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Messaggi - InVerno

#3406
L'ipotesi dei detrattori della teoria (esistono e sono praticamente tutti in USA, a proposito di interessi..) è che l'origine del surriscaldamento non sia antropica, non che il surriscaldamento non esista, quello è impossibile da sostenere davanti ad un semplice grafico. L'ipotesi del "riscaldamento non antropico" tuttavia significa solamente che siamo destinati ad una gigantesca frittura senza poterci fare nulla, il che non è molto consolatorio, e comunque non ha nessuna prova. I coralli non muoiono per l'innalzamento dei mari, recentemente è stato prodotto un documentario chiamato "Chasing Coral" dove si fa il punto della  -gravissima - situazione. Se questo è un piano per contenere i paesi in via di sviluppo è il peggiore che abbia mai visto, perchè sono proprio coloro i quali che per aspirazione di potenza o impossibilità tecnica hanno fatto meno per una transizione. I paesi sovrasviluppati d'altro canto hanno speso molto rallentando probabilmente le proprie economie. Al massimo, se volessi complottare, direi che è un piano dei paesi poveri per limitare i ricchi. Pensa alla Germania e a quanto ha investito in eolico e solare e pensa a quanto questi investimenti siano spesso soldi buttati al vento. L'anno scorso la Germania ha incrementato del 5% le installazioni di rinnovabili ma ha diminuito l'energia prodotta da esse del 5%. C'era poco sole\vento. Se avesse investito in carbone (come tutti i paesi in via di sviluppo) non avrebbero dovuto preocupparsi delle nuvole e avrebbbe avuto un immediato ritorno dell'investimento. Peraltro, c'è anche il rischio (concretissimo) che le rinnovabili siano solo un vicolo cieco tecnologico, e che la Germania abbia solo costruito una valanga di ciarpame elettronico per nulla (e presto da smaltire), cosa che ormai viene sostenuta sempre da più scienziati. Altro che essere vicini alla soluzione..
#3407
Attualità / Re:INNOVAZIONE
13 Marzo 2019, 20:32:44 PM
Citazione di: sgiombo il 13 Marzo 2019, 19:03:33 PM
Conosco poco la Cina, ma quanto qui scritto mi sembra una caricatura particolarmente campata in aria, oltre che malevola.
Le statistiche, delle più disparate fonti, anche ostili, parlano di complessivi enormi (anche se non esenti da problemi e non continui-ininterrotti) progressi dal 1949 in poi e soprattutto negli ultimi decenni nel superamento della miseria lasciata in eredità dal semicolonialismo imperialistico occidentale e nell' espansione del benessere di massa.
Il tema era l'innovazione inutile, in particolare quello dell'elettronica superflua e similari, che mi trova tralaltro d'accordo. Neanche io sono contento di avere una scheda elettronica anche sul cavatappi. Di quale caricatura parli? C'è un monopolio minerario e produttivo, e politiche socioeconomiche e commerciali orientate a produrre quel fenomeno di cui parli (a spese dei cinesi). Ci vuole una certa elasticità mentale per affermare che sia un fenomeno "made in USA", quando basta guardare la scritta dietro alla scatoletta che dice "made in China".
#3408
Attualità / Re:INNOVAZIONE
13 Marzo 2019, 11:55:22 AM
Citazione di: Ipazia il 13 Marzo 2019, 08:18:11 AM
Innovazione è la quarta I che va ad aggiungersi delle tre canoniche della mitologia dominante: Impresa-Inglese-Informatica. Mitologia più potente di tutte quelle ereditate dal passato.
Ma veramente l'elettronica parla cinese, e da un bel pezzo. Il 90% dei minerali rari estratti per la produzione di materiali elettronici ha sede in Cina..teoricamente le altre nazioni non hanno nemmeno le materie prime per produrre elettronica, o per meglio dire, non possono condurre miniere nelle condizioni disumane Cinesi, e quindi vedrebbero i prezzi raddoppiare o triplicare. Nemmeno in africa si riesce a far di conto su questi minerali! Dietro a ogni pezzo di elettronica c'è un cinese trattato nelle peggior condizioni di lavoro storicamente conosciute (evviva il proletariato!). Del tipo che i costruttori delle piramidi (che non erano per niente schiavi, e anzi erano ben educati e foraggiati) in confronto con i lavoratori cinesi paiono dei pascià titolari di una S.p.a.
#3409
Tendenzialmente da profano mi affiderei interamente al parere di Messner, se non altro perchè conoscendo il personaggio, li avrebbe criticati anche se avessero portato a casa la vetta (credo). Ho poca empatia invece per chi se ne sta seduto al colosseo aspettando, con il senno di poi, se girare il pollice per un verso o per l'altro. Se questi alpinisti erano degli scriteriati alla ricerca di notorietà, lo erano proprio perchè sapevano che qualcuno li aspettava già con le bandierine italiane in caso avessero raggiunto la vetta (i telegiornali, istagram e altri media poi non aspettano altro).
#3410
Usare il congiuntivo è solo la regola grammaticale specifica alla nostra lingua per formulare un ipotesi, altre lingue pur non possedendo il congiuntivo formulano tranquillamente le ipotesi in altre forme (per esempio con un condizionale di "secondo grado"). Perciò è importante sapere di che cosa stanno parlando gli autori, perchè potrebbe tranquillamente essere che il congiuntivo stia degenerando ma le ipotesi vengano formulate "sgrammaticate" (ma pur sempre ipotesi) e perciò non ci sia nessuna relazione con il modo di pensare degli Italiani. E' lo stesso discorso che si fece quando gli sms "costringevano" ad abbreviare, ed alcuni avevano ipotizzato l'apocalisse della grammatica. Il punto è che se scrivo "ke" il lettore legge "che", perciò c'è una "sgrammaticatura" ma il messaggio funzionalmente non cambia (e infatti nessuna apocalisse della grammatica ci ha colpito). Con questo non voglio condonare la grammatica scorretta, ma le ipotesi portate dagli autori, che hanno dei risvolti culturali notevoli, non mi sembrano granchè supportate? A partire dal fatto, che gli errori sul congiuntivo, per esperienza personale (e perciò chiedevo dati statistici) mi paiono equamente distribuiti tra generazioni. O perlomeno non mi è mai parso che le generazioni precedenti potessero essere considerate come quelle dei "maghi del congiuntivo" perciò non avverto questo declino che viene prospettato.
#3411
Ciao Sileno, non riesco a trovare la pubblicazione. Ma questo assunto è basato su dei dati statistici? Ci sono periodi di riferimento per esempio?
E poi intende che il congiuntivo viene sbagliato sempre più spesso grammaticalmente, o che viene evitato a priori? Grazie.
#3412
Citazione di: sgiombo il 10 Marzo 2019, 17:52:13 PMLe società collettiviste che non ti pare storicamente abbiano avuto grande successo dal lato ecologista sono state fortemente condizionate (in negativo) dalla coesistenza del capitalismo reale, esattamente come lo hanno fortemente condizionato (in positivo: "stato sociale", contratti collettivi di lavoro, intervento pubblico in economia, scuola, sanità, previdenza sociale, ecc.): anche nella riduzione degli armamenti e colossali sprechi di risorse ad essi connessi non hanno ottenuto grandi successi, per i medesimi motivi.
Nessun capistalista ha costretto a seguire per quarantanni le teorie di Lysenko, erano le idee di Lysenko ad aderire perfettamente ai disegni ideologici del pianificatore (l'altruismo vegetale?). Perchè se possiamo certamente dire che l'intelligenza "egoistica" di Dawkings sia figlia del suo tempo, dobbiamo anche considerare quali intelligenze sono state coltivate e premiate nelle società collettivistiche. Pianificare in teoria è utile ed efficiente, nella pratica c'è un pianificatore, e il problema sta li. Il libero mercato delle idee è una forma di sfiducia radicale nell'individuo, che in molti casi condivido, anche se non agli estremi a cui si è arrivati oggi. Il caso di Lysenko poi, per come ha ottenuto potere e come l'ha conservato, assomiglia in qualche modo a quello di Rasputin, dimostrando che i pianificatori si comportavano in maniera simile a degli aristocratici, mettendo la popolazione alla mercè delle loro flatulenze mentali. E agli ucraini costò caro.
Peraltro dubiterei categoricamente di qualsiasi pianificazione ecologica intitolata "piano per la trasformazione della natura di Stalin" :)
#3413
Citazione di: sgiombo il 09 Marzo 2019, 14:22:32 PMIn rapporto allo sviluppo oggi raggiunto dalle forze produttive-distruttive umane, la terra "sta stretta" all' umanità per lo meno quanto l' isola di Pasqua ai aì suoi abitatori estinti.

La gestione oculata e prudente delle risorse limitate non é per niente impossibile (teoricamente).
Solo che richiede come conditio sine qua non trasformazioni strutturali-sociali e culturali profondissime e tutt' altro che facili e indolori.
Devo essermi perso qualche passo delle mie letture giovanili, ma non ho mai capito che cosa ha che fare Marx con l'economia pianificata e a che cosa si riferiscano di preciso i marxisti quando la invitano. Onestamente comunque non vedo la necessità, ci sono decine di strumenti applicabili anche al libero mercato per imporre limiti, mentre le società collettiviste (o pretese) non mi pare storicamente abbiano avuto grande successo dal lato ecologista.  Per esempio penso che l'idea di Stiglitz di riprendere alcune idee del georgismo vada nella direzione corretta. La differenza tra un bene comune e un bene pubblico è dirimente, non ho granchè fiducia nella pianificazione statale, e non capisco come si possa averne!
#3414
Mi ero dimenticato che questo topic si intitola così, devo quindi specificare che io non volevo sostenere che gli abitanti di Rapanui (o altre civiltà colassate) fossero "stupidi", al contrario, partirei dal presupposto che vivessero nel "migliore dei mondi possibili" (date le loro possibilità) e che esprimessero al massimo le loro capacità, il problema è che non è nemmeno vagamente sufficiente. Il tale Lipo mi pare che stia cercando di smontare idee positiviste del selvaggio, ma ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi di Frazer? Non c'è dubbio che tali popolazioni avessero capacità e conoscenze avanzate, rudimenti agricoli, e alte capacità di navigazioni e pesca. Per chi volesse approfondire esistono dei documentari sugli ultimi individui capaci di utilizzare queste tecniche, come il tale https://en.wikipedia.org/wiki/Mau_Piailug. Il problema rimane sul lungo termine, perchè mentre sono più che ipotizzabili capacità di gestire un ambiente sul breve-medio periodo, è molto più complesso possedere le stesse conoscenze sul lungo periodo. Gli stessi mesopotamici (che rispetto a Rapanui sono un caso molto più facile da discutere per l'abbondanza di informazioni) non ebbero gravi problemi di salinizzazzione del terreno per secoli, ma dopo millenni, si trovarono con le spalle al muro. Ragionare sugli ecosistemi abbandonando la tipica visione antropomorfica del mammifero di medie dimensioni (che ragiona il futuro su 3\4 generazioni) non è per niente facile, perchè l'intuizione e l'estetica non bastano più. Il caso Biosfera2 su cui Sgiombo può informarsi qui (https://it.wikipedia.org/wiki/Biosfera_2) o nella meglio informata pagina in inglese, ha implicazioni sociali (eventualmente anche loro hanno cominciato a dar di matto), ma sopratutto ci rammenta che non sappiamo ancora gestire sistemi chiusi oggi, tanto di cappello ai rapanuensi per esser sopravvissuti in un sistema isolato per così tanto tempo! Sicuramente non si trattava di "ecocidi folli e senza ritegno", quello più che altro è un riassunto romanzato della vicenda. Proprio perchè vivevano su un isola, come altri oggi vivono in una riserva, tendono ad essere più oculati rispetto ai "veri selvaggi" quelli che hanno vaste lande di conquista a disposizione su cui espriemere la propria hybris.
#3415
Citazione di: sgiombo il 08 Marzo 2019, 16:05:28 PM
So bene che la società degli antichi abitatori estintisi dell' isola di Pasqua non era capitalistica.

Però era comunque classista (proprietà privata dei mezzi di produzione, divisione del lavoro) e (aspetto determinante per l ' estinzione) non prevedeva una produzione e consumo regolati, complessivamente pianificati: data la limitatezza delle risorse naturali disponibili sull' isola, il limitato sviluppo ivi raggiunto dalle forze forze produttive sociali é stato più che sufficiente a determinare l' estinzione dei suoi abitanti; essendo la terra intera (con le sue risorse naturali) molto più grande ma comunque limitata, per ottenervi lo stesso risultato occorre un molto maggiore sviluppo delle forze produttive (e di produzioni e consumi) che solo il capitalismo consente.
Se mantenere l'equilibrio continentale è estremamente difficile, mantenere quello insulare è praticamente impossibile. Non mi sperticherei troppo in anatemi, ne contro il classismo ne il capitalismo, perchè è probabile che non ci riusciremmo nemmeno oggi, come dimostra l'esperimento "Biosfera 2", checchè sia la società che soprastà a queste minuscole porzioni di terra. Più che la pianificazione economica, in ogni caso, sarebbe vitale una pianificazione delle nascite (che sicuramente avevano in qualche modo). In un certo senso i Moai rappresentarono il capitale per i rapanuensi, ma come succede spesso in questi casi, l'anatema lo lanciarono loro stessi abbattendo le statue una volta combinato il danno. E' un fenomeno parecchio strano ma che ha delle similitudini con altri simboli megalitici, in zone ecologicamente devastate, che vennero abbattuti e sepolti. Io direi che prima di seppellire Wall Street, bisogna scrivere una nota per i futuri archeologi, in modo tale che non siano presi da dubbi nel capire il perchè è stato fatto!
#3416
Citazione di: Eutidemo il 08 Marzo 2019, 13:14:50 PM
Ciao INVERNO :)
Hai dimenticato l'ISOLA DI PASQUA!
Ed infatti, secondo la teoria un tempo più in voga (oggi però, molto contestata) per costruire sempre più "TESTE MONUMENTALI", la popolazione di Rapa Nui abbatté tutti gli alberi dell'isola per trasportare ed erigere le statue, causando così la progressiva desertificazione del suolo; peraltro, il ritrovamento di numerosissime punte di ossidiana per tutta l'isola -nella fase finale della decadenza-, ha indotto molti studiosi a supporre che la devastante carestia provocata dalla desertificazione, abbia a sua volta innescato una sanguinosa ed implacabile guerra intestina...terminata con la morte di quasi tutta la popolazione, anche in conseguenza di eccessi di cannibalismo.
Ammesso che a PASQUA sia "davvero" accaduto tutto questo, speriamo che a noi non capiti niente di simile! ::)
I fenomeni insulari (sopratutto di queste dimensioni) sono un esempio "troppo facile". Per inciso, non è che Sardegna e Corsica siano state nel tempo trattate tanto meglio, ma erano un tantino più grandi. Giustamente Acquario ha citato casi continentali, il che li rende più confrontabili con il paradigma occidentale. Ci sarebbe da dibattere se nella cosidetta "fascia iperborea" furono gli uomini a rispettare di più la natura, o la natura ad essere più "resiliente" verso l'uomo . Io propendo nettamente per la seconda, perchè penso che le immense foreste vergini Germaniche (fino a "Doggerland"), Scite, Uraliche, Altaine e Canadesi abbiano funzionato da tampone, ma in generale il punto che mi interesserebbe passasse è diverso.
Se questi "buoni selvaggi" avessero avuto un miglior rapporto con la natura (e un miglior posizionamento geografico) rispetto alle popolazioni indoeuropee, è molto probabile che quelli ad arrivare con il fucile a conquistare uomini armati di lancia sarebbero stati loro, e non il contrario. Quando gli occidentali sono arrivati in questi posti hanno invece trovato popolazioni in stagnazione secolare o declino, proprio per aver distrutto la terra sotto i loro piedi, ed è per questo che io consiglierei caldamente di non usarli come esempi di "buoni rapporti con il vicinato". Al contrario dovrebbero essere un monito per la nostra imminente e rovinosa sconfitta.
#3417
Citazione di: acquario69 il 06 Marzo 2019, 04:19:12 AM

Prima che intervenisse l'idea di "evoluzione"...e di tutti i suoi corollari, quali il progresso e via di questo passo,tutte le civiltà precedenti avevano profonda consapevolezza di cio che erano e in stretta interconnessione con la Natura stessa...lo erano ad esempio gli indiani d'america,gli aborigeni australiani, lo stesso oriente..prima che arrivassero gli anomali e quanto mai stupidi occidentali...
Gli "indiani d'america" quando arrivarono i conquistadores avevano estinto tutti i grandi mammiferi della fauna (anche i cavalli, di cui nemmeno si ricordavano l'esistenza) ed erano rimasti con tacchini e cani, e per ottenere le proteine necessarie al proprio sostentamento si erano dati a guerre con scopi cannibalistici. Gli aborigeni australiani, una volta estinta la megafauna del continente (molto velocemente) addirittura abbandonarono l'uso dell'arco in alcune zone, perchè non c'era più nulla a cui puntarlo. Le popolazioni mediorientali avevano trasformato la più grande conca fertile del pianeta in un gigantesco deserto, utilizzando la tecnica di irrigazione ad allagamento, lasciando evaporare l'acqua delle pianure allagate il grado di salinità e di minerali nel terreno raggiunse la tossicità trasformando la culla della civiltà indoeuropea nel deserto in cui è oggi. Sarebbero questi i mitici esempi di uomo in comunione con la natura pre occidentali? Annamo bene!
#3418
Viator, un uomo è libero di buttarsi dalla finestra ogni minuto della sua vita, e non esiste ingiunzione legislativa, religiosa o morale che possa davvero alienare questo diritto. E' un diritto seriamente inalienabile, tanto che molti ci riescono anche all'interno di una prigione di massima sicurezza dove non dovrebbe entrare una piuma. A che pro fare la morale a gente spesso bloccata su una barella coi tubi in gola, negandogli un diritto che avrebbero potuto tranquillamente esercitare da abili, senza tuttavia la sicurezza di non commettere orribili errori durante l'atto, o provare dolore. Se il cristianesimo (o meglio Dio!) ha a cuore i suicidi, si occupi del 99% di essi che non accadono per eutanasia, "risolti" quelli se ne riparla.
#3419
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
07 Marzo 2019, 11:17:01 AM
Il colonialismo ha molto che fare con l'evoluzionismo, ma non con l'evoluzione della genetica umana, ma molto più spesso con le dinamiche degli habitat. I motivi per cui alcuni continenti sono rimasti in una situazione di arretratezza tale da rendersi appetibili ai conquistatori, ha intrinsecamente a che fare con la biologia e i suoi riflessi culturali. Spesso ciò è dovuto da come l'uomo è intervenuto nei meccanismi evolutivi, come nel caso della oggi desertica mesopotamia vestigia della più importante potenza imperialista della storia antica.
E proprio riconoscendo l'importanza di questi fattori che abbiamo smesso di incolpare la "razza degli uomini", vizio non certo di origine darwinista, ma praticato sin dai tempi dei "barbari". Perciò additare teorie tardo ottocentesche - per quanto deplorabili- quando le stesse dinamiche erano già  in essere in senso moderno e compiuto duecento anni prima, mi pare pretestuoso. La cultura mediterranea coltivava assurdità razziste e colonialiste sin dal tempo dei romani e forse anche prima, e in Darwin ha semplicemente trovato un pretesto per rigenerarsi.
#3420
Tematiche Filosofiche / Re:Darwin Cafè
06 Marzo 2019, 14:05:05 PM
Citazione di: sgiombo il 04 Marzo 2019, 18:21:21 PMLa selezione naturale, contrariamente a quella artificiale di allevatori e coltivatori, non agisce "in positivo", "promuovendo" i solo "i più datti" o "gli adattissimi" (ad un ambiente in costante mutamento, ragion per cui ben presto potrebbero ritrovarsi ad essergli del tutto inadatti), ma invece "in negativo", "bocciando" i soli "inadattissimi" o " troppo inadatti": per questo i geni non sono affatto "egoisti" ma piuttosto "altruisti" (se fossero "egoisti" eliminerebbero tutti i geni "concorrenti", a se stesi alternativi nella stessa specie, la quale conseguentemente ben presto, mutando inevitabilmente l' ambiente, si estinguerebbe -e con essa inesorabilmente si estinguerebbero i geni pretesi "egoisti"- perché non dotata di geni alternativi relativamente meno adatti all' ambiente passato -non superadattissimi" ad esso- ma sufficientemente adatti anche al presente).
Si può vedere la stessa dinamica anche a grandezze più visibili che quelle genetiche, tipo considerando la coppia parassita\ospite. Il parassita "altruista" verso l'ospite ha maggiori possibilità di sopravvivenza, promuovendo geneticamente caratteri altruistici. Ma quando noi andiamo a dare l'antiparassitario, a sopravvivere sono i cosidetti "egoisti", cioè aggressivi verso l'ospite, che poi saranno coloro che formeranno colonie più forti.
E' un errore di impostazione che potrebbe costarci fette di biodiversità gigantesche, compresa la nostra, se continueremo a fomentare l'antibiotico resistenza!