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Messaggi - InVerno

#3316
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
27 Febbraio 2019, 11:39:00 AM
Citazione di: Sariputra il 27 Febbraio 2019, 10:55:35 AME' egoismo il suo, aver cioè bisogno della mia presenza per sopportare la sua di sofferenza? E come posso "impugnare l'arma" sapendo che questo gesto causerà in colui che mi sta accanto, vicino al cuore sofferente per così dire, ancor più dolore, financo da spingere lui stesso a disperarsi?...Gran parte del nostro modo distorto di vedere la vita nasce proprio, secondo me, da questa totale mancanza del senso di interdipendenza. Ci vediamo come monadi assolute che 'brandiscono' il bastone verso l'altro o verso se stessi...verso l'altro quando lo percepiamo come un ostacolo alla nostra supposta e non ben chiara, nemmeno a noi stessi, "felicità" e verso noi stessi quando invece percepiamo la nostra stessa vita (magari sofferente) come un ostacolo a continuare la speranza del miraggio della felicità.
La cosa interessante di questa tua metafora, visto che Ipazia parlava di homo ludens, è che almeno ipoteticamente (la certezza è impossibile) si può dire che il bastone sia la prima effettiva "invenzione" umana, il primo "gioco" di homo ludens. La seconda invece, si è ipotizzato sia invece la corda (ovviamente non intesa in senso moderno).L'utilizzo concettuale di questi due giochi è assolutamente diverso, uno viene brandito per dividere e colpire, l'altra viene impugnata per unire, per rendere interdipendenti. In questo senso possiamo riconoscere in tante attività umane (ma anche filosofie) delle propaggini di bastoni e corde, alcune sono effettivamente costruite con lo scopo di dividere e altre di unire. Ma come accade nella realtà fisica, entrambi sono strumenti utili per sopravvivere e su cui il nostro cervello è impalcato, in maniera metaforicamente simile ad una struttura composta di bastoni intrecciati da corde. Per questo non sono convinto che ragionare completamente in termini di interdipendenza possa essere una soluzione totalmente adeguata ai nostri bisogni, quanto un estremo a cui un individuo può ricorrere. Di certo l'attività spirituale è LA Corda per eccellenza, la Religatura che meglio ci rende coscienti della interdipendenza. Ma rimane in fondo a me (eviterò di proposito di affermare "di tutti noi") una dimensione personale e individuale che non si può annulare semplicemente guardando le cose da un angolo più ampio e\o cosmico. Se non ci fosse un senso non-interdipendente, come potremmo affermare di esistere? E nessuno di noi è disposto ad accettare di non esistere..anche perchè ciò equivarrebbe ad un vero e proprio suicidio spirituale.
#3317
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
27 Febbraio 2019, 09:34:41 AM
Non è una pecularità umana, è certamente molto più comune tra gli uomini, ma esistono comportamenti assimilabili al suicidio anche negli altri regni, ovviamente si può sempre distinguere dall'autocoscienza e le implicazioni del caso, ma non mi pare di vedere tra uomo e animale e un vero e proprio salto qualitativo ma uno quantitativo. D'altro lato gli esseri umani sembrano incapaci di alcune forme "di suicidio" che invece accadono nel mondo animale, come per quanto vale per i superorganismi (alveari, formicai etc) che sembrano capaci (e molto spesso non conosciamo le cause) di terminare l'esistenza anche a livello "sociale" come quando queste colonie effettivamente collassano da un giorno all'altro. Anche gli esseri umani hanno dato prova di sapere attuare suicidi di massa, ma in questo caso sembra una tendenza preminente del mondo animale e dei superorganismi. Direi quindi che a proposito lascierei delle linee di demarcazione meno nette di quanto fai tu, in attesa che il "vero suicidio" venga definito per poter contare chi vi effettivamente partecipa.

La metafora della scalata ha tante sfacettature, non a caso la "scala" è stato un simbolo molto importante di alcune tradizioni mistiche\simbolico\esoteriche. Io probabibilmente sono l'ultimo a doverne parlare (soffro di vertigini) ma in generale penso che la propria soddisfazione nella vita, e l'eventuale decisione di porvi termine quando il "negativo dovesse prevalere sul positivo" dipende innanzitutto da come si intende la vita stessa nel suo divenire. Se la si intende come una parete verticale da scalare, ogni appiglio, con le unghie e con i denti, ha un valore tale una volta raggiunto e consolidata la propria posizione, che l'idea di lasciarsi andare nel vuoto pare insensata. Se invece, per opposto estremo, si intendesse la vita come uno scivolo verso il basso (cosa che non attribuisco a nessuno in particolare, ma ritengo una tendenza in essere nella nostra cultura, per via di una sempre più comune considerazione edonistica - in senso moderno non filosifico - della vita) allora il valore risiederebbe premimentemente nel raggiungere più velocemente possibile il suolo, anche buttandosi di sotto.

D'altro canto, sempre per parafrasare Wittgenstein (in questi periodi sono in vena) ad un certo punto la scala "va buttata via", e forse una volta in cima alla parete, non si può fare altro che scendere, checchè ne sia il motivo. Se qualcuno mi dicesse che sente di aver terminato la propria scalata, e che non esiste nessun altra mossa possibile a questo punto, che buttarsi di sotto, non saprei effettivamente che obbiettare. Ma questa valutazione mi pare estremamente complessa da fare, anzi dal punto di vista logico praticamente impossibile, in quanto la vetta effettivamente esiste solo nella mente di chi la delimita e nessuno la raggiunge mai davvero.
#3318
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
26 Febbraio 2019, 21:10:37 PM
Non so se dal mio punto di vista si possa parlare di un retaggio culturale, che pensavo magari ingenuamente di aver deprogrammato. Infatti fino a non tanto tempo fa avrei argomentato in maniera simile alla tua. Oggi invece direi che ciò che più mi affascina della vita e le sue forme è la sua resilienza, la sua ostinatezza, il suo continuo essere orientata verso il sole, verso l'alto. Ancor di più quando essa è ostacolata vividamenta dalla morte, lo vedo nei vegetali, lo vedo negli animali, lo vedo nei funghi, lo vedo persino negli inerti, e lo vedo sopratutto negli esseri umani. Non tutti abbiamo la tempra di Alex Honnold, un uomo capace di scalare a mani nude tre kilometri di roccia in verticale, ma la bella notizia è che geneticamente siamo fatti della stessa pasta, e come lui crediamo che il senso della vita sia scalare verso il sole.
Ma siccome anche il suicidio è una decisione che si prende da vivi, mentre ci arrampichiamo, e non certo da morti, ognuno lasci la testimonianza che crede su questa grande parete universale? Di ciò di cui non si può parlare è meglio tacere, e il suicidio degli altri è sicuramente una di queste cose..
#3319
Percorsi ed Esperienze / Re:DOMANDE
26 Febbraio 2019, 10:07:28 AM
Vorrei ben vedere chi ammettesse di rispondere la seconda ipotesi alla prima domanda. Sopratutto su un forum di riflessioni! Non vorrei spaventare possibili risposte, anzi sarei ben curioso di sapere come verrebbero articolate, ma conosco parecchie persone che dal mio punto di vista "vivono per lavorare" ma credo che la frase suoni così male nella testa di chiunque che nessuno sarebbe disposto ad ammetterlo certamente agli altri, nondimeno a se stesso. Invero ho incontrato persone che utilizzano il termine "lavoro" come una sorta di principio da cui far discendere a cascata parecchie riflessioni anche fondanti la propria vita, ma se contestualizzato meglio a mio avviso si riferiscono anzichè al lavoro vero e proprio, ad una sorta di "praticità" o "etica derivata dalla prassi" che mi trova tralaltro d'accordo a secondo di come sia declinata. Se d'altro canto come suggerisce Sgiombo questa risposta fosse adeguata a chi avesse trovato un lavoro così stimolante da permettergli una perfetta simbiosi con la propria vita, allora potrei anche ricadere in questa categoria, ma a quel punto avrei cambiato sostantivo. Mi piace distinguere tra "opera" e "lavoro" dove per opera intendo ciò che viene fatto esclusivamente per se stessi o disinteressatamente e lavoro ciò che viene fatto per un interesse personale indiretto (che sia un valore di scambio od altro). In quel caso mi piacerebbe specificare che tento di massimizzare il tempo dedicato alle opere a dispetto del lavoro, credendo, che solo le opere possano entrare in una vera simbiosi con il proprio "Essere". In questi termini, opero tutto l'anno come agricoltore, e lavoro per offrire ospitalità turististica per circa otto mesi l'anno, oltre che "per arrotondare" qualche lavoro appartenente alla mia vecchia professione di cui non sono riuscito a scrollarmi completamente per via ovviamente dei soldi, ma che rappresenta una parte minore della mia esistenza .Sono, come Sariputra, in tempi di frutteto e potatura.
Riguardo alla seconda domanda, penso che non saprei adattarmi a nessuna delle due diciture senza sentirmi in difetto dichiarandolo. Non so di preciso quale sarebbe la dicitura che sceglierei, ma penso qualcosa del tipo "vivo per vedere\trovare la felicità" perchè mi piace pensare che essa possa essere trovata dietro ad ogni angolo(compreso se stessi), e che il non vederla sia solo un problema di "cattiva osservazione", ed in questo penso che l'osservazione, la meditazione, sia fondamentale nel coltivare se stessi. Allo stesso tempo mi piacerebbe organizzare in maniera bipolare questa proposizione includendo anche in qualche modo la "tragedia" che ritengo altrettanto significativa e in certi casi persino "desiderabile". In questo penso che i credenti abbiano una marcia in più (ma come in auto, inserire la marcia è solo il primo passo per partire) ovvero nel non farsi trainare dal terrore dell'infelicità e della tragedia, ma di saperla affrontare riconoscendone il valore. Non aderendo a fedi specifiche non vorrei impossessarmi di simbolismi specifici impropriamente, ma in generale penso che mi piacerebbe concludere che vivo per cercare di rimanere in equilibrio tra chaos e ordine, tra la felicità e la tragedia, tra lo ying e lo yang se proprio devo usare una terminologia abusata ma comprensibile, cercando di seguire questo percorso più come una forma di mantenimento di un equilibrio funambolico che con una sorta di coltivazione con un unico obbiettivo (la felicità). Da quel che ne so e prendendo in considerazione solo le definizione "da vocabolario" riterrei di dire di me stesso di essere ateo e naturalista, anche se riletto appena scritto personalmente mi pare un ossimoro, in quanto trovo nella natura qualcosa di perfettamente aderente alla dimensione del divino, sia tradizionalmente che personalmente.
#3320
Sgiombo ha ragione , per evitare mazzi di fiori e lumini (che dovrebbero provare cosa di preciso non si sa) si faccia di Maduro quel che si doveva fare anche di Ceauseascu, si faccia a pezzi lui e famiglia e li si intinga nell' acido solforico. Con i Romanov funzionò abbastanza, purtroppo ora che hanno avuto sepoltura qualcuno porta rose e fiori , il che dimostra tantissime cose (???) Sempre meglio di quella ridicola trovata di resurrezione con cambio liquidi , roba da faraoni dell' eta del bronzo.
#3321
Attualità / Re:Salvini citato per risarcimento danni.
22 Febbraio 2019, 15:52:09 PM
Citazione di: Ipazia il 22 Febbraio 2019, 14:46:37 PMper liberarci da tutti questi parassiti che hanno messo nel mirino l'Italia. Più schifo ancora chi li sponsorizza.
Questo linguaggio è inqualificabile, moderati da sola visto che ne sei perfettamente capace, non siamo a una gara tra chi fa le affermazioni più caustiche. E no, non sono un buonista, rileggiti prima di autoassolverti.
#3322
Tematiche Spirituali / Re:Esoterismo religioso
22 Febbraio 2019, 12:14:43 PM
Se gli ebrei conservano memorie precise della fine dell' ultima glaciazione (12000ac), diluvio, e inizio civiltá, io fossi in Biglino mi preoccuperei di più dei 10.000 anni di tradizione orale che intercorrono tra l' evento e le prime forme scritte ebraiche, che della traduzione al greco. La sua scoperta sarebbe che persino avendo la scrittura il messaggio si deforma nel giro di qualche secolo, ma nel frattempo assume che si sia conservato uguale in forma orale per un periodo cento volte più lungo, attraverso decine di lingue e culture , con una precisione tale da poter parlare di alieni e ingegneria genetica . Meraviglioso .
     
#3323
Tematiche Spirituali / Re:Esoterismo religioso
21 Febbraio 2019, 15:00:46 PM
Citazione di: Kobayashi il 21 Febbraio 2019, 10:54:11 AM
Se però ad essere mantenuto segreto non è una verità metafisica più o meno strampalata ma un metodo che non ha a che fare con la conoscenza ma piuttosto con un certo modo di vivere? E di interpretare in un modo specifico il fatto che il mondo è dominato dal male e l'uomo è la creatura che è chiamata ad estirparlo?
In questa ottica la domanda del perché tale dottrina debba rimanere segreta ai più e rivelata a pochi non è affatto scontata. L'"effetto esoterismo" potrebbe anche essere un artificio necessario a non disperdere la forza che viene dal sentirsi iniziato al mistero del compito dell'uomo (dal punto di vista di queste dottrine, naturalmente).
Beh da un certo punto di vista hai ragione, è chiaro che ragionare in lune anzichè settimane per esempio sottintende una comprensione ciclica del tempo anzichè lineare.  Allo stesso modo, è confermato che il mese di nascita per esempio, influisce (molto debolmente, ma influisce) su alcune tendenze caratteriali dell'individuo. Il problema è che nelle tradizioni esoteriche, i simboli acquisiscono  una forza smisurata rispetto al loro significante proprio perchè ne è stata conservata (e io direi ampliata a dismisura) la forza. Lo si può vedere come un vantaggio, oppure come un gigantesco ostacolo capace solo di ingannare. E così succede che nascere in un determinato mese consente all'esoterico di predire l'intera tua vita (anzichè indicare magari una vaghissima propensione). Oppure di non mangiare l'insalata, perchè dato il riscaldamento globale, i tempi di semina sono anticipati di intere settimane rispetto a quello che indicherebbe il simbolo tradizionale conservato con così tanta forza...ma con cosi poca relazione con la realtà.
#3324
Tematiche Spirituali / Re:Esoterismo religioso
21 Febbraio 2019, 09:44:01 AM
Se vai a comprare una piantina di insalata, quasi tutti i venditori (anche professionisti) ti diranno di piantarla a luna crescente del mese di X. La prima domanda dell'iniziato insalatiere è quindi "ma che caspio centra la luna?" in realtà nessuno se la pone, e per timore  segue l'indicazione. Ma se te la poni scopri che non c'entra assolutamente nulla, visto peraltro che l'attrazione gravitazionale data dal tuo corpo passante vicino alla piantina è superiore a quella della luna, e che le maree sono "comandate" dal sole, non dalla luna (e altri cento motivi). Ma se chiedi al venditore (o ad un anziano) sicuramente verrà fuori con qualche motivazione strampalata che si è dato lui stesso e che in  un certo senso è "segreta" nel senso che nessuno ne sa niente a parte lui che se l'è inventata. C'è un problema diacronico.
Finchè i calendari erano lunari, la luna non era una specie di entità metafisica dalle proprietà magiche, era un periodo di tempo ben preciso, antesignana della "settimana". Perciò effettivamente, se pianti l'insalata la settimana X del mese X, hai un insalata bella. Ma non perchè c'è la luna "crescente", ma perchè hai individuato un periodo con buona facilità di radicazione per via della temperatura e altri fattori (ma non la luna che è solo l'unità di misura). Ora, se domani cambiassimo calendario, e al posto delle settimane cominciassimo a indicare il tempo con un altra misura, e se gli agricoltori rimanessero mentalmente al calendario precedente diviso in settimane, ti direbbero "piantala la seconda settimana di maggio".
E tu non capendo più che la settimana è un unità di misura del tempo (perchè ora ne usi un altra) saresti portato a pensare che queste "settimane" abbiano una qualche influenza magica sulla crescita della tua insalata, perchè in effetti seguendo il consiglio la tua insalata cresce meglio. La stessa cosa è accaduta con lo zodiaco, la gente ha smesso di utilizzare quella misura del tempo, ne sono rimasti i simboli, e gli "esoterici" sono coloro i quali che devono razionalizzare la diacronia di un simbolo che ha perso il suo significato originale ed è rimasto orfano. Si l'esoterismo consiste nell'ignoranza degli altri, ma anche e sopratutto degli esoterici!
#3325
Citazione di: anthonyi il 19 Febbraio 2019, 12:21:09 PM
Ciao Inverno, è vero che gli 80 Euro erano un vento di populismo, ma ridurre i mille giorni di Renzi agli 80 Euro non è una rappresentazione della sua azione politica. Certamente Renzi non ha coltivato lo scontro con le istituzioni europee, e anche per questo non è populista come i nostri dioscuri.
Comunque la questione del mantenimento delle promesse non ha merito, a mio parere, nella definizione di populismo, il populismo è caratterizzato dalla tipicità delle promesse che sono immediatamente percepibili.
Un populista non proporrà mai una riforma del processo penale, concetto complicato ed ambiguo, ma prometterà che se qualcuno ti entra in casa senza permesso puoi sforacchiarlo senza temere complicazioni successive.
Ma tu credi che i "populisti" vengano da marte oppure pensi che siano l'espressione di questa cultura? Te lo chiedo onestamente perchè io di solito tendo a concentrarmi meno sui personalismi politici, e più a capire la cultura che li ha prodotti. A me stamattina è arriva una mail dove mi si offrono 2 televisioni al prezzo di una...Perchè dovrei rifiutare la proposta di un "populista" di raddoppiarmi lo stipendio? Quando parlavamo di obsolescenza programmata tutto andava bene, era uno strumento lecito della crescita del capitale. Quando i politici fanno proposte a "obsolescenza programmata" non va più bene? Il consumatore e l'elettore non sono due persone diverse, è la stessa persona. Non ti dice niente che Berlusconi e Trump vengano dal mondo delle televendite, del consumo, dell'ottimismo finanziario? Come mai i venditori di cessi riescono a fare così successo in questa società? Forse perchè non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca? Il consumatore gonzo e l'elettore intelligente? Chissà
#3326
Citazione di: Ipazia il 19 Febbraio 2019, 13:57:59 PM

A noi resta da fare;

4) Denuncia del neocolonialismo che interessa molti "cugini" europei (Di Maio non l'ha mandata a dire ai francesi) che non hanno nemmeno la decenza di prendersi i loro neocoloni, ma preferiscono scaricarli sui più stupidi della famiglia europea che fino ad un paio d'anni fa, grazie agli infami al governo all'epoca, eravamo noi italiani;

5) Trovare il modo più rapido per rimpatriare i clandestini e creare condizioni per cui siano essi stessi a richiederlo;

6) Reprimere ogni forma di criminalità compiuta dai clandestini e da chi li sfrutta.

7) La ripartizione è una fesseria. Visegrad ha ragione: bisogna rispedirli a casa e fare un blocco insuperabile nel Mediterraneo. Speriamo che il prossimo parlamento e commissione europei, grazie ai sovranisti, entri finalmente in questo ordine politico di idee.
Mi aspettavo di trovare al punto 8 la pace nel mondo, ma vedo che ti sei fermata prima.. Non so perchè ma ho l'impressione che la tua prospettiva sulla questione sia un po datata oltre che naif, me lo dimostra il fatto che non citi nemmeno di striscio la desertificazione che negli studi più recenti è sempre citata tra principali motivi di emigrazione dall'africa (e del previsto aumento della pressione migratoria) e che ti preoccupi del colonialismo francese anzichè cinese.Ma al di la di questo io direi che abbiamo da fare qualcosa di più, queste migrazioni sapevamo sarebbero avvenute (ovviamente escluse quelle dovute alle guerre) già da parecchio tempo. Oggi infatti già sappiamo che il prossimo focolaio migratorio proverrà dall'area del sud-est pacifico (dal bangladesh alle figi) sappiamo le cause, sappiamo quando, sappiamo come, sappiamo dove, sappiamo quanti (quasi 1 miliardo di persone). Sappiamo tutto, ma non facciamo niente. Ora siccome queste migrazioni ci dovrebbero aver insegnato perlomeno che è meglio prevenire che curare, direi che al punto 8 scriverei "prepararci alle prossime, perchè saranno molto più imponenti di queste".
#3327
Citazione di: anthonyi il 18 Febbraio 2019, 13:32:02 PM
Inverno, io non credo che Renzi possa essere definito populista. E' chiaro che qualsiasi politico deve saper fare propaganda ma, in troppi casi, le politiche di Renzi sono state indirizzate ad un disegno tecnico-politico. Pensiamo alla riforma dell'art.18, una scelta coraggiosa dal punto di vista politico che gli avrebbe logicamente scaricato contro tutti i residui ideologici di sinistra presenti nel popolo. Non è un caso poi che quella riforma è stata l'argomento elettorale più propagandato negli ultimi anni come strumento populista (Naturalmente da quelli che non erano di destra), salvo poi dimenticarsene completamente una volta passate le elezioni. Un leader populista quell'errore non l'avrebbe mai fatto.
Anche Obama non è populista perché non bastano gli slogan a fare il populismo, anche in questo caso abbiamo una scelta politica innovativa e coraggiosa che lo dimostra, cioè il salvataggio della Chrysler con intervento dello stato, negli Stati Uniti, infatti, la forte ideologia diffusa contraria a qualsiasi ipotesi di intervento pubblico nelle imprese rendeva quell'intervento politicamente pericoloso.
Un saluto
Renzi ha avuto vita facile nelle promesse elettorali, non ha mai fatto una campagna elettorale! Anzi si una l'ha fatta, per le europee, promettendo 80€ (meglio il populismo o il voto di scambio?) e di andare a sbattere i pugni sul tavolo in Eu. Poi preso da una ventata di realismo, ha portata una maglietta della fiorentina ed è finita a tarallucci e vino. Obama non hai mai promesso nulla riguardo agli interventi statali.. in compenso aveva promesso che le truppe in Iraq sarebbero ritornate indietro durante i primi cento giorni! Un vero e proprio miracolo promesso ai milioni di parenti e di soldati al fronte..Ma le truppe dopo 10 anni sono ancora li, forse anche lui è stato preso da una ventata di realismo? Aveva persino convinto la commissione dei Nobel con questa promessa, poi però ha decuplicato i bombardamenti coi droni e aperto un nuovo fronte in Yemen. Potremmo andare avanti per ore a discutere di chi è il più ipocrita. Se l'europeismo naif di Macron per esempio sia una linea politica fattuale, oppure una sventagliata di sciocchezze anima e core, che l'ha lasciato in mutande nel giro di un anno. O se sia più populista Corbyn o i Brexiter, si accusano uno l'altro di esserlo.. chi avrà ragione?
#3328
E ti sei dimenticato Renzi? Sono d'accordo, un tipo concreto incapace di riassumere politiche internazioni in slides colorate.. Non sono d'accordo comunque sul fatto che Trump sia ideologico, in quanto ha dimostrato più e più volte di conoscere l'effetto delle proprie sparate e di dirle con cognizione di causa. Famosa la sua "confessione" su come ha inventato uno dei suoi slogan elettorali "drain the swamp", detta una volta per sbaglio ad un comizio, vide il pubblico andare in visibilio, da che decise che l'avrebbe ripetuto ad libitum. Invero una volta al potere ha fatto tutto il contrario di "dragare la palude", perciò parrebbe avesse perfetta cognizione di causa, anche se la famosa domanda "ci è o ci fa?" può certamente rimanere aperta. Peraltro Obama, che nella retorica nostrana non compare tra i populisti, ha afferamato a più riprese che il vero populista è lui, non Trump, che può essere considerato uno xenofobo, un cinico, o un cialtrone, ma non un populista quale è lui (Obama) e quale è anche Sanders. Questo prima che populista diventasse un insulto conclamato, i cosidetti "non populisti" avevano provato a salire sul carro populista, salvo perdere le elezioni, e quindi rivoltare il termine in un insulto, tipico comportamento di chi cadendo da cavallo, esclama "intanto volevo scendere!" Forse i politologi dovrebbero perdere meno tempo su un termine cosi inflazionato e volatile, medaglia d'onore un giorno e scherno il giorno successivo, rischiano di essere considerati "politicizzati"!
#3329
Citazione di: anthonyi il 17 Febbraio 2019, 07:54:54 AM
Ipazia, nel mondo reale il signor Smith non comprerà più nulla dai Mishkin, e farà in modo che tanti altri capitalisti (Perché i capitalisti comunicano molto tra di loro) non comprino più nulla. E' vero che conta il valore di scambio, ma il valore di scambio esiste finchè ci sono utilizzatori finali disposti a comprare. L'obsolescenza programmata è parte di questa condizione, è un meccanismo che si impone sul mercato perché il mercato lo preferisce, nessuno impedisce alle imprese di stampanti di produrre stampanti che durano tanto ma che per questo costano di più, ma il mercato non le vuole, preferisce comprare a poco qualcosa che funziona subito ma che durerà per poco, anche perché dopo pochi anni il progresso tecnologico renderà comunque quella stampante priva di valore in quanto non dotata di quelle innovazioni che sono state introdotte dopo la sua produzione.
Un saluto
Spiegazione da libro di testo,purtroppo l'obsolescenza non si appplica certo ai soli settori in rapido progresso tecnologico (anche se le stampanti, usano circa la stessa tecnologia da dieci anni) ma anche su prodotti che non hanno niente a che fare con l'innovazione, tipo che ne so un martello (tecnologia neolitica). Inoltre se il mercato volesse questo tipo di prodotto, perchè non lo scrivono chiaro e tondo sulla scatola "durata 2 anni"? Invece GUARDACASO, investono milioni in pubblicità che racconta un prodotto duraturo e solido, altro che obsoleto. Mi spiace ma il fatto che ci siamo abituati, o che è la normalità, non toglie che sia una truffa.
#3330
Citazione di: sgiombo il 16 Febbraio 2019, 21:11:30 PM
X InVerno

Dissento che la necessaria ma improbabile e certo non imminente rivoluzione la possano fare i consumatori in quanto tali, ma casomai in quanto proletari (esclusi dalla proprietà dei mezzi di produzione).

Ancor più radicalmente dissento da qualsiasi valutazione anche assai limitatamente positiva dell' UE.
A qualsiasi riguardo, in generale anche in particolare per la lotta contro il consumismo.
A vantaggio dei popoli al massimo sa fare false e controproducenti chiacchiere (controproducenti per i popoli, non per i capitalisti monopolisti -anche, fra l' altro- usurai di cui é sempre stata ed é e non potrà che essere sempre, fino a quando i popoli se ne libereranno, uno dei più micidiali strumenti di potere e di repressione).
Non intedevo regalare meriti all'EU (infatti ho parlato di chiacchere) tuttavia pare che perlomeno si sentano le spalle sufficientemente larghe per affrontare il problema, mentre a livello nazionale questi argomenti non sono nemmeno chiaccherati (per realismo tralatro). Poi, come ricorda sovente Eutidemo, la plastica monouso (che è il non plus ultra dell'obsolescenza programmata) è stata effettivamente proibita, vedremo ora come riceveranno la direttiva gli stati singoli (ho paura non positivamente) per decidere se c'è una effettiva differenza tra chi almeno ci prova, e chi ha le (s)palle così piccole da andare addirittura nel verso contrario (come un "certo" sovranista Italico). Riguardo ai mezzi di produzione invece non so che dire, nel senso che la robotizzazione imminente a mio avviso sconvolgerà parecchi rapporti di forza a riguardo ed è difficile prevedere chi e cosa avrà a che fare con i mezzi di produzione nel prossimo secolo. La grandezza di Marx (a mio avviso) sta nel aver intuito determinati rapporti quando gli operai rappresentavano meno del 5% della popolazione. Se oggi vogliamo pensare a una "rivoluzione" dobbiamo capire in anticipo il futuro, e non sarà sicuramente fatto come l'ottocento.