Citazione di: Alexander il 12 Ottobre 2021, 09:14:18 AMIn effetti, quelli che noi concediamo agli animali, non sono dei veri e propri "diritti soggettivi", che si possano far valere in giudizio; come, invece, accade per le persone totalmente incapaci di intendere e di volere, nel cui nome e per il cui conto possono e devono agire i loro rappresentanti legali.
Buongiorno a tutti
La differenza che vedo tra uomini e animali è che nessun animale concede dei diritti ad un altro animale. Si divorano, si ignorano o si temono in base alle proprie necessità biologiche. L'uomo viceversa ritiene che anche gli animali godano di diritti. Naturalmente se poi pensa che siano un pericolo ne stermina tranquillamente a milioni (come nel caso delle epidemie dovute a qualche virus), ritenendo suo diritto farlo. Diciamo che i diritti che l'essere umano concede agli animali sono sempre subordinati ai diritti di cui pensa di godere egli stesso. Pensate alla pratica di sopprimere l'animale vecchio e ammalato da parte del veterinario pagato dal "proprietario" dell'animale domestico. Non esiste nulla di simile in natura, ma l'uomo pratica l'eutanasia (non consenziente) sull'animale ritenendola cosa nobile e giusta, per alleviarne la sofferenza. Lo fa naturalmente proiettando la propria sofferenza su quella dell'animale e pensando che l'animale "sarebbe d'accordo"( forse)? L'uomo vorrebbe estendere l'"umanizzazione" ad ogni specie. Sarebbe come se il leone volesse ardentemente "leonizzare" le altre specie.![]()
A pensarci bene potrebbe essere proprio questa l'espressione tangibile dell'anima umana. Il suo desiderio di riversarsi su ogni essere vivente: amarlo, odiarlo, farlo proprio (un tempo si diceva "a propria immagine e somiglianza"). Cerchiamo sempre di vedere qualcosa di umano nel comportamento animale, qualcosa che ci appaia simpatico. Così immaginiamo animali che parlano, sentono, soffrono come noi (le favole ne sono piene).
Ed infatti così come fanno tutti gli altri animali, anche noi, per sopravvivere, ci nutriamo di altri esseri viventi; con l'unica eccezione (in genere) dei membri della nostra specie.
***
Per cui hai perfettamente ragione nel dire che i diritti che l'essere umano concede agli animali sono sempre subordinati ai diritti di cui pensa di godere egli stesso; solo che dovrebbe evitare di infliggere ad altri esseri viventi delle sofferenze inutili.
***
Quanto all'eutanasia:
- forse questo è l'unico caso in cui l'uomo evita di infliggere ad altri esseri viventi delle sofferenze inutili, sopprimendoli quando non c'è più niente da fare per loro;
- mentre invece, non si fa scrupolo di far soffrire il "prossimo", tenendolo in vita per i capelli, con un crudele e inutile accanimento terapeutico.
***
Hai anche ragione nel dire che noi cerchiamo sempre di vedere qualcosa di umano nel comportamento animale (ovvero qualcosa di animale nel comportamento umano); il che, a seconda dei casi, può essere giusto o sbagliato, ma, in generale, è molto semplicistico.
Ed infatti, condividiamo alcuni comportamenti etologici con certe specie animali (ad esempio il tabù dell'incesto, con l'"oca cinerina"), ma non li condividiamo con altre specie animali (ad esempio, alcune specie di scimmie); ed infatti ogni specie animale ha comportamenti a volte simili e a volte diversi dalle altre, per cui non si può mai generalizzare.
***










