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Mostra messaggi MenuCitazione di: Eutidemo il 01 Marzo 2024, 17:21:04 PMInfattiTremendone...!![]()
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Citazione di: Koba II il 01 Marzo 2024, 10:42:54 AMIl succedersi delle metafisiche nella storia non toglie che ciascuna poi cerchi di sottrarsi al tempo. Non è questo ciò che le accomuna: rivelare il fondamento delle cose? Il fondamento che non passa. Che sia il mondo delle essenze eterne o Dio.
Citazione di: Alberto Knox il 29 Febbraio 2024, 14:27:56 PMMa non c'è nessuna negazione della Verità nel mio pensiero . La Verità di cui parli è un verità spirituale, che andrebbe discussa in sede spirituale. Certo si può parlare di spiritualità in termini filosofici, io lo faccio sempre quando scrivo di spiritualità. Ma per quanto riguarda la metafisica in un pensiero filosofico esso si scontra con la critica alla metafisica che anch'essa fondata sulla filosofia , la tua impostazione non è più coerente della critica. La critica che io ti avevo posto e ti pongo di nuovo è quella di kant. La sua critica alla metafisica è che il ragionamento , il pensiero come lo chiami tu, si può applicare soltanto al regno dell esperienza , al mondo fenomenico effettivamente osservabile . Non si ha motivo di supporre che possa essere applicato a qualche ipotetico regno che stia al di là del mondo dei fenomeni reali. In altre parole , si può applicare il ragionamento alle cose come le vediamo, ma questo non ci dice nulla sulle "cose in sè" . La tua verità è una verità a cui non ci si arriva col pensiero . Ma dal momento che lo metti in dialettica succede qualcosa di analogo di quando si dice la parola "silenzio" distruggendolo di fatto non appena lo si pronuncia.
In altre parole, ogni tentativo di teorizzare la Verità dietro gli oggetti dell esperienza è destinato al fallimento Per la stessa natura di quella Verità.
Citazione di: Koba II il 27 Febbraio 2024, 13:38:37 PMLa formula tomistica descrive la verità come adeguamento dell'intelletto alla realtà.
Il soggetto conoscente per conoscere l'oggetto si costruisce delle immagini mentali, delle rappresentazioni.
Ipotizziamo che se ne costruisca tre, diverse.
Come può decidere quale sia quella più vera, cioè quella più adeguata all'oggetto reale?
Per poterlo fare dovrebbe potersi porre di fronte all'oggetto secondo un punto di vista neutro.
Ma questo non è possibile. Non esiste un punto di vista neutro, non esiste l'osservazione pura.
Per esempio se volessimo conoscere la tazza che sta sul tavolo di fronte a noi, cioè se dopo averla riconosciuta come tazza volessimo apprendere i dettagli della sua particolarità, averne quindi una conoscenza più approfondita, e facessimo tre descrizioni, cambiando posizione, distanza, momento della giornata etc., alla fine potremmo chiederci quale delle tre è la più adeguata.
Per deciderlo dovremmo quindi porci di fronte alla tazza, quindi con la tazza da una parte e le tre rappresentazioni dall'altra, e confrontare ciascuna delle tre con l'oggetto.
Ma perché questa posizione dovrebbe essere neutra? Quella da cui stabilire il confronto decisivo con l'oggetto?
In realtà questa posizione non è altro che un ulteriore punto di vista possibile, il quarto punto di vista, che produce la quarta rappresentazione.
La formula tomistica presuppone cioè uno sguardo panoramico, metafisico, la possibilità di porsi di fronte all'oggetto come farebbe dio.
Quello che ho descritto è il problema teorico di cui parlavo nel precedente post.
Dopodiché proponevo di guardare al fatto che ogni nostro punto di vista, quando ci poniamo di fronte all'oggetto da conoscere, è ineluttabilmente interessato.
L'adeguatezza sarebbe così legata allo specifico interesse del soggetto conoscitivo, il quale si ricollega a tradizioni etc.
Infine riprendevo alcune aspirazioni (probabilmente illusorie) del tipo di quelle proposte dalla fenomenologia.