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Messaggi - daniele22

#346
Se vi fu un complotto, anthonyi, le vie dell'intelligence sono infinite ... non conosco molto la vicenda, non so se Oswald fosse un agente segreto, ma secondo me non aveva molte chance di farla franca. Comunque l'idea che me ne sono fatto è che tanto il signor Lee O. quanto Ruby siano stati manipolati, chi più chi meno. Riguardo l'ipotesi del terzo cecchino, questa poteva sussistere anche senza il bisogno che il tiratore dovesse sparare. Comunque, "Vacci tu per favore, Billy, dato che hai ideato il piano", avrei detto se fossi stato l'uomo vestito di bianco. In ogni caso, agli avi l'ardua sentenza! Saluti
#347
Resterebbe a questo punto da appurare, giusto per curiosità, se l'uomo vestito di bianco sapesse che Ruby era Guglielmo Tell e che lui era l'uomo sotto la 🍎 
#348
Percorsi ed Esperienze / Re: Immagine di sé
18 Ottobre 2024, 09:19:33 AM
Ciao doxa, condivido l'idea che per stare meglio bisognerebbe sforzarsi di stare nel presente, e la condizione ideale per poterlo fare è quella di essere ricchi e non dover lavorare, o in alternativa essere innamorati del proprio lavoro ... diciamo che io tendo più all'ozio che al lavoro.
Anche guardando la pubblicità in tv, specie quella delle automobili, emerge spesso questa ambizione a essere "sé stessi". Purtroppo sembra che stia diventando una moda, anzi ormai lo è già da un po'. Ma nella nostra società non è facile scivolare nel presente trovando una comoda posizione tra sé stesso e sé stesso con gli altri senza entrare a volte in duri conflitti, e con te stesso e con gli altri. L'orgoglio, tra altri motivi, è senz'altro un fattore decisivo. Per conto mio, meno si è orgogliosi più facile sarebbe trovare un'accomodante via ... e non è poi così difficile sbarazzarsi dell'orgoglio, valutandolo caso per caso, quando le sue insidie ci appaiano evidenti. La domanda, in quel momento del presente, difficilmente si scosterà dal "sei certo di andare avanti?
Un saluto
#349
Ciao Eutidemo, ma dove vai a trovarli tali dubbiosi pensieri?
Forse si trattava solo di uno Chief of station, del tipo il nostro agente all'Avana tanto per dire. Magari lo aveva smascherato e si era fiondato braghe in mano a Dallas per essere immortalato in una foto con Oswald. Metti cioè che pensasse di essere ormai bruciato ... almeno diventerò famoso ... ed eccolo lì tronfio nella storia ... senza dubbio un significante polisignificativo. Comunque io l'ho visto solo perché sei stato tu a farmelo vedere ... no che te ne faccio una colpa eh! era solo per dire. Saluti
#350
Citazione di: Koba II il 15 Ottobre 2024, 11:07:16 AMContesto la fondatezza dell'idea di base del ragionamento di Jacopus, ovvero che ci sia un nesso di causalità tra trauma subito e violenza commessa.
Si tratta di un luogo comune di certi orientamenti delle discipline psicologico-sociali.
Si potrà anche presentare qualche statistica, ma di fatto quasi tutti nel corso della giovinezza hanno subito traumi o vissuto tormenti, per cui tale ipotetica statistica non dimostrerebbe nessuna correlazione significativa, ma solo che anche la maggior parte dei carnefici, come tutti, hanno avuto un passato complicato.
E poi il male non è una categoria omogenea: un conto è subire il disprezzo, ben altra cosa è essere perseguitati.
Per cui se è anche possibile neutralizzare l'ostilità che si subisce conoscendo le vicissitudini dolorose di coloro che ci disprezzano (ma nel senso di rendersi indifferenti ad essi, non certo nel senso di una riconciliazione), non sembra possibile fare la stessa cosa quando vi è stata della violenza concreta, quando il nemico si è prodigato per la nostra distruzione fisica o psicologica o sociale.

Tuttavia la citazione riportata da Jacopus dice qualcosa di vero, ovvero che tutti abbiamo qualcosa in comune, il dolore.
L'unica verità incontrovertibile della vita umana e animale è il dolore.
E il dolore non può essere combattuto con un accrescimento della potenza, della vitalità, come pensava Spinoza prima e Nietzsche poi.
Il dolore non può essere sconfitto. È il grande dominatore di questo mondo. Da esso si possono solo ottenere delle tregue parziali.
Se ne fossimo tutti consapevoli non saremmo spinti alla vendetta, perché questa comporterebbe il rischio di subire altro dolore (da parte di chi si vorrebbe punire o da parte di coloro che a loro volta si sentirebbero poi in dovere di vendicare il nostro nemico).
Il moralismo è adatto ad un'umanità illusa, infantile, ancora legata magari inconsapevolmente a immagini religiose. Ma la religione e la sua morale possono modificare il mondo solo se tutti fossimo abbastanza pazzi o disperati da accettare la presenza concreta del divino nella nostra vita.
Invece l'umanità è solo mediamente disperata. È soprattutto mediocre, meschina senza eccessi, pigra, stanca, annoiata, desolante.
Per questo la guerra e la vendetta, comportando uno stato di eccitazione, piacciono, perché anch'esse sembrano avere la capacità di offrirci una tregua dalla desolazione quotidiana. Poi subito dopo, ma troppo tardi, si capisce che si tratta di nient'altro che altro dolore. Si capisce di essere solo passati ad un altro inferno, di gran lunga peggiore del primo.

Sono d'accordo, in particolare sulla parte finale. Pensando che il dolore e il piacere siano i fondamenti e i motori della conoscenza provo comunque a dire qualcosa di aggiuntivo al tuo discorso: che non vi sia cioè sostanziale differenza tra dolore psichico e dolore fisico, ovvero tra l'essere disprezzati o aggrediti. Nel senso che quando si opera all'interno della società umana "a fin di bene" si può cozzare con chi pensa che tali operazioni producano il proprio male in senso economico; "economico" deve intendersi come unione di spirito e azione del corpo. Quando lo spirito deve agire in sofferenza, dolore psichico, non c'è da meravigliarsi che possa manifestarsi nel corpo una sofferenza come indotto derivante da stili di vita costretti da una spiritualità che non si riconosce e che in fondo si disprezza. Allora io disprezzo? Si! disprezzo. Per questo nel primo post suggerivo il cambiamento del termine da violenza a impeto; lo stesso impeto, tanto per sparare sull'ambulanza, che ancora esercita "a fin di bene" la religione ... e che purtroppo genera il mio dolore psichico, il quale mi fa rendere poco, la qual cosa genera mancanza di pecunia, la qual cosa, dato che tutto si compra, può generare come conseguenza anche dolori fisici
#351
Citazione di: Jacopus il 14 Ottobre 2024, 08:25:07 AMMi sono casualmente imbattuto in questa frase di un letterato americano del XIX secolo, famoso soprattutto per aver tradotto per primo molte opere italiane in inglese, Henry Longfellow. La frase è questa:
"Se potessimo leggere la storia segreta dei nostri nemici, nella vita di ciascuno troveremmo dolori e sofferenze tali da neutralizzare ogni forma di ostilità".

Trovo questa affermazione molto vera e mi conferma come non esista di fatto malvagità umana originaria, ma una malvagità che si articola attraverso il trauma o la strutturazione della società. Questo principio potrebbe essere usato sia nei rapporti fra singoli che fra collettività. In casi rari, come in Sudafrica (commissione per la verità e la riconciliazione), questa affermazione è stata applicata, con risultati straordinari. Epurata dai suoi aspetti fideistici, è la stessa logica del messaggio evangelico, di molte culture orientali e di molte correnti filosofiche.
Eppure la maggioranza dei comportamenti umani tende a polarizzare la frattura amico/nemico e la relativa violenza.
Qual'è la ragione di questa distanza fra un modello apparentemente facile da raggiungere e che ci permetterebbe di vivere in pace e la desolante realtà che ci rende ognuno nemico ognuno dell'altro, qui in questo forum, nella vita quotidiana, nei rapporti fra Stati e culture?
Ciao Jacopus, giusto stamane mi è caduto l'occhio su una targa che parlava per voce di Matteotti. Sinteticamente diceva: potete uccidere me, ma non la mia idea.
Per sviluppare meglio il tema penso che invece di usare il termine "violenza", troppo connotato negativamente, sarebbe più opportuno sostituirlo col termine "impeto". Saluti
#352
12 ottobre la scoperta dell'America. In vita mia ho ucciso numerose tonnellate tra cani gatti zanzare e qualche etto di scorpioni ... ah! pure dei passerotti. Ho ucciso anche 14722 persone ... delle quali 85 donne, si noti la diversa computazione peso/numero, i passerotti restano in sospeso ... Dopo tutto questo tempo, come sempre l'esperienza ci dona perle di saggezza, e forse per trovar sensato il mio operato e ripeto forse, mi sono fatto l'idea qui esposta che a) Uccidere faccia parte delle nostre possibilità
#353
...
E se gli sparo in fronte o nel cuore
Soltanto il tempo avrà per morire
Ma il tempo a me resterà per vedere
Vedere gli occhi di un uomo che muore
...
La guerra di Piero - F. de André
Ciao Morpheus e bienvenido
#354
Citazione di: Il_Dubbio il 03 Ottobre 2024, 11:25:41 AMCi sono fondamentali diritti che un essere umano deve possedere per essere un essere umano?

Mi stavo chiedendo se ce ne fosse almeno uno più fondamentale di tutti.

Ci sono effettivamente delle privazioni che un essere umano (anche nel corso della storia) ha dovuto subire.

Mi stavo chiedendo però se ce ne sia uno in particolare a cui non si può rinunciare.
Ad esempio il diritto alla vita è irrinunciabile, ma è possibile che si possa rinunciare alla vita qualora mancasse qualcos'altro di ancora piu fondamentale?

Se si cosa?
Per rispondere a questa domanda bisognerebbe quantomeno sapere cosa ci distingua dai non umani ... e non aggiungerei altro, o un invito che parta da una riflessione circa i "diritti" che noi si concede ai non umani.
Pur non essendo un credente mi è pure capitata occasione nel corso della vita di sentirmi disumano e non so quanto possa avere influito in tale sensazione la mia matrice cristiana. Comunque, credenti o no, sarebbe un fatto che nella nostra società vi siano persone molto più intransigenti che altre.
Non ci manca nulla, forse abbiamo solo qualcosa in più 
#355
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Penelope
03 Ottobre 2024, 21:06:10 PM
@Bruno P
In effetti ho deviato io dal tema. A dirla tutta il tema segnalava una mostra, così come spesso si diletta fare doxa. Fintanto comunque che non senti una scossa psico-midollare anafasica, se ben memorizzai, effetto dell'utilizzo di un'arma potentissima misteriosa assai in uso ai nostri vigilanti osservandissimi moderatores, non preoccuparti moltissimo ... ma stai attento, sembra che l'anno scorso....uuh! tutto vapore, tutto vapore. Scherzi a parte, un saluto 
#356
Tematiche Culturali e Sociali / Re: Penelope
03 Ottobre 2024, 09:37:42 AM
Ciao a Bruno e un benvenuto nel forum. 

Visione ingenua e molto sintetica: a me sembra che più la donna si rende "indipendente" più il maschio perde la testa e dirotta verso altro la sua frustrazione; infine, dovrà pur farsene una ragione
#357
Citazione di: Eutidemo il 02 Ottobre 2024, 17:44:18 PM
Rastislav entra nella cella di un suo prigionero, con in mano una scatola chiusa.
Poi gli dice:
- In questa scatola, di 23 cm di larghezza x 31 cm di lunghezza e x 19 cm di altezza, si trova contenuto un  numero indefinito di palline, di colore sia bianco che nero, ciascuna delle quali ha un identico diametro di 4 cm; adesso tu, senza aprire la scatola e senza scuoterla, mi devi dire quante sono in tutto le palline ed il colore di ciascuna di esse.-
- Ma, Altezza, tu mi sottoponi un enigma impossibile da risolvere!- protesta il prigioniero  - Ed infatti l'unica cosa che posso fare è tirare a indovinare!-
- Non è affatto così!- replica stizzito Rastislav - Io non propongo mai enigmi impossibili da risolvere; per cui ti garantisco che in questa scatola, di 23 cm di larghezza x 31 cm di lunghezza e x 19 cm di altezza, si trova contenuto un  numero indefinito di palline, di colore sia bianco che nero, ciascuna delle quali ha un identico diametro di 4 cm, e che tu, senza aprire la scatola e senza scuoterla, riflettendoci un po', sei perfettamente in grado di dirmi, con la massima precisione quante sono in tutto le palline ed il colore di ciascuna di esse.-
***
Cosa risponde il prigioniero?
***

Proprio perché devo rispondere dirò che vi è un numero indefinito di palline bianconere
#358
Citazione di: bobmax il 02 Ottobre 2024, 11:31:43 AMInvece il calcolo delle probabilità mostra, magari inconsapevolmente, la realtà di Dio.
Che non esiste, bensì è.
Infatti io dissi "pretesa"; potevo forse dire "vana pretesa", ma per me resta ad oggi solo una pretesa che non mostra almeno un'evidenza (che non è Dio, ovviamente). Mi sembra che quanto esponi costituisca il complemento di quel che ho detto io.
Dio è e non esiste, e condivido. Per me che sono agnostico Dio è ciò che muove in noi il desiderio di svelare; di svelare cioè l'ordine del tempo qualunque sia l'entità che lo serbi in sé ... solo che magari ce l'hai già a disposizione e purtroppo, come così accade, chi troppo vuole nulla stringe ... e quel che è peggio, non se ne dà conto
#359
Citazione di: Eutidemo il 02 Ottobre 2024, 11:02:11 AM
Una serie di eventi non è un evento, però può essere più o meno probabile; ad esempio, una serie di cento teste consecutive su un campione di cento lanci complessivi di monete è una serie estremamente improbabile!
Quanto ci scommetti? ;)

Guarda Eutidemo!, giusto perché non si dica che non ho lo spirito del giocatore scommetto dieci centavos di euro ... poi mi dici cos'è saltato fuori
#360
Il calcolo delle probabilità è un fenomeno che pretende, senza volerlo consapevolmente, negare l'esistenza di Dio in quanto finalizzato a mostrare evidenze che successivamente sono spessissimo confermate in natura dalle nostre osservazioni. 
Detto questo, l'indice di probabilità di un evento viene stabilito isolando un sistema e non può avere influenza nella successiva misurazione; questo, proprio per la sua definizione che si riferisce esclusivamente alla probabilità di un evento. La serie di eventi non è un evento ... e solo un miracolo potrebbe....... ma fino ad oggi il miracolo non accade