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Messaggi - acquario69

#346
Secondo me il dubbio ha valenza positiva e negativa allo stesso tempo.

Forse il "nodo" per poter essere sciolto sta nel non identificarcisi.

domanda:
ma puo' il dubbio esistere senza il suo corrispettivo di certezza e viceversa?
#347
Riprendo il tema sul senso critico ma non solo,anche alla conoscenza..che mi sembra vi sia una certa relazione (cosi mi sembra)

maral scrive:
CitazioneMa la critica bisogna saperla fare, occorre che sia fondata e non può fondarsi sui propri modi interiori e personali di sentire, anche se a questi farà inevitabilmente riferimento. Per criticare sensatamente occorre cominciare con il mettere in discussione i propri modi di sentire o almeno a sospenderli, cosa comunque difficile. Poi occorre che si conosca a fondo quello che si intende criticare e gli studi in merito, poiché quello che pensiamo, per quanto originale, non è nato per la prima volta nella nostra testa stanotte, e ancora bisogna rifletterci sopra cosicché non si finisca per criticare per il solo intimo piacere di farlo. 
Come poi la scuola dovrebbe e potrebbe aiutare a crescere criticamente è appunto un tema interessantissimo.

Trovo ragionevoli le tue considerazioni sul senso critico..ma secondo te da questi presupposti si potrà mai arrivare ad una conclusione che comporta la conoscenza della "cosa in se" o se non piuttosto un ripresentarsi ogni volta, cosi da rimettere sempre tutto in discussione in un processo senza fine?

Se si avvalora questa ipotesi sopra allora si dovrebbe dire che non esiste nessuna conoscenza ma che tutto e' inconoscibile (?)..nonostante pero non si capisca il motivo che spinge comunque al chiederci delle cose o in definitiva alla conoscenza stessa.

ma se esiste in noi questa tensione alla conoscenza allora si dovrebbe presumere che questa esista,perche se cosi non fosse da dove e per quale motivo si originerebbe?

Sul fatto che determinate cose ci risultano inconoscibili non vuol dire che non esistano ma che non siamo arrivati ancora conoscerle..sei d'accordo?

io credo (ma sono qui apposta per discuterne criticamente  :)  ) che la conoscenza significa apprendere (o com-prendere?) cio che già esiste ed e' sempre esistito,indipendentemente da noi e indipendentemente dal soggetto 
#348
Citazione di: Fharenight il 08 Maggio 2017, 01:43:00 AM
Non capisco perché in tutti i topic di questo forum si tende, volente  o nolente, a spostare molto lontano o a scalzare completamente l'oggetto iniziale di una discussione. Sarà una distorsione della comunicazione tipica della società contemporanea, forse frutto anche del cattivo esempio di frequenti ma poco edificanti dibattiti televisivi e radiofonici. L'ostacolo maggiore allo sviluppo di un sereno  confronto delle idee e di scambio delle opinioni è, a mio sommesso parere, la mancanza di rispetto verso l'interlocutore.

Ho chiesto in buona fede di confrontare e commentare le mie impressioni, deduzioni, considerazioni sulle riflessioni espresse dalla protagonista del Diario, non di fare un processo alle intenzioni sui miei post, né di farne una questione di stato.

Analizzare e commentare un'opera  letteraria per approfondirne un aspetto, esprimere opinioni od elaborare giudizi critici è un diritto e un dovere in una società sana, ed è un esercizio necessario per chi voglia  consolidare la propria preparazione culturale. Cultura significa, in ultima analisi, libertà.
Questo è un forum culturale che sprona alla riflessione.
Il mio topic vuol essere anche un omaggio al Diario di Anna Frank perché si incentiva la lettura o rilettura del libro.
Lo sappiamo tutti che gli studi sul testo sono già stati svolti e quello che conta è il giudizio finale che è stato espresso in maniera insindacabile, come ben dice Acquario; non ho intenzione di rimetterlo in discussione. D'altronde sarebbe una patata molto bollente pure per il Padreterno liquidare il libro come non autentico quand'anche ci fossero seri indizi per formulare tale ipotesi visto che è diventato una bandiera contro il nazismo e le persecuzioni ebraiche. Dunque, nel mio intento, la finalità della discussione è ben altra e non sminuisce affatto il valore simbolico del libro il cui sfondo dove è collocato e che gli conferisce valore è il particolare periodo storico e il dramma di una famiglia perseguitata, come tante altre, dalle leggi contro gli ebrei e sterminata in un campo di concentramento.
Il componimento in sé è a tratti noioso (anche se la lettura, tutto sommato è piacevole), a volte interessante in alcuni episodi raccontati e per le descrizioni esposte, o per certe riflessioni espresse dalla protagonista, infatti sono queste ultime in particolare che colpiscono iI lettore in quanto  elevano il testo dal mero discorrere del menage quotidiano. Infatti, appena lette, mi sono istintivamente chiesta come potesse una ragazza di 14 anni formulare pensieri, riflessioni che sarebbero molto piú consone ad una persona adulta con un buon bagaglio di esperienza di vita vissuta, se non anche di discreta cultura. Perciò mi sono chiesta se è solo una mia osservazione o se anche altri lettori hanno rilevato lo stesso pensiero.
Ma l'avete letto il libro?

Io credo che in questa tua osservazione sopra e sottolineata, ci sia la risposta (e il sano atteggiamento) alla legittima domanda che con libero e sacrosanto spirito critico bisognerebbe sempre porsi e a prescindere...in questo caso sul libro in questione ma vale appunto sempre e in tutti i casi.

E comunque come giustamente fai notare tu,non si tratta di polemizzare sterilmente su un episodio che in se che ha il suo valore simbolico ed e' proprio per questo che ogni eventuale e possibile manipolazione e' un atto dissacrante che oltre a suscitare il mio personale disprezzo, getta pure ingiusto discredito sulla pelle di una ragazzina innocente.

---

Fharenight,e' vero il discorso poi si e' ampliato ed ha pure preso una piega un po diversa ma a mio modesto avviso comunque collegata, se non direttamente ma che rimaneva comunque inerente al tema stesso di uno sguardo critico,(come da titolo) e che ha valenza in generale e che credo fa appunto da perno alla discussione stessa.
Hai poi pure aggiunto un commento riguardante i possibili rimaneggiamenti per raccontare eventi storici e questo implica direttamente il sano senso critico e l'atteggiamento che e' auspicabile avere in tutti i casi e per i motivi che mi e' parso opportuno esprimere anche nei miei precedenti interventi
#349
Citazione di: maral il 07 Maggio 2017, 22:38:32 PM
Acquario, la storia non la scrivono semplicemente una volta per tutte i vincitori come pare a loro e resta quella. E i milioni di morti Ebrei, le milioni di famiglie annientate nei campi di sterminio chi erano? Vinti o vincitori?
E in ogni caso anche per scrivere la storia occorre in ogni epoca una metodologia storica, altrimenti si scrive solo una mitologia che oltretutto vale solo per ognuno.
Nemmeno i metodi si decidono a tavolino di punto in bianco, nemmeno il metodo scientifico che è il metodo per eccellenza (nei termini di rigore) e verso il quale sono sempre stato molto critico. Restano comunque gli unici strumenti che abbiamo per costruire una condivisibilità che certo, è sempre relativa, ma permette di sfuggire agli incanti delle suggestioni istantanee, dettate da un gioco di opinioni preconcette del tutto personali che, forti del "così la sento io", non si pongono il problema di alcun riscontro di senso condivisibile. E' da qui che è nata la nostra cultura, è da qui che abbiamo potuto costruire una narrazione storica che prende l'avvio con la nascita della filosofia in Grecia ai tempi di Socrate e Platone, prima non c'era alcuna narrazione storica, solo genealogie mitiche.
Ad esempio, nel caso specifico, mettiamo che Tizio sostenga sulla base del suo modo di sentire, dopo aver letto il Diario, che è un'opera posticcia, mentre Caio sostenga, basandosi sulla sua lettura e sul proprio modo di sentire diverso da quello di Tizio, che l'ha scritto proprio Anna Frank. Entrambi hanno tutto il diritto di pensarlo se lo sentono così, ma è chiaro che il problema di chi ha scritto il Diario non è in questo modo per nulla risolvibile, occorrerà uno studio accurato che né Tizio né Caio hanno competenza a svolgere, occorrerà seguire un metodo chiaro e preciso se ci si tiene a stabilire qualcosa su cui si possa arrivare a convenire, altrimenti ognuno resterà della propria opinione che comunque, a parte che per chi la sostiene, non vale nulla, resta pura chiacchiera.
Che diamine si va a scuola a fare se non per imparare un metodo, fosse anche per poi metterlo in discussione, ma con la competenza che necessita per tentare di farlo sensatamente?

io credo che la competenza non sia da accreditare ad un metodo che si rivolge all "esterno" e nel caso sopra scolastico,ma a qualcosa che e' già dentro di noi e al nostro "interno".
il paragone se vuoi anche un po azzardato (ma che ritengo giusto e coerente) e' tra le verità "ufficiali" e la verità...per cui poi si arriva a discernere.
e' in quell'atteggiamento critico,cioe che sprona alla critica (di cui diro' qualcosa in più fra poco) e che la stessa scuola dovrebbe (ma non lo fa!) avere con i suoi allievi.
#350
Maral, questa metodologia (?) che descrivi sopra si e' rivelata di fatto il contrario di quello che si era proposta e si e' trasformata pure in qualcosa che non può esser percio messa in discussione
E poi, ma chi decide i metodi? e chi e cosa stabilisce la loro buona fede?

Dunque da una parte e' il metodo stesso che da mezzo si trasforma in fine..e dall'altra e' facile capire che chi ne detiene il monopolio o il controllo,può (ovviamente studiati in maniera seria e anche meticolosa  :)  ) a quel punto usarlo come strumento a suo favore per partorire cosi tutte le verità "ufficiali" che desiderano al momento opportuno e che essendo appunto ufficiali risultano insindacabili per principio..il che' diventa un controsenso (calcolato)  

Gli esempi si sprecano...si diceva all'inizio di questa discussione che la storia la scrivono i vincitori, ed e' cosa palese.

Ed e' pure certo che,si,ci riempiono davvero di chiacchiere e tutte in malafede
#351
FHARENIGHT hai davvero una bella testa.
Hai colto il punto essenziale, e cioe':

VIETATO PENSARE CON LA PROPRIA TESTA

dobbiamo accettare,punto! tutto quello che ci viene detto...il cervello non serve più a niente, anzi meglio se lo buttiamo al secchio perché se se ne accorgono vieni perseguito e ce' subito pronto l'intervento della 

PSICOPOLIZIA.


Come aveva ragione Orwell...ha sbagliato solo la data.
#352
Citazione di: green demetr il 06 Maggio 2017, 23:38:18 PM
Sono d'accordo con Paul e Gita e Inverno

Ad acquario dico questo, non per forza devi avere torto.

Il punto è semplicemente se ci hai mai parlato con uno di questi immigrati.

Di come sono fatto e di come tu reagirai non si può sapere.

Perchè è solo vivendo le situazioni che se ne ha la visione più corretta.

Semplicemente vivendola.

Io avendoci parlato, quanto facevo volontariato, ho scoperto che sono persone che hanno una cordialità che noi italiani ci sognamo proprio di avere.(ventanni fa a onor del vero)
Ma ho anche scoperto che sono restiii loro stessi ad una effettiva integrazione.
(ma è il mio vissuto, che confrontato con quello degli altri assumeva poi le dimensioni di cosa avrebbe dovuto essere il sociale.., come dire prima del politico ci deve essere la consapevolezza di un vissuto)

Quindi la cosa è complessa, ma è solo nel vissuto, nel gioco delle parti (a volte drammatico)
che uno capisce come la cosa si evolverà.

Il caso di cronaca su cui si basa puntualmente invece l'ideologia che costruisce il consenso (ma io odio chomski) non può essere preso per "buono" da una intera società.

Quella è sempre paranoia. (tutto lo "strutturalismo" francese verte su quello)


Caro green...io non sono affatto un razzista e certo mi e' anche capitato di conoscere queste persone anche da vicino
le cosiddette persone buone e cattive, esistono dapertutto e senza distinzioni di sorta, razza,nazione eccetera.

io volevo sottolineare, in questo argomento, una cosa molto semplice, ed anzi forse pure troppo banale. 
Che dietro le belle apparenze,ce' una realtà che se si va a vedere almeno un po (basterebbe un tantino) più a fondo, risulta molto diversa, anzi rovesciata.

Comunque basta...tanto non serve a niente.


PS: 
avevo postato quell'artico che ora non ce più!
Peccato, era un esempio perfetto!

Molto probabile che lo avranno censurato quelli del "MINISTERO DELLA VERITA"


PS:Grazie per aver espresso la tua opinione....ultimamente ti sto leggendo con molto interesse
#353
Citazione@Gyta
Una delle conseguenze di una certa politica economica di quei paesi che attraverso la loro gestione amministrativa la sostengono è proprio la garanzia di miseria e sfruttamento di buone parti del globo. Inutile poi recriminare o peggio dare avvio ad una triste lotta spesso entro la medesima classe di appartenenza.


Si lo so che se esiste tutto questo casino le cause hanno la loro origine a partire dal nostro occidente e nei nostri stessi stili di vita..per cui finora non abbiamo mai voluto rinunciare, e in fondo facendo finta, almeno fino a ieri, che tutto questo non ci riguardasse. (Complicita' ceca ed autolesionista)
Le attuali migrazioni ne sono una diretta conseguenza.
La guerra infatti e' quella tra poveri (migranti e popolazione autoctona) ed e' situata in basso, e quelli che stanno in alto dirigono le fila.
questi ultimi devono per forza di cose essere posseduti da qualcosa di mostruoso per cui diventa difficile da arrivare a credere..altro mio pensiero paranoico  :)


CitazioneScusa... non ti pare un attimino di sfiorare la paranoia..


Capisco che può dare questa impressione e me lo sono chiesto pure da me,pero sono arrivato alla conclusione che non sono io ad esserlo perché vado a pensare certe cose ma al contrario perché sono le cose che riscontro intorno a me ad esserlo...e come dicevo prima a Paul la tentazione di chiudere gli occhi e' la più facile (e paranoica)...a me pero va di tenerli aperti anche perché ho capito che l'integrita - come detto prima -  e' un valore assoluto per cui niente può arrivare a scalfirlo

ho letto da poco quest'articolo che integra molto bene quanto ho detto sopra.
http://www.maurizioblondet.it/schiavitu-2017/

Ti rimando a questa lettura e poi giudica da te se anche quello che dice l'autore dell'articolo lo reputi pure lui paranoico.
#354
Citazione di: paul11 il 05 Maggio 2017, 14:21:08 PM
E' sempre dipeso dall'antenna emittente con le sue motivazioni e intenzionalità e dall'antenna ricevente,  e fra loro c' è un'informazione, che può essere pubblicitaria, può essere di fine cultura storica, può essere indirizzata ad una massa o ad un individuo

Una cosa è certa. Un tempo chi voleva informazione doveva cercarsela, oggi siamo inondati e alluvionati da una ridda infinita di informazioni. Un tempo avevamo l'analfabeta, oggi degli analfabeti di ritorno che pensano di sapere e anche il giusto.

Sta purtroppo alla volontà del singolo, perchè nessuno lo aiuta nè chi è al potere ad esempio,ma neppure chi è all'opposizione di una determinata informazione. quindi l'approfondimento rimane sempre intenzionale e volontario del singolo.
La persona e l'informazione diventano strumentali e strumentalizzabiili.
Nessuno ci aiuta, perchè tutti sono interessati a qualcosa e lo sono sempre più in questo tempo,è sempre più difficile trovare persone o gruppi,  associazioni indipendenti culturalmente e poco interessati a denaro e potere, da poter dire "mi fido".

oggi abbiamo tutti "mutande d'acciaio" e ci hanno insegnato a diffidare purtroppo per propria autodifesa.

.........non è un bel mondo e un bel tempo dove fiorisce  la diffidenza, perdiamo emotivamente qualcosa di cui abbiamo necessità, il calore umano, e rischiamo di isolarci e stare zitti nella cacofonia dell'informazioni......ma anche questo è fare il loro gioco..............

Condivido anch'io cio che dici ed e' sacrosanto non perdere per l'appunto la nostra umanità ed e' proprio a motivo di questo che (e in particolare oggi) vi e' la necessita di essere vigili, stare con gli occhi aperti anche se la tentazione di richiuderli può essere più forte e sopratutto la più facile.

Se poi servirà a qualcosa o meno in questo frangente "storico" e della nostra stessa esistenza diventa un fattore secondario poiché l'integrità ha il suo valore a prescindere e che ci porteremo per sempre con noi anche dopo la morte.
#355
Citazione di: InVerno il 05 Maggio 2017, 14:16:42 PM
Queste sono tue considerazioni sugli effetti collaterali potenziali delle migrazioni, tue e di altri analisti, che si possono discutere (anche se ne ho piene le cosidette) in un topic riguardante le migrazioni di cui il forum pullula. Rimanendo invece in tema di "neolingua" e di "invasioni", le conseguenze dannose o belligeranti delle migrazioni devono o non devono essere intenzionali da parte dei migranti? Perchè  se non è necessario sia intenzionale, allora anche la migrazione Italiana dei primi anni dello scorso secolo può essere considerata "invasione", l'effetto collaterale di esportare la più importante e influente organizzazione terroristica del secolo scorso (mafia) non è certo da considerarsi di secondo piano. Ma gli Italiani emigrarono con lo scopo di esportare la mafia, e perciò "invasero" gli USA? Pare di no, infatti storicamente si parla di migrazione e non di "invasione". Che cosa invece renderebbe "invasori" gli emigranti nordafricani, anche accettando il fatto che si tratti di un fenomeno socialmente\economicamente negativo, quando gli stessi non sembrano muoversi con l'intenzione di fare ciò?

Perche a mio avviso ci sono due differenze

la prima riguarda una situazione geopolitica completamente differente, direi abissale! (prima ho infatti accennato che; "la crescita infinita e' un illusione, anzi un incubo! e nemmeno più sostenibile" inoltre i numeri se pure erano ingenti riguardavano comunque un arco di tempo molto più esteso e percio sia pure con difficolta vi era la possibilità di trovare alla fine una possibile integrazione (si ma pur sempre un integrazione all'interno del sistema ultraliberale disgregante USA..e non e' un paradosso dire in questo caso "integrare alla disgregazione"

La seconda e' che questa attuale e' una "migrazione"/invasione indotta.. (lo era anche la precedente ma dettata più su un piano economico -ultraliberale- e non altro)
..sia pure per diversi motivi contemporaneamente e a diversi livelli - compreso sempre quello economico naturalmente - dove al contrario sono concentrate in numeri e in tempi che non ha paragoni e che infatti sembrano troppo sospetti per non ritenere che non vi sia appunto una precisa volonta,e percio senza per questo avere alcuna possibilità di integrazione proprio per lo scopo di destabilizzare e cancellare ogni residuo di appartenenza, e trasformare un area geografica (italia ed europa) ed un popolo o cio che ancora ne rimane, in una massa informe, senza radici e senza diritti
#356
Citazione di: InVerno il 05 Maggio 2017, 10:15:24 AM
Mi repelle citare il vocabolario, penso equivalga a mancare di rispetto all'interlocutore, ma visto che ti preoccupi di etimo e di neolingua mi sembra dovuto spiegarti chi usa la parola a sproposito: http://www.treccani.it/vocabolario/invasione/
In generale "invasione" (salvo tu non ti riferisca alle meccaniche della pallavolo) prevede che vi sia uno scopo di intenzionale danneggiamento e\o belligerante (da questo deriva l'accezione negativa), e di questo mancano evidentemente le prove. Potremmo quindi asserire che il vocabolo è stato usato a sproposito e\o metaforicamente, non solo da te, ma da una consistente parte politica, nel tentativo di costruire una propria neolingua e una propria fabbrica del consenso chomskyana. Perchè quello che forse non è chiaro è che le meccaniche della costruzione del consenso non si applicano solamente a grandi enti sovranazionali oscuri e maligni, ma anche a piccoli gruppi di fessi radunati in un garage a discutere delle origini rettiliane dell'universo, cosi come a tutte le organizzazioni umane in mezzo a questi due estremi. Sono meccaniche sociali "normali" entro certi limiti, non esistono gruppi sociali "buoni" che se ne affrancano in favore della libertà di pensiero assoluta, altrimenti non potrebbero coagularsi in un gruppo. Tu stesso nei tuoi post e nei link che proponi, tenti di propagandare informazioni tese alla costruzione di un gruppo, sfruttando esattamente le meccaniche del consenso, per quanto la scala su cui tu lo fai è infinitamente inferiore rispetto a quella di uno stato, la sostanza non cambia, e non c'è nulla di male.

invece fai bene a contestarmi,anziche accettare passivamente quello che dico io...perché questo sprona alla comprensione.

Tu dici (e fai appello giustamente al vocabolario) che invasione prevede uno scopo intenzionale di danneggiamento e/o belligerante...e poi aggiungi; mancano evidentemente le prove.

Quando (molto presto) tali profughi saranno un numero molto consistente vi sarà' e vi e' già in corso una "guerra" e la violenza implicita.
Una prova se vuoi e' che dovranno pur giustamente inserirsi nel trovare una sistemazione, un lavoro...e' evidente e appunto comprovato che saranno sfruttati e schiavizzati...il numero cresce,le offerte diminuiscono..(la crescita infinita e' un illusione, anzi un incubo! e nemmeno più sostenibile) i salari si abbassano, le tutele minime sindacali,manco a parlarne!..sara un ricordo o forse manco più quello.
Le intenzioni, insieme alle prove di tutto questo,ci sono eccome!..le vittime non saranno solo loro,poiche e' facile prevedere che se a uno gli viene detto' "o accetti sta minestra o fuori dalla finestra".. ce ne sono pronti altri cento, mille, diecimila..disposti alla schiavitù.
Percio e' uno scendere di livello per tutti..e in tutti i sensi
Sono tutte chiacchiere quando si dice che al contrario sono un "opportunita" 
e' invece la conseguenza "logica" di un sistema che e' giunto al suo stato terminale, e che per arrivare a spremere sia pure anche l'ultima goccia rimasta,mettera tutti contro tutti (come mi sembra già evidente sin da ora)
#357
Citazione di: Gyta il 04 Maggio 2017, 20:54:47 PM
Chiami in causa Chomsky poi pecchi di linguaggio riferendoti ai migranti come "invasori".. dando così possibili aperture xenofobe alla questione
come se già non fossero sufficienti le modifiche anti costituzionali (oltre che anti democratiche) nel decreto legge.
Che polverone hai in mente di sollevare ammettendo un seguito? Mafia e cos'altro? Ma non è fondamentalmente lo Stato medesimo?
Logico che dove la prassi si risolve in assenza di diritti costituzionali e in assenza di diritti umani di sicuro le piovre accaparrano liete.

Cosa c'è veramente dietro questo flusso migratorio?
La fuga da miserie e tirannie: la resa dei conti di un sistema politico e di pensiero asfittico.
Non basta? Spesso "dietro" c'è esattamente quel che si vede posto lo si voglia vedere, s'intende.

Saluti.  ;)

Appunto,chiamiamo le cose come stanno senza incorrere nel linguaggio orwelliano del bispensiero.

La parola invasione e' corretta e corrisponde fedelmente alla realtà.
la media di duecentomila persone l'anno e' letteralmente un invasione.
#358
Citazione di: myfriend il 04 Maggio 2017, 11:47:34 AM
Il cane che piange sulla tomba del suo padrone, piange sulla tomba del "capobranco". E' così, infatti, che il cane concepisce il suo padrone.
Il piangere è un atto estremo di sottomissione. E' la "sofferenza psicologica" che nasce dalla perdita del "capobranco".
Gli animali soffrono anche di "sofferenza psicologica".
Soffrono quando vengono feriti (sofferenza fisica). Ma soffrono anche quando vengono invasi nel loro territorio o quando muore il loro capobranco (sofferenza psicologica).
Non è una sofferenza che nasce dalla compassione. Ma è una sofferenza che nasce dalla sottomissione.

La compassione, infatti, è un sentimento molto più complesso e globale. L'homo, infatti, può piangere per la perdita di un suo "leader", ma è anche in grado di giudicare il comportamento del suo leader. Quando è morto Hitler (per fare un esempio) molti che prima lo adoravano non hanno pianto, perchè hanno valutato la follia dei suoi gesti e hanno provato compassione per le numerose vittime che ha causato.
Un cane non è in grado di fare questo tipo di analisi. Non è in grado, cioè, di provare compassione per le vittime causate dal suo padrone. Perchè non ha la compassione. Ha solo la sottomissione. La sottomissione al suo padrone.

Non confondiamo la sottomissione (che appartiene alla natura inferiore ed è rivolta esclusivamente al proprio padrone) con la compassione (che appartiene alla natura superiore ed è globale; cioè è rivolta a tutte le creature). E non confondiamo la sofferenza che nasce dalla sottomissione con la sofferenza che nasce dalla compassione.

Non mi convince molto che un animale e in questo caso specifico il cane non abbia pure altro dal solo istinto.

Tu stesso dicendo "sofferenza psicologica",sempre in relazione al cane,mi sembra già un  cambiamento di senso rispetto al solo e puro istinto (a meno che l'istinto non venga equiparato alla stessa stregua di qualcosa di psicologico..)

Obietto anche il fatto che il cane non sia in grado di fare, come dici tu, un analisi che non sia solo dettata da rigidi schemi istintivi per lui già predisposti in partenza...ritengo che un cane abbia invece una sua sensibilità o un suo modo per poter essere in grado di "giudicare"...certo non come noi, magari in forme che sono solo diverse,(ma non per questo "migliori" o "peggiori") e non secondo e solo il nostro stesso metro di giudizio che ci viene troppo facile volerlo estendere a tutto cio che ci circonda.
#359
Citazione di: InVerno il 04 Maggio 2017, 09:26:22 AM
Peccato, perchè visto che conosci l'autore puoi prendere l'informazione estrapolata, riportarla nel contesto, e comprenderla. Se invece la riporti (tu o disinformazione.it - nomen omen) in maniera decontestualizzata, la strumentalizzi per i tuoi scopi, non esattamente un operazione legittima per chi è interessato "al contenuto".

Si ma come ti ho già detto,a prescindere se Chomsky avvalora o meno le teorie complottiste (ammettiamo pure di no) ritengo che quella lista li sia valida di per se.  
Per me,pure se la scriveva pinco pallino rimaneva intatta nella sua veridicità, e percio valida per ogni contesto che si adatti a simili argomenti
#360
Citazione di: myfriend il 03 Maggio 2017, 18:10:19 PM
Negli animali le pulsioni che vengono dalla loro natura inferiore (hanno solo quella) si tramutano in comportamenti istintivi.

Non so fino a che punto sia vera la tua affermazione sopra.

personalmente non credo che gli animali abbiano solo istinto...ci sono casi che secondo me dimostrano pure qualcosa di diverso.

cosa pensare ad esempio di un cane che piange appostato nella tomba del suo padrone ...e' solo istinto "inferiore" ?