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Messaggi - bobmax

#331
Varie / Re: Rastislav e l'enigma della grata
02 Marzo 2024, 13:43:33 PM
Dovrebbero essere 8

#332
La negazione dell'essere non è il nulla.
Perché nulla è soltanto la negazione dell'esistenza.
Non esiste, è nulla.

La negazione dell'essere, cioè il non essere, non ha a che fare con la esistenza, ma riguarda l'etica.

È infatti il male che mi fa non essere.
Ed essendo il male sempre e soltanto amore negato...
È la mancanza d'amore a farmi non essere.

Se amo, sono.
Se non amo non sono.

E se amo, l'Essere è indistinguibile dal Nulla.
Perché il vero amore non ha oggetto, basta a se stesso.

E poiché Essere = Verità.
Se amo, sono Verità.
#334
Citazione di: Koba II il 01 Marzo 2024, 10:42:54 AMIl succedersi delle metafisiche nella storia non toglie che ciascuna poi cerchi di sottrarsi al tempo. Non è questo ciò che le accomuna: rivelare il fondamento delle cose? Il fondamento che non passa. Che sia il mondo delle essenze eterne o Dio.

Non è tanto il non passare a caratterizzare il fondamento...
Perché l'eternità non è la durata indefinita di ciò che non passa mai.
L'eternità è invece rintracciabile nell'istante che racchiude ogni esistenza possibile.

Cioè il fondamento è ciò che dona valore all'esistenza... annullandola nella sua effettività.
È quindi superamento del divenire, che ne è la condizione necessaria.

Difatti il Fondamento è prima di tutto il "tuo" fondamento!
E tu vai in cerca di qualcosa che duri o non piuttosto di ciò che vale davvero?
È la durata che conta? O non è invece altro?

Esistere indefinitamente?
Non è questo il massimo orrore?

Ma per grazia di Dio nulla dura.

Niente può essere fondato sulla esistenza. Perché la verità nella esistenza è inevitabilmente relativa, proprio per la separazione, temporale e spaziale, che permette la stessa esistenza.

Di modo che niente può essere davvero raggiunto stabilmente. Neppure l'agognata chiarezza del buon Husserl.
Se non nell'istante, in cui decidi chi essere per l'eternità.
#335
Varie / Re: Rastilslav e l'enigma dei dadi
01 Marzo 2024, 13:09:37 PM
Ma non vedo l'enigma...
Il rosso lo si gira sul 6 e il blu sul 5.
#336
Varie / Re: Rastilslav e l'enigma dei dadi
01 Marzo 2024, 11:09:23 AM
Cosa significa "ruotandoli"?
#337
Vi è ingannatore e ingannatore.

Cioè vi è l'ingannatore intelligente, che costruisce l'inganno dandogli una parvenza di verità difficile da scoprire.
Difficile perché la sua costruzione non è campata per aria, ma ha una sua solidità. Sono infatti le sue reali intenzioni ad essere fraudolente...

E vi è invece l'ingannatore ignorante, che basa tutto il suo inganno sull'atteggiamento, la provocazione, le affermazioni appodittiche! Senza che dietro vi sia alcun spessore.
Sovente un tale ingannatore inganna anche se stesso.
Ed è proprio questo auto ingannarsi a illudere ancora più i suoi seguaci della bontà dei suoi non pensieri.

Nel M5S pare esservi una maggior concentrazione di questo secondo tipo di ingannatore. Anche tra i fuoriusciti.
#338
È curioso notare, come spesso chi nega la Verità abbia tuttavia molte certezze.
Cioè per costoro la Verità non è, epperò... sono pure convinti di conoscere non poche verità, che considerano assolutamente Vere!

Vivono cioè nella certezza di aver compreso, se non tutto, almeno una buona parte di cosa sia la realtà.
Perciò per loro la Verità non è, però ne conoscono una parte...
Una conoscenza, che permette loro di negare la Verità assoluta!
Impressionante.

Consola la considerazione che costoro in definitiva si piccano soltanto di conoscere, perché in realtà posseggono solo conoscenze abborracciate.
Un sapere che deriva più che altro da un sentito dire, dalla lettura di un bigino, piuttosto che veramente vissuto. E perciò sofferto sulla propria pelle.

Perché se lo avessero davvero sofferto, non si azzarderebbero a trattare quel poco che conoscono come sapere assolutamente certo.

Tipico esempio è la matematica.
A cui spesso si appella una pletora di negatori della Verità.
Perché pur non eccellendovi, danno per scontato che là, nella matematica, vi sia Verità.

Quindi chi nega la Verità, in effetti vi crede eccome!
E persino la conosce! Una parte...
Perciò nega la Verità non perché non sia, visto che un po' la conosce, ma perché è brutta!
#339
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Aporofobia
29 Febbraio 2024, 18:04:00 PM
Auspicare l'altruismo, è una considerazione di per se stessa vuota.
Un po' come dire, che visto che vi è il male ci dovrebbe essere il bene.

Occorre invece approfondire le ragioni per le quali dovrebbe svilupparsi l'altruismo.
Ragioni che probabilmente sono già presenti nel rifiuto del povero.

Perché lo si rifiuta?
Chiederselo davvero però, perché vi è un giudizio negativo della povertà?

Se scaviamo nei motivi del rifiuto, potremmo trovare che non si rifiuta tanto il povero... ma la "verità" di cui il povero è portatore.

Alla fin fine la questione riguarda sempre la Verità.
#340
Citazione di: Alberto Knox il 29 Febbraio 2024, 14:27:56 PMMa non c'è nessuna negazione della Verità nel mio pensiero . La Verità di cui parli è un verità spirituale, che andrebbe discussa in sede spirituale. Certo si può parlare di spiritualità in termini filosofici, io lo faccio sempre quando scrivo di spiritualità. Ma per quanto riguarda la metafisica in un pensiero filosofico esso si scontra con la critica alla metafisica che anch'essa fondata sulla filosofia , la tua impostazione non è più coerente della critica. La critica che io ti avevo posto e ti pongo di nuovo è quella di kant. La sua critica alla metafisica è che il ragionamento , il pensiero come lo chiami tu, si può applicare soltanto al regno dell esperienza , al mondo fenomenico effettivamente osservabile . Non si ha motivo di supporre che possa essere applicato a qualche ipotetico regno che stia al di là del mondo dei fenomeni reali. In altre parole , si può applicare il ragionamento alle cose come le vediamo, ma questo non ci dice nulla sulle "cose in sè" . La tua verità è una verità a cui non ci si arriva col pensiero . Ma dal momento che lo metti in dialettica succede qualcosa di analogo di quando si dice la parola "silenzio" distruggendolo di fatto non appena lo si pronuncia.
In altre parole, ogni tentativo di teorizzare la Verità dietro gli oggetti dell esperienza è destinato al fallimento Per la stessa natura di quella Verità.

Lo so che tu non neghi la Verità.
Lo leggo nella tua passione.

La confusione non è un male in sé. La confusione è il mio stato naturale.
E non la reputo un difetto, anzi è ciò che apre il mio futuro.
È preziosa la confusione.
Tuttavia lo è soltanto se non ci si lascia sopraffare.
Se la passione, l'emozione, sono troppo violente, la confusione prende il sopravvento su di me.
E mi rimane solo una possibilità: affrontarla, contando ancor più sulla mia fede nella Verità.

-------

La differenza tra filosofico e spirituale è in realtà evanescente.
Riguarda più che altro l'angolazione con cui si inizia a ragionare. Cioè se si mette a fuoco inizialmente la Fede oppure la Verità.
Ma poi il discorso che si sviluppa è inevitabilmente sia filosofico sia spirituale.
Perché la filosofia è metafisica.
Oppure... non è.

La filosofia si occupa di ciò che non c'è. E lo stesso fa la ricerca spirituale.
La filosofia pone l'enfasi sulla Verità, la spiritualità sulla Fede. Ma entrambe si fondano sulla fede nella Verità!

Kant ha fatto di tutto per evitare di tirar in ballo la Trascendenza.
Perché voleva ad ogni costo mantenere salda la propria fede nella Verità.
Tuttavia non ha fatto, seppur indirettamente, che parlare di Dio.

In che modo?
Mostrando in tutti i modi possibili il limite insuperabile, dove il pensiero si infrange nella ricerca della Verità.

Quindi certamente il naufragio è inevitabile nel provare a parlare della Verità.
Ma ciò che conta è proprio il naufragio!

Invece, chi nega la Verità cosa cerca di fare in sostanza?
Non vuole naufragare.

Perché la Verità implica dolore e disperazione.
Per quel che mi riguarda, il prezzo della Verità è l'inferno.

E allora cosa sto facendo, scrivendo qui?

Invito ad andare all'inferno!

Solo lì, che io sappia, Dio è certo.



#341
La negazione della Verità è il pensiero che rinnega se stesso.
Cioè rinnega ciò che lo fonda.

Pensare è infatti un atto di fede, fede nella Verità. Senza questa fede è impossibile pensare.
Perché il pensiero necessita di contare sul proprio fondamento per poter realizzarsi. 
E il fondamento è la Verità.

Quindi la negazione della Verità è un non pensiero.
Diciamo pure, è il non pensiero per antonomasia.

Per rendersene conto, sarebbe sufficiente fermarsi a considerare quanta "verità" vi sia nella propria stessa negazione.

Non è una questione di contraddizione. Perché la contraddizione è comunque all'interno della Verità (potrebbe essere altrimenti?)
Siamo ben più in profondità.

Siamo all'essere o non essere.
#342
Varie / Re: Rastislav e l'enigma dell'orologio
28 Febbraio 2024, 07:06:18 AM
Eh, già... Mi sono sbagliato leggendo il IX rovesciato!
E così i conti tornavano ma in modo non corretto.
Difatti è il IX che andava toccato separando I da X. Solo così la somma delle ore fa 80.

Bello!
#343
Varie / Re: Rastislav e l'enigma dell'orologio
27 Febbraio 2024, 18:39:10 PM
#344
Citazione di: Koba II il 27 Febbraio 2024, 13:38:37 PMLa formula tomistica descrive la verità come adeguamento dell'intelletto alla realtà.
Il soggetto conoscente per conoscere l'oggetto si costruisce delle immagini mentali, delle rappresentazioni.
Ipotizziamo che se ne costruisca tre, diverse.
Come può decidere quale sia quella più vera, cioè quella più adeguata all'oggetto reale?
Per poterlo fare dovrebbe potersi porre di fronte all'oggetto secondo un punto di vista neutro.
Ma questo non è possibile. Non esiste un punto di vista neutro, non esiste l'osservazione pura.
Per esempio se volessimo conoscere la tazza che sta sul tavolo di fronte a noi, cioè se dopo averla riconosciuta come tazza volessimo apprendere i dettagli della sua particolarità, averne quindi una conoscenza più approfondita, e facessimo tre descrizioni, cambiando posizione, distanza, momento della giornata etc., alla fine potremmo chiederci quale delle tre è la più adeguata.
Per deciderlo dovremmo quindi porci di fronte alla tazza, quindi con la tazza da una parte e le tre rappresentazioni dall'altra, e confrontare ciascuna delle tre con l'oggetto.
Ma perché questa posizione dovrebbe essere neutra? Quella da cui stabilire il confronto decisivo con l'oggetto?
In realtà questa posizione non è altro che un ulteriore punto di vista possibile, il quarto punto di vista, che produce la quarta rappresentazione.

La formula tomistica presuppone cioè uno sguardo panoramico, metafisico, la possibilità di porsi di fronte all'oggetto come farebbe dio.

Quello che ho descritto è il problema teorico di cui parlavo nel precedente post.
Dopodiché proponevo di guardare al fatto che ogni nostro punto di vista, quando ci poniamo di fronte all'oggetto da conoscere, è ineluttabilmente interessato.
L'adeguatezza sarebbe così legata allo specifico interesse del soggetto conoscitivo, il quale si ricollega a tradizioni etc.
Infine riprendevo alcune aspirazioni (probabilmente illusorie) del tipo di quelle proposte dalla fenomenologia.

Tommaso è una pietra miliare nella storia della filosofia. Senz'altro utile nel riflettere sui nostri processi razionali, ma è comunque una pietra sul ciglio della strada che stiamo percorrendo. Di sé ci lascia qualche chiarimento, niente però di fondamentale.
Cioè non incide minimamente su di noi.

Un po' come Aristotele: chiarimento razionale e poco altro. Al più qualche lampo, probabilmente dovuto ai metafisici che l'hanno preceduto.
Aristotele non è Platone.
Con Platone si conclude infatti, temporaneamente e con un parziale naufragio, la metafisica.

Che Tommaso abbia poco a che vedere con la metafisica, lo si può constatare considerando quanto poco comprendesse Anselmo.

----

Nessuna descrizione di un oggetto dipende da ciò che quell'oggetto è.
Ogni sua descrizione considera esclusivamente ciò che quell'oggetto ha.
E ciò che un oggetto ha, non è mai quell'oggetto, bensì è altro.
Perciò ogni descrizione è fondata, in tutto, su altro che non sia l'oggetto stesso che vuole descrivere.

La verità di una descrizione deriva dalla verità di tutto ciò che fonda la stessa descrizione.

Per cui la adeguatezza di una descrizione può essere senz'altro confrontata con quella di altre descrizioni.
Ma non riferendosi ad una descrizione "neutra", che non può esistere.
Il confronto si fa considerando la adeguatezza dei presupposti che reggono ogni descrizione.

È sempre l'altro che permette qualsiasi descrizione.
#345
Un punto solo basta, Eutidemo.
Stabilito il punto di piegatura in basso, quello in alto è univocamente determinato.

Dista da B:

21X / √(42X - 441)

(Il triangolo BCD prima della piegatura e dopo la piegatura è sempre lo stesso: ha soltanto ruotato)

Perciò con X = 15,75 abbiamo:
Piegatura in alto: 22,27 cm

Perché vuoi farmi fare i disegni...? :'(

Basta quello del principe per dare l'idea.

Piuttosto, come fa il geometra a stabilire di dover dividere per 4 il foglio longitudinalmente?
Perché solo così può impiegare tre minuti.
Per sviluppare la funzione c'ho impiegato ben di più... :(