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Messaggi - InVerno

#3406
Benvenuta nel Nuovo Modello di Egualitarismo Europeo.

Visto che tanti concittadini hanno espresso un invidia sfrenata per l'egualitarismo cinese, abbiamo voluto introdurre anche noi questo metodo già in vigore in Cina, per farti essere un po più uguale degli altri. Siccome l'idea di competere attraverso i brutti e cattivi soldi reali è un idea che mina alla base la fondamenta della società, da oggi in poi competerai solamente attraverso quelli che chiameremo "soldi di cioccolata". Tutti i tuoi account digitali, i tuoi spostamenti, le tue transazioni bancarie, le foto che pubblichi, i likes che metti, le cose che acquisti, le chat, i post che scrivi anche su questo forum (etcetc), verranno elaborati da un algoritmo del governo (assolutamente trasparente e senza possibilità di essere manomesso a tuo sfavore) e il risultato di questo algoritmo sarà  un punteggio che ti renderà diverso dagli altri ma solo attraverso i soldi di cioccolata.

*Questo tuo post che hai appena scritto è altamente lesivo dell'immagine dell'EU e dei valori in cui crediamo, perciò ti saranno sottratti 100 soldi di cioccolata, portando il tuo valore complessivo a soli 900. Ti ricordiamo che se scenderai sotto i 900 non potrai più prendere il treno, andare al ristorante, chiedere prestiti superiori a 1000€.
*Abbiamo inoltre notato che hai speso più di mezz'ora su questo forum questa settimana, il che fa di te una persona pigra e non laboriosa, per questo ti toglieremo altri 100 punti. Ti ricordiamo che sotto gli 800 punti, avrai diritto a cure mediche in ospedali molto lontani, la tua connessione internet sarà rallentata di dieci volte, non potrai noleggiare mezzi, e la tua possbilità di spesa sarà ridotta a 400€ al mese.

Non è ancora tutto perduto, perchè non pubblichi un bel post dove elogi l'Unione Europea? Questo ti farà guadagnare almeno 10 punti. La china è difficile da salire, ma pensa a quei poveretti  sotto ai 500 punti. Non riescono a trovare un lavoro e nemmeno un partner, non hanno mezzi di locomozione e non possono chiedere prestiti o spendere soldi dal loro conto bancario che abbiamo bloccato, non possono nemmeno scrivere una lettera! Cerca di evitare di finire sotto i 500 punti
e ricordati che suicidarti non è un modo corretto di affrontare la vita, infatti il tuo debito in soldi di cioccolata ricadrà sui tuoi figli se lo facessi. Benvenuta in questo nuovo mondo fatto di persone uguali.. dopo tanto tempo passato a invidiare i cinesi, ora possiamo dire: anche noi siamo uguali a loro!

Ps. abbiamo notato che hai acquistato un poster di Bill Gates, la biografia di Angela Merkel, e il film "le incredibili avventure finanziarie di Juncker", questo sforzo ti verrà onorato con altri 10 punti!
#3407
Citazione di: anthonyi il 30 Novembre 2018, 19:30:03 PM
Viator, Inverno, mi permetto di interloquire nella vostra dialettica. Secondo me il grande assente nella questione è il concetto di uguaglianza, diverso dall'egualitarismo. L'eguaglianza è un principio a priori, così come il privilegio, diversamente dall'egualitarismo che è a posteriori. In effetti i due principi che si contrappongono logicamente sono eguaglianza e privilegio. L'uguaglianza comporta la possibilità che le differenze tra individui evolvano verso condizioni sociali differenti che per definizione, però, non sono privilegi. E' vero d'altronde che le condizioni sociali si ereditano per cui dopo la prima generazione diventano privilegi.
Un saluto.
Ciao. Ho fatto questa distinzione nel secondo post chiamandola "equità", purtroppo in Italia il termine corretto (egualitarismo delle pari opportunità) rimanda con la mente al ministero che si occupa solo di uomini e donne, ma in teoria dovrebbe interessarsi anche di tutti gli altri gruppi.. Il problema grosso è infatti qui, chi ragiona per gruppi sociali (e lo fa seriamente, non solo interessandosi di uomini e donne) si trova davanti al grosso problema che i gruppi sociali immaginabili sono infiniti, e quindi ottiene qualcosa solo chi ha il gruppo più rappresentato (leggasi, la lobby più potente) e gli individui che rimangono fuori dai gruppi sociali rappresentati rimangono inc...apacitati. In Italia non ci siamo ancora posti il problema, ma da altre parti dove il suddetto ministero non è una poltrona-vetrina, ci sono forti discussioni se ragionare dal punto di vista dei diritti degli individui (al di la di ogni distinzione) o di "gruppi sociali", e sarebbe sicuramente un argomento interessante da sviluppare.
#3408
Citazione di: Ipazia il 30 Novembre 2018, 11:20:15 AM
Citazione di: InVerno il 29 Novembre 2018, 18:31:34 PM

Veramente secondo i dati rilasciati dai cinesi (e sono rilasciati dai cinesi..ti rendi conto di quanto sono affidabili spero)  la diseguaglianza misurata secondo l'indice Gini è tra le più alte del mondo, addirittura più alta di quella degli USA, sicuramente più alta di qualsiasi paese del centroeuropa.

La Cina è un continente, come l'intera America, Africa, e ben più grande ed eterogeneo della piccola Europa. Un continente in cui si viaggia in cammello, cavallo, somaro e limousine. Per differenza di reddito, ma anche di funzionalità del mezzo(1). In ogni caso le condizioni strutturali non si modificano nei sette giorni canonici della concezione idealistica della storia(2). Se la Cina non avesse accettato le regole dell'economia egemone avrebbe fatto la fine dell'Unione Sovietica (3). L'ha fatto all'orientale: senza mezze misure e ipocrisie politicamente corrette. In grande, evidenziando le contraddizioni del capitalismo e spiazzando i detentori della sua ortodossia. Difficile dire se alla fine prevarrà la struttura capitalistica o la sovrastruttura comunista. Da noi il problema non si pone nemmeno. Tutto qua.
Non vorrei sembrare pedante nel mettere i numerini, ma..
(1) Quindi le differenze di reddito sono "funzionali"? Gli agricoltori non hanno la limousine perchè la ritengono scomoda?
(2) E quanti anni esattamente servono per "finire" la rivoluzione, è passato un secolo ormai... e la Cina sta andando letteralmente nella direzione opposta da almeno 50 anni perchè come dici tu (3) Quella situazione non era sostenibile.
Rischiamo seriamente di andare fuori topic, mi limito a dire che oggi come oggi ritengo che sia il momento peggiore per "invidiare i Cinesi" per due motivi
a) stanno esaurendo il loro essere "in via di sviluppo", cioè percorrere la via battuta da altri (sopratutto tecnologicamente) e dovranno confrontarsi con i limiti della ricerca e sviluppo. Hanno passato un secolo a copiare e plastificare prodotti brevettati da altri sfruttando manodopera altamente sottopagata in condizioni disumane (le reti antisuicidio i capitalisti ancora non le hanno messe alle finestre) e inondando il mercato di paccotiglia usa e getta. Ora che stanno raggiungendo i livelli del "primo mondo" ci faranno vedere come si esplora il futuro senza libertà di impresa. Oppure rimarranno trainati dagli altri. Esistono serie ricerche sociologiche riguardo (detto "grezzamente") alla relazione tra reddito e "diritti richiesti", perchè non sorprendentemente più le persone si arricchiscono più chiedono diritti, vedremo anche come si comporteranno davanti alle richieste dei nuovi "benestanti cinesi".
b) Jinping negli ultimi anni ha concentrato più potere nelle sue mani di (alcuni analisti dicono) quanto ne avesse Mao. Di solito queste escalation non vanno a finire bene nei paesi a partito unico, e lo ha fatto ovviamente tramite epurazioni di massa e incendi di quadri e libri, dimostrando di non essersi ancora venduto del tutto a quei cattivoni del libero mercato.

Chiudo qui riguardo alla Cina, mi piacerebbe introdurre un argomento estremamente controverso riguardo all'eguaglianza degli uomini, ma ho paura andrei contro tutte le linee guida del forum, seppur si basi su dati scientifici e per la maggior parte non disputati dalla comunità scientifica. Se avrò tempo\voglia di raccogliere i dati in maniera che ritengo adeguata, magari posterò qualcosa. Saluti!
#3409
Personalmente non ho risposto alla domanda sull'origine del male perchè non penso ve ne sia una, o per meglio dire, la risposta è la nostra vita in tutta la sua complessità. Risposte generiche possono essere date, quella di Kobayashi non è male, ma non penso ne esista una definitiva valida per tutti. Ad oggi rimane ignoto il motivo per cui Paddock uccise 58 persone a Las Vegas, e le risposte dei criminologi sono vaghe e discordanti nel migliore dei casi. Altri casi pensiamo di averli capiti, di averli razionalizzati, penso più che altro che li abbiamo giudicati, che è diverso. Una persona immagina\sogna di sparare su una folla di innocenti, ha un rilascio di serotonina, si sente felice. Cosa farà di questa esperienza dipende interamente dal suo vissuto, la rigetterà, la perseguirà, vi combatterà..li diremo che si è "originato il male", ma ridurre la sua vita a puntiforme penso sia una falsa premessa a cui difficilmente troveremo risposta...ne il "male" ne la "vita" di chi lo pratica sono puntini inviduabili in maniera "cartesiana" come una sorta di origine degli assi.
Non penso altresi che una risposta "evoluzionistica" sia soddisfacente, i reperti ci indicano che la violenza intrahomini è andata aumentando via via con il tempo, e non il contrario, esplodendo solo "recentemente" nell'ultimo decimo del tempo passato su questo pianeta. Gran parte della vita di sapiens è vissuta in uno stato di relativa non belligeranza, il cosidetto "eden",  ciò che ha appreso in quel tempo è la compassione, la socialità, il rapporto con il logos. Peraltro, nel caso specifico di "vittime innocenti" come nel caso del terrorismo, o delle sparatorie nelle scuole o altro, c'è dietro un costrutto culturale "recente" che ha che fare intimamente con l'idea del sacrificio religioso.. ma non mi dilungo oltre.
#3410
"Io personalmente non conosco Brodsky"... "Io Pasternak non l'ho letto" .. "Mai conosciuto Bukovskji" si diceva agli interrogatori..
ma non sarà stato il caso di leggere al tempo, invece che ora? E che genere di moralismo sarà quello di, da una comoda posizione di distanza o ai posti di comando, tacciare i critici di portare i guanti di seta, o di non avere i peli sul petto? Caro Sgiombo, per leggere che Stalin si comportò in maniera etica, di peli sul petto ce ne vogliono aiosa.
#3411
Citazione di: Ipazia il 29 Novembre 2018, 15:02:09 PMAbolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione e socializzazione del "capitale" è il minimo sindacale perchè una società egualitaria rimanga tale. Altrimenti nel giro di poche generazioni non lo sarà più. La Cina sta sperimentando un'economia mista tra pubblico (grandi investimenti, infrastrutture) e privato (manifattura, commercio). Ma sta già sperimentando gli effetti in termini di inequalizzazione sociale, con quartieri e soprattutto scuole esclusive, ovvero il primo passo per non essere più uguali neppure alla nascita. Io apprezzo l'esperimento cinese, ma più per motivi di contingenza politica che di prospettiva sociale. Auguro ai cinesi di mantenere un'ideologia socialista per essere, alla fine della lunga marcia nel deserto etico  capitalistico, ancora in grado di pensare una società a misura d'uomo. Noi, quel pensiero, forse non l'abbiamo mai avuto.
Veramente secondo i dati rilasciati dai cinesi (e sono rilasciati dai cinesi..ti rendi conto di quanto sono affidabili spero)  la diseguaglianza misurata secondo l'indice Gini è tra le più alte del mondo, addirittura più alta di quella degli USA, sicuramente più alta di qualsiasi paese del centroeuropa.
#3412
Sebbene sono d'accordo con gran parte di ciò che scrivi Jacopus, trovo che il compito difficile di chi vuole interessarsi del male, e soprattutto di quello del passato, è discriminare tra il male e ciò che io chiamerei più propriamente tragedia. Dove per tragedia intendo un male ineludibile, dato il contesto in tutte le sue forme, premettendo che solo nel caso di tragedie naturali (es. terremoto, o il leone) si può parlare di male assolutamente ineludibile, e purtroppo è una distinzione utile solamente per discutere di teodicea. Per quanto riguarda il male causato dagli uomini invece, distinguere quanto esso possa essere stato ineludibile, è un operazione assai complessa. Il problema si è spesso posto recentemente riguardo ad un certo tipo di revisionismo storico, intorno a dibattiti del tipo "Dovremmo celebrare C.Colombo essendo egli stato uno spietato schiavista?". La domanda  quindi sarebbe, avrebbe C.Colombo potuto NON essere un schiavista, dato il contesto cultural-socio-economico in cui viveva? Se la risposta è affermativa direi che si possa dire che Colombo si comportò male, se negativa direi che il suo essere uno schiavista fu una tragedia. Tu stesso potresti sottovalutare i progressi che gli attivisti per i diritti degli animali hanno conseguito negli ultimi anni, ma propendo anche io per considerare quel gioco uno spirito malevolo anche nel contesto del tempo. E questo volendo semplificare assurdamente gli esseri umani, cioè considerandoli semplicemente "figli del loro tempo". Avendo premesso che l'ineludibilità assoluta è fuori dalla portata umana, va da se che bisogna ragionare in termini graduali anzichè assoluti, e ciò rende la valutazione delle azioni passate estremamente complessa. Una grande parte delle azioni che oggi compiamo in grande serenità morale, dalle più banali come permettere ai nostri figli di tenere il telefono vicino ai testicoli, alle più complesse come parteggiare per un movimento politico, nel giro di qualche generazione potrebbero essere considerate un male, e un male tale da garantirci una damnatio memoriae. Ma davvero possiamo dire di aver fatto queste scelte per "egoismo"? Lo diranno i nostri nipoti al massimo, se giudicheranno che avremmo potuto evitarlo.. ma davvero saranno in grado di valutarlo? Non nego che è cosi che si va avanti, giudicando un po a casaccio il passato e instaurando il futuro, ma prima di ricondurre tutto il "male" (indistinto) a qualche tratto psicologico tradizionalmente negativo (es. egoismo) io ci penserei tre volte. Personalmente,a giudicare da tutti i casi che ho considerato da quando faccio questa distinzione, sono giunto a concludere che il male che gli uomini devono affrontare durante la vita è una porzione minuscola dell'immensa quantità di tragedie che sono destinati a sopportare in un modo o nell'altro. E seppur non nego vi sia del male nel mondo, e questa distinzione non deve fungere come un autoassoluzione perenne di se stessi, sono propenso a pensare che la maggior parte degli uomini agiscono secondo ciò che ritengono "verità", nel senso niccian-darwinistico del termine, ovvero "ciò che serve la vita" e sono invece molto più rari i casi quando gli uomini agiscono volontariamente contro la vita stessa, ovvero commettendo volontariamente il male nonostante conoscessero la "verità". Saluti.
#3413
Citazione di: Ipazia il 29 Novembre 2018, 14:08:44 PML'unica meritocrazia reale è quella che azzera il privilegio di nascita e premia i più capaci mettendo i blocchi di partenza sulla stessa linea. Cosa che, a rigor di logica, solo una società assolutamente egualitaria, ovvero non taroccata da accumulazioni e privilegi precedenti, può garantire.
Non è un tema scontato, potrei anche essere d'accordo entro certi limiti (sicuramente non l'azzeramento) ma non ha un caspio da fare con il capitale in se e per se, ma come esso è regolato. Secondo me sarà un tema sempre più attuale man mano che andremo avanti con le generazioni e l'accumulazione "privilegiato" prenderà il sopravvento, come tralaltro ha già fatto in molti casi, e ci allontaniamo da quella parziale tabula rasa che fu la WWII. Ho spesso evidenziato che bisogna confrontarsi con lo studio fatto da Walter Shneidel a riguardo, che ha evidenziato come dall'età della pietra a oggi le uniche reali forze in grado di livellare l'ineguaglianza sono state le pestilenze, la guerra, le catastrofi e le rivoluzioni. Il problema sorge quando dopo la rivoluzione qualcuno vuole stabilire l'eguaglianza per legge, abolire la proprietà privata, o mettere lo stato a controllo del capitale, che qualcuno si ostina a sostenere....
#3414
Beh abbiamo diverse concezioni di privilegio. Io considero privilegio il potere (in qualsiasi forma, economica, sociale etc) che si è ottenuto prevalentemente attraverso altro potere, e non attraverso i propri meriti e capacità. E lo considero una delle maggiori cause dell'incacrenimento delle organizzazione sociali, la loro ossidazione, e il loro eventuale collasso. Per questo sono assolutamente a favore della sinistra quando punta il dito verso i privilegi (a patto che lo siano realmente), perchè è un operazione utilissima a preservare l'equità di una società. E per evitare ulteriori fraintendimenti, per equità intendo quanto una società è capace di fornire le stesse possibilità a tutti i suoi partecipanti, NON gli stessi risultati. Avevo capito che tu intedessi il privilegio nella maniera che descrivi, e sono intervenuto apposta per suggerirti di optare per la sopramenzionata distinzione, cosa che sei ovviamente libero di non fare, ma spero che almeno questo ti aiuti a capire il mio messaggio.Saluti.
#3415
Gli esseri umani nascono con diverse capacità, se sono liberi, non sono uguali. E se sono uguali, non sono liberi. (citazione)
Il fatto che contrapponi il privilegio all'egualitarismo è a mio avviso scorretto. E' vero che in alcuni casi si tratta di privilegio, ma altre volte di semplice competenza e merito. Il problema che ho io con il marxismo (o in generale con gli egualitaristi estremisti\ideologici) è che non risconono la differenza tra merito e privilegio e, nel caso del marxismo, danno la colpa al capitale. Il principio di Pareto dovrebbe fare da linea guida (ma non da inestricabile dogma) di che cosa conosciamo delle organizzazioni sociali di ogni tempo, pre e postcapitalistiche, con l'eccezione di quello che sta accadendo oggigiorno attraverso la digitalizzazione della produzione, che potrebbe dare adito a nuove teorie, se gli egualitaristi posassero per un attimo il loro beniamino ottocentesco e si sforzassero di ragionare sul presente. Il conflitto tra destra e sinistra, tra caos e ordine, è in qualche modo inetivitabile, e seppur nessuna delle due abbia fondamentalmente ragione, è di indubbia necessità che queste due forze giochino la loro parte, e si tengano in scacco una con l'altra, nella speranza che da questo conflitto nasca il bilanciamento di idee più favorevole ad una vita dignitosa e serena. Tuttavia la crescente polarizzazione ed estremizzazione di queste due forze, mina alla base la dialettica tra esse, e rende la ricerca di questa formula, un operazione sempre più ardua e passibile di tragici errori. Bisogna combattere la polarizzazione portata da internet e imparare di nuovo a comunicare, con due orecchie e una bocca, imparando a riconoscere la ragione negli argomenti degli altri, e non chiudersi nel proprio guscio ideologico\utopico.
#3416
Citazionesono convinto che se andremo verso una democratura, come ritengo probabile, gli agenti saranno le forze populiste e sovraniste.
Ne sono convinto anche io, il punto appunto è che a) se "andremo verso" non siamo b) se sarà "verso una democratura" non sarà una dittatura e c) se sarà una dittatura molto probabilmente assomiglierà molto poco al fascismo storico, quindi ha più senso parlare di una "dittatura". Mi spiace se pensi che queste obiezioni sono puramente formali, chi parla male ragiona male, ed evocare il fascismo in questi anni (si perchè è circa 30 anni che qualcuno ci avvisa del ritorno del duce) è solo stata utilizzata come un evocazione di un demonio culturale, capace solo di terminare le discussioni nel nulla, anatema e niente più. Se quando danno del fascista a Salvini si mette a ridere, è colpa anche di chi ha svuotato il termine. Berlusconi tralaltro aveva per le mani molti più ingrendienti della ricetta autoritaria, che poi non hai realmente cucinato fino in fondo, a dimostrazione che le traiettorie non sono inevitabili fatalismi e non certo per merito della cosidetta "opposizione". E tu dirai "si ma Berlusconi ha preparato il terreno", si ma qualcuno l'ha perso di nuovo, perchè sugli attacchi alla magistratura e agli altri poteri dello stato si è nettamente tornati negli argini, cosi come sulla monopolizzazione dell'informazione e altro.
#3417
Penso che la bellezza sia intimamente collegata con l'idea del sacrificio, perciò non penso sia fuori posto accostarla all'etica.. ma il come fa la differenza. L'oggetto della bellezza varia da cultura a cultura, ma normalmente due sono le forme di bellezza che tutte le culture considerano come "superiore", quella dove il sacrificio è totalmente assente (la cosiddetta bellezza "naturale" , quale può essere un paesaggio) e quella dove il sacrificio è totalizzante (la cosidetta bellezza "antropica", quale potrebbe essere una sinfonia). Tendiamo a scartare le vie di mezzo proprio misurando il sacrificio. Per esempio potremmo rigettare una casa mediocre su una bellissima montagna, considerandolo uno sforzo mediocre davanti alla bellezza naturale, oppure possiamo rigettare un pezzo di musica pop, implicando che chi l'ha composta non si è certo sacrificato granchè nel comporla.La bellezza in qualche modo quindi rappresenta la ricerca dell'alfa e l'omega dei nostri sacrifici su questa terra. I problemi cominciano, ma non finiscono, quando l'alfa e l'omega si confondono, quando l'antropico viene esaltato a cosmico e viceversa.. I regimi totalitari per esempio sono perversamente attirati dall'estetica, l'esempio dei greci è positivo, ma il nazismo per esempio fu un trionfo di estetica, venne persino legiferato che i posti di lavoro dovevano essere "belli", l'ordine, la simmetria... e il disgusto. Chi ha un po studiato la mentalità hitleriana sa quanto la bellezza e il disgusto fossero i poli del suo pensare, e che cosa fece per alienare il disgusto è cosa nota, al di la di tutte le considerazione sociopolitiche, i campi di sterminio sono fondamentalmente un operazione estetica atta ad alienare i disgustosi. D'altro canto dove la bellezza è in qualche modo sottovalutata, come in alcune tradizioni orientali, abbiamo ghetti insalubri, contaminazioni, condizioni umane terrificanti, e una soglia della dignità umanità che non ha niente a che fare con la povertà, quanto con la sottovalutazione della bellezza.. come in tutte le cose, la giusta misura, e non confondere il fine coi mezzi.
#3418
Il problema delle regolamentazioni sulla libertà di parola è che devono essere estremamente chiare, e avere definizioni cristalline. Per esempio dove dice "odio religioso, politico o etnico", vorrei che qualcuno mi desse la definizione cristallina di "odio", perchè senza di quella l'applicazione è impossibile. Se "odio" significa essere offensivo, beh buona fortuna. In una discussione tra due persone è molto semplice non essere offensivo, quando c'è una platea di almeno cento persone, è praticamente impossibile non offendere qualcuno in qualche modo, e il suo sentirsi offeso non può limitare la libertà di parola degli altri. Se si vuole pensare, e pensare liberamente, bisogna prendersi il rischio di offendere il proprio interlocutore, senza quel rischio non esiste libertà di parola. La libertà di parola può essere limitata dove la definizione è indubbia ed è assolutamente necessario, per esempio come già è regolamentata dalla legge, nei casi di procurato allarme o rivelazione di segreti. Tuttavia secondo la costituzione la libertà è limitata anche dal "buon costume", nella speranza che tale enunciato scompaia il più presto possibile, chiunque può infilare in questo concetto qualsiasi cosa, prima che un giudice ci riveli quale sia la sua idea di buon costume, ed è il tipico esempio di come la libertà di parola non andrebbe regolamentata. Dico questo non per mettere in luce problemi semantici di questo o dell'altro forum, quanto perchè noto che c'è un proliferare di eventi a tema il cosidetto "hate speech", tutti molto simpatici dove i relatori soprassiedono allegramente sull'oggetto del loro blandire, pensando che riconoscere un "discorso mosso dall'odio" sia una questione di senso comune. Purtroppo non lo è, e quando queste limitazioni finoscono in mano alle persone sbagliate, ci sono problemi seri... Io stesso qualche tempo fa ho cancellato un post di Ipazia,  e me ne dolgo, perchè seppur penso di aver applicato il regolamento, non è fuori di ogni dubbio che lo abbia fatto, tutt'altro. E questo mi ha dato un potere che non mi spettava, e che non avrei dovuto usare, ma gli esseri umani sono deboli e certi strumenti sono troppo potenti. Rischiare che la libertà si trasformi in censura è gravissimo, e a meno di non disporre di definizioni ineludibili e motivazioni granitiche, cento volte meglio la libertà.
#3419
Se non ti prestassi a difendere l'indifendibile la questione sarebbe chiusa da tempo, la discussione sui corollari filosofici è utile fino al punto che essa non diventa retorica, i corollari prima o poi finiscono in mano a persone in carne ed ossa, incapaci di costruire ciò che è possibile solo nell'utopia. Il materialismo vede ai rapporti umani come a semplici rapporti di forza, il mondo è diviso in oppressi ed oppressori e null'altro, una visione di tragico risentimento e odio. Della religiosità di Lenin (e dei marxisti in generale) sappiamo abbastanza. Quando Bertrand Russel incontrò Lenin vi si fermò a parlare e poi disse: "Pensava che qualsiasi proposizione potesse essere affermata solamente citando Marx, sembrava completamente incapace di anche solo supporre che ci potesse essere qualcosa di sbagliato nella teoria di Marx. E quando gli chiesi se stava instaurando una dittatura del proletariato, egli mi rispose ridedendo -  nessuna dittatura del proletariato.. vedi, ci sono contadini ricchi e contadini poveri, quando abbiamo aizzato i secondi contro i primi, questi si sono impiccati all'albero più vicino" Lenin non potè trattenersi dal ridere a crepapelle, e a Russel andò di traverso il gin. So che ti godresti anche tu uno spettacolo del genere, ricordati solo che tu sei nelle fila dei contadini ricchi, e che li fuori c'è una vasta scelta di alberi.
#3420
E' una prospettiva condivisibile. Te ne aggiungo un altra di segno opposto, dallo spazio al tempo, così per arricchire l'argomento di contradditorio.. Youtube è cresciuto molto in questi anni, dai video di gattini e dalle compilation "paperissima" siamo arrivati ad avere intere lezioni universitarie fruibili (e molto fruite) fino alla distruzione di interi paradigmi. Prendo per esempio il canale di Joe Rogan, ex pugile e comico, offre ai suoi spettatori interviste con vari personaggi che vanno dalle 2 alle 4 ore, con uno share pari a quello di una puntata del trono di spade. Vi ricordate quando vi dicevano che in televisione non si fa intrattenimento culturale perchè la gente si annoia? Ecco.. abbiamo scoperto che la gente non si annoia, erano gli sponsor che si annoiavano. Addio domanda 10 secondi - risposta 10 secondi = non ho capito un cazzo. Quattro ore per sviluppare un argomento, e la gente non si annoia: ascolta, e nel caso di Rogan sono in media 2 milioni... e la televisione insegue, senza poter inseguire, perchè la pubblicità incombe, diventa più schizofrenica, alla ricerca frenetica di una spettacolarizzazione senza senso per riprendere terreno sullo share digitale. Lo schermo sarà grande, ma solo per far vedere una stupidaggine più grande. Stamattina leggo (perchè devo leggerlo? qualcuno fa ancora eco a questa roba..) che una signora ieri su canale 5 ha bruciato i peli pubici della figlia come rito propiziatorio per farla accoppiare con un palestrato del grande fratello. Oh gli sponsor saranno felicissimi.. Fra poco, si spera, si daranno fuoco da soli, per far felice lo sponsor, e ci libereremo dei tanti tabù che la televisione ha usato per inibire qualsiasi tipo di approfondimento culturale. La gente si annoia.. la gente si da fuoco..diamogli la benzina.