Citazione di: Sariputra il 06 Marzo 2018, 16:55:57 PMUna cosa che trovo interessante della riflessione sulla ri-nascita, metempsicosi o metamorfosi che dir si voglia, non è la ricerca di prove dimostranti o meno una certa teoria. Questo francamente non m'interessa. Quello che trovo interessante è investigare il "vissuto" di queste esperienze 'di confine'. Con il termine 'di confine', non intendo un confine con qualche cosa posta 'aldilà', ma confine con l'esperienza non cosciente che preme per 'manifestarsi' alla parte conscia della mente. Da quale abisso interiore scaturiscono quelle immagini, quei ricordi inspiegabili? Dove sorgono quelle intuizioni accompagnate da inspiegabili sensazioni?...
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Ciao @Sari,
bel topic... ma temo che non si possa sfuggire a fare "ipostasi".
L'abisso "interiore" secondo me è la parte più profondo della nostra mente. Ovvero quella parte che racchiude le nostre tendenze caratteriali, le nostre abitudini, il "nucleo" della nostra personalità. In sostanza ciò che permette di identificare me col bambino che ero. E a differenza di quanto possiamo essere portati a credere questo "nucleo" non ha niente di "cosciente", nel senso normale del termine. Per la maggior parte del tempo ignoriamo infatti questi aspetti della nostra persona. Tuttavia, a volte, certe "condizioni" esterne possono far in modo che questi contenuti divengano visibili e accessibili alla nostra mente cosciente. Per esempio una scena di un libro o di un film (non è il caso di @bluemax, probabilmente) può far risorgere un ricordo che sembrava essere "sepolto" (in realtà non è mai sepolto veramente, ma si manifesta probabilmente nei "comportamenti abituali" di cui parlavo...). Oppure le fobie. A volte nascono da un episodio dimenticato dell'infanzia (o più tardi nel caso del "disturbo post-traumatico"). Se ho avuto un'esperienza brutta con i pipistrelli, tutto ciò che si lega ai pipistrelli mi farà paura o proverò per quella specie una sorta di "antipatia" (ogni riferimento a "Batman" è puramente casuale

Come ben dici tu... però queste cose accadono anche ai bambini molto piccoli. Se sono ricordi, quando hanno avuto queste esperienze? Ecco... qui si entra nelle ipotesi. Ma che diventano ipostasi. Possiamo pensare, forse, che la mente del bambino è molto meno "razionale" e tende più ad essere "intuitiva" o "immaginativa" (davvero?) e quindi letteralmente questi "ricordi" sono in realtà una costruzione della mente del bambino formata da ricordi effettivi, dati del presente, pensieri e immaginazione.
Ci sono poi le persone con (vedi https://en.wikipedia.org/wiki/Fantasy_prone_personality) la personalità molto portata alla fantasia. Una persona molto portata all'immaginazione può letteralmente creare "paracosmi", mondi immaginari e spesso ciò inizia dall'infanzia. Può non sorprendere dunque che anche questi "ricordi" siano dovuti interamente all'immaginazione del bambino. In fin dei conti i bambini a volte si creano "amici immaginari" molto caratterizzati.
C'è poi la possibilità che letteralmente siano episodi psicotici... Insomma di ipotesi ce ne sono un sacco.
Un'altra è appunto la reincarnazione. D'altronde se accettiamo che siano letteralmente "ricordi", allora la teoria della "vita passata" diviene "ovvia". Non più un'ipotesi ma una realtà (per @Inverno: in realtà la dottrina della "rinascita" non è per niente consolatoria per le religioni indiane, per esempio. Le "rinascite" sono viste come qualcosa da evitare. O forse ti riferivi con la parola "consolazione" al fatto che sono usate come "conferma" delle religioni che accettano le rinascite... anzi in genere il credere nella vita dopo la morte non si può dire solo che è una credenza consolatoria. Anzi può essere motivo d'ansia...).
Ad ogni modo è chiaro che le persone possono "rinascere" dopo queste esperienze. A volte cambiano la prospettiva col mondo. Per esempio anche se non provano nulla, possono condurre chi le sperimenta a cambiare le proprie "credenze" che aveva sulla realtà. Magari riesce addirittura a sentirsi un'onda del mare e non solo a pensare di esserlo. Oppure comincia a credere alla reincarnazione. In sostanza sono esperienze che secondo me possono veramente cambiare molto. Tuttavia se rimangono "confinate" nella prima infanzia subentra l'oblio: il "mondo quotidiano" fa dimenticare queste esperienze. In fin dei conti per quanto mi riguarda a parte qualche rara esperienza "strana" devo dire che non ne ho avute molte nell'infanzia. Ricordiamoci anche anche il bimbo è molto curioso, tutto per lui è una novità e tende ad avere una immaginazione più forte dell'adulto (credo). Questo crea sicuramente più attenzione ai vari "fenomeni" ma anche tende a favorire l'oblio. Nuova nota personale: credo di aver letteralmente rimosso gran parte dei ricordi dell'infanzia. Ma al tempo stesso sono sicuro che rincontrare una persona che ho conosciuto quando ero piccolo (magari un compagno di classe delle elementari) può causarmi una "cascata di ricordi". Mi sono poi dimenticato un sacco di sogni recenti che ho fatto quindi può capitare in futuro che per coincidenza trovo una situazione simile nella realtà e ciò mi causa un deja-vu (ipotizzo

Citazione di: Sariputra il 06 Marzo 2018, 16:55:57 PM
Naturalmente tutti son pronti a sciorinarti la loro personale teoria o ipotesi al riguardo. Dopottutto non passiamo il tempo solitamente a far questo? A fare ipotesi? E...dall'ipotesi all'ipostasi il passo, a volte, è brevissimo La Reincarnazione è inoltre un concetto (o un vissuto, un'idea archetipica) che – per usare un termine caro al grande filosofo/teologo Panikkar – è sempiterno, lo ritroviamo in tutte le culture del mondo, in quelle orientali ma anche in quella che più ci è propria del Cristianesimo. Molti di questi ricordi vengono spesso annoverati nella categoria dei cosiddetti falsi ricordi, un po' come quelli che ognuno di noi avrebbe se dovesse andare a ripescare vecchie scene d'infanzia o di un lontano passato della propria vita. Altri sembrano invece essere veri e propri ricordi autentici, alle volte molto chiari e personali. Pazienti e soggetti che riferiscono tali ricordi, spesso, a detta degli studiosi, non vengono minimamente sollecitati o suggestionati attraverso tecniche ipnotiche (che viene invece spesso usata per la terapia con l'ipnosi regressiva), tali ricordi sembrano molto spesso arrivare spontaneamente o in seguito ad esperienze emotive rilevanti. Questi ricordi si rinvengono soprattutto in bambini dai 2 ai 6 anni di età. Questa moltitudine di casi rinvenuti in tutto il mondo in maniera indipendente e a prescindere dalla cultura di riferimento dei pazienti e dei soggetti analizzati, ha destato, attorno al tema, un interesse scientifico e culturale senza precedenti. Sentenze definitive sono impossibili allo stato attuale della ricerca... O sarebbe meglio dire, in un'ottica epistemologica: la teoria della Reincarnazione sembra essere l'unica – o tra le poche attualmente –, che è in grado di coprire e dare una cornice e spiegazione teorica a questi dati rinvenuti circa il vissuto fortemente affettivo legato ai ricordi di vite passate. Si, perché si parla sempre e soltanto di una ipotesi e non di ipostasi pura...
Che il tema della rinascita sia diffuso... sì concordo. Ma fai conto @Sari che mentre noi interpretiamo i ricordi di quei bambini come "costruzioni" perchè non ci è familiare l'idea della reincarnazione, per un orientale è facilissimo interpretare in quel modo l'esperienza. Una volta ho letto una cosa simile per le NDE (near-death experience). Queste esperienze vengono interpretate dal soggetto secondo il suo contesto culturale e quindi lo stesso racconto (e direi anche il ricordo...) che viene fatto dell'esperienza muta.
Ad ogni modo però @Sari non sono d'accordo che ci sia davvero differenza tra ipotesi e ipostasi in questo caso. Voglio dire se sono agnostico sulla reincarnazione significa che tengo una "mente aperta". Oppure se ci credo accetto che ho avuto vite passate e vite future. Se invece non ci credo tutti questi fenomeni li leggo in modo totalmente diverso. Onestamente non capisco la distinzione tra "ipotesi" e "ipostasi"


Quindi il contesto culturale in cui mi trovo influenza l'importanza che do a queste cose. Nel mondo "high-tech" del giorno d'oggi credo che esperienze come queste non lascino la stessa influenza (a livello "conscio" almeno) che potevano lasciare tempo fa o in altre culture. Oggi il mondo "quotidiano" è molto più complesso di una volta e quindi ad eventuali "vite precedenti" o eventuali "altri reami di esistenza" si da poca importanza (sottolineo ovviamente gli "eventuali").