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Messaggi - viator

#3451
Tematiche Filosofiche / Esistenza dell'eternità
14 Aprile 2018, 16:19:06 PM
Salve. Esiste l'eternità secondo voi ?
#3452
Salve. Per Green Demetr : i partiti ? Sacrosanta istituzione che soffre un pochetto di eccessivi personalismi. Occerrerebbe trasformarli in Associazioni Propositive. Vedere miei deliri onirici, un poco indietro in questa stessa sezione.
#3453
Presentazione nuovi iscritti / Re:Ciao a tutti
13 Aprile 2018, 12:49:46 PM
Salve Essere Immortale. Credo di aver capito. E' quel tizio che nello specchio vedi dietro di te e non sai se stia per poggiarti una mano sulla spalla oppure stia per mettertelo didietro.
#3454
Tematiche Filosofiche / Re:Il primato della politica
12 Aprile 2018, 22:42:08 PM
Salve. Per Baylham (tua risposta nr.3): Bene. siamo quindi d'accordo. La politica non ha mai avuto il primato sulla prassi economica, e quando ha tentato - sotto forma di ideologia - di imporre il proprio primato abbiamo ben visto cosa è successo (ex URSS).

Quindi entropia e leggi fisiche hanno generato la biologia e le leggi sociali ed economiche. La politica non può incidere su tale andazzo.
I politici lo sanno benissimo ma fingono di ignorarlo poiché, per ragioni di tempo (essi hanno a disposizione solo la durata del loro mandato o - al limite - della loro vita per cambiare situazioni plurimillenarie) devono raccontare al popolo cose diverse ed assai più soddisfacenti ed immediate per poter mantenere o veder rinnovate le loro cariche.

Vedi, esistono le ideologie, le strategie e le tattiche. Oggi in politica ed almeno nel nostro Paese le ideologie sono scomparse (e personalmente lo ritengo pure un gran bene) e le strategie, se ci sono, sono diventate invisibili (ad esempio, qual'è la strategia delM5S ?).
Sono rimaste solo le tattiche, cioè le decisioni prese in base agli andamenti politici dei sette giorni scorsi o dei sette giorni prossimi venturi.


Per Bobmax "solo la filosofia può salvare la politica"...........in che senso scusa ? Mettendo la gestione di un Paese nelle mani di chi ha la testa per le nuvole ? Secondo te dottrine filosofiche e filosofi sarebbero gli strumenti adatti per affrontare a livello planetario od anche solo locale il problema di tutti i problemi (altro che barzellette come l'ecologia o le fonti energetiche o i conflitti internazionali) e cioè il problema demografico ??.

Certo tu intendi dire che solo una dottrina "disinteressata" come la filosofia e persone "disinteressate" come i filosofi potrebbero imporre politiche che antepongano il buonsenso all'interesse economico. E pensi forse che i magnati delle grandi corporazioni consentirebbero a veder regolata la loro attività da qualche filosofo?

Casomai sarà solo la meteorologia che può salvare la politica ! Si tratta sempre di una disciplina gestita da tizi che stanno con la testa tra le nuvole.....ma la loro politica potrà almeno evitarci qualche raffreddore di troppo !!

Diciamo allora che la tua affermazione sia stata solo un auspicio che tu stesso saprai vano ! Cordialmente.
#3455
Salve Sgiombo. Apprezzo i tuoi sforzi di fare chiarezza ed anzi te ne ringrazio. Le "cose" sono i differenti aspetti dell'esistente. Le "categorie" sono degli insiemi delimitati di "cose" che hanno un qualche aspetto (o molti aspetti, oppure addirittura tutti gli aspetti tranne quello della singolare individualità) in comune tra loro. I "concetti" sono le immagini mentali generate dall'assemblaggio dell'in-sistenza (non necessariamente e-sistenza") di alcune "cose", e vengono ad essere a loro volta delle "cose" costituenti appunto la "categoria" immateriale e puramente ideativa dei "concetti".
Spero di non aver creato confusione. Amichevoli saluti.
#3456
Salve Sgiombo. Certamente c'è filosofo e filosofo. Secondo te si possono chiamare filosofi quelli che rifiutano la logica?. Esistono le categorie. Qual è la categoria che include tutte le altre? Quella dell'esistente. Quante sono le categorie che includono tutte le altre? 1. E cosa include l'unica categoria che include tutte le altre? Tutto.

L'"1" del filosofo è quel concetto che, secondo un minimo di logica razionale, s'identifica con il tutto secondo la semplice constatazione che di TUTTO ce ne sta solamente uno. Che poi il TUTTO inteso come SINGOLARITA' TOTALIZZANTE sia sinonimo di ASSOLUTO..........vedi un poco tu.
#3457
Salve. Certo che 1+1 = ....?? è un grosso problema. Quello del dover affrontare il tema della singolarità armati solo - ed al minimo - della duplicità.
La duplicità non ulteriormente risolvibile è quella del rapporto soggetto-oggetto, osservatore-osservato, mente-problema, e via dicendo.
La singolarità espressa dall'"1" come sinonimo dell'assoluto e del tutto ci è estranea ed irraggiungibile. Quindi l"1" del filosofo non può conoscere alcun rapporto con il 2 o con qualsiasi altra molteplicità. "1tutto" + "1tutto" = .......... ??.

Il problema infatti è quello della commistione tra l'assolutezza dell'unicità filosofica ed il significato aritmetico dell' "1" inteso come base della molteplicità di qualcosa di relativo (cioè dei singoli componenti-base di una CLASSE di elementi), che rende confusionaria e fuorviante qualsiasi trattazione che non tenga conto dell'esistenza "non di 1 1 ma di 2 1" (chiedo scusa dell'apparente pasticcio volutamente ironico) ma finga che "di 1 ce n'è uno solo!!".
Di 1 invece ce ne sono 2......quello filosofico ed extraumano e quello dei matematici !!

Circa poi il fatto che 1+1 possa fare 3 o qualsiasi altra quantità a nostro piacere, nessun problema: esistono i parti gemellari, caso in cui 1 genitore + 1 genitore = 3 pargoli o, se si preferisce, 2 genitori + 1 copula = famiglia di 3, 4, 5....... componenti.In ogni caso potrebbe bastare anche solo cambiare le convenzioni aritmetiche: da domani infatti la definizione di "tre" potrebbe diventare "quantità consistente nella fusione per incorporazione reciproca tra un ente ed altro ente identico ma distinto", mentre il "due" potrebbe benissimo venir eliminato, avendo poi così che 1+1=3 - 1+1+1=4 - 1+1+1+1+1+1+1=8 - 8+7=13 e via andando. Spero di non avervi annoiato.
#3458
Tematiche Filosofiche / Re:Il primato della politica
11 Aprile 2018, 15:08:08 PM
Salve Baylham. Per nulla ti  inganni. Tutte le affermazioni roboanti vengono emesse per sottolineare, ricordare, che le cose dovrebbero essere in un modo diverso da come - ahimé - vanno in realtà.
C'è chi lo fa in buonafede, come il Papa quando auspica pace, bene, giustizia con le sue stucchevolissime dichiarazioni di circostanza, chi lo fa per rivendicare una superiorità che nei fatti non possiede, come i politici nostrani, chi semplicemente esprime un augurio basato su utopie che dovrebbero realizzarsi a furia di parole................
Le parole costano poco e possono essere utili a qualcosa, trovando chi le crede.
In realtà tutti dovremmo sapere che nessun tipo di politica può prescindere dalla disponibilità di risorse
#3459
Salve Patrick. Chi ti scrive e persona assolutamente priva di formazione artistica (anche per questo il mio personale concetto di arte esclude l'artisticità del 97,4% circa di tutto ciò che viene definito "artistico" da altri). La tua pittura dal mio punto vista è definibile come "decorativismo naif", il che non gli impedisce certo di avere (come d'altra parte ti auguro) un decente mercato.
Vedi, secondo me il problema dell'arte nasce nel momento in cui si decide di creare per cercare di vendere oppure quando - dopo aver creato per sé secondo la propria sensibilità, si decide di cercare di vendere.
Ti dirò che l'effetto decorativo di questa tua opera viene da me trovato assai gradevole (dipende poi dal contesto di ambiente/arredamento in cui si decida di inserirla) e comunque molto molto rilassante.
Io non avrei esagerato con le cascatelle. Complimenti e saluti.
#3460
Salve. Noi chiamiamo realtà ciò che è la nostra INTERPRETAZIONE DELLA REALTA'. Ciòè il processo di integrazione dei segnali sensoriali (la percezione) con i contenuti già esistenti dentro di noi. La REALTA' "vera", cioè esterna, oggettiva, posta al di là della soglia dei nostri sensi è per noi irraggiungibile e perciò per noi - ai fini che contano, che sono quelli soggettivi ed esistenziali, è esattamente come non esistesse.

Perciò la realtà e-siste (fuori di noi) ma non può in-sistere (dentro di noi),limitandosi a con-sistere nell'insieme di tutte le cause e gli effetti a noi esterni ma sempre a noi correlati.

Come sempre, anche sotto questo riguardo finisce con il manifestarsi l'effetto del PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE (profondissimo principio che funge da ponte tra la filosofia la fisica) per il quale ciò che ci è esterno, una volta entrato in noi, non è più ciò che volevamo osservare:
- dal punto di vista fisico, perché il tempo da noi utilizzato per percepire ci mostrerebbe comunque il fenomeno osservato come era subito prima della nostra osservazione, e non come è diventato subito dopo l'osservazione.
- dal punto di vista filosofico perché - come ho detto all'inizio - l'informazione che entra in noi viene immediatamente "contaminata" dai nostri contenuti preesistenti.

- infine aggiungiamo pure il fatto che la realtà esterna viene da noi configurata attraverso la specifica sensibilità. anatomia e fisiologia dei nostri organi di senso.

Ve la immaginate voi con quale "realtà" deve vedersela - ad esempio - un organismo unicellulare ??
#3461
Salve. Per Socrate78: Curioso il concetto per il quale male e sofferenza potrebbero esistere onde poter far emergere il bene. Appartiene alla stessa categoria di considerazioni (il dover fare di necessità virtù) per le quali la morte dà almeno da lavorare ai becchini e le malattie tropicali hanno permesso di conoscere la dedizione del Dottor Schweitzer e di Madre Teresa di Calcutta. Beato te che ti accontenti di simili giustificazioni. Salutoni.
#3462
Salve. Per Sophia75 : Il bene ed il male (tua domanda per Socrate78 nella risposta nr.23). Mi permetto inserirmi. Non credo certamente alla personificazione del male. Ma neppure alla sua idealizzazione. Ma neppure neppure alla sua esistenza !!

Bene e male sono termini che - benchè utilizzalizzabili in senso relativo - indagati nella loro essenza negano ciascuno l'esistenza dell'altro.

Perciò non possono esistere contemporaneamente nè agire ciascuno per proprio conto. Valgono le stesse considerazioni che devono vigere per numerose coppie di termini opposti quali luce e buio, tutto e nulla, eccetera.......

Possiamo dire che esiste il bene, la luce, il tutto e che esiste una parzialità od incompletezza del bene, una estrema scarsità di luce, una qualsiasi parte del tutto.

Perciò il male non è altro che la relativa assenza di bene, non importa quanto flebile od irriconoscibile esso ci sembri.

Che poi a livello dottrinario o divulgativo esistano un Dio benefico, un uomo peccatore, un Diavolo malefico, queste figure rappresentano solo un espediente dialettico del rapporto pastori-gregge che deve semplificare un certo numero di contraddizioni inspiegabili per i fedeli di animo più semplice.

A livello popolare occorre spiegare una situazione dottrinaria poco condivisibile : C'è un Dio infinitamente buono ed onnipotente che tuttavia, a quanto sembra, permette l'esistenza della sofferenza e del Male.
C'è poi l'Uomo, imperfetto ma dotato di un Libero Arbitrio che a quanto sembra lo sottrae parzialmente alla onnipotenza di Dio.
C'è infine l'inspiegabilità della sofferenza degli innocenti, della quale nè Dio nè lUomo possono venir - dal senso comune - ritenuti responsabili (certo per l'Uomo c'è un Peccato Originale che potrebbe renderlo collettivamente responsabile delle pene dei singoli, ma un tal punto di vista risulta perlopiù indigeribile per la massa dei credenti).

Che fare ? Semplice : Stabiliamo che tutte le grazie, le positività ed i miracoli sono dovuti alla infinita bontà di Dio, mentre tutte le disgrazie, le infelicità ed i peccati sono dovuti al libero arbitrio di peccare umanamente oppure al libero arbitrio della personificazione del Male, volgarmente chiamata Demonio.

Il problema è l'intreccio di troppi "liberi arbitri" che non riesce ad andar d'accordo con l'assolutezza e l'infinita bontà del Dio Creatore.
#3463
Salve. Avete presente cos'erano le classi sociali diciamo..... nel settecento? Noblità, clero, popolino.

La nobiltà costituiva la classe sociale cui si accedeva per nascita fortunata. Il clero, quella cui si accedeva per formazione. Il popolino quella cui si accedeva per nascita sfortunata.

I tempi sono poi cambiati con la l'illuminismo, rivoluzione francese, quella industriale, la nascita delle ideologie, l'epopea colonialistica, un paio di guerre mpndiali......

Oggi i nobili sono spariti (tranne un poco di folclore e un poco di gossip), il clero cerca di sopravvivere (riuscendoci abbastanza bene), è comparsa già da tempo la borghesia ed il popolino come classe - almeno nel nostro Paese - si è sfrangiato in numerose sottoclassi più o meno pittoresche (coatti, precari, sfruttati, ex proletari, concorsisti delle PPTT, contadini biologici etc. etc).

E' la conseguenza combinata della caduta delle ideologie e della seconda rivoluzione social-tecnologica (dopo quella industriale): la rivoluzione mediatica la quale permette a tutti di vedersi uguali almeno in apparenza, potendo condividere informazioni (vere o false ma soprattutto superficiali), mode (trends), desideri (wishes), simboli (musts), parole d'ordine (hashtags).

In un futuro assai prossimo non ci saranno più classi ufficiali (avendo vinto il capitalismo l'espressione "classe sociale" sarà bandita per legge), come d'altra parte già ora dovrebbe essere (lo sanciscono tutte le ultrademocratiche Costituzioni del mondo), ma resteranno solo tre classi ufficiose ma ben REALI: i controllori, i produttori ed i consumatori.

I Controllori saranno coloro che detengono gli strumenti dell'informazione, i Produttori coloro che custodiscono le tecnologie ed i Consumatori coloro che dovranno mantenere in piedi il Sistema, incluse le sue Costituzioni democratiche e "rappresentative" le quali, magari un pochetto adattate, sopravviveranno poiché utili come totem davanti al quale radunare periodicamente il popolo per le celebrazioni rituali.

La domanda alle quali l'esistenza delle classi sociali rispondeva era: "Come mantenere nella società un ordine che permetta al Potere di restare in sella?". Ad ogni epoca i suoi strumenti : quando le masse erano quelle di analfabeti suggestionabili il Potere usava fedi, superstizioni, forza delle armi. Oggi le masse sono alfabetizzate e certi strumenti sarebbero controproducenti. Esse restano però suggestionabili ed i nuovi strumenti sono assai più morbidi : televisione, telefonini, intrattenimento divagatorio, miraggio dell'abbondanza dietro l'angolo (è per quello che le crisi economiche fanno arrabbiare il consumatore-elettore)............



#3464
Tematiche Spirituali / Re:Infusione dell'anima
05 Aprile 2018, 15:35:40 PM
Salve. Per Loris Bagnara : non dubitavo che la teologia contenesse strutture concettuali molto complesse. Quindi siamo di fronte addirittura ad una triplicità (che a me richiama tanto la Trinità di un Padre, un Figlio ed uno Spirito Santo.....quanto la trasposizione fideistica della nostra trinità corporale (corpo, psiche, mente)).

In chiave filosofica possiedo già le mie personali definizione di anima (ente secondo me di natura universalistica) : "la forma, cioè la pura e semplice struttura immateriale dei contenuti di qualcosa (nel caso umano, della nostra psiche e della nostra coscienza)".

Ugualmente per lo spirito (ente esclusivamente umano poichè solo noi possediamo una coscienza) :"un'anima dotata della capacità di volere".

Ed infine per il corpo (ente esclusivamente biologico): "il substrato materiale che permette lo svolgimento delle funzioni biologiche, psichiche, mentali (ed eventualmente spirituali....ma qui si va nell'aspetto metafisico)".

Per quanto riguarda buddismo, veda, reincarnazione, confessandoti la mia abissale ignoranza in porposito, diciamo che tuttavia considero tali argomenti come tesi esistenziali più congrue di quelle proposte dal cristiamesimo o dall'islam.

Il loro grande pregio ai miei occhi consiste nei loro presupposti non antropocentrici e nelle loro minori contraddizioni intrinseche.
#3465
Tematiche Spirituali / Re:Infusione dell'anima
04 Aprile 2018, 23:21:42 PM
Salve. Per Socrate78 : secondo me il problema della relativa sterilità di certi argomenti non deriva da un atteggiamento di sufficienza nei loro confronti, ma invece dallo sconcerto che molti provano nell'accorgersi che certi temi e termini, dati come acquisiti dal comune modo di sentire, si rivelano per nulla ovvii. Più un parola od un argomento sono essenziali più vengono mitizzati, mistificati, strumentalizzati, travisati e meno la gente è in grado di trattarne con proprietà e pertinenza.

Se un giornalista andasse per strada a chiedere ai passanti : "Senta, secondo lei cos'è l'amore?", cosa pensi ne ricaverebbe ? Su centomila intervistati raccoglierebbe forse una ventina di DEFINIZIONI CHIUSE, CHIARE E SINTETICHE dell'amore.

Alla gente non interessa sapere come stanno le cose. Crede solo in ciò che spera e spera solo in ciò che crede.