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Messaggi - InVerno

#3391
Citazione di: anthonyi il 28 Marzo 2019, 06:33:08 AM
Ciao Inverno, ammetto che quella frase sia stata infelice, ma la tua interpretazione del "fascismo pedagogico" è a mio parere controfattuale. La democrazia è anche educazione alla stessa, ed è fatta di rispetto per le istituzioni e per l'esperienza di chi sa. Al contrario il fascismo le istituzioni le umilia, ed incarcera le persone competenti perché la loro competenza diventa denuncia dell'incompetenza del fascismo. Nel conflitto tra l'odierno populismo che governa l'Italia e le istituzioni Europee (Ma non solo Europee, solo 9 mesi fa abbiamo avuto un leader populista che voleva mandare sotto processo Mattarella perché non aveva ceduto alle sue pretese) io il fascismo lo associo molto più ai primi che ai secondi.
Un saluto
Quella frase l'ha detta uno e la pensavano in mille, l'ho segnalata non per predermela con il bavarese (che anzi ringrazio per aver rotto il muro dell'ipocrisia), ma per dire che quello è lo spirito europeo. Non ho granchè simpatia per gli sgangherati Italiani, ma finchè il parlamento europeo non avrà poteri formali e di fatto, finchè l'ecofin non sarà eletta, l'educazione alla democrazia possiamo tranquillamente tenerla nelle scuole italiane, visto che in quelle di Strasburgo si trovano solo copie di Platone (come in tutte le non-democrazie).

[ Potevo scrivere qualcosa di più intelligente per commemorare il mio post numero 1000. Perdonatemi]
#3392
Citazione di: Jacopus il 27 Marzo 2019, 08:31:05 AM
Che il modello amico/nemico  possa essere stato assorbito in qualche modo dall'antifascismo è verosimile ma affinché non si torni alla notte delle vacche tutte nere è necessario differenziare: il fascismo è una categoria mentale, uno stato della mente che affonda le sue origini nella personalità autoritaria, nel maschio alfa, nella tradizione che taglia il nodo di Gordio invece di provare a scioglierlo. In questo concordo con Tersite. L'antifascismo è apertura verso un modello emancipatorio, sempre in salita perché deve fronteggiare la nostra storia biologica e culturale. In questo senso fascismo e antifascismo sono antitetici e impossibili da equiparare.
L'antifascismo però soffre di un altro è più grave disturbo: è diventato un simulacro. L'antifascismo è opera e parola attiva contro tutti i processi che schiacciano l'uomo, mentre oggi, per tanti motivi è ridotto a corone di alloro secche appoggiate a cippi anonimi. E il peggio è che quegli stessi uomini che appoggiano le corone, nei fatti e nelle parole sono, nel migliore dei casi, collusi o "zona grigia". L'antifascismo significa essere pronti a morire. Chi è pronto a morire per la libertà?
Del maschio alfa non ci sarebbe nessun bisogno, in un antropologia positiva. E' nell'antropologia negativa, nel rifiuto del caos e nella ricerca dell'ordine salvifico che possa mitigare l'homo homini lupus, che il totalitarismo trova terreno fertile. Il fascista è intimamente ossessionato dai torti tra gli uomini, ne è stupefatto, chiude il pugno e lo sbatte sul tavolo per raddrizzarli. E in questo hanno secondo me parzialmente ragione Ipazia e Sgiombo, nell'indicare come "fasciste" la prassi politica di alcuni figuri ed alcune istituzioni, perchè si intravede nel loro predicato quella sfiducia cosmologica nell'individuo che deve essere "pedagogizzato". Non suonano fanfare e non si fanno marce, ma frasi tipo "il mercato vi insegnerà a votare" che sono risuonate tempo fa, non sono meno "fasciste" di qualche svalvolato che saluta delle tombe con il braccio alzato. Sono proprio fasciste (e non totalitariste e o nazionaliste) perchè sono sgangherate, retorica senza sostanza, senza nemmeno una patria da difendere, ma cercano solo un uomo da educare ad obbedire per uno strano, malevolo  e perverso senso estetico dell'ordine e della giustizia che colpirà i "peccatori" (oggi "debitori"). Non sono per niente d'accordo con Sgiombo su Churchill.  Simpatie personali del personaggio a parte, la gran bretagna e la sua magna charta, la common law della società al centro della società sono baluardi antifascisti dai tempi del medioevo, prima ancora che l'assolutismo francese facesse capolino con il cesarismo napoleonico. Non a caso hanno voluto la Brexit, proprio sentendo lo stesso odore di fascismo che sente Sgiombo.
#3393
Citazione di: Freedom il 26 Marzo 2019, 11:20:28 AM
Ma la vita cos'è e da dove viene? In altre parole: a parte le definizioni scolastiche (movimento, capacità riproduttiva, etc.) come possiamo rappresentarci la vita? E ancora: c'è un momento preciso nel quale possiamo individuare l'apparire della vita? Nel senso: possiamo individuare quando un sasso, un minerale acquisisce, appunto, la vita? E se ci riuscissimo potremmo almeno immaginare da dove viene la vita?
Probabilmente dal sole? Intesa la provenienza come "conditio sine qua non" , perchè altrimenti la "provenienza" non si spiega (se non in un ottica panspermica, troppo complessa al momento da considerare). Sarà una risposta "scolastica" ma stiamo cercando vita nell'universo, e attualmente a parte rare eccezioni come campi gravitazionali lunari che potrebbero riprodurre le condizioni necessarie alla vita anche in zone molto distanti dal sole, il consenso è che la vita (intesa nella sua accezione terrestre) possa esistere solamente ad un certa distanza dal sole, non troppa e non troppo poca, il che fa del sole (o meglio fa delle stelle) la condizione prima necessaria alla vita (più dell'acqua che potrebbe essere sostituita da qualche altro liquido). Non solo in termini di calore necessario ai processi vitali, ma anche in termini di molecole sufficientemente complesse per sostenere la vita (da qui la famosa "frase per canzoni" che recita che "siamo polvere di stelle"). Praticamente tutta la vita terrestre è orientata al sole, ogni albero, ogni alga, ogni filo d'erba indica spontaneamente il sole come la sua sorgente di vita. Gli unici ad avere dubbi su questo globo riguardo alla provenienza della vita sono gli esseri umani, perchè tutte le altre forme di vita paiono non avere dubbi a riguardo, lottando disperatamente fino alla morte per un cosidetto "posto al sole". E se qualcuno volesse obiettare che questa risposta non è abbastanza "spirituale" ricordo che gli antichi hanno costruito praticamente tutti i sistemi religiosi in riferimento alle stelle e al sole, seppur ce ne siamo dimenticati.
#3394
Visto che Sari è in vena di delucidazioni ne avrei qualcuna da chiedere anche io..

- Visto che ti sei detto possibilista riguardo ai vegetali, perchè non i funghi? Sono molto più vicini al regno animale di quanto lo siano i vegetali, e alcuni micologi (tra cui il grande Paul Stamets) hanno più volte avanzato l'ipotesi che siano "coscienti". In un certo senso sono i funghi il "vero respiro della foresta", (sicuramente più del vento tra le foglie), o per ancora meglio dire in metafora "internet della foresta". Non sarei dispiaciuto di rinascere boleto, molto più dispiaciuto di rinascere amanita (o altro "velenoso") perchè purtroppo c'è una folta schiera di ineducati che li prendono a bastonate quando li vedono. :(

- Non ho tralaltro mai capito se il circolo delle rinascite sia un sistema chiuso terrestre, o prenda in considerazione l'intero universo. Nel secondo caso sarebbe interessante come l'esperienza di una rinascinata interplanetaria possa avvenire.. Perchè se è probabile che esista vita al di la della terra, non è per niente detto che essa si basi sul DNA o sul carbonio e l'ossigeno.. Insomma, tradurre l'esperienza mortale di questo pianeta, in una forma di vita che potrebbe essere quella di una piovra a metano, non è per niente intuitivo quanto cinghiali e canguri!L'idea comunque non è preclusa se si prende in considerazione l'ipotesi della panspermia.

Ciao :)
#3395
Citazione di: sgiombo il 21 Marzo 2019, 10:39:21 AM
Non capisco l' affermazione che i panelli solari producono 40 volte le radiazioni (penso gamma e x, cioé quelle dannose alla salute e oltre certe dosi letali) del nucleare (a parità di energia prodotta?).

Comunque il problema del nucleare non sono le radiazioni prodotte "fisiologicamente" (che in teoria dovrebbero essere di infima entità (sic!) ma quelle conseguenti "fughe" da guasti e malfunzionamenti e incidenti di varia gravità, fino a quelli catastrofici già verificatisi (che non é detto siano i peggiori; non mi tocco nulla non essendo superstizioso).
Oltre ad un adeguato smaltimento (o meglio: stoccaggio) delle scorie per tempi "biologici".

Ma esistono anche misure che sarebbero efficacissime, anche se sono dolorosissime, "politicamente difficilissime da realizzarsi" eppure teoricamente possibili come il controllo demografico e un drastico ridimensionamento del consumismo pro-capite (medio, tenendo conto del pollo di Trilussa).


D' altra parte soluzioni facili e indolori non ce ne sono: se c'é chi favoleggia di fonti di energia inesauribili e non inquinanti (nucleare di fusione, magari "fredda", fissione nucleare di xesima generazione, ecc.) o é uno sprovveduto ignorante (di termodinamica) o é in perfetta malafede.
Sono 40 volte rispetto al nucleare, e 80 volte rispetto al carbone. Fonte completa: tab.45 pag 76 https://www.unscear.org/docs/publications/2016/UNSCEAR_2016_Annex-B-CORR.pdf . Quando dicevo che i minatori cinesi non se la passavano bene mi riferivo anche al fatto che sono esposti a quantità di radiazioni considerevoli senza avere l'equipaggiamento necessario a schermarle. Incidenti peggiori di quelli di Chernobyl sono difficili da immaginare, per il fatto che la tecnologia usata li era totalmente inadeguata.

Sono d'accordo con te riguardo alle "dolorosissime ed efficacissime". Ripeto, non supporterei mai il nucleare se quelle soluzioni fossero disponibili, ma mi sembrano semplicemente impossibili prima di "sbatterci di naso", cosa che vorrei onestamente evitare..

Riguardo al "totalmente riciclabili" invece le nazioni unite non paiono molto d'accordo, infatti ci segnalano che il primo mondo scarica sul secondo\terzo dal 60 al 90% dei prodotti elettronici (compresi pannelli, inverter, batterie etc)  questi ultimi poi li riciclano sotterrandoli e inquinando con cadmio zinco e altri elementi tossici falde e terreni. https://www.unenvironment.org/news-and-stories/press-release/illegally-traded-and-dumped-e-waste-worth-19-billion-annually-poses
Evidentemente nemmeno nel terzo mondo si trova conveniente riciclarli, e se non ci riescono loro con quel costo di manodopera, vorrei ben vedere quando sarà convieniente per noi...
#3396
Si, è possibile che nel futuro la tecnologia ci consegni rinnovabili che producono "dieci volte" quelle attuali (anche le batterie dovrebbero contenere dieci volte quelle attuali) ma per ora crescono ad un tasso ragionevole del 1% annuo. Lo stesso tasso a cui è aumentata l'efficienza del nucleare e le altre fonti. Se ci sarà un punto di svolta drastico, lo vedremo e valuteremo, potrà esserci sia nell'efficienza del solare che sulla sicurezza del nucleare. Io non ho messo il nucleare in contrapposizione al solare, io mi interesso di chi può OGGI ragionevolmente sostituire il carbone, non fra quaratanni ipotizzando tecnologie che non esistono attraverso esercizi di fantasia, per queste cose devi chiedere a Elon Munsk. Oggi sappiamo che per produrre lo stesso terawatt di energia elettrica le rinnovabili utilizzano 17 volte le quantità di materiali del nucleare,  occupano 450 volte lo spazio a terra per la produzione, producono 3 volte la CO2, il costo al kw è circa 3 volte, e producono 40 volte le radiazioni  (il solare, non l'eolico, per via dell'estrazione dei minerali rari necessari ai pannelli). Tutti dati delle nazioni unite, non presi da qualche blog. E tralaltro sappiamo che vivere in una città inquinata ha un indice di mortalità tre volte superiore rispetto ad essere un "ripulitore" di Chernobyl. E non mi risulta un piano per riciclare i pannelli dove si possa leggere costi e benefici, perciò non capisco come tu sia sicura siano "totalmente riciclabili", sarei molto interessato visto che non vedo l'ora di "riciclare" i miei. Questo è quello che sappiamo oggi, se domani troveremo una pallina di gomma che produce 10 milioni di gigawatt, sarò ben contento di avvocare per il suo utilizzo.
#3397
Citazione di: paul11 il 19 Marzo 2019, 14:49:03 PM
Non ha torto Socrate nel post iniziale, c' è parecchio di "politico" anche se il problema in generale c'è e ha ragione anche Anthonyi , è economico il problema.
I movimenti ecologisti che avevano base negli USA (non in Cina) negli anni 50/60 (come il Sierra Club che poi darà origine agli altri) inizialmente erano tutti pro-nucleare. Ad un certo punto però una parte degli attivisti fu presa da una preoccupazione: la costruzione di centrali avrebbe favorito l'immigrazione, l'industrializzazione delle campagne, e una serie di modifiche che avrebbero deturpato il territorio ulteriormente.
Che è una considerazione corretta, ma va seguita da un alternativa. Decisero che il controllo demografico avrebbe salvato la situazione, non rendendo necessarie le centrali e cominciarono ad opporsi al nucleare per ragioni di pianificazione territoriale (non di efficienza).  Ma indovina un pò, il controllo demografico non era un idea molto popolare, sopratutto negli USA dove lo stato è molto "piccolo".  Dopo qualche anno dovettero abbandonare la soluzione del controllo demografico....e la sostituirono con la strategia delle rinnovabili come alternativa al nucleare, e oggi siamo qua, senza chiederci se questa idea alternativa abbia un qualche fondamento pratico. Questi "ecologisti" vedevano al carbone come qualcosa di assolutamente valido, il combustibile "ponte" in attesa delle rinnovabili...e oggi dopo 50 anni siamo ancora sul ponte ma non si vede la riva.
Io personalmente sono rimasto al passaggio precedente, ovvero controllo demografico che piaccia o meno, ma per fare questo ora bisogna scardinare quello che è diventato un diritto inalienabile degli uomini (lo è ?). L'idea di avere una demografia fuori controllo (anzi, sostenuta) e di supportarla con sole e vento, mi pare così naif e assurda che non riesco a non sorridere pensandoci, ma non è necessario essere seri di questi tempi, basta colorare di verde le cose e tutto diventa ecologico. C'è gente per esempio che vende "energia pulita" (?), cioè non la mette in rete rendendola indistinguibile dall'altra, ma evidentemente la conserva in bottiglie (verdi) per venderla direttamente a me senza che venga confusa con quella sporca e cattiva, per fare di me un cittadino modello!Hip hip hurrà!
#3398
Anche io lo considero pericoloso (anche se a Fuskushima di radiazioni non è morto nessuno), ma è l'unica forma di energia di cui sappiamo controllare le scorie (è un "paradosso" ma è vero) e non certamente più pericoloso del carbone che attraverso l'inquinamento uccide milioni di persone (e altri organismi) ogni anno. E' lo stesso problema di comparare le morti per mano degli assassini, con le morti per colpa delle sigarette, e domandarsi quale sia il male minore. I primi fanno notizia i secondi riempono gli obitori.
Poi tutto dipende anche da un altra questione, ovvero come vogliamo vivere il territorio. Se pensiamo (come io penso) ad umanità "diffusa" sul territorio, magari con metà della popolazione globale attuale, e con vaste zone "polmone", potremmo anche farcela con le rinnovabili. Ma siccome l'idea della decrescita demografica è vista come una specie di iattura, e i popoli vivono ammucchiati nell'urbe per produrre non si sa cosa (servizi di servizi di servizi di servizi), il nucleare ha più senso. La demografia è l'aspetto dirimente, considera che per trasformare gli attuali USA in una potenza completamente "rinnovabile" sarebbe necessario un investimento pari a 10 guerre in Iraq,  e dopo venti-trenta anni buttare tutto in una discarica e pagare altre 10 guerre in Iraq. Sai cosa? Penso che gli americani preferiscano fare una guerra e assicurarsi altro petrolio per mezzo secolo, che spendere l'ammontare di venti guerre per mettere i pannelli solari. Bisogna anche essere realisti.. Se qualcun altro fosse interessato al dibattito nucleare\rinnovabili si potrebbe aprire un topic dedicato. Saluti.
#3399
Non risponderò sulla Cina perchè ho paura che per vari motivi ci porterebbe troppo lontano dal tema, riguardo a quanto sotto invece, direi che acquisire una coscienza non significa automaticamente agire in maniera coscienziosa, ma perlomeno pone dei limiti agli errori macroscopici che si possono fare. Direi per esempio che in Europa (continente geografico) sarebbe molto complesso eleggere qualcuno che propone un ritorno al carbone, come è successo con Trump. Il fatto che si debba ancora fare tanto a livello di "micro", di costumi ed etica individuale, è vero ma nel tempo ho capito che spesso ha funzionato come arma di distrazione. Il motivo è che in questi anni si è posto tanta attenzione all'etica individuale, e pochissima su piani industriali ed energetici dove il dibattito pubblico latita per dire un eufemismo. Avrei preferito qualche rigidezza in meno sulle lampadine accese di notte, e ragionamenti più seri su questioni più serie. Ma considerato che abbiamo recentemente (di nuovo) rifiutato il nucleare per motivi a me ignoti (non considero i 37 morti di Chernobyl come un fattore razionalmente interessante) penso che faremmo bene ad aprire discussioni più ampie anzichè autoinfliggerci punizioni eccessive individualmente (anche se i SUV non li capisco nemmeno io).
#3400
Citazione di: Socrate78 il 17 Marzo 2019, 12:56:23 PM
Dimenticate anche le cause naturali del buco dell'ozono, nel 1991 a giugno vi fu una fortissima eruzione del vulcano Pinatubo che immise nell'atmosfera molti gas venefici che causarono un assottigliamento dello strato di ozono, quindi anche la natura ci ha messo lo zampino in questo problema.
E' inglese e non so che farci, ma qui trovi un buon riassunto delle cause del riscaldamento globale: https://science2017.globalchange.gov/chapter/2/
e qui una serie di possibilità (vulcani compresi) che non sappiamo predire ne abbiamo mai studiato accuratamente : https://science2017.globalchange.gov/chapter/15/
#3401
Citazione di: sgiombo il 16 Marzo 2019, 16:44:45 PM
X InVerno

Se in Cina (ammesso e non concesso) "si continua a fare il bello e il cattivo tempo, come al solito", negli USA si fa certamente ancor peggio per l' ambiente, dato che sistematicamentein ogni trattativa internazionale i loro governi ("loro" ==  degli USA e basta) sono quelli che si oppongono sempre a qualsiasi accordo per la limitazione delle attività umane dannose per l' ambiente stesso.
Sono loro e non la Cina a "porre [a tutto il mondo] il problema di che cosa si può fare se gli altri non fanno lo stesso".
Storicamente e culturalmente forse hai ragione, attualmente e praticamente non credo. Per farla spicciola, per tornare a produzioni sostenibili (oggi chiamate tautologicamente "biologiche") e fare ricerca servono investimenti. Se interi settori produttivi finiscono in mano ai cinesi (come la pappa reale per l'ape) l'utile diminuisce, le spese sanitarie aumentano, e poi diventa antieconomico sviluppare. Visto che il canale commerciale con gli USA non si è aperto (fortunatamente) e la concorrenza sul settore alimentare non si sente quasi, direi che gli USA non sono il problema di chi vuole investire in qualità e ricerca. Tanto di cappello ai """"""sovranisti"""""" che parlano di via della seta, è proprio quello di cui avevamo bisogno!
Io poi, non direi proprio di essere disfattista. Inanzitutto sono soddisfatto di come il popolo europeo nel giro di un ventennio abbia maturato una coscienza ecologica, onestamente non me lo sarei aspettato con tanta velocità ed efficacia. Anche considerando che la gran parte della popolazione vive in ambiente urbano. Io non mi sorprendo per niente che Socrate mostri dei dubbi, ma sicuramente mi conferma che vive in un ambiente urbano, altrimenti non avrebbe potuto non notare che mandorli e mandarini sono arrivati in toscana, e decine di altri segnali che sono disponibili a occhio nudo. Poi il fatto che sappiamo come aumentare la temperatura, può anche essere considerato come un asso nella manica che potrebbe essere utile nelle mani dei nostri discendenti (le glaciazioni sono altrettanto pericolose quanto il riscaldamento globale). Il punto è che quando si acquisisce un potere, esso va usato con responsabilità oppure non usato. Oggi abbiamo la responsabilità di dimuinire drasticamente la temperatura, perchè oltre al degrado sistemico dell'ambiente non sappiamo predire quanti "cigni neri" ci siano sulla strada. Stare ad un grado centigrado dal limite, sperando che eruzioni vulcaniche e altri fattori completamente fuori controllo non vadano ad aggiungere carico ad una situazione già allo stremo, è una mossa da giocatori di poker, non da giardinieri dell'eden.
#3402
La spiegazione di Sgiombo ha senso, ma non forzerei troppo la mano.. i problemi maggiori delle api vengono dalla globalizzazione, non dal riscaldamento globale. Il fatto che all'aeroporto sia facile fermare droga e salami, ma molto difficile fermare insetti, è il problema delle api. Varroa destructor e vespa vellutina sono il problema delle api, e ad oggi anzichè fare progressi si è regrediti. Se negli anni 80 una famiglia di api poteva sopravvivere con circa 6\7000 parassiti, ad oggi, superato il numero di 2000 la famiglia è praticamente spacciata. Venti anni di pratiche scorrette intese solamente al risultato commerciale, hanno portato a questo punto da cui nessuno sa come tornare indietro. E mentre in EU si è regolamentato, in Cina si continua a fare il bello e il cattivo tempo, come al solito ponendo il problema di che cosa si può fare se gli altri non lo fanno lo stesso. E non ho nemmeno voglia di parlare di vellutina, visto che una delle poche contromisure possibile è seguire una vespa nel cielo per chilometri per trovare il suo alveare e distruggerlo. Così facile che le quarantene non hanno funzionato e si sta espandendo in tutto il continente. Il fatto che il nesso diretto tra riscaldamento e api sia flebile non significa che questi due fenomeni insieme non siano un cocktail estremamente distruttivo, perchè lo sono. In Cina molti frutteti sono impollinati a mano, il progresso che fa fare agli uomini il lavoro delle api. Mi verrebbe da consigliare di non comprare miele cinese per le pratiche che si andrebbero a premiare, ma sapendo che i pollini possono essere distrutti rendendo l'origine del miele incerta, è molto difficile anche in laboratorio identificare il miele cinese, e perciò a meno di non comprare direttamente dal produttore, molto probabilmente il problema non si può evitare.
#3403
Il catastrofismo è giustificato dalla distanza che c'è tra noi e la soluzione del problema energetico (in tutte le sue forme) e la constatazione che gli sforzi fatti fino ad ora ci hanno allontanato dalla soluzione anzichè avvicinarla. Quando hai, come la Cina, il 4% dell'energia prodotta col nucleare, e tutta la costa già pullulla di centrali, dovrai pure chiederti come trovare il restante 96% in maniera pulita. E se questo sembra un problema risolvibile con qualche "guizzo d'ingegno" suppongo che personaggi come Elon Munsk e le sue mirabolanti promesse di tecnologie aliene che ci salveranno, abbiano davvero fatto breccia nel cuore degli speranzosi.. ma purtroppo le teorie di Munsk cozzano sempre con i principi della fisica, e all'orizzonte non c'è granchè altro a cui guardare per rispondere a quel 96%, che è una distanza che non si percorre mettendo i pannelli solari sul tetto o inventando qualche monorotaia.
#3404
Citazione di: anthonyi il 15 Marzo 2019, 11:12:24 AMSi alzerà il livello del mare, e con questo? C'è un paese come l'Olanda che vive quasi tutto al di sotto del livello del mare. Aumenteranno le aree aride e con questo? C'è una regione come l'andalusia in Spagna, semidesertica, che negli ultimi anni è diventata un paradiso di produzioni agricole in serra.
Come li fai i polder nel pacifico? E fermi l'avanzata del Sahara con le serre? Davvero pensi che soluzioni adottate su microclimi specifici e locali, possa funzionare estesamente su tutto il globo? E' come chiedere ad uno che ha fatto tappi di sughero tutta la vita di costruirti una diga idroelettrica...
#3405
Attualità / Re:INNOVAZIONE
15 Marzo 2019, 10:23:28 AM
Io comunque non sarei così contrario all'innovazione, in fin dei conti fa parte di un processo di selezione di caratteristiche tecnologiche che devono essere provate e scelte dal più ampio campionario possibile. Penso sia giusto mettere alla prova tecnologie che offrono anche poco vantaggio, perchè spesso capita che nella pratica si rivelino grandi vantaggi, o ulteriori motivazioni per non adottarle. Quello che è più problematico, è quando queste innovazioni vengono forzate e valutate dal semplice lato economico. Spesso centraline e schede sono il nodo che è sufficiente tagliare per attivare l'obsolescienza programmata di prodotto per esempio. Oppure alcuni prodotti vengono iper-ingegnerizzati pur di poter inserire in progetto\fattura una serie di amenicoli senza necessità alcuna ma che fa comodo vendere. Il punto sta sempre nella pubblicità, perchè è attraverso la pubblicità che si instillano bisogni non riscontrati nella pratica ed esperienza. Dimenticarci di chiederci una semplice domanda prima di acquistare qualcosa ("ne ho davvero bisogno?") è lo scopo di questa pubblicità, che va ad interferire con una selezione tecnologica razionale, basata sull'efficienza e la sostenibilità, anzichè sull'emotività.