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Messaggi - iano

#3421
Tematiche Spirituali / Re: Esperienze di eternità
27 Ottobre 2022, 11:14:20 AM
Citazione di: Alberto Knox il 25 Ottobre 2022, 12:18:54 PMPuò anche essere non desiderabile l'eternità e preferire che sia il nulla , lo capisco, capisco anche però che si aspira quindi al nichilismo dell essere. Che cosa vogliamo di noi dopo la morte fisica? vogliamo che qualcosa della nostra mente viva? o che muoia? è questa la domanda che mi pongo ora
Cambiamo in continuazione, moriamo e risorgiamo di continuo.
Secondo me è un problema di ''individuazione''.
Se mettiamo da parte l'autocoscienza, la percezione delle altre individualità non è perfettamente definita sia nel tempo che nello spazio in modo assoluto, ma in modo funzionale.
L'amore per gli altri dovrebbe farci guadagnare l'eternità (di chi esattamente?), ma la coscienza allargata ad una individualità che si sovrappone alle altre ci dice che noi siamo appunto quegli altri, o che quantomeno possiamo immedesimarci, che possiamo morire ad ogni istante negli altri, divenendo altro.
La domanda che tu poni secondo me è la questione trita e ritrita dell'essere e il divenire.
Però ripeto, conscio di non saper ben dire altrimenti, è una questione di definizione , di intercettazione dell'individuo, al di là della pura percezione dell'individuo.
Faccio un esempio rozzo: se l'individuo è un essere vivente,, noi possiamo dirci tale escludendo dalla nostra individualità i miliardi di microbi che ci abitano?
Perchè se li escludessimo di fatto moriremmo all'istante e non saremmo più esseri viventi.
Al di là della basilare percezione di noi, una percezione  che si sforzi di tener conto delle nuove conoscenze ci avverte di quanto semplicistiche siano in fondo questioni che pure continuano ad apparirci nella loro luce tragica, come la morte.
Ma la morte di chi?
Sicuramente la morte di una semplicistica autopercezione.
Non è che in questo modo vinco la paura della morte, ma me ne faccio una ragione, e se riesco a farmene una ragione riesco a vivere con più leggerezza, evitando di aggiungere altri drammi sceneggiati al dramma della morte.

Io sento l'esigenza di ridefinire, e magari di aggiustare la percezione di individuo, conscio che ciò comporterebbe una rivoluzione etica.
Immagino un individuo non così ben delineato, ben separato, come lo abbiamo considerato finora.
Un individuo che non potrebbe aspirare ad essere il ''più ricco e potente uomo del mondo'' , perchè costretta a chiedersi, ''il più ricco e potente'' si, ...ma esattamente chi?
Non penso così di risolvere tutto, perchè una nuova etica porterà forse nuove distorsioni, ma penso che dovremmo semplicemente adeguare la percezione di noi stessi al nuovo essere che in continuo siamo, a meno che non pensiamo che la percezione di noi stessi sia un fatto assoluto.
#3422
Il determinismo non ideale,  cioè quello dei fisici che badano ai fatti, è vero sempre entro un margine di errore, e i fisici si dicono soddisfatti quando possono ben definire questo margine.
Ma al posto di ''vero'' potremmo scrivere in modo meno tendenzioso ''funziona''.
Perchè una verità affetta di errore non può dirsi verità.
Nasce allora il dilemma filosofico se la verità, seppur affetta da errore, possa comunque perfezionarsi fino a tendere ad essere veramente tale, o se vi è un altra prospettiva da cui osservare la cosa.
Io propendo per un altra prospettiva, che però và pensata, decisa, sicché i più considerano comodo abbracciare la prospettiva approssimatoria, come se il raggiungimento della verità fosse l'obiettivo naturale a cui tendere.
Non v'è dubbio che questo sia il fil Rouge della storia stessa della filosofia, ma solo magari perchè è stata ed è una strada in discesa, facile da percorrere.
Una strada in salita inizierebbe invece dal constatare che la storia della fisica non sembra essere l'approssimazione di una verità.
Infatti, seppure i nuovi strumenti di misura possono essere sempre più precisi, la loro adozione non determina una riduzione del margine di errore dentro alla teoria corrente, ma uno stravolgimento della teoria stessa.
 Non è la stessa teoria dove si annuncia di aver ridotto il margine di errore, ma una teoria tutta nuova col suo proprio margine di errore.

Dentro questo errore agisce la coscienza e senza di esso non può esservi conoscenza che non si riduca alla fede pura.

Dire che la coscienza precede la materia è un affermazione forte quanto stimolante, ma io mi limiterei ad osservare che la dimensione fisica del portatore di coscienza non è così ben definita come ci piace credere, così che non è ben chiaro chi possieda coscienza, per tacere del fatto che questo non precisamente ben definibile portatore di coscienza cambia in continuazione quando usa coscienza, pur mantenendo una coscienza individuale.

Sembra un paradosso, ma la coscienza ha a che fare col cambiamento, e in particolare con quello che non ti aspetti, quel cambiamento che puoi scambiare per un errore.
#3423
Avere coscienza senza darne prova equivale a non averne?
Per dimostrare di averla effettivamente, un ente che tipo di prova ci aspettiamo che dovrebbe darci?
comportandosi in modo determinato se la materia volesse darci segno della sua coscienza potrebbe decidere di spiazzare le nostre aspettative.
Nel caso più semplice potrebbe decidere di comportarsi come ci aspettiamo ma anticipando o posticipando ciò che attendiamo.
La coscienza a me sembra infatti legata alla capacità di decidere e di comportarsi conseguentemente, perchè senza quelle capacità la coscienza non potrebbe dare prova di sé.
La prova sarebbe dunque una falla,  un errore nel determinismo della materia.
Ma questo errore, questo dimostrare di possedere coscienza, che conseguenze avrebbe sulla materia stessa?
Non sarebbe più la stessa materia perchè imparerebbe dai suoi errori.
Imparare, conoscere, sembra dunque qualcosa da legare ancora alla coscienza.
La conoscenza che deriva dall'errore muta l'ente cosciente.
Un fisico archivierebbe l'evento fra gli errori di misura, nel rumore di fondo delle misurazioni che non sono mai ideali, perchè mai del tutto isolate dal contesto.
Questo ci suggerisce che per potere attribuire coscienza ad un ente bisognerebbe prima individuarlo con certezza, potendolo isolare dal contesto in modo perfetto, ma questo può farsi solo in modo approssimativo. Eppure il determinismo è basato su questa possibilità di fatto irrealizzabile se non accettando un margine di errore.
Quando definiamo un ente che non sia puramente ideale, capace cioè di entrare nel reale gioco di cause ed effetti, stiamo di fatto definendo un margine di errore, perchè è appunto un ente reale e non ideale.
Ma se l'ente reale esiste solo dentro un margine di errore possiamo allora dire che esiste?
L'esistenza stessa è un concetto ideale, eppure paradossalmente pensiamo alla realtà come un insieme di esistenti, che si può dimostrare però esitono solo entro un margine di errore.
Tutto allora sembra andare in confusione e la realtà inizia a sfumare, e quello che ci resta in mano con certezza è un margine di errore.
Anche se ciò non è noto ai non addetti ai lavori, a fondamento della fisica vi è la teoria degli errori.
Il determinismo sembra una macchina perfetta, ma esso si basa sulla libertà di sbagliare. Come è possibile?
Sembra di stare in completa anarchia, se non fosse che c'è qualcosa che và definito con precisione perchè tutto questo paradossale castello stia in piedi: il margine di errore che vogliamo considerare.
In qualche modo coscienza, capacità di decidere, conoscenza, sono legate a doppio filo alla possibilità di errore.
#3424
Historycum scrive:
Se quelle radiazioni non danneggiano e disturbano i sistemi dei satelliti significa che:
1)esse non sono così potenti come si dice
Oppure
2)i satelliti sono ben schermati e non le lasciano entrare.

Sia nel primo che nel secondo caso,un astronauta che si trovasse ipoteticamente  dentro uno di quei satelliti,non subirebbe alcun danno!
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Una cosa è danneggiare, un altra è disturbare.
Non esistono misure indisturbate, che non presentino cioè rumori di fondo, i quali, quando non eliminabili in modo preventivo mediante schermi, si prova ad eliminare a posteriori con metodi matematici.
A questo fine conta più la qualità del rumore di fondo più che la sua potenza.
Non puoi metter sullo stesso piano gli effetti cui sono sottoposti apparecchi di misura e esseri viventi se esposti a radiazioni, senza offendere la tua intelligenza, che certo non ti manca.
Il fatto che un esperimento debba essere ripetibile non significa che perciò diventi vigente l'obbligo di ripeterlo.
Molto fà l'autorità che viene o non viene data agli scienziati.
Molti scienziati hanno avuto riconoscimento post mortem e alla loro morte ha contribuito a volte il mancato riconoscimento in vita, ma dei più non è rimasta memoria.
Ma se uno scienziato non è, come me e te, che autorità dovremmo dargli?
Io non ho aperto uno solo dei tuoi link, perchè in base all'autorità che ti assegno sarebbe una perdita di tempo.
In base invece all'intelligenza che ti assegno e del come la sprechi non posso che rammaricarmene, però è anche vero che l'infanzia intellettuale dei geni è eclettica quanto confusa e contraddittoria a volte, e a tal proposito cito sempre Newton.
Tu potresti essere il prossimo, e non ti sto prendendo per i fondelli, dico sul serio.
Al momento però sei guidato da pregiudizi che ti bloccano.
Nessuno qui considera la scienza una religione, ma una fallibile cosa umana, troppo sopravvalutata, troppo glorificata, troppo sacralizzata, ma noi siamo qui per correggere insieme il tiro.
Si và sempre per tentativi ed errori.
Si cade solo per rialzarsi.
La scienza non è alcuna novità, anche se tale appare, ma un modo diverso di fare quello che abbiamo sempre fatto.

Le citazioni che hai fatto di Freud e di Tesla altrove, sono un punto da cui dovresti ripartire facendo tabula rasa del resto ed evitando di farti prendere per i Tinelli.
Non possiamo porre fiducia solo su noi stessi Ele nostre capacità e volontà di verifica e di ragionamento logico.
Non si può fare ameno di porre fiducia in altri e noi non possiamo fare a meno di dirti, a quanto pare all'unisono, che non poniamo alcuna fiducia su quelli su cui tu poni la tua.
#3425
Tematiche Spirituali / Re: Esperienze di eternità
24 Ottobre 2022, 21:38:14 PM
Citazione di: Alberto Knox il 23 Ottobre 2022, 13:25:21 PMOvviamente si parla di esperienze che non sono dimostrabili , e se voi credete solo in ciò che è dimostrabile (scientificamente o no) allora questo post non fa per voi.
Se credessimo solo in ciò che è dimostrabile non avremmo nulla su cui fondare le teorie e le dimostrazioni scientifiche, ma non sempre le credenze fondanti sono presenti alla coscienza di tutti, e nello sviscerarne la natura Agostino è maestro.
Quella dell'eternità può ben essere un esperienza derivata se il tempo stesso è una esperienza fondante, che però non sappiamo raccontare e dire  secondo Agostino, ma che allo stesso tempo non occorre dire essendo esperienza condivisa.
Personalmente non condivido l'eternità né come esperienza derivata né come concetto in quanto mi sembra ponga dei ''limiti al tempo''.
Infatti se il tempo nasce da un esperienza , l'eternità invece lo oggetivizza, come dire che abbiamo esperienza del tempo perchè il tempo esiste.
Da il paso è breve per oggettivizzazioni  che seguono a raffica, come anima eterna che deriva dalla vita effimera dell'uomo, e quant'altro.
Non sembra essere sufficiente una vita potenzialmente eterna, ma di mutevole forma,  se non si conservano  in un archivio spirituale tutte le forme che succedendosi si accumulano, ma in effetti non sembra esserci alcuna necessità in ciò.
Si può credere a quel che si vuole e non occorre dimostrare nulla, ma ogni credenza ha conseguenze interessanti oppure non ne ha, e questo fà la differenza.
il tempo ha notevoli conseguenza e l'eternità non mi sembra fra le più interessanti. Mi sembra nasca dalla piccineria di un anima timorosa, seppure sia, che vuol trascendere il tempo, ma che sfigura verso la grandiosità di una vita che trascende le forme.
A cosa serve alla vita fissare per sempre una forma in un accumulo che non ha fine, quando essa  possiede tutte le forme sempre di fatto o in potenza?
Questo accumulo ha qualcosa di malsano, come tutti gli accumuli.
Non conviene conservare memoria eterna di forme se ogni forma è sempre possibile, perchè una memoria che cresca in modo indefinito monopolizza l'universo di modo che la pretesa di eternità otterrebbe come risultato il suo blocco, la sua raggiunta inamovibilità, eterno in quanto immobile.
#3426
Per capire come evolveranno gli equilibri di potere in Russia, bisognerebbe sapere chi è veramente il popolo russo, e noi non lo sappiamo, e a dirla tutta fino a poco tempo fà non sapevamo neanche chi era il popolo ucraino, ma, a quanto pare, non lo sapeva neanche Putin.
Possiamo però dedurre per esclusione chi sia il popolo russo dal comportamento di Putin, che si guarda bene dal coinvolgerlo in una guerra fino a negarla.
Non è un popolo che capirebbe quella guerra, se guerra fosse.
 ma potremo capire meglio chi è da come reagirà nella misura in cui sarà coinvolto nelle conseguenze della non-guerra.
Di fatto la guerra è stata finora un affare privato di Putin e del suo entourage; è stata la loro guerra, non quella della Russia, e chi sono i seguaci stretti di Putin lo capiamo bene, ma continuiamo a ignorare chi sia il popolo russo.
Azzarderei però che non era e non è nelle sue potenziali evoluzioni tanto diverso da quello ucraino.
Mi chiedo quindi se abbiano ostato davvero fattori culturali ad una integrazione della Russia o il fatto che si tratti di una potenza nucleare.
Per il futuro dovremo chiederci cosa succede se un gruppo di potere dentro una nazione acquisisce il controllo totale sulle armi nucleari?
E chiediamoci se di fatto non è questo che è successo in Russia.
#3427
Ma come fai paragonare gli inconvenienti che le radiazioni possono provocare ai satelliti ai danni che può subire un corpo umano.
Non è che ai satelliti gli viene il cancro, eh!
Avranno al massimo a che fare con la gestione di un rumore di fondo .

Quanto pensi di poter andare avanti con questa malafede verso tecnici e scienziati?
#3428
Attualità / Re: La proiezione psicologica
20 Ottobre 2022, 21:30:43 PM
Citazione di: Ipazia il 20 Ottobre 2022, 15:10:41 PMSe la questione è  "tiranni sanguinari", incontrovertibilmente lo scettro spetta all'impero canaglia NATO e alla sua succursale israeliana, che da tre quarti di secolo portano guerre, squadroni della morte, stragi e colpi di stato cruenti, piani genocidi e apartheid, ovunque riescono a ficcare gli artigli nell'intero pianeta.

Di fronte ai crimini settantennali della NATO e dei suoi satelliti e fantocci d'occasione, Gheddafi e Putin sono dei signorotti locali, meno peggio di tanti governi guerrafondai dell'area Nato.

 
Brava Ipazia, e così adesso il re è nudo.
Ma comunque niente di nuovo per noi , perchè la nostra politica viene da lontano, e rimane coerente : ''Francia o Spagna purché se magna'' e noi non possiamo permetterci di sputare nel piatto dove mangiamo, a voler essere realistici.
Con Putin si ingrasserebbe solo Berlusconi.
Ma consoliamoci, perchè queste sono tutte trame politiche in via di estinzione e se qualcuno ne dubitava Putin ce ne sta fornendo una prova definitiva.
Uno stato moderno oggi non fà più guerra ai vicini, ma alle multinazionali.
#3429
Attualità / Re: Guerra in Ucraina II
17 Ottobre 2022, 01:11:11 AM
Correggetemi se sbaglio, ma l'economia russa è basata, e se và bene continuerà ad essere basata ancora nel tempo medio, sullo sfruttamento delle risorse naturali.
Ma chi oggi andasse a sostituire Putin si troverebbe  senza gasdotti da cui far transitare gran parte di quelle risorse.
Sarà un caso o è la strategia di un gruppo dirigente che certo di perdere la guerra, per sopravvivere ne abbia iniziata  un altra contro la propria nazione ?
Assisteremo allora adesso ad una denazificazione della Russia?
L'Ucraina è culturalmente un pezzo di Russia .
Chi avrebbe potuto prevedere che  ''la Russia'' avrebbe fatto richiesta di adesione all'Europa?
Alle nazioni che non si rassegnano alla globalizzazione non resta che vendersi al miglior offerente, ma tutti gli esempi finora avuti sono quelli di una svendita.
La Siria dentro alla Russia, e la Russia dentro alla Cina.
Ma alla fine, questa creazione di stati matrioska, non è solo un modo di rimandare l'inevitabile confronto con le multinazionali?
Non è questa la strategia della rana che si gonfia per apparire più minacciosa?

#3430
Estratti di Poesie d'Autore / Re: Ottimismo poetico
16 Ottobre 2022, 23:09:28 PM
Lo smog sugli orti scende
Un Po come fà il fiume
Mentre risale il mare,
E le rossastre nubi
Salgon dai boschi accesi
I borghi  a illuminare.

Andiamo

E' tempo di migrare

In cinquecento
Con sopra il canotto
Ma non per andare al mare
Ma agli irti colli.

.
#3431
Scienza e Tecnologia / Re: I nuovi Nobel per la fisica
09 Ottobre 2022, 01:20:43 AM
''Ora,la meccanica quantistica ci dice che una particella può essere in qualsiasi luogo e sta a noi trovarla,ma,secondo me,è proprio la caratteristica della quantistica a creare questo genere di stranezze.''

Si, ma forse c'è un altro modo di dirlo: non esistono luoghi, se non nel senso delle istruttive favole di Tesla.
Il problema è che si raccontano sempre nuove favole, anche con nuovi personaggi, come è normale che sia, ma con la pretesa di mantenere tutti i personaggi delle favole precedenti.
Ma per far ciò occorre poi fare salti mortali logici.
Così azzarderei che per mantenere il personaggio della località nella nuova favola della meccanica quantistica occorre travestirlo come il lupo nella favola di Cappuccetto rosso, così che per amore di ammettere che la particella ha località si dirà che le ha tutte, e quindi nessuna di preciso, per non dire che non ce l'ha ma l'acquisisce ex novo in sede di misura.
Però alla fine che questo accada non è poi così strano, perchè le grandi scoperte , anche quelle che appaiono rivoluzionarie, rimangono comunque contingenti alle teorie che pretendono di scalzare, almeno nell'uso del linguaggio.

Quindi io e te ala pensiamo come Freud e come Tesla?
Non lo sapevo, ma me ne compiaccio.
#3432
Tematiche Filosofiche / Entanglement quantistico.
09 Ottobre 2022, 00:40:14 AM
Questo fenomeno, detto in soldoni, consiste nel fatto che particelle elementari con origine comune condividano destini comuni, di modo che se si muta lo stato di una delle due anche l'altra muta il suo stato in conseguenza e in modo istantaneo, a qualunque distanza reciproca si trovino, fossero anche poste agli opposti  estremi dell'universo.
Questo potrebbe significare che  le due particelle si scambino informazioni sul loro stato e che queste informazioni viaggino a una velocità superiore a quella della luce, perchè di fatto infinita.
E' una descrizione molto approssimativa la mia, ma poco male, perchè l'argomento che voglio affrontare è filosofico e non fisico, essendo l'entanglement preso solo come esempio, e comunque  sul web troverete spiegazioni fisiche più soddisfacenti.
Ma il punto che a me interessa è il seguente:
La distanza fra le due particelle come si fà a calcolare?
Facendo centro sulle due particelle, quindi si calcola da centro a centro. Sembra una questione inessenziale questa perchè ovunque poniamo l'ideale metro entro il volume occupato dalla particella facciamo comunque un errore risibile rispetto alle dimensioni dell'universo considerate come possibile distanza fra le due particelle.
Tutto vero, ma dovremo comunque porre il metro entro quel volume del quale possiamo dare solo una indicazione più che ragionevole in relazione agli esperimenti di interesse, ma comunque non definibile in assoluto.
E in ogni caso, il segnale che le particelle si scambierebbero da dove dovrebbe partire?
Dal loro centro oppure da dove?
Poniamo ad esempio che parta dalla loro superficie, ammesso che una superficie abbiano.
Ma se hanno una superficie potrebbero, come caso particolare, essere in contatto di superficie, e ciò giustificherebbe lo scambio del messaggio in modo istantaneo senza contraddire il limite di velocità della luce, essendo richiesta nel caso particolare velocità zero, quindi certo non superiore alla massima ammessa.
Ora, io potrei sbagliare nel dire che non sia possibile dire in assoluto quali siano i confini delle particelle, ma se avessi ragione, potrei allora affermare con ragione che la superficie di ogni particella coincida con quella dell'intero universo, e questo spiegherebbe perchè le particelle siano sempre fra loro in contatto di superficie.
Naturalmente so bene di essere giunto a conclusioni paradossali, ma se non ho fatto errori logici il paradosso deriva appunto logicamente dall'assumere che le particelle abbiano superfici ben definibili, il che secondo me è falso.
E' semmai vero che in relazione al particolare tipo di esperimento che si effettua si può assumere per comodità che le particelle coinvolte nell'esperimento occupino un limitato spazio dell'intero universo definito convenzionalmente e funzionale al particolare esperimento.
A qualunque oggetto coinvolto in un esperimento possiamo assegnare un volume convenzionale conveniente che a volte è un volume nullo, se troviamo conveniente rappresentare un oggetto con un punto, ma a rigore non è  in base a queste convenzioni che gli oggetti si scambiano informazioni, semmai se le scambino.

Al di là dell'esempio occasionalmente scelto, quello dell'entanglement, il vero argomento di discussione è il seguente:
Perchè certe cose ci appaiono strane e altre no?
Io credo che certe cose ci appaiono strane perchè figlie logicamente di cose non meno strane quando ben indagate, ma che , siccome vengono date invece per scontate, strane non appaiono, e che vengono date per scontate non per intima convinzione, ma per abitudine, per cui di fatto ciò che è strano coincide con ciò che non è abitudinario per noi.
#3433
Scienza e Tecnologia / Re: I nuovi Nobel per la fisica
08 Ottobre 2022, 21:11:01 PM
Intitolare un articolo : ''scienziati vincono il Nobel dimostrando che Einstein sbagliava'' è un modo scorretto quanto remunerativo di fare divulgazione scientifica.
Ci sono comunque altri modi di reperire informazione scientifica, pagandola. Acquistando riviste autorevoli ad esempio.
E, se non sempre comprensibili per noi, non c'è comunque il rischio di annoiarsi, perchè le notizie scientifiche ''normali'' non hanno nulla da invidiare in sensazionalità a quelle preconfezionate al solo scopo di raggiungere tanti like e quindi guadagnare con la pubblicità.
Non ci sono fonti garantite in assoluto, ma bisognerebbe fare comunque lo sforzo di selezionarle.
Se le notizie che ricevi non le hai pagate puoi già escluderle come autorevoli.

Non è proibito smentire Einstein, ma nessuno finora ci è riuscito, e se c'è qualcosa che odora di paranormale è il fatto che una teoria possa andare così oltre i fatti dai quali è nata senza essere smentita.
Se c'è un mistero sul quale riflettere senza uscire dall'ambito della ''normalità ufficiale'' è proprio questo, e gli alieni qui non c'entrano. E' tutta roba nostra.
#3434
Scienza e Tecnologia / Re: I nuovi Nobel per la fisica
08 Ottobre 2022, 20:27:08 PM
In generale non bisogna aspettarsi dalla scienza quella verità che ci permetta di distinguere il normale dal paranormale, ma solo il normale da considerarsi tale fino a prova contraria.
Ma come si fà a dire , sempre fino prova contraria, cosa è normale è cosa no, visto che ognuno è letteralmente libero di dire cosa sia normale e cosa no?
Il problema è che il parere di un singolo individuo, più che giusto o sbagliato, è insignificante, e se egli trovasse conferma o smentita al suo parere queste sarebbero parimenti insignificanti.
Mentre quando un parere viene condiviso, seppure fosse errato, è significativo, in quanto significativa diverrebbe la sua smentita non meno della sua conferma, per quanto una conferma e una smentita non siano mai definitive.
Più che dire che le nuove teorie smentiscano le vecchie, direi che nuove non sono mai scollegate dalle vecchie.
Non sono cioè voli pindarici, anche quando tali appaiono, ma rischiano di diventare voli pindarici fino a sconfinare nel paranormale nel senso sopra detto, se non si conoscono le vecchie teorie, o se, ancor peggio, le si è fraintese, e se le fraintendono gli addetti ai lavori, figuriamoci noi.
Ma il più grosso errore che si possa fare, per quanto scusabilissimo, è il credere che la scienza non sia piena zeppa di concetti filosofici, o meglio di pure produzioni intellettive che ci aiutano interagire con la realtà, ma che non sono reali al di fuori di noi.
Azioni locali e non locali non hanno alcun significato, perchè l'azione locale presuppone un preciso confini delle masse che entrano in contatto, confini che però nessuno saprebbe definire, e nel momento in cui perde di significato l'azione locale automaticamente perde significato il suo opposto non locale.
Nessuno però ci impedisce di usare queste pure creazioni della mente come termini di una teoria se questa poi funzioni.
L'erroe che si fà è di pensare che le istruzioni per l'uso della realtà non siano solo semplici istruzioni, ma che posseggano o debbano possedere un valore in sé.
Non è ben chiaro però come dovremmo assegnare questo valore, ma è chiaro che in qualche modo tendiamo ad assegnare questo valore, senza ben sapere come, e questo modo varrebbe quindi un buon spunto di riflessione filosofica.

In definitiva possiamo dire che il fatto che due particelle possano influenzarsi istantaneamente a distanza risulta indegeribile se e solo se abbiamo digerito il fatto che queste particelle abbiano precisi confini.
Ma siccome poi non siamo in grado di definire con precisione questi confini, la vera domanda è: come abbiamo fatto a digerire che le particelle abbiano precisi confini?
#3435
Scienza e Tecnologia / Re: I nuovi Nobel per la fisica
08 Ottobre 2022, 19:42:23 PM
Non è la teoria che determina in modo esclusivo ciò che possiamo osservare, ma quello che possiamo prevedere di osservare per confermare o smentire la teoria.
Una teoria che non ammetta controverifiche non è neanche considerata propriamente scientifica.
Questo è l'impianto del metodo scientifico e non mi risulta che Einstein lo abbia messo in discussione.
L'entenglement è appunto una delle previsioni della meccanica quantistica, e per le distanze per cui si è riusciti finora a verificarlo ha confermato la teoria.
Non sò se lo hanno fatto dalla stazione spaziale, ma se non lo hanno ancora fatto lo faranno.
Ma il fatto che sia stato verificato per valori diversi di distanza farebbe supporre che esso non dipenda dalla distanza.
Però in ambito scientifico, mai dire mai.
Non so bene cosa intendano con campo spettrale, ma prima di parlare di paranormale bisogna accettare la meccanica quantistica come normale, perchè se non la si digerisce , e pochi l'hanno digerita finora, allora è tutta paranormale.
Proviamo allora a pescare nella storia delle teorie scientifiche come se prendessimo un digestivo.

L'azione istantanea a distanza non è una novità in fisica, in quanto per Newton con tale azione le masse si attraevano.
Ciò però porta a dei paradossi che Einstein ha risolto elegantemente escludendo che vi sia una azione.
Non è per Einstein una massa che agisce su una altra a distanza, ma è la massa che crea la via che le altre masse percorreranno.
Da un punto di vista filosofico è interessante notare che Newton in modo rivoluzionario ammetteva azioni non locali, mentre prima di lui si ammettevano azioni locali.
Azione locale vuol dire che una massa ne muove un altra solo per diretto contatto, o indiretto per mezzo di un mezzo intermediario.
Nel caso di Newton l'eventuale intermediario era il presunto etere la cui esistenza però è stata esclusa con esperimenti da consideri definitivi.
Einstein resuscita di fatto l'azione locale, dove l'intermediario diventa la geometria dello spazio tempo.
Quindi laddove nello spazio di Newton masse non sottoposte a forze si muovevano di moto rettilineo uniforme, cioè non accelerato, nello spazio tempo di Einstein le masse si muovono del moto obbligato dalla geometria dello spazio tempo determinata dalla distribuzione delle masse.
Con l'entenglement sembra che l'azione istantanea a distanza venga rievocata, in attesa di una descrizione più elegante al modo di Einstein come sopra ho illustrato.
Ma siccome l'abbiamo già digerita una volta l'azione istantanea a distanza, strano che adesso abbiamo difficoltà a ridigerpirla per l'entenglement, non trovi?

Questo balletto in alternanza teorica fra azione locale e non locale dovrebbe istruirci sul fatto che questi tipi di azioni non corrispondono ad alcuna realtà, ma entrano in modo utile in una descrizione funzionale della realtà e Einstein ci illustra che di queste azioni si può fare in teoria perfino a meno.