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Messaggi - PhyroSphera

#331
Citazione di: Jacopus il 27 Luglio 2024, 08:35:30 AMIl mio ragionare è condizionato dalle letture che faccio e cerco di aggiornarmi su questo argomento: la natura umana. Ebbene limitarsi a Rousseau è un grave errore ma anche considerare la natura umana come tendente ad una purezza che estromette il male (rinunci a Satana?). Tutta la letteratura di derivazione junghiana parte dal presupposto della necessità di riconoscere il male dentro di noi (l'ombra), così come l'esistenzialismo (L'inferno sono gli altri). Rispetto agli esempi che ho riferito, non si tratta di caoticità e neppure di dissacrazione ma l' esemplificazione di quanti modi e quanti obiettivi e quante forme può indossare la scissione bene/male. È anche possibile che detta scissione non sia il frutto delle religioni ma dipenda dalla struttura del nostro cervello.


Ti sei meritato quasi un sermone per risposta; e dati i contenuti, penso che ne userò per aprire una discussione apposita.

Lanciarsi in una riflessione su bene, male, religioni, politica, per poi designificare tutto in nome della struttura cerebrale dell'uomo... non ha senso.
Quanto al pensiero junghiano dell'Ombra, esso si riferisce scientificamente al negativo e questo può essere sottoposto ai giudizi di bene e male. Ma di per sé la psicologia non entra in tal merito. Nell'opera di Jung bisogna distinguere l'oggetto di studio dai vari corredi contingenti e culturali, in specie dei destinatari e referenti dei suoi scritti.
Non c'è dubbio che la integrazione della nostra parte negativa è un còmpito che abbiamo vivendo — e che lo psicoterapeuta può favorire ma mai lo realizza al posto del paziente, perché la 'via del Sé' si percorre... da sé! — ma è lo stesso vivere che mostra un lato negativo proprio del mondo. La psicologia non è solo studio della psiche umana o solo di ciò dicibile precisamente "psiche" e mostra chiaramente che non bisogna mai pensare il negativo in noi quello maggiore. È evidente che le peggiori sciagure dipendono dal caso cattivo, mai dalle scelte della vita.
Tu poni in causa la dottrina cristiana senza queste accortezze. Bisogna assolutamente evitare di imputare all'umanità il male dello stesso mondo e capire che le rappresentazioni cristiane e in genere monoteiste del negativo si fondano sulla distinzione uomo/mondo, che è necessaria indipendentemente da una fede oppure religione. Quindi valutare seriamente il significato della figura di Satana — come pure della satanicità nella (non: della!...) figura del crocifisso — sarebbe per te e per tanti altri una lezione... 
Psicologicamente e terapeuticamente ciò corrisponde ugualmente con una integrazione, a patto di considerare un Sé universale e un'Ombra che rappresenta uomo e mondo... evitando di fare ricadere sul nostro animo tutto il peso del peccato. Questo può indicare anche la mancanza di una situazione esterna a noi, di una circostanza mondana... Ed in tal senso il racconto della Caduta di Lucifero, della trasformazione angelo-demonio (è un dato biblico), rappresenta il vuoto che si può creare, che si crea negli eventi del mondo; e l'appello alla fede, l'Annuncio di Dio, indica la via per far fronte alla situazione. Verissimo che c'è l'altra Caduta, quella di Adamo, de "l'uomo" (che non significa davvero tutto l'uomo o tutti gli uomini, ma pur sempre un accadimento che coinvolge anche i non protagonisti, direttamente o indirettamente); un vuoto che un individuo o un gruppo possono creare, o meglio inventare, nella stessa umanità... ma questa possibilità-realtà accade solo per quell'altra circostanza, entro di essa. Nel racconto biblico si dice chiaramente di un uomo e una donna e un serpente che non avrebbero mai errato se non fosse nel frattempo accaduto qualcosa nel mondo. Non è mai la relazione della vita il problema originario. Difatti nella dottrina e Scrittura cristiana il Nemico di Dio non è il vivente, ma ciò che ha perduto la propria vita, che consisteva nell'essere tramite di Dio  ("angelo"), poi decaduto a inizio di divisione ("diavolo")... E ciò si spiega così: non solo l'umanità, anche il mondo è stato da Dio creato libero. Nel mondo c'è un impulso libero: Dio crea cielo e terra ma si ritrova anche un abisso: perché gli stessi cieli e terra non sono determinazioni (anche la scienza fisica aiuta a capirlo, col Principio di Indeterminazione). Quindi dal caos l'ordine; e per questo l'incognita, non solo dell'animo umano ma della stessa materia dell'universo. Da qui, la possibilità di un negativo imprevisto, cui dare giudizio di essere il "male". Il negativo più grande e originario è fuori di noi; solo quello originale in noi.

N.B.
Il celebre parere di Jung espresso nel mezzo di una labirintica controversia scientifica e filosofica su necessità e libertà, causalità e non causalità:
Dio gioca a dadi con l'universo, solo non sappiamo con quali regole
indicava chiaramente una direzione per gli studi psicologici e non solo... Ma tutta questa materia sfugge alla considerazione della psicologia del profondo e alla psicoanalisi, mentre se ne ritrova adatta quella della psicologia transpersonale e della psicosintesi, dato che si tratta di distinguere adeguatamente tra archetipo di Ombra e elemento archetipico di Persona... Comunque esemplari gli studi psicologici sul caos e l'ordine: il primo è originario, non il secondo.

P.S.
Tra i vari pesi attribuiti ingiustamente alla umanità, quello di essere stata responsabile, in una sua parte (la "borghesia"), della indigenza e povertà maggiormente diffuse; quello di aver impedito la manifestazione di Dio (gli ebrei accusati di aver ucciso Gesù di Nazareth, ma la Rivelazione accadde ugualmente proprio nel caso negativo ed ebreo non era solo Giuda anche lo stesso Gesù); quello di aver esagerato in esuberanza e di aver messo in difficoltà i deboli (i greci ne furono e ne sono accusati, dimenticando che il modo di tutti quanti essi di stare al mondo è necessario quanto quello opposto — non ho detto 'contrario', solo 'opposto'!)... In tutti questi casi si nota il prevalere di un incubo a discapito del senso di realtà.


Mauro Pastore
#332
Citazione di: InVerno il 24 Luglio 2024, 17:26:31 PMAllargare il discorso allo stalinismo non va a favore di chiarezza. Il regime nazista era ostile al cristianesimo esistente, non al cristianesimo che immaginavano sarebbe sbocciato terminata la loro opera "purificatrice"'(Un giorno arriveremo davanti a Dio e avremo il diritto di dirgli "signore, come puoi vedere siamo cambiati"). Buone parti del Mein Kampf sono scoppiazzate da Houston Chamberlain, che fornisce le basi del ribaltamento: Gesù non era un ebreo, ma ariano, venuto per condannare il materialismo ebraico e ristabilire la fede ariana, in questo Hitler è perfettamente felice di dirsi cristiano, del suo Cristo, probabilmente figlio di qualche legionario gallico. Il cristianesimo "mainstream" che invece era stato corrotto dall'ebraismo, prototipo del bolscevismo, era considerato alla stregua della polio. Su questo doppio binario si muove la relazione tra nazismo e cristianesimo, in un mondo materialistico governato da un falso credo, la missione di riportare la trascendenza in salsa ariano-pagana. E più spicciolamente riguardo anche allo stalinismo: per le nuove religioni il nemico primario sono sempre le vecchie.
Non è così che si valuta la religione, neppure il cristianesimo. Le opinioni sul personaggio storico Gesù di Nazareth ovvero Yeshua non fanno testo, né quelle degli sciocchi che frequentano le chiese, né degli illusi che pensano di dominarle.
La vera fede è un rapporto con l'Assoluto.

Mauro Pastore 
#333
Citazione di: Ipazia il 24 Luglio 2024, 15:13:24 PMTrovo sorprendente che i seguaci di un profeta che lasciò per testamento "il mio regno non è di questo mondo", si sentano offesi da la fatto che ci siano regimi politici che aborrono la teocrazia (memori di sfracelli millenari) e ricaccino il sanfedismo nell'ambito della coscienza individuale, preservando la cosa pubblica da diktat religiosi anche con legislazioni mirate ad evitare che ciò accada.
Le autentiche teocrazie cristiane non si fondano sul 'regno di questo mondo'.
Il confinamento della religione nell'àmbito privato fu del Secolo dei Lumi, non della Rivoluzione d'Ottobre in Russia. Le istanze positive di questo evento erano sindacali, l'attenzione era sul lavoro non sulle regole generali. Ma i poteri che prevalsero non avevano lo scopo di risolvere la questione operaia ma di costruire uno Stato totalitario ove comandasse la massa dei cittadini secondo la guida della materia. Una follia, perché senza valutare le disposizioni interiori non si può fare nessuna società, civiltà, politica.
L'appello della fede a Dio era una sveglia nel grande intontimento generale, non uno strumento alienante.

Mauro Pastore 
#334
Citazione di: PhyroSphera il 19 Luglio 2024, 11:46:00 AMHo apportato (ripetute volte) qualche miglioria al testo e al mio pensiero, soprattutto corretto un errore in una frase che faceva intendere il mio pensiero al rovescio.
Mi scuso per l'eventuale disagio.

Mauro Pastore
Citazione di: baylham il 21 Luglio 2024, 10:13:40 AMSarei curioso di conoscere la tua interpretazione spirituale della guerra di Troia e delle Crociate, per comprendere le altezze cui può arrivare lo spirito rispetto alla materia.

Dèi a parte, gli esseri umani non sono registratori di cassa e distributori automatici. La conseguenza della applicazione dell'economicismo all'eroismo genera mostri e non è questione di umorismo.

Mauro Pastore 
#335
Citazione di: Eutidemo il 13 Luglio 2024, 13:07:11 PM
Per poter esprimere un (sia pur sommario) parere al riguardo, secondo me, in primo luogo occorre necessariamente tenere presenti le principali disposizioni di legge che regolano la materia del diritto d'autore (senza addentrarsi troppo in dettaglio); mi rendo conto che la cosa possa risultare un po' noiosa, ma la ritengo indispensabile.
Ma sarò breve!
.
OGGETTO DEL DIRITTO
A)
L'art. 2575 del Codice Civile stabilisce che: "Formano oggetto del diritto di autore le opere dell'ingegno di carattere creativo, che appartengono alle scienze, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all'architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione".
B)
La Legge n. 633 del 22 aprile 1941, così come aggiornate ed attualizzata  dalla L. 30 dicembre 2023, n. 214, il cui art.1, dopo aver ricopiato "tel quel" l'art.2575 c.c., aggiunge: "Sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della Convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399, nonché le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell'autore."
***
Trattandosi di una disposizione alquanto criptica, i n.n. 8 e 9 del successivo art.2 precisano che sono compresi nella protezione:
8 )
"I programmi per elaboratore, in qualsiasi forma espressi purché originali quale risultato di creazione intellettuale dell'autore. Restano esclusi dalla tutela accordata dalla presente legge le idee e i principi che stanno alla base di qualsiasi elemento di un programma, compresi quelli alla base delle sue interfacce.  Il termine programma comprende anche il materiale preparatorio per la progettazione del programma stesso."
9)
"Le banche di dati di cui al secondo comma dell'articolo 1, intese come raccolte di opere, dati o altri elementi indipendenti sistematicamente o metodicamente disposti ed individualmente accessibili mediante mezzi elettronici o in altro modo. La tutela delle banche di dati non si estende al loro contenuto e lascia impregiudicati diritti esistenti su tale contenuto."
***
.
SOGGETTO DEL DIRITTO
L'art.7 della Legge n. 633 aggiornata, stabilisce che: "È considerato autore dell'opera collettiva chi organizza e dirige la creazione dell'opera stessa.
È considerato autore delle elaborazioni l'elaboratore, nei limiti del suo lavoro."
***
.
CONSIDERAZIONI ESEMPLIFICATIVE
Ora non c'è dubbio alcuno che una poesia sia un'opera dell'ingegno di carattere creativo; e che, nel realizzarla, ci si possa avvalere anche di supporti elettronici (come il correttore automatico) o di banche dati (come i rimari online).
Ma che succede se io, essendo colpita la mia fantasia poetica dal canto "concorde-discorde" dell'usignolo e dell'allodola,  stabilisco dei precisi parametri poetici, adeguandosi ai quali, l'I.A.  debba elaborare, su mio INPUT una confacente e conseguente poesia.
***
In tal caso, in tre secondi netti, ecco che l'I.A. mi "elabora" la seguente poesia (è tutto vero).
***
Ora, in base alla normativa sopra citata, in teoria, coautori della poesia "collettiva" dovremmo essere considerati:
- sia io, che ho stabilito i parametri per la creazione dell'opera stessa;
- sia l'elaboratore, nei limiti del suo lavoro.
***
Però l'"elaboratore elettronico", cioè l'I.A., almeno per il diritto attuale, non è considerato titolare giuridico di diritti; per cui non può essere assolutamente considerato titolare, neanche in parte, del diritto d'autore.
Tuttavia, onestamente, mi sembra un po' "azzardato" sostenere che quella poesia l'abbia scritta tutta io; e che, perciò, il diritto d'autore spetti tutto a me! ::)
***
Allora, forse si potrebbe sostenere che il diritto d'autore spetti in parte a me, ed in parte a chi ha creato il programma che ha sviluppato il testo.
Già, ma in quale percentuale?
***
Secondo me, finchè non verrà creata una specifica normativa per regolare casi come questo, la questione potrà essere risolta (per modo di dire) soltanto in Tribunale!
***
P.S.
La materia, qui da me trattata solo "esemplificativamente" ed in modo estremamente "semplicistico e sommario", meriterebbe senz'altro ulteriori e molto più seri  approfondimenti; che, però, al momento, non ho il tempo di affrontare!

Io non penso proprio che il risultato della IA non sia dovuto a inclusione o anche alterazione di frammenti o testi di autori reali non virtuali. Anzi, è del tutto ovvio che i programmatori hanno fatto riferimento a una certa esemplarità poetica, non artificiale, cioè serie di testi poetici variamente assunti e analizzati, e che dunque la macchina ha lavorato su quella. Se ci fosse una poeticità nel risultato della macchina essa sarebbe di qualcuno, restato purtroppo senza dovuto riconoscimento.

Mauro Pastore
#336
Citazione di: InVerno il 21 Luglio 2024, 19:46:39 PMOnestamente penso si sia capita poco la tesi che vuoi proporre .. non avendo letto Bonhoffer, in relazione a quanto scritto, direi solo che il nazismo ha dentro di sé, nei suoi anfratti più trascendentali, parti gnostiche ed ermetiche, la chiesa in questo si contrappone come tradizione universalistica. Gott mitt uns, ma non quello borghese che governa il mondo, quello è demiurgo, ma solamente quello accessibile attraverso la sofia nazista, mescola di paganesimo e cristianesimo. In questo modo si spiega l'ambivalenza nazista sul teismo, in parte perseguitato in parte aiutato, perché il mondo è già diviso e va ribaltato, per portare alla luce il vero Dio nascosto sotto le macerie della degenerazione etnica e sociale. Grave errore parlare di "regimi atei" contrapposti a etiche cristiane.
Il regime nazista era ostile al cristianesimo e pur adottando la svastica non comprendeva il paganesimo che pensava di aver assunto. Come ho cercato di spiegare, i capi nazisti non comprendevano la vera idea di nazione ed etnie tedesche. Il miscuglio di cristianesimo e paganesimo non era direttamente del potere nazista.
Se si vuol raccontare di regimi atei ed etiche cristiane nel Secolo XX, bisogna riconoscere una fondamentale divergenza o incompatibilità. È esistito pure un bolvescismo cristiano, ma anche nei suoi tempi migliori l'etica dello Stato sovietico finiva sempre con l'essere alternativa a quella cristiana. C'erano parentesi favorevoli, ma alla guida dello Stato c'era un principio ateo-materialista e i cristiani non potevano partecipare senza mettere da parte il loro principio teista e spiritualista. Non era come un semplice Stato laico, dove si poteva agire a prescindere. Quando le cose finirono proprio male, con Stalin e lo stalinismo, ci fu la persecuzione di fatto ai danni dei cristiani e di tutte le religioni. Mentre il Terrore durante la Rivoluzione francese lasciava in pace le coscienze, quello di Stalin considerava la coscienza religiosa una disposizione ostile al Regime. Non si trattava di processi ma di una contrarietà diretta: si riteneva la stessa preghiera una cospirazione contro le vere attività per lo Stato, tutte incentrate attorno alle disposizioni materiali e mondane; non si cercavano dimostrazioni ma si faceva conto di aver ricevuto sorta di aggressione. Così la menzogna si traduceva in esclusioni, fino alla ipocrisia finale di una grande opportunità... la morte in un campo di lavoro-sterminio. L'omicidio era attuato senza platealità, con fatiche e stenti.
Certo c'è anche l'intolleranza delle teocrazie e nessun uomo ha il diritto di sostituirsi a Dio e ordinare al prossimo di credere. Ma se si pretende dall'ateismo una guida completa allora il teismo ha la sua ragione di obiettare. Aggiungere qualcosa nella vita non può essere ridotto a opinione o indifferenza, se è la fede in Dio che si aggiunge.

Mauro Pastore 
#337
Citazione di: PhyroSphera il 21 Luglio 2024, 14:03:44 PMLa discussione non è ancora iniziata. Immaginavo il contrario. Provo ad accludere un prospetto storico-filosofico, che potrebbe esser definito alternativo o meglio non conformista.
Non ho trovato mai un singolo racconto soddisfacente dei fatti in questione. Questo mio potrà essere utile a qualcosa per chi volesse comprendere:


Il periodo nazista in Germania non fu un accadimento semplice, rappresentabile univocamente. Parallelamente ai crimini e alle complicità, c'erano altri eventi che già allora venivano confusi.
La nazionalità veniva scambiata per una definizione etnica precisa, la etnicità per un aspetto razziale determinato; e in mezzo a questo caos c'era tanta violenza. C'era pure una confusione religiosa, tra cristianesimo e paganesimo. Quest'ultimo coinvolge direttamente la natura, etnia e razza comprese, ma è votato alla molteplicità, e in quanto tale non porta a nessun razzismo o prepotenza etnica. Il cristianesimo è votato alla unicità ma nell'àmbito del soprannaturale, quindi non si basa su distinzioni etniche o razziali. Ugualmente gli altri monoteismi. In entrambi gli schieramenti religiosi, v'era però chi voleva scambiarsi di ruolo. Non è il sincretismo però ad essere colpevole di ciò, dato che non si tratta di scambiare ruoli per attuarlo ma di trovare compromessi. In realtà non è la religione che doveva e deve finire sul banco degli imputati; perfino la svastica era un simbolo che significava altro dai torti nazisti.
C'erano poi i contrasti politici: tra nazionalismo e generico internazionalismo, tra semplice socialismo e comunismo. C'era il nazionalsocialismo e appunto come si sa anche il nazismo, meno di un nazionalismo e diversamente che la semplice idea "nazi" (che meno di 'nazione' era). C'erano anche i nazistoidi, non proprio nazisti ma giudicati a volte ancora più pericolosi. C'era un contrasto culturale tra arianesimo e semitismo, che non va confuso col razzismo. Di questo contrasto se ne appropriarono proprio i nazisti, togliendo la possibilità di portare a compimento la contesa culturale pacificamente. Chi pensava a una Germania senza cultura semita, chi notava che un poco ne serviva, chi ne voleva di più... Chi era giudicato eccessivo nelle pretese poteva essere complice di prepotenze o invadenze etniche o finanche razziali... Hitler agiva nel nazionalsocialismo ma secondo alcune di tali prevaricazioni, assieme ai nazisti. Ciò molti lo ritennero una reazione contro un opposto abuso, un piano di dominio straniero.
Il quadro parrebbe piuttosto semplice, ma Hitler in realtà accusava assieme ad ebrei anche ariani e 'negri'. I primi di essere stati ed essere usurai e sfruttatori, non una comunità religiosa ma un circolo straniero e prepotente, i secondi (strano a sentirsi ma vero) gente senza volontà di vivere e di stare bene, gli ultimi ostinati a rimanere in una condizione subumana. Ciò veniva da lui accusato, cioè attribuito a una volontà, non a una fatale inferiorità; mentre gli stessi nazisti erano da lui stesso talvolta denotati come degli indegni, ignoranti, e presentati più o meno velatamente come delle punizioni viventi per un mondo che non meritava altro ma che poteva finire peggio... Chi, avendo un poco o abbastanza chiaro il pensiero di Hitler, lamentasse la sorte degli innocenti tra le categorie oggetto di avversione — non si riteneva che vi fossero solo innocenti — giungeva a questa conclusione: a 'parere' del "Führer" ci si sarebbe dovuti ribellare ai propri eguali o provare a fare qualcosa veramente di diverso.
Fu detto che il "Führer" cercava sostituti, capaci di alternative a tanta distruzione per il mondo (e per gli stessi tedeschi), che lo dispensassero dall'ingrato còmpito, e che non ne avesse trovati; che informato sui risultati degli esperimenti condotti in terre occupate dai nazisti per la costruzione della bomba atomica, ponesse un grande no ma lasciando agire per l'attuale "equilibrio del terrore atomico"; e che lui stesso lasciasse gli indizi per la cattura dei nazisti (lo dichiarò proprio uno di loro)...
Intuendo tutto questo gli osservatori più lucidi fecero seguire interrogativi di questo segno: non era forse questa immensa rabbia e pessimismo, in un posto di massimo potere, un delitto di superbia e invadenza da parte di Hitler stesso? Davvero non c'era altro da fare? Davvero non c'era nessuno che potesse agire senza indistinzioni e violenze? Molti negano che parte decisiva del mondo al tempo di Hitler fosse in un gigantesco delitto, ma non sono mancati quelli che lo hanno ritenuto. Si racconta pure che alcuni suoi attentatori avessero il dubbio che fatto fuori lui sarebbe finita peggio e che dunque in situazioni decisive tentennassero o lasciassero indizi per lasciargli una istintiva via di scampo.



Mauro Pastore
Il testo del mio resoconto era rimasto in certe parti solo abbozzato e l'ho completato.
Speriamo che adesso si passi a una discussione.

Mauro Pastore 
#338
La discussione non è ancora iniziata. Immaginavo il contrario. Provo ad accludere un prospetto storico-filosofico, che potrebbe esser definito alternativo o meglio non conformista.
Non ho trovato mai un singolo racconto soddisfacente dei fatti in questione. Questo mio potrà essere utile a qualcosa per chi volesse comprendere:


Il periodo nazista in Germania non fu un accadimento semplice, rappresentabile univocamente. Parallelamente ai crimini e alle complicità, c'erano altri eventi che già allora venivano confusi.
La nazionalità veniva scambiata per una definizione etnica precisa, la etnicità per un aspetto razziale determinato; e in mezzo a questo caos c'era tanta violenza. C'era pure una confusione religiosa, tra cristianesimo e paganesimo. Quest'ultimo coinvolge direttamente la natura, etnia e razza comprese, ma è votato alla molteplicità, e in quanto tale non porta a nessun razzismo o prepotenza etnica. Il cristianesimo è votato alla unicità ma nell'àmbito del soprannaturale, quindi non si basa su distinzioni etniche o razziali. Ugualmente gli altri monoteismi. In entrambi gli schieramenti religiosi, v'era però chi voleva scambiarsi di ruolo. Non è il sincretismo però ad essere colpevole di ciò, dato che non si tratta di scambiare ruoli per attuarlo ma di trovare compromessi. In realtà non è la religione che doveva e deve finire sul banco degli imputati; perfino la svastica era un simbolo che significava altro dai torti nazisti.
C'erano poi i contrasti politici: tra nazionalismo e generico internazionalismo, tra semplice socialismo e comunismo. C'era il nazionalsocialismo e appunto come si sa anche il nazismo, meno di un nazionalismo e diversamente che la semplice idea "nazi" (che meno di 'nazione' era). C'erano anche i nazistoidi, non proprio nazisti ma giudicati a volte ancora più pericolosi. C'era un contrasto culturale tra arianesimo e semitismo, che non va confuso col razzismo. Di questo contrasto se ne appropriarono proprio i nazisti, togliendo la possibilità di portare a compimento la contesa culturale pacificamente. Chi pensava a una Germania senza cultura semita, chi notava che un poco ne serviva, chi ne voleva di più... Chi era giudicato eccessivo nelle pretese poteva essere complice di prepotenze o invadenze etniche o finanche razziali... Hitler agiva nel nazionalsocialismo ma secondo alcune di tali prevaricazioni, assieme ai nazisti. Ciò molti lo ritennero una reazione contro un opposto abuso, un piano di dominio straniero.
Il quadro parrebbe piuttosto semplice, ma Hitler in realtà accusava assieme ad ebrei anche ariani e 'negri'. I primi di essere stati ed essere usurai e sfruttatori, non una comunità religiosa ma un circolo straniero e prepotente, i secondi (strano a sentirsi ma vero) gente senza volontà di vivere e di stare bene, gli ultimi ostinati a rimanere in una condizione subumana. Ciò veniva da lui accusato, cioè attribuito a una volontà, non a una fatale inferiorità; mentre gli stessi nazisti erano da lui stesso talvolta denotati come degli indegni, ignoranti, e presentati più o meno velatamente come delle punizioni viventi per un mondo che non meritava altro ma che poteva finire peggio... Chi, avendo un poco o abbastanza chiaro il pensiero di Hitler, lamentasse la sorte degli innocenti tra le categorie oggetto di avversione — non si riteneva che vi fossero solo innocenti — giungeva a questa conclusione: a 'parere' del "Führer" ci si sarebbe dovuti ribellare ai propri eguali o provare a fare qualcosa veramente di diverso.
Fu detto che il "Führer" cercava sostituti, capaci di alternative a tanta distruzione per il mondo (e per gli stessi tedeschi), che lo dispensassero dall'ingrato còmpito, e che non ne avesse trovati; che informato sui risultati degli esperimenti condotti in terre occupate dai nazisti per la costruzione della bomba atomica, ponesse un grande no ma lasciando agire per l'attuale "equilibrio del terrore atomico"; e che lui stesso lasciasse gli indizi per la cattura dei nazisti (lo dichiarò proprio uno di loro)...
Intuendo tutto questo gli osservatori più lucidi fecero seguire interrogativi di questo segno: non era forse questa immensa rabbia e pessimismo, in un posto di massimo potere, un delitto di superbia e invadenza da parte di Hitler stesso? Davvero non c'era altro da fare? Davvero non c'era nessuno che potesse agire senza indistinzioni e violenze? Molti negano che parte decisiva del mondo al tempo di Hitler fosse in un gigantesco delitto, ma non sono mancati quelli che lo hanno ritenuto. Si racconta pure che alcuni suoi attentatori avessero il dubbio che fatto fuori lui sarebbe finita peggio e che dunque in situazioni decisive tentennassero o lasciassero indizi per lasciargli una istintiva via di scampo.



Mauro Pastore
#339
Citazione di: Ipazia il 19 Luglio 2024, 14:06:06 PMCi sono previsioni e previsioni. Disonesto elencare solo quelle con minori contenuti di certezza, a fronte di fantamiliardi di previsioni tecnoscientifiche che mantengono le loro promesse, rendendo più facile la nostra esistenza. Nessuno scienziato degno di questo nome spergiurerebbe sui suoi calcoli astronomici, così  come nessuna scienza applicata produrrebbe macchine che non funzionano, spacciandole per funzionanti.

Altrettanto non può dirsi della religione.

E della sua ingiuria alla verità.
Vi si riconosce sùbito se si sa cosa vorreste ancora combinare. Mi si consenta un quadro completo del vostro restante schieramento, ed anche un po' di sfogo e un servizio a tutti coloro che non sono vissuti durante il conflitto tra Blocchi comunista e capitalista.


Devoti alle apparenze, scambiate la efficienza tecnica per la teoria scientifica, ignorando che non basta il dato scientifico per un buon programma tecnologico. Ignorate i veri saperi e la base di essi, che è nell'Assoluto ovvero Dio, quindi invertite tutti i rapporti: tra sapienza e scienza, tra sacro e profano. Invece di notare la funzione della religione di limitare il maligno e di non farlo prevalere, vi soffermate sui guai che pur sempre ci sono, distraendovi dai vostri, non volendo ammettere che siete in una condizione peggiore dei superstiziosi, dato che vi private dei necessari punti di riferimento.
Percepite ingiurie da chi vuole ampliare il proprio orizzonte di vita e di conoscenza ed usate la filosofia al rovescio, satanicamente, chiudendovi nel cerchio della materia e concentrandovi su dei rapporti materiali senza neppure considerarli per intero: così confondete veri sfruttatori e innocenti, perché vi basate su schemi esteriori che ignorate possono corrispondere non solo alla colpevolezza ma anche alla santità.

Insomma quando un ateo materialista desidera sostituirsi a chi non ha preclusioni sullo Spirito e su Dio, diventa politicamente catastrofico. Bisogna infatti pensare al mistero che è nell'universo, a una Alterità, se si vuole una chiave per la politica; e considerare l'Evento di questo Altro, nell'esistere non solo per essenza, se si vuole un presupposto per comprendere gli accadimenti.
Voi sembrate fare una critica agli idoli, invece criticare i difetti negli ambienti religiosi per introdurre degli idoli, facendone primeggiare sempre uno: l'immaginazione della realtà come un grande flusso di cui vi illudete di intuire un ordine, prigionieri di coincidenze... E infatti le vere scienze sociali vi smentiscono... Per questo siete interessati a subissarle con le vostre previsioni, soddisfatti della loro riuscita: senza capire che una riuscita può accadere anche per altri motivi e che la vera scienza è certificata dai sistemi teorici non previsionali. Quelli previsionali sono esterni e di altro ordine e ce ne sono di falsi.
In base a uno di questi falsi, vi siete illusi di aver imbroccato la via per il progresso; e invece il sistema così improntato dava luogo a un mostro peggiore di quello nazista. Quando i suoi tenutari si accorgevano che restavano i poveri, li giudicavano riottosi. Chi aveva un orizzonte mentale aperto, rischiava direttamente la fucilazione. Bisognava essere sporchi tutti uguali, sicché se uno aveva un rapporto più positivo con la polvere delle strade veniva indicato per certo privilegiato da "rieducare"... Si assommavano pregiudizi di massa... L'abitudine volontaria a vivere come formiche diventava un comando per tutti...
Ed è inutile che voi vi giustificate additando le cicale del neocapitalismo d'assalto: li avete messi voi al potere, per rovesciarli e tentare "il colpaccio", emarginando con le vostre trame pseudoculturali chi sapeva.

Anche nel Blocco Ovest e in particolare in Italia c'era tutto questo che ho descritto, agendo in società e politica; ed è inutile fare l'esempio di intellettuali comunisti illuminati, perché il mondo comunista, e soprattutto in Occidente, era sotto scacco da parte di masse di violenti e fraintenditori. Ci sono state anche le glorie del sistema comunista sovietico, il mondo russo ha avuto tanti meriti con il mondo; ma c'era anche Stalin e lo stalinismo, l'omologazione a moltitudini senza arte né parte, i campi di lavoro che erano anche di sterminio, anche per chi semplicemente aveva orientamento politico diverso, le requisizioni di cibo, le note fucilazioni ma pure eliminazioni diverse, non solo nell'URSS di Stalin.

Invece di riflettere sui fatti, c'è chi, come te, reitera errori e intolleranze... E ci sono in Occidente moltitudini di sconfitti, che volevano la dittatura comunista, a volte senza saper chi votare, che hanno sete di vendetta senza riconoscere i propri torti né gli innocenti, che vogliono sfasciare tutto senza riguardo per quanto di buono fatto, per esempio fingendo emancipazione sessuale e istituendo i ghetti sessuali, con le etichettature, con tanto di asportazioni spacciate per "transizioni"... Dal vostro ambiente in nome de "la materia" si raccoglie il peggio — è il caso di ricordarsi del patto Hitler-Stalin — e si cerca di affibbiargli pure il nome di scienza.


Mauro Pastore
#340
Citazione di: PhyroSphera il 19 Luglio 2024, 10:33:47 AMIl vostro problema è che non sapete capire la situazione in cui versano la maggior parte gli ambienti scientifici

Tanto per essere precisi, qua su manca una parola. Quindi: ...in cui versano la maggior parte degli ambienti...

Mauro Pastore 
#341
Ho apportato (ripetute volte) qualche miglioria al testo e al mio pensiero, soprattutto corretto un errore in una frase che faceva intendere il mio pensiero al rovescio.
Mi scuso per l'eventuale disagio.

Mauro Pastore
#342
Si fa un gran dire oggigiorno sulla necessità di affermare l'importanza della economia per la politica e non viceversa.
Ma tutto dipende dalle situazioni. Infatti in alcuni casi è necessaria la operazione opposta.

Una grande e anche determinante parte della cultura occidentale e occidentalizzata ha letto la storia umana dal punto di vista economico-politico a discapito di quello politico-economico.
Mi colpirono assai le interpretazioni della Guerra di Troia e delle Crociate.

Nel primo evento, a detta dei seducenti profanatori, "decisivi motivi economici", la supremazia dei traffici nel relativo tratto di mare. Un episodio tanto oscuro, leggendario, interpretato come fosse il risultato di un esperimento... Il freudiano pensando al "possesso frustrato della femmina" ci sarebbe solo andato vicino: la vicenda sentimentale di Elena era diversa e quindi anche quella di chi l'amò. Il marxista invece legge Omero cercando di curiosare, non tra i sogni di nudi greci e fascini orientali, ma "tra i movimenti dei denari", della roba, anche in tal caso smentito da Omero e dai suoi veri interpreti...
Ma al giorno d'oggi c'è la sopravvalutazione dell'archeologia a minacciare i ricordi o le memorie, con i registri dei ritrovamenti e ipotesi abbinate ai racconti, poi spacciate o anche credute per reali deduzioni storiche.

Per le Crociate è solo in un certo senso più semplice: si finge che l'antropologia, la psicologia e la sociologia non abbiano mostrato l'utilità o necessità pratica delle religioni per l'esistere (si badi: i simboli religiosi funzionano a volte diversamente, inversamente rispetto ai segni che li recano), che i religiosi manchino tutti ugualmente e sempre di minima ragione per le cose della vita, che se c'è un avvenimento interessante allora in esso sono determinanti ed esclusive le cause economiche, che non esiste al mondo questo caso: dovendo fare un'impresa religiosa politica e militare si può anche badare al lato materiale ed economico della questione senza esserne motivati.

Ma insomma non esistono solo i tonti che si distraggono dalla materia, anche quelli che vogliono ignorare lo spirito, a cominciare dalla energia e a finire proprio a Dio.


Mauro Pastore

#343
Citazione di: iano il 29 Giugno 2024, 22:46:22 PMBasterebbe questo per chiudere il discorso. Chiudere il discorso però significherebbe rinunciare ad analizzare ''l'ennesimo strano caso di chi ha un rapporto disturbato  con la  scienza'', non il primo, ma forse fra tutti il più singolare.
Nel forum possono reperirsi tutti i precedenti esempi, ma sarebbe un duro lavoro, a meno che qualcuno non ne abbia preso nota nel tempo.
Temo però che nessuno lo abbia fatto.
Non è degno di uno che si occupa di filosofia e di un vero cittadino porre in causa la patologia a fronte di un discorso che raccomanda la necessità di una critica ed ermeneutica filosofica per evitare illusioni e per utilizzare razionalmente la scienza. Io non ho raccomandato questo per ricevere provocazioni e tantomeno minacce.
Tu cerchi chi compone elenchi, ma le diagnosi sono sempre confutabili e vanno fatte quando vanno fatte e solo accogliendo le volontarie manifestazioni. Oltretutto sapete, voialtri, che dire diagnosi implica gnosi, non episteme?
Cominciate da questo per pensare il ruolo della filosofia con la scienza, invece di cavalcare gli abusi.


Mauro Pastore
#344
Citazione di: niko il 29 Giugno 2024, 18:11:54 PMMa ti rendi conto che tu scrivi che l'ottica e l'acustica non fanno parte della fisica, e ci aggiungi che una teoria scientifica non puo' contenere previsioni, e poi saremmo noi lo spettacolo penoso?

Ma scendi da quel trespolo...

In casi simili consiglierei di documentarsi prima di scrivere, ma nel tuo caso no, il consiglio e' solo di lasciar perdere, che non fa per te...

Il modello standard... lo spaziotempo e il modello standard  :D

Ma cominciate dai libri del liceo, anzi, da quelli delle medie... facebook vi ha fatto tutti scienziati, e senza neanche passare per wikipedia...


Dire fisica acustica non è dire acustica, dire fisica ottica non è dire ottica. Il vostro problema è che non sapete capire la situazione in cui versano la maggior parte gli ambienti scientifici, avete un atteggiamento acritico verso di essi che è un'offesa alla filosofia, e invece di confrontarvi con chi dissente da voi lo offendete, imitando la difesa dei dogmi religiosi fatta dai credenti.
Ripeto: siete un disastro.

Mauro Pastore 
#345
Citazione di: iano il 29 Giugno 2024, 15:31:27 PMSecondo me i preconcetti sono superabili, non evitabili, e li si supera acquisendone di nuovi.
Se riuscissimo a superare anche il preconcetto che abbiamo verso i preconcetti, potremmo riguardare l'insieme dei nostri saperi come la collezione dei nostri preconcetti.
Tutti i saperi sono superabili, ma la scienza è l'unico tipo di sapere che ha acquisito consapevolezza di ciò.

A cosa ci serve la coscienza?
A contemplare la verità una volta acquisitala?
O a fare previsioni in base ai nostri preconcetti scientifici e non?
Prima di dare una risposta considera che nulla è gratis a questo mondo, e che la coscienza ha un costo che deve risultare  sostenibile per poterci permettere di continuare ad usarla.
E in cosa può consistere questo vantaggio di ritorno se non nel riuscire a fare buone previsioni che riducano l'aleatorietà del procedere per tentativi ed errori?



 

La scienza non contiene nel proprio patrimonio culturale la nozione della sua superabilità. A rigor di regola dicendo semplicemente scienza, non si dice sapere.

Mauro Pastore