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Messaggi - Jacopus

#3256
Tematiche Filosofiche / Re:L'elemosina di Hobbes
13 Maggio 2017, 10:09:28 AM
CitazioneSì, la mia obiezione considera solo gli estremi e non le vie di mezzo. Ma se consideriamo le vie di mezzo, la critica di Hobbes all'altruismo perde ogni motivo di interesse: non c'era bisogno di lui per sapere che il bene è inquinato dal male. La critica di Hobbes risulta importante solo perché fa sospettare che l'altruismo non esista; se è solo per dire che l'altruismo non è puro, Hobbes ha scoperto l'acqua calda.

La visione di Hobbes va inquadrata nel suo tempo. Un tempo di forte conflittualità fra poteri nuovi e vecchi (borghesia e aristocrazia) e che potevano essere gestiti attraverso la reinterpretazione del potere monarchico denominato storicamente come assolutismo. Inoltre non credo che senza Leviatano ci sia la legge della giungla. In Italia c'è molta confusione politica, ma non viviamo in un contesto "leviatanico". Non c'è la sicurezza che può esserci in Corea del Nord, ma siamo disposti a barattare la libertà di pensiero con la sicurezza? Preferiamo essere certi di non subire una rapina ma aver paura di dire quello che pensiamo anche ai nostri amici?
L'estremo egoismo e l'estremo altruismo, come dice CVC sono astrazioni della mente, che possono anche servire ad altri scopi, inconsapevoli o ideologici.
Riducendo tutte le relazioni ad egoismo si fa ad esempio un gran favore alla logica del profitto e alla logica della cultura materialistica. Se l'egoismo ci domina non dobbiamo certo farci tanti scrupoli: oggi a me, domani a te. L'altruismo si colora sempre di empatia, come dimostrato dallo stesso Hobbes.
La metafora degli istrici di Shopenhauer è in proposito quella che spiega meglio la questione e che tra l'altro è avvalorata da tutti i più recenti studi delle neuroscienze.
A proposito dell'ipocrisia. Siamo tutti ipocriti. Per non esserlo dovremo spogliarci dei nostri beni e predicare il vangelo o una religione orientale o pensate davvero che il nostro stile di vita sia condivisibile con tutti i sette miliardi di persone che vivono il mondo? In Italia ad esempio vi sono 30 milioni di auto. Ve lo immaginate un mondo con 3 miliardi e mezzo di automobili?
 Non è ipocrita solo colui che fa una scelta estrema o di puro altruismo evangelico o di puro razzismo, proponendo il genocidio delle popolazioni del terzo mondo. L'ipocrisia, spiace dirlo, fa parte del nostro mondo di mezzo, nè bestie nè angeli.
#3257
Tematiche Filosofiche / Re:L'elemosina di Hobbes
12 Maggio 2017, 09:57:14 AM
L'ambivalenza della vita riguarda anche il tema egoismo-altruismo. Non esiste l'altruista puro, colui che si annulla senza un motivo. Anche chi sacrifica la vita lo fa per un ideale, per salvare i propri figli, l'idea che ha del mondo o la propria anima. Anche l'egoista può esserlo in modo più o meno estremo. Scrooge o Montgomery Burns sono dei tipici esempi di questa visione estrema, ma esiste anche un egoismo allargato alla propria famiglia o alla propria città o nazione o gruppo malavitoso, dove si compongono e si mescolano aspetti egoistici e altruistici. Credo che vedere le cose in un modo unidimensionale sia un errore anche se in realtà lo facciamo spesso, per semplificarci la nostra visione del mondo, oppure per proiettare nel mondo le nostre debolezze e i nostri difetti.
Se invece l'intento della discussione è riflettere sulla necessità che anche i "buoni" si pensino un pò egoisti, allora credo che sia un intento ragionevole e sano.
#3258
IL CRITICO

Io creda che seduttor cotal
Non sia di donna ma di società
E' il banchiere pio
Che all'ombra della cattedrale
Pensa di far del bene
Invece fa del male
E' il giornalista calvo
Che dalle televisioni
Sparla dei bruscolini
E non vede i suoi mattoni
Inebriato dal suo successo
È lo psicopatico al potere
Che non teme alcun eccesso
Questo è seduttore da cvc evocato
Mentre l'amore o il sesso
stavolta si è salvato
#3259
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Polarizzazioni
30 Aprile 2017, 16:28:26 PM
Credo che sui migranti vi siano gia  discussioni a sufficienza in questo forum. A me piaceva riflettere con voi su questa supposta necessita' di vedere la realta' secondo le modalita' amico/nemico come ha giustamente osservato green. Avrei potuto fare l'esempio della UE, di Trump, di Renzi, del cristianesimo, del libero mercato, la tecnologia, la liberalizzazione della cannabis, del fascismo. Spesso forse per semplificare si sceglie un campo e lo si difende come se fosse l'unica verita'. Invece la realta' e' molto piu' complessa e la scelta giusta e' sempre un compromesso. Questo assunto se accettato, produce delle profonde modificazioni su come osserviamo la realta' ma evidentemente ci sono delle forti resistenze. Oppure vi potrebbero anche essere delle motivazioni razionali nella logica amico/nemico (ed effettivamente ve ne sono, ma bisogna interrogarsi sulle differenze di approccio e sulle radici di queste due diverse impostazioni mentali).
#3260
Tematiche Culturali e Sociali / Polarizzazioni
28 Aprile 2017, 19:01:05 PM
Il caso del Procuratore di Catania è noto. Carmelo Zuccaro ha pubblicamente espresso il sospetto che alcune ONG aiutino gli scafisti nella loro turpe attività sulla pelle dei migranti.
Immediatamente sono sorti i rispettivi partiti pro e contro Zuccaro, con tesi nette: "Le Ong sono il bene dell'umanità!" oppure "Le Ong sono delle organizzazioni di trafficanti!". A me sembra molto più realistica l'ipotesi che all'interno delle ONG vi siano persone losche che possono tranquillamente fare affari con i trafficanti, senza per questo dover demonizzare tutto il meritorio lavoro delle ONG.
Fare un lavoro mentale di questo genere però è riservato a pochi. Gli schieramenti pro e contro non ammettono sfumature. O bianco o nero! O amico o nemico! La maggioranza decide a quale partito iscriversi ed anche le istituzioni non disdegnano questo gioco e quindi Vaticano da una parte e M5S o lega nord, dall'altro.
Questo è solo l'ultimo caso. Scorrendo le cronache questa dinamica si ripresenta identica. Le cause a mio parere sono molteplici ma una visione del genere impoverisce lo stesso esame della realtà, distorto e semplificato, adatto per la mente di un bambino, non certo per quello di un adulto raziocinante.
Penso che lo scopo in fondo sia proprio quello di continuare a trattarci come dei bambini di 9 anni e quindi adattare le forme di pensiero affinchè un bambino di 9 anni possa capire.
#3261
Non credo che la tua ricetta possa funzionare Paul. L'ho già scritto ma lo ripeto. La svalutazione può essere utile solo marginalmente, sia perché il tessuto manifatturiero italiano dovrebbe spostarsi verso l'alto, verso prodotti ad alto contenuto tecnologico e quindi laddove l'appeal dei prezzi da discount non ha grande importanza, sia perché le multinazionali, se devono investire, non lo fanno alla luce dei costi, o perlomeno non solo, e se dovessero attenersi solo ai costi, continuerebbero a ritenere convenienti altre localizzazioni.
L'Italia offre una impronta culturale raffinata e su alcuni settori come l'agroalimentare, un alto costo può essere ancora più redditizio di una politica svalutativa. Secondo me i tempi del vino all'etanolo e della "svalutation" sono finiti e volerli riproporre potrebbe essere un grave errore, visto che sono cambiate tutte le variabili dagli anni'70 dello scorso secolo ad oggi.
Ad esempio oggi la svalutazione non è detto che si colleghi all'inflazione. Potrebbe semplicemente comportare l'arricchimento ulteriore di chi produce per l'estero, mentre il mercato interno continuerebbe a soffrire, non esistendo più la scala mobile.
Il cosiddetto miracolo economico e il successivo sviluppo italiano furono inoltre la conseguenza di una curva demografica molto diversa da quella attuale ed anche questo non va sottovalutato. I consumi di una popolazione anziana sono ben diversi dai consumi di una popolazione giovane.
A proposito del default dello stato italiano. Non è così semplice. L'unico modo per non soccombere, in caso di crack, è quello di tornare alle banche pubbliche, cioè espropriare i titolari delle azioni Unicredit, San Paolo e altre ancora e farle tornare di dominio statale (con tutte le possibili inefficienze già sperimentate). E chi investirebbe in Italia, paventando la possibilità di venir espropriato? Infatti in caso di crack, non sarebbe più esigibile il debito pubblico italiano, che è spesso la maggiore garanzia di liquidità delle banche, che ne posseggono gran parte.
Nella fase di transizione immagina per un istante la confusione possibile. Come verrebbero cambiati gli stipendi da euro a lira? Sempre con il tasso famoso di 1923 lire per un euro? Uno stato che fa fatica a mandare avanti la normale amministrazione dovrebbe farsi carico da solo di organizzare il ritorno ad una moneta nazionale! Francamente credo che sia un'impresa al di sopra dei nostri statisti.
Per non parlare di chi ha contratto dei debiti per investimenti o per comprare casa. I tassi di interesse schizzerebbero in alto in pochissimo tempo e non credo che il signor Rossi possa dire "chissenefrega" come magari potrebbe lo stato italiano.
Concordo con te sulla gravità della situazione e sugli egoismi dei singoli stati, appena coperti da una superficiale "entente cordiale", ma la tua terapia non può salvare il malato.
#3262
CitazioneJacopus,
non confondiamo la teoria economica con la politica o il modo di gestire politicamente l'economia.
L'economia dice che esiste un ciclo che tende ad un riequilibrio, metaforicamente direi che si ritene che esita un sorta di legge termodinamica interna alla teoria del mercato economico.
Premessa. Discutere con Paul è sempre un piacere, perché si discute pacatamente e senza toni arroganti e supponenti.
Detto questo, l'unica materia di economia da me studiata all'università si chiamava proprio "economia politica" per dire che l'economia non è una scienza esatta ma fa parte di quella congerie di materie che i tedeschi raggruppano fra le "geistwissenshaften". Credo che non esista un ciclo economico naturale ma che l'economia è profondamente condizionata dalla politica e dalla tecnologia.

CitazioneIl Bretton Wood è il momento in cui  si è configurato una diversa forma di fare politica economica, ,soprattutto a livello di macro economia. Quando si decise nei primi anni '70 di togliere la parità della moneta con un oncia d'oro, è finita la realtà materialista della moneta , è diventata virtuale prima ancora dell'era digitale.
da questo momento storico i ministeri del tesoro e le banche centrali man mano prenderanno un'enorme potere, tant'è che ormai fare politica equivale a gestire l'economia.Oggi la legge più importante dello Stato è il documento di programmazione economica-Lo Stato divine sempre più simile all'aziendalismo produttivo, da quì il modello vincente del liberismo capitalistico di imporre più che mai (con il crollo del muro di Berlino si è galoppato nella globalizzazione) che lo Stato debba essere amministrato attraverso indicatori economici (non sociali o politici o di diritto) proprio come un'azienda privata che mira l profitto.

Questa descrizione mi trova d'accordo ma non vedo il nesso con l'euro. Sia con l'euro che senza euro, la politica economica continuerà a farsi secondo una politica aziendalistica, a meno che non si voglia ritornare al socialismo reale o al nazionalsocialismo.

CitazioneRitornando alla moneta ,se finisce la parità con l'oro, significa che quella moneta non ha più valore "reale" nel valore di scambio con le merci o servizi, ma è fittizio per cui da quel momento è il mercato economico interno di quella moneta con ovviamente il bilancio dello Stato , e il suo rapporto di cambio valutario nel rapporto internazionale.

La parità con l'oro, prima di Bretton Woods, non era della moneta in senso lato, ma del dollaro. Che la moneta abbia un valore fittizio è vero fino ad un certo punto. La moneta rispecchia sempre l'economia in cui viene scambiata. Vi sono ovviamente le tempeste valutarie, i giochi speculativi, ma un gioco speculativo al ribasso del marco tedesco, in un ipotetico revival delle monete pre-euro, avrebbe vita breve. Le aspettative e la solidità della economia tedesca renderebbero questi tentativi vani e controproducenti.

CitazioneNella situazione attuale di "stallo" politico ed economico in Europa, la scelta è squisitiamnte prima politica se si vuol fare una diversa forma di economia. L'euro forte va ben per la Germania e le sue multinazionali che si rafforzeranno ulteriormente, Chi è debole non può, non essendoci quel ciclo economico compensativo per cui chi è debole attira investimenti in valuta estera più forte per cambio favorevole. far forza solo su se stesso e chiederà alla banca europea e al fondo monetario internazionali prestiti privilegiati:questo è un ricatto politico se non lo abbiamo ancora capito, vedi Grecia ed Italia. Vogliamo continuare su questa strada? Pensiamo che in Europa ci siano menti e anime  solidaristiche e fraterne? Non c'è nulla di più cinico e privo dii sentimenti, in economia e politica.

Qui tocchiamo il punto fondamentale. Pensi che la fuoriuscita dall'euro non provocherebbe la necessità di prestiti? Secondo me ti sbagli. Nel momento in cui si concretizzerebbe la "italexit", i capitali stranieri si dileguerebbero dall'Italia provocando una emorragia del sistema bancario cruciale e mortale. Seconda questione. Il QE ha permesso in questi anni di fronteggiare le tante speculazioni che si sono abbattute sull'euro o sulle singole economie deboli (PIGS) proprio per contrastare l'avvento di una moneta concorrenziale rispetto al dollaro. Nel momento in cui l'Italia decidesse unilateralmente di uscire dall'Euro dovrebbe liquidare subito il debito contratto con Francoforte, che corrisponde alla modica cifra di 360 miliardi di euro, ovvero circa il 15 per cento dell'intero debito pubblico italiano che corrisponde a 2600 miliardi di euro.
Già questi due dati danno l'idea in quale tempesta si muoverebbe l'Italia, senza alcun ombrello europeo. Inoltre la ridenominazione (da euro a lira) sarebbe l'incipit per tutti i capitali detenuti in Italia di trasferirsi all'estero per mantenere la denominazione in euro. Ovvero tutti i grossi capitali, esattamente come è accaduto in Grecia.
Tutto questo in sostanza significa il default di grandi imprese bancarie come Unicredit e San Paolo, con il conseguente rallentamento di tutte le attività economiche in un ciclo economico non particolarmente brillante. Potrebbe significare anche il default dello stato italiano, mai avvenuto in 160 anni di storia unitaria, neppure nel corso della seconda guerra mondiale.
A proposito dell'Argentina, che subì un default negli anni '90, bisogna ricordarsi i "cartoneros" ovvero quelle folle di persone ridotte sul lastrico che andavano a cercare oggetti e cibo fra i bidoni della spazzatura. L'Argentina ha impiegato circa dieci anni per risollevarsi, in un contesto demografico molto diverso.
Ripeto il collegamento svalutazione-inflazione come toccasana non è credibile. E' molto più credibile restare dentro una moneta forte per incrementare gli investimenti in settori a forte valore aggiunto e non credere che in Italia non vi siano questi settori. Pensa alla Brembo (freni per auto) che ha costruito alcune industrie in Cina e rifornisce di freni tutte le case automobilistiche. STM per i microcircuiti del PC è una delle realtà più innovative a livello mondiale. Abbiamo delle eccellenze in molti campi e dobbiamo vendere il prodotto italiano come un prodotto alto, di nicchia, come la Ferrari o i gioielli. Fare la guerra agli indiani o ai cinesi a colpi di svalutazione non ci porterebbe da nessuna parte ed avrebbe come risultato l'ancora più feroce disuglianza fra portatori di redditi fissi e portatori di redditi variabili.
La svalutazione è stata sempre la strategia "furba" degli italiani, che invece di rimboccarsi le maniche, investire su prodotti innovativi o in ricerca, hanno preferito usare la rendita della svalutazione. La sfida è ora quella di recuperare terreno e porci fra quei paesi leader a livello tecnologico. Beninteso sul breve periodo, perché sul lungo, continuando questo andazzo, il capitalismo si autodistruggerà con le sue stesse mani, ma non vedo perché dobbiamo morire di fame prima del tempo.
#3263
Varie / Re:LOGOS compie un anno!
07 Aprile 2017, 15:23:52 PM
Auguri al forum e a tutti i partecipanti. Buon logos a tutti.
#3264
CitazioneSartori ,in merito all'Islam ,ha ragione su un punto, la difficoltà della costruzione del rapporto Stato/religone, vale a dire spinte laiche verso forme repubblicane e liberali e spinte fanatiche di teocrazie.
Non c'entra nulla il monoteismo, tutta la cristianità occidentale ha accettato storicamente il ruolo dello Stato sovrano e la libertà di culto.
Il problema è che se arrivano fanatici e si coagulano fra loro contrapponendo alla  teocrazia dello Stato, allo Stato repubblicano e liberale, approfittando proprio della libertà di culto, allora saranno problemi non solo in oriente, ma anche in occidente.
Non è però così assodato come scrive Sartori, è un rischio certo, ma non è detto che si avveri. Bisogna vedere l'integrazione fra seconde, terze generazioni, solo il tempo può giudicare, ma l'arrivo massiccio e repentino non gioca a favore di un tranquillo, semplice metabolismo fra diversità che si incontrano per poi integrarsi e mescolarsi.

Come spesso gli accade, Paul ha colto il nocciolo della questione. Non credo che esista nel Corano un passo simile a Matteo 22. 15-21. La diversità consiste nell'assorbimento dell'ellenismo nella religione cristiana e quindi l'affermazione (ovviamente dialettica, con alti e bassi) della distinzione fra ragione di stato e ragione teologica, ovvero la distinzione fra potere temporale e potere spirituale, ovvero la distinzione fra pastori, cani e gregge, come voleva una immagine diffusa nel Medioevo, ovvero la distinzione fra Polis ed Oikos. Il problema fondamentale dell'islam è la sua tendenza a teocratizzarsi a non saper distinguere fra legge dell'uomo e legge di Dio e come riuscire a far interagire questi due piani. Inoltre vi è un altro piano che differenzia i due diversi orizzonti culturali. Da un lato "Inshallah", ovvero "se Dio vuole", ovvero una dimensione fatalista della vita. Tutto dipende da Dio e noi siamo delle marionette nelle sua mano. Dall'altro "Ora et labora", ovvero una visione dinamica della storia, in cui, sia pure sotto l'ombrello divino, l'uomo è chiamato ad operare.
Ma la storia a saperla interrogare non è mai univoca. Il grande successo dell'impero Ottomano derivava da una grande tolleranza e dalla capacità di porre ai posti di comando le persone meritevoli, indipendentemente dal loro censo e dalla loro religione o dalle  loro amicizie clientelari. Questo fu un collante potentissimo per un impero che nel suo apogeo giungeva dalla periferia di Vienna all'Iran. Tutti abbiamo qualcosa da imparare dagli altri e la mescolanza ci permette questo, se sappiamo ascoltare e non cadere nei pregiudizi.
#3265
CitazioneFacciamo l'ipotesi di oggi in italia. le condizioni sarebbero di una valuta debole (mentre l'euro invece è forte), il potere di acquisto di salari ,stipendi e pensioni è basso, perchè il mercato dle lavoro è striminzito e il debito pubblico è relativamente alto rispetto alla ricchezza prodotta (pil).
Questa condizione dovrebbe in una economia "normale" far svalutare la moneta italiana, se avesse ancora una sua moneta, immediatamente , rispetto alle valute straniere più forti, l' economia produttiva (industria, agricoltura, commercio) diverrebbe più competitiva in quanto i prezzi(essendo valutati nella moneta nazionale italiana che varrebbe meno di alte) sarebbero ancora più bassi, quindi i costi si abbassano e richiamano investimenti stranieri o rinvestimenti di capitalisti italiani o il rientro  di delocalizzazioni.
Questo sarebbe il primo passo.
Il secondo step è che si alzano le rivendicazioni salariali, stipendi e pensioni, perchè l'economia "tira" e le merci prodotti quindi in Italia con una moneta sarebbero competitive sui mercati internazionali. Se i salari aumentano aumentano i prezzi finali.
Intanto lo Stato incassa più denaro tramite IVA Irpef, accise ecc.,perchè cresce il giro di denaro e la gente spende di più.
Quindi ,terzo step, la moneta riprende potere valutario rispetto ai mercati internazionali, perchè sia i conti privati che pubblici tornano in riequilibrio. Nella fase di rivendicazioni salariali e aumenti di reddito e spinta di prezzi, riprende l'inflazione.

Ci siamo? Questa è ed è stata la dinamica italiana ,ma non solo italiana, di una comune economia.
Oggi siamo nella fase statica, priva del dinamismo del  ciclo economico normale, proprio perchè è assurdo avere una moneta forte in una economia debole.
Buongiorno Paul. Mi permetto di dire che i problemi che tu imputi all'euro siano da imputare all'attuale capitalismo rampante, ormai privo di ogni riferimento etico/morale (luteranesimo, vedi il magistrale lavoro di Weber in proposito), che si è liberato di ogni paura derivante da altri modelli alternativi (leggi socialismo reale) e che propugna una ideologia dell'Homo homini lupus alla estrema potenza.
La situazione che tu descrivi va bene per il periodo 60-80 dello scorso secolo, quando l'economia italiana "tirava", ma la scelta della svalutazione di quegli anni è stato un processo di ripiego, poiché le basi di quel fenomeno chiamato "miracolo economico italiano", si fondava sui precedenti anni '50, allorquando vi fu uno sviluppo economico in assenza di inflazione e di svalutazione.
Ma ripeto le condizioni attuali sono molto diverse e in economia non esistono leggi fisse, poiché questa disciplina è troppo legata all'evoluzione sociale. Come tu ben dici la moneta è una convenzione sociale.
Queste sono le differenze:
1) L'Italia aveva un ruolo strategico centrale insieme a Turchia, Germania e Norvegia, poiché si trovava al confine del blocco sovietico. Questo facilitava gli aiuti economici, culturali, ideologici al ns paese (pensate  a tutti  i filmi di Hollywood che hanno esaltato l'Italia, fra il 1950 e il 2000).
2) L'Italia aveva un incremento demografico rilevante, che spingeva il mercato interno. Inoltre il mercato esterno era appannaggio di pochi stati che avevano la tecnologia sufficiente per accedervi e fra questi vi era l'Italia. Non esistevano ancora potenze economiche da far impallidire come oggi accade con Cina, India, Brasile, perfino Indonesia (che ha più di 300 milioni di abitanti, come gli USA).
3) L'Italia poteva contare sulle rimesse di un esercito di immigrati che immettevano sul territorio nazionale valuta pregiata.
4) L'Italia aveva un debito pubblico equivalente o più basso di quello degli altri stati occidentali.
5) L'Italia aveva una struttura economica molto più spostata verso la grande industria. Era il secondo o il terzo paese ( a livello mondiale!) relativamente alla tecnologia nucleare per la produzione di energia. C'era la Montedison una delle principali industrie chimiche a livello mondiale (al livello dell'attuale Bayern).
C'erano agglomerati industriali imponenti in mano allo stato (IRI, ENI; Efim) che lavoravano in tutto il mondo. C'era la Olivetti, che produsse alcuni dei primi tipi di PC e vendette alla IBM alcuni brevetti fondamentali per il loro sviluppo successivo.

La tua ricetta oggi curerebbe una diagnosi che non riguarda il malato attuale.
A) Svalutazione e inflazione renderebbero più facile vendere merci con poco valore aggiunto, poiché le tecnologie necessarie a realizzare merci ad alta tecnologia si devono comprare in valuta estera che aumenterebbe di valore. Le merci con poco valore aggiunto (mobili, tessile, articoli plastici, calzaturifici) sono stati il nerbo dell'industria italiana ma le condizioni attuali sono quelle di una possibile forte concorrenza da parte di innumerevoli competitori dai paesi emergenti.
B) Svalutazione e inflazione avrebbero un effetto shock sul debito pubblico, con relativa incapacità dello stato a ripagarlo e possibile default, con successiva chiusura del rubinetto dei finanziamenti con ulteriori effetti negativi sul passaggio A.  Il requilibrio di cui parli in realtà non può verificarsi poiché l'aumento del debito sarebbe l'effetto diretto della svalutazione e dovrebbe essere compensato da uno sviluppo del pil a due cifre, cosa che mi sembra utopistico. Tra l'altro in una situazione piuttosto delicata visto che il rapporto debito/PIL é in Italia al 130 %, mentre in Germania si ferma al 60%.
C) Svalutazione e inflazione inoltre avrebbero come conseguenza il riposizionamento dei redditi a favore di coloro che hanno redditi variabili rispetto a chi li ha fissi. Una legge naturale  del riequilibrio non esiste come ha dimostrato la vicenda del tasso di scambio lira/euro, quando si verificò una opportunistica visione di scambio 1 euro = 1000 lire a tutto vantaggio delle categorie imprenditoriali.
D) Non necessariamente alla svalutazione potrebbero rispondere delle rivendicazioni salariali. Il mondo sindacale attraversa un periodo nero, come hai notato anche tu quando scrivi (giustamente) della sinistra diventata destra. Perché mai chi ha rischiato il capitale dovrebbe dividerlo con degli operai (a meno che non sia Emilio Crespi o Adriano Olivetti), se non a seguito di lotte dure che nessuno sembra voglia fare?
E) A livello macroeconomico pensa al risparmio nelle transazioni visto che c'è una moneta unica, o all'incentivo al turismo poichè non c'è un costo di cambio.
F) Alla presenza di giganti economici attuali (leggevo che il risparmio privato dei cinesi corrisponde al 75 per cento del risparmio di tutta l'Europa e USA messi insieme), una valuta come la lira sarebbe alla mercè di tutti i tipi di speculazione peggiorando così il quadro economico.
E) L'emergere di problematiche ecologiche sempre più serie impedisce di concepire il PIL come semplice aumento della ricchezza economica. Servono invece indicatori diversi che privilegino scelte etiche e culturali e quindi ben venga l'Euro che ci permette di stare a pieno titolo nella Unione Europea (detto per inciso, pensate che l'Italia si sarebbe mai condannata per le torture fatte a Genova dalle forze dell'Ordine in occasione del G8?). E' ovvio che si può restare in Europa senza moneta unica, ma l'esempio della Gran Bretagna qualcosa dovrebbe insegnare.

In sostanza penso che i vantaggi di restare nell'euro siano superiori agli svantaggi, che comunque esistono. Saggezza vorrebbe che detti svantaggi fossero ripianati all'interno dell'Unione e non con strappi che, a mio parere, non migliorerebbero affatto la situazione italiana.
Un'ultima cosa. Spesso si parla, anche in questo forum, della necessità di trovare nuovi terreni di unione, di superare l'egoismo individuale. Ebbene l'Unione Europea, la moneta unica, e in futuro un esercito comune e istituzioni sempre più coese, sono l'applicazione pratica in una struttura politica di questo ideale. Che poi questo ideale spesso sia declinato in modo scorretto e paradossalmente egoistico è un altro discorso.
#3266
Sul breve periodo sono del parere che restare nell'euro sia il male minore. Sul lungo periodo credo che non cambi granchè, poiché la parabola economico-finanziaria, sia essa fondata sulla lira o sull'euro o sul dollaro, sta comunque stritolando ogni ultimo residuo di democrazia in Occidente e sta preparando il terreno ad ulteriori terribili tsunami. Affidarci a Putin piuttosto che a Bruxelles è come decidere a quale boia consegnare la corda per impiccarci.
Il capitalismo evidentemente ha imparato qualche lezione ma la sua sete di ricchezza è un fuoco che si autoalimenta e che non può avere limiti, al punto che distruggerà sé stesso, secondo la stessa logica del tossicodipendente. Il tossicodipendente in fondo non è che il doppelganger del consulente finanziario.
L'analisi da me presentata riguardava i possibili movimenti che si verificherebbero in caso di uscita dell'Italia dall'euro. Ma era un'analisi tecnica, di cronaca, sul breve periodo.
In caso di uscita dall'euro ci sarebbe, secondo me, una crisi pesante poco confrontabile con quello che abbiamo visto in quest'ultimo decennio ma non voglio dire che restando nell'area euro  guadagneremo il nostro tranquillo cantuccio di benessere, per sempre.
Penso che al massimo potremmo ottenere qualche decennio di tregua ma il "redde rationem" arriverà comunque. Si tratta di decidere se dare uno scossone ora o aspettare che la mela dell'ingordigia economica-finanziaria marcisca a livello globale, lasciando uscire il verme della dittatura violenta o qualche altra mostruosità al posto di questo garbato e ipocrita autoritarismo.
La differenza ora, rispetto a precedenti modifiche dell'assetto politico (fascismo, comunismo, potere teocratico), è data proprio dalla globalizzazione. Il sistema economico è diventato talmente interconnesso che può permettersi localmente dei default, che saranno riassorbiti, come quando in un sistema elettrico si assiste ad una caduta di potenza in un certo settore. La caduta, se avverrà, sarà globale e ci restituirà ad un nuovo pittoresco medioevo.
Per questo motivo credo che sia da masochisti aizzarci subito i gestori del potere, che ormai non sono più i rappresentanti politici. Se invece sarò smentito da immense manifestazioni di piazza, da una nuova "marcia del sale", da un redivivo Martin Luther King che ci indicherà il sogno che ha fatto, allora sarò il primo a rallegrarmi e a scusarmi per il mio pessimismo.
#3267
L'Unione Europea è al centro di molte polemiche ultimamente, alcune di esse sicuramente fondate, come quella sulla eccessiva burocratizzazione o sulla possibile egemonia tedesca. Non sono un esperto di politica internazionale ma ho sempre mantenuto il sospetto che gli svantaggi della fine della Unione Europea siano maggiori dei vantaggi.
Uno degli aspetti più controversi è quello della riadozione della lira.

Una volta ripristinata la lira, si dovrebbe inevitabilmente consolidare il debito pubblico (130 % del PIL circa), Considerando che il maggior risparmio all'epoca dell'euro, è avvenuto grazie ai tassi bassi, andrebbe tenuta in conto l'esplosione del debito pubblico a causa dell'aumento dei tassi, nel caso di conversione alla lira. Comprare debito in euro o in lire non è la stessa cosa sui mercati valutari. A questo si aggiunga la speculazione che renderà la situazione ancora più grave.
A quel punto diventeremo ostaggi delle organizzazioni monetarie internazionali ancora di più di quanto non lo siamo oggi. Ci diranno che se vogliamo i soldi per pagare gli interessi (non il debito), dovremmo privatizzare, liberalizzare ancora di più il mercato del lavoro, abolire quel poco di controllo che esiste in sanità o in campo alimentare o altro ancora, sempre entro una logica di sfruttamento, di pesce grosso che mangia pesce piccolo.
L'innalzamento dei tassi debitori da parte dello Stato condiziona tutti gli altri tassi di interesse. Chi si vorrà indebitare per aprire un'impresa dovrà fronteggiare tassi altissimi, scoraggiando di fatto l'iniziativa imprenditoriale. Chi sta pagando un mutuo a tasso variabile vedrà aumentare le sue spese in modo astronomico.
Lasciando l'Europa riavremo in mano però la leva monetaria e la strategia dei cambi. La lira perderebbe immediatamente valore sui mercati internazionali e tornerebbe ad essere estremamente conveniente comprare merci italiane e venire in Italia da turisti. Non è detto che questo si trasformi in un aumento significativo del PIL e in un miglioramento delle condizioni di vita degli italiani, poichè il tessuto industriale è profondamente mutato da quaranta anni. Da società industriale ci siamo trasformati in società di servizi e chi produce lo fa servendosi sempre più di sistemi automatizzati che non ridistribuiscono ricchezza ma la concentrano. Inoltre con l'emergere di potenze industriali come la Cina, l'Italia può avere un futuro manifatturiero nei prodotti ad alto valore aggiunto, quindi in questo senso abbiamo tutto da guadagnare e nulla da perdere a restare nell'orbita di una moneta forte.
Non è detto poi che dal basso non si decida di mantenere l'uso dell'euro, indipendentemente da quanto deciso dalla Banca d'Italia. Alcuni stati del Sud America sono ad un passo dalla dollarizzazione, già in uso in Ecuador. In caso di eurizzazione della economia italiana significherebbe mantenere l'uso dell'euro senza aver nessun potere in termini di politica monetaria e senza alcun ombrello finanziario comune.
In sostanza con il ritorno della lira ci sarebbe una ancora più grave redistribuzione del potere economico, dalla classe a stipendio fisso ulteriormente penalizzata a quella che invece può aggiustare le sue entrate, ripetendo quello che è accaduto con l'ingresso nell'euro ai tempi  dell'equiparazione simbolica 1 euro = 1000 lire, invece di 1923.

Una diversa soluzione sarebbe quella di rifiutarsi di pagare il debito pubblico azzerandolo. Forse sarebbe anche una soluzione giusta e corretta. La lira senza la zavorra del debito pubblico sicuramente si difenderebbe bene sul mercato valutario, ma la cancellazione del debito deve essere globale, altrimenti l'Italia sarebbe giudicata una specie di fuorilegge istituzionale e le banche creditrici adopereranno tutte le armi a loro disposizione per far fallire questa decisione e quando dico tutte le armi mi riferisco anche alle armi vere e proprie, non credete? Non mi sembrano enti di beneficienza. Tanto per dirne una, le banche non apriranno nessun canale finanziario alle imprese in Italia, finchè non sarà restituito il capitale e la rendita del capitale prestato allo Stato.
Lo Stato potrebbe a questo punto nazionalizzare le banche, come è già accaduto in passato e fino alla soglia del 2000 importantissime istituzioni bancarie erano pubbliche, ma realmente mi sembrerebbe una mossa molto avventurosa, alla dottor Stranamore, che potrebbe avere esiti nefasti.
A questo punto dite la vostra, se volete.
#3268
Attualità / Re:Tutti in pannolino!
28 Marzo 2017, 01:07:18 AM
CitazioneE' da questa apparentemente banale diversificazione che io giungo alla conclusione che è pura ipocrita convenienza umana quella di sostenere che fare sesso tra persone dello stesso sesso è amore, mentre il sesso poligamo od orgiastico o tra individui con un'immensa differenza d'età è eticamente immorale, quindi, perciò, non vi diamo il beneplacito legale sociale, anche perché magari potreste illudervi che ci siano uguaglianze tra l'amore nel sesso omosessuale e l'amore in altre pratiche sessuali orgiastiche.
Oppure che è permesso alcolizzarsi o rovinarsi la vita alle mangiasoldi, ma se lavori non delinqui e ti vuoi drogare sei discriminato.

Ancora una volta, solo per restare a questo punto, c'è della confusione. Due persone dello stesso sesso posso immaginare che si possono amare e in questo amore rientrare anche pratiche sessuali. Si tratta normalmente di due persone adulte, consenzienti, che devono essere tutelate nei loro diritti.
I rapporti orgiastici invece non hanno bisogno di essere tutelati. Non credo che si pretenda di chiedere gli assegni familiari ad un partecipante ad un orgia. Se invece un orgiasta viene licenziato solo perché nel suo tempo libero si dedica al sado-maso, credo che in questo caso debba essere tutelato anche lui.
La poligamia è un'altra cosa ancora. Personalmente credo che vi sia una forma di dominio laddove un genere può disporre dell'amore di molteplici soggetti dell'altro genere, che vengono visti come un insieme collettivo privo di individualità, però in questo caso subentrano anche le istituzioni e la storia di una cultura. Del resto una forma di poligamia attenuata esiste già anche qui da noi, attraverso quelle famiglie allargate di persone che hanno divorziato e si sono risposate. Se i rapporti con la prima moglie sono buoni si presentano rapporti poligamici, almeno nel senso della cura dei figli, che è uno degli scopi della unione fra generi.
I rapporti fra persone adulte e minorenni non possono essere autorizzati proprio per tutelare i minorenni che in questo caso sono la fascia debole. La lotta contro le discriminazioni esiste proprio per tutelare le fasce deboli e non le fasce peccatrici, è questo il punto. Il minorenne quindi va tutelato esattamente come il pederasta che vuole vuole fare "comin out" ed ha paura perché il bullo di paese, rinforzato da quello che ha detto Don Salvatore, lo perseguita.
Chi, infine, si droga o si alcolizza ha diritto ad essere curato. Il discrimine esiste laddove questo diritto viene disatteso, perchè si tratta di dipendenze per le quali esistono delle strutture pubbliche i Ser.t. che si occupano di questa fascia di popolazione. Chi invece è omosessuale non ha diritto ad essere curato semplicemente perché non si tratta di una patologia, allo stato attuale delle conoscenze mediche.
Se queste conoscenze mediche le ritenete frutto di complotti o del demonio dovete però essere coerenti e interrompere le cure a base di omeoprazolo che vi hanno curato l'ulcera e tutte le altre meraviglie che ci hanno allungato la vita di 20-30 anni mediamente.
#3269
Attualità / Re:Tutti in pannolino!
26 Marzo 2017, 19:47:02 PM
CitazioneEsatto, e chi non lo permette sta soltanto decidendo in convenienza al proprio Io, che altri non è, se non il rimpiazzo del Dio della Bibbia. Quindi ipocrisia alla massima potenza: da ciò che i parlamenti ormai sono solo teatrini!
Non esiste un "io" politico. Ciò che è permesso è ciò che non lo è, è il frutto di un dibattito politico fra tutte le forze in campo. Il comune senso del pudore negli anni '50 prevedeva il divieto di indossare minigonne, ad esempio, che invece oggi è permesso. Solo la separazione fra precetti religiosi e precetti civili ci può permettere di convivere nelle attuali società multietniche e multireligiose.
CitazioneBenissimo, ma ci vuole forse una fede maggiore alla mia per credere che sto Hobbies abbia ragione, visto che dal medioevo a oggi nessun pensiero, filosofia o costituzione ha potuto far crollare la ragione di fede della Chiesa.
Hobbes è solo un esempio. Il processo di secolarizzazione della società europea e sotto gli occhi di tutti e la ragione di fede non è crollata in coloro che ci credono ma la fede e i suoi derivati sociali sono crollati eccome. Prova a leggere "il nome della rosa" e ti farai un'idea di cos'era la Chiesa nel '300 e di cosa è oggi.
CitazioneSe per te è eticamente efficace che un gruppo ristretto di persone sia privilegiato mentre la stragrande maggioranza delle persone vivano in schiavitù (addirittura pensando di essere libere perché hanno il cellulare connesso h24), allora è più che giustificata la logica a chi figli e a chi figliastri.
Io parlavo di efficacia nel funzionamento di una società. I treni che vanno, le banche che aprono, le persone che fanno la coda e rispettano mediamente le regole vigenti. Del resto nella Chiesa è accaduto esattamente quello che è accaduto con il socialismo reale. I precetti di comunione dei beni e di povertà si sono scontrati sempre con la "ragion di Stato" e con la necessità di organizzare le istituzioni ecclesiastiche (e non parlo dei tanti noti eccessi, come il nepotismo, la vendita delle indulgenze, la donazione di Costantino, eccetera, eccetera). D'altronde la schiavitù è stata di fatto autorizzata per secoli dalla stessa chiesa, quella giuridica, ed oggi se ti riferisci a quella economica, ti faccio notare che quasi il 50 per cento dei beni immobili di Roma appartengono alla Chiesta. Ci si potrebbero ospitare centinaia di migliaia di profughi, oppure venderli e donare i proventi ai paesi del terzo mondo.
CitazionePerché tu vedi una struttura sociale altruista? Addirittura qualcuno che riesce a non essere egoista senza Dio?
Forse siamo su due pianeti differenti.Infatti si dice che il Paradiso ha 9 anni, ossia, che nell'aldilà saremo tutti com'eravamo ai nostri 9 anni, ma, purtroppo o grazie a Dio, qui nel pianeta terra siamo cresciuti, quindi adios altruismo senza spiritualità.
Egoismo e altruismo sono dentro ognuno di noi, indipendentemente dalla fede religiosa. Non sono due dimensioni completamente distinte. Se genero un figlio, ad esempio, quanto c'è di egoistico e quanto di altruistico. Le due dimensioni sono connesse e credo che non sia necessario spiegarlo. Nella vita di ogni giorno accade la stessa cosa. Se faccio la carità ad un pover'uomo, mica la faccio perché penso di guadagnarmi il paradiso, visto che non credo. La faccio perché penso che io forse ne ho troppi e lui troppo pochi. Ma c'è anche un aspetto egoistico, quello di sentirmi buono per la buona azione compiuta.
Ripeto conosco davvero tanta gente di fede e senza fede che compie quotidianamente atti altruistici. Pensare che solo i fedeli siano altruisti, da quanto è venuto fuori, è esattamente pensare che siano invece egoisti, anche se il loro egoismo è proiettato nel futuro, ovvero nella vita eterna. e cosa c'è di più egoistico che comportarsi bene per poter accedere alla vita eterna?
#3270
Attualità / Re:Tutti in pannolino!
26 Marzo 2017, 16:29:51 PM
CitazioneVolete la libertà di fare quel che vi pare e piace, di assecondare i desideri, ebbene concedetela a tutti, non solo a chi conviene.

Il ragionamento di Duc sembra essere: "non volete più Dio, attraverso la Bibbia, come guida di ciò che si può e non si può fare e allora per coerenza permettete tutto".
E' come se Dio fosse la fonte dell'obbligo coercitivo e morale dell'uomo. E' un bel pensiero ma, a costo di ripetermi, è un pensiero medievale, che salta tutta la storia dal cinquecento ad oggi. Il contratto sociale di Hobbes è il modello fondante. E' la legge positiva la fonte dell'obbligo, quella che proviene dal Leviathan, il potere-forza, ma un potere forza che ha come requisito quello della tutela della vita dei sudditi, a differenza del potere Beemoth, che invece è assoluto e privo di ogni limite.
Dio si separa dal governo del mondo e diventa un oggetto spirituale della coscienza. E' stata anche la conseguenza di un secolo abbondante di guerre di religione, ciò che ha portato a questo esito in Occidente. Ma se non vogliamo questo esito, abbiamo ai confini della Turchia esempi di governi teocratici che in nome di Dio, non solo obbligano e impongono ma fanno i più turpi atti di violenza e di commerci. Questo proprio perché non vi è distinzione fra il potere temporale e il potere spirituale (distinzione che invece è ben viva in tutta la storia d'Europa).
In termini più laici Dio e i cristiani sono una lobby che opera nel mondo occidentale alla pari di altre lobbies, per cercare di condizionare l'evoluzione e le scelte sociali. Questo non significa che, in presenza di tanti movimenti contrastanti, bisogna concedere una libertà così priva di ogni limite da non essere neppure realmente una libertà. Occorre invece con fatica distinguere le situazioni, calibrare gli interessi in gioco, che non pendono mai da una sola parte e non fare appello all'ipse dixit, di Aristotele o delle Sacre Scritture. Oltre al dire sì-sì e no-no perché tutto il resto proviene dal demonio, direi che esiste anche il "forse" ed in questo risulta sicuramente la natura demoniaca della democrazia. Ma in assenza di quel forse risorgerebbero inevitabilmente le cinture delle Schutzstaffeln che portavano impresso il motto "Gott mit uns".
D'altronde vi sono innumerevoli esperienze storiche che testimoniano come le imposizioni, i vincoli e gli obblighi possono tranquillamente essere rispettati anche laddove non c'è alcuna religione, come sta accadendo nel mondo occidentale odierno o come è accaduto per millenni in Cina, dove il Confucianesimo è una semplice etica morale e non certo una religione.
Chi si ostina a vedere nella religione il baluardo della difesa della struttura sociale, evidentemente ha bisogno di questo puntello perché non sa trovare dentro sè stesso la forza e gli argomenti per non essere egoista. Eppure basta osservare i bambini di 3-4 anni per capire come vi sia in loro una capacità ad essere altruisti e a condividere esperienze e beni materiali.