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Messaggi - viator

#3301
Salve Carlo. Tu pensi alla storia, io alla biologia. A me piace pensare che la radice penultima (l'ultima è quella fisica, della quale qui non mi occupo) della simbologia triplicistica possa collocarsi nella mitosi, cioè nel processo per il quale una cellula si riproduce dividendosi in due parti.

Stupefacente fenomeno che racchiude il significato della duplicità e della molteplicità generate dall'unicità. Esso quindi simboleggia e contiene l'unicità della cellula originaria, la duplicità di quelle generate, la triplicità di un processo che si realizza attraverso 3 cellule (la madre e le due figlie), infine apre la strada alla molteplicità generata dal continuo riprodursi del processo stesso.

Inoltre tale fenomeno instaura e contemporaneamente giustifica e risolve una delle contraddizioni fondamentali della filosofia : quella che riguarda l'essere in quanto vita ed il non essere in quanto morte.

Dimmi tu : ma la cellula che si divide originando due copie di sé, che sta facendo ? Si divide o si moltiplica ? Muore o sta rinascendo duplicata ? La sua individualità svanisce o si sposta all'interno delle nuove cellule ?
#3302
Salve Isfrael. Grazie della gradita e piacevole precisazione. Non sapendolo, ho usato il maschile poiché mi stavo rivolgendo a te come  bravo UTENTE.
#3303
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
27 Giugno 2018, 22:54:19 PM
Salve. Per Paul11 : Io la vedo semplice :L'evoluzione del mondo inanimato prima, di quello animato non umano poi, di quello umano ancora dopo e fino all'attualità (e non si capisce cosa dovrebbe cambiare in futuro, ci piaccia o ci dispiaccia) è consistita in una progressiva complicazione dei fattori dell'esistenza.

Il senso di tale andamento, sempre secondo me, è costituito dalla tendenza del mondo a riprodurre continuamente copie "di riserva" dei suoi aspetti un modo che se una parte di essi andasse persa, si potrebbe ricominciare da quello che rimane. Si chiama "istinto di sopravvivenza", in questo caso riferito all'intero esistente.

All'interno di una simile dinamica il singolo componente diventa sempre meno essenziale. Ciò vale ovviamente anche per le individualità umane.

Gli individui verranno sempre più utilizzati (dal mondo fisico, attraverso tutti i suoi meccanismi e tutte le sue componenti - delle quali fanno parte anche le società umane, il capitalismo, la globalizzazione etc:) per costruire super-organismi collettivi (hai presente certe società di insetti ?) che possiederanno una loro propria intelligenza e logica ULTRAINDIVIDUALI.

Naturalmente la cosa per noi ed oggi è quasi incomprensibile e sicuramente inaccettabile. Resta solo da augurarsi che io mi sbagli. Saluti.
#3304
Presentazione nuovi iscritti / Re:Mi presento
27 Giugno 2018, 22:37:26 PM
Maura !! Come sarebbe "grazie per aver accettato la mia iscrizione" ?? Grazie a te per esserci !!. Saluti affettuosi.
#3305
Salve. Per Isfrael : la tua non è un'ipotesi : è una diagnosi. Bravo !
#3306
Buonasera Sara. Penso tu sia molto giovane (non foss'altro che per galanteria, sono profondamente convinto tu sia giovane e sicuramente risplendente di candore giovanile).
In effetti anch'io da giovane trovavo un sacco di difettosità e di contraddizioni nel mondo.

Poi sono invecchiato. Ed ho capito il senso di ciò che allora mi diceva la mia ottima madre : "Ah, se gioventù sapesse !!.....Ah, se vecchiaia potesse!!".

Rifletti un momento con me. Facciamo che l'uomo trovi infine la panacea (si chiama così il mitico ed utopistico farmaco che guarisce tutte le malattie). Cosa succederebbe ? Avremmo vinto la morte ! (a dire il vero rimarrebbero gli incidenti). Ma che meraviglia, ma che paradiso su questa Terra ! A parte il fatto che l'uomo, sapendosi ormai immortale, si metterebbe a vivere alla giornata (quindi basta "progresso"), egli uomo ne combinerebbe anche di tutti i colori (anche per sfuggire alla noia che - alla lunga - assalirebbe qualsiasi immortale) con risultati assai dubbi per la reciproca convivenza (tra l'altro aumenterebbero a dismisura appunto gli incidenti mortali o lesivi del nostro fisico). Ma tutto ciò è niente : ovviamente l'uomo dovrebbe anche cessare di riprodursi, poiché sul nostro pianeta avremmo dei problemi a trovarci in 20, 200, 2000 miliardi di rompiballe, con una percentuale di vegliardi rincoglioniti costantemente crescente.

Facciamo poi che l'uomo riesca ad eliminare completamente la sofferenza dalla propria vita : Incredibile, fantastico, impossibile imma ginare di meglio ! Beh, tutto vero.....ma io credo solo per i primi due o tre giorni. Poi assisteremmo ad una inspiegabile diminuzione dell'empatia, della solidarietà, della cooperazione e dell'amore nei rapporti umani. Io non soffrirò più, quindi sarò libero di dedicarmi alla ricerca del piacere. Anche tutti gli altri non soffriranno più e faranno lo stesso, quindi io potrò disinteressarmi di loro al di là del piacere e dell'utilità che essi, ormai ridotti ad oggetti, potrebbero procurarmi.

Facciamo ancora che l'uomo riesca ad eliminare la povertà : dal nulla appaiono le risorse che permetteranno a tutti di vivere decentemente.
Purtroppo noi siamo fatti in modo strano. Chi non ha nulla vuole (giustamente) qualcosa, chi ha qualcosa vorrebbe (possibilmente) di più, chi ha molto vorrebbe (augurabilmente) di più. Quasi nessuno trova ingiusto l'avere ciò che ha e quasi tutti trovano di meritare più di quello che hanno. La pace nel mondo non aumenterebbe affatto poiché la felicità (la CONDIZIONE ESISTENZIALE) delle persone non ha nulla a che vedere con la quantità di risorse di cui dispone.

Facciamo infine che, per disposizione superiore alla quale l'uomo non può opporsi, nel mondo venga imposto l'egualitarismo. Tutti hanno ed avranno per sempre ciò che loro serve per vivere bene e nessuno potrà mai avere di più. Oh. finalmente una giusta soluzione ai problemi dell'umanità ! C'è solo un piccolo problema : l'egualitarismo sopprimerebbe ogni e qualsiasi impulso a migliorare la propria condizione, a cambiare ciò che ci circonda, eliminerebbe la speranza del meglio......in una parola genererebbe la morte della società in cui venisse applicato (vedi storia dell'ex URSS).

Noi siamo liberi di sognare e di fare ma quello che ci accoglie non è né il migliore né il peggiore dei mondi possibili : è solo l'unico mondo possibile.

Hai mai notato che nei luoghi del mondo in cui si muore più facilmente si nasce anche più facilmente?. Ma qual è la causa e qual è l'effetto di un simile andamento secondo te ? Si muore facile perché si nasce facile.... oppure viceversa ? Cordiali saluti.
#3307
Salve Carlo. Veramente impressionato da un simile viaggio nelle profondità della simbologia fideistica. Saluti.
#3308
Salve Webmaster. Sono stato invero superficiale. Grazie dell'attenzione e della raccomandazione. Buon lavoro
#3309
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Sul "sovranismo"
25 Giugno 2018, 22:50:35 PM
Salve. Quella europeistica è stata ed è tuttora (assai meno) una bella utopia. In concreto si trattava di generare un sovranismo europeo che riuscisse a sostituire i sovranismi nazionali. Il concetto di sovranismo affonda il proprio significato nella capacità culturale di una società di astrarre dalle proprie molteplici e variegate componenti per concepire ed accettare una dilatazione del particolare verso una generalità più ampia.

Il percorso di astrazione ha avuto ed ha, in chiave antropologica, il seguente andamento :

1 - io ed i miei bisogni-interessi.
2 - io, mia moglie, i nostri bisogni-interessi.
3 - io, mia moglie, i miei figli, i nostri.....
4 - io, mia moglie, i miei figli, i miei parenti, i nostri.....
5 - io, mia moglie, i miei figli, i miei parenti, i miei compari, i nostri.....
6 - io, mia moglie, i miei figli, i miei parenti, i miei compari, i miei paesani, i nostri.....
7 - io, mia moglie, i miei figli, i miei parenti, i miei compari, i miei paesani, chi parla la mia lingua, i nostri.....
8 - io, mia moglie, i miei figli, i miei parenti, i miei compari, i miei paesani, chi parla la mia lingua, la mia Patria, i nostri.....

i passi successivi appartengono in pratica al futuro. Naturalmente i diversi stadi ora descritti non riguardano purtroppo una sincronia cronologica mondiale relativa a tutte le società. Oggi troveremo nel mondo (Europa inclusa) esempi che arrivano alla fase 6, 7, oppure 8. Si chiama maturazione civile di una società.

Il grado di maturazione civile di una società è importantissimo perché genera maggiori o minori difficoltà nel proiettarsi verso l'ipotetico stadio 9 (la mia Patria CONTINENTALE) come si propone di fare l'Europa. Poi ci sono tanti altri aspetti da armonizzare, vedi l'economia, la cultura, la religione, la lingua.........

Purtroppo a tutto ciò si è aggiunto, in tempi relativamente recenti, un problema che rischia di far naufragare il tutto. Si chiama globalizzazione. Cioè una serie di fattori esterni (all'Europa) che non permettono più di concentrarsi su quelli interni.
Ovvio il ripiegamento tendenziale verso un "sovranismo" più ristretto rispetto a quello in cui ci si trovava in precedenza.

P.S.: secondo voi la società italiana dove si collocherebbe, all'interno della scala che ho esposto qui sopra ?
#3310
Salve. Per Socrate78 : quesito perfettamente azzeccato. C'è qualcuno che si dichiara essere interprete autorizzato della volontà divina e che proclama che saremo giudicati sulla base di ciò che abbiamo fatto, sottintendendo che condanna ed assoluzione saranno funzione della CORRENTE MORALE UMANA. Ennesima assurdità da parte di quasi tutte le RELIGIONI ORGANIZZATE, che svela quale sia il loro intento.....asservire il fedele agli scopi indiretti della morale di quella data religione.

Invece, ammessa l'esistenza di un Dio giudicante, dovrebbe essere proprio come dici tu. D'altra parte una simile deresponsabilizzazione, se ammessa, non potrebbe che far crollare qualsiasi costruzione religiosa, morale e sociale.

Facciamo così : è tutto come per l'astrologia. Chi vi crede è convinto che il nostro destino sia influenzato, se non addirittura predeterminato, dagli astri. Nel credere ciò si ha contemporaneamente ragione e torto.

Si ha ragione in quanto è indubitabile che noi si discenda e sia stati generati da ciò che ci ha preceduto, cioè il cosmo, e che tutte le nostre caratteristiche, inclusi i nostri minuti comportamente quotidiani, siano effetti di cause originarie prodottesi nel cosmo.

Si ha torto non appena noi si pretenda di conoscere o prevedere quale sia stata, qual è e quale sarà l'azione di tali cause.
Quindi la realtà dovrebbe essere la seguente : "Tutto è scritto negli astri, ma nessuno sarà mai grado di leggerlo".

Anche nei confronti di Dio (che io considero sinonimo di Mondo) quindi si dovrà dire che egli-esso ha tutto predisposto e tutto sa, ma che ce lo tiene celato. Egli-esso però ci ha fatto il dono della coscienza, ciòè di ciò che - da una parte - ci permette di regnare parzialmente sul mondo, mentre dall'altra ci fa responsabili delle conseguenza di ciò.

Noi quindi verremo giudicati da Dio circa le conseguenze degli atti che il nostro (parziale) potere sul mondo avrà generato.

Ed il Codice Morale supremo e divino secondo me contiene un solo articolo : "Nessuno sottragga o distrugga ciò che non sarà in grado di restituire o rigenerare". Si chiama Principio Naturale del Bene.
#3311
Salve Socrate78 : Parole pacate e del tutto (non saprei se definirle ragionevoli oppure ispirate), le tue.
Quando leggo certe esternazioni (e non mi sto riferendo alle tue) sono sempre combattuto tra il lasciar perdere, perché potrei infrangere l'incanto di certe anime, ed il replicare. Se decido di replicare però non lo faccio respingendo o ridicolizzando le tesi altrui, che in fondo considero degne o comunque giustificabili quanto le mie, ma ponendo dei quesiti.

Certi candori manichei, che sono quelli di chi si limita a spacciar per verità indubitabili ciò che non si sa chi l'abbia scritto e non si sa bene quando, provocano la mia reazione poiché non concepisco che si rinunci ad argomentare usando la propria testa.

Chiaro che nessuno è tenuto a rispondere ai quesiti che pongo, ma poiché questo di Logos è uno spazio aperto, trovo giusto che chiunque possa valutare sia le affermazioni che le perplessità di coloro che intervengono. A proposito della ragione, io sono un grandissimo scettico e penso che il concetto di verità sia una creazione esclusivamente umana, utile ed anzi psichicamente indispensabile per tenere a bada le nostre incertezze ed ignoranze, nonché per realizzare  le nostre speranze. Quello di "verità" è concetto fideistico, mentre quello di "dubbio" è razionalistico. Tu mi dici che potrei sbagliarmi. Ma come faccio a sbagliarmi, se dubito sempre di tutto ?

Potresti obiettare che il vivere dubitando renda arida la vita e possa far morire da disperati.

Io per ora vivo serenamente cercando di non nuocere a nessuno, confortato - alla radice del mio atteggiamento dubitativo che è puramente MENTALE ed INTELLETTUALE - dalla convinzione di essere stato generato da qualcosa di immensamente più grande di me che - a tempo debito - si riapproprierà di me cancellando ogni mia vana speranza, illusione, presunzione, vanità e donandomi la felicità, la quale consiste non nell'esaudimento di ogni nostro bisogno e desiderio, ma nel suo perfetto equivalente, cioè  appunto nella cancellazione di bisogni e desideri. Si chiama morte, cioè la suprema forma di democrazia esistenziale.
#3312
Salve Giogio. Scusa, io non voglio fare il dissacratore, ma visto (anche se non l'hai esplicitamente ammesso) che sembra che Dio possieda l'attributo dell'assolutezza (L'Assoluto è quel concetto che include in sè TUTTO), come farebbe ad includere in sè anche il Male ed il Diavolo?
E poi : come mai i miracoli rappresentano un dono di Dio mentre le disgrazie no?
E a proposito del miracolo della creazione, come mai in essa sono presenti i fiori accanto allo sterco, il piacere ed il benessere accanto al dolore ed alla disperazione, come mai è stata fatta per la nostra salute e ci prendiamo il raffreddore ed il cancro, come mai ci permette di comunicare e di prenderci a coltellate...................questi si chiamano forse misteri della fede ??
Scommetto che tu sei convinto che tutto il bene è opera di Dio, tutto il male è opera dell'Uomo o del Diavolo. Ma allora l'Uomo sarebbe l'alleato del Diavolo !!
Secondo me il tuo problema è che leggi troppo e che ragioni troppo poco. Saluti comunque benevoli.
#3313
Tematiche Filosofiche / Re:Se il presente non esiste
23 Giugno 2018, 00:12:47 AM
Salve Eutidemo. SPIRITO E VOLONTA': Sacrosante osservazioni le tue, che non ho valutato a tempo debito. Certo la questione è spinosissima. Ogni qualsiasi attributo che noi vogliamo citare viene da noi usato come se dovesse venir incluso in un certo preciso ed incontrovertilbile ambito, mentre la realtà non è quella.
Noi siamo costretti a ragionare per concetti delimitati, dotati di confini, oltre i quali quella cosa diventa per forza un'altra, Ciò perchè la nostra mente è limitata ed i nostri sensi deformanti.
Impossibili stabilire i confini della volitività. Del volere connesso alla esatta percezione di un effetto e scopo del volere stesso.
Quindi occorre trovare un'altra definizione per "SPIRITO". Facciamo così : prima, se vorrai, leggiti la mia definizione e "descrizione" di "ANIMA", poi torneremo sull'argomento.
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I miei interventi sull'anima potrai trovarli sempre qui in FILOSOFIA nel discussione ANIMA, SPIRITO, MENTE da me aperta nel Dicembre 2017, e qualcosa d'altro lo troverai in SPIRITUALITA' - INFUSIONE DELL'ANIMA di Aprile 2018.

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"spiriti dei defunti" e "fantasmi": distinzione dovuta al fatto che alcuni affermano di aver visto comparire presso di sè l'immagine o fantasma di persona vivente che in quel momento stava da tutt'altra parte (teleologia spiritistica).

"materia dal punto di vista noumenico": certamente può essere come dici. Ma ciò - mi sembra - implica una concezione solipsistica che non rappresenta il punto di vista della mia trattazione, anche se considero il solipsismo una ipotesi degna quanto ogni altra.

"superiorità": io ho detto che tale termine può essere impiegato, non che deve essere impiegato. Ovvio che il termine sia rigorosamente relativo e vada inteso come sempre riferito ad una direzione (alto/basso/più evoluto/meno evoluto etc.) rispetto alla quale intendiamo muoverci.

"importanza": vedi, se io dicessi "respirare è più importante che costruire le piramidi" io avrei stabilito una relazione impropria tra concetti troppo diversi ?
Vedi tu. Resta il fatto che l'affermazione è indubitabilmente vera poichè è impossibile costruire le piramidi senza respirare mentre è tranquillamente possibile respirare senza costruire alcuna piramide. In questo caso l'importanza è ben riconoscibile poichè uno dei termini (il respirare) fa parte delle necessità e non delle facoltà. Se invece dobbiamo decidere solo tra facoltà diverse, allora certo tutto diventa relativo ed opinabile.

Anch'io credo di possedere una visione del mondo piuttosto unitaria. Ciò nonostante mi trovo costretto a sottostare al dualismo incarnato da una parte dal mondo, e dall'altra dalla mia visione di esso. Stammi bene.
#3314
Tematiche Filosofiche / Re:Se il presente non esiste
22 Giugno 2018, 23:02:35 PM
Salve. Per Sgiombo. "In assenza di forze è in moto rettilineo uniforme". L'energia si trasmette sempre per moto rettilineo (tranne che per la presenza di effetti relativistici) ed UNIFORME, ma non solo. Essa non può proprio fermarsi sinchè attraversa uno spazio libero da materia. E lo fa sempre alla stessa velocità. L'inerzia è l'energia POTENZIALE posseduta da un CORPO MATERIALE in movimento ed è proporzionale alla sua MASSA. Salutoni.
#3315
Salve Sgiombo. Farò un ultimo sforzo chiarificatorio.

"Se l'energia non fosse immateriale - ad esempio - non potrebbe propagarsi alla velocità della luce".
Dove sarebbe la mia svista?
Le tue parole inequivocabilmente negano che qualcosa di materiale (ovvero: qualcose che non sia immateriale) possa propagarsi alla velocità della luce, al che ho obiettato che casomai qualcosa di materiale non potrebbe propagarsi a velocità infinita, ma alla velocità della luce può benissimo farlo".

La tua svista (o convinzione secondo me errata) consiste nel sostenere che un ente materiale possa muoversi alla velocità della luce. Un ente materiale, possedendo una massa, non può raggiungere la velocità della luce perchè l'energia occorrente ad accelerarlo fino a tale velocità aumenta costantemente al crescere della velocità dell' "oggetto" sino a diventare INFINITA. E' come per lo zero assoluto, infinitamente avvicinabile ma mai raggiungibile. Comunque ciò risulta da qualsiasi testo o voce che tratti della "velocità della luce".


"Quella che chiami "SOSTANZA" non é che la materia, la quale può presentarsi o come massa o come energia"
Io chiamo SOSTANZA la coppia di dimensioni fisiche che la scienza ufficiale chiama rispettivamente e separatamente materia ed energia. Concordo sul fatto che materia ed energia siano reciprocamente convertibili e che la quantità totale di SOSTANZA resti invariata all'interno del mondo.

Se tu preferisci chiamare sostanza la sola materia oppure non vuoi attribuire un nome, una defizione all'insieme delle due dimensioni che, secondo me - visto che rappresentano le due facce della medesima medaglia - rappresentano l'UNICITA' fondamentale.........OK, prendo atto.


Il mondo fisico non é (di fatto) privo della "presenza umana" ma invece la comprende
Non capisco la tua precisazione. Nellla prima ipotesi ho considerato lo stato di un mondo prima dell'arrivo dell'uomo o dopo la sua scomparsa, nel secondo caso ho parlato dell'attualità del mondo , la quale include ovviamente anche noi umani


"Secondo il II° principio della termodinamica l' entropia é una grandezza fisica che tende a............"
L'esistenza dell'entropia genera la contraddizione (esclusivamente logica e filosofica) fondamentale circa l'essere del mondo. L'entropia è quell'andamento delle cose (cioè la modalità di funzionamento del mondo fisico) che fa in modo che l'energia tenda a distribuirsi da dove ce nè di più verso dove ce n'è di meno.
Quindi consiste nella tendenza al raggiungimento dell'equilibrio energetico e termico che si realizzarebbe una volta che - infine - dappertutto fosse presente la stessa quantità di energia (cioè la medesima temperatura). Il guaio sarebbe che, raggiunta tale condizione, non ci sarebbe più energia che si sposta e cesserebbero le trasmutazioni tra materia ed energia. Nulla più potrebbe accadere e quindi assisteremmo alla morte del mondo fisico (credo proprio anche di quello "formale", cioè astratto e spirituale !). Tale tendenza però si realizza attraverso i fenomeni fisici che intanto fanno "vivere" il mondo. Perciò l'entropia lavora facendo esistere l'opposto di ciò a cui tende. L'entropia realizza la continua diversificazione dei contenuti del mondo (vita del mondo) che si oppone nei fatti alla tendenziale uniformità di essi (morte del mondo).


Non vedo in che senso le accelerazioni possano essere considerate conversioni reciproche fra spazio e tempo.
Mai affermato da parte mia  : ho solo detto "Andando più veloci si può "accorciare lo spazio" impiegando meno tempo, no?". Tale considerazione riguarda unicamente la velocità momentanea che si sta tenendo, non il fatto che possa occorrere una accelerazione per raggiungerla.



Anche gli animali comparsi prima dell' uomo osservano
Benvenuti gli animali, allora. Se osservano allo stesso modo dell'uomo, applicheremo democraticamente ad essi le considerazioni fatte per l'uomo, altrimenti lasciamoli perdere.



Il tempo scorre in natura (=la natura diviene) anche senza alcuna osservazione (umana in particolare)
Guarda che non è l'osservazione umana a far si che il tempo esista fuori di noi mentre osserviamo. Secondo te, mi sembra, il tempo è una dimensione oggettiva e fisica. Secondo me è una modalità di percezione psichica. Quello che tu chiami scorrere del tempo (locuzione perfettamente sensata in via interlocutoria) io lo chiamo "sequenza degli eventi", cioè "svolgersi dell'essere" cioè "inarrestabile concatenazione di cause ed effetti". Quindi l'uomo osservatore non sta guardando il tempo (che è solo in lui) ma gli eventi.


(lo spazio é costituito dall' insieme di tre dimensioni; secondo alcune teorie che personalmente non condivido da di più di tre).

Lo spazio, ripeto, secondo me è solo la modalità psichica con cui noi percepiamo l'esistenza della materia, e non possiede "sottodimensioni". Le tre (od "n") dimensioni con le quali noi ci trastulliamo hanno un significato geometrico e non fisico. Fanno quindi parte delle convenzioni presenti nel linguaggio matematico-geometrico (assieme ai concetti di retta, semiretta, striscie di Moebius etc., le quali sono anch'esse solo nostre creazioni mentali).

Chiudo augurandoti qualcosa che credo prezioso nelle giornate attuali : tanto fresco. Salutoni.