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Messaggi - daniele22

#331
Per cercare di risolvere la questione della realtà "là fuori" e la realtà "che sta dentro al nostro cabezón" definii una cosa ricorrendo alla parola cosa. Forse ho compiuto un illecito amministrativo, ma io me ne frego delle regole quando secondo me sia giusto farlo. La definizione che ne uscì fu quindi: una cosa è qualsiasi cosa che la nostra mente possa imbrigliare tanto da poterne parlare, anche a vanvera. Pertanto, giusto pure per regolare i conti tra oggetto ed evento, sarebbero cose ed evento tanto la mela quanto la rivoluzione francese, l'ippogrifo e pure Dio.
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@Alberto Knox
Non so per quali vie tu ti sia preso licenza di mettermi in bocca cose che non ho detto, e nemmeno mi interessa saperlo. Un ateo può infischiarsene di Dio e può pure fare finta che Dio non esista, ma resta il fatto che Dio esiste, giacché tu lo nomini e pure io lo nomino. Allora, l'ateo può dire ciò che vuole, ma quando si accinge a fare filosofia no. Infatti il filosofo, nella sua disamina della realtà, non può cancellare una parola fintanto che essa circoli all'interno di essa, e le parole cessano di esistere, o meglio, si assopiscono, solo quando cadono nell'oblio. Certuni, non i filosofi intendo, hanno provato a farlo con le bastonate, ma con scarsi risultati date le evidenze che la storia ci insegna.
PQM, ¿cosa dovrei mai pensare di tali filosofi, ma pure di semplici atei che la pensano come te? Beh, a dire la verità io non ho ancora capito se tu sei un ateo o un credente, ma, come già detto, tali atei sarebbero i già citati sacerdoti occulti dell'ateismo, ovvero quelli che si sono tenuti per buona la libertà di agire, quelli che dicono che la neuroplasticità non ci garantisce di automoderarci nel forum deputando a tal fine le istituzioni, e, probabilmente, giusto per metterci un po' di malizia, quelli che vorrebbero pontificare su ciò che è bene e su ciò che è male a loro "libero arbitrio", magari con la legge del cinquantuno per cento ... Fragorosa risata isolata nella platea e qualcuno chiede ¿ma chi è costui?
"Dai ragazzi!, forza!", dice il regista, "Ripetiamo la scena
#332
Tematiche Filosofiche / Re: Visioni soggettive!
22 Maggio 2024, 18:29:33 PM
Citazione di: sapa il 21 Maggio 2024, 14:33:16 PMPensavo in questi giorni, come sarebbe la coesistenza se tutti potessimo leggere nel pensiero degli altri. Sarebbe la fine di ogni ipocrisia, di ogni finzione, di ogni maschera. Gli altri ci vedrebbero per quello che siamo e potremmo capire subito le intenzioni altrui, prima che fosse troppo tardi. Una virtù, o una sfiga colossale?
Ciao sapa, se così fosse ci sarebbe una riduzione dei conflitti. Ci sono due vie, secondo me; una è quella che invoca "è inaccettabile" mentre si continua ad accettare rattoppando una volta qua e una volta là, l'altra quella che si chiede cosa si debba fare per fare sì che le cose inaccettabili non si compiano. Quest'ultima sarebbe una novità, e infatti, se ben ricordi, una volta ti dissi che non occorreva che fossi tu a saltare la roggia che sembra un Rio delle Amazzoni, bastando invece che lo facesse Mattarella, ovvero una scienza sana e non ipocrita. La causa di tutto ciò sta nell'immaginario filmico della mafia: non è una questione personale, ma di affari
#333
Tra determinismo e indeterminismo può dire qualcosa la matematica: è determinabile che il numero 19 è un numero primo, ma non esiste una legge "fatale" che possa prevedere con precisione quale sarà il numero primo successivo al 19
#334
Percorsi ed Esperienze / Re: Raduno filosofico
21 Maggio 2024, 08:30:50 AM
Citazione di: InVerno il 18 Maggio 2024, 20:13:10 PMCome suggerito da Jacopus, penso che sarebbe una interessante idea se riuscissimo ad organizzare un raduno dove incontrare tante facce che fino ad ora si sono incontrate solo digitalmente. Io e Jacopus ci siamo incontrati settembre scorso ed e' stata un esperienza interessante e stimolante, viene naturale estendere invito a tutti, e mi sembra un passo ulteriore per rafforzare una comunita spesso flagellata da incomprensioni che derivano in gran parte dal non conoscersi.

Viene altresi naturale considerare me come base per questo raduno, essendo che ho un agriturismo e si puo risparmiare perlomeno sui letti, oltre che a stare in mezzo alla natura. Non che sia l unica opzione, sono disposto a muovere il culo anche io in caso si optasse per soluzioni diverse, semplicemente mi sembra la prima ipotesi valida da proporre. Per darvi un riferimento, mi trovo in provincia di Spezia.

Ben conscio delle difficolta che si incontrano cercando di radunare una comunita di adulti sparsi in tutta Italia perche da dieci anni lo faccio con gli amici incontrati su un altro forum, per ora chiederei solamente di manifestare il vostro interesse alla proposta ed eventualmente dei periodi che sapete anticipare sareste disponibili o pensate possano essere propizi, una volta raccolte un po di adesioni proveremo a trovare una quadra per cercare di includere piu persone possibili.

Chi non viene un leone da tastiera è , è , è
Chi non viene un leone da tastiera è , è , è
 8)
Grazie per l'invito inVerno, ma penso di non partecipare, ora come ora non mi sentirei a mio agio. Potrebbe però essere che in altra occasione capiti  come turista e svelandomi solo all'accoglienza come daniele22; questo sì potrei farlo tranquillamente anche ora
#335
Citazione di: Alberto Knox il 16 Maggio 2024, 12:51:07 PMNon condivido il disegno che fai degli atei, o perlomeno, non degli atei che conosco io. Anzitutto un ateo semplicemente non parla di Dio, non si batte mettendo in campo un soggetto che per lui semplicemente non esiste. Esso è fuori dalla logica dualista anima/corpo come due cose distinte e separate considerando l'anima un epifenomeno della materia, anima intesa come psiche naturalmente . Non è vero che per l'ateo la coscienza non esiste. Esiste , ma essa si da come nel caso dell anima, sempre come epifenomeno della materia che diventa bios, che diventa zoé , che diventa psiché, che diventa Nous.. è sempre questo pezzo di materia che evolve. C'è stato un periodo storico dove l'uomo era solo uomo , senza religione ne Dei. O meglio, i Dei c'erano ancora ma avevano perso quell attrazzione devotiva di un tempo e il Cristianesimo doveva ancora arrivare . In quel periodo l'uomo senza Dio dovette decidere col propio intendimento cosa era bene e cosa era male. Naquero diversi libri  in quel periodo storico , fra quelli che non sono andati distrutti nominerei  un autore di cui non si sa nulla ma che tuttavia si identifica con il nome Lucrezio. il quale libro "De rerum natura" illeggibile per noi se non tramite le traduzioni, presenta una visione del tutto atea del mondo e di certo anche del libero arbitrio.
È proprio questo l'errore di certi atei e che li rende simili a dei preti dell'ateismo. Certo è che io non parlo di Dio, ma del Vaticano o della religione ebraica, o dell'islam sì che parlo. Non vedo inoltre la coscienza come la descrivono certi atei pur essendo deficitari di una teoria scientifica della conoscienza. Pertanto quando parlo di coscienza, parlo di quella cosa di cui parlano i medici del pronto soccorso nei loro rapporti, ovvero "stato del paziente: vigile, cosciente", cosa quindi che rimanda alla presenza di un minimum di conoscenza. 
Concludo sulla libertà di azione, o mancanza di libertà.
Quando dico che entrambe le tesi sono indimostrabili lo dico solo perché non posso dimostrare l'inesistenza di Dio, ma a livello logico razionale la mancanza di libertà è dimostrabilissima. È per questo che accuso certi atei di essere dei preti di una religione che per nulla cndivido
#336
Tematiche Filosofiche / Re: Visioni soggettive!
21 Maggio 2024, 07:49:08 AM
Citazione di: Eutidemo il 20 Maggio 2024, 06:28:11 AMGli altri ci fanno vedere di sè solo quello che vorrebbero che vedessimo in loro; noi, invece, vediamo in loro solo quello che vogliamo vedere noi. Però, di solito, nessuna delle due cose corrisponde alla verità! ;D
Ullallahh! Eutidemo, ci si rivede. Buongiorno.
Qual è il segnale da realizzare in questo titolo mi sono chiesto.
Data la tua esposizione mi salta in mente la maschera.
Date le tue risposte a iano realizzo invece che "prevedere" è un'arma da usare con cautela. ¿Potresti darci una terza via, o bastano le due?
#337
Citazione di: Athena il 18 Maggio 2024, 19:24:35 PMNon comprendo bene come tu sia precipitato in questo mondo, mi viene da pensare che da animali possono solo trattarci gli altri e noi di conseguenza sentirci così, percepirci in quel modo. Più che di una condizione di pre-umanità credo si tratti di sub-umanità a causa di manipolazioni relazionali e/o assenza di stimoli. Ad esempio ho letto che una persona vissuta per molto tempo chiusa in una stanza e in assenza di attività motorie, cognitive, intellettive potrebbe avere allucinazioni ma credo sia una difesa naturale del cervello che si chiude, per compensare il vuoto,  in una dimensione immaginaria. Rigettavi le istanze della psichiatria in che senso se ne condividi poi l'etichetta di "disturbo bipolare"? Più che di "disturbo" non potrebbe trattarsi di sofferenza o malesseri come risposta a condizioni ambientali?
Se vuoi rispondermi aprendo un topic dedicato forse sarebbe meglio per tutti
Perdona Athena, ma per qualche motivo non ho intenzione di aprire un topic in merito alla malattia mentale. È per questo motivo che l'ho chiesto a te, dato che eri curiosa; da parte mia ti assicuro che interverrei senz'altro, almeno per dire qualcosa di ciò che penso della natura delle "fisse", le quali possono debordare in ossessioni.
All'indomani di aver assistito ad un'opera teatrale moderna dal titolo "Intoccabili? SSN" avrei moltissime cose da dirti, troppe. Ricordando l'inizio del nostro dialogo (post 489) e seguendone le tracce inizierò con l'informarti che nel forum, tempo fa, quando tu non eri ancora nata tanto per dire, mi sono autoproclamato messìa, anticristo e 😈 diavolo, robe da disturbati bipolari insomma, nulla di nuovo sotto il sole. In veste di quest'ultimo, il 😈, e in abbinata colla sentenza della psichiatria che mi definì appunto "disturbato bipolare", posso immaginare che ti sia noto il detto che il diavolo cento ne pensa e una ne fa. Il testo della commedia di cui parlo è disponibile on line qui nel forum allo stesso titolo, ma in altra tematica, e te lo consiglio perché sembrava veramente rivoluzionario, ma ancora una volta ha perso la potenziale forza che pretendono possedere quelle opere inquadrate con l'etichetta "lavoro in corso" ... Dio stramaledica gli inglesi!, appunto :) . Tutto è ritornato infatti a quel brodo primordiale di memoria "Quelli della notte" - Riccardo Pazzaglia, Renzo Arbore che si perpetua nel suo essere primordiale e al tempo stesso attuale. Tu non conosci bene il forum, ma io che vivo qui da tre anni conosco bene certe cose. Fui stimolato quindi da Ipazia che mi disse che mi sfuggiva una cosa, ma io avevo chiara la torbida situazione e a prescindere da come possa svolgersi ancora tale presunto "lavoro in corso", così come del resto lo sono tutti i temi che si aprono, per me era pure questo già finito ancor prima che Ipazia mi avvisasse, o al limite finì con quell'avviso. Non avendo ancora capito a quest'ora del giorno di cosa volesse avvisarmi Ipazia, nel nome del diavolo ho realizzato a modo mio il suo segnale quindi, farò, scriverò, l'una tra le cento pensate, ecco: aggiungo un sottotitolo al titolo dell'opera rendendolo così: "Intoccabili? SSN sottotitolo Si parva licet componere magnis". Va da sé che il piccolo è il forum e il grande è l'umanitá; e poi si chiedono perché vincano le destre ... gran borbottío in sala.
Detto questo, volevo mettere un like al tuo post, ma mi sono scordato di farlo. Nel senso che sono più che d'accordo con quello che dici e quindi capisco perfettamente il senso del tuo "...mi viene da pensare che da animali possono solo trattarci gli altri e noi di conseguenza sentirci così, percepirci in quel modo." Penso infatti che, impronta genetica a parte, roba di cui non parlo, l'ambiente agisca potentemente nell'infante indifeso e l'infante vi si abitui nell'unico modo che gli sia possibile, conoscendo cioè ineluttabilmente l'ambiente e riconoscendo in questo, per imperscrutabili vie, ciò che gli dà gusto o disgusto. Nel momento in cui l'infante entra a pieno titolo nella comunità linguistica potrebbe pertanto trovarsi anche notevolmente spiazzato nei confronti di altri da questa sua precedente conoscenza che ovviamente non poteva criticare, ma comunque radicata in lui e manifestantesi attraverso relativi comportamenti adeguati ad essa.
Tornando quindi a quello che mi chiedi sul pre-umano, ho condiviso la diagnosi della psichiatria "disturbo bipolare" perché dopo l'incontro cercai di informarmi e riconobbi, a spanne data la mia ignoranza, che quella diagnosi più o meno ci poteva stare; quello che ho rigettato fu solo una ventilata ipotesi di cura obbligatoria. Replicai infatti, tra l'incazzato e l'impaurito, e rifiutando qualsiasi altro farmaco pure, che nonostante il mio stato euforico un po' sopra le righe gestivo benissimo la mia vita personale e sociale, ed era vero, anche se amici e parenti erano assai preoccupati perché ero proprio "fuori", e ben le ricordo tutte le mie stravaganze. Non che andassi in giro nudo per le strade, o fossi violento, trattandosi invece più che altro di una buona dose di sfacciataggine con cui trattavo con loro, più gli amici che i parenti ... si trattava insomma di una perdita di filtri. A livello fisico invece, scoprii per caso che avevo acquisito marcatamente, tanto da farmelo notare, un maggiore senso dell'equilibrio rispetto a prima. Per risolvere il tuo dubbio infine, sarebbe questo insieme psico/fisico a farmi parlare di una caduta in uno stato pre-umano. Da ultimo, valutazione personale, penso che se vi sia stata una causa ambientale all'origine di tutto ciò, questa potrebbe imputarsi ad un mio malessere di tipo esistenziale, non passivo però; nel senso che tale malessere, inconsapevolmente, si rivolgeva a risolvere il problema piuttosto che a interiorizzarlo, e solo per fortuna quindi, con un bel po' di tempo riuscii a risolverlo razionalmente ... pertanto, paradossalmente devo ringraziare quello che chiamano "disturbo bipolare" ... fa pure rima. In ogni caso Athena, sentiti libera di parlare anche fuori tema e se i moderatori intervenissero possiamo sempre giocarcela, viste le cose che si son viste
#338
Un filosofo, il quale non necessita sicuramente di una laurea per esserlo, fintanto che non produce un'etica coerente con la sua ricerca filosofica sarebbe per me un ignorante, cioè fesso
#339
Idee per migliorare il forum / Re: Intoccabili ? SSN
20 Maggio 2024, 19:37:46 PM
Citazione di: Jacopus il 19 Maggio 2024, 16:19:08 PMLa neuroplasticità non è garanzia di etica o galateo, ma la semplice constatazione che l'uomo può piegarsi a qualsiasi comportamento, per apprendimento o per creatività, compresa la incapacità ad automoderarsi ....
Ah! e meno male che avremmo il libero arbitrio ... e che quello che dici dopo e che qui ho tagliato sarebbe deputato a darcelo ... ma fammi il piacere
#340
Idee per migliorare il forum / Re: Intoccabili ? SSN
19 Maggio 2024, 16:15:05 PM
@inVerno
Parlo indirizzandomi a inVerno, ma vale anche per gli altri.
Si è responsabili di quello che si dice, ma non di quello che uno intende; e questa regola vale pure per me quando sono io a dover capire per poi regolare la mia replica.
Ringrazio Ipazia per averci presi per il culo inscenando una commedia indecente ... a meno che non mi sfugga qualcosa. Detto ciò, inVerno, mi fa piacere che la tua memoria concordi con la mia perché accade pure che ciascuno di noi se la ricostruisca inconsapevolmente a suo uso e consumo, e questo vale anche per me ovviamente. E pure a me, come ad anthonyi, piace essere trasparente, e fatalità pure con anthonyi (il mio nemico naturale per opposte posizioni politiche) ho un sospeso, non di censura, bensì per una risposta che gli dovrei, perché a suo tempo, a mio modo di vedere,  avrebbe stravolto il senso del mio pensiero nella sua replica. In sostanza, in quella situazione cos'ho fatto? Semplicemente non ho accettato quella che per me era una provocazione. Voglio cioè dire che anch'io uso, strumentalizzo, come mi fa comodo,  la lingua a mio vantaggio, e in questo caso specifico sto strumentalizzando l'episodio accaduto con anthonyi per spiegarti che la provocazione di cui parlavo nel mio post numero 5 corrisponde proprio alla tua citazione esposta nel post numero 6; non ti avrei mai accusato di abusare del tuo potere giacché era evidente che avevi piena ragione di farlo. Se all'epoca sono stato zitto e la cosa per me era finita lì, era perché non molti giorni prima avevo accusato te, anthonyi, e pure Ipazia in altra occasione, di avere una mentalità neo-nazista, o fascista non ricordo, e non mi sembrava il caso di gettare ulteriore benzina sul fuoco data pure la tua reazione all'accusa (l'unico che tra l'altro ha reagito e questo l'ho apprezzato). Differenza: con anthonyi sono stato zitto e con te sono sbottato in una risata non argomentata. Ma ferma restava la mia intenzione di non accettare la provocazione e per questo ho rinunciato alla possibilità di esprimermi compiutamente e ti ho semplicemente invitato a procedere tranquillamente a censurare il mio intervento. Il fatto è che tu hai censurato tutto, provocazione e invito a censurare, e se te l'ho detto ora è solo perché l'episodio mi è venuto a mente configurandosi una maldestra azione di censura da parte di anthonyi. Sarebbe stata cioè una certa contiguità tra due episodi rari a risvegliare la mia attenzione; non sono cioè uno avvezzo a serbare rancori, ma i comportamenti non li dimentico, se è questo che intendevi dire
Per la moderazione mi chiedo? C'è veramente bisogno di moderatori? È mai possibile che animali altamente neuroplastici (neurosclerotizzati sembra a me, sempre tenendo conto della mia abissale ignoranza) non possano persuadersi che bisognerebbe riuscire a moderarci tra noi? L'offesa ci sta, inutile e assurdo pretendere di abolirla; basterebbe che l'utente qualsiasi intervenisse quando si esagera
#341
Idee per migliorare il forum / Re: Intoccabili ? SSN
18 Maggio 2024, 13:17:27 PM
@anthonyi
@inVerno
@Ipazia
È veramente stata bloccata la discussione? Sinceramente non ho provato a postare sul tema avendo già a suo tempo accusato le istituzioni di averci mentito; prove indiscutibili e pure ribadite altre volte a fronte delle quali nessuno ha ribattuto e non si sogni di farlo adesso. In ogni caso la mistificazione regna sovrana ... in alternativa si può dire che dilaga l'analfabetismo funzionale. Infatti e semplicemente, Ipazia non ha dato consigli, ma ha dato un'informazione; la distanza è abissale, ma sembra che per voi carnefice o pontefice siano la stessa cosa. E in merito a blocchi e/o censure aggiungo:
qualche mese fa sono stato censurato da inVerno per una risata offensiva nei suoi riguardi non giustificata da adeguata argomentazione. Prima di censurare, inVerno mi ha provocato e alla mia autorizzazione a farlo dandogli ragione "senza se e senza ma" ha censurato la risata, la sua provocazione e la mia autorizzazione. Allora sono stato zitto perché in quei giorni non era il caso, ma personalmente non approvo certo questi modi di agire di stampo autoritario. Volendo però, dando per scontata la potenziale ambiguità con cui viene interpretato il nostro dire, la quale si manifesta nel modo in cui si risponde (l'azione censoria in questo caso) inVerno potrebbe ancor oggi giustificare la sua azione fino al punto che dovrei in parte scusarmi con lui, ma in tal caso però, oltre alle scuse, rimarcherei comunque la sua azione di fatto fraudolenta.
Resta nel fondo che l'ipotetico blocco della discussione sul coronavirus sarebbe fraudolento a fronte delle motivazioni addotte dal caro anthonyi. Personalmente spero che Ipazia decida di restare, pure se sembra che così abbia già deciso, ovviamente dandomi contro sul libero arbitrio. Risponderò comunque, ma non ora
#342
Presentazione nuovi iscritti / Re: Nuovo
18 Maggio 2024, 12:54:19 PM
Citazione di: Rato Maske il 16 Maggio 2024, 16:27:08 PMSalve, sono un tipo curioso a cui piace indagare per scoprire nuovi aspetti della realtà, ho visto che questo forum tratta vari argomenti e ho sentito il bisogno di iscrivermi  :)
Ciao Rato e benvenuto; penso che la curiosità, chi più chi meno, sia endemica nel vivente. Può appagare, ma pure essere letale. Buona continuazione dato pure che nel forum di rischi ne corri assai pochi, ma qualche sorpresa è probabile che possa appunto sorprenderti. Un saluto
#343
Citazione di: Athena il 24 Aprile 2024, 15:10:09 PMNel mondo animale da quel che so, a parte le eccezioni, si nasce già dotati di capacità di adattamento alla realtà circostante. Ciò non accade nel mondo umano in cui si nasce con un "deficit" poi compensato tramite l'apprendimento di facoltà. Quindi se un essere umano non apprende, perchè nessuno lo aiuta sin da piccolo a farlo (e da qui il ruolo fondamentale dell'ambiente), può venire a trovarsi nella stessa condizione di debolezza degli animali nati, sfortunati, con una carenza.
Per quanto riguarda la tua citazione della malattia mentale come rovescio della medaglia del libero arbitrio, a me sembra piuttosto una costruzione per giustificare determinati comportamenti che, come spiegavo sopra, possono essere indotti. Se c'è induzione e manipolazione mentale, per non parlare del lavaggio del cervello che riguarda i processi coercitivi, ne deriva che certi modi di pensare, sentire ed agire non possono esser frutto di una malattia. Sulla malattia mentale sono interessata a conoscere i vostri pareri. Ah poi ho letto la parola "dualismo" ma a me questo modo settoriale e binario, che trovo rigido e troppo polarizzato,  di pensare fa venire un po' di dubbi e quel timore che accennavi parlando del mio nome 😀
Ciao, dato che mi hai tributato di un like rispondo volentieri alla tua curiosità sulla malattia mentale (fuori tema però). Ho vissuto, nel mezzo del cammino della mia vita, in una selva oscura denominata "disturbo bipolare". Rigettate da subito le istanze della psichiatria, non in merito alla loro diagnosi, alla fine ho domato il mostro per conto mio. Ne ho già parlato nel forum, ma sempre fuori tema. Molto sinteticamente, se l'argomento ti interessa potresti aprire un topic, ti dirò che nel mio caso, col senno di poi, si trattò di precipitare nel giro di pochi secondi in un mondo animalesco, una specie di stato pre-umano. Penso che il contrasto tra questa animalità sopraggiunta e la mia abitudine a vivere nel mondo degli umani abbia generato la selva oscura, e aspra e forte che nel pensiero rinnova la paura. Ma per parlar del ben che vi trovai ... etc ... scusa lo starnuto ... un saluto
#344
@Phil
@Eutidemo
@Athena
@Il_Dubbio
@bobmax
@Duc in altum!
@Jacopus
@Ipazia
In ordine di comparizione.
Come dissi a Phil il problema della libertà sarebbe ben più antico del cristianesimo ... tanto per dire, sembra che Socrate, che mai scrisse, si sia riferito pure al concetto di enkrateia (dominio di sé). Strano a dirsi, su Wikipedia la voce rimandava ad una pagina in inglese ... aaaah! Ancora una volta ... Dio stramaledica gli inglesi, ma stavolta solo per la loro lingua per la quale nutro un'esagerata idiosincrasia. Fortuna volle che per la voce in questione figurasse pure una pagina in lingua spagnola. Fatalità o comunque sia, il concetto enkrateia (dominio di sé) ben si adatta a ciò che vorrei comunicare in merito alle libertà di scelta. Ricordo al proposito che molto tempo fa ebbi con Eutidemo un dialogo poi caduto nel nulla sull'incapacità di intendere e volere. Gli dicevo che secondo me un folle, a meno che non si tratti di un tarato cerebrale, possiede ampia capacità di intendere e volere. Eutidemo probabilmente disse che bisognava vedere cosa il folle intendesse. Certo dico io ora, infatti posso ben essere responsabile di quello che voglio dire, ma non di quello che uno capisce ... e lì venne fuori anche "l'eccezione e la regola" di Brecht, e le cose che ha detto pure Athena a Dubbio. Conclusi poi il dialogo dicendo che al lume della ragione pura forse bisognerebbe appellarsi, anziché all'incapacità di intendere e volere, ad una incapacità di dovere, di dover appunto astenersi dal compiere un gesto criminoso. Ovviamente, così facendo, i criminali andrebbero tutti assolti. Tuttavia anche la scienza della salute mentale ammette che vi siano degli aspetti pulsionali, che, per varie cause possono essere in un certo senso forieri di azioni incontrollabili dalla persona che li subisce denunciando infine così una mancanza di enkrateia. Naturalmente Socrate parlava del "dominio di sé" come requisito per una vita virtuosa, mentre io mi chiedo quanto sia effettivamente possibile esercitarlo; nel senso, ¿se uno smette di fumare è perché ha molta forza di volontà, o perché è semplicemente sopraggiunta una motivazione più forte della sua pulsione che lo indurrebbe a un ben motivato sforzo a smettere?
Seconda parte dedicata agli atei.
Dato che pure io sarei ateo nei termini descritti nell'ultimo post sul tema "linguaggio" (bypassato anche da Jacopus che l'aveva aperto) mi sento di esplicitare in più che io di Dio me ne frego altamente e, qualora esistesse, gli lascio tranquillamente tutta la responsabilità di giudicarmi; forte pure del fatto che a suo tempo Duc in Altum, fervente cristiano, mi ha concesso un minimum di credito spero solo che Dio mi conceda il diritto di replicare alle accuse del suo santo inquisitore ... che non so chi sia ... ecco ... beata l'ignoranza. Mi distanzio pertanto da molti atei ai quali già rimproverai di avere dato un calcio a Dio tenendosi buono il libero arbitrio. E dice bene bobmax quando vi invita a prendervi un altro Dio, pur applicando per il suo post una sospensione di giudizio .... attendendo cioè l'eventuale risposta a Jacopus; il quale nel frattempo, ricercando un quasi comico "valore medio di libero arbitrio", si fa forte delle fiumane di testi profusi in favore di questo tanto da poter sospettare che le carte false le stiano facendo proprio loro, giacché non so proprio immaginare cosa ci sia di tanto complicato al riguardo della vexata quaestio da dover versare fiumi di inchiostro a suo sostegno. Comunque Jacopus ammette che la faccenda sarebbe indimostrabile ... e Jacopus è uomo d'onore. Però, come già detto, mai contraddetto, a livello linguistico c'è un'evidente contraddizione tra libertà e scelta. Ma se così stanno le cose, l'indimostrabilità dell'esistenza di libertà, a differenza della sua mancanza, cadrebbe inevitabilmente nella metafisica. Bene, ci può stare, ¿ma questa metafisica è una metafisica che pretenderebbe divenire scienza o che tende a restare tale?, dato appunto che saremmo atei. Qual è infine, mi chiedo, l'imperscrutabile intenzione di questo sfegatato sostegno a favore della libertà?
Fine parte riservata solo agli atei.
C'è infatti una faccenda che non mi piace proprio che riguarda il mondo della giustizia e sarebbe in correlazione con la forma mentis di colui che è troppo convinto di avere libertà di scelta. Intanto accuso costoro di non dare nemmeno il beneficio del dubbio al fatto che il reo di turno possa essere stato costretto a delinquere. Naturalmente qualcuno dirà che in sede processuale le attenuanti generiche rappresentino di fatto tale beneficio del dubbio. Va bene, resta comunque da stabilire, almeno per la mia ignoranza, come o se siano definite le circostanze di "bisogno" in cui si consuma il reato e per il quale si concede eventualmente tale attenuante. Ma a parte questo, la connessione con la forma mentis di cui parlo si rivelerebbe nella pratica, nel modo cioè in cui la nostra società costringe i detenuti come fossero tacchini, poveri tutti e due, ma in questo caso specifico poveri detenuti ... e sorvolo su altre pratiche nei loro confronti. Da quando ho memoria infatti non ho mai visto una manifestazione di un certo livello con cui si denunci il trattamento dei detenuti in carcere; eppure si protesta per Regeni o la Salis, addirittura per quel Navalny. Beh, per come la vedo io questa omissione di denuncia sarebbe un sintomo rivelatore di quella metafisica che non tende a divenire scienza; pensando infatti che l'unica giustificazione ad una maggiorazione gratuita di sofferenza per il reo sarebbe quella di indurlo alla riflessione e al pentimento, anche a fronte del numero di suicidi in carcere chiederei a quelli che poco o nulla dicono su tale situazione vergognosa se per caso sanno di essere al mondo ... nel 2024 intendo. E intanto Ipazia dice che "la questione si riduce al libero agire secondo coscienza, mentre fuorviante è in ambito ateo la denominazione di libero arbitrio e superflui i sofismi metafisici negazionisti, assolutori di ogni porcheria". Libero agire secondo coscienza? Capisco che me lo dica un prete, ma un ateo? La coscienza del credente non è esattamente la coscienza dell'ateo, per il quale la coscienza dovrebbe coincidere solo e soltanto con la consapevolezza. Non so se il suo sia stato un lapsus freudiano, ma se voleva dire consapevolezza, rammento che nel qui e ora è presente pure la consapevolezza di cos'è il proprio male e il proprio bene. Ben si sa cos'è il proprio male e il proprio bene per quello che riguarda il dolore o il piacere fisico. Sfugge probabilmente la sofferenza psichica, ma qui si dovrà per forza pescare nel mare della capacità di intendere e volere, pensiero e azione appunto ... Il mondo ci parla, intendiamo correttamente quel che ci dice? O la ragione è solo mia o solo quella di ciascun individuo nominato in questo post?
#345
Tematiche Filosofiche / Re: Il linguaggio
14 Maggio 2024, 08:15:24 AM
Parliamo dunque. A me non interessa che uno possa credere che Dio abbia creato l'universo. Mi disturba invece assai che tale Dio ci abbia parlato, per tramite umano, comunicandoci la nostra storia e le sue leggi per noi; e mi disturba perché, a prescindere dal fatto che personalmente a me tale Dio non abbia mai detto nulla, non riterrei giusto il suo dire, anche se per certi aspetti lo sarebbe. ¿Dunque, qual è il problema allora, dato che tale problema è quello che mi fa parlare? Il problema sta innanzitutto nell'avere il problema. Questa faccenda viene spesso trascurata, ma è per certi aspetti fondamentale e la traduco in una precisa domanda: parlo perché voglio o perché devo? Sembrerebbe che io voglia, ma l'intenzione a parlare (agire parlando) può derivare anche da pulsioni non propriamente consapevoli e controllabili; quello che invece sarebbe certo è che dietro a questi due verbi ausiliari si celano almeno due diverse tipologie di intenzione: quella del gioco e quella della necessità.
Detto questo insisto sul tema naturale/artificiale. Se ciò che noi chiamiamo vivente esiste nel nostro pianeta nelle forme che vediamo, tutto ciò dovrebbe esistere in virtù del fatto che la terra, piuttosto che la luna, venere o marte, consente questa possibilità ... insomma, almeno una parte dell'universo ci consente di vivere, a noi e a tutto quello che si fa. Dedurre da questo status in cui ci si trova la possibilità di svincolarci dalle leggi naturali, le quali di fatto ci includono, mi sembra un fantasioso azzardo.
Ho così esposto stringatamente, dato pure che ne ho già parlato abbastanza, quel che penso del valore di una differenza sostanziale tra naturale e artificiale. Ribaltando ora il punto di vista sul tema naturale e artificiale e partendo dall'individuo che vive anziché dall'universo che ci consente di vivere mi riferirò al concetto di "bene comune" proponendo l'esordio di un potenziale dialogo:
Ciao, come va?
Abbastanza bene grazie, e tu?
Beh insomma, non proprio bene, ma si tira avanti.
Deducendo un pur vago concetto di bene da quel banale incontrarsi tra due persone si potrebbe anche vedere il "bene comune", quasi in antitesi con il "bene supremo", come una formula più semplice che evidenzia un tacito e semplice auspicio a volersi (o doversi) affrancare dalla sofferenza, dal dolore. "Bene" inteso quindi come distanza dal male.
Bene, dirò che se io non fossi sofferente di qualcosa (necessità) non mi perderei certo a dialogare di problemi antropo-filosofici. Il nostro linguaggio e i nostri comportamenti sarebbero naturali perché non si sarebbero mai smarcati, nonostante la produzione di artifici come l'intelligenza artificiale, da questo bisogno dell'individuo di schivare tutto ciò che potenzialmente può provocare il suo male, bisogno che si manifesta anche in una forma di dipendenza nei confronti della nostra tecnologia; al punto che sarebbe lecito supporre che le macchine ci modificano allo stesso modo che l'eroina modifica colui che ne resta agganciato quando non sia in grado di permettersi economicamente il suo vizio. Dipendenza tecnologica che però si esplica, almeno nel caso umano, tanto come attrazione quanto come repulsione nei confronti del prodotto tecnologico. Per inciso, tale condizione di "sudditanza" varrebbe pure per tutti i viventi, essendo che per vivere costoro abbisognano di tecniche di vita. In realtà, più che "essenti", i viventi sarebbero "conoscenti". Purtroppo però sembra che questi individui, umani compresi, non riescano a criticare i propri artifici abboccando invece all'immediata utilità di questi senza poter rendersi conto di possibili ritorsioni verso sé stessi o verso le eventuali società in cui vivono. E qualora un bel giorno se ne rendessero conto, l'abitudine radicata sarebbe di difficile gestione, pure se possibile con una buona motivazione e sforzo.
Per questo motivo i nostri discorsi, non intendo solo qui nel forum, almeno nei temi che possano avere rilevanza etica, sarebbero innanzitutto politici, dato che sottinderebbero comunque un'etica e un senso di giustizia che sarebbe a mio vedere in primo luogo confezionato su misura per sé stessi.
Parlare dunque di artificiale non sapendo bene su quale base abbia senso parlarne, significherebbe oggigiorno lasciare etica e giustizia tra le mani di un selvaggio arbitrio da saloon che ci offre quel che si vede, ovvero l'arbitrio dei professionisti, in particolare, di lobbisti, politici, giornalisti, capitalisti e infine dell'elite accademica. E state sicuri che il loro arbitrare include senz'ombra di dubbio un conflitto di interessi, essendo appunto professionisti. Chiaro sarebbe, da un punto di vista personale, cioè dal punto di vista di un "contemplativo", di uno abbastanza disinteressato allo sviluppo tecnologico, scienza medica a parte, chiaro sarebbe appunto che io prendo quello che passa il convento, ma voi che tanto decantate l'intelligenza umana sostenendo pure che di meglio non si può fare, non venite a raccontarmi che tutto quello che mi circonda sia frutto di una ragione che funziona bene, essendo per me solo il frutto di prepotenza linguistica (vedi l'arte di ottenere ragione).
Concludendo, torno all'arcaica società sul tema specifico della lingua citando quanto già detto in tema di linguaggio ancora il mese scorso:
"Se si vuole parlare di tecnica delle parole bisognerebbe distinguere le due classi di sostantivi che agiscono nella nostra lingua: quelli che possiedono un referente "là fuori ", la struttura, e quelli la cui referenza si riferisce all'esistenza della prima classe di sostantivi, la sovrastruttura".
Per quanto citato, sosterrei quindi l'idea del naturale superporsi delle conoscenze, tanto per la materia quanto per i sostantivi indotti. Cioè, l'invenzione di un martello o di un bulino, tanto per dire, e la tecnica per farli, avrebbe decretato prima o poi pure l'esistenza di fabbri e/o forgiatori di lame, i quali però non corrispondevano certo con gli inventori di tali arnesi; così come non avrebbero corrisposto, tempo passando, con coloro che tali arnesi avrebbero usati. Questo per dire che l'esistenza del fabbro si fonda sull'esistenza del martello, la quale si fonda sull'esistenza del suo inventore; l'esistenza dell'opera di quest'ultimo si deve ancora al fondarsi da parte dell'inventore sull'esistenza di cose che in modo casuale (casualità da intendersi come possibile realizzazione di un segnale dall'ambiente) gli suggerirono la costruzione di tale artefatto per un fine a lui idoneo