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Messaggi - Kobayashi

#346
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
22 Dicembre 2018, 10:03:41 AM
Viator, quello che intendevo dire è che la questione altruismo-egoismo ha senso solo tenendo fermo il concetto di individuo. Concetto che andrebbe valutato per quello che è: una semplificazione politica.
Dal punto di vista esistenziale, nel momento in cui il singolo stabilisce un contatto con un altro singolo, le cose cessano di essere "atomistiche", e da una parte e dall'altra entra in gioco la propensione umana a immaginarsi nell'altro.
Il nostro vero essere, al di là dell'apparenza materiale che ci inchioda ad un corpo e ad un'identità sociale, è un perpetuo pellegrinaggio da una creatura all'altra (animali compresi, s'intende).
Qui non si tratta di stramberie spirituali o teorie moraleggianti. Si tratta semplicemente di un fatto, di ciò che accade nella realtà.
Per cui ciò che nella tua prospettiva chiami altruismo puro, io lo vedo semplicemente come l'opera coerente di una persona sana e consapevole della propria identità "diffusa".
Operare invece contro gli altri o mostrare indifferenza nei confronti del prossimo non significa tanto occuparsi in modo esclusivo della propria individualità, essere egoista, ma voler distruggere parte di se'.

Il suicida che nei mesi che precedono l'atto si isola, non mostra un sintomo psicopatologico. Si tratta in realtà di un indizio: il suicidio è già in corso e ad essere ucciso per primo è quella parte di se' più lontana dal nucleo strettamente biologico del soggetto.
#347
Tematiche Filosofiche / Re:L'altruismo
20 Dicembre 2018, 08:52:15 AM
Dal punto di vista logico la risposta è no... Ma per arrivare ad una conclusione del genere bisogna giudicare gli interessi e i legami del singolo nei confronti di comunità, clan, famiglia, prossimo etc. come qualcosa di egoistico.
Cioè si deve arrivare a sostenere il paradosso che se spinto da empatia mi fermo ad aiutare una persona ferita (perché mi immagino nelle sue stesse condizioni di bisogno) lo faccio per aiutare me stesso, proiettato, diciamo così, in lui...
Così come il sacrificio della mia singolarità per il bene di una comunità sarebbe un atto egoistico in quanto diretto al benessere della mia identità espansa nel gruppo – cosa che nei casi estremi non impedisce anche la perdita della vita.

In questo modo però mi pare che si perda il senso concreta della parola altruismo.
#348
Nel film "Transcendence" si affronta invece la questione del trasferimento della mente umana su supporto digitale.
Ora, in piccola parte questo processo è già iniziato con il trasferimento della memoria umana nella rete. Per ora soprattutto la memoria collettiva, il sapere pubblico.
Ma già parte della memoria individuale è trasferita in rete sui social: in tempo reale immagini e filmati di eventi vengono postati nel proprio spazio virtuale.
Tutto cambierà quando ciascuno di noi se ne andrà in giro ogni giorno con microscopiche videocamere capaci di inviare in modo automatico direttamente ciò che riprendono al nostro archivio privato in rete.
Sarà così possibile "ricordarsi" di una cena tra amici di qualche anno prima visionando la ripresa di quella sera.
Il ricordo sarà completamente diverso: l'immaginazione non dovrà riempire i vuoti lasciati dal tempo. Tutto sarà oggettivamente osservabile.
La memoria organica rischierà forse di atrofizzarsi non avendo più alcuno scopo.

I primi monaci cristiani dovevano imparare a memoria interi libri delle Scritture. Come minimo il Nuovo Testamento e i Salmi. Questo per due motivi: per poter celebrare le preghiere comuni, essendo i manoscritti rari e costosi; perché ciò permetteva loro di "ruminare" la Parola anche mentre lavoravano. Potevano ripensare continuamente alla Parola, meditarla quando volevano.
In fondo noi non siamo essenzialmente ciò a cui pensiamo? Ciò che occupa, per lo più, e concretamente, nel corso delle giornate il nostro spazio interiore?
E loro, i monaci, volevano essere come Cristo. Per questo il ricordo di Cristo era continuamente riattivato appunto grazie alla memoria.

Come sarà questo uomo del futuro, senza memoria organica, sottoposto agli stimoli più diversi, accumulatore di ricordi digitali?
#349
Tornando a "2001 Odissea nello spazio" propongo un'interpretazione più conservatrice.

Il monolite è realmente qualcosa di extra-umano. È ciò che l'uomo ha sempre definito come Dio.
Il tocco del monolite dà intelligenza all'uomo che subito però la usa per costruire armi e uccidere.
La scomparsa del monolite, poi ritrovato sulla Luna, riflette quei numerosi racconti religiosi in cui la divinità è nauseata da ciò che ha creato, dall'uomo, e decide di abbandonarla o di distruggerla.
Ma nel film uno degli scienziati che hanno lavorato al ritrovamento sulla Luna dice "è stato deliberatamente sotterrato lì circa quattro milioni di anni fa".
Perché? Perché potesse essere ritrovato al momento giusto dell'evoluzione umana.
Gli incontri tra astronauti di nazioni che nella realtà, a quei tempi, si consideravano nemiche, suggerisce un mondo dominato dalla razionalità, senza guerre.
Ultimo prodotto di questa evoluzione: Hal 9000.
Evidentemente, visto il duello tra uomo e I.A. che si scatena a bordo, l'uomo deve compiere un altro passo, che non può fare da solo, ancora una volta ha bisogno di un tocco divino...
Ma ora è pronto.
Ecco l'ultimo passo nella parte finale del film. Uno sprofondamento (psichedelico) nella divinità.
Il vecchio uomo muore, nasce un uomo nuovo.
Come insegnano tutte le dottrine spirituali: profezia quindi di un fatto reale accaduto nei pressi di Giove...
#350
Una considerazione veloce: nel giudicare il comportamento discutibile di Hal bisogna tener presente che lui era l'unico "componente dell'equipaggio" a conoscere la vera natura della missione, nata a seguito della scoperta del monolite sulla Luna.
Così non va esclusa la possibilità che sia arrivato alla conclusione (corretta) secondo cui la vita sulla Terra è stata influenzata da questo manufatto extraterrestre, e ciò potrebbe anche comportare, dal punto di vista logico dell'A.I., una relativizzazione dell'importanza del genere umano... e la formazione dell'idea che rifare tutto da capo partendo da un po' di materia organica e dal tocco del monolite misterioso, sia effettivamente possibile...
E chi non vorrebbe rifare tutto da capo?
#351
Citazione di: sgiombo il 02 Dicembre 2018, 11:29:40 AME' vero che la grande debolezza di ogni filosofia basata sulla ragione (ma non fondamentalisticamente per definizione; di "ragione") è proprio il fatto che la razionalità non può avere in se' la garanzia di conoscere la struttura vera dell'essere. Ma tantomeno, o per lo meno altrettanto, può averla l' irrazionalismo. E comunque c' é una bella differenza fra l' ammettere quel minimo di credenze indimostrabili tali che nessuna persona comunemente considerata sana di mente per lo meno si comporta come se non vi credesse (che si può chiamare "razionalismo limitato, non conseguente" o anche "ragionevolezza") e credere a "di tutto e di più", cioé cadere nell' irrazionalismo ("sfrenato"). Lo scetticismo (e in subordine il solipsismo) non é superabile razionalmente (ed esserne consapevoli significa essere più conseguentemente razionalisti che ignorarlo coltivando pie illusioni in proposito come fanno i positivisti e gli scientisti spregiatori della filosofia e della sua critica razionale). Ma questo non fa di tutte le erbe un fascio, cioé non equipara affatto tutti i pretesi superamenti dello scetticismo (e del solipsismo) non conseguentemente razionalistici, ma tali in varia, diversissima misura gli uni rispetto agli altri).

Il mio post voleva spostare la discussione su una domanda forse banale: prima di credere, come fa bobmax, ad una visione dell'Essere di un certo tipo e, come dire, totalizzante per la persona che ha deciso di accoglierla, non è il caso di chiedersi se ci si può fidare dello strumento che conduce a quella visione?
Bobmax ha una fede, ne' più ne' meno come un cristiano.
Se faccio la stessa domanda al cristiano, lui mi risponde che si fida di due cose: la Rivelazione e qualcosa che sente dentro di se' in linea con parte di quella Rivelazione.
Bobmax arriva alla sua visione dell'Essere solo attraverso la ragione, solo tramite le conclusioni di argomentazioni logiche.
Non mi sembra normale fingere che l'uso implicito di una ragione di tipo moderna (diciamo così) sia privo di difficoltà. Difficoltà, del resto, tematizzate dalla critica filosofica degli ultimi due-tre secoli.

L'osservazione di SamuelSilver su Cartesio non coglie l'insieme del suo progetto (di Cartesio): radicalizzare il dubbio per arrivare a qualcosa di assolutamente certo su cui costruire la sua visione del mondo. La verità di questa visione è così garantita dalla verità iniziale e poi dal metodo logico-matematico.
Se fin dall'inizio però c'è qualcosa che non torna, da cui si riesce ad uscire solo con il richiamo a Dio o con il richiamo al buon senso, è ovvio che ne risente anche tutto il resto.
O meglio, tutto il resto, cioè tutto il sistema filosofico-metafisico che verrà poi costruito, semplicemente non potrà vantare l'inattaccabilità del modello geometrico (vero e proprio mito dei moderni).
#352
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Ècouter les femmes
02 Dicembre 2018, 16:48:45 PM
D'istinto prediligo gli ambienti misti e quindi anch'io come Jean sono rimasto favorevolmente colpito dal recente aumento del numero di utenti di genere femminile.
Ma la verità è che in un ambiente virtuale la cosa si dimentica in fretta e si finisce, giustamente, per osservare il modo di pensare specifico di un utente senza collegarlo al genere di appartenenza.

Faccio però notare che recentemente è stata aperta una discussione per capire i motivi della diminuzione dei partecipanti attivi al forum. Molti leggono, pochi hanno il coraggio di scrivere.
Ecco, tirar fuori delle argomentazioni maschiliste o comunque delle ipotesi sul funzionamento del cervello delle donne che non sarebbe adatto a sforzi teoretici – banalità in cui a quanto pare anche uomini in gamba non possono fare a meno di cadere – non mi sembra aiuti molto a migliorare il clima...
#353
SamuelSilver, quindi parti dall'idea che non abbiamo garanzie sul fatto che la razionalità conduca a conclusioni non illusorie, ma essendo la razionalità il nostro unico strumento decidi di spingere alle estreme conseguenze le argomentazioni sul principio di causa-effetto.
Che ti conducono alla conclusione secondo cui il libero arbitrio non esiste.
Bene. Ammesso che la cosa funzioni, ti chiedo: il tuo risultato lo consideri scientifico e quindi soggetto a possibili confutazioni o intendi spingerti come bobmax fino all'adesione di una filosofia pratica anche paradossale sul piano dell'esperienza ma necessaria dal punto di vista logico?
Perché la grande debolezza di ogni filosofia basata su un fondamentalismo della ragione è proprio il fatto che la razionalità non può avere in se' la garanzia di conoscere la struttura vera dell'essere.
Non occorre pensare a tutte le critiche della filosofia contemporanea. Ma tornare a Cartesio, il quale volendo costruire il proprio sistema su fondamenta solide e volendo trovare la garanzia assoluta estremizza lo scetticismo a tal punto da dover alla fine fare appello al buon Dio...
La ragione moderna è insomma costruita sulla fede metafisica.
Quando viene meno questa garanzia metafisica la razionalità è costretta a tornare a farsi limitata, strumentale etc. E costruire un modo di vivere sulle conseguenze paradossali di questa razionalità è un rischio che un uomo saggio probabilmente non si prenderebbe.
#354
La domanda posta in apertura mi sembrava fosse: perché a volte faccio il male anche se sono spinto verso il bene?
Si può allora cercare la risposta in teorie religiose, antropologiche o psicologiche.
Ma la questione si risolve solo nella prassi con la conversione ad una "vita vera" che protegga, nei limiti del possibile, dalle cadute nella malvagità.
La conoscenza può fare ben poco, a parte la costruzione di ampie fenomenologie sul male.
La questione quindi dovrebbe essere spostata sulla domanda: quale modo di vivere ci garantisce la salvezza (almeno parziale) dall'odio, dalla violenza, dalla guerra?

Che è poi la domanda a partire dalla quale molto spesso nell'antichità (greca e cristiana) ci si convertiva alla filosofia.
#355
Secondo me affinché si compia il male c'è sempre bisogno dell'interazione di due fattori: una diminuzione di empatia e un'aggressività intensa.
Le due componenti possono variare: per esempio un dirigente nazista che aveva il compito di catturare gli ebrei poteva essere poco aggressivo ma assolutamente privo di empatia nei confronti delle sue vittime (che concepiva solo come l'oggetto del suo lavoro, la merce di cui doveva curare la logistica).
Così come una persona può anche essere molto aggressiva e perdere facilmente il controllo finendo per compiere atti di violenza ma avere in generale una buona componente empatica. 

L'egoismo di per se' non può causare il male. Al limite può impedire che si compia il bene. Ma certo il suo continuo esercizio ha effetti negativi nei confronti dell'empatia e quindi ha un ruolo nella preparazione del terreno che rende poi possibile l'atto crudele.
#356
Tematiche Culturali e Sociali / Re:Ingiustizie
28 Novembre 2018, 10:28:38 AM
Con tristezza perché l'ingiustizia è sempre un fallimento dell'uomo, che ha il potere di colmare le situazioni di squilibrio, a volte accontentandosi di non avere ancora di più, a volte facendo qualcosa per chi gli sta di fronte.
Ma siamo tutti soggetti alla menzogna, per questo non vediamo la verità. Per esempio percepiamo solo in parte che una persona che ci è prossima ha bisogno d'aiuto, perché la nostra vista è dominata dal nostro mondo individuale, quindi dal nostro imbarazzo a offrire aiuto, dalle nostre considerazioni sull'opportunità di un coinvolgimento faticoso, etc.

Porre un po' di distanza dalla propria persona, praticare una certa indifferenza verso di se', e lasciare che quello spazio sia raggiungibile da chi ci si fa prossimo accogliendolo senza porre limiti come l'ospitalità praticata da qualche popolazione del deserto: questa potrebbe essere la ricetta per una santità laica capace di ridare un autentico senso alle relazioni umane e a sconfiggere qualche ingiustizia quotidiana.
#357
Che cos'è l'illusione? Voglio dire, il primo a subire la potenza della bellezza della natura è proprio l'ottimo Sariputra, lo si capisce benissimo dai suoi racconti.
Che, nonostante ciò, la giudica "apparenza".
Apparenza rispetto a che cosa? Alla struttura autentica della natura? Cioè, alla sua concezione scientifica? O rispetto ad una verità eterna di tipo religioso-spirituale?
Ma anche le verità spirituali si trasformano... Non sono eterne...

Voglio citare una frase del teologo gesuita Christoph Theobald (che insegna teologia fondamentale a Parigi). All'inizio della sua opera più importante ("Il cristianesimo come stile"), dice che uno dei sui obiettivi sarà mostrare come la sua concezione "estetica" del cristianesimo "possa formarsi nel momento in cui il paradigma dogmatico del cattolicesimo sta per scomparire".

L'idea che il cuore del cattolicesimo sia il dogma, siano delle verità indiscutibili che il devoto è tenuto ad apprendere e a credere, è finita, è morta.

Questo per dire che il discorso tradizionale sull'inconsistenza di certe esperienze deve essere riformulato, non potendo più essere basato su un essere eterno etc.
#358
Citazione di: InVerno il 25 Novembre 2018, 10:33:38 AMNel continente americano dipenderà dalle prossime elezioni, se Trump perderà infatti non è detto che vorrà uscire dalla casa bianca, sempre più analisti si rendono conto di questa possibilità, tutto dipenderà da come si allineerà l'esercito.

E quale sarebbe la ragione per cui il sistema politico americano dovrebbe suicidarsi per Trump (che tutti coloro che contano veramente negli Usa considerano un povero idiota)?
#359
È tutto da dimostrare che la bellezza esteriore di una persona rimandi a interessi puramente erotici in chi guarda. Per questo motivo non va sottovalutata. Non perché l'erotismo sia imprescindibile per quasi tutti gli esseri umani, ma perché tale esperienza può aprire a significati più profondi della semplice sensualità.
Il cinema vive della potenza della bellezza umana. Che poi l'attrice (o l'attore) sia una persona meschina non conta nulla, essendosi fatta (fatto) portatrice di un senso che ne trascende la propria mediocrità.
Così come il viso di una persona sconosciuta che ci incanta all'improvviso tra la folla: come quando camminando in un bosco ci si ritrova inaspettatamente in uno scorcio di natura perfetta.
Il segno di una pienezza possibile che va accolto con gratitudine.
#360
Caro bobmax, H. D. Thoreau aveva stabilito nel proprio approccio alla filosofia, una volta per tutte, la libertà di contraddirsi.
Concedersi la libertà di cambiare completamente idea.
Io che sono estremamente limitato in cultura, intelligenza e stabilità psicologica, pratico questo principio con assoluta naturalezza tutti i giorni...
Tu invece non sembri poter ammettere qualcosa di differente dalla tua visione mistica.
E questo è di fatto un elemento che a lungo andare porta il confronto in stallo.
Per il resto rimane da parte di molti, sono sicuro, il rispetto per la coerenza e per la bellezza geometrica di una tale visione.
[Per anni ho provato a diventare un discepolo di Meister Eckhart, ma alla fine ho dovuto rigettarlo perché in fondo continuare a ripensare sempre alle stesse idee, al distacco, all'Uno, etc., pur riconoscendone a quei tempi la verità, per quanto superficiale possa sembrare... mi annoiava. Può la verità essere noiosa?]