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Messaggi - sgiombo

#3226
Citazione di: maral il 15 Ottobre 2016, 00:01:59 AM
Citazione di: sgiombo il 13 Ottobre 2016, 18:22:56 PM
Di qualunque "cosa" (soggetto di predicato; anche della natura) dire (predicare) che é come é (ovvero ciò che é) é una tautologia.
E infatti io non mi sono limitato a questa tautologia, ho invece affermato che é come é indipendentemente dal se e come la si pensa essere: appunto, la natura é ciò che é ovvero come é indipendentemente dal fatto che questa affermazione venga avanzata o meno (lo sarebbe anche se non lo dicessi: senza che ne faccia parte questo pensiero o facendone parte questo pensiero, in entrambi i casi tautologicamente sarebbe come é).
La tautologia al massimo può essere: "la natura è come è", ma se ci aggiungi che è "indipendente da come la si dice o la si pensa" non è più una tautologia, perché nella tautologia non c'è nulla che implichi che essendo com'è il "com'è" non comprenda come la si dice e la si pensa. Introduci quindi una specificazione (di cui sei lecitamente convinto) che però non è implicita nella semplice tautologia A=A. Stai dicendo qualcosa in più, ossia come è A (ossia specifichi la natura di A), stai dicendo che A è questo e non quello. Ma soprattutto è una evidente contraddizione dato che lo dici, mentre sostieni che la natura è indipendente da come la si dice, quindi compreso anche come la stai dicendo tu, a meno che non intendi il tuo dire sulla natura escluso dalla regola che tu stesso hai enunciato.

Citazione
E infatti io che cosa ho scritto?
Ho scritto proprio che "Di qualunque "cosa" (soggetto di predicato; anche della natura) dire (predicare) che é come é (ovvero ciò che é) é una tautologia, mentre io non mi limito a una tautologia, la mia tesi che vi aggiunge "indipendente da come la si dice o la si pensa" è più di una tautologia.

Non dico che la natura è "indipendente da come la si dice (quindi compreso anche come la sto dicendo io)", bensì che è come è indipendentemente dal fatto che il suo essere come è comprenda (ipoteticamente, fra l' altro) me che lo dico (che parlo della natura) oppure (come ipotesi alternativa) che non lo (mi) comprenda.
C' è una bella differenza fra la contraddizione che mi attribuisci e ciò che effettivamente sostengo!

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CitazioneOvviamente li ho appresi (a parte "Asiafrica"): mica sono un grande poeta o un autore di scoperte scientifiche!
Dante e Galileo e tanti altri hanno coniato ex novo del tutto arbitrariamente più di una parola.
O credi che Galileo "Pianeti Medicei" l' abbia letto al telescopio scritto su uno dei satelliti di Giove a mo' di etichetta su una merce del supermercato?!?!?!
E Amerigo Vespucci (o chi per esso) "America" l' abbia letto sulla collina di Hollywood come la scritta (peraltro altrettanto arbitrariamente arbitrariamente appostavi da qualcun altro) "Hollywood"?!?!?!
Ma nessuno ha mai inventato le parole scegliendole liberamente a caso, ma sempre secondo un significato nato da altri nomi con i loro significati. Asiafrica è la combinazione di Asia e Africa, nomi che hanno già un preciso significato sulla base del quale intendo cosa indichi con quel nome, lo stesso "Pianeti Medicei", mica Galileo si è messo a emettere suoni a caso e poi ne ha scelta una combinazione a piacere tra le tante che gli uscivano dalla bocca per chiamare così quelle cose che vedeva con il cannocchiale, e Amerigo Vespucci (se davvero fu lui) ha chiamato l'America così in relazione al suo nome, quindi anche qui il motivo c'era. Poteva chiamarla diversamente? Forse, ma quel nome riflette la sua reale relazione con la cosa che ha nominato, proprio così e non in altro modo e nasce già con un preciso e chiaro significato.

CitazioneTi ho già detto che le parole non si scelgono a caso (generalmente; a meno che non si decida deliberatamente di farlo), bensì arbitrariamente per determinate motivazioni (le più disparate).
Anche qui c' è una bella differenza!

Asia e Africa hanno già i loro significati perché qualcuno prima di me arbitrariamente e non casualmente glieli ha attribuiti.

Infatti Galileo ha scelto il nome per i satelliti di Giove arbitrariamente ma non a casaccio (direi alquanto "ruffianamente").
Idem per Amerigo Vespucci (se è stato lui, alquanto "narcisisticamente": poteva benissimo chiamarla in qualsiasi altro modo ma arbitrariamente ha pensato bene di autocelebrarsi).

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CitazioneCerto, ovviamente, con i fonemi che stavano arbitrariamente inventando!
L' accordo l' hanno probabilmente trovato spontaneamente, senza istituire una apposita "commissione per lo stabilimento dei fonemi" (cosa che invece accadde quando fu inventata la lingua indonesiana, attualmente parlata da centinaia di milioni di persone).
E come hanno fatto a trovare l'accordo spontaneamente se ognuno si creava i suoi fonemi a caso senza che ve ne fossero altri per intendersi? Con quali fonemi si capivano per potersi mettere d'accordo?

CitazioneNon vedo il problema: uno prova con un suono più o meno articolato, un ' altro con un altro suono, intendendosi a gesti, indicando la cosa da denominare, finché si convincono di usare tutti uno (o in teoria più: sinonimi) dei vari fonemi alternativi (anzi, probabilmente il primo proposto il più delle volte sarà stato quello accettato; come il nome "canguro" fu dato a questo animale per un malinteso, essendo il primo casualmente -ed erroneamente- udito dagli occidentali in presenza della bestia, "indicata a dito"; se per caso "non capisco" nella lingua degli aborigeni si fosse detto "ostrogolamo", chiameremmo -noi occidentali- quegli animali "ostrogolami").


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CitazioneChe ha imparato a simboleggiare le varie cose (i concetti denotanti cose; oltre a quelli puramente immaginari, privi di denotazione reale) con parole arbitrariamente stabilite.
Nessun nome è privo di significato e nessun significato è immaginario (se per immaginario intendi del tutto arbitrario e quindi insignificante), a intenderlo per quello che davvero significa.
CitazioneTautologia!
Fa parte del significato di "nome", trattandosi di una parola, un simbolo verbale, che significhi qualcosa (se un fonema, un vocalizzo più o meno articolato, come "trallallerollerollà", non ha un significato, allora per definizione non è una parola, un simbolo verbale).

Se fosse vero che nessun significato (di alcun nome) fosse immaginario vedremmo comunemente svolazzare nel cielo stormi di ippogrifi.

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CitazionePerfettamente coerente con l' arbitrarietà dei nomi delle cose e non con il preteso, mitico "apparire delle cose con i loro nomi già incoporati".
Eppure anche in quello sketch, il motivo per dire "sarchiapone" c'era: https://it.wikipedia.org/wiki/Sarchiapone v. origine del termine. E quel motivo dà la realtà della cosa che ha come nome sarchiapone nel contesto in cui si è usato quel nome, ossia cosa davvero è.

CitazioneInfatti arbitrario =/= immotivato.

Ma se, altrettanto arbitrariamente, Walter Chiari avesse parlato che ne so?- di "ostrogolamo" avrebbe funzionato lo stesso, sarebbe stato ugualmente divertente (oltre che istruttivo sulla natura umana)!

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CitazioneIn compenso ti posso fare l' esempio dei nomi italiani delle località sudtirolesi (fra l' altro la stessa denominazione di "Alto Adige"; o Vipiteno per Stertnzig o giù di lì, non so di preciso), che furono inventati di sana pianta durante il fascismo (noto, fra le altre sue colpe, per l' esasperato imperialismo e nazionalismo d' accatto) e "decretati per legge", ed oggi sono di fatto comunemente usati (perfino da gran parte delle popolazioni locali, accanto ai corrispondenti tponimi tedeschi).
Ma ti sembra che "Alto Adige" o "Vipiteno" usati per sostituire i nomi tedeschi siano stati scelti così, arbitrariamente emettendo suoni a caso con la bocca? O non rappresentavano piuttosto qualcosa (e qualcosa di ben reale e significativo) di quello che indicavano?
CitazioneSono stati scelti arbitrariamente e non a casaccio, cioè non emettendo suoni a caso con la bocca bensì con un preciso intento (grettamente nazionalistico e imperialistico), ma non per questo meno arbitrariamente, ad libitum di chi allora deteneva il potere, alla faccia delle aspirazioni della stragrande maggioranza delle popolazioni che abitavano quelle terre.

Continui a confondere "arbitrario" con "casuale"!
#3227
Citazione di: Jean il 15 Ottobre 2016, 08:34:17 AM
Sulla strada c'era un giullare di nome Dario e un menestrello di nome Bob che cantavano Desolation Row aspettando Cindarella. Due cavalieri  dell'apocalisse emergevano invece dal fondo della strada, i loro nomi erano Duc in altum su un cavallo napoletano, e Giona appena sputato da una balena con l'Altamarea.



Caro Paul, la chiusa è eccezionale, complimenti.

CitazioneMi rendo conto che non é bello passare al serioso in questo contesto, ma non riesco ad esimermi dal dissociarmi dall' accostamento fra un ribelle autentico come Dario Fo (anche se non ne condivido tutte le scelte, ovviamente) e un cortigiano finto-ribelle come Bob Dylan, in realtà sionista perfettamente integrato e organico alle oligarchie dominanti a livello mondiale (non lo so e non mi interessa saperlo, ma non mi stupirei affatto se appoggiasse Killary Clinton -quella che sghignazzava oscenamente all' apprendere la notizia dell' orribile supplizio e del barbaro linciaggio di Gheddafy da parte dei suoi fantocci, contro Trump).

Per farmi perdonare confesserò che comunque considero artisticamente ottime alcune delle sue prime canzoni come Blowing in the wind e Mister ta
mbourine man: mi piacciono quasi come il gelato alla fragola!

Per la cronaca per me artisticamente Dylan sta a Guccini come l' Altare della patria sta alla basilica di San Pietro (quella originale del sommo Michelangelo); e il nostro Francesco umanamente mi sembra pure tutt' altro che un rivoluzionario, uno che convive bene col potere e non si sottrae a compromessi se é il caso (tutt' altro uomo che Dario Fo), ma comunque molto meno "organico" alle elitè dominanti in senso gramsciano.

Perché é stato conferito il premio Nobel anche a Dario Fo (e se é per quello anche a Sartre, che -grandissimo- l' ha rifiutato! E a Marianela Garcia)?
Perché nessuno é perfetto, nemmeno l' accademia svedese che lo assegna.

Ora che ho spezzato l' allegria (ma forse prima o poi sarebbe il caso di dare una degna chiusa anche a questa pseudodiscussione: "il gioco é bello fin che é corto" mi diceva la mia saggia nonna; professione: lavandaia; scolarità: tre mesi di prima elementare in cui aveva "imparato a fare le aste", poi ha lavorare essendo rimasta orfana; però da sola aveva successivamente imparato a leggere e scrivere in qualche modo ed é una delle persone più sagge che abbia conosciuto), mi rassegno a condividere col buon Sari le bastonate degli altri filosofi (oso sperare di scampare alla sorte dello psicanalista).
#3228
Citazione di: sgiombo il 13 Ottobre 2016, 18:22:56 PM
Citazione di: maral il 13 Ottobre 2016, 17:24:07 PM

Pensi che gli uomini di decine di migliaia di anni or sono si siano messi a pronunciare fonemi a caso e poi si siano messi d'accordo su cosa dovessero significare? E con che linguaggio lo avrebbero fatto? Con gli stessi fonemi su cui dovevano ancora concordare?

CitazioneCerto, ovviamente, con i fonemi che stavano arbitrariamente inventando!
L' accordo l' hanno probabilmente trovato spontaneamente, senza istituire una apposita "commissione per lo stabilimento dei fonemi" (cosa che invece accadde quando fu inventata la lingua indonesiana, attualmente parlata da centinaia di milioni di persone).
CitazioneQuesta storia dell' invenzione artificiale della lingua indonesiana l' avevo sentita dire qualche tempo e la ricordavo male; ho fatto un rapido giro in Google e ho constatato che é una bufala.
Tuttavia ciò non cambia la sostanza delle questione.

In compenso ti posso fare l' esempio dei nomi italiani delle località sudtirolesi (fra l' altro la stessa denominazione di "Alto Adige"; o Vipiteno per Stertnzig o giù di lì, non so di preciso), che furono inventati di sana pianta durante il fascismo (noto, fra le altre sue colpe, per l' esasperato imperialismo e nazionalismo d' accatto) e "decretati per legge", ed oggi sono di fatto comunemente usati (perfino da gran parte delle popolazioni locali, accanto ai corrispondenti tponimi tedeschi).
#3229
Citazione di: Apeiron il 13 Ottobre 2016, 17:57:26 PM
Ahahahah alcuni post sono fantastici  ;D

Secondo me lo scopo della vita è passare da una farsa a una tragicommedia.  8)
CitazioneSono proprio d' accordo!

Ma chi l' ha detto (a parte forse il gelataio, al quale non sono dì certo simpatiici...) che i filosofi sarebbero sempre seriosamente pedanti?
#3230
Citazione di: maral il 13 Ottobre 2016, 17:24:07 PM
Scusa Sgiombo, ma dicendo che la natura è come è, indipendentemente da come la diciamo, stiamo dicendo proprio qualcosa della natura e non è nemmeno una tautologia, (la tautologia sarebbe che la natura è la natura, senza ulteriori specificazioni su ciò che è o non è, che se ci si mettono vanno ad aggiungersi debitamente o indebitamente). Ma il punto è che proprio assumendo per vera tale affermazione essa si dimostra completamente insignificante (ossia se è vera è falsa). Se la natura è indipendentemente da come la diciamo, ora che diciamo questo della natura, stiamo dicendo qualcosa da cui la natura è del tutto indipendente, proprio per come la si è detta.

CitazioneDi qualunque "cosa" (soggetto di predicato; anche della natura) dire (predicare) che é come é (ovvero ciò che é) é una tautologia.
E infatti io non mi sono limitato a questa tautologia, ho invece affermato che é come é indipendentemente dal se e come la si pensa essere: appunto, la natura é ciò che é ovvero come é indipendentemente dal fatto che questa affermazione venga avanzata o meno (lo sarebbe anche se non lo dicessi: senza che ne faccia parte questo pensiero o facendone parte questo pensiero, in entrambi i casi tautologicamente sarebbe come é).

CitazioneIo non ho mai visto alcunché di naturale (di non fatto appositamente, intenzionalmente in siffatto modo da uomini) che apparisse alla mia vista insieme a una scritta (o alla pronuncia di un vocalizzo) costituita (-o) dalla parola (in che lingua?!?!?!) con cui si è invece deciso arbitrariamente (essendo più o meno esplicitamente consapevoli dei questa decisione arbitraria a seconda dei casi) di chiamarla (proprio come nello sketch si è finto fosse stato deciso di chiamare così l' inesistente sarchiapone: l' unica differenza, fra il sarchiapone e il mio gatto Attila è che il primo non esiste, il secondo per mia fortuna sì: non riguarda in alcun modo la loro rispettiva denominazione, la quale, nella realtà nel secondo caso, nella finzione artistica nel primo, è stata comunque arbitraria).
Niente appare con una scritta con il suo nome sotto, ma questo non significa che i nomi li mettiamo noi come ci pare e infatti neppure questo accade. Hai forse mai messo a tuo arbitrio dei nomi a delle cose o non li hai forse appresi?
CitazioneOvviamente li ho appresi (a parte "Asiafrica"): mica sono un grande poeta o un autore di scoperte scientifiche!
Dante e Galileo e tanti altri hanno coniato ex novo del tutto arbitrariamente più di una parola.
O credi che Galileo "Pianeti Medicei" l' abbia letto al telescopio scritto su uno dei satelliti di Giove a mo' di etichetta su una merce del supermercato?!?!?!
E Amerigo Vespucci (o chi per esso) "America" l' abbia letto sulla collina di Hollywood come la scritta (peraltro altrettanto arbitrariamente arbitrariamente appostavi da qualcun altro) "Hollywood"?!?!?!


Pensi che gli uomini di decine di migliaia di anni or sono si siano messi a pronunciare fonemi a caso e poi si siano messi d'accordo su cosa dovessero significare? E con che linguaggio lo avrebbero fatto? Con gli stessi fonemi su cui dovevano ancora concordare?

CitazioneCerto, ovviamente, con i fonemi che stavano arbitrariamente inventando!
L' accordo l' hanno probabilmente trovato spontaneamente, senza istituire una apposita "commissione per lo stabilimento dei fonemi" (cosa che invece accadde quando fu inventata la lingua indonesiana, attualmente parlata da centinaia di milioni di persone).


I nomi vengono dal contesto culturale e sociale che conosce i significati che ha imparato a conoscere nel vedere e usare le cose.

CitazioneChe ha imparato a simboleggiare le varie cose (i concetti denotanti cose; oltre a quelli puramente immaginari, privi di denotazione reale) con parole arbitrariamente stabilite.

I nomi variano, certo, a seconda di cosa si vede, come lo si percepisce e lo si usa, a seconda di quale parte della cosa appare o meno come rilevante e per questo quando qualcuno dice un nome che non conosco ("sarchiapone" ad esempio), è ovvio che cerco e immagino la cosa che quel nome penso indichi, non denotandola, ma evocandola sulla base di riferimenti ad altri suoni di cui già so e sappiamo il significato.

P.S. tra l'altro pare che il sarchiapone esista, in dialetto napoletano e abruzzese, ma non è un animale.

CitazionePerfettamente coerente con l' arbitrarietà dei nomi delle cose e non con il preteso, mitico "apparire delle cose con i loro nomi già incoporati".

#3231
Presentazione nuovi iscritti / Re:Presentazione
13 Ottobre 2016, 17:53:17 PM
Citazione di: Apeiron il 09 Ottobre 2016, 10:09:55 AM
Citazione di: sgiombo il 08 Ottobre 2016, 15:24:21 PMBenvenuto!! Personalmente (come vedo anche CVC) ho apprezzato molto il tuo atteggiamento verso la vita"da filosofo" (non necessariamente da professore di filosofia, anche se ti auguro di cuore di diventarlo, poiché lo vuoi), così come appare dal tuo intervento nella discussione "Perché fare filosofia?".

Ringrazio te e CVC per l'apprezzamento. In realtà per ora penso di fare almeno qualche anno di ricerca in fisica e non in filosofia. Comunque cercherò sempre di fare filosofia come "attività parallela" (anche perchè a me viene "naturale") anche perchè secondo me a differenza di molti fisici, la fisica ha ancora bisogno di filosofia.

CitazioneGrande!!

Sono sicuro che sarai (anche) un ottimo fisico!!!

Mi permetto di importunarti con una citazione di un filosofo (considerato un "minore che più minore non si può") a me molto caro:

"Gli scienziati credono di liberarsi della filosofia ignorandola o insultandola. Ma poiché senza pensiero non vanno avanti e per pensare hanno bisogno di determinazioni di pensiero, accolgono queste categorie, senza accorgersene, dal senso comune delle cosiddette persone colte, dominato dai residui di una filosofia da gran tempo tramontata, o da quel po' di filosofia che hanno obbligatoriamente ascoltato all' Università (che é non solo frammentaria, ma un miscuglio delle concezioni di persone appartenenti alle più disparate, e spesso peggiori, scuole), o dalla lettura acritica e asistematica di scritti filosofici di ogni specie, non sono dunque affatto meno schiavi della filosofia, ma lo sono purtroppo il più delle volte della peggiore; e quelli che più insultano la filosofia sono schiavi proprio dei peggiori residui volgarizzati della peggiore filosofia...".
                                                                                                                                                               Friederich Engels, La dialettica della natura,
#3232
Presentazione nuovi iscritti / Re:ciao a tutti!
13 Ottobre 2016, 17:04:15 PM
Citazione di: roberta il 12 Ottobre 2016, 19:31:23 PM
ciao, sono una ragazza  ;D di 49 anni. ho un lavoro e ringrazio il cielo, ma non sono molto felice nell'ambiente in cui opero. diciamo che non riesco essere me stessa come vorrei. sono qui per curiosità e per sentirmi meno sola. non ho una grande vita sociale.
amo molto gli animali, ho un cane meraviglioso, che vi saluta  :)
oddio quante faccette,,,forse un po' l'imbarazzo della presentazione che non è il mio forte
vi ringrazio, sono felice di essere qui!
CitazioneIl bello di Internet é proprio che permette di trovare qualcuno con cui si condividono interessi anche "strampalati", "di nicchia", minoritari, anticonformistici.
Benvenuta anche da parte mia!
Il mio gatto Attila ricambia il saluto.

P.S.: il mobbing é un' esperienza terribile, che io stesso ho provato e con un buon avvocato molta forza di volontà e sprattutto moltissima fortuna sono riuscito a superare.
Ti auguro di cuore di farcela anche tu.
Ragionare con altri che condividono i nostri interessi (magari dando alle stesse domande riposte diverse o contrarie) può forse aiutare a ritrovare un po' di serenità, se non altro vedendo che al mondo non ci sono solo gli stronzi (quando ci vuole ci vuole; Dante usa "merda" e "puttana" diverse volte nell' Inferno) che ci perseguitano e opprimono col loro iniquo potere.
#3233
Citazione di: maral il 13 Ottobre 2016, 11:51:43 AM
Citazione di: sgiombo il 10 Ottobre 2016, 20:59:07 PM
Ovvio: non vi é alcuna traccia dell' inizio del linguaggio, comunque sia avvenuto!
Ma di fatto il linguaggio é un insieme di arbitrari e convenzionalmente accettati simboli verbali e delle regole grammaticali e sintattiche del loro impiego.
E allora dove sta la verità di questo fatto che sostieni incontrovertibile?

CitazioneE allora dove sta la dimostrazione che l' uno o l' altro di questi fatti (non esservi traccia dell' inizio del linguaggio e convenzionalità dei simboli verbali dei concetti) non sarebbe incontrovertibile?


Se il tuo discorso vuol dire: esistono cose reali la cui esistenza può apparirci o meno significando qualcosa oppure nulla sono perfettamente d'accordo, se vuol dire esistono cose che ci appaiono significando, senza avere realtà alcuna, no (e questo vale pure per gli ippogrifi se "ippogrifo" significa qualcosa, anche se non me lo ritroverò mai in carne ed ossa davanti al naso, poiché ritrovare in carne e ossa sono solo un modo che hanno le cose di significare) .


CitazioneCos' altro ho mai sostenuto se non che esistono cose reali che non significano nulle a altre (i simboli) che significano (per assunzione arbitraria) qualcosa?
Se intendi questo con "cose reali la cui esistenza può apparirci o meno significando qualcosa oppure nulla" siamo d' accordo (ma non mi pareva...).

Non ho mai affermato la contraddizione: "ci sono cose reali che significano qualcosa (simboli) senza essere reali" ma casomai che ci sono cose reali che sono simboli verbali, come "ippogrifo", che significano un concetto (hanno ovviamente una connotazione) senza avere una denotazione reale (simboli verbali il cui significato è reale unicamente in quanto oggetto di pensiero; e dunque non ti ritroverai mai i significati di questi simboli verbali -del tipo di "ippogrifo"- in carne e ossa davanti al naso).


Prendiamo ad esempio la frase, che mi pare rispecchi quello che affermi:
"la natura è come è, indipendentemente da come la diciamo che sia". Ma questa è comunque una frase, è qualcosa che viene da noi detto della natura, dunque, se è vera la natura è  indipendente da questo stesso dire. Capisci la contraddizione? Si sta dicendo che quello che si dice, essendo arbitrario, non ha alcuna relazione con quello che è, ma allora questo vale anche per questa affermazione perbacco, dato che la si sta dicendo! Che relazione può mai avere questa stessa frase con la natura per come è?

CitazioneMa quale contraddizione?
"La natura è come è, indipendentemente da come la diciamo che sia" non significa che parliamo della natura e inoltre contemporaneamente non parliamo della natura, bensì che la natura è ciò che è, sia se e quando include il fatto che parliamo della natura (di cui siamo parte), sia se e quando non include il fatto che parliamo della natura.


Questo però non significa assolutamente che l'esistenza della natura dipende da quello che diciamo come se fosse l'ovvia e unica alternativa a quanto prima detto.
Ciò che è non dipende da ciò che ne diciamo, ma il suo modo di poterci apparire in qualche modo sì (apparirci come quel monte, quel cavallo e pure come tutte le immagini di fantasia o in carne e ossa in cui può apparirci nei contesti e secondo i modi in cui si manifesta il loro significato). E ciò che diciamo non lo inventiamo mai noi (come Walter Chiari inventava la parola "Sarchiapone" nel famoso sketch che credo ricorderai), proprio in quanto ci appare e non siamo noi a far apparire ciò che appare nel modo in cui appare, non lo costruiamo mai a tavolino, non lo disegniamo come vogliamo ad libitum, ma è quello stesso apparirci che ci  presenta ciò che realmente è (e non sappiamo cosa sia se non ci appare in qualche modo) nei modi in cui in quel contesto si manifesta.

CitazioneSe "ciò che è non dipende da ciò che ne diciamo, ma il suo modo di poterci apparire in qualche modo sì" significa che ciò che è non dipende da ciò che ne diciamo, ma il nostro pensarlo (=il suo modo di poterci apparire in qualche modo) sì, sono ovviamente d' accordo: è una tautologia!

Io non ho mai visto alcunché di naturale (di non fatto appositamente, intenzionalmente in siffatto modo da uomini) che apparisse alla mia vista insieme a una scritta (o alla pronuncia di un vocalizzo) costituita (-o) dalla parola (in che lingua?!?!?!) con cui si è invece deciso arbitrariamente (essendo più o meno esplicitamente consapevoli dei questa decisione arbitraria a seconda dei casi) di chiamarla (proprio come nello sketch si è finto fosse stato deciso di chiamare così l' inesistente sarchiapone: l' unica differenza, fra il sarchiapone e il mio gatto Attila è che il primo non esiste, il secondo per mia fortuna sì: non riguarda in alcun modo la loro rispettiva denominazione, la quale, nella realtà nel secondo caso, nella finzione artistica nel primo, è stata comunque arbitraria).

Che non siamo noi a far apparire ciò che appare nel modo in cui appare, non lo costruiamo mai a tavolino, non lo disegniamo come vogliamo ad libitum, ecc. sono ovviamente d' accordo (altra tautologia).
Ma l' apparirci di ciò che ci appare =/= il denominare ciò che ci appare.
#3234
Citazione di: Sariputra il 13 Ottobre 2016, 15:52:12 PM

Giona:" Non vorrei inghiottire satana. Satana va pronunciato in minuscolo"

Giona fuori di sè: "Vade retro satana. Satana va urlato in minuscolo!"


Citazione... fu così che il gelataio venne a conoscenza del paradosso del mentitore (prima o poi doveva capitare, in una gelateria così frequentata da filosofi).
#3235
Citazione di: cvc il 13 Ottobre 2016, 13:31:18 PM

Questo la dice lunga sulla concezione economica dominante che è per lo più astrazione che poco (volutamente o non) fa i conti con la realtà. E forse anche il motivo per cui gli economisti, quando fanno previsioni, ci azzeccano tanto quanto gli indovini dell'antichità che interrogavano le viscere degli animali

Citazione
Concordo in pieno!

E dopo ogni immancabile, puntualissimo, plateale errore di previsione si ripresentano con intatta sicumera a fare altre "previsioni scientificamente fondate" e a dare altri consigli (che poi sono sempre lo stesso: privatizzare, tagliare le spese sociali, esentare gli imprenditori e gli usurai -altrimenti detti: banchieri- da tasse e limiti legali al loro operato).

Personalmente se fossi costretto con la forza (per assurdissimo!!! Ammesso e per niente concesso!!!) a dar retta a un docente della Bocconi o della London school of economics oppure al mago Otelma non avrei dubbi sulla scelta del secondo (il che é tutto dire...).
#3236
Citazione di: Sariputra il 13 Ottobre 2016, 15:00:35 PM
Il commesso di gelateria osserva un uomo fermo davanti all'entrata.
E' il filosofo Eutidemo che sta leggendo la tabella degli alimenti usati dal gelataio.
Una folla si è radunata alle sue spalle.
Eutidemo sta invitando a NON entrare nella gelateria per un errore di battitura nella tabella.
Il filosofo Eutidemo viene travolto dalla folla al grido: "SI', vogliamo i gelati!"  ;D ;D ;D
CitazioneSempre simpaticissimo!

Però non posso esimermi dall' auspicare che il grido: "NO, il gelato ai frutti di Bosc(hi)o non lo vogliamo proprio!!!" sovrasti (anche solo di un unico urlatore, e senza bisogno di quorum: fossero anche cinque contro quattro)  quello dei "SI".
#3237
Sariputra va dal solito gelataio, chiede un cono alla panna e se lo gode fino all' ultima leccata.

Gelataio. "Mi deve due euro e trenta centesimi; a parte il fatto che ha voluto un solo gusto, mi é più simpatico di Emanuele Severino, che sto ancora aspettando che finisca il suo e mi paghi (...e mi sa che dovrò avere molta pazienza), e voglio farle uno sconto".
Sari: "chi deve pagare? Cioé: di chi é l' identità personale del pagatore?"
Gelataio: "beh, l' ho dato a lei, e dunque lei me lo deve pagare!".
Sari: "No, veramente l' ha dato al Sariputra di due minuti fa, non a me: la mia identità personale é diversa perché ho perso qualche molecola di anidride carbonica col respiro e di acqua col sudore, e inoltre ho già assimilato parte degli zuccheri contenuti nel suo ottimo gelato!".
Gelataio: "Per fortuna che i filosofi sono un' esigua minoranza della popolazione, altrimenti avrei già chiuso bottega da un bel pezzo...".

Con altrettanta cordialità e simpatia!
#3238
Citazione di: cvc il 13 Ottobre 2016, 10:53:59 AM
Lungi da me l idea di piaggiare i nicciani del forum, tuttavia, pur non avendo una predilezione per tale filosofo, questa sua citazione mi fa molto riflettere. Rimanendo coerente alla mia non predilezione per Nietzsche mi permetto lo snobbismo (probabilmente sbagliando) di non identificarne l'ubicazione. Astraendola dal contesto originario e generalizzandola, trovo che si possano trovare numerosi esempi cui applicarla.
Ad esempio Seneca (questo si da me prediletto) nella lettera a Lucillo numero 45 dice: "Quanto è simile l'adulazione all'amicizia..... la temerità si confonde col valore, l'ignavia con la prudenza, la viltà con la moderazione...."
Da un punto di vista più scientifico si potrebbe dire che ogni scarto quantitativo minimo non altera di molto la sostanza delle cose. Ad esempio non sarei molto più felice se vincessi 100 milioni alla lotteria di quanto lo fossi se ne vincessi 99. Però, rimanendo sempre nel veniale, se associo la mia idea di ricchezza ad una cifra precisa, qualsiasi cifra al di sotto di quella soglia mi renderebbe meno felice. È il discorso del calcolo infinitesimale per cui ogni variazione all'interno di un certo limite è pressoché indifferente, mentre una grandezza anche solo infinitesimale al di là fi quel limite, fa la differenza.
Ciò dovrebbe mettere in evidenza l'importanza del limite, la quale cosa sottintende che debba esserci un limite nelle cose. Mi sembra invece che, nei giorni nostri, ci si dimentichi spesso del limite. Nel senso che se la crescita porta il benessere, ed il benessere è una cosa positiva, bisogna continuare a crescere sempre indiscriminatamente, senza preoccuparsi del fatto che esiste un limite oltre al quale non si può più crescere. Forse perché si sa che gli uomini mettono molto più entusiasmo nel raggiungere uno status, di quanto ne adoperano per mantenerlo.
"Guai all'uomo che non conosce il proprio limite", diceva Aristotele.



CitazioneEsatto!

Ed é proprio in questo che si manifesta il carattere assolutamente irrazionale (e incompatibile con la sopravvivenza della specie umana) degli assetti sociali capitalistici, che impongono la concorrenza sfrenata alla ricerca del max profitto possibile ad ogni costo e a breve termine fra unità produttive (imprese) reciprocamemnte indipendenti con conseguente tendenza inevitabile a produrre  illimitatamente beni e servizi, essendo viceversa limitate le risorse naturali realisticamente (e non fantascientificamente) disponibili e la possibilità dell' ambiente di metabolizare gli effetti dannosi delle produzioni .
#3239
Anche Emanuele Severino qualche volta va dal gelataio del quartiere dei filosofi (pardon: esistono eternamente alcuni Emanueli Severini da gelatai; in parte diversi; qualcuno dal gelataio dei filosofi).
Uno di questi E.S. chiede un cono da due euro e cinquanta centesimi al pistacchio e zabaglione.
IL gelataio lo serve, E.S. se lo gusta.
Gelataio: "Mi deve infiniti euro".
E. S.: "Ma mi ha servito un cono da due euro e cinquanta centesimi".
Gelataio: "Ma lei mi insegna che glielo sto servendo eternamente, all' infinito; ergo 2 euro e cinquanta centesini moltiplicati per "i" (numero infinito; chiedo scusa ai conoscitori delle teorie di Cantor: si fa per stare al gioco!) fa infiniti euro".
E.S.: "Beh, mi lasci almeno finire di gustarmi il suo ottimo gelato: stia tranquillo che appena l' avrò finito la pagherò voletieri".
#3240
Però pare che Leopardi, diabetico, sia morto per una abbuffata di gelato (personalmente, oltre che sommo poeta, lo ritengo anche filosofo migliore degli altri due e buongustaio; oddio, averlo per amico forse non avrebbe troppo rallegrato la compagnia...).