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Messaggi - Eutidemo

#3541

Ciao Ipazia. :)
Chi diffonde false informazioni, che contribuiscano a propagare  inquietudine, ansia, o timore, potrebbe incorrere nel reato di "procurato allarme".

***
Per cui, mi auguro che tu abbia elementi "specifici" ed "oggettivi" che possano concretamente e circostanziatamente documentare che nella tua città "...c'è un intubato in terapia intensiva per paralisi autoimmune post vaccinale della muscolatura, inclusa quella necessaria alla respirazione, la cui paralisi è avvenuta progressivamente man mano che la tossina spike faceva impazzire il sistema immunitario del paziente fino a rendere necessaria l'intubazione per potergli permettere di respirare."
Se questo è vero, allora dovresti fornire elementi specifici che possano concretamente e circostanziatamente documentare sia la descritta patologia, sia, soprattutto, la sua causa; e, cioè, che essa è effettivamente stata provocata dall'inoculazione del vaccino.
Dovresti inoltre spiegare come ne sei venuta a conoscenza.
***
Ed infatti, non so come tu abbia avuto tali informazioni, poichè, salvo che l'intubato non sia un tuo parente stretto, ovvero che la notizia sia stata resa pubblica con il consenso dell'interessato e dei suoi familiari, quelle da te riferite sono notizie che dovrebbero essere coperte da "privacy", ai sensi e per gli effetti della  L. 31 dicembre 1996, n. 675  e D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196.
***
Ciò premesso, i casi sono due:
a)
O tu documenti in modo preciso, documentato, inequivocabile e ineccepibile le tue affermazioni (soprattutto a livello "eziologico"), nel qual caso, soprattutto se l'intubato è un tuo familiare, mi scuso sinceramente e gli auguro di guarire al più presto.
b)
Oppure non sei in grado di farlo, per cui le tue sono soltanto "illazioni" prive del benchè minimo riscontro "concreto"; nel qual caso ti suggerisco di ritirarle immediatamente.
Ed infatti, almeno di solito, il "recesso attivo" da parte del propalatore di procurato allarme, può contribuire a diminuirne la responsabilità.
Però, ovviamente, puoi fare come ti pare; il mio è solo un consiglio!
***
Un saluto! :)
***
#3542
Citazione di: Ipazia il 04 Settembre 2021, 15:14:42 PM
Nell'ospedale della mia città c'è un intubato in t.i. per paralisi autoimmune post vaccinale della muscolatura, inclusa quella necessaria alla respirazione. La paralisi è avvenuta progressivamente man mano che la tossina spike faceva impazzire il sistema immunitario del paziente fino a rendere necessaria l'intubazione per potergli permettere di respirare. Il paziente è cosciente ed era sano prima della vaccinazione.

Peccato che nessun media ne abbia dato notizia e si sappia solo per vie personali. The covidemic show must go on.
Dove sono le prove?
#3544
In realtà, la cosiddetta "macchina della verità", si chiama "poligrafo"; termine che ha un significato un po' diverso da quello comunemente attribuitole; ed infatti, letteralmente, "poligrafo" deriva  dal greco "πολυγράϕος" che significa "più grafici", e non "macchina della verità".
Tale apparecchio, nella sua forma classica, rileva graficamente diversi parametri fisiologici, registrandoli con più pennini su un lungo rotolo di carta; al giorno d'oggi, invece, nella maggior parte dei casi vengono utilizzati un amplificatore/digitalizzatore e un laptop o un computer che registra i segnali.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/0e/2f/b4/ME13SOVG_t.jpg
***
I parametri fisiologici che vengono rilevati, sono i seguenti:
- la "frequenza respiratoria" toracica e addominale, misurata con due tubi pneumatici di gomma posti intorno all'addome e al torace;
- la "sudorazione", rilevata da elettrodi posti sui polpastrelli;
- l'"attività cardiovascolare", analizzata misurando il polso e la pressione con uno "sfigmomanometro".
***
Le alterazioni della frequenza respiratoria, gli aumenti della sudorazione o della pressione sanguigna, e l'accelerazione del polso sono segnali di ansietà; per cui, se si riscontrano alterazioni su almeno due tracciati significa che quella particolare domanda ha "turbato" il soggetto sottoposto al test.
Ma questo, a differenza di quello che si vede nei film, non significa affatto che il soggetto sottoposto al test abbia mentito.
***
Ed infatti il test in sè, non rivela nient'altro che delle alterazioni fisiologiche (ovvero la significativa "mancanza" di alterazioni fisiologiche), le quali "potrebbero" rivelare che  il soggetto sottoposto al test  stia mentendo, oppure che stia cercando di "ingannare" la macchina.
Ma tutto dipende:
- dalla "strategia" dell'"interrogatorio", che varia a seconda del tipo di interrogatorio;
- dall'abilità dell'"interrogante" nel porre le domande e nell'interpretare i segnali di risposta;
- dall'abilità dell'"interrogato" nell'ingannare il "poligrafo" e l'"interrogante" .

INTERROGATORIO DIRETTO A SCOPRIRE IL COLPEVOLE DI UN REATO.
Al riguardo, occorre tenere presente che le domande rivolte al soggetto sottoposto al test, in base al classico CQT (Control Question Test) sono sempre di tre tipi:
a) Domande irrilevanti.
Si tratta di domande "neutre", come, ad esempio (salvo i casi di presunta falsa identità), quelle riguardanti il nome dell'interrogato, la sua data di nascita ecc.
b) Domande di controllo.
Si tratta di domande che non riguardano affatto il reato su cui si sta indagando, ma che non sono affatto "neutre", perchè potrebbero (anzi "dovrebbero") turbare comunque l'interrogato, alterandone le reazioni fisiologiche (come, ad esempio, se abbia mai commesso atti illegali nella sua vita).
c) Domande pertinenti al reato.
Si tratta di domande che riguardano in modo diretto o indiretto il reato, le quali potrebbero (anzi "dovrebbero") turbare il colpevole in maggior misura di quelle di cui al punto b).
***
Per cui, in linea di massima, la circostanza che la domanda: "Ha ucciso lei il signor Pinco Panco?" (c) alteri il grafico più della domanda: "Lei sa giocare a bocce?" (a) non significa assolutamente niente; ciò, in quanto anche una persona innocente non può che reagire in modo diverso ai due tipi di domande.
Ed infatti, sentirsi chiedere a bruciapelo se si è colpevoli di omicidio, è una domanda che non può non scuotere, almeno un po', anche una persona innocente.
***
Diversamente, in linea di massima, la circostanza che la domanda: "Ha ucciso lei il signor Pinco Panco?" (c) alteri il grafico più della domanda: "Lei ha mai commesso atti illegali nella sua vita?" (b) è molto più significativa.
Ed infatti:
- il colpevole dovrebbe reagire fisiologicamente in modo più intenso  alla domanda c) che non alla domanda b) (in quanto sa di essere colpevole del reato);
- l'innocente, invece, dovrebbe reagire fisiologicamente in modo più intenso  alla domanda b), che non alla domanda c) (in quanto sa di non essere colpevole del reato, ma sa benissimo che, qualcosa di illegale, in vita sua l'avrà senz'altro commessa).
***
Tutto questo, oltre che dalla logica, è quanto è risultato dall'esperienza concreta (almeno nella maggior parte dei casi)!
***
Tuttavia il successo o meno dell'interrogatorio, più che dal "poligrafo" (che è pur sempre una semplice macchina), dipende soprattutto dall'abilità dell'"interrogante" nell'eseguire il test, e la cosiddetta "intervista" che precede sempre il test vero e proprio.
Ed infatti, l'"intervista preliminare" serve a "manipolare" psicologicamente l' esaminando; ad esempio, suggerendogli che confessare attività illegali potrebbe influenzare negativamente l'esito del test.
Di conseguenza, si presume che (così "prevenuto") il candidato innocente mostri le risposte fisiologiche più forti alle domande di controllo; ciò, in quanto teme che la sua risposta ingannevole a questa domanda potrebbe farlo sospettare di più per il delitto oggetto di indagine.
Il che, ovviamente, vale molto meno per il colpevole.
***
Ed invero, l'effetto di induzione dello stress non è una caratteristica della domanda di controllo stesso, ma piuttosto una conseguenza di come la sua funzione viene spiegata all'indagato; sebbene la tecnica sopra indicata, in realtà, non sia condivisa da tutti.
***
Laddove, invece, la cosa sia possibile, una tecnica quasi universalmente condivisa consiste:
- nel tenere nascosti i dettagli dell'omicidio;
- nel fare domande "indirette" relative a tali dettagli.
Ad esempio, se la vittima è stata uccisa colpendola con una statuetta del "David di Donatello" (come una volta mi pare che accadde sul serio), e tenendo segreto a tutti tale dettaglio, una "domanda furba" da porre attraverso il "poligrafo" sarebbe:
"Le piace la scultura del del David di Donatello?"
Ovviamente:
- se l'interrogato è innocente, non farebbe una piega nel rispondere;
- se, invece, l'interrogato è colpevole, molto difficilmente potrebbe evitare di manifestare una qualche alterazione fisiologica nel rispondere.
***
Comunque, se il criminale inquisito sa come "ingannare" il "poligrafo", poichè l'"interrogante" non può sapere se l'inquisito conosca o meno tali tecniche, può essere a sua volta "ingannato" con relativa facilità.
Ma, di qualcuna di tali tecniche, parleremo più avanti.
***
Per concludere l'ambito "poliziesco" di un indagine condotta col il "poligrafo", occorre tenere sempre ben presente che:
- l'indagato non può essere costretto ad essere sottoposto al test;
- il risultato del test, comunque, non ha alcun valore legale di prova.

INTERROGATORIO DIRETTO A SCOPRIRE IL COLPEVOLE DI DOPPIO GIOCO IN AMBITO SPIONISTICO.
Anche in questo caso, occorre tenere presente che le domande rivolte al soggetto sottoposto al test, sono sempre degli stessi tre tipi del CQT (Control Question Test); ma, in genere, hanno carattere "routinario".
Ed infatti, quasi tutte le agenzie di "intelligence" sottopongono i loro dipendenti (sistematicamente o in modo occasionale), al test del "poligrafo", per verificare la loro affidabilità; sicuramente lo faceva la CIA e, almeno un tempo, lo facevano anche i nostri servizi di controspionaggio.
Il che, però, può sembrare un po' un paradosso, in quanto le stesse agenzie, addestrano i propri agenti a mentire al "poligrafo"; per cui riesce un po' difficile fidarsi dei risultati del test, essendo stato eseguito su gente che è stata appositamente addestrata ad eluderlo.
***
Al riguardo, un'altra cosa erronea che si vede nei film, è la "talpa" che rimane "impassibile"  quando è sottoposta al "poligrafo", mostrando l'"aplomb" di un giocatore di poker professionista;  il che, volendo, forse potrebbe anche essere possibile, però dimostrerebbe chiaramente che il soggetto sta barando, facendo ricorso al proprio addestramento.
Un "doppiogiochista" veramente abile, invece, altera nella giusta misura le proprie reazioni fisiologiche (soprattutto il respiro):
- accentuandole durante "le domande di controllo";
- attenuandole durante "le domande pertinenti".
***
Però, alla fine, tutto si riduce ad un "duello" fra due "cervelli", che si svolge per mezzo dell'utilizzo di una stessa "macchina".

LA STATISTICA
Pur non essendo io minimamente esperto in scienze statistiche, in genere sono un estimatore del metodo statistico; che, però, in questo caso ritengo quasi del tutto inapplicabile.
Ed infatti, le uniche due cose certe che si possono statisticamente asserire riguardo al "poligrafo", sono che:
- la sua attendibilità è superiore al 50%;
- la sua attendibilità è inferiore al 100%.
Nell'ambito di tale "range", vengono ipotizzate le statistiche più disparate: dal 51% al 99%.
Perche?
***
Il motivo di tale incertezza statistica, scaturisce dal fatto che l'attendibilità  di un test può essere, per così dire, "verificata", soltanto se, dopo l'esecuzione di un test "positivo", l'inquisito confessa di aver mentito; e, quindi, è lui stesso a confermare che la macchina "ci aveva azzeccato"!
Ma nella maggior parte degli altri casi, in genere l'inquisito non confessa mai di aver mentito alla macchina, bensì  insiste nel'asserire di essere stato sincero:
- o perchè è effettivamente innocente;
- ovvero perchè, pur essendo colpevole, non vuole comunque finire in galera (o al cimitero, a seconda del Paese in cui si trova, e del crimine che ha commesso).
Per cui, salvo che la verità non salti fuori per altra via, nella maggior parte dei casi manca un "riscontro statistico" veramente "oggettivo" circa l'attendibilità dei test.

LA SPERIMENTAZIONE
Per ovviare a tale "debolezza" del "riscontro statistico", in alcuni Paesi si è cercato di pervenire ad una sorta di "riscontro sperimentale" dell'attendibilità dei test.
Cioè, una volta scelti i soggetti destinati all'esperimento:
- a metà dei partecipanti viene chiesto di impegnarsi una sorta di finto crimine;
- l'altra metà, invece,  deve risultare innocente;
Successivamente, i partecipanti vengono testati con il poligrafo; e il risultato, in questo caso, è oggettivamente verificabile.
***
Circa quaranta anni fa, partecipai ad un esperimento del genere, il quale, però, fallì miseramente; ed infatti solo una percentuale minima venne beccata a mentire.
La qual cosa, a ben vedere, era assolutamente prevedibile!
Ed infatti, in una "simulazione", i partecipanti non rischiano in nessun caso reali conseguenze negative; per cui, quando mentono riguardo alle "domande pertinenti", le loro reazioni fisiologiche, in genere, non sono molto più accentuate di quando rispondono alle "domande di controllo".

LE ULTIME EVOLUZIONI TECNOLOGICHE DELLA "MACCHINA DELLA VERITA'".
In passato, le tecniche di "lie-detection", per smascherare le bugie, si sono basate  soprattutto su misure del comportamento; tra le quali, anche quelle dei "tempi di reazione".
Ed infatti, se l'inquisito tarda a rispondere, a prescindere da quello che poi apparirà sul grafico, è presumibile che abbia preso tempo:
- se si tratta di una domanda a risposta semplice (sì o no), per meglio controllare psicologicamente le proprie reazioni fisiologiche;
- se si tratta di una domanda a risposta complessa, oltre che per meglio controllare psicologicamente le proprie reazioni fisiologiche, anche per meglio costruire mentalmente le proprie bugie.
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Il difetto di queste tecniche è che occorre "tarare" il metodo anche con "domande-civetta": ma la risposta a queste domande presuppone che chi interroga conosca già la verità.
Se, invece, crede di saperla, ma si sbaglia, il risultato è in genere disastroso!
***
Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Psicologia Generale dell'Università di Padova ha recentemente pubblicato una ricerca che promette di risolvere il problema, e in particolare quello dell'identificazione di "false identità" (una questione portata alla ribalta dal terrorismo), attraverso appositi indicatori comportamentali.
Giuseppe Sartori, che da sempre svolge ricerche nell'ambito delle "macchine della verità", Merylin Monaro e Luciano Gamberini hanno sviluppato una nuova tecnica computerizzata basata sull'analisi delle traiettorie percorse dal mouse quando un soggetto risponde a un questionario.
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Al riguardo, ha spiegato Sartori: "Abbiamo dimostrato come l'analisi cinematica dei movimenti del mouse sia un indicatore attendibile dei processi mentali sottostanti alla elaborazione della risposta falsa quando il soggetto risponde a domande circa la sua identità. Quando un individuo mente, la traiettoria del mouse è meno lineare, più erratica e con correzioni ripetute lungo il tragitto; ed infatti, la menzogna, in breve, produce un movimento atipico del mouse, ben identificabile, che permette di classificare il soggetto come sincero o mentitore con oltre il 90% di accuratezza. La nuova metodologia è indipendente dal computer, purché sia dotato di mouse. Può essere usata anche a distanza, cioè dall'Italia si possono esaminare soggetti che si trovano in altri Paesi, come test di screening in tutte le situazioni in cui non vi è possibilità di trovare conferma oggettiva sull'identità del soggetto sotto esame."
***
Sartori, però, non ha spiegato come mai tale metodo non sia applicabile ad un altro genere di domande; non riesco a capire la differenza.
***
Inoltre, che tale tecnica possa essere usata anche a distanza (in modalità "discronica"), cioè per esaminare dall'Italia soggetti che si trovano in altri Paesi, questo sarebbe stato vero se tale tecnica fosse stata mantenuta segreta, invece di essere resa pubblica.
Ed infatti, essendo venuto a conoscenza di tale metodo, se io dovessi rispondere "da remoto" ad un questionario "online" di Sartori, il mouse lo userei solo per effettuare il "copia-incolla" "online" di un testo da me scritto "off line"; sempre che io abbia ben compreso come funziona il metodo di rilevazione da lui spiegato, e che questo funzioni in modalità "discronica".
Se, invece, si trattasse di questionari da compilare in modalità "sincronica", potrebbe funzionare; però non mi è ben chiaro come questo potrebbe accadere.
Infine, se si trattasse di questionari da compilare in presenza dell'esaminatore, non c'è dubbio che potrebbe funzionare ancora meglio; soprattutto se il soggetto è anche collegato ad un "poligrafo", e  se lo si scruta attentamente in "faccia" (che è la migliore "macchina della verità" del mondo, se si è capaci di "leggerla") .
***
Ad ogni modo, se non "geniale", mi sembra comunque un'idea davvero "originale"!
E chissà quante alte ce ne saranno, non rese pubbliche!
***

#3545
Ciao Iano. :)
Mi scuso per essermi accorto soltanto adesso del tuo interessantissimo post, di cui mi sono accorto soltanto adesso.
***
Mi piace molto la tua sintetica ed icastica definizione di "comunicazione", come "scambio di codici convenuti ai quali  corrispondono concetti già  posseduti da entrambi i soggetti comunicanti."
Mi sembra ineccepibile!
;)
***
Quanto alla "telepatia", ritengo che:
a)
La "telepatia consapevole e controllabile", secondo me, nel caso in cui esistesse veramente, sarebbe facilissimo dimostrarla; ad esempio, al posto dei ... io, adesso, sto pensando ad una precisa parola del tutto casuale, per cui se tu riuscissi ad indovinarla, sarebbe la prova che siamo telepati (almeno per quanto riguarda noi due).
b)
La "telepatia inconsapevole e incontrollabile", invece, secondo me, sarebbe impossibile dimostrarla; ed infatti, come scrivi giustamente tu, potrebbe  passare inosservata ai soggetti stessi coinvolti.
***
Per il resto, sono anche d'accordo con te che, spesso, vengono scambiate per "illuminazioni telepatiche":
- delle semplice "percezioni" intuitive;
- delle complesse "deduzioni" razionali.
***
Ad esempio:
a) Houdini riusciva incredibilmente ad "intuire" l'oggetto che una persona aveva "appena" iniziato a disegnare (con al massimo uno o due tratti), quando nessun altro riusciva ad avere la benchè minima idea di che cosa avrebbe rappresentato il disegno una volta ultimato; il grande prestigiatore, usava questa sua straordinaria facoltà, che non aveva assolutamente niente di telepatico, per dimostrare che la telepatia non esiste.
b)
Sherlock Holmes, invece, era capace di  "deduzioni incredibili", le quali, ad un ingenuo, potevano sembrare forme di telepatia; ed infatti, spesso, riusciva ad indovinare cosa uno stesse pensando in quel momento, da una serie di piccolissimi dettagli, che, per gli altri, sarebbero apparsi del tutto irrilevanti se non intelligentemente collegati tra di loro
***
In altri casi, la sensazione di aver letto il pensiero di qualcuno, non è altro che una sorta di "autosuggestione", dovuta ad una sorta di temporaneo "corto circuito" cerebrale analogo al "déja vu".
***
Infine, la convinzione di aver letto il pensiero di qualcuno, talvolta scaturisce da semplice coincidenze.
Ed infatti:
- senza neanche farci mente locale, spesso cerchiamo di immaginare quello che un altro sta pensando, ma, poichè non ci azzecchiamo praticamente mai, non ne serbiamo memoria;
- però, poichè statisticamente qualche volta, per puro caso, ci azzecchiamo sul serio, allora ne serbiamo memoria supponendo di aver avuto un'esperienza telepatica.
***
Un saluto! :)
***
#3547
Citazione di: Phil il 02 Settembre 2021, 15:21:27 PM
Ti segnalo che le immagini allegate sono troppo piccole per risultare adeguatamente leggibili e se ingrandite si "sgranano"; conviene usare un sito di image hosting che consenta di caricare immagini con dimensioni maggiori, come ad esempio questo.

Grazie, adesso ci provo
#3548
PREMESSA
La "disinformazione" era, e tutt'ora è, una tecnica di "guerra fredda" tipica soprattutto (ma certo non solo) dei governi russi; sulla quale soltanto si concentrerà il presente topic.
Ma attenzione:
- non perchè i governi occidentali si astenessero dal cercare di inquinare la Russia con tecniche disinformative per elevati motivi di carattere etico-morale;
- bensì, semplicemente, in quanto il sistema informativo russo era (e tutt'ora in buona parte è) un "sistema chiuso", in cui molto più difficilmente le informazioni, vere o false che siano, potevano (e possono) liberamente circolare.
Per cui, visto che una strategia di attacco di tal genere risultava molto poco proficua, veniva molto scarsamente praticata contro la Russia; si può dire, quasi per niente.
I sistemi di informazione occidentale, invece, si prestavano (e tutt'ora si prestano) ad essere vittima di manipolazione esterne molto più facilmente dei sistemi di informazione orientale (Cina compresa); e, quindi, per tale motivo, i governi russi hanno sempre fatto ricorso,  in modo massiccio, ad una strategia di "aggressione" di tal genere.
***
In ogni caso, a prescindere dalle "transeunti ideologie" (da sinistra a destra), sotto un profilo "geopolitico", noi siamo "di qua" e loro "di là"; per cui, una descrizione del fenomeno, almeno per quanto mi riguarda, non può che necessariamente essere "di parte occidentale"!
Ma sono sicuro che Putin (ex agente e direttore del KGB) lo descriverebbe in modo completamente diverso.
"Cuius regio, eius et religio!"
;)


C'ERA UNA VOLTA L'URSS
Ai tempi della Guerra Fredda il regime sovietico utilizzava sistematicamente la "disinformazione" non solo sul piano interno, ma anche come strumento di politica estera; e, questo, sia per mezzo della stampa,  sia per mezzo delle tecniche del Primo Direttorato del KGB. 
L'obiettivo di fondo della strategia globale sovietica era il logoramento progressivo  delle democrazie occidentali,  per mezzo delle cosiddette "misure attive" ("aktivnye meroprijatija"): la più importante delle quali era, appunto, la "disinformazione" ("dezinformacija").
***
Di conseguenza, i servizi di "intelligence" occidentali, tra i quali il nostro, ravvisavano nella "dezinformacija" sovietica una minaccia alla propria sicurezza nazionale, e, quindi, dedicavano considerevoli risorse alle attività di controspionaggio e controinfluenza atte a contrastarla.
***
Visto il passato (eccellente) approccio sovietico in questo campo, non stupisce che esso sia stato degnamente ereditato dall'attuale governo russo, soprattutto per mezzo dell'FSB, dell'SVR, del GRU e dello FSO;  e, soprattutto dall'SVR (Sluzhba Vneshney Razvedki), ovvero dal "Servizio di Intelligence Internazionale", che è l'agenzia russa che si occupa di spionaggio e interferenze all'estero, la quale, fondata nel dicembre 1991, ha ereditato le competenze e i metodi del "Primo Direttorato Centrale" del defunto KGB.
***
Defunto -nominalmente- in Russia, ma ancora al servizio del "Quisiling" bielorusso (fantoccio di Putin) Aleksandr Lukashenko, con la denominazione di "Agenzia per la sicurezza dello Stato della Repubblica Bielorussa"; la quale denominazione, traslitterata in russo, suona come "Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti", cioè con il vecchio acronimo KGB.
Il KGB è morto, evviva il KGB!
***
Quest'ultimo, ai tempi della vecchia  "guerra fredda" perfezionò una serie di tecniche operative di disinformazione che vengono ampiamente sfruttate anche oggi, ai tempi della nuova  "guerra fredda",  tra le quali:
- la falsificazione di documenti ufficiali di governi stranieri;
- la pubblicazione di articoli di stampa "pilotati" (spesso anche economicamente retribuiti);
- la creazione di organizzazioni propagandistiche di facciata;
- l'uso di "agenti di influenza".
***
Gli obbiettivi della disinformazione sovietica perseguivano precipuamente le seguenti finalità strategiche:
1)
Diffondere nei Paesi non-comunisti un'immagine falsamente tranquillizzante della politica estera sovietica.
2)
Screditare e demonizzare determinati Paesi, governi, gruppi politici, leaders, o individui, considerati ostili agli interessi sovietici.
3)
Fomentare tensioni fra i Paesi NATO e fra Stati Uniti ed Europa Occidentale.
4)
Alimentare tensioni fra paesi occidentali e paesi del Terzo Mondo
5)
Aizzare le popolazioni contro le Istituzioni dello Stato nei paesi occidentali e provocare la crescente ingovernabilità di questi ultimi.
6) Delegittimare e destabilizzare i servizi informativi e di sicurezza occidentali.
7) Diffondere un senso di demoralizzazione, sfiducia e pessimismo tra le popolazioni dei paesi occidentali circa il le loro democrazie , sfruttando paure e sensi di colpa.
***
Alla fine, però, a cadere fu il totalitarismo sovietico, il quale, nonostante le "balle" scientificamente, capillarmente e massivamente propalate all'interno e all'estero, crollò sotto il peso delle proprie stesse menzogne; essendosi reso ormai odioso e insopportabile sia ai popoli sottomessi (Baltici, Ucraini ecc.), sia allo stesso popolo russo.
***
Gli anni '90 furono quindi caratterizzati da un diffuso ottimismo, in quanto "sembrava" che:
- la democrazia liberale (vera o presunta che fosse), fosse ormai destinata ad affermarsi sempre di più in tutto il mondo;
- i restanti regimi autoritari e totalitari si sarebbero tutti pian piano avviati verso la democrazia.
La qual cosa avrebbe facilitato la costruzione di un ordine internazionale più stabile e pacifico; per cui, in questo clima euforico si attenuò sempre di più la percezione della "disinformazione" come minaccia.
Ma, purtroppo, si trattava solo di una pia illusione!
:'(

ADESSO C'E PUTIN
A parte l'imprevisto fermento del terrorismo (islamico e non), a partire dal 2000 circa, sia la Russia sia la Cina tornarono all'"attacco disinformativo" dell'occidente; contrastato soltanto in parte, ed in modo assolutamente insufficiente e inadeguato.
***
Ed infatti, tale "contrasto", in un primo tempo coinvolse solo alcuni analisti e studiosi specializzati, prevalentemente statunitensi (a anche italiani); mentre il tema continuò a suscitare scarso interesse in Europa, e, soprattutto, in Italia e in Ighilterra.
***
Soprattutto si ignorò l'aspetto "cibernetico" della nuova "dezinformacija" postsovietica, che, almeno per ora, surclassa le capacità di difesa occidentale di parecchie lunghezze.
Ed infatti, se ci sono tre campi nei quali i Russi (estremamente intelligenti) eccellono, questi sono sono:
- il gioco degli scacchi;
- le tecniche di disinformazione;
- l'informatica.
E' molto difficile batterli in tali campi, e, soprattutto, negli ultimi due, quando essi vengono usati "sinergicamente" per attaccare un Paese estero; ovvero, anche più Paesi esteri contemporaneamente.
***
La CW ("cyber-warfare"), cioè la "guerra cibernetica", prende corpo nei primi anni duemila e successivamente acquisisce una rilevanza geopolitica sempre crescente; e ovviamente, essa non si limita solo alla "dezinformacija", ma, talvolta, consiste anche in attacchi ben più brutali.
***
Come, ad esempio:
a) L'attacco informatico all'Estonia.
L'attacco di tipo DDOS (Distributed Denial Of Service) contro l'Estonia, mai rivendicato in via ufficiale, ha causato il collasso del sistema sanitario, bancario, e di numerosi altri servizi governativi.
Il Paese baltico si è trovato di fronte alla prima "cyber aggressione" organizzata verso un'intera nazione (sebbene con un numero di abitanti cinque volte inferiore a quelli del Lazio), poi ribattezzata WWO (Web War One).
b) L'attacco informatico alla Georgia.
A differenza di quello contro l'Estonia, l'attacco cibernetico contro la Georgia è stato effettuato in concomitanza con un conflitto armato: per cui l'aggressione nel caso georgiano venne diretta soprattutto contro i sistemi di comando, di controllo e di armamento dell'esercito, ma non mancò anche un attacco di tipo DDOS (Distributed Denial Of Service) come nel caso dell'Estonia.
Secondo il Computer Emergency Response Team (CERT) georgiano, gli indirizzi IP e i DNS utilizzati per lanciare gli attacchi appartenevano a un gruppo della criminalità organizzata russa noto come "Russian Business Network" (RBN); la quale era (ed è tutt'ora) molto probabilmente -per non dire "certamente"- affiliata ai servizi segreti russi (GRU,  SVR , FSB).
***
Ma, dopo questa breve digressione, torniamo all'uso dell'informatica ad usi "disinformativi".
***
A differenza di quello occidentale, il pensiero strategico russo sul cyberspazio (e da qualche anno, anche quello cinese) attribuisce enorme importanza alle attività di:
- disinformazione;
- influenza;
- manipolazione psicologica.
Per gli esperti russi (e cinesi, che, però, meriterebbero un discorso a parte), infatti, lo scopo primario delle aggressioni cibernetiche è quello di "aggredire la mente" (in senso lato) dell'avversario.
***
Occorre infatti tenere ben presente che il concetto russo  di "guerra delle informazioni" ("informacionnaja vojna"), ha un significato molto più ampio sia  dell'occidentale "information warfare", sia del termine occidentale di "cyber warfare".
Ed infatti, esso comprende:
- gli attacchi cibernetici;
- le attività di penetrazione informatica;
- le operazioni psicologiche di manipolazione online;
- la disinformazione in tutte le sue forme (di cui meglio appresso si dirà).
- le attività di "intelligence" e di "counterintelligence"  in senso stretto.
Tali attività, sono spiegata in dettaglio nel da V. I. Cymbal, nel report: "O koncepcii informacionnoj vojny"
***
Dopo la crisi ucraina il governo russo, sia direttamente per mezzo dei citati servizi segreti, sia, per deviare i sospetti, per mezzo del gruppo della criminalità organizzata russa noto come "Russian Business Network" (RBN) collegato agli stessi servizi, ha fatto ricorso in maniera sempre più intensa alla disinformazione, sia all'interno del paese, sia all'estero.
***
Al riguardo, è appena necessario rilevare che, ovviamente:
a)  la disinformazione verso l'interno é finalizzata a mantenere la stabilità del regime;
b) la disinformazione verso l'esterno è funzionale al perseguimento di due obiettivi
fondamentali della politica estera russa:
- ricostituire una sfera d'influenza nell'"Est(ero) Vicino";
- indebolire l'Occidente, e soprattutto l'UE, fomentando divisioni e diffondendo un senso di sfiducia e insicurezza al suo interno.
:(


LE TECNICHE DI DISINFORMAZIONE
Quanto ai contenuti della "disinformazione" (intendendo il termine in senso ampio), Claire Wardle distingue sette diversi tipi di "fake news" sulla base della motivazione dei creatori e del meccanismo di disseminazione: satira o parodia, contenuto fuorviante, "imposter content", contenuto inventato, falsa connessione, falso contesto e contenuto manipolato.
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Claire Wardle e Hossein Derakhshan, peraltro, usano anche il concetto di "information disorder" e, in base alla motivazione di chi lo produce, distinguono fra:
- "misinformation", cioè informazione falsa, ma senza l'intento di causare danno;
- "disinformation" (in senso stretto), cioè informazione falsa, con l'intento di causare danno;
- "malinformation", cioè, informazione autentica, ma con l'intento di causare danno.
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Nei casi 2 e 3, i servizi di spionaggio estero del governo russo, hanno fatto ricorso soprattutto (ma non solo), al cosiddetto "TROLLING".
Ed infatti, l'inchiesta giudiziaria mirata a verificare possibili influenze russe nelle presidenziali USA 2016, ha fatto chiara luce su tale meccanismo, accertando come l'IRA (Internet Research Agency),  ormai nota anche come "fabbrica russa dei troll", inviava alle proprie "reclute" un pagamento mensile di 1.400 dollari cadauno, affinchè operassero online a favore degli interessi del governo russo.
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Per chi non lo sapesse, il  "troll":
- nelle leggende scandinave, era un essere demoniaco che infestava i boschi, e le foreste
- nei "social network", è una persona reale che avvia intenzionalmente un conflitto online postando contenuti provocatori in una comunità online (la loro finalità, come spiega un'analisi del Digital Forensic Research Lab dell'Atlantic Counci è quella di provocare una risposta emotiva e far deragliare le discussioni).
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Evgenij Viktorovič Prigožin, un oligarca russo con stretti legami con il presidente russo Vladimir Putin (definito lo "chef" di Putin), che controlla due compagnie finanziatrici dell'IRA (insieme ad altre 12 persone e tre organizzazioni russe), è stato accusato dal Dipartimento di Stato USA di aver partecipato ad un'ampia iniziativa per interferire nelle elezioni 2016 e sostenere la campagna di Trump, per mezzo di troll a pagamento; ed infatti, nel giugno 2018, la "House Intelligence Committee" ha rilevato una lista di ben 3.841 profili Twitter associati alle attività della "fabbrica dei troll" russa del detto  "chef" di Putin.
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Il messaggio dei TROLL, viene amplificato dai BOT (abbreviazione di "robot"), i quali, in sostanza, sono dei finti profili "social" operati da algoritmi che reagiscono automaticamente ai post manipolatori, creando attorno al contenuto un falso senso di popolarità.
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L'opera dei TROLL, amplificata dai BOT, viene peraltro  coadiuvata dal "FILTER BUBBLES ("bolle filtro"), termine creato  per indicare un'"acquisizione selettiva di informazioni" da parte degli algoritmi dei siti web, compresi motori di ricerca e post sui social media; tale acquisizione è strettamente legata alla personalizzazione di tali informazioni attraverso l'identificazione dei comportamenti "click" e "like", localizzazione, cronologia di ricerca ecc..
In parole povere, tale meccanismo porta alla creazione di "bolle" in cui gli utenti Internet ricevono solo informazioni di un certo tipo, mentre le altre fonti e informazioni vengono filtrate; il che è molto pericoloso, perchè  rafforza la polarizzazione della società creando le cosiddette "echo chambers" (camere dell'eco).
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Infine, alcuni siti, a volte reali a volte "fantoccio", oltre a propalare determinate  idee e opinioni (le quali, come è ovvio, sono tutte perfettamente lecite), propalano anche notizie "oggettivamente" false o manipolate; il che, invece, non è affatto lecito, perchè "le opinioni sono opinabili", ma i fatti NO!
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Grazie per l'attenzione, ed un saluto a tutti!
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:)

P.S.
Il presente "topic", che è di carattere precipuamente "storico" e "tecnico", riguarda esclusivamente le strategie di "disinformazione", adottate dai governi russi durante la prima e la seconda guerra fredda; alcune delle quali, sia pure solo in minima parte al confronto, sono state messe in atto anche da governi di altri Paesi, da determinati partiti di altri Paesi, e, in una certa misura, anche da alcune "grosse" compagnie finanziarie ed economiche nazionali, sovranazionali e internazionali (sebbene con finalità e modalità completamente differenti).
Tuttavia non accetterò nessuna replica:
- che esuli dal tema specifico;
- che riguardi singoli episodi, sia pur attinenti al tema specifico;
- o che contenga giudizi circa la preferibilità o meno di certi sistemi politici, economici, ideologici e valoriali rispetto ad altri.
Al cui riguardo, ritengo che debbano aprirsi appositi topic a parte.


#3549
Citazione di: Phil il 31 Agosto 2021, 16:46:38 PM
"Rilancio" i complimenti ad Eutidemo e, a proposito di bufale, segnalo questo simpatico "gioco didattico", promosso da ONU e OMS per esemplificare le strategie tipiche delle fake news in relazione al Covid; nel gioco si impersona uno "spacciatore di fake", così da mostrare il dietro le quinte di alcune dinamiche comunicative (mi pare sia la versione sintetica di questo altro gioco, in inglese e meno incentrato sul Covid, in cui si mostrano "strumenti del mestiere" come l'appello alle emozioni, polarizzazione, ad hominem, etc.).
Un altro test (in inglese) sul fact-checking relativo al Covid è disponibile qui, mentre per chi volesse invece testare la propria immunità alle fake news questo è invece un breve test, non a tema Covid, in inglese.
Ignoravo che esistesse un "gioco didattico", promosso da ONU e OMS per esemplificare le strategie tipiche delle "fake news" in relazione al Covid; dovrebbe essere adottato dalle scuole!
Ti ringrazio, a nome di tutti, anche per gli altri interessantisimi link.
:)
#3550
Attualità / Il valore di un uomo
01 Settembre 2021, 05:33:50 AM
Ciao Jacopus. :)
La tua è una riflessione molto acuta e pienamente condivisibile.
Un tempo si sarebbe detto: "Il valore di un uomo si vede nel sorriso della donna che aveva accanto, quando viene a sapere che lui è morto onorevolmente in battaglia".
Però, sempre di mentalità "maschilista" si tratta, sebbene di tipo diverso!
Un saluto! :)
#3551
Ciao Baylham. :)
Non c'è dubbio alcuno che valga la pena di studiare "molto" attentamente gli effetti collaterali dannosi, anche mortali, dei vaccini contro il virus SARS-COV2.
E, questo:
- sia a livello quantitativo;
- sia a livello qualitativo.
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Purtroppo, i dati più completi e affidabili sugli "effetti dannosi collaterali" dei quattro vaccini in uso nella campagna vaccinale in corso, li ho trovati aggiornati solo per il periodo dal  27 dicembre 2020 e il 26 aprile 2021;  però ritengo che, quantomeno a livello percentuale, possano ancora ritenersi interessanti e significativi.

ASPETTO QUANTITATIVO
Nel periodo considerato sono pervenute 56.110 segnalazioni su un totale di 18.148.394 dosi somministrate (tasso di segnalazione di 309 ogni 100.000 dosi), di cui:
- il 91% sono riferite a eventi lievissimi, che si risolvono completamente, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia e dolori muscolari.
- l'8,6% sono riferite a eventi più o meno  gravi, con un tasso di 27 eventi ogni 100.000 dosi somministrate, indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose (prima o seconda) e dal possibile ruolo causale della vaccinazione.
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La maggior parte delle segnalazioni sono relative:
- al vaccino Pfizer (75%);
- al vaccino Astrazeneca (22%);
- al vaccino Moderna (3%).
Non sono presenti, nel periodo considerato, segnalazioni relative a COVID-19 Vaccino J&J (0,1% delle dosi somministrate).

ASPETTO QUALITATIVO
Fino al 26 aprile 2021, sono state inserite nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza 29 segnalazioni di trombosi venose intracraniche e 5 casi di trombosi venose in sede atipica.
La maggior parte di questi eventi (22 casi, 65%) hanno interessato le donne con un'età media di circa 48 anni e solo in 1/3 dei casi circa gli uomini (12 casi, 35%) con un'età media di circa 52 anni.
Il tempo medio di insorgenza è stato di circa 8 giorni dopo la somministrazione della 1a dose del vaccino AZ.

I DECESSI
Nel periodo considerato, sono state inserite 223 segnalazioni con esito "letale", con un tasso di segnalazione dei casi con esito fatale di 1,23/100.000 dosi per tutti i vaccini.
Da tali segnalazioni, risulta che:
- il 55,6% dei casi riguarda donne;
- il 43,4% uomini;
- lo 0,89% non riporta tale specificazione.
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Come giustamente osserva anche Anthony, il differente tasso di segnalazione di eventi con esito fatale è in larga parte dipendente dalla diversa popolazione target dei singoli vaccini e dalla diversa esposizione.
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Le percentuali di cui sopra,  rilevate in Italia sono in linea con quelle riportati a livello internazionale, e, in una certa misura, possono essere estrapolate anche per le vaccinazioni successive; fermo restando, ovviamente, che queste dovranno venire anch'esse attentamente monitorate.
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Alla stregua di quanto sopra, non c'è dubbio alcuno che (almenno per ora) la tua affermazione per la quale gli effetti positivi dei vaccini debbono considerarsi "prevalenti" rispetto a quelli negativi, è pienamente condivisibile.
Io "chioserei" soltanto "largamente" prevalenti.
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Un saluto. :)
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#3552
Citazione di: anthonyi il 31 Agosto 2021, 07:48:42 AM
Ciao eutidemo, nel l'osservazione sui morti storici da covid, vaccinati e non vaccinati, va notato anche che oltre al numero delle rispettive popolazioni contano anche le classi di età che le caratterizzano.
I vaccinati infatti si concentrano nelle classi di età più alte, quelle con maggiore mortalità, per cui nel caso in cui non fossero vaccinati produrrebbero molti più morti di quelli stimati dalla semplice proporzione vaccinati/non vaccinati.
E' esatto!
Ed infatti, indubbiamente, poichè le vaccinazioni  si concentrano principalmente nelle fasce di età più alte (quelle con maggiore mortalità), nel caso in cui gli anziani non si fossero vaccinati produrrebbero molti più morti di quelli stimati dalla semplice proporzione vaccinati/non vaccinati.
;)
#3553
Citazione di: Ipazia il 30 Agosto 2021, 17:44:00 PM
Essendo le bocce ancora in movimento si può solo scommettere sull'esito della vicenda. È la scienza, baby. Quella vera, che se ne fa un baffo delle miserie umane e dei miserabili che ci sguazzano fingendo ipotesi.
Mi fa molto piacere che, finalmente, anche tu muova una condivisibilissima critica  ai "novax" e alle loro strampalate ipotesi.
Ed infatti hai perfettamente ragione nell'osservare che la "vera" scienza "se ne fa un baffo delle miserie umane e dei miserabili che ci sguazzano dentro fingendo ipotesi!".
Io non sarei stato capace di stigmatizzare meglio di così, i "novax" e le loro strampalate ipotesi.
Chapeau!
;)
#3554
Secondo alcuni "ultravaccinisti" che ho ascoltato in TV, l'effettiva "percentuale di efficacia" della vaccinazione sarebbe quasi del 99%; ed invero, l'ultimo l'inconfutabile dato fornito dall'ISS (Istituto Superiore di Sanità), ci rivela che ben il 98,8% dei morti di Covid-19, dall'1 febbraio al 21 agosto 2021, non era stato vaccinato.
Questo dato è molto confortante (per chi si vaccina), però, secondo me, deve essere un po' ridimensionato sotto il profilo statistico; ed infatti, pur essendo io senz'altro un "vaccinista" convinto, tuttavia a me interessa soprattutto:
- la verità dei fatti;
- la loro corretta interpretazione.
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Ciò premesso, per comprendere per quale motivo il confortante dato in questione debba essere un po' ridimensionato, occorre partire dall'ovvia considerazione che l'anno scorso:
- il 100% delle morti per Covid-19 era attribuibile ai non vaccinati;
- lo 0% riguardava le persone vaccinate.
E, questo, non certo grazie all'"efficacia del vaccino", bensì, semplicemente, per il fatto che di persone vaccinate non ce n'era ancora nessuna!
;D
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Ora, gli esattissimi dati forniti dall'ISS  tra il primo febbraio e il 21 luglio, rivelano che ci sono stati in Italia 35.776 decessi, di cui soltanto 423 hanno riguardato persone con il ciclo vaccinale completato;  la qual cosa significa, inconfutabilmente, che, nel periodo in questione,i decessi dei vaccinati sono stati l'1,2% (100% meno 98,8%) del totale dei vaccinati.
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Questo, però, ha poco a che vedere con l'effettiva "percentuale di efficacia" della vaccinazione; ed infatti, il rapporto tra i numeri assoluti dei decessi tra i non vaccinati e i decessi totali, non è una misura dell'efficacia del vaccino, ma dipende soltanto da quante persone sono state vaccinate e quante no.
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Il vero dato significativo, "estrapolato" dall'ISS, effettuando una "media ponderata", è che la doppia dose di vaccino anti Covid-19 scongiura l'esito fatale della malattia nel 96% circa dei casi, e non nel 99%.
Si tratta comunque di una percentuale "elevatissima", che dà ottime speranze di abbassare il carico sul sistema ospedaliero e di contenere il drammatico bilancio delle vittime; ma che non ha nulla a che vedere con la presunta "percentuale di efficacia" del 98,8%, che scaturisce da una "media semplice", erroneamente sbandierata da alcuni "ultravaccinisti".
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In ogni caso, occorre sempre tener presente che:
- un qualsiasi "vaccino", ha "comunque" una notevolissima efficacia protettiva contro il covid19, in qualsiasi modo la si voglia calcolare;
- un "non vaccino", ha  una efficacia protettiva contro il covid19  "sicuramente" pari a ZERO.
Questo è poco, ma è sicuro.
;)
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E' vero che ci si può proteggere dal covid19 anche con altre cautele (igiene, mascherine, particolari farmaci, integratori alimentari ecc. ecc.); però è ovvio che "ceteris paribus", cioè tra due persone che adottino entrambe le stesse "altre cautele", quella che, oltre alle dette "altre cautele", adotta anche la "cautela del vaccino", è sicuramente più protetta dell'altra.
Anche questo è poco, ma è sicuro.
;)
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Quanto agli "attuali" eventuali "effetti collaterali dannosi" del vaccino, a parte le paranoiche ipotesi di alcuni "novax", secondo i quali le "morti da vaccino" verrebbero tutte accuratamente "tenute segrete" in tutto il mondo, per ora è assolutamente pacifico che si tratta di casi più unici che rari; non vale neanche la pena di starne a discutere!
Quanto agli eventuali "futuri" effetti dannosi del vaccino, ovviamente, non avendo nessuno la sfera di cristallo, si può ipotizzare tutto e il contrario di tutto; ma, intanto, è di covid19 che adesso si muore, non certo di vaccino.
Anche questo è poco, ma è sicuro.
;)
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#3555
Ciao Viator. :)
Be', direi che, secondo me:
- chi gode della "bellezza" di una musica o di un quadro, sperimenta sicuramente una nobile forma di "piacere";
- chi, invece, adempie al proprio "dovere", compie sicuramente qualcosa di molto "buono".
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Quanto ai vaccinisti, secondo me ce ne sono sia di "belli" che di "brutti"; ma, sicuramente, sono di gran lunga più "intelligenti" degli antivaccinisti, "belli" o "brutti" che essi siano.
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Quanto a Big Pharma, sarebbe "cattiva" se davvero esistesse; ma, poichè non esiste, non può essere ne "buona" nè "cattiva."
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Un saluto! :)
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