuole essere un vadecum su come traslocare da un mondo a un altro nel caso dovesse verificarsi questa eventualità indipendentemente dalla nostra volontà.
Altro poi è credere che questo trasloco sia già adesso una necessità, come io credo, e sul camion del trasloco non c'è scritto scienza, ma filosofia.
Ma a sfrattarci è la scienza.
Non serve dire annullate lo sfratto, fermate la tecnologia.
Nessuno è mai riuscito a fermarla e non succederà neanche adesso.
#3230
Tematiche Filosofiche / Re: Al di là dell'aldilà
20 Gennaio 2023, 15:26:54 PM
Bentornato Jean, e speriamo altri tornino.
Geniale Jobs.
In sostanza possiamo fare qualunque domanda ad Aristotele ed egli ci risponderà se ci saremo immedesimati nel suo modo di ragionare.
Impresa difficile , ma non impossibile, perchè il nostro modo non può essere del tutto estraneo al suo, anche senza aver letto nulla di Aristotele.
Quindi abbiamo un buon punto di partenza per comprendere Aristotele, ma credo che quello che c'è da ritenere alla fine è che tutto ciò che potrà sembrarci ingenuo in Aristotele è ancora presente in noi in diversa forma, da farci sembrare furbi.
Come fare dunque a insegnare all'intelligenza artificiale a dissimulare la sue ingenuità per dissimulare la sua natura?
#3231
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 14:39:25 PM
Citazione di: niko il 20 Gennaio 2023, 13:01:09 PME la "quota" variabile di realtà inconoscibile vista la fallibilità e l'incompletezza della conoscenza umana secondo me è (già) il noumeno, non un altro strano concetto che tu vorresti mettere in sostituzione del noumeno.






cercando di condividere il tuo pensiero, rilevo quantomeno qualcosa di troppo che lo inquina.
Riprendendo incautamente il concetto di noumeno, per fare l'ennesima magra, mi convince caratterizzare l'inconoscibile come noumeno, e così io l'ho caratterizzato quando l'ho identificato con la realtà.
Ma ripeto, a me non interessa correre a vuoto dietro alle mie intuizioni o a quelle di chiunque altro, per quanto suggestive,
ma valutare se il quadro che attraverso la logica possiamo derivarne sembra aderire meglio alla nostra esperienza ''fatta di fatti'', se mi aiuti cioè a darne una interpretazione più semplice e per quanto possibile comprensiva, e quindi potenzialmente più condivisibile, dove la condivisione è per me valore fondante, e la molteplicità di individui (il noi) il sottovalore che la rende possibile.
Questo significa che all'accumularsi dei fatti la difficoltà di comprenderli vari, per cui è ammissibile spostare la nostra attenzione sulle fonti inconoscibili da cui far derivare il nostro quadro , quadro che è di fatto il mondo in cui viviamo e che non è perciò l'unico possibile, ponendosi come interfaccia del variabile rapporto fra noi e la realtà.
Poi ognuno di noi ha le sue spiccate antipatie.
Tu il solipsismo, che non piace neanche a me se dò il massimo valore alla condivisione, a meno che anche qui non abbia frainteso il suo significato.
Io ho in antipatia il fatto che le descrizioni necessariamente discontinue della ''realtà'' vengano scambiate per la realtà escludendo la continuità da cui quelle descrizioni hanno preso avvio.
Se la realtà può dividersi in diversi modi nessuno di questi modi ha il privilegio di rappresentarla in pianta stabile, ne tantomeno i risultati di questa divisione sono da considerare inconoscibili, ma semmai virtuali.
Non possiamo dire di non conoscere ciò che noi stessi abbiamo creato condizionati dalla realtà, se non nel senso che la nostra costruzione sia andata in deposito nell'inconscio.
E se è in deposito difficilmente emergerà perchè la si possa cambiare, e se non si può cambiare è come se non dipendesse da noi, come avesse una esistenza in sè.
Il modo in cui valutiamo ciò che ha una esistenza in sè non può non essere condiviso, ma ti invito a considerare che ciò che viene condiviso può ben sembrarci che abbia una esistenza in sè, senza però avercela.
Si tratta di idealizzazioni , benché rifiuti di caratterizzarmi come idealista non meno che come materialista, perchè poi non sono idealizzazioni vuote, perchè senza non potremmo rapportarci con al realtà, e anzi sono così necessarie che più le usiamo, più tendiamo a darle per scontate, finché non si solidificano divenendo materia.
lo spazio tempo di Einstein è materia o idea?
Può essere entrambe le cose in momenti diversi, a seconda della fase di digestione della realtà in cui ci troviamo.
Buon appetito.
#3232
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 12:30:52 PM
Citazione di: niko il 20 Gennaio 2023, 12:00:10 PMNon c'è niente, che stia più in alto della realtà.

Lo spiritualista è un nichilista, perché da valore al niente, che secondo lui STAREBBE più in alto della realtà.

La PERCEZIONE/PENSABILITA' della realtà dipende da un rapporto tra soggetto e oggetto.

Non la realtà in se', che del rapporto tra soggetto e oggetto se ne infischia.

Il reale non è razionale.

Se si preferisce asimmetricamente il soggetto, come fa lo spiritualista, ecco che il rapporto tra soggetto e oggetto CREEREBBE la realtà.

E qui ognuno sceglie che pillola prendere. A proposito di nevrotici.




Non direi che se ne infischia se il soggetto è parte della realtà.
Il mistero rimane, e possiamo lasciare tranquillamente che lo sia, questa divisione della realtà in osservatore ed osservato.
Giusto che ognuno scelga la sua pillola , ciò che equivale a prescriversela da solo, però poi sul bugiardino dovremmo trovare il perchè di quella scelta.
La medicina è il mistero che ognuno può decidere di mandare giù turandosi il naso.
Però alla fine quello che a me interessa è il confronto fra le conseguenze di ogni scelta.
Capire qual'è quel mistero che seppur tale rimarrà,  non ne aggiunga di altri artificiosamente, come effetti  collaterali indesiderati.
Non si può non partire da un mistero di fede, e ognuno si scelga il suo, ma non si può andare avanti a prendere pillole per ovviare agli inconvenienti di altre pillole prese.
#3233
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 11:38:23 AM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 03:23:02 AMSi nell'ultimo libro di Agamben, si sfiora questo argomento che parrebbe essere stato l'ultima "preoccupazione" di Kant. Ossia appunto l'identità tra spazio e io puro (io che sono idealista, lo chiamo invece pensiero, ossia identità del pensiero con lo spazio, o forse meglio, ma lo scrivo di getto, lo spazio è la modalità con cui il pensiero si conosce).

Iano pur non usando termini filosofici sembri proprio un giovane filosofo rivoluzionario. Complimenti!

Ma se ti avanza tempo nei prossimi giorni, riesci a trovare dove Einstein dica questa cosa? Sarebbe clamoroso!  ;) 

Dubito molto che lo dica, infatti parlo di lezione involontaria. Stiamo parlando di uno dei padri fondatori della meccanica quantistica, cioè di ciò che lui stesso più avversava. e cos'è alla fine il genio se non un esempio spinto di onestà intellettuale che può portarti ad  andare contro tutto e contro tutti, compreso se stesso?
Quello che è certo è che costruisce il suo spazio tempo con l'intento di ripristinare l'azione locale, dove lo spazio tempo si pone come il mezzo che intermedia fra le masse nella trasmissione della forza.
Ma si può veramente spacciare per mezzo intermediario un mezzo che ha sola sostanza matematica?
Di fatto ha trovato l'etere che si cercava ai tempi di Newton, una sostanza talmente sottile, ma così sottile, che in pratica è come se non ci fosse, però c'è.
Non c'è, punto è basta, a meno che... non si voglia attribuire sostanza materiale ad una astrazione matematica, che poi è quello che sto cercando di fare io, ma estendendo l'operazione alla materia intera.
Secondo me la pur fruttuosa opposizione fra materialismo e idealismo ha dato tutto quello che poteva, e io proporrei di archiviarla.
Si è andati finora alla ricerca del supporto materiale di un idea, ma si può fare benissimo anche il contrario, cercando il supporto ideale della materia.
Ma cos'è allora la realtà  e cosa siamo noi, noi nel senso di coloro che con la realtà si rapportano,
spirito, materia o entrambe?
Nessuna di queste, perchè queste sono relative per certo, nel mix che si vuole, ai soli prodotti di quella interazione.
Noi e la realtà restiamo pure ipotesi, di cui però esiste prova indiretta attraverso spirito e materia, cioè dai prodotti della loro interazione, prodotti che da qualche parte dovranno pur saltare  fuori.
Ma se così stanno le cose predisponiamoci pure serenamente a veder mutare questi prodotti, che non sono prodotti unici e irripetibili, ma mutano perchè muta l'interazione che li produce.
#3234
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 03:12:14 AM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 02:55:47 AMAnche se credo tu preferiari sempre qualcosa che descriva matematicamente gli spazi fisici.


Mi spiace non poterti fare da spalla dialettica, perchè sono ignorante in filosofia come una capra. Mi limito a fare filosofia senza usare termini che non capisco, e avrei fatto bene a non usare neanche noumeno.
Per quanto riguarda invece argomenti verso i quali ho un minimo di confidenza, dico che secondo me la relazione fra spazi matematici e spazi fisici è una relazione di identità.
Sono la stessa cosa, e questa secondo me è una delle tante lezioni di Einstein, magari una delle tante che non intendeva dare, ma che ha dato suo malgrado.
L'esistente come prodotto della nostra relazione con la realtà in effetti secondo me coincide con la sua descrizione, e questo è il motivo per cui non possiamo parlare di esistenza in sè , perchè diverse sono le possibili descrizioni funzionalmente equivalenti.
Le teorie fisiche diventano sempre più astratte e questo destino viene sempre più condiviso dagli oggetti della loro trattazione.
Il punto non tanto se si tratti di invenzioni gratuite o meno,
ma se , non essendo gratuite, perciò la loro forma sia talmente vincolata alla realtà da essere quella forma univoca.
Se mai troveremo una verità quella verità non potrà non avere per noi che la forma di una relazione matematica definitiva, ma trattandosi di una relazione fra tante, con l'aspetto di una relazione qualunque, come potrebbe essere quella la verità?
Prima di andare alla ricerca di quella forma precisa, non dovremmo per onestà intellettuale di dire  almeno cosa ci aspettiamo noi di così illuminate da una forma, sia pure precisa, ma sempre una forma fra tante?
Quale aspetto avrà quella forma da potersi escludere che abbia lo stesso aspetto di una forma pescata a caso?
In altri termini, se ci passasse per caso la verità sotto il naso, come faremmo a riconoscerla dal suo aspetto se non abbiamo la più pallida idea di che aspetto debba avere?
Se và bene la verità dunque non ha forma matematica, ma magari l'aspetto di un non aggirabile (al momento) atteggiamento psicologico, ma comunque qualcosa cui non possa attribuirsi una forma, né tantomeno univoca.
#3235
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 02:56:07 AM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 01:53:47 AMin sintesi l'appunto che ti faccio è che quel noi che dici essere noi, non esiste in quanto tale.


Grazie, questa tua critica mi porge il tassello che mancava.
Provo quindi ad aggiungerlo.
E' vero, noi non esistiamo in quanto tali se non allo stesso modo in cui esiste la realtà, esistenza di cui possiamo avere prova indiretta.

Se ho ammesso la realtà come solo possibile noumeno, devo aggiungere un altro candidato, un NOI maiuscolo, che nel rapporto con la realtà produce fra gli altri esistenti un noi minuscolo.
A dirla così suona male, come si trattasse della solita autocelebrazione antropocentrica, però questo mi è venuto da scrivere.
Tu come lo riscriveresti?
Comunque davvero grazie.
#3236
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 02:11:01 AM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 01:17:04 AMNon ho capito caro, presupponendo (magari mi sbaglio) che visto l'epoca in cui viviamo la filosofia è diventata una moda sulla conoscenza ontologica dell'oggetto, sia anche tu un neo-kantiano  (incosapevole o meno) non puoi svincolarti dal fatto che per quanto ogni cosa sia condivisione sociale dell'osservato-osservatore, debba esistere un noumeno.

Senza oggetto della conoscenza l'intero tuo esperimento verrebbe a cadere.

Una sottigliezza forse, ma se persa di vista, si può cadere nel solipsismo che sempre (e a torto) si riferisce a kant.

Esistendo il numeno, non esiste solipsismo e dunque puoi procedere nella tua analisi della socialità, nelle dinamiche dell'osservato-osservatore.


A me basta sostuire al noumeno una realtà che sta dietro le quinte e che non entra mai a far parte della rappresentazione.
A far parte della rappresentazione entrano i prodotti del nostro rapporto con la realtà, ciò a cui siamo soliti  attribuire una esistenza.
Chiamiamola pure esistenza, non propongo di cambiargli nome, ma non è una esistenza in sè, ma relativa allo sperimentatore non meno che all'esperito inteso come noumeno unico , ipotetico se vuoi, ma al quale non ho alcun motivo di non porre fiducia, senza bisogno di prove, se non necessariamente indirette.
Capisco l'accusa di solipsismo, che già mi ha fatto Niko, ma sono costretto a ripetermi : no grazie, non sono interessato all'articolo.
#3237
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 01:44:54 AM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 00:24:53 AMSi d'accordo, ma non è che creiamo mondi matematici a caso, ma a partire dalle nostre esperienze, a cui fino al punto in cui sto leggendo, non pari prestare attenzione.



Presto attenzione si.
A partire dalle nostre esperienze e sottolineo NOSTRE.
Questo è il punto focale.
Le pubblicazioni accademiche sono piene di teorie matematiche  inapplicate che sembrano nascere per caso.
Quando Einstein si è accinto a scrivere la propria teoria si è reso conto che la matematica disponibile a lui nota non era adatta a farlo, quindi avrebbe dovuto inventarla, ma il caso vuole che un suo caro amico matematico italiano cui chiese aiuto l'avesse già inventata.
Però hai ragione tu, non può essere solo un caso.
Perchè si può certo dire che Einstein e il suo amico avessero lavorato in modo indipendente, ma si può parlare di una completa indipendenza se entrambi dipendevano dallo stesso clima culturale?
#3238
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
20 Gennaio 2023, 01:17:11 AM
Citazione di: green demetr il 20 Gennaio 2023, 00:05:15 AMFaccio fatica a seguirti, ma di quale spazio locale stai parlando?
Einstein parla all'interno di un sistema dove viga l'accellerazione costante.
Ora non ricordo la parola corretta. Ma non certo di spazio locale.
Infatti proprio a partire da Galileo che guarda la mosca viaggiare con la nave da terra, si accorge che chi rimane sulla nave la vede ferma.
Lo spazio da einstein in poi diventa relativo (lasciando da parte i calcoli errati per via del fatto che non calcola l'etere).
Poi chiaro che all'interno di uno spazio prossimo (locale) come quello che tu dici, le leggi newtoniane sia valide ancora oggi.
Insomma non capisco ancora bene quale sia la tua polemica.

Azione locale, non spazio locale.
Azione locale significa che la forza si trasmette per contatto, che prima di Newton era il solo tipo forza ammessa, per cui ciò che faceva cadere i corpi a terra non si riteva fosse una forza,non intervenendo alcun contatto, ma la simpatia che le masse avevano per le masse, per cui ogni cosa tendeva a congiungersi naturalmente ai suoi simili.
#3239
Storia / Re: Il mistero delle grandi menti del passato
19 Gennaio 2023, 23:53:18 PM
Resto convinto che quando il tempo è maturo un genio si trova sempre, e che sia in genere l'occasione a farlo emergere.
Le occasioni di Dante sono state l'esilio da Firenze, e un sapere che non ti cambiava sotto il naso mentre lo ponderavi, e dopo averlo ponderato avevi ancora il tempo di sistematizzarlo ''che era sempre quel sapere lì''.
Anche all'epoca di Newton i geni erano ancora tali perchè salivano sulle spalle dei giganti, giganti che mantenevano la loro attualità durante la scalata.
Oggi equivarrebbe a salire sulla montagna del sapere, ma senza riuscire ad arrivare in cima, perchè mentre tu sali la cima crolla, a causa del cambiamento del clima culturale.
Tuttavia possiamo dire in generale che ogni tempo ha il suo tipo di ''genio'', che si può sempre trovare se della genialità non abbiamo fatto un cliché una volta per tutte.
Oggi è più uno scopritore e promotore di talenti in grado anche di coordinarli, di modo che questo gruppo riesca a fare il suo lavoro nel poco tempo che gli è dato, senza che i dati da ponderare gli cambino di continuo.
E siccome non è previsto un premio Nobel per comitive, alla,  fine si sceglie comunque un nome che corrisponde per lo più oggi a un manager del sapere.
La specializzazione dunque in sè non è un male, anzi, purché ci sia un geniale scopritore e coordinatore di specializzati.
E anzi così forse oggi appare meglio la natura della scoperta scientifica, che è sempre stata quella di essere un opera umana, magari difficile da vedere finora come tale perchè diluita nello spazio e nel tempo, e inoltre una natura oggi sempre meno deformabile dal racconto che se ne fà, come ad esempio dell'opera di un genio, per cui i geni sembrano essere spariti.

Non occorre quindi più il sapientone che riunisca in sè tutto il sapere, perchè questo può parimenti essere riunito in un sol luogo, reale o virtuale, da colui che è capace di intuire i talenti di ogni settore e di metterli a lavorare insieme.
#3240
Tematiche Filosofiche / Re: Ti sento, quindi esisti.
19 Gennaio 2023, 11:47:13 AM
Io credo che la verità non esiste, ma non posso limitarmi a negarla, perchè,  se negandola la chiamo in causa, una idea di verità devo comunque avercela.
Azzardo allora che secondo me ha a che fare con una non aggirabile condizione psicologica che assumo nel momento in cui agisco in modo efficace, dove con modo efficace intendo, non relativamente ad una azione che và a buon fine, ma ad una azione che difficilmente andrebbe buon fine se non venisse condotta con convinzione, e  una condizione di massima convinzione è qualcosa che si avvina alla verità.
Si avvicina alla verità perchè difficilmente cambierò idea, ma essendo una convinzione non posso comunque escludere di cambiarla.
Fin qui stiamo parlando di libere convinzioni, e in particolare quelle di massimo grado, ma se vogliamo ancora salire di un gradino possiamo parlare di convinzioni condizionate. Sono quelle convinzioni le quali, se dismesse, mi lasciano nudo. Quelle convinzioni il cui mantenimento è per me vitale, perchè ad esempio ad esse è legata il mio status sociale, e in generale le mie contingenti condizioni di vita.
Se poi non si tratta di condizioni contingenti, ma riguardano la sopravvivenza a lungo termine, dismettere certe convinzioni è come provare a suicidarsi. Il classico esempio che faceva il buon Viator a tal proposito è, prova a buttarti in un burrone, se pensi che non sia vero.
Si tratta di una convinzione che non solo ci si augura di non cambiare, ma per la quale sarebbe utile mettere in atto un atocondizionamento che mi impedisce letteralmente di cambiarla. L'ideale sarebbe eliminare la possibilità che io possa cambiare la mia convinzione.
Questa possiamo dire si avvicina, fino a coincidere con la condizione di verità, di qual cosa che non dipende cioè dalla mia volontà, di ciò che è di per sè , cioè indipendente da ogni altra esistenza e in particolare dalla mia.
La mia incolumità è garantita alla fine grazie ad un blocco specifico che io ho posto sulla mia volontà, un blocco di fatto irremovibile se riposto in un luogo irraggiungibile. L'inconscio.
Io adesso sono salvo, sono al sicuro, e vivo nel conforto che ci sono verità a questo mondo che vegliano su di me, rilassato, perchè il mondo non dipende tutto da me. Non sono io a portarlo sulle spalle, non del tutto almeno, e tutto và bene finché io sono io, perchè tutto questo meccanismo descritto non garantisce la sopravvivenza del mondo, ma la mia sopravvivenza, finché io sono io.
I problemi nascono quando io non sono più io, e non devo più garantire la sopravvivenza di ciò che ero, ma di ciò che sono e potrebbe essere necessario togliere il blocco, ma vallo trovare adesso dove è nascosto.
Difficile, difficile come lo è la ricerca scientifica, che è la ricerca di quel blocco, per rimuovere quella verità, per sostituirla con un altro blocco.

Daniele scrive:
''Infine, noto che lo sganciamento della verità scientifica dal noumeno non mi sembra abbia prodotto quello che avrebbe dovuto in fondo produrre, cioè il medesimo sganciamento della verità individuale dal noumeno. Che stranezze''

Stante la mia premessa, rispondo che si tolgono i blocchi che è necessario togliere, che lo scopo non è togliere i blocchi in generale. Ci saranno sempre cose la cui evidenza è bene non farsi sfuggire, ma non esiste niente di evidente in sè, niente la cui evidenza non possa essere declassata, per quanto sia difficile farlo .
La verità è un pò come un cervello di ricotta, si squaglia se prende sole. (Cit. riadattata di Totò.)