Citazione di: sapa il 12 Giugno 2022, 10:35:34 AMBuongiorno iano, mi permetto di eccepire il tuo discorso. La conoscenza della realtà implica un descrizione della stessa. Per rimanere sul discorso della gravità, Galileo ne descrisse bene la realtà, ovviamente con gli strumenti che possedeva e nell' unico modo, umano, che era possibile. Non è necessario, d'altronde, conoscere nei dettagli la forza di gravità, per percepirne la realtà e le sue conseguenze: anche un animale, davanti a un burrone, si ferma e non vi si getta, a meno non sia, come il mio gatto, talmente sventato da tentare di prendere un insetto che vola anche oltre la balaustra del terrazzo ( ho dovuto, per impedirglielo, applicare delle protezioni allo stesso). Poi, come in altro post, salterà fuori qualcuno a dirmi che non posso avere la certezza di sfracellarmi, se mi butto da un ponte, perchè non ne ho, ancora, fatto esperienza. Ma che la forza che spinge i corpi a cadere sia reale a me sembra lapalissiano. Ne possiamo discutere la descrizione e i parametri, ma non l'esistenza, secondo me. A prestoBuongiorno Sapa.
Ai fini di questa discussione possiamo assimilare il nostro tipo di conoscenza a quella del gatto. intesa come quella cosa che nasce dalla interazione con la realtà è che la orienta, anche se nel nostro caso come fai ben notare può implicare una "descrizione della realtà".
Ho usato le virgolette perché affermare che noi, seppur in modo approssimato, descriviamo la realtà mi sembra un andare oltre i fatti e i fatti sono che possediamo descrizioni salvavita attraverso le quali interagiamo utilmente con la realtà, e che nascono esse stesse dalla nostra interazione con la realtà.
Non possediamo la realtà nemmeno in modo approssimato, ma sole delle istruzioni sulla realtà.
Questa distinzione può sembrare pretestuosa, ma nasce dal tentativo di risolvere il paradosso della teoria quantistica, che i fisici non considerano una descrizione della realtà, pur applicandola utilmente.
Per essa non esiste un corrispondente percettivo, come per la gravità, e la percezione comunque, essendo un modo di interagire con la realtà, non è da confondere con la realtà.
La gravità io la percepisco, ma ciò non implica che esista.
Sicuramente essa esiste dentro al "racconto della realtà " che fa' Newton.
Tale racconto però non è univoco, e ciò non garantisce quindi l'esistenza della forza di gravità.
Nel racconto di Einstein non vi è alcuna forza, e le sue istruzioni per l'uso della realtà funzionano almeno altrettanto bene, anche se non sono le istruzioni che praticamente usiamo per non cadere nei burroni.
La distinzione che io faccio può apparire pretestuosa, ma ci aiuta ad accettare le istruzioni della teoria quantistica fra i nostri attrezzi attraverso i quali interagiamo con la realtà, espellendo la necessità di credere negli enti che entrano nella descrizione.