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Messaggi - Jacopus

#346
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
11 Agosto 2024, 13:01:29 PM
Scusa Niko ma a parti inverse fai lo stesso errore manicheo di Anthony. È davvero un meccanismo mentale potente quello di dividere il mondo in bene e male. Gli Stati Uniti hanno prodotto Melville, Steinbek, J. Morrison, gli studi più avanzati di neuro scienze, hanno accolto gli ebrei che un popolo teutonico voleva sterminare. Hanno raffinato il concetto di commercio e di sport per sublimare o cercare di sublimare la violenza fra gli stati. Poi, detto questo, non sono un ente di beneficienza e la guerra fra Russia e Ucraina è da imputare anche agli USA, all'inerzia adottata di fronte agli attacchi ucraini alle minoranze russofone. Bastava una telefonata, come quella che fece Truman a de Gaulle, quando il francese pensò bene, nel 1945 di occupare la val d'Aosta e la provincia di Imperia.
Per quanto riguarda l' equiparazione Russia/Usa mi sembra di aver molte volte chiarito che da parte mia non c'è nessuna equiparazione, ma neppure una visione scissa dell'azione politica. La differenza c'è. A livello filosofico/politico la distinzione è proprio la possibilità di poter condannare questa polarizzazione patologica in Occidente, mentre in Oriente non è possibile alcuna critica poiché le conseguenze sono pesantissime. La libertà è il nostro punto di forza, ma se c'è la libertà di morire di fame, si tratta di una libertà inutile. E l'incapacità di fare autocritica diventa l' anticamera di ogni regime autoritario, che in Occidente assume sempre più spesso i connotati di democratura.
#347
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
10 Agosto 2024, 23:24:24 PM
Citazione di: anthonyi il 10 Agosto 2024, 22:19:04 PME tu la stessa domanda perché non la fai a uno come niko? Non capisco perché quando si parla male degli USA allora non é indottrinamento. Se é indottrinamento lo é sempre nel bene o nel male.
Storicamente l'azione politica degli USA é sempre stata fondata su principi etici. Gli USA non intervengono certo in Europa, nella IIWW per ragioni strategiche, anche allora, infatti, i loro interessi strategici erano soprattutto nel pacifico, mentre l'Europa rappresentava una partita a perdere, ma da giocare per salvare le democrazie dell'europa occidentale, ed é cosa della quale noi europei dovremmo essere grati in eterno agli USA perché senza di essi, tra nazismo e comunismo, io non lo so come sarebbe andata a finire in Europa.

Gli USA sono comunque la prosecuzione della storia occidentale. In questo li stimo, così come stimo la storia dell'impero romano, ma non mi sono mai sognato di dire che i romani avevano principi etici. Erano semplicemente intelligenti e preferivano governare con il consenso piuttosto che usare il tallone di ferro. Se poi il consenso non funzionava c'era sempre la possibilità di usare la famosa "pax romana" (leggasi: sterminio). Gli USA adottano lo stesso sistema. La Russia non è diversa, è un altro imperialismo in profonda decadenza, che può avere un suo ruolo solo come burattino di Pechino. Avere uno sguardo "reale" ci aiuterebbe molto in quanto europei.
Capitolo II guerra mondiale. Gli USA attraverso la II guerra mondiale, hanno capito, molto meglio di Hitler e Mussolini ( e dei loro rispettivi popoli) che la posta in gioco era il dominio globale del mondo, non di un piccolo continente come l'Europa. Ma che quel dominio poteva essere perseguito solo attraverso una confederazione di stati, assoggettati agli USA e questi Stati comprendevano giocoforza anche gli stati europei, all'avanguardia tecnologica del mondo di allora. L'intervento in Europa era funzionale a questo obiettivo. Che poi abbiano voluto farci credere che zio Sam giocava al buon Samaritano, fa parte di quel processo di ricerca del consenso di cui parlavo. Quello stesso processo che ci permette di criticare liberamente i nostri padroni senza rischiare di cadere fuori da una finestra, come accade ai più sfortunati cittadini russi.
#348
Attualità / Re: Guerra in Ucraina III
10 Agosto 2024, 20:04:25 PM
CitazioneCerto hai detto bene, truppe del bene, che sono andate in posti martoriati e pieni di conflitti per portare un po' di serenità e di rispetto dei diritti umani, non certo per fare profitti visto che in quei posti profitti da fare c'è ne sono pochi.
Anthony, ma ci credi seriamente a quello che scrivi? Gli Stati Uniti sono una superpotenza globale. Fanno una politica di potenza non sono una ONG. Almeno rispetta la nostra intelligenza. Questo non è un luogo per indottrinamenti d'accatto. Con questo vorrei che fosse chiaro che non ho niente contro gli USA, che preferisco di gran lunga ai dittatori orientali. Ma non bisogna neppure essere dei "credenti" del verbo americano. Basta essere realisti ed accettare, appunto, la realpolitik. Pensare ai marines come ad una sorta di esercito della salvezza è veramente una trovata circense.
#349
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
06 Agosto 2024, 13:43:18 PM
Citazione di: Alberto Knox il 06 Agosto 2024, 13:10:11 PMla giustizia umana mi riporta alla giurisprudenza e di conseguenza ci saranno sempre trasgressori della legge , mi pare che tu voglia "educare" col pugno di ferro. in piu l essere umano non è ad una sola dimensione one dimensional man come diceva marcuse in relazione ad una certa casta capitalista che ci vorrebbero ad una sola dimensione, tutti allineati e sorridenti nella grande catena di montaggio sociale in virtù dell economia. Piu che criteri di giustizia abbiamo bisogno di criteri di responsabilità.
Il concetto di giustizia, fin dai tempi della Dikè greca e dello ius romano, è variegato e complesso. Non ritengo che abbia scritto da qualche parte che voglio educare con il pugno di ferro. L'educazione e i valori da perseguire con l'educazione dovrebbero essere condivisi e condivisibili ma affinchè questo avvenga dovremmo essere più simili come risorse disponibili, come esperienze vissute, come principi acquisiti nel corso della vita. L'omogeneità di una certa Weltanschaung non la vedo come l'uomo a una dimensione, ma come il necessario retroterra di scelte condivise ed accettate. In questa Weltanschaung ad esempio vi può anche essere (forse deve esserci) la necessaria capacità di accettare Weltanshaungen diverse. Ma senza esagerare, poichè altrimenti subentra il rischio della frammentazione e della indecidibilità. La giustizia quindi come "Phronesis" o se preferisci come "prudentia" è una giustizia che non usa il pugno di ferro, ma che cerca sembra la declinazione della norma alla situazione concreta.
Il tema "responsabilità" è ulteriormente importante ma è intimamente collegato con la giustizia e con il senso di giustizia e di riconoscimento che offriamo agli altri consociati e che gli altri consociati offrono a noi.
#350
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
06 Agosto 2024, 12:51:52 PM
Citazione di: Alberto Knox il 06 Agosto 2024, 12:44:14 PMma non dovrebbe essere forse l amore il pilastro su cui si regge l etica? amore di cui anche tu stesso hai detto che c'è bisogno di parlarne?
Si in effetti in qualche momento mi sono lasciato un pò trasportare. A mente lucida direi che più che l'amore è il bisogno (istinto?) di cura che fonda l'etica. Noi ci curiamo della nostra prole e indirettamente di tutti gli individui della nostra specie ed ancora più indirettamente di tutto l'ecostistema. Fatto sta che questo in realtà non avviene, o se avviene, avviene a corrente alternata. Per questo motivo credo che serva un concetto di giustizia che vada oltre la cura. Agostino, credo, diceva che laddove c'è la carità non c'è bisogno della giustizia. Molto vero, fatto sta che chi non è abituato alla carità per "imprinting" culturale, ha bisogno che vi siano criteri di giustizia applicabili.
#351
Tematiche Filosofiche / Re: Il concetto di verità.
06 Agosto 2024, 12:28:39 PM
Citazione di: Alberto Knox il 06 Agosto 2024, 11:21:29 AMl'imperativo non è una norma che dice come bisogna fare in una determinata situazione , dice cosa fare in qualsiasi situazione ,  non come  legge esterna ( devi restituire il portafoglio che hai trovato perterra perchè lo dice il Papa, perchè lodice la buona norma civile , perchè lo dice Gesù, perchè lo dice la legge) no devi restituire il portafoglio per la stessa legge morale che è in te. Lo puoi anche tenere naturalmente e far finta di niente ma in questo caso non hai agito secondo la tua morale , hai agito secondo interesse personale. Ma nessuno può obbligarti a restituire il portafoglio, è una scelta che devi fare tu. Non te lo impone la società
Con tutto il rispetto che ho per Kant, bisognerebbe allargare la visuale, altrimenti la norma che è in me rischia di diventare tautologica (la norma che è in me magari mi dice di rubare più portafogli possibili). E le strade che mi vengono in mente ora, sono due. La prima riguarda il discorso della morale come tradizione. Se in un dato paese è morale aggredire i poliziotti o dare fuoco agli ebrei, tale atteggiamento sarà considerato come morale. Siamo esseri molto meno legati a programmi automatici (cosiddetto istinto) e possiamo facilmente riprogrammarci, grazie alla "combo" fatale SNC altamente complesso e cultura.
La seconda strada è quella che invece riguarda proprio le basi neurobiologiche della specie umana e insieme ad essa di tutti i mammiferi, di tutti gli uccelli e probabilmente anche di qualche altro vertebrato (per mammiferi e uccelli è ampiamento provato). In queste basi neurobiologiche sussistono stati affettivi che ci mettono in difficoltà nel commettere atti ingiusti e/o violenti. Tanto per fare un esempio: Gli Einsatzgruppen, con il compito di sterminare gli ebrei nelle retrovie furono con il tempo, arruolati sempre di più fra ucraini, bielorussi e collaborazionisti vari, poichè i tedeschi a forza di uccidere si ammalavano e non erano più in grado di combattere.
Le due considerazioni sono in conflitto e l'unica strada che mi viene in mente per conciliarle è ancora una volta, l'educazione. Su questo punto, Platone, che per altri versi mi è particolarmente indigesto, aveva perfettamente ragione. Siamo una specie che va educata e questa educazione può condurre in qualsiasi direzione e pertanto resta il dilemma famoso di chi educa gli educatori, rispetto a quali valori, a quali obiettivi.
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di abbattere quanto più possibile le differenze di accesso alla cultura così come al benessere, poichè le differenze estreme attuali non permettono una visione lucida alla stragrande maggioranza della popolazione, rispetto alla quale il "tu devi" si può anche declinare nel "tu devi permettere che i migranti anneghino nei loro barconi schifosi".
La giustizia materiale e il conseguente benessere è la premessa per ogni discorso etico.
#352
Tematiche Filosofiche / Il Corpo
05 Agosto 2024, 17:04:13 PM
Sto leggendo, anzi rileggendo, tre libri, che pur essendo stati pubblicati tra il 2012 e il 2019, stanno diventando dei classici dello studio della mente umana. Tutti insistono sulla importanza del corpo, sulla importanza dei flussi ormonali, della necessità di avere un corpo sano per poter avere una mente sana e di come corpo e mente siano un complesso organico inseparabile.
Nella cultura occidentale, forse più che in quella orientale, si è a più riprese tentato di separare corpo e mente, raffigurando il corpo come una entità corruttibile, mentre la mente, imparentata con l'anima, si è confezionata una veste da alta dignitaria dell'umanità.
Questa separazione è stata sviluppata per motivi diversi e concatenati. Il primo dei quali è ovviamente la rappresentazione di un mondo celeste, dove avrebbe avuto accesso solo la mente (nella sua forma spirituale di anima), visto che il corpo, diventava tangibilmente "polvere". Per poterci rappresentare lietamente in paradiso, il corpo era di troppo. Infatti con quale corpo avremmo vissuto nell'aldilà, visto che i nostri corpi, nella vita terrena, sono almeno una decina, da quello del neonato, fino al vegliardo novantenne. Separare corpo e mente ha avuto però anche un secondo significato ideologico: quello di giustificare la distinzione fra classe lavoratrice e classe dirigente, fra oratores e laboratores. Considerare le due rappresentazioni come inscindibili e profondamente interconnesse avrebbe potuto far pensare che le due posizioni potevano essere reversibili.
E' allora un caso che le culture orientali, meno inquinate da questo modello scisso mente-corpo, siano più in grado di avere una visione collettivistica della società? Eppure quella visione collettivistica, a sua volta, ci espone ad un pensiero "conforme", "normale", mentre è forse proprio la scissione corpo-mente ad aver fornito all'Occidente il materiale culturale per creare i mostri, le colonne d'Ercole, l'Oltreuomo, il mito della tecnica e del Superamento. E ancora, fino a che punto questa scissione corpo-mente, rende possibile una scissione più profonda fra ciò che viene considerato bene e ciò che viene considerato male? La mente non sembra quasi un distillato dell'uomo, puro, incontaminabile, un cristallo che sta attaccato ad un corpo pieno di liquidi, alcuni nauseabondi, abitato da milardi di parassiti, soggetto a malanni e a una inevitabile decadenza.

Un discorso, il mio, che non vuole fornire una tesi migliore rispetto ad un altra, ma è semplicemente una riflessione sulla capacità delle nostre costruzioni concettuali di strutturare in profondità i rapporti sociali e di potere (niente di nuovo per carità...non ho inventato io la biopolitica ma la buonanima di Foucault, forse mi distinguo da Foucault per considerare la biopolitica non necessariamente ed esclusivamente connessa con il capitalismo).
#353
Ciao Eutidemo. Sicuramente Socrate qui gioca con le parole, ma che vita e morte siano intrecciate è verissimo. Solo morendo diamo spazio alle nuove generazioni che mutando, cercheranno di adeguarsi ai mutamenti dell'ambiente. Giocando con il tuo esempio, il sacrificio del pollo ad Esculapio non farà tornare in vita il pollo, ma è uno dei tanti atti che generarono un nuovo tipo di vita, la vita culturale dell'uomo. In sostanza dietro quel brodo c'è la nascita dell'uomo post-litico.
#354
CitazionePer quale motivo?
Perchè è giusto aiutare gli altri. Altrimenti non si spiegherebbe perchè dovremmo pagare le tasse, costruire scuole ed ospedali pubblici o strade o pagare polizia e pompieri. Solo attraverso una modalità di pensiero di aiuto reciproco siamo diventati la specie dominante sulla terra. Ora, al culmine di questa vicenda, questa capacità viene abbandonata sempre di più e poichè abbiamo una fisionomia neuroplastica, ovvero poco determinata da comportamenti fissi e istintuali, possiamo anche abituarci o credere di non doverci aiuto reciproco, poichè "non esistono società ma individui". Le conseguenze, a lungo andare, saranno catastrofiche.
Quello che è accaduto è la frattura estrema fra capacità tecnica di intervenire sul mondo e capacità etica di riflettere sulle conseguenze di questa capacità. La tecnica, in qualche modo, ci ha reso anche impermeabili alla necessità dell'aiuto reciproco, perchè pensiamo, erroneamente, che sarà la tecnica ad occuparsi anche dell'aiuto reciproco.
#355
Varie / Re: Il rifiuto!
31 Luglio 2024, 17:10:00 PM
Weil Gift, in Deutsche Sprache, todlich ist.
#356
Ben arrivata Scimmia. Non è tanto carino chiamarti così 😸. Ma per un evoluzionista come me non è neppure così brutto. Buone discussioni.
#357
Mario Pastore sei la precisa dimostrazione di cosa voglia dire scissione del pensiero. In ogni caso non ho intenzione di parlare con uno che dà lezioni. I prossimi tuoi interventi saranno da me ignorati. Anche perché sono interventi che tendono a condizionare anche me in una dinamica scissa.
#358
CitazioneIl tuo ragionare, jacopus, é condizionato dal mito del buon selvaggio di Rousseau, un mito che ha ben poco a che fare con la realtà antropologica
Il mio ragionare è condizionato dalle letture che faccio e cerco di aggiornarmi su questo argomento: la natura umana. Ebbene limitarsi a Rousseau è un grave errore ma anche considerare la natura umana come tendente ad una purezza che estromette il male (rinunci a Satana?). Tutta la letteratura di derivazione junghiana parte dal presupposto della necessità di riconoscere il male dentro di noi (l'ombra), così come l'esistenzialismo (L'inferno sono gli altri). Rispetto agli esempi che ho riferito, non si tratta di caoticità e neppure di dissacrazione ma l' esemplificazione di quanti modi e quanti obiettivi e quante forme può indossare la scissione bene/male. È anche possibile che detta scissione non sia il frutto delle religioni ma dipenda dalla struttura del nostro cervello. Diciamo che abbiamo in noi, a livello antropologico, delle potenzialità sia di interpretare il mondo come scisso fra buoni e cattivi che come non scisso, e quindi come popolato da individui la cui "bontà" e "cattiveria", non solo sono stati temporanei e reversibili ma anche che quegli stati sono condizionati proprio dalla presenza o meno di quella scissione. Infatti credere, ad esempio, che un nazista sia un essere spregevole è errato, in primo luogo perché oggettivamente falso ed in secondo luogo perché non lo si aiuta in questo modo ad essere qualcosa di diverso dall'essere un nazista.
Parlando in un modo un po' più esteso della religione cristiana, anche al suo interno coesistono messaggi scissi fra bene/male ma anche messaggi che comprendono la inevitabilità della presenza del male in ognuno di noi, basti pensare al "chi è senza peccato scagli la prima pietra" oppure alla parabola del buon samaritano. Ma soprattutto è lo stesso messaggio del sacrificio della crocifissione che sposta il discorso dalla scissione, alla comprensione del male presente in ognuno di noi. Ma quel messaggio è tuttavia debole, e ci turba perché non ci piace guardare il lato malvagio di noi stessi. Ed allora ha più presa il "Gott mit uns" scritto sulla cintura delle S.S., perché ci permette di scindere il bene dal male e rassicurarci sull'evidenza che noi stiamo dalla parte giusta. Invece a mio parere, ed è per questo che diffido da ogni religione (compreso il marxismo), non esiste una parte giusta ottenuta scegliendo un rito o una fede politica o (peggio) calcistica. La solidarietà senza distinzioni dovrebbe essere alla base delle nostre azioni e della nostra ideologia. Solo così potremmo salvare il mondo. Penso peró che questo non accadrà e il mondo dell'uomo, così come lo conosciamo, dall'XI secolo in poi, è destinato nuovamente ad una spettacolare regressione. Questione di tempo.  Ed uno dei motivi di questa regressione è proprio la scissione bene/male. Una scissione che per secoli è stato un grande motore per il successo tecnico dell'uomo, ma ora è diventato il suo veleno. Mi fermo qui.
#359
La pericolosità delle religioni, di alcune religioni, in prima istanza quelle monoteistiche, consiste nella loro "idealistica" lotta fra bene e male. E' molto consolatorio pensare che il male stia là fuori, che non siamo noi il male e pertanto lo descriviamo come Satana, Lucifero e così via, oppure come Russia, prostituzione, nazismo, omosessualità, possessione demoniaca, etnia rom, ebrei, delinquenza, follia. Ovvero una entità aliena a noi, cattiva, imbruttita dalla menzogna e così via. Se pensiamo invece che il male è anche dentro di noi (come il bene, ovviamente), riscopriamo la possibilità di connetterci con gli altri e di comprenderli, anche nelle loro piccole e grandi cattiverie. E' per questo motivo che mi fido molto di più di chi dissacra rispetto a chi consacra. Almeno se chi dissacra non lo fa per consacrare un idolo in concorrenza con quello dissacrato. In questo caso il gioco della scissione si ripete, tale e quale. Di sacro dovrebbe esserci, ad esempio, la vita umana, qualsiasi vita umana. Principio troppo spesso (quasi sempre) non rispettato dalle religioni, sempre pronte a dividere tra buoni e malvagi (e i malvagi, si sà, prima di espiare all'inferno, possono essere maltrattati anche qui da noi, un pò come un anticipo della liquidazione).
#360
Percorsi ed Esperienze / Re: Scrivere
22 Luglio 2024, 20:06:06 PM
Forse più che uno sfogo è un modo per restare connessi con qualcuno di cui sentiamo la mancanza. Ma in realtà tuo padre è ancora vivo, perché vive dentro di te.