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Messaggi - InVerno

#3361
Citazione di: sgiombo il 25 Gennaio 2019, 15:48:28 PM
Citazione di: InVerno il 25 Gennaio 2019, 14:03:57 PM
Citazione
Ma di quale materialismo parli?
Ce ne saranno forse altri che non conosco, ma quelli che conosco io, dal democeriteo, al d' Holbachiano, al leopardiano, al Feuerbachiano al marxista, conoscono i bisogni immateriali (e per lo meno quello marxista anche i modi di studiarli e affrontarli) molto meglio di qualsiasi idealismo, spiritualismo o teismo.

Ma come si fa a non vedere decine (per lo meno;  per restare ai soli casi noti e famosi) di materialisti che hanno condotto vite eticamente elevatissime, "irreprensibili" (per quanto può esserlo una vita umana)?
A già, chiudendo deliberatamente gli occhi onde meglio coltivare con presunzione pregiudizi infondati.
E chi non li ha visti, chi li ha negati? Altre fallacie dell'uomo di paglia... Forse il materialismo che non conosci è quello che la gente vive, che si respira in ogni donde, che è uscito dalle pagine del libro e si è fatto carne? Perchè le ideologie si fanno carne, questo almeno ammetterei che qualcuno l'aveva insegnato meglio degli altri..Mi chiedo a cosa sia dovuta la imminente chiusura di tutte le facoltà di "scienze umanistiche" che producono nulla (o "ottimi benzinai" secondo altri) in una società che nemmeno capisce più la bellezza, e parla solo di PIL e disagi economici. Chissà certi strali da dove vengon fuori..saranno i preti!
#3362
Insomma, se uno volesse essere "puntiglioso" potrebbe tranquillamente far notare ad Anthonyi che la già SCARSA regolamentanzione che portò alla crisi del 2008 è rimasta praticamente invariata nonostante un collasso catastrofico, che il tutto (compreso la tenuta dei governi) è ancora affidato ad agenzie di rating private con interessi a dir poco opachi e che fanno il bello e cattivo tempo in relazioncine di una pagina (che poi alcuni ripetono a pappagallo) , e tante altre amenità tra l'assurdo e il faceto che farebbero mettere da parte un po di questo "candido" (nel senso di ottimista) fatalismo. Io personalmente lascerei perdere, perchè continuo a pensare che il populismo non si capisca nei libri di economia. Sarei invece molto curioso di sapere se qualcuno volesse portare sul tavolo un capolavoro della letteratura italiana, per capirci un attimino di più, che va generalmente con il nome di "Pinocchio" , per come la vedo io, non basterebbero una decina di pagine per esaurire l'argomento.
#3363
Citazione di: Ipazia il 25 Gennaio 2019, 13:18:57 PMQuello che si nega è che sia necessario un bastone/carota ultraterreno per tenere a bada gli istinti ferini terreni, bastando i bastoni/carota terreni per quello scopo. Meglio ancora se accompagnati dalla comprensione razionale dei vantaggi del comportamento civile e solidale. Cosa che le cure parentali fanno da sempre. Con tutti i limiti della cultura di appartenenza, ma nella quale non si ravvisa alcun progresso etico nel passare dall'ateismo al teismo, come dimostrano i pargoli cresciuti nelle Madrase.
Piacerebbe negarlo anche a me, che al di la di teismo\ateismo mi ritengo un umanista, il problema è che alla prova dei fatti ciò che accaduto nei tentativi "atei" è una sostituzione (o meglio ancora una surrogazione) della carota con un frullato di carota, la tecnica fondamentalmente è rimasta la stessa, come "noi" critici dell'ontologicizzazione del mercato e altre amenità indichiamo da tempi non sospetti. L'ateismo deve superare la propria fase adolescienziale e messianica, adagiarsi meno sui propri proclami e delle proprie ribellioni infantili e camminare con le proprie gambe (posto che ci riesca). Sgiombo mi ha chiesto chi sarebbe ad aver negato il territorio oltre la mappa, e la risposta sta proprio nel materialismo che ha confuso le due negando il bisogno immateriale. Per quanto ne sappiamo al momento, nemmeno i ratti (vedasi esperimenti di "universo 25") riescono a vivere un "paradiso materiale", mi sembra pretestuoso immaginare che gli uomini possano fare meglio, perlomeno finchè non vedremo un ateismo di sostanza (e non formale) alla prova e con successo.
#3364
Citazione di: Ipazia il 25 Gennaio 2019, 08:42:25 AM
Etica della reciprocità

Vediamo di smantellare questo ennesimo fiore all'occhiello che teisti e simpatizzanti di tradizione cristiana si vogliono abusivamente attribuire.

La regola d'oro è una costante antropologica, eticamente fondamentale per ogni comunità di umani, dai bipedi pleistocenici ai superominidi. Mischiarla con l'amore la rende solo più retorica e contraddittoria. Infatti i primi a negarla nei fatti, i più evangelicamente o jihadicamente guerrafondai, furono proprio le religioni del Dio dell'ammore. Basarla sul reciproco rispetto: questo la rende regola d'oro. Se poi viene anche l'amore, meglio. Ma con giudizio perchè l'eccesso di amore, nella sua possessiva assolutezza irrazionale, a differenza del rispetto, può anche uccidere e far uccidere. Quindi più dell'amore, vale l'empatia, la solidarietà umana, basata appunto su una razionale presa d'atto del valore antropologico del principio di reciprocità.
A parte il fatto che il cristianesimo - come vedi dal tuo link- ha l'unicità di tradurla in attivo ("fai al prossimo tuo" anzichè "non fare") il che comporta una certa differenza in come intendere questa "costante" (per i cannibali -ad esempio- non esattamente una costante) non di poco conto, e che per esempio giustifica moti proattivi nei confronti dell'altro (compresa la conversione - anche coatta - se vuoi usare un esempio negativo). Mi pare che tu costruisca una fallacia dell'uomo di paglia. Se qualcuno ha affermato che senza religione non c'è etica\morale pace per lui, ma di solito si capisce che la religione ha (avuto?) l'effetto di rafforzare enormemente l'efficacia di comandamenti morali. Per farla spicciola, non è che prima che Mosè tornasse dalla montagna fosse accompagnato da una banda di stupratori incestuosi e bestemmiatori folli, e che prima delle tavole i suoi compari fossero delle bestie. E' che quando torna, le stesse regole che per buon senso erano già in larga parte accettate, erano scritte sulla pietra, ovvero c'è un salto di qualità in quanto queste regole potessero essere incisive e rispettate in una comunità.
#3365
Citazione di: sgiombo il 24 Gennaio 2019, 20:48:34 PMAvendo di meglio da discutere nel forum preannuncio che non risponderò ad ulteriori boriose, arbitrarie, aprioristiche, infondate pretese di superiorità da parte dei credenti sugli atei (i quali solitamente accreditano ai credenti una dignità umana pari alla loro, contrariamente non certo a tutti i credenti per fortuna, ma sicuramente a qualche altro credente qui intervenuto).
Non vorrei abusare ulteriormente del tuo tempo, ma devo per forza dire che la cosa più divertente che mi sia capitata in questo forum è che i credenti mi credono ateo e gli atei mi credono un teista. Siccome non sono abbastanza egocentrico per aprire un post e spiegare il mio punto di vista, farò buon viso a cattivo e gioco e continuerò a godermi questo status privilegiato di emarginato-ideologico da ambo le parti! Tanto per confermare che religione o meno, gli uomini ragionano sempre per etichette!
#3366
Citazione di: Ipazia il 24 Gennaio 2019, 13:23:46 PMMettiamo pure da parte le caricature seminaristiche dell'ateismo. L'utilitarismo dovrebbe evolversi anche in senso etico una volta finita la necessità del bastone & carota per tenere a bada l'hybris umana, troppo umana. L'oltreuomo è, liberato da orpelli mitologici, l'homo sapiens che si sa amministrare senza bisogno di bastone (inferno) e carota (paradiso) aggravati/abbelliti dal mito della dannazione/vita eterna.
Mettiamole da parte, e cominciamo col dire che un credente non si sente un asino attaccato alla carota, e perciò non agisce come tale, questo è al massimo quello che può vedere un esterno di lui, in maniera appunto caricaturale. Così come l'idea del libro unico e la sacralità delle fonti, utili nella conservazione del messaggio originale e dei testi (questione non scontata per millenni), ma pressochè assente nella prassi, essendo quello con Dio un rapporto di natura individuale (seppur ovviamente i "pastori" dicano altro per interesse di bottega). Riguardo ai gravami che il mondo "senza Dio" deve affrontare, innanzitutto partono dall'ammissione del proprio fallimento sistematico nel trovare un sistema che faccia a meno delle divinità nel senso della loro funzione culturale e sociale. Che poi questo sia un mondo meno "illuso" mi pare bias culturale modernista, che deduce che credere in Athena Spa sia un livello di creduloneria molto più raffinato che credere in Athena Nike. Un ipotetico marziano avrebbe difficoltà a capire la differenza.. Con in più la presunzione di pensare di essere atei (o materialisti), cioè di essere liberi dalla divinità a cui ogni giorno invece si ci reca a offrir sacrificio, i cui consigli sono stati tradotti in laiche costituzioni, e il cui potere è stato dato in appalto all'uomo. Il Re non è nudo per questa volta, si è solo messo le maniche corte!
#3367
Citazione di: sgiombo il 23 Gennaio 2019, 19:20:31 PM
Citazione di: InVerno il 23 Gennaio 2019, 11:53:54 AM
CitazioneNon vedo in che senso sarebbe più svantaggiato nel cercare di conoscere se stesso un non credente rispetto a un credente.
Siamo tutti sullo stesso campo pieno di margherite e anche di mine.
Il credente accede ad una mappa (che non è il territorio) forgiata da millenni di conquiste intellettuali, a volta taglia gli angoli, a volte non capisce proprio le figure, ma fondamentalmente appena svolto il rito di iniziazione si trova in mano una collezione di consigli, con pregi e difetti, ma dove sono indicate alcune mine, alcune margherite...Ed è ovvio che è avvantaggiato rispetto a chi ha un foglio di carta bianco ed una penna. E' un vantaggio relativo, una mappa basta metterla al contrario per sbagliare molto di più di chi non ne ha nemmeno una, tuttavia se facessimo una gara di orientamento, ti sentiresti svantaggio a gareggiare con chi ha già una mappa, per quanto consunta e logora. Poi che l'uomo, sia come individuo che come società, abbia deciso di accettare la sfida di orientarsi coi propri sensi, e non con una mappa, è uno sforzo lodevole e che forse lo aiuterà a trovare meglio la strada.. SE concepisce questa differenza come una sfida da vincere, non immaginando di aver vinto appena buttata via la mappa, mettendosi a urlare che anche il territorio non esiste.. (che è quello che è successo nel culto dei superominidi)..
#3368
Citazione di: Ipazia il 23 Gennaio 2019, 18:48:05 PMI nazisti portavano nella fibia della cintura la dicitura Got mit uns, diretta erede di un'altro slogan di grande successo teologico: Dio lo vuole. Lo strapotere teocratico ha generato perle come quella da me citata dell'abate che ordinò il massacro di Bezieres. La storia delle religioni è così piena di "compagni che sbagliano" da dubitare che a sbagliare non siano gli altri. I tagliagole di Allah ci credono di andare al martirio in nome del loro dio: Allahu Akbar.

In definitiva direi che l'esistenza della religione prevenga il male è una bufala storica falsificata alla grande. La citazione di Weinberg da me postata non è stata sufficientemente meditata dai presenti: l'idea di un imprimatur divino ha reso la mano degli assassini, e continua a renderla, più salda, non più incerta.

Che l'etica sia un campo minato lo sappiamo. La religione non ha alcuna competenza in più per sminarlo. Talvolta aggrava la situazione.
Dai su, mettiamo da parte l'anticlericalismo da principianti e il gott mit uns, il nazismo (ma non solo, prendo il nemico "facile" per evitare lungaggini) non aveva niente a che fare con l'avere un Dio sopra la testa. Poi il mio è un rilievo prettamente utilitaristico a cui dovrebbero convenire anche gli atei, l'idea di Dio è utile nello stemperare l'hybris umana, è il feromone linguistico che tiene insieme l'alverare, e la morte di Dio fu indicata da chi la vide coi propri occhi (tipo FN) come l'arrivo di una gigantesca tempesta (lui stesso infatti "profetizzò" che ci sarebbe costata milioni di morti). Il fatto che un Dio sia utile non ha nulla a che fare con il fatto che sia vero, è un rilievo di tipo sociologico non spiritualistico, e mi sembra pacifico. Non è pacifico solamente per chi crede che sia una vittoria dell'uomo che non porta con se delle responsabilità enormi. Io invece mi limito ad osservare che se si vuole abbandonare questo strumento sociale,culturale, tradizionale (e altre infinite responsabilità) bisogna prendersi carico del vuoto che esso comporta. Morta una regina se ne deve fare un altra, e l'idea di metterci un fuco, non è stata geniale..E' estramamente capzioso dire che quello fu "il risultato dell'ateismo", tuttavia si deve e si può dire che quello è l'estremo a cui può arrivare un ateismo irresponsabile, che non si cura del vuoto che ha creato, e che anzichè liberarsi della catene divine, le ricrea sotto forma antropocentrica. Altrimenti è solamente un altra religione, un altra teoria della salvezza, che serve solamente a deresponsabilizzare gli individui e non a liberarli, che è una cosa diversa, e comporta responsabilità.
#3369
Citazione di: Sariputra il 23 Gennaio 2019, 10:11:06 AMDirei di no. Caso mai  rende evidente l'incoerenza di molti teisti e la correlazione di questa incoerenza con l'egoismo/Male. Se , per esempio, anche un solo scalatore fosse giunto sulla vetta della più alta montagna, diremmo che è falso che si possa raggiungere la vetta perché una moltitudine di scalatori non sono riusciti a raggiungerla?  Questo semmai dimostrerebbe che esistono pochi buoni scalatori e molti "scarpari"...

Questa specie di 'conta' se è più nocivo l'ateismo o più il teismo la trovo assai superficiale.  Le motivazioni che hanno spinto all'odio e alla violenza nella storia non sono imputabili al credere o al non credere ma quasi sempre (se non nel caso dei fanatismi patologici di ambo le parti...) alle robuste radici nocive mentali che determinano l'agire:  ossia l'avidità, l'avversione e l'illusione, che si servono di una "forma esteriore" per dispiegarsi e soddisfarsi...
Direi che è importante lavorare su queste, in noi stessi. Tutti: teisti, ateisti e agnostici. Perché nessuna fede in se stessa ha la forza di sradicare questi profondi viluppi e grovigli interiori malsani. Un giorno questo pus interiore si è servito della spada , poi della bomba, poi dell'atomica e forse in futuro si servirà probabilmente del 'soma' tecnologico, chissà...ma è sempre il putridume che abbiamo dentro al lavoro... :( 
Sono d'accordo che con le "conte dei morti" non si va da nessuna parte, in ogni caso seppur non mi definisca un credente mi pare pacifico che un uomo, e ancor di più un "potente", sia potenzialmente più pericoloso se pensa di essere libero da qualsiasi Dio e giudizio divino. Gli imperatori romani stessi furono fortemente indeboliti e ridimensionati una volta che il cristianesimo diventò religione ufficiale, cosa che contribuì al crollo di un impero incredibilmente feroce e sanguigno proprio per lo strapotere dell'uomo sotto forma di stato. La ferocia dei "superominidi" attori delle guerre mondiali non possono passare inosservati, e non può passare inosservato che l'unico Dio in cui si può dire credessero erano loro stessi, e con quali risultati. Eppure penso sia stata un inebriatura dovuta ad un eccesso di volontà di potenza, un tragico ritorno a Divinità-Re che non si vedeva dai tempi antichi di Cesare e Ciro,  con l'evidente risultato di un imbarbarimento civile rapidissimo e violento. La lezione penso sia stata chiara a tutti, se Dio non c'è un uomo non può sostituirsi a lui, ma bisogna comportarsi come quando il padrone di casa è uscito (qualcuno dice che "tornerà"). Un ateo\agnostico deve secondo me non dimenticarsi della responsabilità che comporta la libertà da Dio, innanzitutto perchè se vuole forgiare i propri ideali deve tenere conto che parte dalla condizione di non conoscere se stesso, cioè in un campo minato e non all'inizio di una prateria di margherite.
#3370
Ciao Eutidemo. Non lo so, smettiamo di dare le pensioni di invalidità perchè ci sono i finti invalidi? smettiamo di dare gli incentivi alle ristrutturazioni perchè ci sono gli abusi edilizi? Smettiamo di dare "bonus giovani" perchè ci sono i tossici? Uno stato che si arrende alla sua inefficienza, che stato è? Quello che dici è puntuale e interessante, ma è l'idea di fondo che mi pare un po fine a se stessa. Io fin ora non ho ancora visto NESSUNO discutere se sia positivo o meno adottare questo sistema chiaramante scoppiazzato dalla germania, ma di cui i tedeschi stessi sono convinti fino ad un certo punto. Ipotizzando funzioni come nelle intenzioni dei 5s (cosa su cui sono altrettanto scettico quanto te) qualcuno (sopratutto le opposizioni) si è ancora chiesto se è quello che davvero vogliamo per la nostra società? Il messaggio che passa invece è che è una misura buona, semplicemente difficile da attuare, cioè sposta il problema sulla fiducia al governo, anzichè su una valutazione squisitamente politica della misura in se. C'è un modo di fare politica in questo paese, che non sia dividersi tra "speranzosi" e "bastian-contrari"  a fasi alterne, discutere DI politica non SULLA politica? Chissà..
#3371
Citazione di: sgiombo il 22 Gennaio 2019, 08:45:50 AM
Splendido esempio di POLITICAMENTE CORRETTO, E NON DI POPULISMO (casomai l' esatto contrario).

Devo convincere mia moglie (insegnate) a mandarlo a TUTTE le colleghe che può contattare!

Grazie mille, più altre mille (== ventiduemila)!

La lotta d classe comprende come sua importantissima componente le sovrastrutture ideologiche.
Nel frattempo gli "eredi" della lotta di classe (quella che oserei chiamare "vera" e non l'invidia sociale) mettevano su un po di sano egualitarismo nella classe accanto :)
https://www.youtube.com/watch?v=iKcWu0tsiZM
Quanto linkato da Jacopus invece è sul punto, forse le addizioni sono ancora salve (per quanto?) ma la direzione è propria quella. Mi sorprendo solo che Jacopus abbia appena aperto un elogio all'individualismo, quando esso è proprio il motivo per cui ognuno può chiedere il proprio risultato personalizzato alle addizioni!!
#3372
Tematiche Filosofiche / Re:Elogio dell'individualismo
21 Gennaio 2019, 08:19:19 AM
Citazione di: Jacopus il 19 Gennaio 2019, 17:50:36 PMPer questo faccio l'elogio all'individualismo, che ci dice che contro ogni idea totale e collettiva esiste la dignità del singolo, dell'individuo. Nessun uomo grasso può essere sacrificato per delle idee, neppure di morte lenta.
Non è l'individualismo a dircelo, è la comunità fondata su valori individualistici a permetterlo, perchè per strano che appaia un individualista non può essere tale senza che una comunità gli consenta questo ruolo. Perchè senza la comunità l'individualista non è nemmeno un individuo, non ha nemmeno un nome, si confonde con il paesaggio. è solo rumore. E perciò che al di del fatto che in effetti l'individualismo ha funzionato bene come protezione contro i genocidi, mi pare storicamente il momento più sbagliato per questo elogio. Proprio ora che l'individualismo ha toccato la sua vetta, proprio ora che più assomiglia al parassitismo, a individui che rinnegano valori e identitità comuni ma di cui suggono il senso in ogni sua forma ogni giorno.
#3373
Citazione di: 0xdeadbeef il 20 Gennaio 2019, 13:17:49 PM
A Inverno e Sariputra
Mi sembra di rilevare che la classe media, la borghesia, sia scomparsa o perlomeno che vada scomparendo.
Quindi non mi sembrerebbe molto vero che essa non ha nessun reale reclamo di natura economica...
Poi è chiaro che le motivazioni del populismo non sono soltanto economiche, come già dicevo in apertura.
C'è un forte bisogno di identità culturale, di etica comune, di sicurezza cui la sinistra storica, con la
sua visione eccessivamente spostata sull'economicismo, non sa dare risposte.
Ma il reclamo di natura economica c'è eccome, e sarebbe grave miopia non vederlo. Come hanno votato le
periferie degradate? E' forse curioso che partiti (cosiddetti...) "di sinistra" abbiano preso quei pochi
voti cha hanno preso nei centri cittadini dove abitano i più benestanti?
E' forse inspiegabile il perchè C.Calenda stia di fatto proponendo un fronte di tutti i partiti europeisti
e liberali contro la "minaccia" populista?
saluti
La classe media sparisce perchè sono spariti i corpi intermedi che la rappresentavano, ma questo non è un problema della sinistra storica (sempre che non intendi per storica, quella post-89) ma è un problema di valore dell'intermediazione, che nella società postmoderna non ha appunto valore. Il silenzio delle anime che vedo nella società, che poi presa dal panico (perchè il silenzio è assordante e terribile) si lancia su chi urla più forte - a patto che sappia porre termine al silenzio -, è lo stesso che vedo nelle facoltà di "scienze umanistiche" dove il fatto si è consumato già da tanto tempo (derrida,foucalt,etc). Mio dio, ho partecipato ad alcune lezioni pubbliche di critica letteraria, e il professore si chiedeva perchè nessuno avesse domande al di la delle date degli esami, una riga di zombie dove "uno vale uno" senza alcuna voglia di prevalere e di cercare la verità. Di quanti soldi avranno bisogno per essere felici? Milioni di milardi non basteranno.. A che servono i corpi intermedi se ognuno intermedia se stesso? Questo, è il frutto finale e maturo del materialismo, di cui liberisti e socialisti sono solo due mele cadute dallo stesso albero, rotolate poco più in la in direzioni opposte. Il populismo riporta in auge il non-materiale, fregnacce e balle per la maggior parte (anche per colpa di pessimi interpreti) ma la richiesta è chiara:  dalla politica vogliamo speranze, sogni, progetti .. in barba ai trattati, al debito\PIL, e a tutta quella "realtà" che "le elite" pensano possa frenare il nostro irrazionale. Le elite se la ridacchiano, sanno che la realtà li frenerà ancora (insegnerà a votare) ma non si rendono conto che ad ogni sconfitta i "populisti" alzano la posta in gioco, e presto la loro domanda di irrazionale sarà più forte di quei "vincoli" che di materiale non hanno assolutamente nulla, e che scompaiono nel momento che cessano di essere creduti.
#3374
Citazione di: sgiombo il 19 Gennaio 2019, 11:15:32 AMCostanza e mutamento sono aspetti complementari, entrambi sempre presenti, almeno in una qualche minima misura, nella storia umana come nella storia naturale.

L' importante (e quasi sempre assai difficile) é saper discernere, onde comprendere e negli stretti limiti del possibile "dominare" consapevolmente, intenzionalmente i fatti reali.
Il punto è che vi ostinate a vederci motivazioni economiche, e anche se è vero che una discretta fetta degli elettori "populisti" vivono condizioni economiche precarie e di sfuttamento (il cosidetto "popolo degli abissi" come giustamente li chiama Sapelli), soprattutto al populismo più destrorso (che in Italia non esiste, essendo Salvini un semplice nazionalsocialista) partecipa in realtà una vasta fetta di popolazione "borghese" che non ha nessun reale reclamo di natura economica, quanto un bisogno di identità politica e direi anche personale e filosofica, nel mare magnum della confusione postmodernista (di cui "uno vale uno" è la sintesi più pacchiana ma anche efficace). Il populismo è il risultato della quarta grande rivoluzione dell'informazione, a cui la sperequazione sociale aggiunge gravose richieste di riequilibrio, ma non è a mio avviso l'origine prima di un movimento tellurico che sta investendo l'intero globo al di la di condizioni sociali, ma invece la riedizione del vecchio mito della torre di Babele, la reazione uguale e contraria al relativismo, il ritorno scassato alla mal parata della "verità" di cui con tanta audacia - ma anche infantilismo - pensavamo di non aver più bisogno.
#3375
Si potrebbe cominciare a dire cosa non è il populismo .. non è un movimento anticapitalista/antiliberalista , non è un revanscismo fascista/marxista , non è un nuovo modo di intendere il rapporto cittadino/eletto (soprattutto nuovo) , non è una rivisitazione del populismo sudamericano (spiace per Moretti?), non è giacobismo rrivoluzionario e in ogni caso  non è né la resurrezione  delle proprie idee storicamente fallite o i propri mostri che si pensavano curati. Beppe Grillo , genio istrionico la cui capacità di lettura sociale verrà capita solo post mortem , l ha inteso meglio di tutti (o forse il suo deceduto compare) e noi italiani per questo partiamo avvantaggiati nel capirlo. E ha a che fare intrinsecamente con internet ( altro elemento vastamente sottovalutato nonostante i profluvi di analisi non ancora minimamente sufficienti ) e con il post modernismo. L idea che ogni analisi della realtà abbia valore unita alla possibilità tecnica di esprimerla urbi et orbi. Spiace per chi ci vede la rivincita di qualche mostro del passato, ma è quanto di più moderno e futuribile a nostra disposizione.