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Messaggi - doxa

#346
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
27 Ottobre 2023, 23:43:42 PM
Ho capito Bob. Sei ancorato a Platone.

Nel "Timeo"  questo filosofo greco evidenzia l'ambizione della cultura greca a definire l'ideale di bellezza:
 
"Tutto ciò che è buono è bello, e non senza misura è la bellezza",   

sintetizzato nell'ideale del "Kalòs kài agathòs": la bellezza unita al bene,   racchiusi nel concetto di "kalokagathia": per Platone è un ideale aristocratico che distingue il sapiente dalla massa incolta.

Sono passati circa 2.500 anni... E' necessario aggiornarsi  ;D



#347
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
27 Ottobre 2023, 17:03:54 PM
Bob, il topic è titolato "Arte e denaro".

Le immagini che ho postato sono  di noti artisti e collegate al denaro oppure a oggetti d'oro. 

Sono le tue domande non inerenti, sono off topic. In questo caso sono io che rivolgo la stessa domanda a te: 

CitazioneL'arte che ci azzecca?

Un bel saluto   ::)   O:-)   ;D
#348
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
27 Ottobre 2023, 11:41:11 AM
Ciao Bob,

la ricchezza non va mai disprezzata, né ostentata. Esige la discrezione.  ;)

Il proprio patrimonio aiuta a vivere meglio, molto meglio. ;D

Il bene ?

Lo sai che bene e male sono concetti relativi, ideologicamente condizionati, costringono  a scelte morali, che spesso sono sbagliate.

Forse a te piace l'esortazione di Paolo  di Tarso ai Galati: "Non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l'occasione (kairós), operiamo il bene verso tutti" (Gal 6, 9-10).

Ma io non sono permeato della bontà cristiana. Il mio bene si limita alla solidarietà verso persone che conosco. :P
#349
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
27 Ottobre 2023, 08:04:38 AM
Buongiorno Bob, mi poni interessanti domande che esigono dettagliate risposte, che non sono capace di darti, perché quando ho allocato l'immagine ho solo pensato  alla sua estetica e se era coerente con il titolo del topic.

Dovrei studiare l'icona e sapere l'intenzione originaria dell'autore, ma a che pro ?

Un personaggio molto coerente con il topic è il mio "amico d'infanzia", zio Paperone e le sue monete d'oro nel grande forziere, sempre attorniato dalla "banda Bassotti".



 

 
#350
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
26 Ottobre 2023, 17:06:05 PM
Bravo Bob ! Mi è piaciuto il tuo commento.   ;)

Oggi ti offro un dipinto del disegnatore e pittore francese Simon Vouet  (1590 – 1649), uno dei maggiori esponenti del caravaggismo.


Simon Vouet, Allegoria  della fede e disprezzo  per la ricchezza, olio su tela, 1630  circa, Museo del Louvre, Parigi.

Questo dipinto  fu  sempre considerato  l'allegoria della ricchezza, ma secondo lo storico dell'arte Nicolas Milovanovic,, capo curatore del Museo del Louvre ed esperto della pittura francese del XVII secolo, l'opera è un'allegoria del disprezzo per la ricchezza.

Il dipinto ha come didascalia  "Allegoria della fede e disprezzo per la ricchezza".

La donna  è la vittoria alata (della fede)  con corona di alloro. E' avvolta da un manto giallo luminoso.

Con le mani regge un putto, che col dito indice della mano destra  segna verso il cielo, allude a Dio, vera ricchezza spirituale.

Ma il volto della donna è rivolto verso destra,  guarda in basso l'altro putto, alato, che con la mano sinistra le porge alcuni gioielli.

Sul pavimento c'è un monile d'oro agganciato ad una medaglia con  inciso un profilo umano, forse allude alla nobiltà e al potere come ingrediente della ricchezza terrena

La grade brocca metallica vicino al putto alato raffigura a sbalzo la scena  con Apollo pervaso da "ardore amoroso" che  insegue la bella naiade Dafne. Per salvarsi la mitica "ragazza" invoca gli dei. Viene esaudita e trasformata in una pianta di alloro.

In questo quadro risalta la bellezza della figura femminile, ma anche  l'armonia dei colori e i toni luminosi dell'ampio drappeggio.
#351
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
25 Ottobre 2023, 16:31:44 PM

Pieter van der Heyden (da un disegno di Pieter Bruegel il Vecchio), la battaglia tra i salvadànai (dnàai = antica variante di denari) e le casseforti, incisione a bulino, 1570 circa.

L'incisione raffigura  lo scontro tra "due eserciti", quello dei salvadànai e quello delle casseforti. A loro si sono aggiunti, quasi come "truppe ausiliarie", sacchi e barili colmi di monete. Il tutto guarnito con lance e spade sguainate.
#352
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
23 Ottobre 2023, 18:30:07 PM
L'icona del vitello d'oro nell'Antico Testamento, in un dipinto realizzato  dal pittore francese Jean-Honoré Nicolas Fragonard (1732 – 1806).


Jean-Honoré Nicolas Fragonard, "Geroboamo sacrifica al vitello d'oro", olio su tela, 1748 – 1752,  Museo del Louvre, Parigi.


Persone inginocchiate sono ai lati del sacerdote, raffigurato con le mani alzate  invocanti l'idolo, collocato in alto su un marmoreo piedistallo, in un santuario in stile classico.


Sulla destra, seduto sul trono, il re Geroboamo, circondato da cortigiani,  assiste al rito del sacrificio  dedicato al simulacro del "vitello d'oro".
#353
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
23 Ottobre 2023, 18:27:09 PM

Statua raffigurante il dio Apis, divinità egizia nella forma di toro, adorata a Menfi,  prima capitale dell'Antico Regno.
 
 

Il toro simbolicamente allude alla forza procreatrice,  e il dio Apis è la potenza generativa.
 
Il  culto del toro era presente  in varie religioni. In  Egitto, da dove secondo la narrazione dell'Esodo provenivano in quel tempo gli  Ebrei,  il  toro Apis  era oggetto di adorazione, che alcuni  studiosi presumono gli ebrei facessero rivivere nel deserto;  altri credono che il  Dio di Israele fosse associato o rappresentato come una divinità vitello/toro a causa di un processo di assimilazione religiosa e  sincretismo. 
 
Nell'antico Vicino Oriente e nell'Egeo, l'uro (toro selvatico) veniva adorato come "toro lunare" e creatura di El. 
 
Il  biblista  statunitense Richard Elliott Friedman, docente di studi ebraici, ha scritto:  "Possiamo almeno dire che l'autore del resoconto sul vitello d'oro in Esodo sembra aver preso le parole tradizionalmente attribuite a Geroboamo facendole dire al popolo".
 
Ma prima di parlare di Geroboamo è necessario un cenno su re Salomone (1011 a. C. circa – 931 a. C.  circa).
 
Secondo l'Antico Testamento  Salomone fu il terzo re d'Israele, successore e figlio di Davide e Betsabea.
 
Salomone regnò dal 970 al 930 a. C. e fu l'ultimo del regno unificato di Giuda e Israele.
 
Dopo la sua morte gli succedette il figlio Roboamo, che regnò dal 930 al 909 a. C..
 
Secondo la Bibbia ebraica, in particolare nel primo e secondo Libro dei Re, Geroboamo fu considerato un esempio negativo perché  fece realizzare due simulacri del vitello d'oro, e  li fece collocare uno a Betel, nel santuario del villaggio, ed un altro a Dan: le estremità Sud e Nord del suo regno.
 
Inoltre,  scelse sacerdoti non appartenenti alla tribù di Levi, come invece comandato da Dio: "non avrai altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra." (Esodo 20, 3-4).
 
Il Vangelo di Matteo narra che Gesù chiama "Mammona" o denaro il vitello d'oro: "Nessuno può servire due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona." (6, 24).
 
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#354
Riflessioni sull'Arte / Re: Arte e denari
23 Ottobre 2023, 18:23:03 PM
Oggi propongo un dipinto di Jean-Honoré Nicolas Fragonard: "Geroboamo sacrifica al vitello d'oro".

Ma come presentarlo se non tutti i lettori conoscono  bene la vicenda del " vitello d'oro" e  non sanno chi fu Geroboamo, personaggio biblico vetero-testamentario ?

Sono costretto a cominciare con alcuni passi nel libro dell'Esodo, poi darò alcune informazioni sul re Geroboamo, ed infine allocherò la foto con il dipinto di Fragonard.

 "Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio" (Esodo 31, 18).

Finalmente ! Mosé era sfinito, per giorni  costretto ad ascoltare il minaccioso dominus con le prescrizioni al popolo di Israele.

Gli Israeliti credendo che non ritornasse più, che Mosé fosse asceso al cielo, o  peggio, si fosse dato alla  fuga, chiesero ad Aronne di fabbricare loro un dio per poterlo adorare.

"Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e gli disse: 'Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto'. Aronne rispose loro: 'Togliete i pendenti d'oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me'. Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: 'Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto!'. Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: 'Domani sarà festa in onore del Signore. Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento.

Allora il Signore disse a Mosè: 'Va', scendi, perché il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: 'Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto'.

Il Signore disse inoltre a Mosè: 'Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione.

Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: 'Perché, Signore, divamperà la tua ira contro il tuo popolo, che tu hai fatto uscire dal paese d'Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti dall'ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricordati  di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre'.

Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.

Mosè ritornò e scese dalla montagna con in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall'altra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole" (Es 32, 1 – 16).

Ed ancora:

"Quando si fu avvicinato all'accampamento, vide il vitello e le danze. Allora si accese l'ira di Mosè: egli scagliò dalle mani le tavole e le spezzò ai piedi della montagna. Poi afferrò il vitello che quelli avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell'acqua e la fece trangugiare agli Israeliti.

Mosè disse ad Aronne: 'Che ti ha fatto questo popolo, perché tu l'abbia gravato di un peccato così grande?'. Aronne rispose: 'Non si accenda l'ira del mio signore; tu stesso sai che questo popolo è inclinato al male. Mi dissero: Facci un dio, che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l'uomo che ci ha fatti uscire dal paese d'Egitto, non sappiamo che cosa sia capitato. Allora io dissi: Chi ha dell'oro? Essi se lo sono tolto, me lo hanno dato; io l'ho gettato nel fuoco e ne è uscito questo vitello'.

Mosè vide che il popolo non aveva più freno, perché Aronne gli aveva tolto ogni freno, così da farne il ludibrio dei loro avversari. Mosè si pose alla porta dell'accampamento e disse: 'Chi sta con il Signore, venga da me!'. Gli si raccolsero intorno tutti i figli di Levi. Gridò loro: 'Dice il Signore, il Dio d'Israele: Ciascuno di voi tenga la spada al fianco. Passate e ripassate nell'accampamento da una porta all'altra: uccida ognuno il proprio fratello, ognuno il proprio amico, ognuno il proprio parente'.

I figli di Levi agirono secondo il comando di Mosè e in quel giorno perirono circa tremila uomini del popolo. Allora Mosè disse: Ricevete oggi l'investitura dal Signore; ciascuno di voi è stato contro suo figlio e contro suo fratello, perché oggi Egli vi accordasse una benedizione'.

Il giorno dopo Mosè disse al popolo: Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa.

Mosè ritornò dal Signore e disse: 'Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d'oro. Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato... E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!'.

Il Signore disse a Mosè: 'Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me. Ora va', conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco il mio angelo ti precederà; ma nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato'.

Il Signore percosse il popolo, perché aveva fatto il vitello fabbricato da Aronne" (Es 32, 19 – 35).

Io cerco di pazientare quando leggo questi racconti surreali, puerili, cerco di evitarli,  però in questo caso "necesse est".
 
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#355
Storia / Re: Biblioteca del faraone Ramses II
18 Ottobre 2023, 17:12:22 PM
Il filosofo e politico inglese Francis Bacon (1561 – 1626), scrisse: "Alcuni libri devono essere assaggiati, altri inghiottiti, pochi masticati e digeriti".

Il teologo, poeta e frate domenicano Tommaso Campanella (1568 – 1639), nella suo sonetto titolato "Anima immortale" immagina l'anima parlante, che considera sé stessa immortale, insaziabile di sapere e volere...

Anima immortale

Di cervel dentro un pugno io sto, e divoro
tanto, che quanti libri tiene il mondo
non sazian l'appetito mio profondo.
Quanto ho mangiato! e del digiun pur moro!

D'un gran mondo Aristarco e Metrodoro
di piú cibommi, e piú di fame abbondo;
disiando e sentendo, giro in tondo;
e quanto intendo piú, tanto piú ignoro.

Dunque immagin sono io del Padre immenso,
che gli enti, come il mar li pesci, cinge,
e sol è oggetto dell'amante senso;
cui il sillogismo è stral, che al segno attinge;
l'autoritá è man d'altri; donde penso
sol certo e lieto chi s'illuia e incinge.
-------
Le prime due quartine del sonetto pongono il problema della conoscenza, il desiderio di conoscere.

Dominano le coppie antitetiche: "Quanto ho mangiato! e del digiun pur moro" (verso 4), "di più cibommi, e più di fame abbondo" (verso 6), "e quanto intendo più, tanto più ignoro" (verso 8).

Una situazione che egli supera riconoscendosi "immagin" di Dio, che "cinge" (= racchiude in sé) gli esseri come il mare i pesci.

La crisi del poeta culmina nel verso conclusivo del sonetto: solo chi in Dio si affida ("s'illuia" neologismo usato da Dante nel cantico dedicato al Paradiso, IX, 73) e di lui si impregna ("incinge" altra citazione dalla Commedia, Inferno, VIII, 45) raggiunge la verità e la felicità.

Campanella approda così , a quel mistero della vita e della fede che lo rende "certo e lieto", pur se è in una prigione sotterranea nel castello di Sant'Elmo, a Napoli.
 

Marguerite Yourcenar nel romanzo "Memorie di Adriano" scrisse:

"Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito che, da molti indizi, mio malgrado, vedo venire. Ho ricostruito molto, e ricostruire significa collaborare con il tempo, nel suo aspetto di "passato", coglierne lo spirito o modificarlo, protenderlo quasi verso un più lungo avvenire; significa scoprire sotto le pietre il segreto delle sorgenti".

L'imperatore Adriano regnò dal 117 al 138.

Il romanzo della Yourcenar ha forma epistolare: immagina l'imperatore Adriano che si rivolge al filosofo e scrittore Marco Aurelio. Questo, su indicazione dell'imperatore Adriano, nel 138 fu adottato dal futuro suocero e zio acquisito Antonino Pio, che lo associò al governo e lo designò come suo successore al trono imperiale.

Per il cardinale Gianfranco Ravasi "Le biblioteche sono simili a crocevia in cui s'incontrano passato e presente, realtà e sogni, storia e speranza, consenso, dissenso, ma soprattutto senso". Ed ha aggiunto: Forse aveva ragione lo scrittore Stephen King, quando forse sbrigativamente suggeriva: "Se tutto il resto sta fallendo, lascia perdere e va' in biblioteca".
#356
Storia / Re: Biblioteca del faraone Ramses II
18 Ottobre 2023, 17:07:28 PM
Un aforisma medievale afferma che " claustrum sine armario, quasi castrum sine armamentario" (= un monastero privo dell'armadio dei libri è come una piazzaforte senza munizioni e armi). Infatti nelle biblioteche  monasteriali lo "spirito" celebra le sue "liturgie".

La Biblioteca apostolica vaticana è la "regina delle biblioteche" Possiede una delle raccolte di testi antichi e di libri rari fra le più importanti al mondo risalenti al I secolo. Aper le sue porte a studiosi provenienti da ogni parte del mondo.
 

il "Salone sistino": aula di 70 metri x 15,  a due navate, decorate.

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#357
Storia / Re: Biblioteca del faraone Ramses II
18 Ottobre 2023, 17:04:44 PM
Ecateo di Abdera e la biblioteca di Ramses II.  

Chi era Ecateo ? Era uno storico e filosofo greco (340 a. C. – 280 a. C. circa).

Abdera era una polis dell'antica Grecia, situata sulla costa della Tracia nei pressi della foce del fiume Nestos, quasi di fronte all'isola di Taso.

Ecateo lavorò alla corte di Tolomeo I, re d'Egitto.

Durante la sua  permanenza ad Alessandria d'Egitto narrò le usanze peculiari dei giudei alessandrini ed altri episodi.

Nel suo libro "Sull'Egitto"  descrive la geografia, la flora e la fauna, la storia dei re d'Egitto, le istituzioni politiche e gli usi del popolo. Narra anche che con una imbarcazione fluviale percorse il Nilo  fino a Tebe, l'antica capitale faraonica dalle "cento porte", ognuna – secondo Omero – così ampia da permettere il transito contemporaneo di 200 militi coi loro carri e cavalli.

Tra le cose belle che in quel luogo  Ecateo vide,   una lo meravigliò: il "Ramesseum", celebre mausoleo di Ramses II, faraone del XIII sec. a. C..

Dopo aver varcato quel portale lungo 60 metri e alto 20, attraversò  peristili, sale, stanze, camere e passaggi, si fermò stupito davanti a un portale su cui campeggiavano alcuni  geroglifici che egli tradusse in greco: "psychès iatréion" (= luogo di cura dell'anima).

Cos'era quella "clinica dello spirito" ? La risposta Ecateo l'ebbe quando vi penetrò: era la biblioteca di Ramses II.

Certo, c'è il rischio che quel tipo di  "clinica" possa non curare ma produrre a sua volta patologie dell'anima. Ci sono, infatti, forme di bibliofilia che possono decadere in bibliomania. Esse non generano mai cultura, al massimo erudizione e inaridiscono lo spirito.

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#358
Storia / Re: Biblioteca del faraone Ramses II
18 Ottobre 2023, 16:43:11 PM
31 delle 48 colonne della sala ipostila (misure 41m x 31m) si trovano ancora in piedi. Esse sono decorate con scene che raffigurano il re con diversi dei.
 
 Nel primo cortile era collocata una gigantesca statua del re (alta 19 metri e del peso di 1000 tonnellate) di cui ancora oggi si possono ammirare i resti sul terreno.
 
 La statua venne sbozzata nella cava di marmo, poi trasportata poi per 170 miglia.





Parte del soffitto è decorata con stelle dorate su sfondo blu ed è ancora conservato in pittura. I figli e le figlie di Ramesse appaiono in processione sulle mura di sinistra.
 
 Adiacente alla sala ipostila si trova un tempio più piccolo dedicato alla madre di Ramses, Tuia, ed alla sua amata prima moglie Nefertari.


Si chiama ipostila una sala avente la copertura piana sorretta da colonne o pilastri distribuiti in modo uniforme.

Nell'antico Egitto gli esempi più noti sono nei templi realizzati dalla dinastia tolemaica. In essi, la sala ipostila costituiva il pronao: la parte del tempio che precedeva il santuario.  Il numero delle colonne variava in funzione delle dimensioni dell'edificio e del diametro ed il loro stile non era uniforme.



Modello di sala ipostila su piano basilicale.

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#359
Storia / Re: Biblioteca del faraone Ramses II
18 Ottobre 2023, 16:34:24 PM



"Ramesseum" deriva dal francese "Rhamesséion": nome in lingua francese attribuito al tempio da Jean-François Champollion, che nel 1829 visitò  le rovine del sito e identificò per la prima volta sulle pareti i geroglifici che compongono i nomi e i titoli di Ramesse.

Papiri tra l'XI e l'VIII secolo a.C. indicano il tempio di Ramses II  come  luogo di un'importante scuola di scribi.


Particolare del tempio di Ramses II. Come consuetudine i piloni d'ingresso e le mura esterne vennero decorate con scene che commemorano le vittorie militari del faraone e raffigurazioni di dei egizi.

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#360
Storia / Biblioteca del faraone Ramses II
18 Ottobre 2023, 16:28:54 PM
Il faraone egizio Ramses II (1303 a. C. – 1213 a. C. circa), regnò dal 31 maggio 1279 a. C. al luglio o agosto del 1213 (o 1212) a. C..   

Il suo regno durò quasi un settantennio. Se si considera la sua associazione al trono quando il padre era ancora in vita, giunse a 75 anni di governo effettivo dell'impero egiziano.

Questo faraone fece costruire numerose opere monumentali, fra le quali  il "Ramesseum",  il suo  mausoleo.
 


Tebe, veduta aerea dei resti del Ramesseum, formato da numerose sale di rappresentanza, granai, laboratori, e costruzioni accessorie.

I lavori per la sua costruzione cominciarono all'inizio del suo regno e si conclusero in 20 anni.

La sua tomba fu costruita in collina, ma il tempio commemorativo era ai margini di un'area coltivata, irrigata da un canale collegato con il fiume Nilo.

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