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Messaggi - Jacopus

#3301
Tematiche Spirituali / Re:Mi bolle l'inferno!
02 Gennaio 2017, 20:28:57 PM
Caro Sari, te la sei cercata! "L'inferno sono gli altri", J.P. Sartre.
#3302
Un argomento complesso. Senza dubbio. Per semplificare (si fa per dire), si può usare il binomio escluso/incluso. Chi commette un reato si pone convenzionalmente al di fuori, è escluso...Spesso questa esclusione opera sulle parti meno forti e più estranee della società. La definizione di reato, che cambia nei tempi e nelle società, è una normalizzazione. Molte società primitive comminavano la pena dell'esilio e in Grecia vigeva ad esempio l'Ostrakon. Nel medioevo si sono inventati pene più pittoresche ma in ogni caso la divisione era netta. I buoni e i cattivi erano separati, spesso per sempre, e ai buoni non veniva chiesta pietà o "portare la croce" come dice CVC.
Portare la croce è un richiamo interessante. Gesù fu crocifisso insieme a due ladroni. Era a tutti gli effetti un delinquente, e fu condannato dal potere temporale di allora. E' stato Gesù il capostipite di tutta questa confusione moderna insieme ad una sua sorella maggiore, una certa Antigone.
Gesù con il suo sacrificio dichiara di essere fuori dalla legge e nel suo insegnamento c'è spesso la tensione universalistica a riaccogliere gli ultimi, gli stranieri, si menzionano anche i nemici e i carcerati. La colpa viene diffusa su tutti e in una dimensione storicizzata. Questa è un tema particolarmente rivoluzionario del cristianesimo che, volenti o nolenti, condiziona ancora oggi le nostre società europee. Un tema contro cui si è scagliato vivacemente Nietzsche.
L'evoluzione storica verso la confusione dei ruoli (chi delinque e come) ha fatto il resto. Una parte importante l'ha avuta ovviamente il marxismo, che ha indicato nel sistema capitalistico il massimo dei delinquenti. Ma il positivismo non è da meno, anche se da una angolazione diversa. Nasce proprio da Lombroso (che era un medico, come Freud) l'intento di considerare il delinquente un soggetto clinico, e sulle sue orme si sviluppa un imponente processo teso a curare e riabilitare il delinquente, e i pazienti non sono più i "cattivi". Non esente da questa modifica anche il capitalismo che vuole regolare e classificare, far rientrare il mondo in una gabbia d'acciaio, dove ognuno abbia un proprio ruolo e dove il delinquente possa essere "sfruttato" in modo mercantile, piuttosto che escludendolo o peggio ancora "giustiziandolo".
Si sviluppano ad ogni modo anche le analisi che confermano come sistemi penali più rigidi incrementino la delinquenza piuttosto che contenerla e questo aumenta ancor più quel vago senso di colpa di cui parla CVC.
A mio modestissimo parere dividere il mondo in buoni e cattivi fa sempre male al mondo, perchè ognuno di noi è collegato agli altri. Tutti noi siamo storia individuale ma anche storia collettiva e sociale. Faccio un esempio di illegalità minore. In alcuni quartieri si parcheggia in doppia fila...il deviante è l'automobilista o lo speculatore edilizio che non ha fatto parcheggi sufficienti? E' l'automobilista o l'azienda di trasporto pubblico che per svariati "oscuri" motivi non offre un servizio dignitoso? E' l'automobilista o l'assenza di un servizio di vigilanza, poichè il personale per clientelismo, lassismo e nepotismo è imboscato negli uffici? E' l'automobilista o un processo culturale di indottrinamento secondo il quale possedere un automobile è il lasciapassare verso la società degli eletti? Però è anche l'automobilista, perchè avrebbe potuto parcheggiare più avanti e farsi un chilometro di strada a piedi.
D'altro canto lo speculatore edilizio ha tutto l'interesse a concentrare l'attenzione sull'automobilista, poichè così non si vede la tangente che ha pagato all'amministratore pubblico per poter costruire sopra un parcheggio ben poco redditizio un altro condominio.
Su tutto ciò non sono neppure d'accordo con Baylham. Lo stato di diritto è un artificio ma un artificio che ci può difendere dalla violenza del potere. Laddove la giustizia viene considerata qualcosa di diverso dalla legge costituita fioriscono gli stati autoritari in meno che non si dica. Come forse qualcuno saprà, in Germania all'epoca del nazismo, vigeva il Volksrecht, ovvero dei principi vaghi di patria, sangue e razza che potevano giustificare qualsiasi nefandezza e sovrastare ogni norma positiva.
La risposta finale al quesito di CVC è quindi che sì, effettivamente dobbiamo portare questa croce e che questa croce è un ottimo antidoto a tutte le teorizzazioni amico/nemico che di solito si collegano a notevoli spargimenti di sangue. Però, in quanto ancora (ancora?) figli del positivismo possiamo sperare di migliorare le cose, consapevoli del gran guazzabuglio che coesiste nel cuore di ogni uomo e di ogni società.
#3303
Tematiche Filosofiche / Re:pensieri sull'inconscio
27 Dicembre 2016, 14:09:01 PM
Si rischia l'ot ma preciso sinteticamente che almeno nei disturbi psichiatrici una terapia farmacologica dovrebbe/potrebbe essere parallela ad una psicoterapia: l'una cosa non esclude l'altra e nei disturbi seri la duplicita' dell'intervento e' quello che cura meglio. Sulla prevalenza dell'intervento farmacologico incidono molte cause. Nei servizi pubblici e' determinante la diversita' del tempo necessario ad una psicoterapia individuale rispetto al tempo necessario per prescrivere un farmaco. Inoltre la psicoterapia presuppone una attivita' di supervisione e una formazione continua, per limitare gli effetti negativi dovuti dall'assorbimento del dolore altrui e quindi una maggiore complessita' organizzativa. L'erogazione di medicine non pone ovviamente allo stesso livello di esposizione allo stress.
#3304
Tematiche Filosofiche / Re:pensieri sull'inconscio
26 Dicembre 2016, 18:53:11 PM
@flarenight: Non capisco la sua obiezione/distinzione fascismo-nazismo. Il mio intervento era solo per evidenziare come alcune correnti influenzate dalla psicoanalisi si sono interessate di fenomeni sociali in modo critico. Tra l'altro gli studi di Reich parlavano di fascismo in senso generico, includendo in esso anche il nazismo (che tra l'altro era al centro della sua attenzione, essendo di cultura tedesca).
Se la cosa la può consolare le consiglio di leggere, se non lo conosce, Alice Miller, una psicoanalista eretica, che accomuna Hitler, Caesescu e Stalin, come persone autoritarie (2 a 1 per i sinistroidi). Il libro si intitola "La persecuzione del bambino". Non conosco studi di psicologia sociale sui sinistroidi e sui centri sociali.

La differenza fra "presenza" e "associazione" in merito al collegamento paranoia e depressione non l'ho capito. Quello che volevo dire è che un disturbo depressivo importante può trasformarsi in un disturbo paranoico più o meno grave e coesistere con ulteriori episodi di depressione. In sostanza i due disturbi possono coesistere e conosco direttamente episodi di passaggio/coesistenza da depressione a paranoia mentre non sono a conoscenza diretta di episodi di passaggio/coesistenza da paranoia a depressione. Senza entrare nel dettaglio i due disturbi sono comunque molto diversi, mentre nella paranoia c'è un delirio che modifica la percezione della realtà, nella depressione si conserva la percezione della realtà ma viene svuotata di ogni valore fino a far sentire il depresso fuori dalla vita stessa. Se la depressione persiste fino a minacciare la vita stessa, la persona ha alcune alternative a disposizione ed una è la difesa proiettiva paranoica che sposta su qualcuno/qualcosa il proprio disagio e può così attivarsi e reagire.
#3305
Attualità / Re:BARRIERE ANTI-CAMION IN TUTTA MILANO.
26 Dicembre 2016, 10:08:23 AM
La questione può essere riassunta in questi termini. La globalizzazione, iniziata cinque secoli fa, ha creato il diritto al libero scambio delle merci. Le merci non riconoscono più i confini. Anzi per molti secoli la globalizzazione ha significato la rapina delle materie prime e degli uomini da un luogo (terzo mondo) verso un altro (primo mondo).
Lo sviluppo tecnologico, causato anche da quella liberalizzazione dei commerci e delle merci ha creato le premesse dell'esplosione demografica. Sono le stesse condizioni che mi permettono di vivere in una casa riscaldata e perdere tempo davanti ad un computer, ad aver favorito la crescita demografica e il conseguente flusso di migranti prima in un senso e ora nel senso inverso.
Surrealisticamente si potrebbe dire che i migranti non rispettano il loro status di merce. Invece di restare accatastati in un magazzino in attesa di essere sfruttati si muovono, girano, cercano occasioni per migliorare la propria vita, sporcano, soffrono, fanno reati e atti terroristici. E non siamo tanto distanti da questo ritratto surreale, considerata la differenza delirante che le normative puntualizzano fra rifugiato politico e rifugiato economico.
Se questa società fosse coerente, dovrebbe trattare questi migranti come si tratta il surplus produttivo, attraverso i saldi e la distruzione finale della merce. Questa coerenza però produrrebbe una ancora maggiore conflittualità a meno che non si voglia perseguire la "pax romana", ovvero lo sterminio totale, riservandosi una certa quantità per i lavori umili e sottopagati, quelli che insomma fanno girare l'economia (un po' come gli stucke, i pezzi: così venivano chiamati gli ebrei nei lager).
Ipocritamente concediamo pertanto a tanti disperati le briciole del nostro lauto pranzo, tra l'altro pubblicizzandolo e facendo passare il messaggio che tutti possono pasteggiare, se se lo meritano (ma forse non se lo meritano, poichè appartengono a razze inferiori). E questa ipocrisia la utilizziamo per sentirci buoni e rappresentare gli altri come degli irriconoscenti, dei villani fino alla chicca finale: i nostri futuri persecutori.
In questo quadro non esistono ricette sicure. Non esiste neppure il mito dell'accoglienza per tutti. La necessità di un confine per preservare la propria identità non è un pensiero autoritario o proto-fascista, è un'esigenza di tutti i sistemi per non collassare.
Si tratta di un problema complesso che va affrontato con strumenti complessi, rispetto, piccole azioni quotidiane, redistribuzione più equa della ricchezza. E questo può accadere se il ceto medio occidentale si allea con i migranti, poichè il suo destino è connesso a quello dei migranti. Siamo noi, ceto medio occidentale, e i nostri figli, ad essere destinati a diventare ceto migrante del futuro se non si inizia a scalfire il potere assoluto di una minoranza globalizzata e extrastatuale della popolazione mondiale che detiene gran parte della ricchezza.
#3306
Tematiche Filosofiche / Re:pensieri sull'inconscio
25 Dicembre 2016, 23:53:57 PM
Il primo argomento di Davintro è molto intrigante e non escludo che sia già stato esplicitato in letteratura. Direi che attraverso il discorso dell'inconscio si tocca uno dei temi fondamentali della psicoanalisi, se non il tema per eccellenza. Ed è molto vera anche la disamina che viene fornita. E' come se Freud si accapigliasse con sè stesso: con la ricerca psicoanalitica tende a far riemergere l'inconscio, ma se fa riemergere l'inconscio la teoria psicoanalitica non ha più senso di esistere.
Freud in ciò può essere rappresentato come una ruota dentata di congiunzione fra il pensiero positivista e quello successivo che perde fiducia nelle "magnifiche sorti e progressive". Da una parte quindi l'agire verso la scoperta di quanto è sconosciuto, dall'altra l'eterno amletico ritorno a qualcosa che non può mai essere del tutto scoperto...
Freud rimette in campo con l'inconscio l'ambivalenza dell'agire umano ma lo ricolloca in un campo più vicino al sapere ufficiale. Non è più relegato alle opere d'arte, alla tragedia greca, ma diventa un tema del dibattito scientifico e per un quarantennio, dal 1930 al 1970, con una voce piuttosto autorevole. Ora il vento è mutato e le neuroscienze sono la nuova illusione di massa.
Le critiche alla psicoanalisi presenti anche in questo topic mi fanno pensare che derivi da una scarsa conoscenza della stessa. Che non abbia mai curato nessuno lo escludo. Vi sono una infinità di testi che raccontano di guarigioni a seguito del trattamento psicoanalitico e le guarigioni sono state descritte in primis proprio da Freud. La psicoanalisi inoltre è fondata su protocolli serissimi e gli eventuali ciarlatani (che esistono) vengono comunque defenestrati in fretta.
Che la psicoanalisi sia un modo per confondere le acque rispetto alle vere cause "sociali" del disagio psichico è vero solo in parte. Freud non ha mai voluto approfondire questa tematica, ma il suo approccio alla sua disciplina è stato comunque sempre "scientifico", nel senso che incoraggiava a migliorare la sua disciplina, a non credere di aver afferrato una volta per tutte la "verità", ed infatti dalla psicoanalisi sono partite molte altre correnti, alcune delle quali hanno anche interpretato il fascismo (Reich) o la personalità autoritaria in chiave psicoanalitica (Adorno-Horkheimer). Attualmente la psicoanalisi è ben diversa da quella freudiana, anche perché la società è diversa. All'epoca di Freud la società era organizzata in senso autoritario, il senso di colpa schiacciava i figli fino a farli sentire degli scarafaggi e quindi il disturbo tipico era la depressione e la paranoia (che infatti spesso clinicamente sono associate). Attualmente la società è organizzata per il consumo, il senso di colpa viene ridicolizzato e i figli sono idolatrati, il disturbo tipico in questo contesto diventa il narcisismo, con relativo passaggio in secondo piano del complesso di Edipo, che fondava la psicoanalisi classica.
Sulla natura epistemologica della psicoanalisi credo che bisogna accettarne la sua natura centaurica, non è scienza fondata sulle analisi del sangue ma non è neppure alchimia (anche se Jung qualcosa in merito ha scritto). Vi sono delle tracce che ne fondano la necessità. Altrimenti ditemi qual'è la funzione organica dei sogni, e non ditemi che non servono a nulla, perché l'organismo non fa nulla per nulla. Un altro argomento a favore dell'esistenza della psicoanalisi si trae proprio dai recenti studi genetici, visto che l'epigenetica ci informa di come alcune parti del DNA siano sensibili all'ambiente non nel corso dei secoli ma anche nel corso dell'ontogenesi di un singolo individuo. Questo per sottolineare l'importanza dei traumi familiari rimossi e non rimossi nella strutturazione anche genetica della personalità degli individui.
#3307
Attualità / Re:BARRIERE ANTI-CAMION IN TUTTA MILANO.
25 Dicembre 2016, 19:18:24 PM
Le vere barriere contro la violenza si costruiscono formando le nuove generazioni a lottare per una societa' piu' giusta e con meno disparita'. Il resto e' fuffa. I confini sono sempre stati travolti dalla necessita'. Neppure la grande muraglia cinese ha salvato quell'impero dai mongoli e noi pensiamo di salvare il ns benessere con dei jersey? Questa campagna sui confini fa bene solo a certi politici, alla loro cricca e alle lobbies collegate. E' buffo...I terzultimi guardano in cagnesco i penultimi che vogliono schiacciare gli ultimi, mentre i primi sono piacevolmente esenti, soddisfatti e pronti a peggiorare la situazione se qualcuno vorra' incidere sui loro interessi.
#3308
Varie / Re:BUON NATALE
25 Dicembre 2016, 15:26:43 PM
Buon Natale a tutti.
#3309
Attualità / Re:L'Italia è governabile?
17 Dicembre 2016, 11:45:10 AM
Alcune considerazioni. La prima riguarda l'elezione del primo ministro. secondo la Costituzione attuale il primo ministro non viene eletto ma nominato dal presidente della repubblica dopo alcuni passi previsti per legge e per prassi.
Secondo punto. La governabilita', nel xxi secolo, si ottiene permettendo il consumo e pertanto ridotto a questo unico scopo, la politica non e' piu' cosi' importante. In questo mondo se le multinazionali fossero in grado di garantire alcuni servizi (come in alcuni casi gia' succede) si potrebbe anche superare la forma stato e la politica come la conosciamo noi oggi.
#3310
Attualità / Re:Migranti
11 Dicembre 2016, 15:57:37 PM
Spesso nel corso di questo dibattito si è fatto retoricamente ricorso all'immagine della battaglia difensiva dell'Occidente nei confronti dei "barbari", chiamando a deporre oscuri scrittori. Oggi mi sono imbattuto casualmente in Pericle e  in quello che gli fa dire Tucidide in " Guerra del Peloponneso". Si tratta di uno dei testi fondatori dell'Occidente e della sua filosofia. Un testo che, per vie impensate, continua a risuonare nella testa di noi europei.

"E noi soltanto portiamo aiuto a ciascuno in considerazione non del calcolo dell'utile ma della fiducia nella libertà, e su questo principio affermo che tutta la città (Atene) è scuola dell'Ellade".

Oggi la situazione è forse non paragonabile a quella di 2500 anni fa. Non siamo all'apogeo di un civiltà ma in una fase di lenta decadenza, che dura da almeno cento anni. Questo non vuol dire che non possiamo ancora difendere il nostro benessere per altri secoli. Ci sono validi esempi storici in tal senso, come l'impero bizantino, tanto per citarne uno. 
Sinteticamente abbiamo di fronte tre opzioni:
1) guerra di civiltà, deriva autoritaria, restringimento della libertà, stato di polizia;
2) accoglienza come progetto condiviso da una società agiata che mette in conto di condividere parte della propria ricchezza come investimento sul futuro e sulla sicurezza delle prossime generazioni;
3) accoglienza secondo le attuali modalità caotiche, controverse, conflittuali, che richiamano alla memoria la vecchia canzone "finchè la barca va...lasciala andare".

C'è anche una quarta via che piace ai "conservatori illuminati", secondo i quali gli ingressi dovrebbero essere regolati e i delinquenti rispediti al mittente, secondo quanto fanno altri stati come Canada, Australia...ecc. Purtroppo o per fortuna ci sono motivi geografici ad impedire una tale soluzione. Dal Sudamerica arrivano persone regolari proprio perchè c'è di mezzo un oceano, come per il Canada e l'Australia. Inoltre bisognerebbe constatare come vengono rispettate le leggi e le regole in questo paese, con uno dei tassi più alti di evasione fiscale e con uno dei livelli più bassi di efficienza dell'amministrazione pubblica del mondo occidentale. Di solito si può essere fiscali e "legali" in sistemi che premiano la "legalità", cosa che a mio parere, a sud delle Alpi, non sta avvenendo.
Inoltre, senza considerarne l'eticità, rimpatriare un migrante non è così semplice. Bisogna conoscere la sua nazionalità, accertare che non sia perseguitato nel suo paese, verificare se c'è un accordo con quel paese per il rimpatrio, accertarsi che vi siano i fondi per il rimpatrio, poiché le compagnie aeree e le forze dell'ordine non sono enti di beneficenza, controllarlo affinchè non si dilegui nel frattempo. Alla fine i soldi che si spendono in questo modo potrebbero essere utilizzati meglio e se un migrante fa un reato finirà comunque in carcere molto prima di un italiano.

In questo momento storico però solo l'accoglienza può aiutarci, sia per motivi pragmatici, visto che non ci sono altre soluzioni, sia per motivi etici, poiché il concetto di "dignità" umana è nato nell'ambito della cultura occidentale e solo qui. Per farlo bene e in armonia dovremmo però sentirlo come un progetto condiviso mentre le storiche divisioni degli italiani sono moltiplicate da questo tema, che viene demagogicamente strumentalizzato da chi calcola di poterne ottenere un vantaggio.
#3311
Attualità / Re:Migranti
10 Dicembre 2016, 15:01:41 PM
A proposito della supposta mancata ospitalità dei paesi arabi. L'Iraq, paese impoverito da guerre che durano ormai da quasi 40 anni ospita 240 mila profughi contro i nostri centomila. Il Libano, che non è certo una superpotenza economica ne ospita 2 milioni, 20 volte il ns numero. Credo che ormai, in Occidente, viviamo dentro torri d'avorio concentriche, ognuna delle quali tende ad espellere quelli che vengono considerati minacce al ns tenore di vita. La cosa veramente divertente è che spesso queste stesse persone, accanitamente egoiste, difendono il crocifisso o altri gadget cristiani senza avere la minima percezione di essere in palese contraddizione con quei valori.

http://www.lenius.it/profughi-in-libano/
#3312
Tematiche Filosofiche / Re:Perché fare filosofia?
27 Agosto 2016, 15:56:09 PM
Bella domanda. A cui possono seguire tanti diverse risposte. La prima che mi è venuta in mente è questa: "la filosofia è uno dei più potenti antidoti alla violenza". Anche le teorie che giustificano la violenza hanno infatti un nucleo "discorsivo". La spada, con il suo freddo metallo che taglia il collo è una cosa, l'incitazione a tagliare il collo con la spada tramite filosofia è un atto diverso.
La filosofia è inoltre depositata nei libri, nei frammenti greci, in atti scritti che possono essere confrontati e che possono dialogare fra loro, come saggi sempre disponibili, che possono metterci in guardia, che possono farci vedere il passato per non ripetere gli stessi errori e che soprattutto cercano di andare al fondamento delle cose e delle azioni, per capire chi è l'uomo e qual'è il suo compito nel mondo.
Il fascino della filosofia è dato anche dalla sua debolezza. Il fatto stesso che tu ti domandi "perchè fare filosofia" è parte di quel fascino. Non chiederesti mai allo stesso modo " perchè fare ingegneria". La filosofia è talmente critica che è in grado di criticare anche sè stessa, ma in questo mantiene una riserva di senso immensa, contrapposta alle conoscenze "tecniche" che si limitano a risolvere un compito o a quelle "teologiche" che risolvono le domande dell'uomo attraverso una storia escatologica.
Poi c'è una seconda motivazione. Studiare la storia della filosofia apre la mente e permette di entrare nella storia dell'uomo forse meglio di ogni altro tipo di "storia", perché la filosofia è l'essenza di quell'epoca anche se arriva di notte, a giochi fatti, come la civetta di Minerva.
C'è anche una terza motivazione. Per capire il mondo occorre esercitarsi e la filosofia è la palestra più attrezzata che vi sia. Occorre però avere spirito critico, senso di abnegazione e anche forse una certa dose di intuitività, di capacità di leggere le connessioni fra gli eventi.
Ovviamente prima di "fare filosofia" occorre conoscerla, e quindi penso che il tuo sia un invito a studiare la filosofia, poiché "fare" filosofia è riservato solo a pochi di noi, persone davvero speciali e che hanno una specie di missione da assolvere.
Non sono un esperto di filosofia, nonostante tutta questa tiritela, ma penso che la crisi della filosofia dipenda dall'esplosione del sapere umano, che non può più essere manovrato da un'unica mente, come ai tempi di Leonardo. La specializzazione ci rende tutti tecnici di qualcosa ma in questo modo si perde il contatto fra tutta l'umanità, si perde il senso del "fare qualcosa" a cui la filosofia invece saprebbe rispondere se ben interrogata.
Anche questa frase della Yourceanair mi è venuta in mente mentre sto rispondendo:
"fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire".
#3313
Attualità / Re:Femminicidi
27 Agosto 2016, 15:00:47 PM
Buongiorno Verdeidea, i link li preciso quando sorge un equivoco come in questo caso. Tu spesso non fai riferimento neppure a link ma alla tua professione di "fede" anti-qualcosa e quindi mi sembra che sei molto più irrispettosa di me. Rispetto al fatto che io sia autolesionista rispetto all'occidente è tutto da provare. Quello che dico è l'esatta dimostrazione dei valori che un certo Occidente ha creato, ovvero la difesa delle minoranze e dei più deboli e la necessità di integrare le minoranze all'interno di valori condivisi, che è quello che ha fatto per secoli, ad esempio, l'impero romano. Se ora possiamo parlare di questi argomenti oppure di altri senza temere di essere presi da qualche agente in borghese che ci porta a Ventotene è proprio perchè abbiamo acquisito certi valori occidentali nel corso degli ultimi secoli.
Le tue continue disquisizioni piuttosto violente contro gli islamici sono invece proprio simili a quello che i terroristi islamici vorrebbero fare a noi: chiuderci il becco.
E' evidente che questo non ti è molto chiaro perché insisti su questo tema da quando hai fatto la tua comparsa. A proposito di cambiare tema mi viene da ridere. Prova a rillegere i tuoi interventi. Potresti mettere dentro i tuoi interventi anti-islam anche in un topic sulla scoperta della luna.
Ad ogni modo ho provato ad essere gentile con te. Non capisco la tua ostilità ma da questo momento in poi ti ignorerò.
#3314
Interessante il tuo ultimo intervento Gibran. Ne parlava allo stesso modo, più di un secolo fa, Flaubert in "Bouvard e Pecuchet". Sulla massificazione verso il basso delle società moderne vi è una letteratura infinita, Toqueville ha fatto anche lui delle riflessioni interessanti, in "sulla democrazia in America". Questo per dire che non hai tutti i torti. E' una forma di mimesi se vogliamo: espandere i diritti, perfino il diritto alla felicità, ci rende anche un pò ebeti, al punto da comprimere talvolta il genio che fuoriesce dal gregge mediocre.
Però secondo me agiscono anche altri fattori che andrebbero indagati. Uno è lo scarso senso di sportività degli italiani. Posso anche fare foto sbilenche, ma nella vita non sono solo un fotografo. Posso ammettere anche di perdere nella partita della fotografia e rifarmi in quella del modellismo. 
Un altro è il mai sopito passo dell'oca che risuona sempre nelle nostre menti (anche qui c'è una buona letteratura che mi può sostenere, quindi come dice Renzi, fatevene una ragione). Infatti le critiche secondo me sono costruttive e sono un aspetto fondamentale della libertà di opinione ma dovrebbero essere critiche rispettose e mai giudicanti o altezzose, anche perché in questo modo si crea un muro invalicabile e la critica non cambia il modo di fare fotografie (o di pensare all'islam).
L'immagine della giustizia è quella di una signora muliebre con la spada in una mano e la bilancia nell'altra. E' inevitabile, ma nei rapporti sociali quotidiani usare la spada non è utile, occorre molto di più la bilancia e accettare che qualcuno sia nel piatto di destra, qualcun altro nel piatto di sinistra, e qualcuno fuori dai due piatti e pensare anche che tutti in fondo hanno un pò di ragione.
Mi riconosco molto nelle parole di Paul quando dice di voler comprendere le azioni degli uomini, anche quelle apparentemente crudeli e nefande. Pensate forse che Hitler si ritenesse il più grande criminale della storia? Oppure che i mafiosi credono di essere pessimi elementi?
Anche uno jhadista magari ha il diritto di essere riconvertito, di capire i suoi errori...ma se lo metti con le spalle al muro e lo definisci una volta per tutte, non gli resterà che farsi esplodere ancora.
Insomma si deve criticare, si deve avere una mente libera da pregiudizi, poichè come giustamente noti, altrimenti la storia si fermerebbe, ma si deve fare con gentilezza e fermezza, con curiosità e dall'altra parte occorre un maggior approccio sportivo e accettare le critiche che ci vengono rivolte senza gridare al sacrilegio.
E' un dilemma difficile, anch'io talvolta davanti alla prosopopea infondata di molte persone vagheggio il ritorno ad un'epoca aristocratica, salvo poi ricredermi nel momento in cui rielaboro la società aristocratica come si è manifestata nella storia. E comunque non è volgare anche questo gridare, urlare la propria opposizione, il proprio pensiero "alternativo", mentre il gregge rumina tranquillo?
Una possibile soluzione ci sarebbe anche: quella di rendere il maggior numero di noi sufficientemente abile, colto, informato sui fatti, capace di interpretarli, dotato di un cuore e di una sensibilità affinata con la cultura. Una società aristocratica di massa: un plateale ossimoro che ogni tanto mi visita quando si parla di questo tema.
Siamo andati molto fuori tema. Anzi potrebbe essere un nuovo tema.
#3315
Viaggio di lavoro verso La Spezia. Il sole illumina ogni cosa. Fuori dal finestrino scorre il mare. Scintillante, immobile, altero nella sua bellezza. Immagino che sotto la superficie nuotino spettri inquietanti di sirene omeriche.
Nelle cuffiette i Gotan Project propagano la loro musica. Che ci sia Buenos Aires dietro quel promontorio? Sono quasi arrivato e mi domando se salutero' gli occasionali compagni di viaggio. Una voce alla mia destra mi dice "no, non salutare, sono gli stessi simili che ti hanno offeso e fatto del male. Restituisci lo stesso male. Il tuo silenzio sara' eloquente."
Alla mia sinistra si alza una seconda voce: "saluta invece, ricorda il bene che ti e' stato donato".
Sono indeciso. Quel fondo di rabbia che mi frequenta insiste: "non salutare, immagina che rancore se non risponderanno al tuo saluto". Anche l'altra voce torna alla carica: "ma insomma cosa ti costa?  Potranno anche non rispondere ma quel saluto sara' sicuramente arrivato dentro la loro anima...ehm coscienza. Forse sara' conservato nel deposito delle buone azioni che serve dall'inizio del mondo a contrastare le cattive".
Mi decido, saluto e ricevo tutte le risposte.
Esco dal treno. Il sole illumina ogni cosa. Sul mare immagino ora un branco di delfini che naviga verso il largo.