Citazione di: sgiombo il 16 Febbraio 2019, 19:28:16 PMMi rendo conto che serve un cambio radicale, che la si chiami rivoluzione o meno, mi rendo altrettanto conto che quel che manca è la necessità (ci metterei quasi una N maiuscola). La cosa divertente è che ho scoperto che la prima class action contro l'obsolescenza programmata fu proprio per un cartello di produttori di lampadine, le stesse che mi bruciano sopra la testa (https://it.wikipedia.org/wiki/Cartello_Phoebus) la cosa tragica è che oggi non serve nemmeno un cartello formale, il cartello è il sistema, e quindi hai ragione TU riguardo alla "rivoluzione". Onestamente penso che la classe operaia, per via della meccanizzazione, non può essere il futuro di queste "rivoluzioni", ma la "classe dei consumatori" si! Continuo a sentirmi dire che boiccottare non serve a niente, ma le motivazioni che mi sono state portate fino ad oggi mi hanno convinto meno di zero. Perciò rimango dell'idea, che se tutti non comprassero la stampante, qualcosa succederebbe eccome.
Hai ragione (a parte il fatto che esistevano anche prodotti sovietici buoni, a buon mercato e duraturi; per esempio la macchine fotografiche; per non parlare degli aerei, militari ma anche civili, tuttora -trent' anni dopo la fine dell' URSS!- in molti casi e almeno per importanti aspetti insuperati).
Ma io non propongo di pretendere ridicolmente di fare la rivoluzione oggi o domani, ma solo di rendersi conto che per sperare di superare il consumismo umanicida una rivoluzione ci vuole (la speranza é che la si possa realizzare tempestivamente; ovviamente realisticamente, nelle condizioni e nei modi in cui sia possibile).
E a questo scopo penso che il rendersi conto dell' estrema difficoltà, pericolosità, non certezza di riuscita e necessità di essere disposti a sporcarsi le manie la coscienza, per quanto certamente ben lungi dal bastare, sia comunque necessario.
Ovviamente per parte mia cerco di non indulgere troppo al consumismo (per esempio ho un telefonino che può ben dirsi un "pezzo da museo"; e fatti un po' di conti, dopo averne gettate tre o quattro per la rottura della solita introvabile mollettina nella sede della cartuccia, ho deciso di comprarmi una stampante "semiprofessionale" tipo "Brother" o non mi ricordo più che altra marca avevo cercato, che stampa solo in bianco e nero in perfetto accordo con le mie esigenze; fra l' altro le ricariche -ovviamente con riutilizzo del "pezzo di plastica e circuiti al silicio"- sono molto meno frequenti).
Ma mi rendo conto che così facendo (per dovere etico: sì per sentirmi la mia coscienza individuale a posto; un po' come quando faccio l' elemosina ai poveri diavoli, come mi ha insegnato in tempi ormai lontani la mia cara mamma) non contribuisco minimamente alla soluzione del problema...
E questo argomento tralaltro ha molto a che fare con il sovranismo, e se una nazione è seriamente in grado di contrastare queste pratiche commerciali. Ad oggi, l'unico istituto capace anche solo di affrontare il problema a chiacchere, è stata l'EU. A livello nazionale (di qualsiasi nazione) questi argomenti passano molto lontani dalle bocche dei politici. L'obsolescenza programmata è innanzitutto una truffa verso il consumatore, e un crimine contro l'umanità, finchè non si avrà chiaro questo concetto, continueremo a comprare paccottiglia, e onestamente non me ne faccio una ragione, perchè questo era il campo su cui potevamo sfidare i cinesi, non i salari, invece qualcuno ha deciso altrimenti.