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Messaggi - iano

#3451
Valgono le stesse regole.
#3452
La mia firma significa che non possiamo dimostrare che il caso esista davvero, ma possiamo sufficientemente simularlo per certi nostri scopi.
Ma a dire il vero non credo neanche nel determinismo, se non come attrezzo per rapportarsi con la realtà, al pari del similcaso.
Non nego con ciò che ad una precisa causa segua un preciso effetto,  ma penso che questo legame indiscutibile sia strano.
infatti perchè oggetti indipendenti, se indipendenti sono, risultano poi così strettamente legati nell'azione?
Una possibile soluzione è considerare quegli oggetti come uno solo.
Suggerisco cioè di allargare il concetto di oggettività, senza voler spacciare tale processo di pensiero come un viandante sulla strada della verità.
Quello che a noi è dato è solo di ridefinire i nostri attrezzi concettuali, e così io cerco attivamente di ripercorrere la loro genesi.
Tale processo di pensiero passa per una critica generalizzata di ogni concetto, ma non certo per sostituirlo con altro più giusto, ma magari più adeguato ai tempi di un umanità che non è mai statica.

Posso sbagliarmi, ma quello che non mi quadra nella fede in Dio, è che essa presupponga un uomo statico, creato tale e quale, mentre tale genesi non sembra avere una fine.
I cristiani vogliono andare in paradiso così come sono, appena alleggeriti dal peso materiale, ma non appena hanno espresso la loro volontà già non sono più quelli che l'hanno espressa, e il tutto per me si riduce ad un comprensibile, quanto ingenuo conservatorismo.
Perchè allora, quale dei tanti uomini che sono nel tempo quell'uomo andrà in paradiso? L'ultimo?
Ma detto ciò, non mi resta che invidiarli e rallegrami per il loro credo.
Mai mi sognerei di perdere il mio tempo come fà Oddifredi e con tanto stucchevole accanimento.
Se poi da ateo devo convivere con indissolubili misteri senza soluzione mi limito solo a bearmi qui in terra della loro contemplazione, beatitudine che in paradiso non potrei trovare.
Bello è cercare una soluzione, non trovarla.
il paradiso dove trovare ogni soluzione già confezionata e contemplare ogni verità non ha per me alcuna attrattiva, e anzi non riesco a immaginare luogo più noioso.
#3453
Attualità / Re: Fotografato il primo pianeta extrasolare
18 Settembre 2022, 02:24:30 AM
Se capisco bene il telescopio capta onde elettromagnetiche nell'infrarosso, cioè nel non visibile, che gli scienziati hanno elaborano in falsi colori, trasformandole a nostro beneficio in una immagine, quindi in qualcosa di visibile, e quindi in qualcosa di usufruibile per noi.
Tu hai preso questa immagine e col tuo programma l'hai riportata ai colori autentici?
Ma se i colori autentici non esistono come hai fatto?

Se lo si conosce si può criticare eventualmente il criterio con cui hanno trasformato il non visibile nel visibile, anche perchè credo non vi sia un solo modo di farlo.
Tu lo conosci?
Io posso solo immaginarlo a grandi linee, sapendo che gli scienziati trasformano qualunque tipo di dati in equazioni, le quali in seguito possono essere illustrate trasponendole in grafici come ci ha insegnato a fare Cartesio, e andando anche oltre Cartesio, per cui ci sono oggi diversi modi di illustrare una equazione mediante un grafico corrispondente, e la immagine che ci viene proposta è da vedere più come uno di questi possibili grafici, e non come l'immagine della stella e del suo pianeta, perchè quell'immagine non esiste nella realtà.
Per avere una immagine "fedele" occorre che la sorgente emetta nel visibile, ma a voler essere rigorosi pensare di poter avere immagini fedele è una ingenuità, perchè anche quando crediamo di avere una immagine diretta di qualcosa questa non è mai veramente diretta, in quanto mediata dal nostro sistema percettivo, così che noi vediamo una cosa e i gatti ne vedono una altra, in base alle informazioni di interesse per noi  e differentemente interessanti per i gatti, visto che i nostri interessi non coincidono con quelli dei gatti.

Se immaginiamo il nostro telescopio nuovo come un nostro nuovo senso sappiamo già che i dati che riceve devono essere interpretati al modo che farebbe qualunque sistema percettivo, interpretazione che và inventata ex novo se novo è il nostro occhio.
L'occhio, al pari di un telescopio, è cieco, finché il cervello o gli scienziati non elaborano, interpretandoli , i dati che ricevono.
 
#3454
Tematiche Spirituali / Re: La galassia del Diavolo
18 Settembre 2022, 01:24:55 AM
Avrebbe il solito senso di volerci sentire speciali, nel bene o nel male, e inoltre non riesco a immaginare cosa dovrebbe aiutarci a spiegare.
Fai un esempio.
E ancora, se il moto è relativo, cosa significa che sia la nostra galassia ad andarsene per conto suo?
Mi sembra una forzatura logica atta a ristabilire la nostra centralità umana, che sarà galattica quando si è dimostrato che non possa essere terrestre o solare, e che si riferirà all'ammasso di galassie di cui la nostra è parte, quando anche quella galattica fallisse.
Dobbiamo andare avanti così fino ad abbracciare l'universo intero per capire l'insensatezza dell'operazione?

#3455
Citazione di: hystoricum il 30 Agosto 2022, 10:56:46 AME adesso rileggetene il finale:
"Quelli relativi all'anello di Einstein della galassia SPT-S J041839-4751.8 sono stati scaricati dall'utente di Reddit Spaceguy44 che li ha colorati e allineati in post produzione, ottenendo la spettacolare immagine finale che vedete in testa all'articolo"











Più imparo a conoscerti e più il mio giudizio su di te si volge al positivo, ma allo stesso tempo più mi sorprendo di ciò che ci proponi come sorprendente, non essendoci nulla di sorprendente in ogni cosa che ci proponi.
Nel caso specifico trasformare informazioni di un tipo in altro vale come una libera interpretazione dei dati, e in quanto libera criticabile. Ma di fatto tu stai criticando il fatto che i dati vengano interpretati, ciò che è inevitabile.
I dati, finché non vengono interpretati, restano privi di significato.
Come faresti tu a capire l'immagine di un radio telescopio se le frequenze dell'immagine non venissero interpretate trasformandole in frequenze da radio frequenze in frequenze visibili. A me la tecnica dei falsi colori mi sembra molto utile, specie in ambito divulgativo.
#3456
Scienza e Tecnologia / Re: Fanno impazzire e ammalare...
18 Settembre 2022, 00:44:15 AM
Citazione di: Alexander il 31 Agosto 2022, 08:55:33 AMBuondì Hystoricum

Io faccio parte di quel 35% di cui parli. Il tinnito nelle orecchie lo sento sempre. Mi basta per un attimo diventarne consapevole ed eccolo lì: un ronzio ben piantato nel centro della mia testa, che fischia come una possente caffettiera. Per non impazzire la testa lo esclude automaticamente dai suoni percepibili. Si concentra su tutto, ma non sul suono più interno e vicino. A volte , nel mezzo della campagna o sui monti un amico mi dice:"Senti che pace, che silenzio!". Naturalmente quasi sempre in lontananza si avvertono rumori di veicoli, ma anche quei suoni ormai vengono esclusi in automatico. Così mi metto , invitato, ad ascoltare la pace e il silenzio e convengo che ce n'è molto. In realtà, come scrivi, appena divento consapevole e porgo l'attenzione al fischio nella testa, mi accorgo che non c'è alcun silenzio, ma invece una pentola a pressione pronta a scoppiare, tale è il fischio. Non so se è un problema di pressione o di un ben organizzato "complotto" internazionale dei soliti poteri forti, come sembri suggerire, o dell'infinità di onde radio che ci attraversano. Puoi anche tapparti le orecchie e lo senti tale e quale. In definitiva la morte sarà solo la "fine di un fischio"?  :(
Senza voler fare dotte citazioni fuori dalla mia portata, quello che succede a te mi sembra rientrare "quasi" nella normalità. Più che 35 quasi 100%.
Dico quasi quindi nel senso che ognuno di noi se si impegna concentrandosi riesce a derogare dal normale corso delle percezioni sensoriali, il che di solito non è una buona cosa, ma che in certi casi risulta invece di vitale importanza.
Ad esempio se tu dovessi mai, Dio non voglia, perdere il dono della vista, hai già sperimentato chi potrebbe ovviare a quella lacuna, il senso dell'udito, il quale sembra sia più potente della vista, al punto di potervisi sostituire allenandolo allo scopo, concentrandosi, "facendoci più caso".
In genere i sensi fanno a meno di fare caso a tutto, perchè da ciò ne deriverebbe una ingestibile cacofonia.
Un fischio è certamente fastidioso se non si tramuta in utile informazione, ma ciò che è più sorprendente è che noi trasformiamo in utile informazione suoni che non avvertiamo coscientemente, e sono informazioni oltretutto cruciali alla nostra sopravvivenza. Strategie di sopravvivenza sperimentate nella giungla naturale, ma in parte ancora attive nella giungla artificiale.
Ma perchè non li avvertiamo?
Perchè quando devi evitare di essere preda di dinosauro o di essere arrotato da una automobile devi reagire in un tempo non compatibile con il tempo della percezione cosciente.
Quando senti il rumore di una automobile che ti sta puntando, il suo rumore lo senti quando già sei sollevato da terra nel balzo indietro che ti salva la vita. Se avessimo dovuto aspettare di sentirlo i morti per investimento si configurerebbero in una vera strage e finiremmo contro i parabrezza come moscerini d'estate.
Con un senso così potente non sono quindi sorpreso del fatto, che quando involontariamente o per fatti non voluti, esso si attivi coscientemente oltre il necessario, possa diventare un problema.

Naturalmente, così come noi possiamo manipolare la nostra percezione in base alla conoscenza che sempre più ne acquisiamo, allo stesso modo altri, in base a quella conoscenza, possono manipolarci, e possono farlo tanto più quanto noi ignoriamo il suo funzionamento.
Ma dove sta la novità in tutto ciò?
Non si possono evitare i lati negativi della conoscenza e della tecnologia demonizzandoli, ma praticandoli, e le demonizzazioni sono storicamente così puntuali da doverci apparire ormai come stucchevoli.
Almeno  così a me appaiono, più come oggetto di studio che motivo di vera apprensione.
#3457
Effettivamente la storiografia scientifica è unidimensionale, ma mi preoccuperei di più, se quella dimensione non fosse mai mutata nel tempo. Ma in ogni sua dimensione sperimentata nel tempo non vedo malafede, ma piuttosto una graduale divaricazione dalla fede, o più precisamente da una ingenua buona fede, senza bisogno di dover tirare in ballo la religione.
La fede di Euclide nel suo spazio Euclideo era autentica perchè come tutte le fedi autentiche non ammetteva confutazione.
Su quella fede si basava la matematica e quindi la scienza del tempo, e di qualche millennio ancora a seguire.
Ciò si spiega col fatto che lo spazio della nostra percezione rimane ancora Euclideo, per cui era ben naturale abbracciare la fede di Euclide.
Ma l'abbandono di quella fede non è stata la fine della matematica, ma anzi l'inizio della sua rinascita acquisendo un potere tale da farci lamentare della sua invadenza.
Ma ciò di cui veramente ci lamentiamo è che la nostra percezione, per quanto ancora attuale, è rimasta relegata in un mondo a parte, per quanto ancora attivo e vissuto.
Con la nuova matematica, scevra da ogni fede, la nostra percezione è andata talmente oltre da risultare da un lato come una percezione aliena, ma gettando luce dall'altro sulla sua stessa natura.

Non si può negare però che dietro l'agire di ogni scienziato, per quanto si dichiari ateo, vi è sempre una fede che al minimo è utile più che giusta.
Ma per fortuna non ci sono fedi eterne, per quanto nell'eterno si ponga fede.
E' questo eterno che desta in me preoccupazione, così in cielo come in terra.
E' un certo tipo di fede che desta in me preoccupazione in particolare, quella talmente pervicace da voler adeguare a sé la realtà piegando allo scopo ogni logica, e non disdegnando persecuzioni e anatemi verso il prossimo, così in cielo come in terra.
#3458
Traggo dal tuo primo link:

Quello che a prima vista potrebbe sembrare un controsenso nasce dal fatto che mentre gli strumenti scientifici a bordo del James Webb mettono a disposizione degli astronomi dati molto più precisi rispetto ad esempio a quelli offerti dal telescopio Hubble, i modelli matematici utilizzati per interpretarli non si sono ancora evoluti di pari passo.
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Si parla di apparente paradosso, laddove bisogna trovare una matematica adeguata alla bisogna.
Cosa ci vedi di strano ciò?
#3459
da Wikipedia:

Lo spostamento verso il rosso (chiamato anche effetto batocromo o, in inglese, redshift[1]) è il fenomeno per cui la luce o un'altra radiazione elettromagnetica emessa da un oggetto in allontanamento ha una lunghezza d'onda maggiore rispetto a quella che aveva all'emissione. Ciò equivale a dire che nel caso della luce il colore va nella direzione dove è il rosso, l'estremo inferiore dello spettro del visibile. In generale, che la radiazione elettromagnetica sia visibile o meno, un redshift significa un aumento della lunghezza d'onda, equivalente a una diminuzione della frequenza o a una minore energia dei fotoni.
Il fenomeno è un esempio dell'effetto Doppler. Esso non riguarda solo le onde elettromagnetiche, ma le onde in generale. Infatti fu studiato inizialmente con le onde sonore: il fenomeno in tal caso si manifesta nel cambiamento apparente di tono delle sirene e della frequenza delle onde sonore emesse da veicoli in movimento. Il redshift dovuto all'effetto Doppler nelle onde elettromagnetiche si verifica ogni qualvolta una sorgente di luce si allontana da un osservatore (o equivalentemente, essendo il moto relativo, quando l'osservatore si allontana dalla sorgente). Esiste un altro tipo di redshift che è cosmologico, dovuto all'espansione dell'universo: sorgenti di luce sufficientemente lontane (generalmente qualche milione di anni luce) mostrano uno spostamento verso il rosso corrispondente alla rapidità con cui cresce la loro distanza dalla Terra. Il redshift gravitazionale è invece un effetto relativistico che si osserva quando una radiazione elettromagnetica si allontana da un campo gravitazionale.
Al contrario, si ha il cosiddetto spostamento verso il blu (o blueshift) quando la lunghezza d'onda diminuisce e si verifica quando una sorgente di luce si muove verso un osservatore o quando la radiazione elettromagnetica entra in un campo gravitazionale.
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E' più o meno quello che ho scritto io e non trovo riferimenti a corte distanze, né su Wikipedia né altrove.
Inoltre non si parla di compressione delle onde elettromagnetiche, anche se è chiaro cosa intendevi.
Un linguaggio non appropriato però può trarre in inganno, perchè si parla in genere di compressione riferendosi alla materia, e non può quindi propriamente riguardare un onda elettromagnetica che si propaga nel vuoto.
Si parla più propriamente quindi di variazione della lunghezza d'onda.

Ribadisco quindi che indifferentemente dal mezzo di propagazione delle onde, vuoto compreso, o, come meglio dicono i fisici, campo elettromagnetico compreso, se di onde parliamo, per esse vale sempre l'effetto Doppler, secondo il quale quando emettitore e ricevitore sono relativamente in movimento fra loro il ricevitore in genere rileverà una lunghezza d'onda diversa da quella partita dall'emettitore.
Se anche l'effetto è stato rilevato per la prima volta nel caso, ad esempio,  di un treno che fischia in movimento, quindi per le onde sonore, esso è relativo  a qualunque tipo di onda.
Ciò comporta che, se riusciamo a conoscere in modo indipendente la lunghezza d'onda nel momento in cui viene emessa, confrontandola con quella rilevata, possiamo allora calcolare la velocità della sorgente rispetto alla Terra.
#3460
Ciao Hystoricum.
La questione è molto semplice.
L'effetto Doppler riguarda le onde , quindi riguarda le onde sonore che si propagano nell'aria quanto quelle elettromagnetiche che si propagano nel vuoto o nella materia.
L'effetto Doppler non riguarda la " compressione o decompressione"  dovuta al passaggio dell'onda da un mezzo ad un altro, ma dipende dalla velocità della sorgente.
Ma tu, invece di buttare la croce ogni volta sugli scienziati, e mi piacerebbe sapere perchè, non potresti scrivere: "Qualcuno sà spiegarmi questa cosa che non ho capito?"
#3461
Tematiche Spirituali / Re: Infinito e probabilità
16 Settembre 2022, 09:55:23 AM
Se ciò che è pensabile è possibile, allora sono possibili una cosa e la sua negazione insieme.
Però, se l'ha detto l'amico ingegnere, non resta che inchinarci e la discussione è chiusa.
#3462
Citazione di: Alberto Knox il 15 Settembre 2022, 23:18:46 PMCi vogliono quindici anni di studio per dare un contributo nella ricerca in fisica teorica e tu che non sei in grado di inquadrare il tuo propio percorso culturale (il che significa non averne affatto) ti avvali del diritto non guadagnato di dire che la scienza è cosa nostra e quindi anche tua. Secondo me sei tu che dovresti scendere dal piedistallo.

p.s.
com'è quando vi si tocca sul personale? piacevole?
Se ti senti accerchiato, mi dispiace, ma sono sicuro che troverai un modo più elegante di uscirne.
Ho detto che la scienza è una modalità di agire, prettamente umana, che non vale priori più di altre modalità.
Quindi la scienza è nostra perchè noi abbiamo facoltà di agire.
Ci vogliono quindici secondi dalla nascita per dare un contributo alla scienza, non appena ricevi il via con una pacca nel sedere. ;)
Naturalmente si può non condividere la mia idea di scienza, e pensare che sia cosa per pochi eletti che seguano un lungo serio percorso o seguano scorciatoie alchiliche ed esoteriche ormai però fuori dal tempo, e questo mi sembra il tuo percorso quando parli di scienza.
Lo dico perchè è successo anche a me da giovane, e quindi la riconosco bene questa fase. Non la considero come una cosa negativa, anzi...., ma è una fase dalla quale occorre uscire come la farfalla dal bozzolo.
Da quello stesso bozzolo è uscito Newton con le ali dello spazio e del tempo assoluti, quindi siamo in buona compagnia.
Naturalmente posso sbagliarmi.
Comunque mi pare che vedi critiche verso di te ovunque.
Non è così.
Sii più leggero nella considerazione di te e degli altri.
Siamo qui per stare conflittualmente bene insieme.
#3463
Ciao Ipazia.
La scienza è un impresa umana con tutti i suoi pro e contro,
quindi è purtroppo anche l'occasione per pochi di arricchirsi e per molti di impoverirsi se le cose non vanno come devono andare.
Ma è la scienza stessa che si impoverirà se le cose così continuano ad andare, perchè diventa l'impresa di pochi depotenziandosi.
La causa di ciò credo consista in un malinteso su cosa sia la scienza, promosso dalla stessa storiografia scientifica, e in parte anche dalla filosofia con la sua ricerca di verità sempre più delegata agli scienziati, come se l'arte del pensiero potesse considerarsi una specializzazione.

Io non credo nella verità, ma credo che le nostre posizioni filosofiche, che sempre ci sono, anche quando non le abbiamo presenti a noi, influenzano la nostra vita, e più specificamente il nostro agire.
Per riappropriarci di ciò che è nostro, la scienza, occorre farla scendere dal piedistallo per dire cosa sia veramente, ed essa è il nostro agire condizionato da coscienza, modo di agire che non ha il monopolio nelle specie viventi, un modo fra tanti.
Così banalizzandola c'è il rischio che perda appeal, ma il rischio contrario lo sopravanza, quello di creare una società di padroni e di schiavi non acclamata, che bene si presta al complottiamo più sfrenato, come testimoniano i nostri tempi.
Su questo punto tu sei molto attiva, in positivo intendo, ma perfino troppo radicale secondo me, e immagino ciò sia dovuto a un nostro diverso percorso culturale, dei quali intuisco il tuo senza che saprei dire io stesso quale sia il mio.

Nulla accade a caso nel mondo degli affari, ma direi meglio che l'occasione fà l'uomo ladro, e noi dobbiamo lavorare nel nostro piccolo per scongiurare queste occasioni.
Dobbiamo riprenderci la nostra vita e questo significa evitare di delegare le nostre responsabilità di esseri agenti, sgonfiando il nostro io, ma senza rinunciare alla nostra individualità, coltivando la difficile arte della tolleranza.
In questo forum ci riusciamo bene.
Che Dio lo benedica ;D

Ma tornando in tema, l'illusione dell'io separato non è il male, ma la strategia vincente della vita.
Ci vuole però uno sforzo non indifferente per giudicare obiettivamente una situazione in cui siamo coinvolti, ma la coscienza a questo serve, a sdoppiare noi stessi in osservatori ed osservati, come ci insegna la vita a fare moltiplicandosi fino a creare un conflitto al suo interno.
Sembra una strategia vincente, e a noi non resta che replicarla immedesimandoci negli altri, moltiplicando il nostro io.
Nulla di quello che scopriamo la natura non ha già sperimentato senza bisogno di coscienze universali né individuali, e a noi rimane solo di usare coscienza per esplicitarlo, adeguandoci.
 
#3464
Citazione di: Alberto Knox il 14 Settembre 2022, 20:35:15 PMSe ognuno di noi è  davvero diverso l'uno dagli altri come può una scelta etica di un singolo essere una scelta etica per tutti? ovviamente una scelta etica deve essere riconosciuta come tale, ma è sempre così? se non si può avere una visione del mondo comune e una visione etica comune possiamo almeno sperare di avere valori comuni?

Tutto nasce dal conflitto, ma nessun risultato raggiunto è statico allo stesso modo. Certi valori sembrano durare più di altri.
Se condividiamo certi valori forti non è perchè Dio ci ha dettato testi sacri, ma perchè abbiamo sentito il bisogno di tramandare quei valori usando la tecnologia a disposizione, la scrittura.
Oggi ci si lamenta perchè della tecnologia si fà una religione, eppure è andata così anche per la scrittura, ma nessuno se ne lamenta oggi.
la tecnologia è parte di noi, ma perchè la si percepisca come tale occorre molto tempo.
#3465
Citazione di: Alberto Knox il 14 Settembre 2022, 20:24:39 PMbravissimo, e perchè non è possibile una visione del mondo comune? ma mi devo fare io un modello di quello che credo io sia il mondo?
Una viisione del mondo comune è la prassi, e la stessa prassi prevede che non sia statica.
Ma la visione comune nasce sempre dal conflitto di visioni individuali.
La visone comune non cade dal cielo, e non c'è nessuno che viene a illuminarti, come sembra tu creda di poter pretendere.
Le teorie scientifiche che di volta in volta si affermano nascono da dibattiti e conflitti fra gli scienziati a volte feroci, anche se poi le si racconta come il frutto dell'illuminazione di un genio.
E' una semplificazione che in epoca covid ha mostrato quanto possa fare danno, essendo per la prima volta uscito il normale conflitto fra scienziati in piazza, tanto da sconcertare i più, creando sfiducia nella scienza.
Alla fine tutti si sono sentiti in dovere di entrare nel dibattito, il che in sé è positivo, perchè la scienza è un impresa umana, ma pochi erano attrezzati filosoficamente a reggere l'urto della cosa.
Ci si augura quindi che al prossimo dibattito in piazza molti abbiano acquisito maggiore consapevolezza, e che il tutto non si riduca ad una infruttuosa caciara.
In effetti la scienza in piazza ai tempi di Cardano era la norma e la gente pagava per assistervi.