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Messaggi - giopap

#361
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
31 Marzo 2020, 22:07:06 PM
Cari Iano e Ipazia (e Lou e Jacopus), il fatto che due enti per relazionarsi devono essere due enti distinti e non un unico ente (verità logica elementare) non implica affatto che un unico ente reale possa presentare due aspetti distinti fra loro e complementari in determinate reciproche relazioni (e la distinzione fra di essi non é nelle cose ma nel pensiero delle cose stesse, che infatti ne discerne vari aspetti altrimenti confusi. Alquanto arbitrariamente; per esempio posso distinguere in un branco di trenta pecore una certa pecora dalle altre ventinove, oppure due pecore dalle altre ventotto; oppure la tesa e il collo di una pecora dal resto del branco o perfino tutte le centoventi zampe di quelle pecore dal resto di tutti i trenta corpi di esse, ecc., ecc., ecc. del tutto a mio piacimento: tutte queste distinzioni e relazioni fra parti del tutto (del branco) sono nei miei pensieri, mentre nella realtà c' é semplicemente il branco in toto con inoltre tutto il resto dell' universo, che ci sarebbe esattamente nello stesso modo -salvo il soggetto delle distinzioni- anche se nessuno ci fosse a distinguere pecora da pecora o zampa da zampa o chi più ne ha più ne metta).

Per esempio il fatto che un soggetto di pensiero (in generale; e in particolare di conoscenza) "A" sia soggetto di un diverso oggetto "B" (pensato, conosciuto da "A") da se stesso diverso non impedisce minimamente che possa anche darsi che il soggetto "A" sia soggetto di un oggetto identico al soggetto "A" stesso (che in questo caso A = B).


Socrate non farneticava quando consigliava "
gnoqis 'auton"!

E conoscere significa pensare conformemente o adeguatamente o corrispondentemente (chiedere a Ipazia per credere) alle "cose" reali.

CitazionePhil
Solitamente l'uguaglianza logica si applica ad un'uguaglianza ontologica (o almeno concettuale): nel dire A = A, non ho due A (A1 e A2), ma solo un'unica A uguale a se stessa e ripetuta due volte (come dire Ipazia = Ipazia). Nella sua banale evidenza (consigliata da Aristotele come fondamento della logica), ciò circoscrive qualunque identità rendendola predicabile; ne può quindi conseguire A [size=78%][/size][size=78%] B (o altro) che presuppone la tautologica identità A=A e B=B, altrimenti A e B non sarebbero identificabili (sulle modalità di tale identificazione si innescano di certo alcuni problemi, che tuttavia non è il caso di squadernare qui ed ora).

*****


Concordo che i pensieri siano un flusso (à la Joyce), per cui dire che un pensiero è appena finito e ne inizia un'altro è una questione meno pacifica di quanto sembri (e qui rientra dalla finestra la tematica dell'identificazione logica, ancor prima che ontologica). Solitamente si usa distinguerli in base al pensato («prima pensavo alla lista delle provviste, ora sto pensando a cosa cucinare»), ma stiamo già ritornando alla vaghezza del comun parlare/pensare...
Citazione

Condivido.
#362
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
31 Marzo 2020, 17:45:09 PM
Citazione di: viator il 31 Marzo 2020, 17:23:51 PM
Salve giopap. Citandoti : "Ma non vedo perché un osservatore non dovrebbe potere osservare (anche) se stesso e un pensiero non dovrebbe pensare (anche) se stesso".

-----------------------------------------------------------------------------

Non credo che l'osservatore e l'osservato (cioè le due metà dell'intierezza filosofica  del mondo, poichè questo sarebbe il senso appunto filosofico di quanto affermi in proposito) possano coincidere. Se potessero farlo, ciò consisterebbe nel ridurre la fondamentale dicotomia percettiva ed esistenziale (appunto il rapporto soggetto-oggetto) trasformandola da duplicità a singolarità, quindi instaurando una situazione monistica in cui esistono o solamente il mondo che osserva sè stesso o solamente noi che osserviamo noi stessi.
Citazione
Secondo me il ragionamento non "fila".

E' un pregiudizio tutto da dimostrare che la realtà sia data da un osservato e da un osservatore necessariamente diversi l' uno dal' altro.

Noi siamo noi stessi ma siamo anche parte (insieme al "resto del mondo oltre a noi") del modo stesso considerato nella sua integrità (fra l' altro se così non fosse, se col mondo fossimo incomunicanti, assolutamente irrelati non vedo come potremmo conoscerlo).
Citazione
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Per quanto invece riguarda il pensiero posso essere d'accordo con te in quanto esso, risultando un prodotto della coscienza consapevole, è soggetto alla nostra capacità di volere, la quale può spingerci a ripercorrere quante volte vogliamo il percorso mnemonico-coscenziale che porta alla formulazione di un qualsiasi pernsiero, ad esempio il "sto pensando" che tu stessa hai citato.
Nel caso possano incuriosirti le mie balzane opinioni circa la struttura della coscienza (che potrebbero chiarire meglio ciò che intendo qui sopra), ti fornisco il seguente link : https://www.riflessioni.it/logos/scienza-e-tecnologia/la-coscienza-una-categoria-evolutiva/msg41871/#msg41871

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Saluti.


Mi fa piacere che almeno su qualcosa siamo d' accordo.

Grazie, lo leggerò.

#363

CitazioneIpazia
Nel bestiario nazionale ci sta pure la virologa [/size]Maria Rita Gismondo[/size], direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano. La fonte giornalistica non è delle più raccomandabili, ma di fronte alle bufale social-populiste bisogna pur rivolgersi all'altra parte per lo sbufolamento.
Citazione

A proposito di bufale, circola in TV un' oscena "pubblicità progresso" in cui si fanno vedere varie bufale propalate in Internet, si fa un brevissimo predicozzo moralistico da parroco di campagna, e si termina con un timbro rosso a forma di "X" che letteralmente censura ciascuna delle bufale esemplificate (almeno una volta queste iniziative erano chiamate "pubblicità progresso", a mio avviso non con un ossimoro ma proprio con una vera e propria contraddizione in termini: la pubblicità, col fatto di incrementare consumi e dunque produzioni oltre ogni reale bisogno e oltre ogni limite ragionevole é probabilmente l' attività umana più nemica dell' ambiente e più umanicida; in confronto la caccia indiscriminata, tanto deprecata dalle anime belle, alla Greta Tumberg per intenderci, é un' attività "equa e sostenibile").


Ora, almeno da Voltaire in poi (e tanto più in campo scientifico, sia pure " popolarizzato") la falsità si dovrebbe combattere opponendole la verità, e non affatto censurandola: da parte di Chi??? In base a quali criteri??? Con che autorevolezza o garanzia di verità??? Forse un' infallibilità "similpapale" (peraltro spesso obbrobriosamente agitata in nome della "scienza" da pretese "comunità scientifiche") ???  ? ? ?
Per esempio le bufale dei negazionisti della pandemia alla Gismondo (o alla Capua, alla Agamben e altri ancora) non si smantellano (ma anzi così di fatto vi si conferisce casomai più credito, le si rafforza, le si rende più persuasive) vietandone la circolazione, ma invece opponendo ad esse argomenti (a proposito della presunta questione della morte "da" o "per" coronavirus facendo notare che diabetici, ipertesi, enfisematosi, pazienti sottoposti a chemioterapia antitumorale, ecc. senza l' infezione, con la quale muoiono, per la sola loro patologia di base avrebbero ottime chances di conviverci abbastanza serenamente per vari anni o anche decenni; o più semplicemente confrontando i numeri dei morti a Brescia e Bergamo nel Marzo 2020 con quelli del Marzo 2019).


Tanto più che mentre in Internet, oltre a tante bufale, con un po' di pazienza e di fortuna si possono anche trovare verità, invece nei giornali e TV "ufficiali" che patrocinano il suddetto spot in questione spudoratissimamente spacciandosi per informatori seri e onesti, su ciò che conta di solito non la si trova quasi mai (ma come mi sento buona e comprensiva, con questo "quasi!), se non, al limite, quando non serve più a niente.


L' esempio più clamoroso che faccio sempre é quello delle "presunte armi chimiche di Saddam", che potentemente contribuirono allo sterminio di decine di migliaia di civili innocenti di tutte le età: in proposito "in tempo reale" (allorché la verità poteva servire a combattere contro quella strage di tipo nazista), la verità si poteva trovare solo fra i pretesi (o magari anche taluni veramente tali, ma in quel caso almeno molto benemeriti) "complottisti" di Internet; invece  i mezzi di comunicazione ufficiale propalavano solo la fake new dei criminali di guerra e contro l' umanità (ovviamente impuniti, in quanto vincitori)  Bush - Powell, in un' unanimità ben più che "bulgara" (solo post festum -per loro; ossia dopo l' olocausto iracheno- qualche barlume di verità hanno lasciato qua e là trapelare per pura, disgustosa ipocrisia ad uso dei colti e "vaccinati").



#364
Tematiche Filosofiche / Re:Il ruolo della filosofia
31 Marzo 2020, 13:53:11 PM
Dunque corrispondenza limitata, relativa (concordo).
#365
Questa straordinaria esperienza (nel bene e nel male) la si vive a seconda del proprio ordinario modo di essere.

Da sostanziale ottimista tendo a viverla un po' come Sariputra e la Ipazia del primo intervento.

Mi sembra che tenda ad esaltare le caratteristiche personali della gente (o a metterle in particolare evidenza): chi é generoso ha occasione di aiutare gli altri e di condividere le scarse e problematiche risorse disponibili, chi é gretto e meschino grida all' untore (mentre magari per parte sua "unge" ala grande) e vorrebbe per sé l' unico ventilatore che fosse disponibile sottraendolo ad un altro più giovane di lui, contro  il principio a me caro del "mantello di san Martino", il quale prescrive che della possibilità di vivere, del tempo della vita (come di tutto) "un po' per uno non fa male a nessuno", come dicevano anche mamma e papà nonché la maestra quando ero piccina.
#366
Tematiche Filosofiche / Re:Il ruolo della filosofia
31 Marzo 2020, 09:41:18 AM
CitazioneIpazia



La "adaequatio rei et intellectus" è esaustiva del concetto di verità. Perchè funzioni è necessario definire rigorosamente il res e il suo campo di esistenza e contrapporvi un intelletto onesto, ermeneuticamente consapevole dei propri pregiudizi e capace di non farsi da essi sopraffare. Sospendendo il giudizio qualora gli elementi probatori non siano adeguati al paradigma veritativo necessario. E rivedendolo quando ulteriori elementi modifichino il campo di esistenza dell'oggetto indagato.
Paul11
sono d'accordo sul post  meno che sul termine adeguamento(adaequatio...). Lo trovo, almeno per me, troppo approssimativo[/size]
Ipazia
"adaequatio" è corrispondenza, non adeguamento. In mezzo tra i due sta la verità.
Concordo in pieno con l' iniziale definizione di Ipazia (mi pare ripresa dalla vecchia Scolastica).


Invece non capisco (e chiedo chiarimenti) in che senso la verità non starebbe nella corrispondenza ma in questa per me oscura via di mezzo fra corrispondenza e adeguamento, concetto che a me pare caratterizzato da una componente attiva da parte del soggetto.
Attivamente modificatrice (tecnica), non semplicemente attivamente ricercatrice che é implicata ovviamente anche nella ricerca della corrispondenza e comprende l' importante ruolo della verifica pratica (prassi); e per questo in qualche misura "minata" (a mio parere) da soggettivismo e relativismo epistemologico (che personalmente disapprovo, come mi pare evidente).


#367
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
31 Marzo 2020, 09:19:06 AM
CitazioneIano


Ma , in fondo , perché dovremmo credere che la percezione del pensiero sia diversa dalla percezione del tempo o di noi stessi?[/size]Quali elementi abbiamo per dirlo.Al contrario abbiamo elementi , come ho postato , che ci invitano ad equiparare le due percezioni.Il fatto ad esempio , che sappiamo bene cosa stiamo percependo , ma non sappiamo dirlo.Di questo punto,l che Ipazia ha suggerito in apertura , ho fatto il perno di tutto il mio post.In effetti , correggimi se sbaglio , su questo punto siamo rimasti fermi a Sant'Agostino.Eppure meriterebbe di essere sviluppato , e io ho provato ad abbozzare qualcosa.
Citazione
(Grazie per i chiarimenti che ho tagliato).



Mi sembra però che (anche per sant' Agostino, che infatti riferisce le sue celebri considerazioni sull' ineffabilità e scarsa comprensibilità solo al primo di essi) i concetti di "tempo" e di "pensiero" siano ben diversamente comprensibili.


Sul pensiero in sede filosofica (oltre che scientifica) si sono scritte tantissime cose in gran parte sensate, comprensibili (secondo me).
Niente di paragonabile invece circa il tempo (almeno in sede filosofica; la scienza ci dice tante cose, specialmente per bocca di Einstein, sensate per quanto di difficile comprensione; ma parla solo del tempo fisico, non del tempo psicologico; non conosco Bergson e ne diffido assai).
#368
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
31 Marzo 2020, 09:02:20 AM
Citazione di: viator il 30 Marzo 2020, 18:21:19 PM
Salve giopap. A proposito della tua replica a me di oggi (tua risposta nr.14), rileggendo il tuo intervento originario di ieri (tua risposta nr.5) mi accorgo di essere stato io ad equivocarlo. Pertanto mi scuso circa la mia replica (mia risposta nr.7). Saluti.


Benone!
Nessun problema, nessuna necessità di scusarsi (gli equivoci credo siano all' ordine del giorno, tanto più in un forum di filosofia, da parte di tutti; importante é chiarirli.

Saluti anche a te!
#369
Citazione di: Kobayashi il 30 Marzo 2020, 16:38:27 PM

@ sariputra
Non sono io che tolgo ciò che non mi piace (che altrimenti nelle lodi mattutine di oggi al primo cantico tutto rivolto alla potenza e alla forza di un Dio che distrugge i nemici del popolo eletto mi sarei fermato e avrei gettato il salterio fuori dalla finestra...), sei tu che non metti ciò che più conta.
Pensi che un santo possa lavare le piaghe di un lebbroso solo con la fede in una dottrina?
Non occorre forse un esercizio interiore (la cui ricetta specifica dipende dalla particolarità della propria vocazione)?
La praxis della Chiesa Ortodossa sarebbe psicologismo?


Mah, a volte mi sembra che certi interventi in questo forum siano soltanto esercizi di scrittura...


Detto questo, chiudo qua la mia partecipazione a questo forum.
Buona fortuna a tutti!
Citazione

A volte, tanto più in questi giorni (settimane, mesi, speriamo non di più...) di piantonamento forzato a domicilio si passa il tempo anche (si spera non solo) con considerazioni banali e leggere su questioni che altri sentono come importanti e serie; personalmente chiedo scusa per averlo fatto qui, non mi piace offendere gli altri, e se l' ho fatto non é stato intenzionalmente).

Ma come disse qualcuno: chi é senza peccato scagli la prima pietra!
Ed é anche vero che un po' di bonomia e autoironia non guastano quasi mai.

Perciò ti chiedo di tornare sui tuoi passi.
Mi faresti sentire in colpa per avere contribuito a indurre qualcuno a lasciare il forum dopo pochi giorni dal mio arrivo.
#370
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia è metafisica
30 Marzo 2020, 22:49:45 PM
CitazioneDavintro


è vero che la logica intesa come puro formalismo poggiante su definizioni ad hoc e premesse ipotetiche non è sufficiente come base da cui dedurre certezze riguardo la realtà di fatto. Per pervenire a certezze fattuali la logica formale necessita di applicarsi a un contenuto di intuizione, in un'esperienza vissuta. Il problema è che la gnoseologia kantiana, che giunge a una troppo netta separazione tra l'ambito logico-analitico e quello della realtà fattuale, partendo secondo me da pregiudizi di stampo empirista e materialista, vede l'intuizione sensibile, adeguata ad apprendere solo fenomeni fisici, come unica intuizione possibile su cui costruire una conoscenza razionale (in questo modo snaturando peraltro la stessa etimologia di "intuizione", "andare dentro", cogliere l'essenza necessaria della cosa, al di là delle manifestazioni esteriori e accidentali). Esiste però un'altra ottica che è quella fenomenologica, quella che pone come contenuto dell'analisi logica l'intuizione eidetica, che coglie l'essenza di una cosa successivamente alla riduzione, alla messa tra parentesi del suo eventuale aspetto di esistenza nel mondo esterno, sempre dubitabile, per individuarne l'aspetto di evidenza, il suo darsi come fenomeno all'interno della nostra coscienza. La coscienza è, insegnano Cartesio e Husserl, il residuo apodittico di cui, a prescindere che i fenomeni che la costituiscono corrispondano a esistenze di fatto, sono necessariamente presenti, e dunque costituiscono le essenze che poi la logica deduttiva mira a collegare con nessi consequenziali per formulare giudizi certi.[/size]Ad esempio, la contingenza, intesa come contingenza del pensiero riguardo la capacità di pervenire a delle verità è un dato inoppugnabile, riconoscibile sulla base della semplice possibilità di illudersi o di dubitare che ciascuno di noi ha, può essere la base, non solo come definizione ad hoc, ma come proprietà reale del pensiero, da cui dedurre l'esistenza di una Causa che garantisca la possibilità al pensiero umano di riconoscere delle verità parziali, in quanto se il pensiero umano avesse in se stesso, nella sua immanenza, il criterio di verità, allora esso sarebbe sempre, necessariamente, nella verità, senza mai potersene allontanare. Dunque, la contingenza, intesa come imperfezione, fallibilità del pensiero umano nei confronti della verità, è dato fenomenologicamente inoppugnabile (posso dubitare che la mia visione del mondo sia vera o falsa, ma in ogni caso questa stessa dubitabilità dimostra l'imperfezione di un pensiero che non possiede la verità in pianta stabile e sicura) da cui si può ricavare logicamente la necessità di una Causa trascendente, creatrice di questa contingenza. In questo senso la prova tomista "ex contingentia mundi" (se le cose del mondo sono contingenti, necessitano di essere creati da una Causa necessaria, autofondatasi, Dio), è un passaggio logico che può essere recuperata nella sua validità razionale, a condizione però di "ripulirlo" da un'accezione naturalista, cosmologica, del realismo ingenuo, per cui la contingenza riguarderebbe il mondo fisico esterno, la cui esistenza viene data per scontata al di là della sua relazione con la soggettività della coscienza che ne fa esperienza. Mentre invece, la nozione di contingenza se "coscienzializzata", cioè se la si intende come contingenza della coscienza umana, la cui esistenza resiste all'estremizzazione del dubbio riguardante le asserzioni sulla realtà esterna ad essa, diviene quel contenuto anche fattuale da cui la logica può far leva per compiere le sue deduzioni, nello specifico, analizzando la definizione di contingenza ricavandone le implicazioni (se qualcosa è contingente, necessita di qualcosa di assolutamente necessario per determinarla, e l'indubitabilità del pensiero a cui la contingenza è riferita toglie il carattere ipotetico della premessa, fondandola su uno stato di fatto certo, l'esistenza del pensiero)



Concordo su molto, ma non sull' esistenza di una Causa (nemmeno naturale, con l' iniziale minuscola, men che meno divina) che garantisca la possibilità al pensiero umano di riconoscere delle verità parziali che eccedano i dati immediatamente fenomenici di esperienza (possibilità che infatti non ritengo sia garantita da alcunché): quale causa o Causa la garantirebbe e come?

Non vedo infatti come dalla contingenza o fallibilità del pensiero umano si possa ricavare logicamente la necessità di una Causa trascendente, creatrice di questa contingenza; né induttivamente, come mi sembra di non dover nemmeno argomentare, né deduttivamente per il fatto che l' ipotesi della contingenza del pensiero umano in assenza di alcuna Causa trascendente creatrice é perfettamente corretta da un punto di vista logico, non contraddittoria; ergo, come ipotesi é plausibile tanto quanto la sua contraria (da te sostenuta).

Quanto alla contingenza del mondo (e a san Tommaso), per me può razionalmente essere intesa unicamente come il fatto che ciò che é reale nel mondo può anche essere pensato non esserlo (oltre che esserlo); ma non per questo necessita di una causa necessaria (ovvero che non può essere pensata non essere reale in maniera logicamente corretta): si può benissimo pensare correttamente, in perfetta correttezza logica (ovvero può benissimo darsi che) le cose del mondo contingenti (pensabili anche ma non solo non esserci) ci siano anche senza che necessariamente ci sia una loro causa necessaria autofondatasi (cioè non pensabile non esserci): che ci sarebbe mai di contraddittorio in questa ipotesi?.


Non vedo come il fatto che qualcosa che esiste è contingente possa implicare necessariamente l' esistenza di qualcosa di assolutamente necessario per determinarla: può benissimo essere contingente (da non pensarsi necessariamente ma solo possibilmente come reale) tutto ciò che é reale, nulla escluso.
#371
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia è metafisica
30 Marzo 2020, 21:34:16 PM
Citazione di: bobmax il 30 Marzo 2020, 17:24:05 PM
@giopap

Gli assiomi sono giudizi sintetici a priori.
Se si tira in ballo Kant occorre essere conseguenti...
Citazione


Cerco di non fare troppo casino con le citazioni.


Io considero (ho già detto che non concordo con Kant in questo, e del tutto conseguentemente mi comporto) gli assiomi come altre definizioni (o integrazioni delle definizioni propriamente dette), in particolare dei concetti che vi compaiono; che, proprio come nel caso di quelli delle definizioni propriamente dette, stabiliscono arbitrariamente, per convenzione fra chi li assume, determinate relazioni fra concetti.   




Citazione



Il maiuscolo lo metto per evidenziare l'assolutezza.

La Verità è la "verità" assoluta, da distinguere dalla verità relativa.
Almeno che per chi vi coglie la differenza...


Quindi nessuna verità metafisica è assoluta.[/size]E non essendo fondata su alcun dato empirico, non essendo scienza, qualunque verità metafisica è superstizione: non ha fondamento, non è Vera.

Viceversa, le verità scientifiche sono sempre relative, mai assolute.Chi ha mai detto che sono superstizioni?
Citazione


Colgo senz' altro la differenza fra assoluto e relativo (e mi compiaccio del fatto che non sbagliavo a dire che conosco solo verità con iniziale minuscola, ovvero relative).
Infatti ritengo che tutte le verità umanamente ottenibili siano relative.
Tanto quelle fisiche quanto quelle metafisiche.
E non per il fatto di essere fondate o meno sull' empiria (secondo me, per quanto riguarda la mia personale metafisica, oltre a tante altre ben più autorevoli, anche quelle metafisiche devono sottostare a verifiche-falsificazioni empiriche), bensì per il fatto di essere predicati (conformi alla realtà); e i predicati sono relazioni fra concetti i quali sono definiti attraverso relazioni fra altri concetti; questo vale per tutte le verità, fisiche e metafisiche.


Nessuno afferma che le verità scientifiche sono superstizioni.
Io ho invece affermato che se le verità metafisiche sono superstizioni per il fatto di non essere certe (come sostieni tu), allora lo sono esattamente allo stesso modo, per lo stesso motivo anche quelle fisiche e scientifiche in generale.







Citazione

La insuperabilità del dubbio nel sapere scientifico è indispensabile.
Per rendersene conto è sufficiente immaginare quali effetti avrebbe il contrario.

Sarei curioso di sapere su cosa si fonda l'Etica se non sul Nulla.
Ma non particolarmente...

Ho comunque difficoltà a leggere una paginazione di tal fatta.



Anche se non ti interessa troppo ribadisco, magari a vantaggio di altri amici del forum (almeno lo spero), che il dover essere del' etica si fonda sull' essere della fisica (cui é riducibile la biologia, con la quale si integra la cultura, la storia umana).
Non nel senso che ne é dimostrata (dall' essere non può inferirsi alcun dover essere!), ma nel senso che ne é spiegata naturalisticamente: come sviluppo-superamento dialettico (dunque non negazione) dell' etologia animale.
#372
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia è metafisica
30 Marzo 2020, 16:51:39 PM
Citazione di: bobmax il 30 Marzo 2020, 14:49:28 PM


Tuttavia, le verità matematiche che derivano da giudizi analitici a priori, si fondano su giudizi sintetici a priori. Sono infatti questi ultimi a permettere lo sviluppo della logica matematica.

Senza giudizi sintetici a priori non sarebbe possibile alcuna matematica o logica.
Citazione


Non sono una logica né una matematica.
Tuttavia non mi risulta.
In dissenso da Kant, mi risulta invece che le verità logiche e matematiche si fondano su assiomi e definizioni arbitrariamente stabilite per convenzione a priori e su teoremi da essi dedotti analiticamente secondo regole egualmente assunte arbitrariamenete, convenzionalmente (giudizi analitici a priori).




CitazioneAnche se nessun giudizio sintetico a priori potrà comunque mai essere considerato Verità assoluta...
Citazione

Per me la verità (che conosco solo con iniziale minuscola) dei giudizi analitici a priori non é assoluta (essendo espressa mediante determinati concetti relativi messi in determinate relazioni reciproche); piuttosto é certa (ma vedi in proposito cosa rispondo qui sopra a Viator).
Quella dei giudizi sintetici a posteriori (salvo immediate constatazioni di dati empirici non interpretate, non minimamente "Caricate di teoria", come credo possibilissimo contro Mc Dowell e altri analitici) non é nemmeno certa.
Contro Kant non credo che esistano giudizi sintetici a priori (con molti analitici ritengo analitici a posteriori quelli della matematica).





CitazioneRiguardo alle "verità metafisiche" concordo senz'altro con te: non ve ne sono.
Quelle che sono propagandate come verità, in realtà sono solo superstizioni.
Citazione

Evidentemente non ci siamo capiti; e non concordiamo.
Verità metafisiche, per quanto insuperabilmente dubbie, ma né più né meno delle verità fisiche (scientifiche), ve ne possono benissimo essere.
E se fossero superstizioni per il solo fatto di essere dubbie, allora lo sarebbero, esattamente allo stesso modo, nella stessa misura, anche le verità fisiche (scientifiche).





CitazioneCosì come concordo che il dubbio sia ineliminabile in ogni "verità" scientifica.

D'altronde, se lo fosse non saremmo perduti?

Questa insuperabilità del dubbio, l'impossibilità di possedere una verità definitiva, dona speranza.
Perché apre alle infinite possibilità, che solo il Nulla può donare.

Inoltre, questa constatazione ci può far sospettare che forse dovremmo rovesciare la nostra interpretazione del mondo. Dove l'Etica non è più un suo epifenomeno, magari pure illusorio, ma il suo stesso Fondamento!

Ossia il Bene è l'Essere.
Citazione


Qui (a parte il concordare circa il dubbio ineliminabile anche di ogni verità scientifica; che però secondo me non ne fa per nulla superstizioni!), non riesco a seguirti.


Per me dal nulla non può nascere nulla (men che meno l' etica, che per me é l' esatto contrario del nichilismo).


L' etica per me non é mai stata un' epifenomeno, men che meno illusorio, dell' ontologia.


Il bene (iniz. minuscola) non é l' essere (infatti esiste -letteralmente: é, partecipa dell' essere, é parte dell' essere- anche il male!).


Perché l' "essere" é, il "bene" deve essere".


Per me l' etica é proprio il contrario del nichilismo e non si fonda affatto sul nulla (conosco solo il "nulla" con l' iniziale minuscola).
Il dover essere dell' etica si fonda invece sull' essere dell' ontologia; precisamente di quella parte della materia (fisica) che é il mondo vivente (biologia) e di quella parte del mondo vivete (biologia o "storia naturale") che é la cultura (o storia umana).


P.S.: credo che fra interlocutori corretti e rispettosi il dissenso possa essere "di soddisfazione" non meno del consenso ...consenti su questo?
#373
Tematiche Filosofiche / Re:Filosofia è metafisica
30 Marzo 2020, 15:49:56 PM
Citazione di: viator il 30 Marzo 2020, 13:39:30 PM
Salve giopap : "Ma che le verità matematiche ("pure") e logiche siano certe é vero per definizione, trattandosi di giudizi analitici a priori".Beato chi ha delle certezze (vedi il mio motto personale in calce ad ogni mio post).A me risulta che la matematica consista in un linguaggio ed in una convenzione. Praticamente un canone, suvvia.Bastasse il timbro "a priori" per trovare certezza e verità !! Saluti.


Salve, Viator.


Anche a me risulta che la matematica (pura; e la logica) sia convenzione (come tutte le definizioni e gli assiomi arbitrari e le deduzioni da essi operate secondo regole convenzionali arbitrarie).
E' ben per questo, per arbitrarie convenzioni, che é certa (sono certe; salvo l' eccezione che conferma la regola, di cui la matematica pura e la logica sono ben consapevoli, rappresentata dalle proposizioni indecidibili -almeno una- dei sistemi assiomatici dimostrate dai teoremi di Goedel; i quali che non scalfiscono minimamente la certezza di tutto il resto, come indebitamente pretenderebbero certi relativisti); della logica i suddetti teoremi sono anzi addirittura parte integrante.
Peccato che, trattandosi di convenzioni arbitrarie, non diano conoscenza circa la realtà, ma solo circa se stesse e la correttezza delle loro intrinseche relazioni ("peccato" che scalfisce la beatitudine di chi ha certezze logiche e matematiche? Non lo so, dipende da soggetto a soggetto delle certezze stesse, é anche questo qualcosa di arbitrario; per quanto personalmente mi riguarda mi accontento e godo).
#374
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
30 Marzo 2020, 10:29:36 AM
@ Iano


Che il tempo non possa tempestare se stesso potrebbe forse darsi (anche se non saprei dare un senso a queste parole).


Ma non vedo perché un osservatore non dovrebbe potere osservare (anche) se stesso e un pensiero non dovrebbe pensare (anche) se stesso.


Ti riferisco pari pari un pensiero che mi passa per la mente: "sto pensando"; si tratta di pensiero che pensa il suo accadere, se stesso (il fatto che - senza virgolette: non é una proposizione ma un fatto non logico-cogitativo; solo te lo comunico con una proposizione che vi allude- sto pensando).
#375
Tematiche Filosofiche / Re:Il pensiero
30 Marzo 2020, 10:21:48 AM
Citazione di: viator il 29 Marzo 2020, 21:59:07 PM
Salve giopap. Citandoti : "Questa mi sembra una chiara e semplice valutazione (scientifica) delle relazioni fra pensiero "A" come esperienza cosciente concettuale e pensiero "B" come eventi neurofisiologici cerebrali".----------------------- Quindi un evento neurofisiologico "B" (biologico, organico, materialmente basato) sarebbe una causa FISICA e MATERIALE di un effetto cosciente e concettuale "A" (astratto ed immateriale) e quindi METAFISICO ?. Di nuovo auguri e saluti.



Grazie tante per gli auguri e saluti, che ricambio.


Ma un evento neurofisiologico "B" (biologico, organico, non materialmente basato ma materiale tout court) non sarebbe affatto  una causa FISICA e MATERIALE di un effetto cosciente e concettuale "A" (astratto ed immateriale; ma non necessariamente, potrebbe essere anche concettuale concreto e pure materiale) e quindi METAFISICO (non necessariamente): a meno di credere nei miracoli (padre Pio, san Gennaro, ecc.; cosa che io mi guardo bene dal fare; non so te...) é impossibile che qualcosa di non materiale possa interferire, modificandola causalmente, con la materia fisica!

Invece, come mi pare di aver precisato con grande chiarezza (comunque qui lo ribadisco), necessariamente gli eventi di esperienza (mentali e/o materiali) "A" coesistono" con gli eventi (materiali cerebrali) "B"; e "coesistere necessariamente" é concetto ben diverso da quello di "identificarsi".