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Messaggi - Koba

#361
Citazione di: Eutidemo il 06 Febbraio 2024, 12:39:16 PM
Ad esempio:
- l'"ira" è collegata al "cortisolo", all'"adrenalina" e alla "noradrenalina";
- l'"amore" è collegato  all'"ossitocina", il cosiddetto "ormone dell'amore", che è costituito da una molecola prodotta nel cervello, la quale induce una profonda ed esaltante sensazione di benessere in presenza della persona amata.
ecc. ecc.
***
Potranno essere constatazioni molto poco "poetiche", ma raramente la "realtà sperimentale" corrisponde a ciò che noi, dentro di noi, desideriamo "credere"; e che poi, comunque, continuiamo ostinatamente a "credere", buggerandocene altamente della "realtà sperimentale".
Ovviamente compreso il sottoscritto, al quale non è mai venuto in mente di dire ad una donna: "Cara, tu susciti in me una notevole secrezione di ossitocina!" :))
.
***
Ora, poichè è "impossibile", o, comunque, almeno secondo me, è "altamente improbabile", che un qualsiasi Dio sia fornito di "neuroni" e di "ormoni" (come, ovviamente, è privo di "testa", di "mani" e di "piedi"), allo stesso modo, "consequenzialmente" è "impossibile", o, comunque, è "altamente improbabile", che un qualsiasi Dio possa "adirarsi", "offendersi" ecc.; almeno nel modo con cui lo intendiamo noi esseri umani (che è l'unico che ci può interessare).

Io non faccio esperienza dell'ingiustizia perché ho neuroni e ormoni vari, ma faccio esperienza dell'ingiustizia a cui poi, per effetto di neurotrasmettitori etc., associo una serie di emozioni, tra cui ira, paura, disgusto.
La tua spiegazione è cioè meccanicistica, materialistica, tutto sommato sembra un circolo vizioso (provo amore perché dispongo di ossitocina, ma chiediamoci perché tale ossitocina si libera proprio in quelle circostanze e non in altre del tutto simili?).
La mia esperienza dell'ingiustizia è un'esperienza dell'intelligenza e dello spirito. Non è provocata da meccanismi fisiologici.
Quindi se questo vale per gli uomini, figuriamoci per Dio. Che evidentemente non ha bisogno di neuroni per provare sdegno nei confronti dei malvagi.
Il che dimostra che Dio può essere pensato come Persona.
#362
A prescindere da rivelazioni e testi sacri, pensare Dio come Persona non solo è razionale, ma necessario.
La questione è in fondo semplice: o Dio esiste e allora si occupa in un modo o nell'altro della sofferenza del giusto, oppure, se tale cura non esiste, ne in questo ne in un altro mondo (extra-mondo necessariamente ipotizzato), vuol dire che Dio non esiste.
Mettere insieme la ricerca greca di un principio metafisico del mondo con le esigenze bibliche è stato un bell'esercizio per i pensatori cristiani. Ma un esercizio impossibile da risolvere. Del dio come Essere nessuno se ne fa niente. Sinonimi del concetto di cosmo.

Per il quadrato necessariamente Dio ha quattro lati, non perché Dio debba assomigliare al singolo quadrato ma perché ripugna alla natura della geometria un Dio che sia uno spazio geometrico in cui siano consentite mostruosità non euclidee (geometria non euclidea = ateismo moderno).
#363
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
06 Febbraio 2024, 13:51:15 PM
Citazione di: Phil il 06 Febbraio 2024, 12:31:05 PMRicordo sempre volentieri che «illusione» significa «stare al gioco» (in-ludere). Non a caso ogni illusione ha un suo contesto di "gioco", e ogni "gioco" è fatto da regole, giocatori, campo di gioco, etc. La filosofia, il sapere, etc. non fanno eccezione. Nondimeno va considerato che in ogni gioco accadono realmente fatti, eventi, scelte, etc. per cui nel gioco dell'illusione (sia essa religiosa o filosofica o scientifica), il mondo e le vite delle persone mutano e si condizionano e si modificano a vicenda realmente. Il livello ludico è quello del significato contestuale e, ancor prima, del "movente" di tali interazioni.
Con il tempo si sono moltiplicati i contesti di "gioco", quelli più antichi hanno magari cambiato le loro regole interne, alcuni "giochi" si sono estinti, etc. e anche il "jolly" dell'infalsificabilità (che in quanto tale spesso vale di più della verità) sta vivendo le sue vicissitudini storiche.

Riflessioni interessanti.
"Illusione", cioè "stare al gioco": significativo che tu metta in rilievo gli aspetti immanenti, diciamo così, ovvero le regole, i cambiamenti dei giocatori, etc., mentre io se leggo "stare al gioco" penso subito all'immersione inconsapevole, alla dimenticanza della sua limitatezza, al carattere trascendente, cioè alla tendenza a viverlo come se avesse un senso superiore.
È questa eccedenza del valore assegnato, del tutto inconsapevole, che più mi interessa.

(Che dipenda dal mio essere ancora affetto dalla metafisica? Non importa, sono stanco di speculazioni su che cosa sia o non sia metafisica, su che cosa sia lecito parlare, su che cosa no, pena la violazione del divieto di Nietzsche-Heidegger...)
#364
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
06 Febbraio 2024, 11:54:53 AM
Citazione di: bobmax il 01 Febbraio 2024, 11:19:54 AMIl Positivismo e l'Idealismo sono delle costruzioni con cui l'intelletto vuole illudersi di dissipare ogni oscurità, di vincere il Nulla.

Solo il singolo, in perfetta solitudine, e senza aggrapparsi ad alcuna logica, può affrontare l'oscurità.
Non è forse questo lo scopo della vita?


Sono abbastanza convinto che in realtà non si possa uscire dall'illusione.
Idealismo e positivismo ripropongono (per l'ultima volta) una concezione forte del sapere. Esprimono la possibilità che si possa avere un certo controllo sul mondo.
Ma in fondo la filosofia non nasce per soddisfare questo bisogno umano? C'è certamente alla base anche la meraviglia per le cose del mondo, ma da sola la meraviglia, la curiosità, non è sufficiente.
Anche senza accettare la tesi di Severino secondo cui la filosofia greca nasca come rimedio al dolore prodotto dalla consapevolezza del divenire, si vuole pur sempre, con una visione d'insieme, mettere ordine almeno nel pensiero, il che significa illusione di controllo.
Insomma da un'illusione all'altra.
Ma l'illusione è tale proprio perché ha qualcosa di vero. Se fosse falsa, non sarebbe capace di persuadere. Per esempio nelle credenze religiose, il politeismo non è più nemmeno un'illusione, altre religioni invece, mantenendo dei principi non del tutto confutabili, possono ancora fare proseliti, ma illudono in senso proprio perché spingono ad una visione totalizzante che in realtà non sono in grado di giustificare. E però la fede, quando è consapevole di questi limiti, non può essere giudicata come favola.

Spesso qui nel forum si parla di Uno. Vero e proprio rottame metafisico, direbbe qualcuno. Non è incredibile?
Eppure il pensiero di Parmenide ancora avvinghia, a distanza di millenni. Seppure sia forse la più radicale illusione, in quanto l'idea dell'essere come ingenerato, eterno, etc., può venir fuori solo dall'astrazione di tutto ciò che esiste (l'essere appunto, pensato come una specie di sostanza indeterminata, come tessuto del mondo) a cui si applica il principio di non contraddizione. Per cui tutto ciò che è, ogni cosa, non può essere e non essere nello stesso tempo. Il che conduce alla paradossale rappresentazione di un mondo privo di cambiamenti.

Come dire, l'eterna potenza illusoria della filosofia. Anzi, del sapere nel suo complesso.
#365
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
01 Febbraio 2024, 08:02:05 AM
Citazione di: Ipazia il 31 Gennaio 2024, 15:42:40 PMLa buona scienza naturale e la buona tecnica si guardano bene dal fare metafisica sul loro campo di studio e lavoro.
Ho usato il termine "metafisica" come viene usato a volte nel dibattito epistemologico, ovvero indicante punti di vista generali non dimostrabili ne confutabili. Ipotesi ontologiche che si assumono senza poterne dimostrare la superiorità rispetto all'ipotesi opposta.
A questo riguardo si può definire il realismo di Popper come realismo metafisico (cosa che è stata fatta da studiosi del suo pensiero), cioè come una posizione filosofica che Popper ha assunto consapevole dell'impossibilità di dimostrarne la verità.
Ciò che mettevo in evidenza però con la nuova fisica è una certa tendenza a conclusioni ontologiche azzardate, che siano fatte da filosofi o fisici teorici non importa, il punto è la scarsa consapevolezza della questione di base, ovvero il rapporto problematico tra efficacia della teoria e referenzialità (cioè capacità di rappresentare la realtà).

Citazione di: Ipazia il 31 Gennaio 2024, 15:42:40 PMQuando l'evoluzione della scienza ha fornito strumenti teorici e pratici più avanzati, la "cosa per noi" ha ampliato il suo spettro ontologico.
Invece è tutto da dimostrare che il procedere della scienza con teorie sempre più efficaci sia anche un perfezionamento della nostra ontologia, cioè, in sostanza, una conoscenza sempre più adeguata della realtà. Ovvero che il "realismo convergente" (sempre più vicini alla verità delle cose del mondo) sia la posizione più robusta.
Il dibattito è aperto. Non ci sono scorciatoie.
[Nel mio post che hai citato ho riproposto, come semplice esempio, l'argomentazione di L. Laudan, che è molto chiara. Ma basterebbe il lavoro di T. Kuhn per far capire la complessità e problematicità della questione].
#366
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
31 Gennaio 2024, 10:37:44 AM
Citazione di: bobmax il 30 Gennaio 2024, 14:41:29 PM[...] Si perde in questo modo ciò che più conta nella esistenza, il pathos del Nulla.

Espressione curiosa.
Sul nulla seguo (in parte) il pensiero di Leopardi.
Si può dire che tutto sia nulla, sia vano (anche se le cose del mondo esistendo non sono un nulla) perché tutto è destinato a scomparire. Le cose sono nulla perché non persistono, perché non sono eterne.
Ma questa conclusione non dipende, come pensava Nietzsche, dal fatto che siamo ancora immersi nella metafisica. Non è una questione culturale. È una questione attinente la natura dell'uomo, la sua biologia. Noi vogliamo vivere, persistere. Stessa cosa quindi per le cose che ci circondano: vogliamo che continuino a esistere.
Ma sappiamo che così non è. Da qui un senso profondo di vuoto, di inutilità.
Nello stesso tempo questa consapevolezza non dura mai tanto tempo, altrimenti ci saremmo già tutti uccisi.
Veniamo soccorsi dalle illusioni. Che non sono sogni o fantasticherie. Sono cose reali, concrete. Ma si possono definire illusioni per via del potere che hanno di trasfigurare la nostra esperienza in modo che cose irrilevanti siano vissute come essenziali. Come portatrici di significati che in realtà non hanno.
Per esempio quando studio mi illudo di potermi avvicinare alla verità o ad una visione complessiva della tradizione, e ciò mi restituisce un senso di potere, di controllo sul mondo, ma mi è perfettamente chiaro che ciò che posso ottenere è al massimo un po' di luce su qualche "ingranaggio di questo motore alieno".

La tua distinzione tra esistenza ed essere mi sembra una variazione del discorso di Leopardi.
Deduci che oltre all'esistenza c'è l'essere perché non puoi ammettere che tutto sia limitato a questa realtà. Non puoi ammetterlo perché la nostra natura ci spinge a negarlo o a dimenticarlo (nelle illusioni). L'esperienza del limite, del dolore, della morte sono solo esperienze di caduta traumatica del velo delle illusioni.

A Ipazia che dice "se siamo saggi dovremmo goderci questa esistenza finita" Leopardi risponderebbe: il saggio è consapevole, e se è consapevole sa che le cose sono sentite come se fossero nulla. Si può provare piacere solo se si rimane al riparo delle illusioni. Quindi ci si gode la vita necessariamente solo se non si è saggi.
#367
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
31 Gennaio 2024, 10:35:59 AM
Citazione di: iano il 30 Gennaio 2024, 15:03:03 PMForse dovremmo riflettere su cosa ci ha fatto credere che l'osservazione strumentale dovesse avere una sorte diversa da quella sensoriale, permettendoci di uscire dall'ambiguità dei sensi.
Supporre che una differenza sostanziale non possa giustificarsi rende più leggibile l'evoluzione della scienza.
Ho esagerato, probabilmente il positivismo è stato più prudente sul tema del realismo in ambito scientifico.
Comunque l'argomentazione più diffusa a sostegno del realismo è il successo della scienza.
Per la precisione, per quanto riguarda una determinata teoria si tende a sostenere che i successi empirici che si ottengono da essa sono espressione del fatto che gli enti di cui tale teoria tratta sono reali, o si avvicinano progressivamente a ciò che è la realtà.
Si sostiene quindi che i successi di tale teoria garantirebbero la sua portata ontologica.
Tuttavia i critici hanno mostrato che la storia della scienza è ricca di teorie che pur funzionando si basavano su enti i quali oggi, a partire delle attuali conoscenze scientifiche, non sono più considerati realmente esistenti.
Dunque se così è stato nel passato, non si capisce perché non debba avvenire anche nel presente.
Se il successo di una teoria non giustifica alcuna deduzione su come sia effettivamente la realtà, perché allora tutte queste speculazioni sulla nuova rappresentazione delle cose che verrebbe dalla fisica quantistica?
Non si tratta di una tendenza metafisica?
Che sia naturale speculare sulla natura delle cose a partire da una teoria che funziona non significa che sia scientificamente e filosoficamente legittimo.
#368
Tematiche Filosofiche / Re: Positivismo vs Idealismo
30 Gennaio 2024, 11:34:59 AM
Il presupposto filosofico del positivismo è il realismo della scienza moderna: la realtà può essere conosciuta e viene conosciuta così com'è, la rappresentazione che ce ne facciamo di essa corrisponde alla sua struttura autentica. I limiti soggettivi di tale conoscenza (ambiguità dei sensi etc.) possono essere superati. La conoscenza scientifica del mondo, la nuova epistème, dà potere  non perché sia un sapere incontrovertibile (come nella metafisica classica), ma perché consente la trasformazione della realtà, la manipolazione della natura.

Ricordiamoci però che proprio all'apice di questo entusiasmo (fine Ottocento) la scienza ha smesso di essere ingenua e ha iniziato a ragionare sui propri fondamenti, concludendo in posizioni che mostrano la consapevolezza dei limiti del realismo.

Per idealismo cosa si intende? La filosofia platonica in generale? L'idealismo tedesco?
Se qui si sta contrapponendo il positivismo all'idealismo platonico le differenze in effetti non sembrano tali da consentire di poter parlare di vera e propria contrapposizione.
Infatti anche il positivismo crede che la natura sia regolata da leggi eterne, così come il platonismo crede in un nucleo di essenze eterne le quali si comportano da modelli nella generazione di tutti i fenomeni della natura.
La contrapposizione è forte quando quel nucleo di leggi eterne viene pensato come prodotto dal caso. In termini filosofici, quando la radice del divenire è immaginata come un fanciullo che gioca, che crea e distrugge mondi (con le proprie regole) senza un perché.

Allora la visione del mondo che emerge è potentemente contrapposta: qualcosa di eterno (e divino, per alcuni) da una parte, nell'idealismo; il divenire fondato sul caso (da alcun principio, dal nulla), dall'altro, nel positivismo materialista.
#369
Citazione di: Pensarbene il 28 Gennaio 2024, 08:35:00 AMNon mi pare di avere discusso di metodo scientifico o contro il metodo scientifico.D'altra parte il metodo scientifico  è  criticabile e fallibile come ogni altra cosa al mondo:


https://www.google.com/search?q=non+riproducibikit%C3%A0+e+cicap&client=ms-android-wtn&sca_esv=602085629&ei=adm1Zc-7NMSH9u8P1taG-As&oq=non+riproducibikit%C3%A0+e+cicap&gs_lp=EhNtb2JpbGUtZ3dzLXdpei1zZXJwIhxub24gcmlwcm9kdWNpYmlraXTDoCBlIGNpY2FwMgkQIRgKGKABGAoyCRAhGAoYoAEYCjIGECEYFRgKSKmHAVCsG1jhgAFwA3gBkAEAmAHOAqAB3h6qAQgxLjIzLjEuMrgBA8gBAPgBAagCCsICChAAGEcY1gQYsAPCAgoQABgDGI8BGOoCwgIKEC4YAxiPARjqAsICCxAuGIAEGLEDGIMBwgIREC4YgAQYsQMYgwEYxwEY0QPCAg4QLhiABBiKBRixAxiDAcICCxAuGIAEGMcBGNEDwgIFEAAYgATCAgsQABiABBixAxiDAcICCBAAGIAEGLEDwgIFEC4YgATCAggQLhiABBjUAsICBxAAGIAEGArCAgcQLhiABBgKwgIGEAAYFhgewgIIEAAYFhgeGA_CAgcQABiABBgNwgIJEAAYgAQYDRgKwgIGEAAYHhgNwgIIEAAYHhgNGA_CAggQABgFGB4YDcICChAAGAUYHhgNGA_CAgcQIRgKGKABwgIIEAAYFhgeGArCAgUQIRifBeIDBBgAIEGIBgGQBgg&sclient=mobile-gws-wiz-serp

Che ne è della critica cicappina alla non riproducibilità dei fenomeni paranormali?

Il metodo scientifico accreditato fino a pochi decenni fa, era basato sulla matematica e la fisica classica.
Con l'avvento della fisica quantistica la probabilità e  la relaltiva riproducibilità di molti esperimenti hanno mostrato che la materia energia  funziona in modo diverso  nel micro cosmo.
Non solo: essa si conferma sensibile allo sperimentatore  e ,in molti casi , è libera da spazio,tempo,dimensioni (entanglement) e, in molti casi, impedisce perfino allo sperimentatore di ottenere il risultato che vorrebbe(principio di indeterminazione di Heisenberg)
Il CICAP ha fatto il suo tempo,è diventato un database con contributi prestigiosi e saltuari,una radio,uno SHOPPING ON LINE e un Polidoro che si diverte e impazza su you tube!
Tra 10 anni sarà un FOSSILE GUIDA di una mentalità superata .



I fenomeni paranormali si manifestano nel mondo delle particelle o in quello umano dove la fisica classica continua a funzionare?
#370
Non credo che continuerò a frequentare questo forum, ma prima voglio chiarire la mia posizione.
Nell'ambito di una discussione su tematiche filosofiche, per parteciparvi, secondo me non è necessario avere una specifica competenza filosofica. Ma se alla posizione espressa vengono poi rivolte delle obiezioni, che sono magari obiezioni importanti su cui si è costruita la storia della filosofia, l'utente è comunque chiamato a rispondere, e può farlo andandosi a documentare (occasione per letture appassionate perché stimolate dalla disputa) o sforzandosi di costruire argomentazioni per conto proprio.
Ma quello che in forum filosofico non deve avvenire, pena la cessazione stessa del suo essere "filosofico" e passaggio a semplice chat, è rispondere negando il senso di ciò che dice l'avversario (anche se ciò che dice l'avversario sono obiezioni storiche) e ribadendo la propria posizione, "urlandola" con l'uso di un carattere più grande, sottolineature etc.
E siamo messi talmente male che questa incapacità di dialogare viene scambiata per passione da premiare...
Nell'ultima discussione a cui ho partecipato, all'ovvia obiezione che avevo proposto, cioè "attento che tutta la filosofia moderna e contemporanea" va nella direzione dell'analisi del soggetto, nel suo rapporto problematico con l'oggetto, da Cartesio all'ermeneutica del Novecento, mi sento rispondere "che roba è? Ma da dove hai preso sta roba?".
E poi a quella che voleva essere una sintesi estrema del tema da Cartesio all'idealismo (e non, ovviamente, la dimostrazione che l'idealismo fosse il punto di approdo della filosofia), leggo, scritto da un utente storico, "gli animali vivono benissimo senza porsi tali problemi". Quindi la filosofia non ha senso. Allora sorge la domanda: perché partecipi a un forum di tematiche filosofiche?

Attenzione perché in questo forum, che fino a qualche anno fa era uno spazio anche molto impegnativo di confronto delle idee, sta venendo fuori sempre più spesso una posizione di rigetto della cultura, in particolare di quella filosofica. Il che è paradossale perché significa partecipare a un forum solo per dimostrarne l'inutilità.
#371
Citazione di: Ipazia il 20 Gennaio 2024, 16:03:58 PML'idea che la realtà sia un costrutto mentale è l'estrema gratificazione autoerotica di una filosofia che si è vista soffiare l'ontologia dalla scienza. La quale risponde sadicamente tracciando all'eeg tutti i costrutti mentali, filosofici compresi. Al ballo demenziale delle celebrità.
Ma sant'Iddio! Ma è così difficile capire che la questione ovviamente non è se ci sia una realtà indipendente dalla mente (cosa di cui tutti siamo convinti), ma se tale realtà possa essere direttamente attinta oppure no dal pensiero, e nel caso la risposta sia no, svilupparne con coerenza le conseguenze: tutto ciò su cui riflettiamo è pensiero, tutto ciò che conosciamo sono concetti, immagini, prodotti della mente.
Questo è il percorso di alcuni secoli del pensiero occidentale. E che la cosa risulti assurda o incomprensibile in un forum di filosofia mi sembra veramente bizzarro...
#372
Citazione di: Alberto Knox il 20 Gennaio 2024, 13:53:18 PMe qual'è la posizione della filosofia moderna?è la filosofia moderna che ti ha portato a formulare sta roba? [...] ma da dove hai presto sta roba? è questa qua la posizione della nuova filosofia moderna? se è così è tutta tua. Me ne starò ben lontano.
Dopo la crisi del sapere antico-medievale, all'inizio dell'era moderna, nel tentativo di ricostruire l'episteme, cercando ciò su cui non posso avere dubbi arrivo alla certezza di essere una sostanza pensante (Cartesio). Esisto in quanto sostanza pensante. Ogni cosa che mi sembra essere indubitabile è tale solo come cosa pensata, non come realtà. In pratica non posso sapere se ciò che sto pensando sia o meno nella realtà così come mi appare. Alla fine l'unica garanzia che ci sia corrispondenza tra pensiero e realtà mi viene da Dio, che appunto essendo buono non può ingannarmi. Ma natura ed esistenza di Dio non hanno la stessa evidenza del cogito ergo sum. Si tratta quindi di un elemento di debolezza del sistema. Il razionalismo moderno riesce ad uscire dal solipsismo facendo ricorso a Dio.
Fino a Kant, il quale invece risolve il problema in modo molto più ingegnoso: non c'è nulla che ci possa garantire che le nostre rappresentazioni ci dicano come la realtà è in se stessa, la quale non può essere attinta direttamente, ma solo nelle forme che vengono dalla struttura dell'intelletto.
Ma la cosa in se', la realtà esterna, indipendente dalle nostre percezioni, è una nozione contraddittoria. Infatti, in quanto nozione è qualcosa di pensato, quando invece dovrebbe porsi come totalmente estranea al pensiero. Proprio perché pensata, la cosa in se' non può essere in se'.
Siamo nell'idealismo: poiché anche la cosa in se' è una cosa pensata, non c'è nulla di esterno al pensiero, nulla di indipendente da esso.


Ma lasciamo perdere, il fatto è che o non conosci nulla di filosofia o non hai capito nulla di filosofia, che è anche peggio, e in ogni caso non perdo tempo con chi oltre a essere ignorante non sa neanche rispondere a obiezioni con pacate argomentazioni.
Mi sorprende che a bobmax sia piaciuto questo post, che è uno dei peggiori degli ultimi mesi. Evidentemente lo sopravvalutavo.
#373
Citazione di: Alberto Knox il 19 Gennaio 2024, 23:00:39 PM@iano, @koba e anche Ipazia. I processi mentali si sono evoluti nel modo in cui si sono evoluti perchè riflettono qualcosa della natura del mondo fisico in cui viviamo. Il linguaggio è tipica espressione di questa connessione , di cui ho argomentato nel topic "logica e verità" che devo ora citare per poter fare la domanda finale : "Il pensiero rilflette la struttura del mondo , noi organizziamo le nostre frasi in soggetto, verbo , predicato ,complemento ecc perchè così è fatto il mondo . La calssificazione fondamentale  del linguaggio che divide le parole in sostantivi, aggettivi e verbi corrisponde a ciò che c'è nel mondo perchè i sostantivi sono gli oggetti , gli aggettvi sono le propietà che questi oggetti hanno e i verbi sono le azioni che questi oggetti compiono . Quindi studiare il linguaggio  è da una parte lo studiare la struttura del pensiero e dall altra parte lo studiare la struttura del mondo. "
Non può soprendere tanto che la mente umana abbia dedotto la legge dei corpi in caduta, perchè il cervello evolvendosi ha messo in atto strategie atte a schivarli .Ma che diritto abbiamo di pensare che estensioni di questo modo di ragionare funzionino quando si passa ad esempio alla fisica nucleare oppure all astrofisica? il fatto che funzionino e funzionino così "irragionevolmente bene" è uno dei motivi che miha portato a utilizzare il logos di Eraclito come fondamento della razionalità cosmica che riflettiamo nella nostra mente, noi siamo logos incarnato. 
 Se il ragionamento umano riflette qualcosa della struttura del mondo fisico, e non viceversa perchè la nostra mente rilflette ciò che già c'era prima di essa,  sarebbe corretto affermare che il mondo è una manifestazione della ragione? ovviamente ci possono essere aspetti del mondo fisico e della realtà che vanno oltre il ragionamento umano , ma questo è più una limitazione della nostra capacità di comprensione  che una vera confutazione al concetto di base del discorso, è una differenza quantitativa non qualitativa.
La tua posizione è in contrasto con tutta la filosofia moderna e contemporanea.
Pensiero ed essere sono in linea perché la conoscenza non può che portarsi dietro l'impronta del soggetto. Non è il soggetto che viene plasmato dall'oggetto, ma è l'oggetto conosciuto che è tale perché "organizzato" dalle forme intellettive e culturali del soggetto conoscente.
Il mondo ha una struttura simile a quella del linguaggio perché l'ontologia di base con cui organizziamo la realtà è la grammatica, non il contrario.
Ma anche partendo da una posizione realista non mi sembra giustificabile il ragionamento che fai per concludere nell'idea del logos immanente al mondo: ovvero che se in noi, nel pensiero, scorgiamo intelligenza allora questa deve venire dalla realtà, come se la mente fosse una tabula rasa che si modella sui movimenti del mondo, come se non fosse possibile concludere che ad essa afferiscono caratteristiche sue proprie non presenti nella realtà.
#374
La differenza è che la materia, come dici tu stesso, viene indagata, per quanto poi questa indagine conduca ad una possibile revisione della sua concezione.
Dio non può essere indagato.
Non ci deve sfuggire questa differenza, tra provvisorietà dei concetti della scienza moderna e infondatezza (arbitrarietà) di quelli della tradizione aristotelico-scolastica (la fisica finalistica antico-medievale).
Il progetto filosofico di Leibniz consisteva appunto nel recuperare la teleologia per emendare il meccanicismo del nuovo sapere.
Ora, la domanda che ponevo (al di là di un paio di battute inutili...) è: si tratta di un progetto filosofico attuale?
#375
Leibniz non si chiedeva come mai il mondo e non piuttosto il nulla, ma come mai esiste proprio questo mondo e non un altro. Fondandosi sull'idea di Dio con caratteristiche cristiane (onnipotenza, bontà etc.), considerando Dio come unica sostanza necessaria, come causa prima, considerando invece le altre cose del mondo come contingenti, non poteva che concludere che questo mondo è il migliore dei mondi possibili.
La cosa interessante è che lui, in quanto scienziato e grande erudito, partiva dalla consapevolezza dei limiti del meccanicismo (senza volerlo affatto abbandonare, dato la sua efficacia conoscitiva, che lo sviluppo della scienza moderna mostrava chiaramente), finendo però per introdurre una serie di entità che solo apparentemente spiegavano, in realtà coprivano i buchi che la visione moderna della realtà lasciava scoperti.
L'idea che la realtà sia composta da monadi le quali convivono senza comunicare grazie alla coordinazione di Dio (l'armonia prestabilita), sembrerebbe una teoria da museo per malati mentali, e invece, dato che il suo autore era uno degli uomini più colti del suo tempo, che ha passato anni su tali speculazioni, dobbiamo riflettere attentamente su ciò che era la filosofia.
Forse a noi tutto ciò sembra assurdo perché viviamo in un tempo in cui la filosofia è pensata come distruzione, come smantellamento. Ogni visione del tutto va disarticolata, smontata pezzo per pezzo.
Non lo so.
Certo è che dire che l'originarsi della vita è un mistero e poi utilizzare entità quali "logos", "pneuma" etc., significa riproporre lo stesso "errore", cioè l'uso di termini ambigui, che si riferirebbero a realtà la cui apparizione nella materia rimane un mistero, nel caso, spiegato con il riferimento a Dio, del quale si dice però "non so che cosa sia", e via dicendo, in un continuo turbinio di dottrine antiche e moderne (il riferimento alla fisica quantistica non manca mai...).

Non sto polemizzando, mi sto chiedendo se abbia senso oppure no questo sforzo metafisico, al di là di ogni conflitto tradizionale tra materialismo e visioni in qualche modo legate al teismo.
Perché il problema di come la casualità possa produrre un fenomeno finalistico rimane aperto. E la spiegazione riportata da Ipazia fa ridere quanto quella di Leibniz (è solo più superficiale, in linea con i nostri tempi).