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Messaggi - Jacopus

#331
Caro Anthony, sei in grado di rapportarti con gli altri senza offendere? Se io ho dei piccoli schemi mentali i tuoi sono microscopici. Non perderò più tempo con te.  Cerca di rispettare questo mi desiderio. Grazie.
#332
Capisco che il razzismo non si sconfigge tanto facilmente. Ma ci provo lo stesso. Lo sai come chiamano gli statunitensi l'insieme delle popolazioni nere, italiane, messicane e sudamericane: "greaseballs", palle di grasso. Tu sei per gli americani una inutile palla di grasso, probabilmente un po' mafioso, con grossi baffi neri e amante della pasta e che gesticola quando parla come un mulino a vento. Ti riconosci in questa descrizione? Ebbene i tuoi discorsi sono gli stessi solo applicati agli stranieri che vengono qui. Ti potrei raccontare tante di quelle storie da intasare il forum visto che con i minori stranieri ci lavoro. Ma lasciamo perdere, credo che sia fiato sprecato. Un ultimo dato, poi me ne torno nella sezione filosofia. Quasi il 10 per cento del Pil italiano è prodotto da immigrati. Sapessimo usarli e rispettare meglio l'Italia non sarebbe quel paese semi-mussulmano che in realtà è.
#333
Citazione di: anthonyi il 24 Ottobre 2024, 20:21:04 PMSecondo me mischi problemi differenti.
Secondo me, no. Ovvio che chi viene con i barconi non sa fare l'infermiere, ma una politica di integrazione significa favorire la possibilità che entro una generazione o al massimo due, la famiglia di quell'Enea pakistano, possa diventare un infermiere. Un esempio personale, di come l'integrazione possa anche avvenire spontaneamente. La badante di mio padre è arrivata dal Perù e sapeva fare le pulizie, poi ha imparato da sola a fare l'assistente domiciliare e infine ha preso il diploma da OSS ed ora lavora in una residenza protetta. Ha fatto venire in Italia i suoi due figli, uno dei quali fa il cameriere e l'altro il poltrone. Lasciando perdere il poltrone, mi sembra un processo di integrazione spontaneo che ha funzionato, ma se invece di lasciarlo alla buona volontà delle persone, vi fosse un pensiero politico che pensasse in termini di decenni o ventenni (non quello fascista), le cose funzionerebbero molto meglio. Un pò come quando vi è stata la speculazione edilizia, che ha pensato al presente, senza considerare i danni a lungo termine di quella speculazione, di cui soffriamo ancora oggi. Immagina Roma, ad esempio, con una cultura del traffico pubblico, con una metro degna di questo nome, tram, filobus, un sistema ferroviario integrato. Ma una cultura del traffico pubblico, così come una politica migratoria, non avviene e non può avvenire dall'oggi al domani. Non è un miracolo. Ma è proprio grazie alla programmazione che i paesi prosperano e nutrono una speranza maggiore di giustizia. Da noi invece vige il tiriamo a campare nel migliore dei casi, altrimenti il mettere povero contro povero, che è davvero un capolavoro di una classe dirigente costituita però da "poveri dentro".
#334
La politica per regolare i flussi migratori è in Italia ma anche in altri paesi europei la prova che viviamo in sistemi sociali schizofrenici. Da un lato li vorremmo escludere, deportare, far tornare ai loro paeselli. Il giorno dopo ci accorgiamo che ci mancano medici, infermieri, saldatori, informatici, persino insegnanti. Ovvero tutte quelle professioni per le quali servono numeri ingenti ma possono essere svolte dopo una formazione scolastica lunga e che quindi presuppongono una integrazione nel territorio di appartenenza. Le nostre politiche sono invece al contrario per la non integrazione e per la creazione di ghetti culturali. Non è neppure responsabilità dei politici di turno. L'italiano medio è geneticamente un razzista alla buona, senza i lirismi e il radicalismo di certe ideologie nordiche, ma che comunque non aiuta a creare una nazione cosmopolita come antidoto alla violenza prossima ventura ma anche come antidoto alla carenza di professionisti essenziali alla vita di uno stato moderno. Ed infatti la distanza con il resto dell'Europa si amplia così come la distanza fra il nord e il sud dell'Italia.
#335
In realtà di giusnaturalista nell'ideologia comunista c'è tanto, a partire da quella convinzione dell'inevitabilità del passaggio da società più barbare fino a quella massima e splendente, generata dal comunismo. L'inevitabilità è data anche dal nesso fortissimo fra ideologie socialiste/comuniste/marxiste e determinismo. Non potrebbe essere altrimenti d'altronde in chi crede in un futuro messianicamente felice. Peccato (fortunatamente) che l'uomo, nella sua complessità, non potrà mai essere ridotto a meccanismo di un mondo fra eguali, proprio perchè un tale mondo sarebbe esattamente la fine dell'uomo come specie. La giustizia sociale, a mio parere, va trovata per altre vie, vie da posapiano ovviamente. Ma i posaforte al momento lo sono solo a parole. I posaforte saranno davvero tali quando imbracceranno le armi. Fino a quel momento sono rivoluzionari da salotto.
#336
Citazione di: anthonyi il 24 Ottobre 2024, 09:42:15 AMPer verificare la tua posizione, in quel caso, basta andare a chiedere al bottegaio del quale sei cliente. Oltretutto quel poliziotto per chiederti i documenti dovrebbe essere motivato da oggettivi elementi circostanziali, altrimenti é abuso di potere.
Ad esempio se il luogo dove ti ferma é nei pressi di una spiaggia nella quale la guardia costiera ha avuto modo di supporre la presenza di sbarchi clandestini gli elementi circostanziali ci sono.
Anthony. Sei arrivato in ritardo di un paio di mesi. Fra i vari danni che questo governo sta causando a questo paese c'è anche questo:

https://it.wikipedia.org/wiki/Abuso_d'ufficio
#337

Citazione di: sapa il 23 Ottobre 2024, 10:10:21 AMCiao Jacopus, mi scuso per la mia risposta un po' troppo "animosa", ma il fatto di quella mail non può essere derubricato al livello di battuta infelice. Il messaggio che passa è minaccioso ed è quello che il politico governante, specie se si tratta di parte avversa, invece di fare il suo lavoro, cioè governare secondo la propria visione per la quale ha avuto mandato elettorale, è meglio piuttosto che faccia il suo interesse personale. In questo modo rimane sotto schiaffo del magistrato e, prima o poi, cade. Ora, se a dire una cosa del genere è un fregnone qualsiasi su un social, ok, ma se a pronunciare una enormità del genere è un giudice e, quindi, un attore istituzionale, la cosa assume contorni preoccupanti. E, francamente, mi preoccupa ancora di più che il direttore de Il Tempo, che ha pubblicato la mail in questione, sia stato denunciato dalla senatrice Cucchi per aver diffuso quella mail, quando ha fatto in pieno il suo mestiere. Questo non è tentare di mettere il bavaglio alla stampa? Mala tempora.......
ciao Sapa. Ho trovato un aggiornamento rispetto alla mail di Paternello. Nella mail integrale pubblicata dal Corriere della Sera, leggiamo chiaramente che la frase "dobbiamo porre rimedio" è riferita all'isolamento della magistratura nella società e non ha nulla a che fare con il desiderio di "rovesciare" la Meloni. La mail si conclude così: "non dobbiamo fare opposizione politica, ma difendere il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente".

A questo punto vedi tu chi manipola.
#338
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
22 Ottobre 2024, 22:58:33 PM
Caro Dubbio. Tu mi rendi felice e in questo modo aumenti il flusso di dopamina prodotta dal mio secondo organo preferito. Mi rendi felice (vabbè sto esagerando) perchè mi piace parlare di questi argomenti anche se sono un autodidatta (laureato in giurisprudenza, puoi immaginare che c'azzecca).
Neurologo e Psichiatra stanno allo stesso livello, sono entrambi laureati in medicina e quindi sono medici a tutti gli effetti. Lo psicologo invece è laureato in psicologia e non è medico. Spesso gli psicoterapeuti sono laureati sia in medicina che in psicologia, oppure, dopo la laurea in medicina/psicologia hanno fatto dei corsi specifici per diventare psicoterapeuti di una certa scuola. Rispetto alle competenze, se si sente un fischio vicino all'orecchio, oppure si soffre di emicrania, oppure perdiamo sangue dal naso (e non è una banale epistassi), oppure non ci vediamo più, questi sono disturbi di competenza del neurologo. Se invece pensiamo di essere in contatto con il papa, crediamo che alla radio stanno parlando di un complotto contro di noi, dobbiamo controllare dieci volte se abbiamo chiuso la porta di casa, sentiamo un angoscia inspiegabile al mattino, non riusciamo a dimenticare la nostra fidanzata che ci ha lasciato, non riusciamo a dormire perchè abbiamo visto morire il nostro più caro amico, allora, in questi casi, può intervenire lo psichiatra. I farmaci invece sono sperimentati direttamente dalle ditte farmaceutiche, attraverso la somministrazione di placebo e principio attivo a dei volontari. Lo psichiatra e il neurologo sono a conoscenza dei risultati e scelgono, secondo la loro competenza e maestria, il farmaco più adatto. La differenza, lo ripeto, è che al paziente neurologico è sufficiente, nella maggior parte dei casi, un trattamento medico tradizionale, farmaco-chirurgico, mentre per il paziente psichiatrico il trattamento è più complesso, poichè la malattia mentale affonda le sue radici nella mente del paziente, che è sia nel cervello, sia nell'ambiente che il paziente vive-ha vissuto-vivrà.
#339
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
22 Ottobre 2024, 22:01:21 PM
Premesso che non sono così esperto da differenziare in modo preciso i due tipi di farmaci, ho qualche certezza in più rispetto ai farmaci psichiatrici che di solito agiscono inibendo o stimolando i flussi di neuro trasmettitori che il nostro corpo produce i ogni momento (ad esempio per digitare sulla tastiera mi serve l'acetilcolina). Questo perché è l'anomalo flusso di neurotrasmettitori a provocare gli effetti del disturbo, l'eccesso di dopamina è implicata nella schizofrenia mentre la carenza di serotonina nella depressione. Ci sono dei farmaci che si chiamano "inibitori"  perché lasciano aperta la porta alla produzione dei neuri trasmettitori bersaglio, oppure la chiudono. È un modo farmacologico che agisce sul sintomo ma è molto efficace.  Lo stesso principio d'azione inibitorio o eccitatorio nella produzione di neuro trasmettitori può essere usato dal neurologo ma l'eziologia (causa) della malattia è diversa perché c'è un danno fisico, riscontrabile strumentalmente, come nel Parkinson, mentre se si fa una risonanza magnetica ad un depresso, la funzionalità del cervello è nella norma ma vi è un anomalo flusso di neuro trasmettitori. Per questo la malattia mentale è più complessa e necessita di un intervento multidisciplinare.
#340
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
22 Ottobre 2024, 20:50:48 PM
Citazione di: Il_Dubbio il 22 Ottobre 2024, 19:37:37 PMNon hai mensionato una malattia ad oggi riconosciuta come tale, che poteva essere onneverata fra i disturbi generici della mente, ovvero la depressione.

Si certo, la depressione è tra l'altro molto diffusa e molto invalidante. Ancora due precisazioni nella veste di "Alberto Angela de noantri". Quando si parla di disturbo fisiologico e mentale del cervello, troviamo subito sdoppiata la funzione di cura, infatti c'è il neurologo per il disturbo fisiologico e lo psichiatra per il disturbo mentale. Sono due dimensioni che pur distinte possono
condizionarsi a vicenda. Tra psichiatra e psicologo la differenza invece consiste nel mezzo di cura privilegiato, per lo psicologo la relazione e la parola, per lo psichiatra il farmaco. Accanto a questi due approcci vi sono altri possibili interventi che sono i progetti socio-educativi, importantissimi nelle persone che hanno disturbi gravi o situazioni multi problematiche (disturbo mentale-povertà-quartiere difficile-figli precoci-storie detentive o di dipendenza da sostanze).
#341
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
22 Ottobre 2024, 18:14:35 PM
Le malattie mentali sono malattie "atipiche". Basti pensare che l'eliminazione dei manicomi ha ridotto il tasso dei malati mentali. Non credo che accadrebbe la stessa cosa se eliminassimo gli ospedali. La malattia mentale è una malattia che ha molto più a che fare con la società di una malattia organica ordinaria. Ha a che fare con la povertà, con i traumi, soprattutto quelli vissuti nella prima infanzia. Sulla loro tassonomia si può distinguere fra malattie mentali maggiori e minori (senza addentrarci nelle centinaia di definizioni del DSM, la Bibbia degli psichiatri). Le maggiori sono quelle in cui si perde il contatto con la realtà o in modo permanente o in modo temporaneo (fenomeni di acuzie e di sub-acuzie), le minori sono quelle in cui si vive un disagio ma non si perde il contatto con la realtà. Anche in questa seconda categoria possono esserci disturbi molto seri, come chi si isola e non esce più di casa, chi deve lavarsi le mani in continuazione, chi è triste e pervaso da crisi di panico, chi ha attacchi di rabbia distruttiva. In caso di disturbi maggiori, è consigliabile, di solito, psicoterapia, interventi socio-riabilitativi e farmacoterapia. Servirebbe pertanto una squadra operativa fatta da psichiatra, psicologo, educatore ed assistente sociale. In caso di disturbi minori, la farmacoterapia è meno importante. La psicoanalisi è solo un tipo di psicoterapia fra le decine disponibili. Forse è solo la più famosa ma ne esistono molte altre altrettanto valide.
#342
Ciao Sapa, sicuramente qualche magistrato che si lascia scappare una battuta infelice ci sarà sempre. Ma se vogliamo ragionare in termini di "idee di base", di "senso etico", di visione della società, sulla base della mia esperienza ritengo che il "giudice medio" abbia un senso dello Stato "leggermente" superiore a quello del "politico medio". Esperienza personale, beninteso, magari anche piena di pregiudizi, ma è quello che ho esperito nella mia purtroppo, non breve vita.
Nel caso specifico, inoltre, non c'è stata alcuna contropropaganda, ma l'applicazione di legge, anche in riferimento all'art. 10 della Costituzione. Purtroppo gli attuali governanti non sono presentabili e ancor più purtroppo, anche i vari contendenti non mi sembrano all'altezza della situazione geopolitica attuale. Che Zeus ce la mandi buona anche stavolta.
#343
La magistratura non fa nessun tipo di contropropaganda.
Questa è una fissazione di tutti i politici da Mussolini/Lenin in poi, che detestano il bilanciamento dei poteri, uno dei principi fondamentali dello stato di diritto, a meno che il bilanciamento dei poteri non li avvantaggi (cfr, Fraenkel, il doppio stato).
#344
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
21 Ottobre 2024, 21:18:30 PM
Citazione di: Il_Dubbio il 20 Ottobre 2024, 23:40:42 PMNon sono pratico, quindi non so quanti pazienti siano stati curati da questi terapeuti. Ma solitamente per stabilire che il metodo funziona ci dovrebbe essere una percentuale di guarigioni. Non basta dire che uno sia guarito, quando ce ne sono mille che non sono stati guariti. Anche uno che prega e che ha fede, potrebbe guarire da un problema emotivo rispetto ad esempio ad un male di vivere. Ma quella non è una guarigione, o meglio quella non è una cura medica, ma una cura spirituale. Ma siamo su piani completamente differenti.
Solitamente, come si fa per una malattia qualsiasi, ci si basa su una statistica di casi analoghi. Poi ci sono gli accertamenti diagnostici e infine la cura. Quindi curare un paziente significa avere una diagnosi, e poi sapere come curare il paziente che ha quella malattia. Diagnosi sbagliate sono rare se i sintomi e gli accertamenti sono inequivocabili. Quindi se il metodo funziona, dovrebbe esserci un numero alto di guarigioni.
Sono stati curati milioni di pazienti, se consideri che la psicoanalisi dall'anno (fittizio) della sua invenzione (1899) è ancora attiva. Fra i pazienti anche nomi illustri, Samuel Beckett, Giorgio Manganelli, Italo Svevo. Difficile parlare di guarigioni in campo mentale. La guarigione si può chiamare tale se un paziente ora soffre meno di angoscia ma l'angoscia non è sparita? E' guarito o non è guarito? Se un altro paziente invece di contare gli spaghetti tutte le volte, li conta solo una volta ogni tanto è guarito? Se un terzo paziente pensa solo ogni tanto che viene guardato in modo aggressivo dal vicino invece che tutte le volte è guarito o non è guarito?
La malattia mentale o il disturbo mentale ci pongono di fronte ad un continuum, per cui non vale più la scissione malato/sano. Siamo tutti nevrotici e quindi siamo tutti malati e quindi siamo tutti sani.
La grande innovazione di Freud è stata quella di unire cervello e mente. La malattia mentale, da Freud in poi, non sarà più un problema fisiologico ma un problema che connette mente e cervello, mente e corpo. In questo sta il suo più grande lascito, il superamento di una psichiatria organica a favore di una psichiatria che unisca mente (ovvero il cervello sociale, il cervello culturale, il cervello collettivo) e cervello del singolo paziente.
Per questo quando si parla di psicoanalisi si supera il livello della cura fisiologica e si può parlare di cura che agisce su altri livelli non oggettivabili e non riducibili a statistiche e che riguarda il sè nel rapporto con gli altri sè, primo fra i quali il rapporto paziente/terapeuta (transfert e controtransfert). Ovvio che vi sarebbero altre dimensioni da esplorare, come ad esempio, il livello di importanza da attribuire all'interpretazione, che opera al livello cognitivo dei lobi frontali. Ma questo livello va di pari passo, in un continuo feedback, con il livello dell'attaccamento emotivo, che riepiloga il rapporto affettivo genitoriale. Tutto ciò in chiave simbolica. E' un percorso che, a mio parere, ha una sua validità, visto che procede imperterrito da 125 anni e che ha una sua identica validità anche rispetto a tutti i figli e figliastri che ha generato la psicoanalisi, psicologia dinamica (Jung), lacaniani (Lacan), teoria dell'attaccamento (Winnicott, Bowlby).
#345
Tematiche Filosofiche / Re: Psicoanalisi
19 Ottobre 2024, 23:47:24 PM
Mi spiace non esserti stato utile. Non sono uno psicoanalista, sono stato solo un paziente di uno psicoanalista ed ho letto diversi libri di psicoanalisi. In terapia non mi sono sentito fregato e in realtà mi è servita non tanto per conoscermi meglio, quanto per accettarmi con i miei piccoli e grandi difetti. Questo passaggio è accaduto attraverso la relazione terapeutica che è (come lo definiva Freud) un lavoro, sia per il paziente che per il terapeuta. Nei colloqui si rielaboravano le relazioni primarie a livello simbolico ( nel senso che non ci abbracciavamo ma ci scambiavamo parole ad un livello di attenzione di cui non avevo mai fatto esperienza, al punto che alla fine dei 45 minuti mi dicevo "pover'uomo, quanta fatica a restare così attento per ore, sui bisogni grandi e piccoli dei pazienti".) Nel corso del tempo si affaccia così il sentimento di gratitudine e di accettazione del mondo e perfino di te stesso e di tutti i traumi che hai sopportato. Questa è la mia esperienza con la psicoanalisi, che tra l'altro dura tuttora anche se a ritmi meno intensi.