Al riguardo, occorre innanzitutto precisare che non si tratta affatto del "manifesto" di "oltre 150 Docenti universitari contro il green pass", così come "bufalato" in giro sui "media-(calzetta)"; ed infatti, nell'elenco, ci sono anche numerosi soggetti che non lo sono affatto.
A parte questo, l'appello in questione, è di uno "spessore" culturale e giuridico, da far "tremare le vene e i polsi" a chiunque abbia un "minimo" di competenza in materia.
In questo topic cercherò di spiegare perchè.
L'ELENCO DEI SOTTOSCRITTORI DELL'APPELLO
Innanzitutto, l'unico elenco che io sono riuscito a rintracciare su INTERNET, e stato evidentemente riportato in modo erroneo, in quanto vengono numerati 888 nominativi, ma ripetendo più volte sempre e soltanto gli stessi 45 cognomi.
https://nogreenpassdocenti.wordpress.com/s/
***
In ogni caso, nei nominativi in questione, trovo anche dei semplici "dottorandi" e "dottorati", nonchè dei "docenti di chitarra", e, più genericamente, anche di "canto"; materia, questa, che non mi sembra affatto costituisca materia universitaria (ed infatti, nell'elenco appaiono molti membri di "conservatori musicali" provinciali, come quello di Monopoli).
Tra le Università, ne appaiono alcune davvero singolari, come, ad esempio, l'"Université de Bretagne Occidentale" (quella "Orientale", invece, non appare nell'elenco), la "Queen's University of Belfast", l'"Università Enna Kore", ed altre ancora mai sentite nominare; sebbene io non dubiti minimamente che si tratti di Università tutte degne del massimo rispetto.
Quanto alle materie universitarie (e non), alcune mi hanno particolarmente colpito; come, ad esempio, la "Fisiologia Vegetale"; ma non dubito minimamente che si tratti di materie tutte degne del massimo rispetto.
Se qualcuno trovasse l'elenco completo, sarebbe interessante effettuare una statistica più accurata dei firmatari; i quali, secondo me, se solo dalla A alla B sono 45, dalla A alla Z saranno senz'altro molti più di 150 (a occhio, direi circa 500).
CONTENUTO DELL'APPELLO
Al riguardo osservo:
1)
Il punto topico dell'appello, è costituito dal seguente:
<<Tutti noi reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione: art. 32: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana">>
Al riguardo, si può senz'altro ritenere "ingiusta" una determinata "legge" e le presunte "discriminazioni" da essa derivanti (ci mancherebbe altro); però, se non altro sotto il profilo lessicale, oltre che logico e giuridico, è ovvio che una "legge", e le sue prescrizioni, non possono essere certo definite "illegittime" ("per la contradizion che nol consente!").
Sarebbe come dire che una cosa "visibile", è, nello stesso tempo, "invisibile".
Semmai si può sostenere che una legge è "incostituzionale" (ovvero "costituzionalmente illegittima"), come, in effetti, intendeva evidentemente dire il redattore dell'appello.
2)
Al riguardo, però, si fa comunque confusione tra:
- il concetto di "obbligo" vaccinale generalizzato, che per ora non esiste;
- il concetto di "onere" del "green pass", che serve soltanto per accedere in determinate aree o per fruire di determinati servizi.
Si tratta di due cose diverse!
3)
Dire, cioè, che il "green pass", estende, di fatto, l'obbligo di vaccinazione "in forma surrettizia" per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico, secondo me, costituisce una affermazione parzialmente vera, ma profondamente "stupida"; e, in un certo senso, anche "tafazzista".
Ed infatti, in questo modo, è come se il redattore avesse scritto:
<<Poichè il "green pass", estende, di fatto, l'obbligo di vaccinazione "in forma surrettizia" per accedere ai diritti fondamentali allo studio, io preferisco rinunciare alla facoltà di rifiutare il vaccino (per quanti inconvenienti tale rinuncia mi possa comportare), e preferisco essere obbligato a vaccinarmi in ogni caso, senza avere più la benchè minima facoltà di scelta!>>
Fantastica "autorete"!
4)
Tra l'altro, sostenere che il "green pass": <<...viola quei diritti di studio e formazione che sono garantiti dalla Costituzione e rappresenta un pericoloso precedente>>, è assolutamente "falso".
Ed infatti l'"onere" del "green pass" non è affatto necessario per «sostenere gli esami e seguire le lezioni», come erroneamente dice l'appello, ma solo per tali attività "in presenza"; ed infatti, come è ovvio, il "green pass" non è affatto obbligatorio per seguire le lezioni a distanza o per sostenere gli esami da remoto.
Per cui la mancanza di "green pass" non preclude affatto il "diritto allo studio", e, cioè di «sostenere gli esami e seguire le lezioni»; ne modula soltanto la fruizione in modo diverso.
5)
Quanto alla eventuale "piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico", nel trasformare un "onere" in un "obbligo", non c'è alcun dubbio che il legislatore, ai sensi e per gli effetti dell'art.32 della Costituzione, potrebbe senz'altro sancire un "obbligo" di vaccinazione generalizzato, oppure per singole categorie (ad esempio, professori e studenti universitari), sostituendolo all'attuale semplice onere "onere".
Vai a capire perchè mai i firmatari del "manifesto" preferiscano il primo (obbligo) al secondo (onere); cioè, almeno secondo il loro distorto punto di vista, il "male maggiore" al "male minore"!
BOH...contenti loro!
6)
O forse pensano che l'obbligo vaccinale non potrebbe mai essere imposto per legge?
Non è affatto così!
Ed invero, più volte la Corte Costituzionale ha sancito che lo Stato, ai sensi dell'art.32 della Costituzione, può senz'altro sancire un "obbligo" di vaccinazione generalizzato, oppure per singole categorie, così argomentando : "La profilassi per la prevenzione della diffusione delle malattie infettive richiede necessariamente l'adozione di misure omogenee su tutto il territorio nazionale. Secondo i documenti delle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, l'obiettivo da perseguire in questi ambiti è la cosiddetta "immunità di gregge", la quale richiede una copertura vaccinale a tappeto in una determinata comunità, al fine di eliminare la malattia e di proteggere coloro che, per specifiche condizioni di salute, non possono sottoporsi al trattamento preventivo." (Sentenza N. 5 dell'anno e numerose altre).
La Sentenza n. 307 del 1990, peraltro, ha chiarito (a beneficio degli "imbecilli egoisti"), che una legge che impone un trattamento vaccinale obbligatorio:
- non solo è compatibile con l'art. 32 della Costituzione in quanto il trattamento è diretto a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato;
- ma anche perchè è diretto a preservare lo stato di "salute degli altri".
7)
Per cui, secondo la più elementare logica:
- se è costituzionalmente lecito imporre un "obbligo diretto" di vaccinazione generalizzato, oppure per singole categorie (cosa assolutamente "indubbia");
- ne deriva che è anche costituzionalmente lecito imporre un "obbligo indiretto" di vaccinazione generalizzato, oppure per singole categorie, per il tramite del mezzo "surrettizio" del "green pass".
Sempre a voler considerare il "green pass" solo sotto tale aspetto; il che è comunque molto discutibile.
8 )
Ed infatti, può ottenere la certificazione verde anche chi:
- è risultato negativo a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti;
- è guarito dal Covid nei sei mesi precedenti.
9)
Quanto al fatto che l'art.32 della Costituzione sancisce, giustamente, che "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", richiamare tale disposizione con riferimento al "green pass" (o anche all'obbligo vaccinale), dimostra inequivocabilmente che chi ha materialmente redatto il manifesto (e chi l'ha sottoscritto) non solo è completamente digiuno di diritto, ma è anche privo del più elementare "senso delle proporzioni".
Ed infatti, storicamente, almeno a quanto mi risulta, nessun giudice è mai stato così "imbecille" da sollevare una "eccezione di non manifesta incostituzionalità" di qualcuno degli innumerevoli vaccini praticati negli ultimi cento anni, in quanto "lesivi dei limiti imposti dal rispetto della persona umana".
10)
Quanto alla presunta "ingiusta e illegittima discriminazione" tra chi ha il "green pass" e chi non ce l'ha, secondo me, ribaltando il ragionamento dei "professori", ci sarebbe davvero una "discriminazione" nel caso in cui si concedessero le stesse identiche facoltà, a chi si è vaccinato ed ha quindi ottenuto il "green pass", e chi, invece, non si è vaccinato ed non ha quindi ottenuto il "green pass".
Ed infatti, in base all'art.3 della nostra Costituzione:
- non solo è incostituzionale trattare casi uguali in modo diverso;
- ma è anche incostituzionale trattare casi diversi in modo uguale.
Ed infatti sarebbe incostituzionale, ad esempio, consentire di esercitare la professione di avvocato, sia ha chi ha l'abilitazione, sia a chi non ce l'ha.
Fuor di metafora:
a)
Correndo il "terribile rischio" di vedermi spuntare tra dieci anni una coda di somaro o le ali da pipistrello (come sostengono alcuni novax), io mi sono vaccinato facendo le apposite file e trafile; e, quindi, mi sono guadagnato il diritto di esercitare le facoltà concesse "green pass".
b)
Tizio, invece, per ora lecitamente, non ha voluto correre tale "terribile rischio"; e, quindi non sarebbe nè equo nè giusto che lui volesse avere nel contempo "la botte piena e la moglie ubriaca", pretendendo di poter esercitare le stesse facoltà che il "green pass" concede a me.
Questo sì che sarebbe "discriminatorio"!
Come dicevano i romani antichi: "Ubi commoda ibi incommoda!"
11)
Circa quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, richiamato nel "Manifesto", il quale chiarisce che "è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate", faccio notare agli esimi professori (o sedicenti tali), che la Commissione UE non si è mai neanche lontanamente sognata di fare all'Italia un appunto sul "green pass".
Il quale, peraltro, con diverse modalità, esiste in quasi tutti gli altri Paese Europei, senza che la Commissione UE abbia mai avuto nulla da eccepire al riguardo!
A parte questo:
a)
Il sopracitato passo richiamato nel "Manifesto", non proviene affatto da un "articolo" del regolamento europeo, bensì soltanto da un mero "considerando" (il numero 36) che non ha minimamente effetti giuridici vincolanti; per chi non lo sapesse -come, appunto, il redattore del "manifesto"- con la locuzione "considerando" si intende ciascuna delle premesse che precedono la parte dispositiva di una legge, e che, quindi, di per sè, non hanno alcun valore dispositivo.
b)
Inoltre, il regolamento si occupa di libertà di circolazione dei cittadini europei: per cui, un'eventuale non discriminazione dei non vaccinati andrebbe considerata limitatamente a questo ambito, e non certo per quanto concerne l'accesso alle Università dei singoli Stati.
c)
Peraltro, anche nell'ambito della "libertà di circolazione", la "non discriminazione" a cui accenna il "considerando" n. 36, riguarda il "green pass europeo", e non quelli "nazionali".
d)
Ed infatti, in presenza di motivi di salute pubblica, secondo il regolamento europeo gli Stati membri dell'Ue possono comunque imporre con norme nazionali ulteriori e più stringenti restrizioni alla libertà di circolazione, anche per chi fosse dotato di "green pass europeo"
***
Ci sarebbero anche altre numerose corbellerie contenute nel manifesto in questione, ma se le enumerassi tutte, questo post non finirebbe più!
***
Non accetterò nessuna replica non attinente in modo specifico e circostanziato agli 11 passi elencati, ovvero che, seppure ad essa attinenti, risultino comunque O.T.
***
Grazie!
***
A parte questo, l'appello in questione, è di uno "spessore" culturale e giuridico, da far "tremare le vene e i polsi" a chiunque abbia un "minimo" di competenza in materia.
In questo topic cercherò di spiegare perchè.
L'ELENCO DEI SOTTOSCRITTORI DELL'APPELLO
Innanzitutto, l'unico elenco che io sono riuscito a rintracciare su INTERNET, e stato evidentemente riportato in modo erroneo, in quanto vengono numerati 888 nominativi, ma ripetendo più volte sempre e soltanto gli stessi 45 cognomi.
https://nogreenpassdocenti.wordpress.com/s/
***
In ogni caso, nei nominativi in questione, trovo anche dei semplici "dottorandi" e "dottorati", nonchè dei "docenti di chitarra", e, più genericamente, anche di "canto"; materia, questa, che non mi sembra affatto costituisca materia universitaria (ed infatti, nell'elenco appaiono molti membri di "conservatori musicali" provinciali, come quello di Monopoli).
Tra le Università, ne appaiono alcune davvero singolari, come, ad esempio, l'"Université de Bretagne Occidentale" (quella "Orientale", invece, non appare nell'elenco), la "Queen's University of Belfast", l'"Università Enna Kore", ed altre ancora mai sentite nominare; sebbene io non dubiti minimamente che si tratti di Università tutte degne del massimo rispetto.
Quanto alle materie universitarie (e non), alcune mi hanno particolarmente colpito; come, ad esempio, la "Fisiologia Vegetale"; ma non dubito minimamente che si tratti di materie tutte degne del massimo rispetto.
Se qualcuno trovasse l'elenco completo, sarebbe interessante effettuare una statistica più accurata dei firmatari; i quali, secondo me, se solo dalla A alla B sono 45, dalla A alla Z saranno senz'altro molti più di 150 (a occhio, direi circa 500).
CONTENUTO DELL'APPELLO
Al riguardo osservo:
1)
Il punto topico dell'appello, è costituito dal seguente:
<<Tutti noi reputiamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza, in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione: art. 32: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana">>
Al riguardo, si può senz'altro ritenere "ingiusta" una determinata "legge" e le presunte "discriminazioni" da essa derivanti (ci mancherebbe altro); però, se non altro sotto il profilo lessicale, oltre che logico e giuridico, è ovvio che una "legge", e le sue prescrizioni, non possono essere certo definite "illegittime" ("per la contradizion che nol consente!").
Sarebbe come dire che una cosa "visibile", è, nello stesso tempo, "invisibile".
Semmai si può sostenere che una legge è "incostituzionale" (ovvero "costituzionalmente illegittima"), come, in effetti, intendeva evidentemente dire il redattore dell'appello.
2)
Al riguardo, però, si fa comunque confusione tra:
- il concetto di "obbligo" vaccinale generalizzato, che per ora non esiste;
- il concetto di "onere" del "green pass", che serve soltanto per accedere in determinate aree o per fruire di determinati servizi.
Si tratta di due cose diverse!
3)
Dire, cioè, che il "green pass", estende, di fatto, l'obbligo di vaccinazione "in forma surrettizia" per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico, secondo me, costituisce una affermazione parzialmente vera, ma profondamente "stupida"; e, in un certo senso, anche "tafazzista".
Ed infatti, in questo modo, è come se il redattore avesse scritto:
<<Poichè il "green pass", estende, di fatto, l'obbligo di vaccinazione "in forma surrettizia" per accedere ai diritti fondamentali allo studio, io preferisco rinunciare alla facoltà di rifiutare il vaccino (per quanti inconvenienti tale rinuncia mi possa comportare), e preferisco essere obbligato a vaccinarmi in ogni caso, senza avere più la benchè minima facoltà di scelta!>>
Fantastica "autorete"!

4)
Tra l'altro, sostenere che il "green pass": <<...viola quei diritti di studio e formazione che sono garantiti dalla Costituzione e rappresenta un pericoloso precedente>>, è assolutamente "falso".
Ed infatti l'"onere" del "green pass" non è affatto necessario per «sostenere gli esami e seguire le lezioni», come erroneamente dice l'appello, ma solo per tali attività "in presenza"; ed infatti, come è ovvio, il "green pass" non è affatto obbligatorio per seguire le lezioni a distanza o per sostenere gli esami da remoto.
Per cui la mancanza di "green pass" non preclude affatto il "diritto allo studio", e, cioè di «sostenere gli esami e seguire le lezioni»; ne modula soltanto la fruizione in modo diverso.
5)
Quanto alla eventuale "piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico", nel trasformare un "onere" in un "obbligo", non c'è alcun dubbio che il legislatore, ai sensi e per gli effetti dell'art.32 della Costituzione, potrebbe senz'altro sancire un "obbligo" di vaccinazione generalizzato, oppure per singole categorie (ad esempio, professori e studenti universitari), sostituendolo all'attuale semplice onere "onere".
Vai a capire perchè mai i firmatari del "manifesto" preferiscano il primo (obbligo) al secondo (onere); cioè, almeno secondo il loro distorto punto di vista, il "male maggiore" al "male minore"!
BOH...contenti loro!
6)
O forse pensano che l'obbligo vaccinale non potrebbe mai essere imposto per legge?
Non è affatto così!
Ed invero, più volte la Corte Costituzionale ha sancito che lo Stato, ai sensi dell'art.32 della Costituzione, può senz'altro sancire un "obbligo" di vaccinazione generalizzato, oppure per singole categorie, così argomentando : "La profilassi per la prevenzione della diffusione delle malattie infettive richiede necessariamente l'adozione di misure omogenee su tutto il territorio nazionale. Secondo i documenti delle istituzioni sanitarie nazionali e internazionali, l'obiettivo da perseguire in questi ambiti è la cosiddetta "immunità di gregge", la quale richiede una copertura vaccinale a tappeto in una determinata comunità, al fine di eliminare la malattia e di proteggere coloro che, per specifiche condizioni di salute, non possono sottoporsi al trattamento preventivo." (Sentenza N. 5 dell'anno e numerose altre).
La Sentenza n. 307 del 1990, peraltro, ha chiarito (a beneficio degli "imbecilli egoisti"), che una legge che impone un trattamento vaccinale obbligatorio:
- non solo è compatibile con l'art. 32 della Costituzione in quanto il trattamento è diretto a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato;
- ma anche perchè è diretto a preservare lo stato di "salute degli altri".
7)
Per cui, secondo la più elementare logica:
- se è costituzionalmente lecito imporre un "obbligo diretto" di vaccinazione generalizzato, oppure per singole categorie (cosa assolutamente "indubbia");
- ne deriva che è anche costituzionalmente lecito imporre un "obbligo indiretto" di vaccinazione generalizzato, oppure per singole categorie, per il tramite del mezzo "surrettizio" del "green pass".
Sempre a voler considerare il "green pass" solo sotto tale aspetto; il che è comunque molto discutibile.
8 )
Ed infatti, può ottenere la certificazione verde anche chi:
- è risultato negativo a un tampone molecolare o rapido nelle 48 ore precedenti;
- è guarito dal Covid nei sei mesi precedenti.
9)
Quanto al fatto che l'art.32 della Costituzione sancisce, giustamente, che "la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana", richiamare tale disposizione con riferimento al "green pass" (o anche all'obbligo vaccinale), dimostra inequivocabilmente che chi ha materialmente redatto il manifesto (e chi l'ha sottoscritto) non solo è completamente digiuno di diritto, ma è anche privo del più elementare "senso delle proporzioni".
Ed infatti, storicamente, almeno a quanto mi risulta, nessun giudice è mai stato così "imbecille" da sollevare una "eccezione di non manifesta incostituzionalità" di qualcuno degli innumerevoli vaccini praticati negli ultimi cento anni, in quanto "lesivi dei limiti imposti dal rispetto della persona umana".
10)
Quanto alla presunta "ingiusta e illegittima discriminazione" tra chi ha il "green pass" e chi non ce l'ha, secondo me, ribaltando il ragionamento dei "professori", ci sarebbe davvero una "discriminazione" nel caso in cui si concedessero le stesse identiche facoltà, a chi si è vaccinato ed ha quindi ottenuto il "green pass", e chi, invece, non si è vaccinato ed non ha quindi ottenuto il "green pass".
Ed infatti, in base all'art.3 della nostra Costituzione:
- non solo è incostituzionale trattare casi uguali in modo diverso;
- ma è anche incostituzionale trattare casi diversi in modo uguale.
Ed infatti sarebbe incostituzionale, ad esempio, consentire di esercitare la professione di avvocato, sia ha chi ha l'abilitazione, sia a chi non ce l'ha.
Fuor di metafora:
a)
Correndo il "terribile rischio" di vedermi spuntare tra dieci anni una coda di somaro o le ali da pipistrello (come sostengono alcuni novax), io mi sono vaccinato facendo le apposite file e trafile; e, quindi, mi sono guadagnato il diritto di esercitare le facoltà concesse "green pass".
b)
Tizio, invece, per ora lecitamente, non ha voluto correre tale "terribile rischio"; e, quindi non sarebbe nè equo nè giusto che lui volesse avere nel contempo "la botte piena e la moglie ubriaca", pretendendo di poter esercitare le stesse facoltà che il "green pass" concede a me.
Questo sì che sarebbe "discriminatorio"!
Come dicevano i romani antichi: "Ubi commoda ibi incommoda!"
11)
Circa quanto stabilito dal Regolamento UE 953/2021, richiamato nel "Manifesto", il quale chiarisce che "è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono state vaccinate", faccio notare agli esimi professori (o sedicenti tali), che la Commissione UE non si è mai neanche lontanamente sognata di fare all'Italia un appunto sul "green pass".
Il quale, peraltro, con diverse modalità, esiste in quasi tutti gli altri Paese Europei, senza che la Commissione UE abbia mai avuto nulla da eccepire al riguardo!
A parte questo:
a)
Il sopracitato passo richiamato nel "Manifesto", non proviene affatto da un "articolo" del regolamento europeo, bensì soltanto da un mero "considerando" (il numero 36) che non ha minimamente effetti giuridici vincolanti; per chi non lo sapesse -come, appunto, il redattore del "manifesto"- con la locuzione "considerando" si intende ciascuna delle premesse che precedono la parte dispositiva di una legge, e che, quindi, di per sè, non hanno alcun valore dispositivo.
b)
Inoltre, il regolamento si occupa di libertà di circolazione dei cittadini europei: per cui, un'eventuale non discriminazione dei non vaccinati andrebbe considerata limitatamente a questo ambito, e non certo per quanto concerne l'accesso alle Università dei singoli Stati.
c)
Peraltro, anche nell'ambito della "libertà di circolazione", la "non discriminazione" a cui accenna il "considerando" n. 36, riguarda il "green pass europeo", e non quelli "nazionali".
d)
Ed infatti, in presenza di motivi di salute pubblica, secondo il regolamento europeo gli Stati membri dell'Ue possono comunque imporre con norme nazionali ulteriori e più stringenti restrizioni alla libertà di circolazione, anche per chi fosse dotato di "green pass europeo"
***
Ci sarebbero anche altre numerose corbellerie contenute nel manifesto in questione, ma se le enumerassi tutte, questo post non finirebbe più!
***
Non accetterò nessuna replica non attinente in modo specifico e circostanziato agli 11 passi elencati, ovvero che, seppure ad essa attinenti, risultino comunque O.T.
***
Grazie!

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