Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Kobayashi

#361
È buona cosa criticare la metafisica, poi però non ci si deve aspettare che la filosofia possa avere la stessa robustezza del passato e quindi, delusi, definirla come irrilevante o addormentata se procede per tentativi fragili.
Del resto, cara Ipazia, per essere terra-terra, la filosofia che ciascuno di noi sperimenta non è un adeguarsi faticoso ai sistemi riprodotti nei volumi della propria biblioteca, ma uno sforzo personale che si declina in parte nello studio, in parte nello scrivere, in parte nel parlare ad alta voce come dei pazzi...
Siamo noi a doverci svegliare. Impariamo ad essere un po' più spudorati nello sfruttare l'immenso deposito di sapere che abbiamo a disposizione per la costruzione della nostra verità... ma che sia una verità bella, ricca, feconda, lussureggiante! Non la striminzita formula di un certo materialismo (o di un certo fondamentalismo della ragione).
#362
Citazione di: altamarea il 22 Novembre 2018, 21:04:09 PMPrima di domandarsi il senso della vita bisogna chiedersi cos'è la vita, cos'è un essere vivente. Interrogarsi sul senso della vita significa indagare anche il significato della morte. Vita e morte sono in tandem. Il biologo e genetista Edoardo Boncinelli nel suo saggio titolato "Vita" dice che un essere vivente è materia organizzata, limitata nel tempo e nello spazio, capace di metabolizzare, riprodursi ed evolvere. I costituenti sono cellule e macromolecole, ma è il possesso del genoma che fa l'essere vivente. la consapevolezza di dover morire è un peso che accompagna l'uomo in ogni circostanza, per quanto si sforzi di vivere come se così non fosse. E proprio per sopportare questo pesante fardello, l'uomo ha inventato l'anima, affinché almeno una parte di sé potesse essere immortale e incorruttibile, non deperire col tempo e non essere annientata.


Un ragionamento decisamente riduttivo. La ricerca di senso non ha a che fare solo con la morte, ma anche con cose come libertà, coscienza, bellezza, amore etc. Esperienze che se fossero solo il prodotto dello sforzo di rimuovere la paura della morte sarebbero fragili come certe costruzioni religiose (le idee di una vita oltre la morte a cui praticamente nessuno crede veramente). Invece hanno la forza di qualcosa di fondamentale, di irriducibile.

Del resto che dopo millenni di ricerca filosofica su questi temi ci si debba oggi affidare alla biologia mi sembra il segno per la nostra civiltà di un fallimento clamoroso.
#363
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
23 Novembre 2018, 13:11:16 PM
[In riferimento al brano di F.N. postato da Ipazia]
Bisogna però ricordare che gli interrogativi religiosi non coincidono con quelli spirituali e che se in effetti può sembrare uno spreco cercare di affrontare questioni irrisolvibili come l'essenza di Dio o le qualità del paradiso, anche l'atteggiamento opposto, ovvero decidere di non guardare più a fondo in certe tradizioni, può essere un errore che alla fine si paga esattamente nello stesso modo: con la diminuzione della propria accortezza.
#364
Dare un senso è importante per poter sviluppare le proprie potenzialità, più che per essere rassicurati.
Il problema non è il fatto che una certa dottrina ti offre un senso prestabilito a cui ci si deve adeguare, ma il fatto che non si capisca che i significati comuni vanno incarnati e quindi declinati secondo la prospettiva personale.
Nel Rinascimento non c'era tutta questa sensibilità alla propria autonomia di giudizio. Voglio dire che non temevano che la loro coscienza potesse essere colonizzata da qualche specifico sapere. Avevano la grande capacità di attraversare il sapere senza dover continuamente individuare nemici. Potevano conoscere perfettamente la teologia scolastica come la filosofia classica e la nuova filosofia della natura, senza sentire contraddizioni.
Al limite la loro intolleranza era riservata alla Chiesa in quanto istituzione.
Ai nostri tempi invece vengono moltiplicate le contrapposizioni. Non dico che non si debba esercitare la negazione – per poter poi abbracciare ciò che ci è affine –, ma a volte sembra che il percorso sia troppo breve e tutto interessato al "no" finale.
#365
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
21 Novembre 2018, 11:44:48 AM
Ma è qui che ti sbagli. All'interno del cattolicesimo si muovono letture spirituali anche audaci. Basta pensare al lavoro di Silvano Fausti e della sua comunità di gesuiti di Milano.
Per cui confrontarsi con la dottrina, con il magistero della Chiesa, facendo finta che intanto non ci sia un profondo rinnovamento teologico-spirituale nelle periferie, mi sembra decisamente riduttivo, anche se naturalmente rimane cosa legittima.
#366
Tematiche Spirituali / Re:Ipotizzando, ho un problema
21 Novembre 2018, 10:33:57 AM
La tua prima ipotesi (essere una persona pia) annulla tutti i dubbi a seguire. Il devoto infatti si fida del suo Dio. E forse sa anche usare la propria intelligenza per capire il senso spirituale di certe immagini anziché prenderle alla lettera come sembrano fare gli atei quando vogliono mostrarne le conseguenze contraddittorie o ridicole.
#367
Percorsi ed Esperienze / Re:Primo ricordo
14 Novembre 2018, 07:21:28 AM
Non saprei dire se si tratta del primo ricordo in assoluto, comunque per me è stato un sogno: in auto di notte con mio padre che guida in modo bizzarro e pericoloso, senza guardare la strada chinato sui pedali che manovra con le mani anziché con i piedi. Finiamo fuori strada, un volo pazzesco nel cielo sereno pieno di stelle, e poi iniziamo a precipitare.
Probabilmente un sogno che si è ripetuto più volte.
Interessante il fatto che fosse praticamente un avvertimento...
Un'intuizione notevole che si è formata chissà come nella mente di un bambino di tre-quattro anni.
#368
Questa discussione si sta ricollegando a quella in altra sezione dal titolo "Che cos'è la filosofia".
Diciamo (riprendendo la definizione classica etimologica) che il filosofo è colui che ha una relazione con il sapere (amore o amicizia che sia). Io penso non possa essere un rapporto di identificazione. Il filosofo cioè non è il sapiente, o lo scienziato.
Allora il punto è stabilire il fine di questa relazione. Qual'è l'obiettivo che ci si pone nel relazionarsi al sapere? "Scoprire" la verità? Curiosare tra i sistemi che si sono succeduti nella storia? Sviluppare strumenti critici affinché l'uomo sia più libero? Rendere più abitabile il mondo costruendo visioni, valori, etc.?
È solo dal chiarimento di questo obiettivo che si possono poi capire i limiti di un progetto di condivisione della filosofia.
#369
Secondo Pietro Pomponazzi, grande aristotelico del Rinascimento, il miracolo in realtà non va visto come qualcosa di estraneo all'ordine naturale, ma come un fatto raro la cui causa diretta non è Dio, ma le realtà intermedie tra Dio e la natura. L'energia che produce il miracolo in ultimo, naturalmente, viene da Dio, ma essa deve passare attraverso livelli intermedi.
Quindi Dio non interviene direttamente con un'azione volontaria, ma la sua potenza è come se scendesse dall'alto quasi per inerzia prendendo dimora in luoghi o uomini specifici.

Interessante poi è l'osservazione di Pomponazzi riguardo ai periodi in cui il numero dei prodigi si fa sempre più esiguo: è, secondo lui, il segno della morte di quella particolare religione.

Resta da capire se sono le fasi di rinnovamento religioso a causare i miracoli, facilitando in qualche modo l'energia che viene da Dio nel suo attraversamento dei gradi dell'essere e nel suo prendere dimora in persone illuminate, o al contrario se sia invece un'improvvisa piena di energia divina a produrre i fenomeni di rinnovamento religioso.
#370
Tematiche Filosofiche / Re:Amore ed etica
08 Novembre 2018, 13:05:11 PM
Ci sono etiche basate sul conflitto. Sul desiderio di dividere e sconfiggere colui che è sentito come avversario, come ostacolo. Mi pare difficile che in questo caso si possa parlare di amore. Se lo si può fare vuol dire che si sta maneggiando una di quelle definizioni così ampie da risultare alla fine del tutto insignificante (perché mancante di quel briciolo di precisione necessaria per poter dire qualcosa di specifico e quindi di significativo).
#371
Tematiche Filosofiche / Re:Amore ed etica
08 Novembre 2018, 11:20:21 AM
I valori devono essere "prodotti" da qualcosa. Forze, pulsioni.
Quindi in qualche caso anche dall'amore.
Dal conflitto tra un proprio valore etico e le esigenze dell'amore il soggetto dovrà riflettere su quale sia la forza che sta veramente alla base della propria etica. Può darsi che finisca per scoprire che al di là di tanti enunciati sull'amore la forza che lo domina e che plasma i propri valori sia qualcosa di assai diverso dall'amore.
In questo caso dovrà scegliere se rimanere fedele ad un'immagine di se' positiva ma falsa, o accettare la propria natura e quindi procedere contro l'amore per il successo della propria etica.
#372
Cit. Sariputra: "I racconti miracolosi occupano uno spazio molto rilevante nei testi evangelici. Tanto nei vangeli sinottici, quanto in quello di Giovanni. Formano  un corpo compatto insieme con la predicazione di Gesù, e intendono manifestare l'irruzione nella realtà del mondo del Regno di Dio".

Non sono così convinto che i racconti miracolosi occupino un ruolo tanto importante.
Alcuni studiosi (per esempio J. Jeremias) ritengono che tale materiale, se sottoposto a studi critici approfonditi, finisce per essere ridotto di molto (ci sono ripetizioni etc.).
E poi ci sono racconti la cui forma spinge così tanto all'interpretazione simbolica (per esempio le nozze di Cana) che viene da chiedersi se non sia il caso di saltare semplicemente il piano di ciò che sarebbe accaduto per passare subito al suo significato in quanto simbolo o segno.

Sì, il vero miracolo è la conversione. Anzi, io direi che il vero dono, la vera grazia, è sentire la presenza di Dio, il suo "effetto".
Non si può che partire da un'esperienza del genere per la propria conversione. Perché il rischio è quello di confondere ciò che si vive anche se confusamente con ciò che invece si desidera soltanto (il giovane ricco è costretto a non accogliere l'invito di Gesù non perché sia troppo attaccato al suo denaro, ma perché non hai mai sentito veramente qualcosa di più profondo della Legge e quindi non c'è ragione per lui di iniziare una grande avventura spirituale; e se ne va triste perché è consapevole del suo destino, ovvero di poter solo sfiorare un entusiasmo che la sua prosperità o la sua onestà non riusciranno mai a generare).
#373
A Isfrael.
Si può pensare che all'origine del miracolo ci sia Dio, ma nulla legittima congetture sulla presenza di piani divini, su rapporti Dio-natura come Creatore-creature, se non il racconto umano (veramente troppo umano...) delle religioni.
#374
Da un link postato da Phil in una recente discussione sono finito in un vecchio 3D, "La nave di Teseo". Dibattito veramente interessante con interventi di qualità notevole (in particolare quello poetico-filosofico di Jean).
Ora, appare chiaro però che molti utenti non si sforzano granché per rendere più leggibili i propri post...
Non si tratta tanto di difficoltà concettuali, quanto di una scrittura a volte pesante nella forma e a volte un po' troppo carica di terminologie tecniche di cui si potrebbe fare tranquillamente a meno (o che si potrebbero accompagnare da qualche spiegazione in più).
Questo per dire che un forum che si voglia porre come progetto di condivisione della conoscenza ha bisogno di utenti consapevoli della necessità di un lavoro di redazione, chiarificazione, a volte faticoso.
Un equilibrio tra desiderio di porre all'attenzione idee che si ritengono interessanti e il desiderio  che queste siano ben comprese (e dunque debbano essere ben esposte, nei limiti ovviamente delle proprie capacità "stilistiche").
Forse con delle integrazioni al regolamento, chissà...
#375
Beh, non dimentichiamoci che le religioni sono delle costruzioni umane basate su intuizioni, ispirazioni, esperienze spirituali, difficili da concettualizzare.
Per cui nelle proprie immagini (mitologiche o teologiche) risentono dell'ingenuità umana, di un inevitabile antropomorfismo.
Per esempio alcuni studi recenti sulla spiritualità dell'uomo Gesù suggeriscono che con l'immagine di Dio come Padre misericordioso non cercava di indicare quale fosse l'essenza di Dio, ma piuttosto quale fosse la sua esperienza di Dio. Un'immagine che serviva a descrivere ciò che percepiva quando sentiva la presenza di Dio. La sua forza, diciamo così. Non la sua natura.
Poi i suoi discepoli, nella lotta per la costruzione della nuova religione, hanno teorizzato tante cose...

Il problema posto da Isfrael riguarda la coerenza filosofica di una tradizione umana, che come tale è stata edificata da continui ripensamenti, aggiustamenti, compromessi politici, e via dicendo. Non riguarda cioè la credibilità di Dio.