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Messaggi - Jacopus

#331
Storia / Re: Santa Madre Russia
25 Agosto 2024, 16:07:15 PM
Ipazia. Non ti cancello il post perché la conseguenza potrebbe essere di protesta contro la censura occidentalista, ma mi spieghi il senso del post creato con A.I.?
#332
Storia / Re: Santa Madre Russia
24 Agosto 2024, 15:11:17 PM
Citazione di: InVerno il 24 Agosto 2024, 07:47:53 AMQuando le popolazioni mussulmane e siberiche ne avranno abbastanza, il nucleo sanpietroburghese-moscovita sarà costretto al commercio bilaterale con l'Europa, e perciò all'integrazione europea.
Interpretrazione interessante, ma anche limitando la Russia a quella cis-uralica, restiamo attorno al milione e passa di km2 di territorio, più di tre France ed anche a popolazione, la Russia sarebbe, anche in questa versione minion, uno stato da 100 milioni di abitanti. Una situazione comunque ingombrante per l'Europa, per non parlare della differenza di vedute politiche, nel caso in cui davvero entrasse nell'Unione Europea (potrebbe diventare la gigantografia dell'Ungheria). Io resto del parere che la migliore soluzione potrebbe essere quella di buon vicinato, ferma restando la diversa identità di Unione Europea e Russia. Un buon vicinato che sarebbe positivo per entrambi i contraenti. Per fare questo però, dovremmo scrollarci di dosso la patria potestà degli Stati Uniti e lo dico senza spirito antagonista. Scrollarci di dosso la patria potestà degli USA infatti, significherebbe anche aumentare considerevolmente le spese militari, poichè è sempre valido il detto "si vis pacem para bellum".
Politicamente è un quadro irrealistico e sul lungo periodo pagheremo questa guerra con una accelerazione del processo di marginalizzazione dell'Europa. Siamo nella stessa situazione di Churchill verso Roosvelt. Possiamo al massimo rivendicare qualche fazzolletto di autonomia, ma niente di più.
Una immagine piuttosto cruda ma reale di quello che sta accadendo, potrebbe essere quella del capotribù (USA) che non riuscendo più a soddisfare il suo popolo, si decide di sacrificare un suo alleato (Europa) che stava iniziando ad avere troppi grilli sulla testa. Quello che  bisognerebbe fare è di avere una visione europea, mentre invece troppi europei sono alfieri di posizioni non europee, sia di oltre-Atlantico che di oltre-Vistola.
#333
Storia / Santa Madre Russia
24 Agosto 2024, 00:28:38 AM
Iano wrote:
CitazioneIo però ricordo che molti anni fà si discuteva se ammettere la Russia nella comunità Europea oppure no.
 

Ero indeciso se mettere la discussione in filosofia o in attualità. Alla fine ho scelto Storia. Anche per mantenere pulito l'altro topic, come da desiderio (legittimo e condiviso) di Inverno.

La domanda è: ma la Russia è Europa oppure è Asia? Se è Europa sarebbe giusto farla partecipare all'Unione Europea e sicuramente, detto per inciso, è molto più europea della Turchia.
La Russia nasce da una migrazione di popoli nordici, all'incirca nello stesso periodo della discesa dei normanni in Italia, in Francia e in Inghilterra, fra il XI e il XIII secolo (i Normanni erano vichinghi, in origine). Poi fu travolta da qualche invasione strettamente asiatica, ma riemerse in una forma statuale simile a quella europea, almeno nella sua forma assolutistica. Una sua peculiarità fu quella di prediligere un colonialismo territoriale, che potremmo definire terrestre, a differenza dei colonialismi più noti, inglese e francese, che furono dei colonialismi marittimi, perchè sparsi in tutto il mondo e necessitanti più di una marina militare che di un esercito terrestre.
Con la Russia nasce il dilemma di dove finisce l'Europa, sulla Vistola, o sugli Urali o a Vladivostock? I russi stessi sono l'espressione di questo dilemma, alternando momenti di innamoramento per l'Europa a momenti di allontanamento. E fra i paesi di cui sono più innamorati c'è proprio l'Italia, che ha molti punti in comune con il popolo russo e scarsa conflittualità geopolitica, stante la distanza sia geografica che di peso militare.
Ad ogni modo ribadisco quello che ho già scritto, ovvero che la cultura russa è una grande cultura, che ha segnato indelebilmente la stessa cultura europea e per questo motivo avrebbe diritto di far parte dell'Europa. Ma vi sono anche delle differenze, come è ragionevole che sia (anche perchè una cultura europea non esiste in realtà, date le disomogeneità presenti sul territorio europeo).
Parliamo di differenze ad un livello macro, ovviamente, e a questo livello subentra una differenza, che spiega anche (almeno parzialmente) la stessa rivoluzione sovietica, ovvero il misticismo russo, che fatica a distinguere la posizione privata del singolo soggetto e la sua posizione pubblica. Penso che questo sia il grande lascito della cultura greco-romana, ovvero la creazione dell'oikos come sfera privata che interagisce con la sfera pubblica, senza farsene sottomettere. In Russia vi è una visuale che potremmo definire "olistica", perchè il bene del tutto e più grande del bene del singolo, con tutte le aberrazioni che ciò comporta.
Lanciate queste osservazioni generali, a proposito della opportunità di considerarla europea, ritengo che vi sia una obiezione fondamentale, ovvero le dimensioni stesse della Russia. Se fosse grande come l'Ucraina si potrebbe fare, ma uno stato così esteso mette realmente paura ad una confederazione di stati, che potrebbe apparire come una sua semplice appendice. Vi è pertanto una prudenza di tipo realistico, ma nello stesso tempo occorrerebbe anche guardarla come un vicino di casa, con il quale avere buoni rapporti reciproci, ma temo che questa scelta incontri due formidabili oppositori, Stati Uniti e Cina.
A voi la parola se vorrete.
#334
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Stupidità
23 Agosto 2024, 12:37:48 PM
Io penso che sia la classe dominante a veicolare il messaggio dell'istruzione (intesa come conoscenza) come inutile o addirittura pericolosa. O meglio ci sono spinte dall'alto e dal basso che si rafforzano a vicenda verso questo obiettivo. Personalmente penso che avere accesso alla conoscenza sia un arricchimento fondamentale, l'unico interessante. Preferisco comprendere un testo di neurologia che andare a fare una vacanza a Las Vegas oppure avere l'ultimo modello di Mercedes. Ma se tutti la pensassero come me, addio consumismo. Si reggerebbe bene solo l'editoria (😸).
#335
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Stupidità
23 Agosto 2024, 10:57:50 AM
Miao allora chiese a Maramao " perché quindi persone poco istruite come Hitler, Mussolini, Salvini, Renzi, Grillo, Trump, riescono comunque ad avere tanto seguito di masse di stupidi pronte a seguirli? Non erano gli istruiti meglio attrezzati? È Gesù era istruito oppure no? E Marx, che sicuramente era istruito, ha avuto un seguito di stupidi?"
Maramao allora rispose " l'istruzione ha una sua importanza, perché è fonte di conoscenza ma ha una doppia anima, può essere usata per manipolare o può essere usata al servizio degli altri. Anche l' ignoranza o fingere di esserlo può essere manipolatorio. Ciò che conta davvero pertanto è se sentirsi vicini agli altri e riconoscerne la loro umanità oppure se strumentalizzare gli altri per i nostri fini. Quest'ultimo percorso è quello più praticato al di là dell'istruzione o meno dei praticanti."
#336
Una teoria più strettamente culturalista circa la provenienza della nostra coscienza-mente è quella che si può ascoltare nel link in fondo. Sinteticamente, la mente e la coscienza, secondo questa interpretazione di stampo paleo-evoluzionista, provengono da alcuni prerequisiti, ovvero la scarsa o quasi nulla diversità genetica fra tutte le popolazioni umane (Sapiens), la presenza di altre specie umane, nel corso di migliaia di anni, con le quali abbiamo interagito (denisova, neanderthal, floresiensis, javanensis e forse anche un'ultima enclave di erectus), e soprattutto la creazione dell'intelligenza simbolica attraverso il linguaggio. Vi è in proposito la coincidenza fra l'ultima out of Africa di circa 60.000, 40.000 anni fa e la successiva estinzione di tutte le altre popolazioni umane (i floresiensis si sono estinti appena 12.000 anni fa). Quest'ultima Out of Africa di 60.000 anni fa è caratterizzata dal marcatore genetico L3, che abbiamo tutti noi sapiens non africani e che quindi siamo tutti discendenti di quell'ultima Out of Africa. Questa popolazione Sapiens L3 aveva acquisito da poco la capacità del linguaggio e il conseguente inimmaginale allargamento di visuale, artistica, concettuale, astrattiva che il linguaggio permette, concedendoci così un ulteriore livello di adattabilità e di flessibilità, che ci ha reso l'efficiente assassino ambientale di oggi. Si tratta ovviamente di ipotesi, poichè le lingue se non sono scritte non lasciano tracce. Abbiamo come unica evidenza il fatto che 60.000 anni fa vi fu l'ultima Out of Africa di Sapiens L3, che fu preceduta da altre 3 o 4 Out of Africa di Sapiens non-L3, i quali, a differenza dell'ultima tornata, convissero tranquillamente con le altre popolazioni di ominini (Denisova, Neanderthal, Floresiensis, Javanensis), per migliaia di anni. Secondo questa ipotesi, corroborata dal ritrovamento di reperti archeologici trovati nella zona originaria di Homo Sapiens L3 (cioè l'attuale Namibia, popolazioni Khoisan), la cultura ha determinato quella che noi oggi chiamiamo "mente", che in realtà potrebbe essere presente in qualsiasi animale sufficientemente dotato di sistema nervoso centrale ed in grado di costruire una cultura complessa come la nostra.

https://www.youtube.com/watch?v=6zqXG8uTUYA
#337
CitazioneMa un cervello che in parte è un computer e in parte non lo è, è un computer oppure non lo è?
Sapremo con buona certezza quale parte lo è quando la vedremo atrofizzarsi nella misura in cui ci sarà stato possibile delegarla a un computer.
Non è bello da dire, e devo usare una buona dose di cinismo per farlo, cercando di prevenire in tal modo le tue critiche. Per dirlo devo in effetti tacitare la parte emotiva del mio cervello, e non è facile.
Effettivamente nel caso di ictus che colpiscono una o l'altra parte, assistiamo alla normale gestione delle emozioni ma con l'impossibilità di risolvere problemi semplici oppure di parlare (il linguaggio risiede a sinistra, cosa c'è di più classificatorio?), oppure la capacità di parlare fluentemente ma senza provare emozioni. Ovviamente la distinzione fra i due emisferi è una semplificazione, ma esiste comunque una certa specializzazione fra i due emisferi.
Secondo me non sarà mai possibile una delega ad un computer meccanico. Il computer potrebbe funzionare meglio di un cervello umano solo quando potesse inglobare dei neuroni capaci di neuro trasmettere gli ormoni che ci caratterizzano in quanto specie vivente. Ma i neurotrasmettitori vengono prodotti con la collaborazione di tutto il corpo. Sarà probabilmente più verosimile pensare in un futuro più o meno lontano, a computer meccanici installati nei cervelli umani.
#338
La complessità del nostro Snc non la intendo come una medaglia ma come un dato oggettivo. Non esiste in natura un altro cervello che assorbe il 15/20 per cento dell'energia metabolizzata da quell'organismo. Non la vedo come un vanto ma come una scommessa evolutiva. Fra le innumerevoli scommesse c'è stata anche quella che ci ha dotato di questo ingombrante organo invece di più gestibili zanne o di una pelle impenetrabile come quella del coccodrillo. A pensarci bene una bella corazza portatile è un bel superpotere. Sembra però che il nostro cervello sia migliore, visto che siamo diventati "homini lupus". Non sappiamo ancora il finale (magari a sorpresa) ma finora, nel campionato delle specie viventi, siamo di gran lunga n. 1 del Ranking. Forse solo i virus possono competere con noi, grazie alla loro velocissima trasformabilità. Ma anche loro se la devono vedere con i vaccini, escogitati sempre da lui, da Mr Brain.
Detto questo, per oggettivare la definizione di complessità del cervello, va anche detto che detta complessità comporta anche degli svantaggi. In primo luogo le malattie mentali, ma anche le risorse che necessita per funzionare. Ed anche un terzo svantaggio autoconservativo notevole. La necessità di dormire a lungo, esponendoci così ai predatori (soprattutto quando, per migliaia di anni, non potevamo usufruire di ripari sicuri).

Sul fatto che l'osservatore non può osservare sè stesso hai perfettamente ragione ed è questo il nucleo del "Problema Difficile". Ma resta il fatto che la specie umana è l'unica che riesce a pensare e a farsi domande che riflettono sulla sua natura, compresa questa discussione. La coscienza potrebbe essere rappresentata come una specie di bambola matrioska. La assumi come presente quando le bambole interne riescono a domandarsi il significato delle altre bambole. Un significato "esistenziale". Difficile però stabilire se questo percorso è stato possibile più per "cultura" che per "SNC". Io sono del parere che entrambe hanno contribuito, al pari di altre peculiarità di homo sapiens, come l'andatura eretta, lo sguardo prospettico, il pollice opponibile. Siamo un corpo che inevitabilmente ha una coscienza: ovvero la capacità di domandarsi il perché della vita, il perché della mia vita e di quella degli altri. La coscienza ha a che fare con l'immortalità.
#339
Aggiungo che il cervello non è un Computer. Ripeto, il cervello umano non è un computer. Ciò perché, ancora una volta semplificando, abbiamo due emisferi specializzati, quello sinistro è più simile ad un computer, perché è abile a classificare, a giudicare e a sezionare i problemi per risolverli. È un ottima struttura cognitiva votata allo scopo, attraverso un pensiero che distingue e razionalizza. Ma c'è anche l'emisfero destro che è quello emotivo, che sente le connessioni fra tutte le cose, animate ed inanimate, che ti fa mettere nei panni degli altri e ti fa dire (specialmente da bambino): perché io sono io? La coscienza ha un bel daffare per restare in bilico fra questo due emisferi eppure vi riesce benissimo, forse anche aiutata dal fatto che i nostri neuroni sono sempre gli stessi, mentre, ad esempio, le cellule della pelle le cambiamo tutte nel giro di quattro-cinque giorni.
#340
Secondo me Iano, intelligenza non è sinonimo di coscienza, come del resto hai sotto inteso anche tu dicendo che anche gli animali possono avere coscienza. Le macchine calcolatrici, citando Eco, sono delle stupide velocissime. La caratteristica della nostra coscienza è di non accontentarci della velocità e dei premi per il miglior risolutore di enigmi matematici. La nostra coscienza è soprattutto quella che ci ha insegnato, un fatidico giorno, magari all'ombra delle piramidi o durante una passeggiata fra i giardini di Babilonia, a domandarci il perché della vita e a creare storielle come quella di Sileno e re Mida. La nostra coscienza ha a che fare con quella metafora che ho usato spesso del barone di Munchausen, che per volare si tirò su dal suo stesso codino. Abbiamo fatto la stessa cosa e questa coscienza è sbocciata con le sue gioie e i suoi dolori. Una coscienza che abita dentro di noi ma anche fuori, nella relazione che abbiamo con gli altri esseri coscienti. In questo momento, ad esempio, la mia coscienza è dentro di me ma anche nel rapporto di queste parole con chi le leggerà. Penso che solo le divinità possono avere una coscienza indipendentemente dagli altri. Coscienza che è pertanto contemporaneamente, memoria autobiografica, rappresentazione del sè verso gli altri, flusso continuo di neuro trasmettitori che modulano la nostra esperienza con il mondo, ma che è anche collegata con la certezza di essere stati amati, principalmente dai nostri genitori. Senza quell'amore, avremo una coscienza deteriorata, ferita, bidimensionale. Non tutte le coscienze sono uguali. C'è chi vive con meno consapevolezza o con delle ferite interiori che li obbliga a scelte non ponderate e chi invece ha una profondità di sguardo che lo pone ad un livello di conoscenza di sè più elevato. In ogni caso, per farla breve la coscienza nasce dall'interazione fra un snc molto complesso e la cultura, che è stato appunto il "codino del barone di Munchausen".
#341
Dico la mia. Credo che non ci sia alcun nesso fra meccanica quantistica e coscienza. Non capisco perchè la meccanica quantistica venga messa dapertutto come il prezzemolo. Sembra quasi che sia diventato una sorta di sostituto tecnologico della divinità. Non conosco affatto la meccanica quantistica, ma conosco da autodidatta, la neurobiologia (come qualche povero forumista ha dovuto constatare di persona). E la neurobiologia, quella dura, fatta di FMRi, di misurazione dei neurotrasmettitori e di studio del sistema nervoso centrale, non si è mai sognata di fare un tale accostamento. So che vi sono anche dei libri che sostengono questo abbinamento, ma sono nettamente minoritari, rispetto alla neurobiologia "mainstream". Ovvio che se anche in questo campo, cerchiamo la verità negli scantinati dei complottisti, allora tutto è possibile, anche il connubbio coscienza e MQ.

L'interpretazione di coscienza che mi è sembrata più interessante è questa: 
 https://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/georg-northoff/la-neurofilosofia-e-la-mente-sana-9788832850666-2914.html

Ovvio che mi sono anche ampiamente abbeverato fra i neuroscienziati americani o naturalizzati americani (Damasio è nato in Portogallo, Van der Kolk in Olanda, ad esempio, ma entrambi, guarda caso, hanno trovato spazio per le loro ricerche in USA, chissà, forse i tanto vituperati USA sanno almeno riconoscere il merito). Le loro ricerche, con le debite differenze suggeriscono che la coscienza e il cervello siano inestricabilmente connessi con il corpo. Non a caso un mezzo milione di neuroni si sono "accasati" nel sistema digerente (sistema nervoso enterico).
L'anima, insomma, seconda questa allegra congrega è un pò meno eterea e più collegata con il nostro corpaccione e i suoi borborigmi (non a caso un famoso libro di Damasio si intitola L'errore di Cartesio).
E' ovvio che la coscienza sia un concetto complesso, che è stato anche definito  il Problema difficile della coscienza e pertanto continueremo a parlarne così come altri nodi fondamentali della vita umana (pensiamo al libero arbitrio, all'etica, alla tecnologia, al potere). Ma dobbiamo anche essere speranzosi che un concetto un pò più chiaro si faccia luce e da questo versante sono stati fondamentali gli sviluppi della genetica, delle neuroscienze e della etologia.

(https://it.wikipedia.org/wiki/Problema_difficile_della_coscienza)
#342
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
16 Agosto 2024, 16:32:44 PM
Anthony. Dubito che si espatri per il reato di diffamazione. Anche considerando che la Boldrini potrebbe anche essere ritenuta un "corpo dello Stato" e quindi il reato "aggravato", difficilmente si va in galera per un reato del genere. Sarebbe il primo in Italia. Senza contare la campagna mediatica contro la Boldrini nel caso ciò avvenisse (comunque impossibile, nella peggiore delle ipotesi se la caverebbe con un periodo di lavori socialmente utili o con una multa e risarcimento danni.)
#343
Tematiche Filosofiche / Re: Differenza genetica
13 Agosto 2024, 09:51:13 AM
CitazioneMi chiedo tuttavia cosa sia questa idea dei comunisti "cattivi dal cuore buono" e soprattutto quale sia la differenza sostanziale nel dire che i fascisti "hanno fatto anche cose buone" perché io ne vedo poca. E se quella poca differenza porta a dire che i comunisti diventarono come i fascisti perché cominciarono a fare arresti politici, mi chiedo se sia utile sottolineare che gli arresti politici nell'intero ventennio fascista sono circa pari ad una settimana di purghe staliniane, chi sia diventato come chi appare meno chiaro?
Inverno, la storia racconta chiaramente che il socialismo reale ha usato gli stessi sistemi manipolatori e la stessa violenza del nazifascismo. È anche ovvio che il nazifascismo abbia fatto anche cose buone. Probabilmente anche Sauron, dal punto di vista dei Nazghul, ha fatto cose buone. Ma è buona cosa, ottimo esercizio, saper scavare e distinguere i fatti, i movimenti, le istituzioni, al punto che anche nazismo e fascismo non sono più la stessa cosa.
Pertanto, se l'esito è stato simile, la costruzione ideologica, la weltaschaung è stata diametralmente opposta e sicuramente il nazifascismo ha avuto un suo forte impulso come semplice reazione alla presa del potere del comunismo, essendo chiaro che non era più possibile alcuna Restaurazione post-Napoleonica. Quello su cui vorrei riflettere, con voi, pertanto è proprio rispetto alla validità o meno del "codice genetico" del comunismo, non tanto sulla sua fallimentare espressione storica.
Ovvero, è giusto sentirci solidali con i nostri simili, ritenerci uguali a loro, pretendere un reddito simile, sentire la nostra dignità violata se quella stessa dignità è violata per un nostro simile? E cosa significa tutto ciò in termini di libertà? Il fatto di pretendere di essere tutti così uguali non richiama forse il famoso passo di Toqueville che commenta la democrazia in America, come se fosse abitata da tanti burattini lobotomizzati? È possibile una mediazione fra il desiderio di primeggiare (che è un desiderio evolutivo, quindi legato alla nostra filogenesi) e il desiderio di cura e di vivere in armonia in una collettività paritaria (anch'esso iscritto nella nostra filogenetica)?
#344
Tematiche Filosofiche / Re: Differenza genetica
12 Agosto 2024, 21:01:01 PM
Citazione di: daniele22 il 12 Agosto 2024, 20:43:26 PMLa gerarchia oppressori oppressi non è semplicemente riducibile a questioni di "materia"; vi è qualcosa di non detto che appartiene alle necessità della vita dell'individuo e ha senz'altro a che fare con l'etica la morale e la libertà ... in una sola parola ha a che fare con la giustizia

Penso che il concetto di an-archè sia insito in tutte le costruzioni politiche non tradizionali, compresa la democrazia. An-archè è comunque l' attestazione che gli uomini in società possono autoregolarsi e non hanno bisogno di una legittimazione esterna (qualunque essa sia). E quindi il superamento della diade oppressori/oppressi è effettivamente un principio che ha a che fare con la giustizia, indipendentemente da cosa storicamente è avvenuto. L'an-archè nelle sue molteplici manifestazioni è la rivendicazione di un percorso che persegue una evoluzione dell'umanità. L'archè invece fonda la sua legittimazione sulla certezza che il mondo hobbesiano sia inevitabile.
#345
Tematiche Filosofiche / Differenza genetica
12 Agosto 2024, 00:16:34 AM
CitazioneQualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice
Solo se lo erano anche gli altri
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo
Perché sentiva la necessità di una morale diversa
Perché forse era solo una forza, un volo, un sogno
Era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come
Più di se stesso: era come due persone in una
Da una parte la personale fatica quotidiana
E dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo
Per cambiare veramente la vita.

Questa è una canzone, di Giorgio Gaber. E mi è servita per ricordarmi che fascismo e comunismo non sono la stessa cosa. Forse l'esito di fascismo e comunismo è stato lo stesso, ovvero quel sistema politico che Hanna Arendt ha definito "totalitarismo". Ma nella sua genesi comunismo e fascismo sono agli antipodi, poiché l'uno è animato dal desiderio (ingenuo?) di aprire un nuovo capitolo dell'umanità, privo di oppressori ed oppressi, mentre l'altro non fa che ripetere lo stesso noto percorso che l'umanità conosce da quando vi è civiltà, ovvero che "non resta altro che far torto o patirlo sulla base di quella feroce forza che ama nomarsi diritto" (A. Manzoni). Il fascismo non ha fatto altro che privarsi degli orpelli un po' ipocriti della religione e fondare la sua legittimazione sull'uomo forte + tecnologia. Ovvero sulla sopraffazione futurista, mentre nel mondo di Manzoni la sopraffazione era passatista (ma sempre di sopraffazione si tratta).
Il comunismo non prevede questa gerarchia fra oppressori ed oppressi ed è in questo senso an-archico (appunto senza gerarchia). Nella storia però è avvenuto altro, ovvero la riproduzione di un sistema di sopraffazione con in più, come bonus, la limitazione della libertà di pensiero politico (come nel fascismo).
Ma si può distinguere il risultato storico di una esperienza politica dal suo impulso primitivo, che è quello definito così bene da Giorgio Gaber? Oppure prevale il primo e dobbiamo considerare il secondo come il solito capitolo dedicato ai sognatori?