Citazione di: Jacopus il 27 Luglio 2024, 08:35:30 AMIl mio ragionare è condizionato dalle letture che faccio e cerco di aggiornarmi su questo argomento: la natura umana. Ebbene limitarsi a Rousseau è un grave errore ma anche considerare la natura umana come tendente ad una purezza che estromette il male (rinunci a Satana?). Tutta la letteratura di derivazione junghiana parte dal presupposto della necessità di riconoscere il male dentro di noi (l'ombra), così come l'esistenzialismo (L'inferno sono gli altri). Rispetto agli esempi che ho riferito, non si tratta di caoticità e neppure di dissacrazione ma l' esemplificazione di quanti modi e quanti obiettivi e quante forme può indossare la scissione bene/male. È anche possibile che detta scissione non sia il frutto delle religioni ma dipenda dalla struttura del nostro cervello.
Ti sei meritato quasi un sermone per risposta; e dati i contenuti, penso che ne userò per aprire una discussione apposita.
Lanciarsi in una riflessione su bene, male, religioni, politica, per poi designificare tutto in nome della struttura cerebrale dell'uomo... non ha senso.
Quanto al pensiero junghiano dell'Ombra, esso si riferisce scientificamente al negativo e questo può essere sottoposto ai giudizi di bene e male. Ma di per sé la psicologia non entra in tal merito. Nell'opera di Jung bisogna distinguere l'oggetto di studio dai vari corredi contingenti e culturali, in specie dei destinatari e referenti dei suoi scritti.
Non c'è dubbio che la integrazione della nostra parte negativa è un còmpito che abbiamo vivendo — e che lo psicoterapeuta può favorire ma mai lo realizza al posto del paziente, perché la 'via del Sé' si percorre... da sé! — ma è lo stesso vivere che mostra un lato negativo proprio del mondo. La psicologia non è solo studio della psiche umana o solo di ciò dicibile precisamente "psiche" e mostra chiaramente che non bisogna mai pensare il negativo in noi quello maggiore. È evidente che le peggiori sciagure dipendono dal caso cattivo, mai dalle scelte della vita.
Tu poni in causa la dottrina cristiana senza queste accortezze. Bisogna assolutamente evitare di imputare all'umanità il male dello stesso mondo e capire che le rappresentazioni cristiane e in genere monoteiste del negativo si fondano sulla distinzione uomo/mondo, che è necessaria indipendentemente da una fede oppure religione. Quindi valutare seriamente il significato della figura di Satana — come pure della satanicità nella (non: della!...) figura del crocifisso — sarebbe per te e per tanti altri una lezione...
Psicologicamente e terapeuticamente ciò corrisponde ugualmente con una integrazione, a patto di considerare un Sé universale e un'Ombra che rappresenta uomo e mondo... evitando di fare ricadere sul nostro animo tutto il peso del peccato. Questo può indicare anche la mancanza di una situazione esterna a noi, di una circostanza mondana... Ed in tal senso il racconto della Caduta di Lucifero, della trasformazione angelo-demonio (è un dato biblico), rappresenta il vuoto che si può creare, che si crea negli eventi del mondo; e l'appello alla fede, l'Annuncio di Dio, indica la via per far fronte alla situazione. Verissimo che c'è l'altra Caduta, quella di Adamo, de "l'uomo" (che non significa davvero tutto l'uomo o tutti gli uomini, ma pur sempre un accadimento che coinvolge anche i non protagonisti, direttamente o indirettamente); un vuoto che un individuo o un gruppo possono creare, o meglio inventare, nella stessa umanità... ma questa possibilità-realtà accade solo per quell'altra circostanza, entro di essa. Nel racconto biblico si dice chiaramente di un uomo e una donna e un serpente che non avrebbero mai errato se non fosse nel frattempo accaduto qualcosa nel mondo. Non è mai la relazione della vita il problema originario. Difatti nella dottrina e Scrittura cristiana il Nemico di Dio non è il vivente, ma ciò che ha perduto la propria vita, che consisteva nell'essere tramite di Dio ("angelo"), poi decaduto a inizio di divisione ("diavolo")... E ciò si spiega così: non solo l'umanità, anche il mondo è stato da Dio creato libero. Nel mondo c'è un impulso libero: Dio crea cielo e terra ma si ritrova anche un abisso: perché gli stessi cieli e terra non sono determinazioni (anche la scienza fisica aiuta a capirlo, col Principio di Indeterminazione). Quindi dal caos l'ordine; e per questo l'incognita, non solo dell'animo umano ma della stessa materia dell'universo. Da qui, la possibilità di un negativo imprevisto, cui dare giudizio di essere il "male". Il negativo più grande e originario è fuori di noi; solo quello originale in noi.
N.B.
Il celebre parere di Jung espresso nel mezzo di una labirintica controversia scientifica e filosofica su necessità e libertà, causalità e non causalità:
Dio gioca a dadi con l'universo, solo non sappiamo con quali regole,
indicava chiaramente una direzione per gli studi psicologici e non solo... Ma tutta questa materia sfugge alla considerazione della psicologia del profondo e alla psicoanalisi, mentre se ne ritrova adatta quella della psicologia transpersonale e della psicosintesi, dato che si tratta di distinguere adeguatamente tra archetipo di Ombra e elemento archetipico di Persona... Comunque esemplari gli studi psicologici sul caos e l'ordine: il primo è originario, non il secondo.
P.S.
Tra i vari pesi attribuiti ingiustamente alla umanità, quello di essere stata responsabile, in una sua parte (la "borghesia"), della indigenza e povertà maggiormente diffuse; quello di aver impedito la manifestazione di Dio (gli ebrei accusati di aver ucciso Gesù di Nazareth, ma la Rivelazione accadde ugualmente proprio nel caso negativo ed ebreo non era solo Giuda anche lo stesso Gesù); quello di aver esagerato in esuberanza e di aver messo in difficoltà i deboli (i greci ne furono e ne sono accusati, dimenticando che il modo di tutti quanti essi di stare al mondo è necessario quanto quello opposto — non ho detto 'contrario', solo 'opposto'!)... In tutti questi casi si nota il prevalere di un incubo a discapito del senso di realtà.
Mauro Pastore