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Messaggi - InVerno

#3331
Tematiche Culturali e Sociali / Re:La volgarità
14 Maggio 2019, 22:21:58 PM
Citazione di: Jacopus il 14 Maggio 2019, 18:15:31 PM
Nei vostri discorsi non mi riconosco. Sono d'accordo solo su una osservazione di Inverno: si è davvero amici solo con quelli con cui si può essere amichevolmente volgari.
Ma qui, nel forum, non siamo amici. In tv, i tronisti o i giornalisti che si danno del tu o usano le parolacce alla Sgarbi non sono amici.
Sicuramente vi sono state epoche più volgari e il political correct ha i suoi ipocriti bachi, ma l'esercizio nella gentilezza e nelle buone maniere è una disciplina che forma le nostre stesse menti. Sta a noi poi usare questa disciplina non come manierismo forzato e falso ma come modo di interagire che permette di sviluppare il rispetto per gli altri.
Non a caso la volgarità è un tratto tipico che si associa all'esaltazione della forza, della prepotenza, del cameratismo militare.

Il termine volgare abbraccia tanti modi e tante interpretazioni , la definizione di Phil mi è parsa equidistante e ben dosata, perciò mi accoderei a quanto da lui detto. Sgarbi mi pare una caricatura del volgare, così come mi pare una caricatura di Carmelo Bene, un prodotto comico da presentare per alzare lo share. Essere maleducati non deve essere confuso con  l'essere volgari, si può essere volgari in maniera molto educata e viceversa. La nudità di San Francesco fu volgare per la gente dell'epoca e in particolare la curia, ma senza ricorrere alle parolacce. A volte i telegiornali, molto educatamente, invadono le tavole italiane con delle "cruditè" piuttosto volgari all'ora di pranzo, che sono peraltro le tattiche comunicative dei farmaci antidiarroici(anche loro fissi all'ora di pranzo).
Può sembrare un giocare sul significato della parola, ma se effettivamente il volgare è un ammiccamente a ciò che è di tutti, e perciò del volgo, Sgarbi e quel tipo di volgarità non è ciò di cui parlavo io, essendo che lo stesso si sforza continuamente di apparire "extravolgare", di astrarsi oltre al volgo e di mettere in luce l'eccellenza del suo pensiero. A parte quando si fa le foto in bagno, anche se anche questa è ormai una volgarità un pò desueta.

Insomma non mi pare così facile definire cosa sia volgare, e in particolare che cosa è rimasto di volgare in questo mondo, e perchè alcune persone abbiano sviluppato un ipersensibilità per quelle che avvertono come nuove forme di volgarità, persino nella commedia esplicita (esempio: una battuta su una persona grassa). E' la volgarità ad essere aumentata, o il moralismo?
#3332
Tematiche Culturali e Sociali / La volgarità
14 Maggio 2019, 14:32:08 PM
Beoni illustrissimi, e voi sifilitici pregiatissimi (perchè a voi e non ad altri dedico i miei scritti) [...]

L'incipit di Gargantua e Pantagruel mi aiuta a porre il mio quesito. Quale è il giusto spazio per la volgarità?
(Qualche traduttore tralaltro mi pare sia stato intimorito dalla volgarità, traducendo "sifilitici" con un più innocuo "impestati".)
Nei rapporti personali, nei rapporti sociali, nella politica e nella letteratura.. che fine ha fatto la volgarità?

Su questo forum è per esempio censurata, in quanto commenti di natura sacrilega, sbeffeggiatoria, sarcastica o denigratoria sono moderati (occhio!) quindi sarebbe per me impossibile dare del sifilitico a qualcuno di voi, anche solo in maniera sarcastica e grottesca come Rabelais. Ma siamo proprio sicuri di non aver bisogno della volgarità? Che si tratti solamente di una disfuzione linguistica, di un tratto dell'ignoranza, di un cortocicuito argomentativo, di una fase immatura del pensiero?

Ho ripercorso recentemente le amicizie della mia vita e mi sono accorto di un particolare.. considero "veri amici" solamente le persone con cui mi sento libero di essere volgare (anche se poi magari non lo sono), e ho cominciato a vedere sotto una nuova luce quegli scherzi volgari che spesso servono per "rompere il ghiaccio" e instradare una conoscenza dell'altro.  Si può conoscere l'altro, avendo paura di essere volgare nei suoi confronti? Avendo paura dell'osceno, del pornografico, delle nostre vite? Non servono i veri amici forse proprio a indagare ciò che è volgare e osceno della vita, anzichè a rinsaldare la noia plateale dell'autocompiacimento?

Il politically correct, la forza morale opposta e contraria al volgare, sta inoltre condizionando le nostre vite. Magari sotto minaccia di una qualche querela o di una semplice ricatto sociale, abbiamo recenemente "devolgarizzato" tante categorie umane, gli abbiamo dato un volto vitreo, asettico, morto.. Allo stesso tempo chi ancora vive di passioni veraci e volgari pare non essersi piegato a questi dictat, e vede nelle nuove forze "populiste" un antitodo al pensiero "non volgare" del mainstream, ritenuto infertile, incapace di essere vettore di qualcosa di vero. E allora un "vaffanculo" diventa un movimento politico per 1\3 degli Italiani. Ma non era meglio dire "andate a quel paese?"Non sarebbe stato meno volgare?

Forse sbaglia chi crede che la volgarità sia una panacea contro l'ipocrisia, ma forse sbaglia anche chi denuncia la volgarità a priori, indipendentemente dal contesto, se non altro perchè ci lascia con pessima satira da guardare\leggere, ma sopratutto perchè ci lascia senza conflitti, senza dubbi, senza lo sporco sotto le scarpe, in un mondo pieno di merde da calpestare. E con questa volgarità, lascio la parola a chi vorrà intervenire (educatamente!)
#3333
Tematiche Spirituali / Re:Accadde a Gerusalemme...
14 Maggio 2019, 09:21:58 AM
Citazione di: altamarea il 09 Maggio 2019, 19:46:43 PM
Gerusalemme, città cosmopolita, in cui si parlano lingue diverse e si prega in modo diverso. I credenti hanno in comune l'aspirazione messianica.
Accadde a Gerusalemme 1100 DC, Fulcherio di Chartres, cronache dalla prima crociata.


Noi che eravamo gli Occidentali siamo diventati gli Orientali. Colui che veniva da Rheims o Chatres è ora diventato un cittadino di Tiro o di Antiochia. Abbiamo già dimenticato i nostri luoghi natii, già essi sono sconosciuti a molti di noi o non vengono nemmeno più menzionati. Alcuni già posseggono case di proprietà ed in eredità. Alcuni hanno preso moglie non solo tra la propria gente, ma tra i Siriani, gli Armeni, o addirittura tra i Saraceni che sono giunti alla grazia del battesimo. Parole di diverse lingue sono diventate bene comune conosciuto da tutte le nazionalità, e mutua fede lega chi ignora la propria stirpe. Colui che era nato forestiero nasce ora come uno del posto, colui che nacque alieno a questa terra di essa è oggi nativo.
#3334
Citazione di: Freedom il 08 Maggio 2019, 20:08:33 PMResta tuttavia il fatto che, anche in questa prospettiva, la morte non è appropriata. Non solo per quanto ho affermato prima e ribadisco e cioè che non è nelle prerogative/facoltà umane dare la morte come punizione. Esula, ripeto, dal senso di umanità. Ma anche volendo accettare questa cosa e volerla vedere da altri punti di vista; perchè non dare al reo la possibilità di soffrire per tutto il resto della sua vita? Senza ratio vendicativa ma affinchè egli mediti in profondità sul male che ha fatto. Magari, chissà, nel futuro potrebbe anche fare qualcosa di buono: che so, aiutare i compagni di cella a rivedere in questa luce di pentimento le cose sbagliate che hanno fatto. Essere di esempio, insomma, di ciò che non si deve fare. Mi pare più giusto, saggio ed equo per tutte le parti in causa.
Per conto mio il desiderio di dare la morte ad un essere umano (che ci ha arrecato un torto grave) non solo è umano, è "troppo umano" (come diceva un altro "disadattato") per essere competenza dello stato e della società, che dovrebbe seguire tutt'altre logiche.  Quando si parla della pena di morte in america, si parla di quella operata dallo stato, non dai privati cittadini. Eppure quella possibilità esiste anche in Italia, ti compri una pistola, spari, e il giorno dopo ti costituisci in totale serenità perchè sei convinto che quella persona meritasse la morte, e sei cosciente del prezzo che la società ti chiederà di pagare per averlo fatto. Non sarà possibile in tutti i casi certamente, ma se uno è fermamente convinto delle proprie considerazioni personali, può andare fino in fondo. Perchè invece chiedere allo stato la macabra celebrazione delle proprie fantasie? Il fatto che questo desiderio sia "troppo umano" a mio avviso è ben mostrato nel duello finale del film "Seven" dove il serial killer vede la propria esecuzione come "la ciliegina sulla torta" e l'uomo che ha davanti non sa quale sia il modo più doloroso di punirlo, se mandarlo in galera o ucciderlo. Un film tralaltro che, essendo incentrato sui sette peccati, ha molto da dire anche ai cristiani a favore della pena di morte.
#3335
E.A.P. non ha commesso nessun genocidio letterario, ha scritto opere per renderci coscienti dell'oscurità dell'animo umano, cioè aiutandoci ad essere maggiormente abili nel capire le nostre pulsioni oscure e in caso a prevenire genocidi, non a farli. Lo stesso si può dire di una sfilza di giganti del pensiero in ogni materia e categoria.. Una vasta maggioranza degli uomini (non rammento la percentuale precisa) ha fantasie omicide ricorrenti per tutta la sua vita,  il fatto che divertano queste energie in "altro" (anche non-arte) per te non fa differenza? La differenza la fa il boia quando alza la scure della sua azione "purificante" verso gli empi. Non è un caso bizzarro di bispensiero se gli ex puritani oggi tifano per la pena di morte. Non commento il tuo argomento del "siamo troppi uno più uno in meno" perchè non faccio questo ragionamento nemmeno coi polli.
#3336
Scusa Jacopus ma il fatto che Bilancia venisse deriso davanti alle cuginette non è granchè indicativo, altrimenti Allan Poe che cosa doveva fare, un genocidio? La cosa "divertente" del mettere al mondo esseri umani è che essendo che sono umani, rispondono ai contesti in maniera personale, e tanto spesso da "pessime" infazie nascono geni, quanto dei disadattati. La responsabilità è comunque la loro. 

Un problema riguardo l'esecuzione capitale che non è stato citato ed è ancora più pratico di quello economico è : come? La ghigliottina e la fucilazione in passato hanno fatto il loro sporco lavoro, a mio avviso meglio di quanto modernamente si sia fatto con sedie elettriche e iniezioni letali. Se si vanno a leggere le cronache di queste esecuzioni, si ci imbatte nella descrizione di vere e proprie torture disumane. Peraltro va detto anche che i medici, per ovvi motivi deontologici, non possono operare esecuzioni, perciò quello che succede spesso è che degli sprovveduti vadano a fare questo tipo di operazioni.

Inoltre vorrei far notare che l'opinione di Socrate è probabilmente fuori dall'alveo cattolico, ma non quello cristiano. Almeno in america, la maggior parte dei sostenitore della pena capitale sono anche cristiani. Come riescano a conciliare teologicamente le due cose non è una cosa che è data sapere, ma recentemente per esempio la sen. Lynn Hutchings ha dichiarato: (traduzione a braccio mia)"Il più grande uomo vissuto sul pianeta è morto con la pena di morte, per me e per voi. Sono grata a lui per la speranza di un futuro che ci ha dato. Se Gesù non fosse morto per pena capitale, noi tutti non avremmo speranza".
#3337
Citazione di: baylham il 07 Maggio 2019, 15:43:43 PM
Citazione di: InVerno il 07 Maggio 2019, 13:20:01 PME' goffo anche perchè i commenti dei giornali sono solitamente di un livello così basso che l'idea di pagare per parteciparvi è assurda di per se, i giornali dovrebbero offrire qualcosa di diverso che lo spazietto dove lasciare il proprio sfogo\defecato quotidiano ed andarsene, se vogliono farsi pagare. Invece vendono un servizio perfettamente inutile e di scarso interesse. Oltre a mettere in atto altre pratiche dentologicamente dubbie >>>>CLICCA QUI SE VUOI SAPERNE DI PIU<<<<

Accade spesso che alcuni commenti dei lettori dimostrino una competenza, preparazione sul tema dell'articolo assai superiore a quella del giornalista autore.

Il giornalismo è una attività professionale, economica, importante, rilevante, per cui i giornali, cartacei o digitali che siano, si pagano in un modo o in un altro.

Io non ho messo in discussione il fatto che i giornalisti debbano essere pagati, se è per quello anche i moderatori dei commenti. Ho detto che fa parte di una serie di tentativi disperati (irrazionali, inefficienti, "finto-moderni") da parte di chi detiene ricchezze intellettuali nel mantenerle private al tempo di internet.E che è un problema molto più ampio rispetto al giornalismo. La qualità degli articoli spesso è dettata da una linea editoriale con dei target di mercato precisi, compresi di età, livello di istruzione etc. E' inutile prendere certi giornali e meravigliarsi che i commenti superino l'articolo, spesso è esattamente quello che vuole l'editore.
#3338
Perchè il giornalismo fa parte di quell'universo di prodotti che è stato digitalizzato, e come gli altri (dal cinema ai libri) si oppone in maniere goffe a tale cambiamento (dove è finita la "tassa" sui dvd?). E' estremamente goffo perchè a differenza del contenuto editoriale che si può dire sia originale e possa essere acceduto solo tramite il giornale, l'azione di lasciare commenti o fare discussioni è gratis nel resto dell'infosfera. Infatti Socrate non ha pagato ed è venuto a scrivere qualcosa qui, altri scriveranno su facebook etc. La percentuale di chi paga per questo servizio deve essere così bassa da essere vergognosamente bassa, chi li acquista deve aver comprato un pacchetto che li comprende.
La teoria di Phil mi pare che nella pratica sia smentita dal fatto non tanto che solo i "ricchi" possono commentare (un abbonamento non è per ricchi) ma che solo i giornali ricchi possono permettersi queste pratiche, perchè hanno una base d'utenza tale da potersi permettere di escluderne la maggioranza e avere ancora qualche commento sotto (non averne da l'idea di un articolo che non suscita niente a nessuno). Insomma, una monetizzazione per soli ricchi, che presumibilmente avrebbero altri modi per fare introiti. E' goffo anche perchè i commenti dei giornali sono solitamente di un livello così basso che l'idea di pagare per parteciparvi è assurda di per se, i giornali dovrebbero offrire qualcosa di diverso che lo spazietto dove lasciare il proprio sfogo\defecato quotidiano ed andarsene, se vogliono farsi pagare. Invece vendono un servizio perfettamente inutile e di scarso interesse. Oltre a mettere in atto altre pratiche dentologicamente dubbie >>>>CLICCA QUI SE VUOI SAPERNE DI PIU<<<<
#3339
Tematiche Spirituali / Re:E se Eva...
06 Maggio 2019, 14:21:33 PM
Chiedo scusa ad Altamarea per questo intervento, vi pregherei di non rispondermi in pubblico per non dirottare il topic.
Sta di fatto che stamattina dopo aver scritto il post, appena uscito di casa, ho trovato un serpente su un melo* . Evidentemente devo aver scritto qualcosa di molto blasfemo se qualcuno si è premurato di lasciarmi questo segnale (anche bello grosso, ma non velenoso). Lo prendo come un invito divino a smetterla di scrivere scemate (anche se non c'è stata nessuna discussione tra me e il serpente che me lo possa confermare direttamente).



*Per i botanici attenti, sono le foglie di un susino, ma perchè si era trasferito di ramo in ramo mentre andavo a casa a prendere il telefono; era davvero su un melo.
#3340
Tematiche Spirituali / Re:E se Eva...
06 Maggio 2019, 07:59:51 AM
Citazione di: anthonyi il 05 Maggio 2019, 19:55:26 PMma perché tutti sono convinti fosse una mela? A me il paradiso terrestre mi fa pensare a un paradiso tropicale per cui Cocco oppure ananas, al limite banana.
Avevo letto fosse un errore di traduzione da malum, ma anche se sembra una buona spiegazione non saprei se è fondata. Perchè tropicale scusa, il culto dei giardini è una tradizione mesopotamica, immaginata probabilmente con in mente quel tipo di vegetazione (tenendo conto che al tempo la mesopotamia era ben più rigogliosa di oggi). In ogni caso ho sentito alcuni esegeti ebraici dare una connotazione sessuale di questo "mangiare il frutto", mi sa che Adamo le mele anzichè mangiarle le infilzava con le corna!
#3341
Ecco perchè bisogna criticare i cospirazionisti, quelli che credono che ci sia chissà quale macchinazione, vedi bene come sono candidi e onesti i papi.

Francesco si chiede, se la resurrezione non è carnale, che ci crede a fare la gente in quella di Cristo? Lui lo sa che la gente vuole risorgere ossa pelle e polmoni..Più chiaro di così..

Ratzinger invece propone il mistero dell' "unidualismo", come un cancello per tenere fuori quei capoccioni che insistono con "rompicapo fisicisti",  maledetti loro, sempre a guastar feste! Ovviamente l'unidualismo richiederà fede per essere accettato, razionalmente la parola non ha alcun senso, è per quello che Cristo non l'ha mai pronunciata, perchè diceva cose razionali a differenza dei preti.

E poi è colpa degli atei se non c'è più religione..
#3342
Eutidemo nel tuo ultimo post metti in ordine una serie di analogie e collegamenti (alcuni secondo te aberranti) che non ho fatto, alcune volte posso capire che potevano essere bivalenti e tu hai preso interpretazioni non contestuali, ma altre volte giochi con considerazioni drammatizzate al fine di suggerire stia facendo apologia del totalitarismo. Dei miei mille post precedenti non ne hai mai letto nessuno?Risponderei volentieri alle tue considerazioni storiche, ma se l'intelaiatura generale delle mie argomentazioni viene caricaturizzata è inutile ragionare su questo e su quel dato. Mi accusi  per esempio e paradossalmente di confondere il piano sociale con quello politico (?) parlandomi (tu) delle condizioni di lavoro, o delle libertà individuali degli schiavi, anzichè ragionare in termini di suffragi e diritto alla detenzione di un arma (1964) da parte di afro cinesi etc,  che è il vero dato di cui dovremmo parlare in termini democratici in america.
#3343
A parte che esistono diverse sezioni per un motivo, e questa "obbligatoriamente" contiene argomenti tipici della politica e dell'economia. Mi viene in mente l'undicesima tesi su Feuerbach, riguardo a quale sia il compito della filosofia. Purtroppo nel mio piccolo non posso permettermi il lusso di illudermi di saper incidere tanto a fondo nella realtà, lascio tale compito ai giganti del pensiero, se questo mondo ne saprà ancora produrre. In fondo penso che dopo tante trasformazioni nel secolo scorso, sarebbe anche il caso di fermarsi un attimo ad interpretare, ribaltando la famosa tesi.  E in questo ragionamento che ho fatto più che Marx, c'entra Socrate e la sua critica alla democrazia, che tralaltro ebbe il buon gusto e la saggia idea di  non scrivere un manifesto teleologico, forse perchè sapeva che le teleologie conduno necessariamente alla tirannide. Cosa che ai marxisti pare non entrare in testa  (altrimenti non si direbbero marxisti) continuando magari (non da soli purtroppo) ad esprimersi nel "tanto peggio, tanto meglio", argomento tipico della democrazia in odore di suicidio.
#3344
Eutidemo ti ringrazio per tre motivi, uno ovviamente per avermi risposto, due per averlo fatto con questa esposizione dettagliata, tre perchè ero preoccupato di scrivere troppo e passare per quello che vuol fare lo "spiegone", ma i miei post impallidiscono davanti ai tuoi (non sto ovviamente affermando che tu voglia fare lo spiegone :). Concordando ovviamente con l'ingente numero di dati che sei riuscito ad elencare, volendo rimanere stretto ho tagliato alcuni angoli della mia argomentazione su cui però vorrei fare alcune obiezioni a punti pivotali e che sono leggermente più interpretativi.

Gli USA erano una democrazia compiuta al tempo della WWII, ma con  la "fortuna" di avere il controllo su un continente praticamente vergine (cosa che non capita tutti i giorni) e di aver sfruttato lo schiavismo ben oltre quanto le potenze europee si erano permesse formalmente, e aver accumulato su questa accoppiata una fortuna economica da dilapidare, e una demografia in esplosione. Ora uno può decidere cosa è democrazia e cosa non lo è, ma per come la vedo io, avere un parlamento non è sufficiente quando la forza lavoro primaria è composta principalmente di schiavi. Quando dico che dovettero flettersi a una forma semitotalitaria, non mi riferisco tanto al fatto che avessero campi di concentramento, la cui crudeltà è dibattibile, o che a quel tempo spuntavano scherzi della natura come il partito nazista americano, il KKK e altre strane presenze che possiamo per brevità omettere. Mi riferisco invece per esempio alle condizioni di lavoro nelle fabbriche americane quando dovettero produrre quell ingente numero di mezzi militari che enumeri.
Per dire un eufemismo, non erano tempi di ferie, forse avevano le sedie, ma esistono decine di studi riguardo alle disumane condizioni di lavoro in particolare delle donne e dei neri, che formalmente non erano schiavi, ma nella prassi ... E tutt'oggi non sono tempi di ferie negli states,  il welfare europeo per loro è ancora un miraggio in divenire, e hanno un economia più forte delle nostre "rammollite" (loro così ci vedono). Perciò non abbarbichiamoci sulle violenze di guerra per definire uno stato tolalitario, ma guardiamo magari alle condizioni di vita delle persone. Stesso dicasi della Gran Bretagna e il fatto che Ghandi potesse andare protestare a Londra, ancora, guardiamo le condizioni di lavoro degli indiani che produssero tale ricchezza, che non erano semplicemene sacchetti di the. In definitiva continui secondo me ad evadere (non penso volontariamente) una questione che ho posto sin dall'inizio, ovvero quanto il predominio occidentale fosse in realtà dovuto a sacche di totalitarismo interne ed coloniali, regolate in termini privati, anche sotto l'egida di formali democrazie.

Riguardo invece la "cinesizzazione" ovviamente non proponevo nessun paragone diretto, ma hai fatto bene a raccontarci di questo annedoto che sicuramente sarà foriero di riflessioni anche per qualche sinofilo qui sul forum (ogni riferimento è casuale). Il punto è diverso, ovvero a cosa la concorrenza con la Cina ci ha costretto, e quale sia in fin dei conti l'argine  che possa limitare una definitiva conversione al modello cinese. Guardati in giro, gli economisti (commercialisti?) vivono nell'ossessione del differenziale con la Germania (in teoria un alleato economico e militare), i progressisti entrano in estasi mistica quando riescono a convincere qualche stato canaglia a togliere un burka, i populisti firmano accordi commerciali con la Cina, cioè premiano il modello cinese. C'è qualcuno oltre a tuo figlio che si interessi delle condizioni di lavoro dei cinesi, e faccia la semplice operazione mentale di capire che dare delle sedie a loro, equivale a mantere le nostre sotto il culo? Magari c'è, ma sempre più grazie allo strapotere economico cinese, è difficile dire di "no", anzi ormai i nostri rapporti con la Cina assomigliano sempre più ad un "signor si!"


Per rispondere invece ad Ipazia, ho fatto quella battuta per un motivo molto semplice. Ho sempre pensato che a differenza della sinistra americana, che ha praterie da correre (scuole pubbliche, sanità pubblica etcetc) la sinistra europea deve trovare qualcosa più entusiasmante che aumentare le tasse per pagare i servizi esistenti, e il margine di manovra non è così ampio come in america. La democratizzazione del posto di lavoro potrebbe essere un idea, a patto che facendolo, la nostra efficienza economica non si riducesse a tal punto da portare lo stato al banco dei pegni. Per questo penso che questa discussione sia cruciale. Poi qualcuno mi chiederà che cosa intendo per "democratizzazione del posto di lavoro". Partiamo dalle basi, ovvero che quando un azienda delocalizza e lascia a piedi mille dipendenti, in pubblico a fare il dibattito non ci va un giornalista e un politico, ci va anche quel grande impredintore che ha deciso di portare tutto in Bulgaria. E spiega serenamente le sue ragioni, non saranno mica tutti ladri, qualcuno avrà i suoi sacri motivi, ma se non cominciamo a responsabilizzare questi individui e continuiamo questa rincorsa a chi urla più forte "piove governo ladro", presto ci troveremo davvero con un governo ladro, ma ladro di vite.
#3345
Non mi piace aprire i topic perchè sento di dover rispondere esaustivamente a tutti, ovviamente è impossibile, risponderò in primis ad Eutidemo che mi da l'occasione di chiarire alcuni punti della mia esposizione.
Inanzitutto ero esitante nel proporre il piano storico perchè pone quesiti infiniti, e sopratutto se questi totalitarismi sono falliti un motivo c'è, e quando parlo di totalitarismo non parlo di modelli falliti in passato, ma di quelli del futuro. Ma mentre per il fascismo Italiano  (non saprei se dire lo stesso di quello Spagnolo) e per il comunismo russo, le cause del fallimento mi sembrano autoevidenti, per il nazismo nutrirei più di un dubbio. Il livello di efficienza economica a cui suddetto totalitarismo ha elevato l'economia tedesca fu incredibile dal mio punto di vista, assolutamente capace di conquistare l'intero continente attraverso la propria industria. Il problema del nazismo fù il Fuhrer, la sua conclamata incapacità strategica-militare e le sue personali ossessioni, come quelle antisemite. Se per puro caso al posto di Hitler un più moderato dittatore avesse messo sei milioni di ebrei al fronte con un fucile, o in un industria a produrre proiettili, anzichè nelle camere a gas, non sono per niente sicuro che oggi non parleremmo di queste vicende con una svastica a farci compagnia sopra il caminetto.

Ma quello che ci insegna quella esperienza è ancora più grave. L'efficienza della macchina economica tedesca fu così devastante che le forze alleate per partecipare alla guerra e sperare di vincere dovettero in pratica trasformarsi in stati totalitari anch'essi, negli USA in particolare andarono molto vicini ad instaurare la legge marziale pur di essere in grado di contrastare industrialmente il Fuhrer, dall'altra parte Stalin già aveva potere assoluto e spesso in Europa ci si dimentica di quanto fondamentale fu il suo apporto nella sconfitta del nazifascismo. La GranBretagna, LA democrazia per eccellenza dai tempi della magna charta, nel frattempo interrompeva tale tradizione in India (e nel resto del mondo) sponsorizzando compagnie anonime private, per niente democratiche, che aveveno al loro soldo più soldati di quanti ne avesse la madre patria, ed espropriavano mezzo globo per mantenere un parlamento a Londra. Insomma le forze alleate dovettero piegarsi a una forma  di totalitarismo pur di sopravvivere, e questo ci racconta cosa potrebbe accadere a noi oggi,  mentre cerchiamo di competere con altri stati totalitari sul piano dell'efficienza industriale, cosa peraltro che mi sembra evidente nella "cinesizzazione" dei nostri posti lavoro, che accade ogni giorno sotto i nostri occhi.

Il rapporto tra democrazia e capitalismo lo si può semplificare in una battuta: "viviamo in democrazia, a parte le 8 ore al giorno che passiamo in fabbrica". Ha ragione Paul, uno stato anelastico come alcune dittature del passato, è assolutamente mortifero per il capitalismo. Ma che dire del totalitarismo del futuro, e in particolar modo del totalitarismo cinese? L'8% di crescita annua non è una bazzecola su cui si può tergiversare, sono ventanni che liberali occidentali prospettano la fermata del dragone.. ma per ora ci siamo fermati noi, non loro, e ci siamo fermati principalmente per causa loro.

Chiosa finale per Anthony: ho abbandonato il marxismo tanto tempo fa proprio perchè non potevo accettare l'idea di considerare la storia come un processo economico (cosa che peraltro fanno oggi tanti "non marxisti") e non mi sognerei per sbaglio di dimenticare tutto ciò che c'è al di fuori dell'economia. Ma dobbiamo anch'essere pragmatici.. Vai in Korea del Nord e convicili che la democrazia è una questione di gusti... capisci cosa intendo?
Capire quale sia il sistema di governo che meglio si addice al capitalismo è importante, perchè la soluzione proposta da Eutidemo potrebbe non essere sufficiente, anche raggiunto il livello continentale, potremmo continuare a soccombere davanti al totalitarismo. Allora finalmente avremo una "scusa" per poter dire che abbiamo un problema grave con il capitalismo, e che forse non è il sistema economico che si addice all'Europa del futuro.