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Messaggi - viator

#3466
Salve. Bravi Iano e Sgiombo. L'immagine ha un suo fascino surreale. Provo a cercare di spiegare il perché di un simile "trompe l'oeil". Il nostro cervello, nel cercare di dare un senso geometrico alle componenti dell'immagine, è costretto a far spostare agli occhi dalle righe parallele ai quadratini neri.

La vista e l'attenzione connessavi si spostano continuamente e rapidamente dalle righe ai quadratini, e per farlo non si muovono in orizzontale od in verticale (che sarebbero le direzioni naturali con le quali esploriamo visivamente una immagine), bensì sono obbligate a spostarsi in diagonale dato lo sfalsamento dei quadratini.

In questo modo, appunto, la nostra attenzione non riesce a concentrarsi sulla valutazione della orizzontalità delle righe, le quali ci appaiono in salita da sinistra a destra se i quadratini della fascia sottostante risultano sfalsati verso destra, ed inversamente nel caso opposto.

Questo specifico ordine rispetta anche l'effetto gravitazionale al quale il nostro cervello è assuefatto : se i quadratini fossero casse posizionate su di un asse di legno poggiato sopra le sottostanti, si avrebbe l'effetto del loro baricentro che, risultante spostato da un lato, tende a far sollevare l'opposta estremità dell'asse verso l'alto.
#3467
Tematiche Spirituali / Re:Infusione dell'anima
04 Aprile 2018, 16:14:26 PM
Salve ed ancora grazie, Socrate78. Quindi l'anima sarebbe un'entità immateriale estranea ma pur sempre connessa (in reciproca relazione) a funzioni quali coscienza, memoria, intelletto, volontà, cioè al mondo neurofisiologico : dico bene secondo te ? Ed alla morte essa trascinerebbe con sè tali funzioni fuori da un corpo.

Quindi, secondo una simile dottrina, anche venendo a mancare un supporto materiale che le ospiti (il cervello o comunque l'encefalo), queste funzioni possono continuare a svoilgersi in ambito mextracorporeo. Sarebbe dunque questo il significato dell'espressione "la vita oltre morte".

Ecco allora spiegate tutte le perplessità di medici e di studiosi di ottica materialistica !

In pratica fede e dottrina cattoliche affermerebbero che tali strutture e funzioni siano in sè astratte e cioè completamente spirituali. Viene negato il concetto per cui gli aspetti formali (spirituali) debbano sempre risultare basati su qualcosa di materiale che li generi e li incarni.

In proposito resta però la domanda : ma perchè da vivi memoria, intelletto e volontà sono influenzati dalla materialità dei corpi e da quella del mondo fisico che ci circonda ?? Misteri della fede ! Salutoni ancora.
#3468
Tematiche Spirituali / Re:Infusione dell'anima
03 Aprile 2018, 23:32:38 PM
Salve e grazie, Socrate78 : Quindi, mentre i corpi sono enti materiali, le anime sono enti (entità?) immateriali (spirituali, dici tu, anche se io definisco uno spirito come "un'anima dotata della capacità di volere") che nascono al concepimento come enti dotati di una loro forma ma non ancora di una loro funzione (enti potenziali e quindi immaturi).

Accidenti, quali trascendenti complessità sono contenute nella dottrina cattolica !

Quindi potremmo dire, ad esempio, che l'anima in sé sia entità e funzione (potenziale od attuale a seconda dell'età del soggetto) separata dalla coscienza (la quale matura successivamente sia al concepimento che alla nascita, mi sembra).

E che, poiché è il possesso di una coscienza che rende responsabile il soggetto delle proprie azioni, l'anima in sé non avrebbe la capacità di peccare, perciò risulterebbe improprio parlare di eventuale dannazione o beatificazione delle anime. In sostanza, alla morte non dovrebbero essere le anime ad andare in Paradiso o all'Inferno, ma dovrebbero essere le coscienze.

Ma ancora - salvo smentite dottrinali - credo che anche la Chiesa Cattolica sostenga che - alla morte di un corpo - la coscienza si spenga definitivamente (la coscienza per inciso svanisce temporaneamente anche in caso di sonno, svenimento e coma reversibile).

Oppure alla morte, secondo la dottrina, sopravvivono sia l'anima che la coscienza ?? Se la coscienza non sopravvive alla morte non si capisce poi come - da incoscienti - si possano poi soffrire le eventuali pene dell'Inferno o beatitudini del Paradiso, inclusa l'eventuale contemplazione dell'Ineffabile.

Certo stiamo parlando di verità di fede (è strano come la fede, sentimento che dovrebbe essere la quintessenza della spontaneità, per alcuni abbia bisogno di venir sostenuta da una dottrina anche piuttosto rigida come quella cattolica) la quale fede, per venir sentita e condivisa non ha bisogno di alcuna razionalità, ma i risultati di tali considerazioni mi disorientano sempre di più.

Speriamo mi (ci) arrivino altri interventi (sperabilmente anche tuoi) che illuminino meglio questo argomento. Grazie ancora e salutoni.
#3469
Tematiche Spirituali / Infusione dell'anima
03 Aprile 2018, 21:16:42 PM
Salve. Chiedo scusa per la mia ignoranza in tema dottrinal-fideistico. Provo a rivolgermi qui nella speranza di trovare risposta ad un quesito circa il quale mi trovo completamente disorientato.

Il quesito è il seguente : partendo dal presupposto (ovvio per qualsiasi credente) che l'essere umano sia dotato di anima........in qual momento o circostanza Dio prevede o provvede ad infonderla in esso ??

Cioè, supponendo che (credo) né lo spermatozoo né l'uovo siano dotati di anima, l'anima di insedia e/o si manifesta al momento del concepimento oppure al momento della nascita oppure ancora in altro momento o circostanza che non riesco ad immaginare ??

C'è qualcuno di voi che sappia illuminarmi citandomi o descrivendomi ciò che in proposito contiene la dottrina (per semplicità e per mia minore ignoranza mi riferirei alla dottrina cattolica), oppure portandomi (portandoci) la sua personale visione di tale aspetto ??

Grazie e buone cose a tutti voi.
#3470
Salve. Per Sgiombo : Ma....carissimo ! Che succede ? E' gia la seconda o terza volta che assisto ad un completo ribaltamento di significato delle mie parole da parte tua !

1) Ho affermato che esiste solo ciò che ci coinvolge e non certo che ciò che non ci coinvolge non esista !!!

2) Parli di un'infinità di cose che accadono in galassie lontane e che non ci riguardano. Volevi forse dire che le ignoriamo e che alla maggior parte di noi "ce po' fregà de meno".....ma accidenti se ci coinvolgono !! Hai presente il bombardamento di radiazioni cosmiche al quale siamo costantemente sottoposti ??. Non parliamo inoltre del fatto che tutte le cause e gli effetti del mondo siano rigorosamente interconnessi in modi che ovviamente ci sfuggono quasi totalmente vista la nostra umana limitatezza.

3) "Qualcosa potrebbe esistere ed essere incausato.....religioni monoteistiche": Credo tu ti riferisca a Dio come Causa Prima. In tal caso ovviamente i credenti possono credere in ciò che preferiscono. Sei tu stesso a dare come perlomeno possibile l'esistenza di Dio. Se quindi già non è dimostrabile l'esistenza di un Dio fideistico, figuriamoci quanto è dimostrabile l'esistenza di una Causa Prima.

Sì...è proprio vero......non andiamo d'accordo ma pazienza. L'importante è non farsi del male. Salutoni.
#3471
Salve. Affermare l'esistenza di un cerchio quadrato ovviamente non ha senso. Il farlo significa solamente affermare il nostro desiderio di veder esistere un cerchio quadrato.

Il cerchio quadrato, dunque, non esiste in quanto non è in grado di essere causa di alcunché (l'essere causa di un qualsiasi effetto è la condizione intrinseca dell'essere o dell'esistere di qualcosa), mentre il concetto di cerchio quadrato è ed in-siste (è in noi) in quanto produce - ad esempio, l'effetto di star parlandone.

Infatti la superficialità di attenzione circa i concetti di essere-esistere-insistere-consistere genera invariabilmente confusione tra di essi.

Circa infine le cose che ci permettono di stabilire la realtà di qualcosa, la risposta è semplicissima : è reale solo ciò che ci coinvolge.

Per noi è reale ciò che, giungendo dall'esterno di noi, ha un qualche effetto su di noi. L'irrealtà consisterebbe invece in tutte le nostre escogitazioni, concezioni che non risultano avere effetto sul mondo a noi esterno.
#3472
Tematiche Spirituali / Re:Perchè esisto?
01 Aprile 2018, 19:12:21 PM
Salve giudrago. Appassionato inno all'esistenza, il tuo. Condivido in modo meno caloroso di te (sono un freddo cinicone) ma soltanto fino a metà testo. Giunti a ".....perché l'Ente, che chiamiamo Dio, è per sua volontà......." storco fortemente il naso.

Anzitutto Dio secondo me è una Entità (ciò che è in modo non conoscibile e non precisamente definibile) e non un Ente (ciò che è in modo noto e definibile), ma questa è solo una pedanteria.

Poi dici che Dio possiede una volontà (la volontà è una funzione ed una facoltà tipicamente umana, ma facciamo che Dio, nella sua Trascendenza ed Assolutezza, includa ANCHE ciò che è umano pur senza essere una persona).

Ma come si fa a sapere che la nostra esistenza è frutto della volontà divina ? Più in generale, la volontà di Dio è scrutabile (conoscibile) od imperscrutabile (inconoscibile) ? E se è scrutabile, lo è completamente o lo è solo per alcuni aspetti ? E chi stabilisce quali aspetti della volontà divina siano conoscibili e quali no ??. Ecco i miei dubbi, ai quali ho sempre ottenuto risposte insoddisfacenti od assurde.

Infine, a proposito del "Grazie a Dio che esisto !"......beh, sono contento di sapere che sei soddisfatto della tua esistenza.
Ma mi viene in mente che esistono persone talmente (non dirò disgraziate, ma...)...svantaggiate che riuscirebbe loro ben ironico il ripetere un tal ringraziamento. "Grazie a Dio che la mie esistenza è un mare di sofferenza !!??".

Mi vengono in mente i miracoli confrontati con le disgrazie. I primi sembra sempre siano grazia di Dio, le seconde invece son sempre colpa del destino o dell'uomo stesso.

Forse che il Destino e l'Uomo sono incarnazioni del Diavolo ?? Salutoni
#3473
Salve. Decido di essere io il primo a mostrarsi superficiale. E' comunque del 50%.
#3474
Salve Stefano. Premetto che l'eugenetica è una dottrina parascientifica e non una scienza ( è la dottrina che si basa sulla genetica (questa sì è una scienza) e che vorrebbe selezionare gli individui sulla base di criteri umani (nel caso del nazismo, puramente IDEOLOGICI e non scientifici, appunto).

L'eugenetica non può risolvere UNA MAZZA poichè chi la utilizza vuole certi risultati senza poter sapere se tali risultati - una volta eventualmente ottenuti - corrisponderanno ad una qualsiasi desiderabilità di effetti. E' come quando certuni cercano la donna dei propri sogni : impostano le loro preferenze, frugano nei siti di incontri, trovano quella che sembra adatta, la contattano, la incontrano, la trovano bella, intelligente, affidabile e se la sposano. Tutto ciò non garantisce minimamente che il loro matrimonio non possa poi trasformarsi in un inferno.

La realtà genetica e matrimoniale è troppo complessa per poterne impostare a priori gli esiti.

Ho già detto che la natura vuole a tutti i costi il disordine (che, guarda caso, coincide con la CREATIVITA') attraverso la variabilità, e sconfesserà sempre lo pseudo-ordine concepito da un qualche citrullo umano. Hitler, più che un citrullo, era un pericolosissimo pazzo e la sua eugenetica era l'opposto della selezione naturale. Infatti si trattava di selezione umana.
#3475
Salve. Per Iano e Donalduck : perdonatemi ma il mio senso dell'ironia talvolta sfugge al mio stesso controllo.

Dunque "Non ci sono cose che non esistono....."

A) Si sostiene che le cose inesistenti non ci sono ? OK, applauso......ma c'era bisogno di chiarircelo ??

B) Si sostiene che tutte le cose esistono ? OK OK OK allora ! Pensate che oggi in un momento d'ozio, ho concepito di avere accanto una gnoccona che stava per farmi ciò che nessuna donna ha mai fatto a nessun uomo........mi dite dove sta quella tipa che ho concepito? Oppure non esiste la cosa (in questo caso la gnoccona) ma ciò che è esistito in questo caso è L'IDEA di aver accanto la gnoccona ?

Urgono chiarimenti. Cordialmente.
#3476
Salve. Secondo il mio punto di vista, e con riferimento alla sola realtà italiana, si è tornati e si sta tornando indietro in conseguenza di una grave carenza istituzionale di cui abbiamo sempre sofferto nel dopoguerra: la mancanza di stabilità e di autorità degli Esecutivi che si sono succeduti nel tempo, in parte incapaci ed in parte del tutto riluttanti (e la riluttanza è un ottimo strumento per celare l'incapacità) ad opporsi agli eccessi capitalistici di certe fasi storiche ed agli eccessi demagogici, ideologici e socialutopici di altrri momenti storici.

Governi che si sono succeduti occupandosi solo dell'ordinario e della gestione elettoralistica del potere. Governi d'altra parte espressi da un Sistema (che io chiamo sbrigativamente "italico andazzo") che prevede che molti abbiano un poco di potere unito a molti benefici e nessuno abbia un minimo di responsabilità.

In mezzo a tanto squallore, esiste purtuttavia una peculiarità stupefacente di un tale sistema : la sua intrinseca immodificabilità. In nome di una democraticità e di una Costituzionalità di facciata esso provvede automaticamente ad espellere da sè tutto ciò e tutti coloro che non vi si adattino.

Problematiche come mafie, questione meridionale, rapporti con il Vaticano...secondo voi sono state affrontate da qualcuno nel dopoguerra?

Ora è chiaro che se i veri nodi interni non sono mai stati affrontati, figuriamoci se siamo in grado di affrontare fenomeni esterni come la globalizzazione o le  migrazioni dal terzo mondo !!

Io vedo tre ipotetici sbocchi alla situazione italiana :

- quello più positivo ma del tutto utopistico ed improbabile :
----qualcuno decide di dichiarar guerra alla Svizzera, in tre settimane la perdiamo e diventiamo una felice e prospera colonia elvetica;

- quello di dubbio esito e di moderata probalilità :
----compare sulla scena un secondo Uomo della Provvidenza (venne così definito dal Papa il Cav. B.M. dopo la firma del Concordato);

- quello più desolante ma più probabile :
----decadimento, disfacimento, marcescenza.
#3477
Salve, caro Donalduck. Fai bene a non azzardarti in definizione rigorose ed univoche di ESSERE, ESISTERE, REALTA'. Il cercare di farlo sarebbe rigorosamente vano. D'altra parte l'evitare di farlo permette di riempire gli spazi di questo Forum.
Io, che sono invece un vecchio sfrontato e senza pudore alcuno, non ho problemi nello sputare definzioni a raffica di quasi tutto, sapendo perfettamente che si tratta solo di giochetti logico-linguistici. A costo di ripetere quanto già da me detto qui e là (vedo che tu sei nuovo dell'ambiente), ti passo quindi quelle che io considero definizioni NON IRRAGIONEVOLI dei tre concetti da te citati :

ESSERE (verbo) : la condizione per la quale le cause producono i loro effetti.

ESISTENZA (in termini generali ed universali) : la condizione che impedisce la presenza del nulla.
ESISTENZA (a livello di ente od entità singoli) : l'insieme delle cause e degli effetti prodotti dall'essere.

REALTA' : L'insieme delle cause, degli effetti, delle entità e degli enti non influenzati dalla nostra interpretazione di essi.

Come vedi, io sono uno che preferisce profferire castronerie che tirarla per lunghe.

Benvenuto ed auguri.
#3478
Salve Stefano. Mi rendo perfettamente conto che la mia visione delle cose sia del tutto insoddisfacente, anzi per alcuni versi DISPERANTE nei confronti delle attese e bisogni umani. E' per questo che esistono le fedi le quali propongono ciò in cui speriamo e non ciò che emerge da una analisi razionale circa il funzionamento del mondo.

Ciascuno scelga di credere in ciò che preferisce, come infatti sempre avviene.

Comunque in natura i più forti non sono i migliori (termine e concetto esclusivamente umano che la natura non conosce) bensì I PIU' ADATTI nello sfruttare e riuscire a sopravvivere ai meccanismi appunto naturali.

Sai cosa fanno gli uomini quando si imbattono in realtà naturali che non li soddisfano ? Chiudono gli occhi e si mettono a pensare e desiderare realtà diverse da quella che li circonda. Salutoni.
#3479
Salve. Il sistema migliore per far confusione credo sia quello di partire da un quesito od un presupposto per poi affrontarlo miscelando continuamente dottrine diverse, come si sta facendo qui trattando dell'infinito ora a livello fisico, ora a quello filosofico, ora a quello psichico.
Certo il massimo è supporre che l'infinito abbia un termine, un limite, una FINE.

La linea retta, in geometria, è una figura monodimensionale a due versi priva di inizio e di fine. (possiede solo la propria lunghezza che sarebbe percorribile in una direzione o in quella opposta). Ma la linea retta è un'invenzione convenzionale della geometria.
Nella realtà come possiamo stabilire se un qualsiasi segmento, semiretta o retta sono veramente rettilinei ? Occorrono dei riferimenti che ne stabiliscano il parallelismo relativo (ad altre linee "rettilinee"). La cosa poi sfiora il ridicolo quando pensiamo allo spazio-tempo il quale, per effetto relativistico, tenderebbe all'incurvamento locale di qualsiasi traiettoria (la retta diventerebbe un tremolante serpentello).
I concetti di inizio e di fine sono entrambi relativi e rappresentano escogitazioni filosofiche (ma anche di prassi, di praticità)tipicamente umane. Non conosciamo nulla che sia privo di un inizio (definizione: punto o momento in cui noi cominciamo a riconoscere qualcosa) o di una fine (definizione : punto o momento in cui noi cessiamo di riconoscere quella cosa). L'eterno e l'infinito però possiamo concepirli astrattamente anche se non possiamo sperimentarli. Come mai?
Semplicemente ammettendo che ci sono cose che non possiamo sperimentare ed alle quali pertanto è impossibile per noi attribuire un qualsiasi inizio o fine. Ci limitiamo ad ammetterne od ipotizzarne la pura esistenza scollegata da riferimenti spaziotemporali.
Nella realtà fuori della nostra limitata, relativa e soggettiva esperienza le cose sembra stiano esattamente all'opposto di come siamo abituati a considerarle. Nel mondo nulla ha un inizio od una fine, come sostenuto dal primo principio della termodinamica (Lavoisier : nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma).
Il fatto - secondo me - è che non esistono le rette, gli inizi, le fini e neppure gli infiniti.
Nichilismo ?? Se vi piace definirlo così, fate pure. Per gli inizi e le fini, prendiamo una notte di cielo coperto alla quale segua una giornata con cielo altrettanto cupo. I dischi della luna e del sole restano costantemente celati. Come mai stabiliamo che esista un inizio ed una fine della notte, ed analogamente per il giorno ?
Semplicemente sulla base delle diverse quantità di luce che i nostri sensi percepiscono. I cambiamenti (di luce e di ogni altro genere) che noi percepiamo vengono registrati attraverso i sensi e comunicati al cervello, il quale, non potendosi occupare in dettaglio di ogni istante del cambiamento che sta riconoscendo, è costretto a ragionare per categorie. "Fin qui e grosso modo questa luce la chiamiamo notte, oltre in vece, chiamiamola giorno". Ecco come funzionano le nostre definizioni degli eventi e delle cose, del loro inizio e della loro fine. E' la catalogazione delle diversità spesso solo apparenti.
Per le rette, io posso ragionevolmente sostenere che esse non esistano poiché - tra l'altro - non sono distinguibili da una circonferenza (intera o parziale) di un cerchio avente raggio infinito. Qualcuno sa dirmi come si fa a distinguere la rettilineità da una curvatura infinitesima ?.
Ma naturalmente c'è n'è anche per l'infinito ! A proposito del caso precedente va notato che la circonferenza generata da un raggio  infinito misurerebbe (infinito x 6,14). Ohibò, ma allora esiste una pluralità di infiniti, ciascuno magari di misura diversa !!
Credo proprio che a questo mondo nulla sia infinito o rettilineo, ma tutto sia disposto lungo traiettorie circolari le quali, percorse continuamente (infinitamente ?) sono l'unico cammino contemporaneamente misurabile ed infinito.
#3480
Salve Socrate 78 : "Il fatto che una cosa sia naturale non implica che sia buona: l'uomo ha la ragione che gli permette infatti di criticare anche la natura stessa. Infatti se io con la mia ragione valuto come si comporta la natura, deduco (e mi sento in diritto di farlo...) che essa è crudele e cinica" (scusatemi, ma non ho ancora capito come si inseriscono le citazioni tratte da altri !).

Ma la natura in sé non è né benefica né crudele ! Essa è indifferente mentre siamo noi ad essere tendenziosi (semplicemente : egoisti) quando ci troviamo a definirla meravigliosa e benefica oppure crudele e cinica a seconda che il suo funzionamento ci soddisfi o meno !! Siamo alle solite ! Invece di riconoscere che dovremmo accettare di essere come la natura ci ha fatti, ecco che rimproveriamo alla natura di non essere del tutto come noi la vorremmo ! L'uomo non metterà proprio mai la testa a posto !!.

Poi noto ".....i doni della natura (che in realtà venivano conquistati spesso faticosamente e pericolosamente) erano spartiti equamente o quasi nella comunità: una società del genere non vi sembra forse frugale ma idilliaca per certi aspetti?". Siamo alle solite anche qui con il mito del buon selvaggio ed il romanticismo che non si cura del buonsenso. Le società frugali ed idilliache (che all'occorrenza sapevano essere orrendamente crudeli) esistevano al tempo in cui gli abitanti del pianeta erano pochi milioni, e non possono certo più esistere ora che siamo diversi miliardi.

E' solo un problema di numeri, di sovrapopolazione (la questione demografica è alla base di tutti i problemi del mondo attuale). Abbiamo presente la società delle formiche ? Gerarchia, efficienza, mancanza di individualità e, quando ci sono problemi, inesorabile crudeltà intra- ed extraspecifica.
Certamente noi, a differenza delle formiche, possediamo una coscienza che dovrebbe aiutarci ad evitare certe scelte estremistiche, ma gli effetti tendenziali di un'accresciuta densità di individui all'interno di un certo spazio sono questi, non la commiserazione verso i più deboli od il romanticismo !!