Ciao Jacopus.

Sono senz'altro d'accordo con te sul fatto che il cervello umano è estremamente "plastico" e "adattabile", per cui apprende dall'ambiente più di ogni altro essere vivente conosciuto; ed invero non c'è (quasi) niente di "maschile" che una donna non possa fare, e viceversa.
Ad esempio, sebbene una donna non sia predisposta "naturalmente" a combattere, se viene adeguatamente addestrata nel combattimento "corpo a corpo", è in grado di battere un uomo che sia il doppio più grosso e forte di lei; allo stesso modo, se si insegna ad un uomo a lavorare all'uncinetto, può realizzare maglioncini in lana molto migliori di quelli di una donna che non sia stata addestrata a farlo.
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Tuttavia, almeno in certi casi, come dice un vecchio proverbio: "Cerca pure di rinchiudere la natura in un sacco...quella cercherà sempre di sgusciare fuori!"
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Ed invero, data la versatilità e la plasticità del cervello umano, è senz'altro possibile:
- "accentuare" culturalmente, in senso positivo o negativo (a seconda dei punti di vista), determinate nostre caratteristiche naturali filogeneticamente acquisite;
- "contrastare" culturalmente, in senso positivo o negativo (a seconda dei punti di vista), determinate nostre caratteristiche naturali filogeneticamente acquisite.
Tuttavia, soprattutto nel secondo caso, c'è il rischio che la "frizione psicologica" provocata da tale "contrasto" possa provocare "effetti sociali collaterali" indesiderati; e, comunque, la "propensione naturale" non verrà in alcun modo "soppressa" (se non, selettivamente, in milioni di anni), ma resterà semplicemente "latente".
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Anzi, paradossalmente, in tempi "molto" lunghi, determinate desiderabili modifiche culturali, potrebbero comportare modifiche selettive in direzione esattamente opposta a quella desiderata!
Ad esempio, poichè le "donne in carriera" generano meno figlie delle "casalinghe", da un punto di vista meramente "selettivo", la "specie sapiens femminile" potrebbe evolversi in senso ancora più "casalingo" di quanto già non sia per antichi adattamenti preistorici.
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Quanto alla faccenda dei giocattoli:
- è assolutamente vero che regalare bambole alle bambine e pistole e automobiline ai bambini può accentuare le loro propensioni innate;
- è assolutamente falso, invece, che le une e gli altri non abbiano già dentro di sè propensioni innate per certi tipi di giocattolo.
Tanto è vero, questo, che lo si è verificato anche "etologicamente" nelle specie di primati più simili a noi.


(Geschwister als Team: Ideen für eine starke Familie. Ein artgerecht-Buch)
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I miei genitori, traumatizzati dalla recente guerra, mi hanno raccontato che, quando io ero ancora molto piccolo, era loro intenzione di astenersi dal regalarmi qualsiasi tipo di "armi giocattolo"; però, quando ci recavamo nei grandi magazzini, io puntavo istintivamente e pervicacemente verso quelle, e non c'era verso di dissuadermi.
E la cosa singolare è che:
- all'epoca, non c'era ancora la TV
- al cinema mi portavano a vedere solo cartoni animati;
- non avevo fratelli;
- i primi anni, antecedentemente alla scuola, non avevo amici, quindi giocavo sempre da solo.
Tanto è vero che, essendo molto piccolo, non avevo neanche idea del funzionamento delle armi giocattolo, e le facevo volare come se fossero aeroplani.
Le decine di orsacchiotti che mi avevano regalato, invece, neanche li guardavo!
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Alcune credenze circa gli uomini e le donne sono sicuramente "stereotipi di genere"; ma altri sicuramente no!
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Indubbiamente, "una tradizione di molti secoli, avvalorata da sacre scritture, da leggi non scritte, da insegnamenti e da prassi pervasive" ha un "peso enorme" nel condizionamento degli individui di una certa cultura; però "mai" quanto può esserlo un condizionamento filogenetico, trasmesso nei cromosomi, che si è protratto per milioni di anni.
Lo si può senz'altro contrastare culturalmente, ed anche con "relativo" successo e durata; ma non lo si può mai sopprimere completamente ("eradicare"), se non a seguito di un "ricondizionamento selettivo" di pari durata.
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Così come la cultura può modificare il nostro "corpo" (grazie all'alimentazione e alla palestra), allo stesso mondo può modificare anche la nostra "psiche" (grazie alle ideologie e alle mode predominanti in un certo periodo).
Ma "mai" oltre certi limiti; salvo, ovviamente, un "ricondizionamento selettivo"!
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Quanto alla "psicologia", considerato il tema propostomi:
- mi sono attenuto solo agli aspetti "comuni" e "fisiologici" (condizionamenti dati dalla neotenia e dagli ormoni, ma non solo);
- non ho minimamente considerato, se non incidentalmente gli aspetti "particolari" e "patologici" , perchè sarei andato oggettivamente fuori tema.
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Ed infatti, un conto è la "psicologia" ed un conto è la "psichiatria" (in senso lato, di cura delle sofferenze psichiche, anche se non estreme)!
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E' senz'altro esatto tutto ciò che scrivi riguardo alla "traumatologia psicologica", la quale fa risalire a "traumi di tipo violento", lo spegnimento di ogni creatività da parte dell'essere umano; ma io mi riferivo alla media normale della popolazione che non ha subito "traumi di tipo violento" di nessun genere.
Ed infatti, se è vero, come scrivi giustamente tu, che gli uomini e le donne "traumatizzati psicologicamente" difficilmente diverranno artisti creativi, è altrettanto vero vero che gli uomini e le donne "traumatizzati fisicamente" difficilmente diverranno campioni sportivi; ma questo non c'entra assolutamente niente con le differenze che sussistono tra gli uomini e le donne che non sono stati "traumatizzati" nè psicologicamente nè fisicamente!
E solo questo era il tema che mi ero riproposto di esaminare.
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Un saluto!

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