Menu principale
Menu

Mostra messaggi

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i messaggi inviati da questo utente. Nota: puoi vedere solo i messaggi inviati nelle aree dove hai l'accesso.

Mostra messaggi Menu

Messaggi - Jacopus

#361
A me pare che la differenza sta nelle cause. Si uccidono animali per cibarsene. L'equivalenza può valere per le popolazioni che praticano il cannibalismo (che però quasi sempre ha funzioni simboliche e non semplicemente alimentari) oppure per le uccisioni sadiche di animali, che hanno il solo scopo di rafforzare la natura predatoria dell'uccisore.
#362
Complimenti anche a Koba II per i suoi interventi. Ora vorrei stimolarvi non più nel versante "critico" ma in quello "apologetico". Il nesso che forse qualcuno avrà già notato è quello fra Cartesio e Nietzsche. Il cogito infatti separando ogni sè, evidenzia la forza eroica di ognuno di noi, in grado di emanciparsi attraverso il pensiero da ogni tradizione. È evidente come Cartesio non sia altro, qui, che il portavoce (pregiato) dell' ascendente borghesia seicentesca. Tradizione che forgia i comportamenti, che si oppone ai cambiamenti e che comprime il bisogno creativo e innovativo dell'uomo. In questo, credo, vi sia un quid in più rispetto alla ricerca di un metodo, che è il tipico approccio a Cartesio.Ed è questo quid in più che si ricollega a Nietzsche, al concetto di "eterno ritorno", così come interpretato da Severino. In questo senso Nietzsche e Cartesio presentano una assonanza, pur nella notevole diversità, ovvero la capacità di cancellare temporaneamente la storia/tradizione per poter muovere la storia senza che la storia/tradizione ne blocchi l'evoluzione. In questa visione nessun "corso e ricorso" è più inevitabile. L'uomo diventa adulto, dopo l'infanzia medioevale. Cartesio apre la porta alla modernità, al tempo-freccia che sostituisce il tempo-cerchio. Nietzsche userà ferocemente il suo martello contro la tradizione, ma già Cartesio, con un metodo travisato, gesuitico, l'aveva fatto due secoli prima.
#363
Bel post, Scepsis. Una scrittura chiara e comprensibile per spiegare Cartesio non è da tutti. L'analogia con i "punti di singolarità" è davvero ottima e se è farina del tuo sacco, dovresti prendere in considerazione l'idea di diventare un "filosofo professionista".
#364
Argomento interessante Eutidemo . Per iniziare la discussione provo a sottolineare due aspetti.

Intanto sono d'accordo rispetto alla presenza di una mente che supera la mente individuale, e che chiamerei collettiva o culturale. Ad esempio ora le nostre menti e quelle degli ipotetici lettori sono collegate a più livelli. Ad un primo livello siamo collegati perchè immaginiamo gli altri che leggono e che sono davanti ad un PC o a uno smart-phone. Ad un secondo livello siamo collegati perchè possiamo scambiarci dei significati a partire dall'accettazione convenzionale del significato dei lemmi della lingua italiana. Ma siamo mentalmente collegati anche dalla profonda accettazione del fatto che apparteniamo tutti alla stessa specie e pertanto siamo tutti figli di Lucy. Il nostro livello di collegamento è dato poi dagli stati affettivi di base che presuppongono (quasi) sempre la interazione con i nostri simili (sesso, gioco, paura, cura parentale, rabbia, ricerca, sofferenza psicologica). C'è quindi sempre una mente collettiva a cui possiamo risalire attraverso molte strade.

Nello stesso tempo però, proprio l'evoluzione tecnica dell'uomo e la sua neuroplasticità, può creare le condizioni per farci credere in una mente individuale corazzata dentro il proprio sè. Studi recenti analizzano proprio come la storia sociale possa (inevitabilmente) incidere sulla percezione del proprio sè in un senso più individuale o più collettivo. E' per questo che le campagne di persuasione, i media, i leader, i meme, hanno una importanza così grande nel mondo culturale. Perchè possono modificare persino stati legati alla nostra biologia in quanto animali sociali. Non solo,  la nostra stessa formidabile capacità di sfruttare il mondo dall'inizio dell'era moderna, è intimamente collegata ad una nuova percezione di sè come soggetti individuali "separati" non solo dagli altri ma perfino dal proprio corpo. E' in qualche modo Cartesio a dettare l'avvento dell'uomo moderno, della rivoluzione francese, della rivoluzione industriale, del colonialismo e del capitalismo (ovviamente non solo Cartesio, ma Cartesio è molto importante in questo processo). Attraverso la soggettivazione estrema, è possibile anche l'oggettivazione estrema, ovvero porre all'esterno di sè il mondo, che può quindi essere sfruttato e usato come oggetto. Al termine di questo percorso ci sono i campi di sterminio o (per par condicio) l'affermazione che l'uccisione di un uomo è un assassinio, mentre quella di milioni di uomini, statistica.

Il secondo aspetto riguarda invece il metodo scientifico fondato sulla misurazione e sulla ripetizione sperimentale (oltre che sul consenso della peer comunity). Se questi parametri sono rispettati è inevitabile considerare che esiste una realtà "fisica" oggettiva (ad esempio la musica che fuoriesce dal grammofono può essere misurata in decibel). Ben diversa valutazione riguarda invece, come accennato prima, la realtà "culturale", che è un ibrido fra istanze biologiche e neurologiche e istanze culturali, reciprocamente interagenti e impossibile da rendere "oggettive" in termini scientifici. L'unica oggettività in questo campo può essere forse la regola zulu dell'Ubuntu.
#365
Tematiche Spirituali / Re: Teologia LGBTQ+
05 Ottobre 2024, 14:28:47 PM
Il problema fondamentale della religione cristiana ( ma anche mussulmana ed ebraica, in questo sono equamente alla pari, con qualche punto a favore del cristianesimo, grazie al messaggio evangelico) è quella di voler credere che l'uomo sia necessariamente un peccatore, intimamente malvagio e che necessita quindi di una guida sovraterrena per superare tale malvagitá "genetica". Il richiamo alla supposta terza guerra mondiale rientra in questa modalità di pensiero. Fatto salvo che sono dentro questa terza guerra mondiale supposta proprio quei paesi che invocano il loro Dio degli eserciti, mentre altri paesi che non hanno questa logica, se ne tengono lontani. Il Dio cristiano è un Dio paranoide, che divide i buoni e i cattivi. Il Figlio ha tentato di rimediare a questa visione paranoidea ( che anticipa sempre la violenza), ( chi è senza peccato...) che però è ancora ben presente. Ed è proprio
Il Dio degli eserciti a legittimare la violenza, anche quando quel Dio è apparentemente scomparso. La visione buono/cattivo, paradiso/inferno è una visione paranoica, aggravata dal fatto che, come hai precisato, tutte le colpe sono gravi allo stesso modo. Con questo coup de theatre si ottengono due risultati: attingere ad un senso di colpa universale e onnipresente e concedere il superamento della colpa semplicemente con la fede. La conclusione è: hai la fede ma sei un genocida? Ti accolgo nella casa del Signore. Non hai la fede ma sei sempre stato onesto e buono? Vai nella Geenna, dove è pianto e stridor di denti.
#366
Tematiche Spirituali / Re: Teologia LGBTQ+
05 Ottobre 2024, 12:46:03 PM
Caro Duc, io rispondevo a questa tua osservazione:

CitazioneInoltre, senza Dio (a-teo) è tutto lecito, altro che aberrazioni superate... basta guardarsi intorno!

Quindi non capisco il nesso con la tua citazione evangelica. Senza Dio non è tutto lecito e ti ho fatto degli esempi piuttosto concreti. Capisco che la fede è appunto diversa dalla realtà ed è proprio per questo che mi risulta piuttosto sospetta anche se ammetto che risponde ad un bisogno profondo dell'uomo e della sua storia.
#367
Tematiche Spirituali / Re: Teologia LGBTQ+
04 Ottobre 2024, 19:41:50 PM
CitazioneInoltre, senza Dio (a-teo) è tutto lecito, altro che aberrazioni superate... basta guardarsi intorno!
L'uomo. "Dal legno storto di cui è fatto l'uomo non si può costruire nulla di perfettamente dritto" E meno male, caro Kant. Mi piacerebbe sapere da te e dal tuo esimio predecessore, Fedor Michailcovic Dostoevskij, come giustificate il fatto che vi sono nazioni estesissime, popolosissime che fanno a meno di Dio e se la cavano benissimo, mentre altre dove un qualche Dio domina sulle folle e si amazzano che è un piacere. Altra postilla. Nell'attuale Europa A-tea, il livello degli omicidi è di 1-2 ogni 100.000 persone, nel pio Medioevo era di 50-100 ogni 100.000 persone (fonte: S. Pinker, il declino della violenza, Mondadori).
#368
Bell'intervento Koba. Io purtroppo, tranne che per la scuola di Francoforte, Hobbes, Freud e qualche classico greco/romano non conosco direttamente i pensatori, ma spesso attraverso la lente (distorta) della psicologia, delle neuroscienze e della psichiatria. Questione di tempo ma anche di capacità di interpretare correttamente pensatori che pensavano secoli fa. Tradurli e comprenderne il senso o attualizzarli non è semplice. Mi affido ad altri. Cartesio lo conosco per le letture liceali, ma essendo uno snodo fondamentale della filosofia me lo ritrovo spesso, affrontato da angolazioni molto diverse, che ne offrono interpretazioni molto diverse. È un po' il contraltare filosofico di Phineas Gage, che mi ritrovo spesso nei testi di neuroscienze come esempio del collegamento fra neocorteccia e autocontrollo. E come tutti i grandi filosofi se ne possono dare interpretazioni addirittura opposte. Cartesio era addirittura ossessionato dalla possibilità di essere inquisito per le sue idee da scappare in Svezia, conosciuta già allora per la tolleranza e dove invece morì di polmonite, anche se altri storici ritengono che sia stato avvelenato da un frate proprio per le sue idee contrarie alla tradizione. Il sum cogitans infatti è anche un grande assist al protestantesimo germogliante in quell'epoca, perché autoriferiva alle qualità dell'uomo le sue capacità. Non "penso per concessione divina" ma "penso dunque sono". L'individuo centrato sulla misurazione scientifica, sulla separazione, sulla soggettivazione esasperata, sulla supremazia dell'alto (cervello) sul basso (corpo) nasce da Cartesio.
Quest'ultima tematica ovviamente può essere connessa anche con la controriforma, che tendeva a vedere nel rilassamento "artistico" del rinascimento la causa dell' affermarsi del Protestantesimo e in Cartesio la riproposta medioevale e molto desiderabile, del corpo come un fardello a cui contrapporre la purezza dell'anima. La storia del pensiero infatti non è mai lineare e raccoglie pezzi della storia precedente e li riassembla. Il puzzle di Cartesio fu particolarmente potente, visto che continua ad emanare la sua influenza a distanza di secoli (come del resto tutti i grandi filosofi).
#369
Cerco di fare chiarezza. Il contro-transfert è l'innamoramento del terapeuta nei confronti del paziente così come il transfert è l' innamoramento del paziente nei confronti del terapeuta. Da questo rapporto scaturisce la riesibizione delle dinamiche evolutive del paziente, strutturate dalla sua infanzia. Da T e CT non si può uscire se si vuole che la terapia sia efficace, ma deve muoversi in uno spazio simbolico. Quindi nel Ct non vedo nulla di diabolico ma uno strumento della relazione terapeutica. Uno strumento delicato. Inoltre non esiste più la psicoanalisi interpretativa con un terapeuta che "interpretando", risolve le nevrosi. Anche Freud si domandò spesso se questo era sufficiente e molte sue intuizioni vanno verso la psicoanalisi dell'attaccamento (winnicott, Bowlby ed altri).

Sulla inguaribilità dell'uomo apriamo un altro grande tema. Il fatto è che Freud, oltre ad aver avuto un grande rispetto per il metodo scientifico era anche un grande filosofo oltre che un grande letterato. Incarna in sè una delle ultime figure universali della cultura, dopo di che la cultura si è frammentata a causa della sua stessa mole. E il suo modello culturale è il modello Hobbes-Freud a cui ha dato parte del nome. Vi è in Freud un pessimismo di fondo a cui si oppone eroicamente. Infatti pur dicendo che guarire, educare e governare siano missioni impossibili, continua ad esercitare la professione di medico, stoicamente. Sarebbe interessante fare un lavoro di confronto Conrad/Freud, proprio attraverso la lente di questa opposizione fra indecifrabilità del mondo e sua eroica ricerca di un senso. Freud in questo, pur con i limiti della sua biografia storica, comune a tutti noi, è il diretto erede di Sofocle e del pensiero greco, del "gnothi sauton".

L'ultima tua riflessione mi trova d'accordo. La religione è stata per secoli con i suoi limiti, anche un richiamo alla fratellanza umana. Sentimento eroso e colonizzato dal pensiero tecnico-capitalista nel quale siamo immersi. Ed è per questo che siamo attraversati e dominati da pensieri alienati e mortiferi.
#370
Per Mario Pastore: questo non è il forum della Congregazione del Santo Uffizio. La prego di non essere giudicante rispetto agli altri partecipanti. Lei non è il depositario della Legge. Risponda agli altri senza usare spiacevoli argomenta ad hominem.
#371
I due precedenti post sarebbero entrambi da cancellare, il primo (di Ipazia) perchè la risposta è insensata, visto che ci si può legittimamente domandare cosa significa inviolabilità del corpo e la domanda non è certo peregrina. Cosa significa inviolabilità del corpo, quando si potrebbe essere costretti in coma irreversibile ed aver impartito una volontà di interrompere (quindi violare) la vita del corpo? Il secondo (di Visechi) perchè non è argomentato ma irride un partecipante al forum (anche il primo non è argomentato in realtà). Ad ogni modo, il tema è interessante, cerchiamo di restare ad un livello interessante. Se può servire, immaginatevi ad un cenacolo e mentre un sommelier vi mesce un Petrus Pommerol, disquisite con altri eletti come voi, su concetti filosofici come questo.
#372
Tematiche Spirituali / Re: Teologia LGBTQ+
03 Ottobre 2024, 17:43:36 PM
Trattare un ente, un soggetto, una istituzione, uno stato, un popolo, come il male assoluto e inespiabile, è un modo di pensare molto cattolico.
#373
CitazionePeccato che questi sedicenti globalisti (perchè non ho motivo di credere che non lo siano, visto l'industria culturale di adorniana memoria) non fanno che ripetere esattamente quello che dice Freud.
Non li definirei globalisti, quanto ricercatori che da diverse angolazioni hanno riflettuto sulla necessità di rivedere il concetto stesso di soggettività, che tanta importanza ha ed ha avuto nella storia dell'Occidente. Vederci come il risultato di tante menti che interagiscono ha delle conseguenze molto diverse rispetto ad una visione del soggetto "padrone del suo destino", e quindi individualisticamente chiuso nella sua soggettività alla Marchese del Grillo (ti consiglio ad esempio Schwartz e la sua teoria sulle Interior Family Systems, ma gli esempi si possono moltiplicare facilmente). Freud sicuramente era su questa strada, ma non l'ha percorsa tutta. Resta a metà, il soggetto è comunque al centro del suo quadro diagnostico, perchè il suo è un progetto terapeutico non sociologico (poi ci penseranno altri a sociologizzare la psicoanalisi) ma capisce che la guarigione agisce attraverso l'altro, quello che definisce il "Nebenmensch". Poi c'è tutto il discorso del transfert, che implica il necessario condizionamento reciproco (transfert e controtransfert) e quindi il suo "soggetto" è già qualcosa di diverso di quello istituito da Cartesio, ma non ancora eccessivamente esploso o frammentato come quello odierno.
Ovvio che il "sumus cogitantes" ha altrettante controindicazioni del "sum cogitans" cartesiano. Le due dimensioni devono imparare a coesistere, onde evitare derive pericolose in un senso (schizofrenia) o nell'altro (paranoia).
#374
Possibili critiche al cogito cartesiano. Riparto dall'inizio. E riparto proprio da Cartesio, che è stato uno dei principali spartiacque fra pensiero premoderno e pensiero moderno, quindi difficile dargli del cretino. Ha fondato un mondo di pensiero che tuttora condiziona le nostre azioni.
Eppure, a mio giudizio, è superato da molti punti di vista. Ma prima di definire in cosa è superato, bisogna chiedersi dove voleva parare Cartesio. A mio parere, uno degli obiettivi di Cartesio è la verità, la certezza. A Cartesio nulla sembra vero, ha sempre paura che gli altri siano manichini, automi che rispondono in modo meccanico a sollecitazioni ambientali. Cosa può rendere l'uomo libero da questa visione che potrebbe sempre prendere il sopravvento? Il cogito. Il pensare è la rassicurazione che l'uomo è libero da predeterminazioni perchè è l'unica attività che non ha bisogno di una spiegazione causa-effetto e ciò lo rende, da un lato indeterminabile e dall'altro vero. A Cartesio appare come la dimostrazione della "elevazione" dell'uomo rispetto a tutto il resto del creato, visto che il pensiero/coscienza è monopolio della sola specie umana, nel creato. Probabilmente senza Cartesio non vi sarebbe stata neppure la Rivoluzione Francese, a dimostrazione dell'efficacia della sua teoria (nei termini della self-fullfilling prophecy?).

Ma Cartesio è anche la determinazione in filosofia del nascente potere borghese, individuale, padrone del proprio destino, alla ricerca di una chiarezza che evita ogni alleanza con la "tradizione", e per questo temette a lungo di essere inquisito dalla Congregazione del Sant'Uffizio, come accadeva al suo contemporaneo Galileo. Si salvò in corner collegando il cogito con la dimostrazione dell'esistenza di Dio, proprio grazie a questa "eccezionalità dell'uomo rispetto a tutto il resto del creato".

Oggi però Cartesio dimostra tutti gli anni che ha (quattrocento anni non passano invano). Basti pensare a Freud. Il suo sistema è stato ripetutamente messo in discussione e spesso con argomenti validi, ma l'inconscio è ormai stato sdoganato e testato dalla diagnostica per immagini (FMRi), mentre restano non dimostrabili altri concetti come Io e super-Io. Una parte di noi quindi è, pur pensando in un modo non cosciente, sicuramente molto lontana dal tipo di cogito che Cartesio pone al centro delle sue attenzioni. Esistono modalità di pensiero confliggenti già all'interno di noi ("non siamo più padroni neppure in casa nostra" diceva Freud).
Ma Cartesio è superato anche in una altra dimensione. In fondo Freud è ancorato anche lui alla società borghese, dove l'individuo occidentale, bianco, cristiano si pone in un modo "eroico" e "solitario" verso il mondo. Ma la psicologia e le neuroscienze, attraverso molti filoni di ricerca paralleli ci indicano come si potrebbe tradurre oggi il motto cartesiano: "cogitamus ergo sumus". Se aprite il motore di ricerca con questa frase vi si apriranno decine di pagine. Il succo del discorso è che il nostro pensiero è tale perchè pensiamo ciò che altri hanno pensato ed in primo luogo ciò che hanno pensato di noi i nostri caregiver, quando eravamo ancora facilmente condizionabili. Credere di essere un pensiero indipendente ed individuale è consolante, eroico, forse talvolta necessario, ma non vero.
Ma "l'errore di Cartesio" è anche un terzo errore e riguarda quella vulgata cartesiana, più che Cartesio stesso, che ha separato nettamente mente e corpo, ricongiungendo in questo modo, la filosofia secentesca alla filosofia classica, nella quale il pensiero contemplativo, l'otium della mente era sempre superiore al negotium, e dove avevano successo le analogie corporee alla Menenio Agrippa. Fatto sta, invece, che coscienza e corpo siano intimamente legati e che il cervello, ben lungi da avere un centro di controllo nella ghiandola pineale si è ritrovato sparso lungo tutto il corpo, fino ad avere una filiale ben fornita perfino nello stomaco. La coscienza quindi, ben lungi dal trovarsi in una sorta di centro di controllo posto all'incirca sopra i nostri occhi, è sparso lungo tutto il nostro corpo, che è inscindibilmente connesso con il cervello.
Infine Cartesio non ha fatto altro che esaltare un processo che è, secondo alcuni, (Mac Gilchrist) ancora in corso, ovvero il dominio dell'emisfero sinistro sul destro, ma questo discorso sarebbe lungo e temo che molti di voi abbiano giustamente terminato di leggere molte righe fa.
#375
Tematiche Filosofiche / Re: Esiste la verità?
28 Settembre 2024, 23:31:33 PM
Ancora carne al fuoco. La dicotomia vero/falso è tipicamente da emisfero sinistro che classifica e giudica e per giudicare e classificare ha bisogno di distinzioni chiare e nette. La vita invece si muove spesso in un sentiero di mezzo, nel quale verità e falsità si mescolano continuamente.
Nel campo delle scienze dure è più facile utilizzare il metodo vero/falso, perchè ciò che è misurabile e sperimentabilmente ripetibile è "sufficientemente" vero, ma nel campo dell'etica umana, nel campo della cultura post-geroglifica, la verità si scompone e ricompone come in un quadro astratto.

Il problema non è da poco, perchè affermare che la verità è sottile e soggetta a malfunzionamenti conduce alla perdita di senso. Abbiamo ovviato al problema per secoli attraverso la religione che offriva una verità preconfezionata. Poi ci abbiamo provato con ideologie che tuttora sono l'unico sostituto sul mercato delle religioni. Non essendo però fondate su qualcosa di "sacro", sono costruite sulle sabbie mobili.

A me sembra che per ottenere una sorta di equivalenza armonica, l'unica verità riconoscibile, nel mondo etico, sia quella del denaro, anch'essa misurabile e adatta a conformare azioni sociali ripetibili, una volta che gli agenti siano stati convinti che quello è l'unico modello di verità.

Penso pertanto che non sia vero che vi sia una crisi di senso, perchè non vi è più un condiviso senso della verità. Il condiviso senso della verità sta nel denaro e forse ancora più all'interno di questa macchina di cui siamo ingranaggi, sta nella tecnica come necessità di funzionamento del sistema.